Inter, calciomercato e settore giovanile: Ausilio di parola. E Cauet sa come si fa.

Due le notizie importanti per gli “interisti totali”, cioè per quei tifosi che considerano ugualmente importanti e appassionanti tutti gli “undici” che difendono i colori della nostra società:

 

1. Dopo tanti dubbi (di noi tifosi) e tentennamenti (dei dirigenti e forse del Mancio) il mercato estivo dell'Inter sembra avviato al completamento e, quel che più conta, senza cessioni drammatiche e rispettando i limiti di tempo richiesti dal mister, che vuole avviare la preparazione con il gruppo quasi al completo.

2. Si è concluso il torneo nazionale degli allievi AeB e ancora una volta, contro le previsioni generali (anche mie, lo confesso), il nostro mister, Cauet, ha parlato con i fatti e il risultato conseguito, senza essere la conquista del titulo, racconta con chiarezza di una stagione molto positiva e di una crescita importante del gruppo.

Esaminiamo le due questioni separatamente e in ordine di importanza.

VERSO IL COMPLETAMENTO DELLA ROSA

Chiariamo subito che in realtà esiste ben poco di definito e che quelle che propongo sono ipotesi di interpretazione delle scelte dirigenziali, ipotesi formulate alla luce di qualche dato certo e delle informazioni mediatiche che oggi appaiono attendibili perché abbastanza convergenti e perché dotate di una credibilità importante.

Si potrebbe dire che la dirigenza inizialmente ha allestito un piano che avrebbe portato a una cessione importante e a un paio di acquisti di primissima fascia, capaci di cambiare da soli il profilo della squadra.

Si collocano in questo contesto i tentativi di arrivare a Dybala e a Yaya Tourè, ai quali si sarebbero aggiunti elementi di complemento, in numero proporzionale alle cessioni concluse con soddisfazione (finanziaria).

E' presto fallito, per l'ostruzionismo paralegale della onnipotente juve, l'assalto a Dybala .

Questo insuccesso è  a mio avviso particolarmente doloroso perché l'argentino per caratteristiche tecniche e movimenti di gioco era il partner ideale di Maurito e sul mercato non esiste uno con quelle caratteristiche e quelle qualità.

Comunque si sapeva che arrivare a un giocatore di primissima fascia, che milita in Italia, era praticamente impossibile, considerando i mezzi di dissuasione della potente e spericolata società di Detroit.

Quindi la delusione è stata relativa.

E' fallita poi anche la trattativa Touré, affidata all'appeal del nostro mister (più che ai soldi, che Touré e la sua società avrebbero ottenuto ovunque).

Questo insuccesso si spiega soprattutto – penso – per questioni di “visibilità internazionale” che all'età dell'ivoriano diventa fondamentale.

A questo punto sul mercato restavano alcune altre primissime scelte, ma il loro costo appariva esorbitante e forse le caratteristiche tecniche di questi giocatori non erano esattamente quelle cercate.

La decisione della società, a questo punto, sembra essere stata quella di rafforzare e completare l’organico della squadra non puntando su un paio di top, ma sul trattenere i nostri migliori (alcuni saranno dei top a breve, se non lo sono già) e di migliorare solidità e tenuta del complesso  con innesti di sicuro rendimento.

E’ stato questo, per molti tifosi, il momento più brutto dell’estate, perché da un lato si leggeva ancora di possibili cessioni dei big, dall’altro i nomi che venivano proposti dai media erano terrificanti, almeno per l’immaginario di molti di noi: si parlava di Mbia e Motta, di Melo e Kaya, di Eder e di Rudiger. E di altri anche più inquietanti.

Magari la cessione di Kovacic e l’arrivo di Motta e/o Melo poteva essere nel breve anche relativamente produttiva, ma l’impressione netta era quella di una società in liquidazione.

Invece la scelta sembra fortunatamente essere stata un’altra.

Niente big? D’accordo, ma ci teniamo i nostri e almeno nei ruoli chiavi prendiamo comunque giocatori di livello, che non sfigurerebbero in nessuna squadra ambiziosa.

Così accanto ai Murillo e agli Zukanovic, bloccati in anticipo, sembra certo l’arrivo di Miranda, di Imbula (ritengo quasi impossibile ormai arrivare a Kondogbia) e di un esterno o seconda punta di valore.

Ma anche in questo caso ai terrificanti (per me)  nomi di Nani o del Chicharito ora vengono sostituite ipotesi più accattivanti che rispondono al nome di Salah o di Cuadrado.

Io poi spero sempre che rispunti l’ipotesi Lamela.

Se Ausilio riuscisse a chiudere le due trattative principali, che sembrano ormai a un passo, (Miranda, Imbula) poi, prima del 5 luglio resterebbe solo l’acquisto pesante di un attaccante.

A quel punto il nostro uomo mercato potrebbe dedicarsi alle cessioni, per le quali sembrano esserci prospettive più interessanti che negli scorsi anni.

E magari, con delle buone cessioni “secondarie” si potrebbe anche arrivare a una seconda punta centrale giovane e comunque affidabile.

Insomma, proviamo a immaginare una rosa di questo tipo, tenendo conto che in alcuni casi la scelta tra chi va e chi resta, trattandosi di giocatori di valore comunque medio, può essere affidata  più alle offerte di mercato che a decise scelte tecniche.

Portieri: sembra confermato il trio attuale. Si poteva sperare in qualcosa di meglio rispetto a Carrizo, ma disputando solo il campionato, va bene anche così

Centrali: la coppia titolare potrebbe essere costituita da Miranda e Murillo.

Resterà almeno uno tra Ranocchia e Vidic, mentre dovrebbe partire Andreolli e Felipe non sarà confermato.

Da notare che in rosa potrebbe stare anche il tedesco Kehrer, che essendo un ’96 può giocare in Primavera solo da fuori quota.

C’è poi la questione di JJ che potrebbe partire, in caso di buona offerta, o restare per venir utilizzato in fascia oltre che da centrale

Esterni bassi: dovrebbero restare sicuramente Santon e D’Ambrosio, appena riscattati, a meno di un’offerta molto conveniente che consentirebbe di andare su un giocatore tipo Montoya.

Ma questa ipotesi al momento appartiene più alla fantascienza che alla realtà.

Se ne andrà Jonathan e probabilmente Naga, che è meglio di Dodò, ma la cessione dell’ex romanista, riscattato a condizioni sanguinose, al contrario di Naga creerebbe una minusvalenza.

Arrivato Zukanovic, il reparto sarebbe numericamente completo, con il sogno di una cessione di JJ e contestuale arrivo di Montoya (o simile).

Da notare che resterà in primavera il ’97 Di Marco, apprezzato dal Mancio, il quale all’occorrenza potrebbe servirsene, in qualche occasione.

Centrocampisti difensivi  e totali: resterà Medel e arriverà Imbula. Resterà certamente Brozovic e, speriamo, Kovacic. Dovrebbe restare anche il Guaro, mentre partiranno Obi, Kuzmanovic e Gnoukouri per andare a fare esperienza.

Personalmente, se ci fosse una buona offerta per il Guaro, a me non dispiacerebbe la sua cessione e l’arrivo di Benassi. Mi rendo conto però che per un mister che ha un nome da difendere è molto meglio andare sull’usato sicuro.

Potrebbe poi arrivare Kranevitter che però probabilmente andrà a giocare in prestito.

Davanti, per i tre ruoli di seconda punta trequartista e esterno (anche se poi ne giocheranno due, quasi sempre) dovremmo contare su X (il nuovo arrivo, di qualità) Hernanes, Shaqiri Palacio e, almeno inizialmente, Biabiany.

Poi Icardi, come terminale, che però necessita di un’alternativa (e si fanno nomi di giovani abbastanza interessanti).

Insomma, con una sola incognita la squadra base sembra fatta, anche se potrebbero esserci piccoli miglioramenti e anche considerando coloro che completeranno l’organico, pur con diverse questioni aperte, sembra di vedere un gruppo che garantisce una certa affidabilità.

Proviamo a immaginare prima un undici ottimale e poi una squadra base più realistica ma leggermente meno qualitativa (stiamo sempre parlando di valutazioni sulla carta e opinabili)

Handa;

Montoya, Miranda, Murillo, Zukanovic;

Brozovic, Imbula, Kovacic;

Hernanes (Shaqiri, Palacio);

Icardi, Salah.

O anche, relativamente ai 4 davanti:

Cuadrado, Hernanes, Shaqiri (Palacio);

Icardi.

Nella versione meno… accattivante, potrebbero esserci un esterno basso tra quelli già in organico, al posto di Montoya e un qualche Chicharito al posto di Salah (ma andrebbe bene anche Jovetic, eh)

Prendiamo dunque la seconda  opzione, più credibile al momento,  e completiamola con i componenti della rosa.

Handa (Carrizo);

D’Ambrosio (Santon), Miranda (Ranocchia), Murillo (Vidic), Zukanovic (Juan Jesus);

Brozovic (Guarin), Imbula (Medel), Kovacic (Hernanes);

Shaquiri (Hernaes);

Salah (Palacio), Icardi.

Sono 20 giocatori ai quali si dovrebbero aggiungere Dodò e Biabiany

Mancano forse ancora un centrocampista e una prima punta, mentre qualcuno potrebbe essere sostituito da un altro, più o meno di pari valore.

È difficile fare previsioni, perché non sappiamo come si rafforzeranno le altre, ma una rosa di questo tipo, potrebbe lottare con probabilità di successo  per il quarto quinto posto.

Che magari sembrerà poco, ma rispetto a uno stentato ottavo posto sarebbe un bel passo avanti.

Aldilà dei singoli nomi però conta il fatto che la nostra non sembra proprio una società in via di smobilitazione, come in molti avevamo paventato.

CAUET SA COME SI FA

Si è appena concluso, per noi, dopo la delusione della Primavera, anche il campionato degli allievi nazionali.

So che per alcuni accostare prima squadra e giovanili è come accompagnare l’acqua santa al diavolo, ma per quelli come me, che hanno solo sangue nerazzurro, tra le due cose non vi è alcuna soluzione di continuità.

Non siamo riusciti a difendere e confermare il titolo conquistato lo scorso anno.

La lotteria dei rigori ci ha condannati, a un passo dalla meta,  dopo che avevamo battuto la squadra che probabilmente vincerà il titolo.

Si deve riconoscere che abbiamo disputato un ottimo girone finale e una buona semifinale, con un comportamento superiore alle aspettative mie (il che significa poco) e forse di qualche altro.

Il Milan, grande favorito, che possedeva i Cutrone, i Locatelli, i La Ferrara, è uscito per una sconfitta, in semifinale, contro la squadra che noi avevamo battuto. Loro hanno dunque  totalizzato complessivamente una vittoria, due pareggi e una sconfitta.

Noi siamo usciti senza aver mai perso e con due vittorie e due pareggi.

Il confronto con i rossoneri non lo faccio per provincialismo, ma perché erano davvero sulla carta i grandi favoriti.

Invece si è visto che ci siamo presentati a queste finali nelle condizioni di poter lottare alla pari (e forse qualcosa di più) con chiunque.

Onore al merito dei ragazzi, dunque.

E onore e riconoscimento all’operato di mister Cauet.

Sono sincero: in molti non avevamo condiviso alcune scelte e in generale la conduzione della squadra da parte del mister.

Il 4-2 subito dall’Atalanta e soprattutto il 4-1 rifilatoci dal Milan nella gara di ritorno hanno lasciato  perplessi, in particolare perché il mister ha sempre schierato formazioni molto offensive.

Cauet però ha sempre sostenuto un concetto fondamentale: i ragazzi crescono nelle occasioni in cui si trovano, per vari motivi, ad affrontare vere difficoltà.

Giocarsela a viso aperto contro Milan e Atalanta, in casa loro, era una di queste situazioni.

I ragazzi si sono comunque classificati direttamente per le finali con largo anticipo e sono arrivati agli scontri decisivi in condizioni fisiche ottimali e con la convinzione di poter far bene.

Hanno sfiorato, contro molte previsioni, il successo pieno, ma soprattutto hanno subito due sole reti in quattro partite, affrontando le squadre più forti.

E se è vero che hanno anche segnato solo cinque reti, chiudendo due volte  senza gol, persino questo dato dimostra il raggiungimento, al momento opportuno, di un equilibrio di squadra ottimale.

Del resto lo score del nostro mister parla chiaro.

Tre volte si è trovato a condurre una sua squadra nelle finali nazionali:

Con i Giovanissimi dell’Accademia Inter. E fu vittoria.

Con i Giovanissimi dell’Inter ’98. E fu vittoria

Con gli Allievi dell’inter ’98 e sappiamo come è andata.

È proprio vero: mister Cauet è uno che sa come si fa…

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it), Benoit Cauet. In campo sapeva farsi rispettare. Sembra proprio che sia capace di fare lo stesso anche in panchina.