lunedì 28 novembre 2011

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Andrea Bertin: una storia esemplare.


La vicenda calcistica di Andrea Bertin merita di essere raccontata e conosciuta, soprattutto dai giovani calciatori della nostra società e dai loro genitori, perché è davvero ricca di insegnamenti. 
Mostra come la carriera di calciatore sia piena di insidie, anche per chi ha indubitabilmente talento. 
Indica  come spesso fattori indipendenti dalla volontà e in parte dalle capacità del singolo, anche se piuttosto dotato calcisticamente,  possano intervenire a indirizzarla, in un senso o nell'altro.
Fa capire come sia assurdo, sin da piccoli, trascurare la scuola per inseguire un successo che comunque nel calcio è molto aleatorio. E come sia invece possibile, con un po' di sacrificio (con molto sacrificio, per la verità) portare avanti entrambi gli obiettivi di formazione, la scuola e lo sport, rinviando il più possibile la scelta. 
E' un monito per chi crede che giocando nelle giovanili dell'Inter, dove si vince sempre e spesso si stravince, non possono che aprirsi le porte dorate di sicure affermazioni personali. 

Nello stesso tempo dimostra che non è mai possibile a priori distinguere il bene dal male (nel senso naturalmente delle opportunità calcistiche) e come spesso invece la serietà, l'impegno e la forza di reazione possano anche capovolgere una situazione e aprire prospettive interessanti (non mollare mai... non a caso, questo si canta a San Siro ai giocatori dell'Inter). 
Una storia dunque fatta di attese, forse di illusioni, certo di sofferenza e delusione. Ma anche di speranza.

Se le qualità calcistiche ci sono e la serietà umana e professionale anche, si riesce comunque a conquistarsi un futuro. 
Naturalmente la storia di "Berto" può anche venir letta come la vicenda di un privilegiato.
Dipende sempre dai termini di paragone.

In tutti questi anni ho visto numerosissimi giovani di grande talento completamente persi per il calcio di un certo livello. Vinti in qualche caso da malattie o infortuni; in qualche altro, vittime di loro stessi, delle loro debolezze. E spesso non sufficientemente guidati, indirizzati da una famiglia troppo indulgente, o troppo ansiosa e in qualche modo oppressiva.
 
Potrei citare centinaia di episodi

Ne racconto solo uno di cui sono stato testimone due settimane fa. Era una partita dei '99, quindi ragazzini di 12 anni, che dovrebbero giocare per divertirsi. Vicino alla rete di recinzione, un genitore, spinto da grande amore, sia chiaro, per tutta la partita "martella" il figlio: non fare così, fai cosà, vai là, ecc. Magari dicendo il contrario di quello che vuole l'allenatore.

Il ragazzo, di grande buon senso e maturità, a un certo punto si gira verso il padre e gli dice: “Adesso finiscila”.

Naturalmente queste sono piccole cose. Ci sono situazioni peggiori.

Genitori per i quali il figlio è sempre vittima di trame societarie o di incompetenza totale dei mister, genitori sempre a protestare sugli spalti e in società, che non si accorgono di danneggiare in tal modo il figlio.

O sei Pelè, oppure un genitore che non sta al suo posto ti crea più problemi che vantaggi.


Ecco, ricapitolando, possiamo dire che la storia di Berto ci dice questo: non ci sono ricette che assicurino il successo di un giovane calciatore. 
Però alcune cose aiutano e sono:

  • Le doti calcistiche e atletiche.
  • La serietà, la grinta, l'applicazione costante anche in allenamento.
  • L'autostima e la determinazione.
  • Il sostegno di un ambiente familiare formativo.
  • La fortuna, sotto forma di un mister che “ti vede”, di una società che non si trovi un giocatore del tuo ruolo, a torto o a ragione considerato più avanti di te
  • Il trovarti a giocare in società solide finanziariamente e con un progetto calcistico valido.

Berto queste caratteristiche le ha avute quasi tutte (fanno eccezione alcune legate al fattore fortuna); per questo, io lo aspetto entro qualche anno a calcare palcoscenici professionistici di ottimo livello.

La carriera

Andrea nasce a Carate Brianza nel ’92 e vive con la famiglia nella vicina Bovisio Masciago.
Comincia a giocare a calcio con gli amici, come tutti i bambini. Poi a 6 anni viene inserito nei ranghi del Bovisio, giocando con compagni di un anno maggiori.
Nel 2001 passa all’Aurora Desio, dove trova un allenatore che lo fa crescere calcisticamente, anche consentendogli di fare esperienze in ruoli diversi: da attaccante a laterale e quindi difensore. Già nel secondo anno mostra decisamente attitudini superiori alla media. Nel terzo anno segna pure moltissimi gol.


A settembre 2003 durante lo svolgimento del  Memorial Prisco, a Limbiate, un osservatore (Pezzoni) lo nota e lo chiama per un provino all’Inter: un’amichevole con la Massese.

Viene schierato come difensore centrale e dopo altri due provini è aggregato alla squadra: da gennaio 2004  senza essere tesserato, ovviamente, svolge un allenamento alla settimana con gli esordienti B di Calcaterra. Partecipa a due tornei, che l’Inter vince e Samaden ne decide il tesseramento.

Poi la sua carriera all’Inter riserva solo un crescendo di soddisfazioni:

2004-2005: con gli Esordienti A di Samaden è titolare fisso e segna 4 gol. La squadra vince il campionato, oltre a 6 tornei.

2005-2006: nei Giovanissimi Regionali di Cerrone, Andrea assomma 34 presenze su 34 e segna 5 gol. La squadra vince il campionato e vince 5 tornei su 6 (il sesto lo perde in finale e, tra parentesi, è quella la sua unica assenza). Andrea è milanista, ma questa stagione ha una particolarità che ancora oggi ricorda con soddisfazione: sei volte incontra il Milan e sono sei vittorie.
Per un milanista, non c’è male. 
In proposito ricordo un episodio: un derby, credo della categoria Giovanissimi (contro la squadra di Eranio, derby di ritorno Giovanissimi Nazionali, 4 giorni dopo averli battuti in finale all’Annovazzi). Assisto alla partita appiccicato alla rete di recinzione per viverlo con i ragazzi, come sempre. Accanto a me c’è un osservatore dell’Inter, che oggi fa il procuratore.

Nel finale di partita c’è un corner per noi. Ho visto quella che io chiamo “la faccia da gol” e conosco la sua forza nei colpi di testa. Gli grido di fintare di aprirsi a poi riportarsi sul secondo palo, che segnerà. Verosimilmente lui non mi sente neppure, ma fa proprio quel movimento e realizza un gol strepitoso.

Inutile dire che l’osservatore mi guarda come fossi un marziano. Ma io lo sentivo.

2006-2007: con i Giovanissimi Nazionali di De Paoli. Sempre titolare come difensore centrale (26 presenze su 26 e 6 gol realizzati).  Dopo essersi classificata prima nel campionato, la squadra partecipa alle finali, ma fallisce di un soffio l’accesso alla finalissima. Vince un torneo, battendo in finale proprio il Milan.
Terminate le scuole medie, Berto si iscrive al liceo scientifico Versari, di Cesano Maderno (una scuola di grande qualità, esigentissima, che conosco personalmente per avervi fatto più volte il presidente agli esami di maturità, ndr). Ottiene ottimi risultati, a dimostrazione della sua serietà e del fatto che sia pure con grande sacrificio, calcio e scuola non sono incompatibili.


2007-2008: con gli  Allievi Regionali di Manicone, dopo una ventina di partite da titolare ha un piccolo infortunio, interrompendo una serie di circa 100 partite consecutive da titolare in campionato.

La squadra vince il campionato. Andrea  partecipa al torneo di Abu Dhabi, con gli Allievi Nazionali e debutta nel loro campionato. Nello stesso anno i regionali vincono due tornei e in entrambi Andrea segna in finale. A Treviso ottiene  anche il premio come miglior giocatore del torneo.

2008-2009: con gli  Allievi Nazionali  di Zavettieri.
Cominciano le prime complicazioni, affrontate e risolte brillantemente.

La statura di Andrea (1,78) non viene più ritenuta ottimale per il ruolo di centrale.

La società decide di spostarlo a destra e acquista tre centrali alti. La stagione comincia con un torneo vinto a Modena 1 a 0, dove Andrea segna il gol vincente in finale, continuando la striscia dell’anno prima. Titolare fisso nella difesa a 3 con Natalino e Kysela, o esterno destro nella difesa a quattro, ha un ruolo importante nella vittoria in campionato (girone Nord-Orientale).

Ottiene diverse convocazioni nella  Primavera di  Esposito e disputa una partita intera di campionato, a Treviso.

Gli Allievi vanno alle finali, dove Andrea segna il gol vittoria (di testa) contro il Torino che li porta alla finalissima. Contro una fortissima Fiorentina, la squadra va sotto di due gol, ma Berto è l’ultimo ad arrendersi. Si spinge in attacco, colpisce una traversa e sfiora il gol del 1-2. Alla fine l’Inter perde 3 a 1,  Andrea viene  giudicato uno dei migliori delle finali, ma esce dal campo distrutto per la delusione (c’è chi dice “piangente”).  In quell’anno si firmano i primi contratti.  Ma lui, che nel frattempo ha stretto un accordo con il procuratore Buongiovanni, del gruppo Vigorelli, non l’ottiene. Sono forse i primi segnali che qualcosa non sta girando nel verso giusto. 

“Berto” e la Primavera 

2009-2010: a giugno 2009 Andrea viene confermato nella  Primavera dell’Inter.
Poi però arriva come allenatore mister Pea che, dopo il ritiro, lo mette fra i cedibili, vedendolo chiuso da Donati ed eventualmente da Natalino.
Negli ultimi giorni di mercato passa in prestito al Chievo, dovendo cambiare nel giro di due-tre giorni  abitudini di vita, scuola  e lasciare le amicizie. 
Con i Clivensi del bravissimo allenatore Nicolato colleziona una trentina di presenze da titolare (2 gol). La squadra  arriva seconda nel girone e perde contro il Genoa (futuro campione d’Italia) nelle semifinali nazionali: è comunque una stagione esaltante, nella quale i veneti, partiti senza ambizioni, battono Inter, Milan e Atalanta in campionato e la Roma ai sedicesimi di finale.
Nella città scaligera Berto frequenta con successo il quarto anno di liceo scientifico, all’Istituto Messedaglia.
Quasi tutte le squadre italiane, di norma non mettono sotto contratto i giocatori della Primavera. Anche Andrea segue questa trafila. Va a vivere nel college della società e riceve, come rimborso spese, un compenso di 150 euro al mese (!). Diciamo che è per lui un primo incontro con la realtà che nel calcio, almeno a certi livelli, si contrappone a sogni e aspettative. 

Il calcio professionistico 

2010- 2011:  Pro Patria  (allenatore Novelli).  Dopo la buona annata in Primavera, sembra certo il suo rientro all’Inter. Viene convocato per il torneo Dossena, che disputa in modo positivo e riceve assicurazioni sul ritorno.
Invece all’ultimo momento l’Inter realizza il “colpo” (?) Serrano, acquistato in Spagna per 60.000 euro, sembra. Così Andrea, dopo giorni di complicate trattative,  passa al Chievo in via definitiva.
A Verona dovrebbe fare un altro anno di Primavera, sempre senza contratto. Allora comincia a guardarsi in giro.
Ha delle richieste in serie C2 (il Pavia, dove c’è Andrissi; il Renate e qualche altra squadra). Alla fine va alla Pro Patria, società storica e indicata come forte e solida. Tanto è vero che la dirigenza, ambiziosa (sembra) assume come direttore sportivo Regalia, considerato uno dei primi in Italia.
Berto firma il suo primo contratto. La proprietà vuole che si dedichi totalmente al professionismo, quindi si trasferisce  a Busto. Gli assegna un appartamento in città e lo fa iscrivere a una scuola privata (frequenta con profitto l’ultimo anno di Liceo scientifico e ottiene la maturità con una votazione di 82/100).
In campionato inizia da titolare, ma poi la società precipita in una crisi impensabile.
A ottobre, con la squadra prima in classifica, la proprietà annuncia il suo ritiro ed inizia a non pagare più giocatori e fornitori. Molti atleti la mettono in mora e se ne vanno, da svincolati. Andrea non può perché sarebbe il terzo trasferimento in un anno, cosa non consentita. E dopo un po' Berto non viene più schierato, la squadra subisce una penalizzazione di punti per le questioni di insolvenza finanziaria .
A gennaio Andrea viene sfrattato (nella sua abitazione avevano tagliato luce e gas…) e torna a vivere a casa facendo il pendolare (scuola e calcio), e naturalmente si ritrova a doversi pagare la scuola (6.000 euro). La squadra risente molto della situazione, perdendo il primo posto in classifica che le avrebbe garantito la promozione diretta (riesce comunque ad arrivare ai play off). 
A metà del girone di ritorno  Andrea rientra da titolare, fino alla finale per la C1 persa incredibilmente contro il Feralpisalò. In ogni partita è il più giovane in campo. Alla fine  le sue  presenze sono 15 di cui 13 da titolare. (ho controllato personalmente e in quella stagione si contavano sulle dita di una mano i giocatori del ’92 che avevano delle presenze, in tutte le squadre del girone. Ndr)
Alla fine della stagione, Andrea ritorna al Chievo, che lo gira in comproprietà al Mantova, sempre in C2. Berto aveva diverse offerte, ma sceglie Mantova perché, ancora una volta, la proprietà virgiliana viene descritta come molto solida finanziariamente e ambiziosa sotto il profilo sportivo.
Inoltre la società lo ha cercato insistentemente, dunque crede molto in lui. 

Attenzione: questi due elementi sono fondamentali da considerare, quando un atleta proveniente dalle giovanili di una grande squadra, accantonata  la speranza di sfondare DIRETTAMENTE nel grande calcio, intraprende il duro cammino di una risalita dalle serie inferiori.  Il rischio di trovarsi in società che non onorano i loro impegni finanziari, che vivono crisi dirigenziali per insolvenza, o quello di trovarsi relegati fuori squadra perché non si rientra nei progetti di un mister o per altri più oscuri  motivi, è reale. E in questi casi, se non si ha un carattere eccezionale e accortezza di comportamenti, la possibilità  di perdersi, calcisticamente, diventa enorme. 

2011- 2012: Mantova (serie C2). 
A tutto metà novembre,  Andrea ha disputato 14 partite da titolare e il nuovo allenatore Valigi, subentrato a  Graziani, sembra credere molto in lui.
Il percorso sembra finalmente sgombro dagli ostacoli più seri, ma naturalmente le difficoltà sono solo agli inizi. Occorrerà vedere come finisce la stagione, come si risolverà la comproprietà tra Chievo e Mantova  e tante altre situazioni non tutte preventivabili. 

Personalmente, come ho detto,  lo aspetto nel giro di pochi anni a traguardi più importanti, perché conosco le sue doti tecniche e agonistiche e soprattutto la sua serietà e la voglia di arrivare.
Ha vissuto momenti di sconforto, Berto, ma li ha superati con tenacia. E nel contempo non ha trascurato le alternative di vita: oggi è iscritto all’università di Verona, facoltà di Lingue ad indirizzo Commercio e Turismo.  E nei 5 anni di liceo non è mai stato rimandato, maturando 18 crediti su 25. 

Per completare questo veloce excursus mi piace annotare qualche curiosità che credo possa interessare:

  • Berto  in tanti anni di Inter non ha mai perso un derby su circa 16 (di cui solo 3 pareggiati) giocati e ed è andato a segno diverse volte. Per essere uno che tifa Milan non è male. Ed è anche una buona lezione per i tifosi “infastiditi” da questi fatti ininfluenti di tifo.
  • L’anno di De Paoli in tutta la stagione (amichevoli comprese) ha saltato solo 15 minuti per infortunio a Treviso.
  • In 5 anni di Inter, giocando da difensore, ha subito 2 sole ammonizioni, nell’anno degli Allievi Nazionali.
  • Mi ha sempre detto che il più forte attaccante tra i giovani che ha marcato in carriera è Mattia Destro, nelle numerose partitelle contro i '91 (forse doveva dirlo anche alla società, ndr).
  • Nonostante l’altezza giudicata inadeguata per un centrale a certi livelli, la maggior parte dei suoi gol sono di testa su corner. Perché ha un grande stacco e un tempismo eccezionale. 
Infine, una considerazione sulla imprevedibilità del calcio e sulla impossibilità di dare la giusta valutazione a ciò che ti accade. Qualche volta è possibile trasformare una palese “sfortuna” in una situazione conveniente.
Andrea ha perso il posto all’Inter per l’arrivo del "fenomeno" Serrano: oggi, dopo due stagioni, Serrano fa la riserva nella Primavera del Varese. Alla fine di questa stagione, se non accadono fatti imprevedibili (sgraattt!), il diciannovenne Bertin avrà collezionato più di 50 presenze da titolare nel campionato di C2 (e in due piazze importanti), nonostante le avversità capitategli.
Forse non sempre le scelte subite si rivelano una disgrazia. 

Luciano 

Nella foto, Andrea Bertin quando ancora indossava la maglia nerazzurra. L'ha fatto e molto bene per diversi anni, partendo dagli Esordienti e giocando titolare in tutte le nostre squadre giovanili, ad eccezione della Primavera. L'avventura all'Inter ha avuto poi un esito non certo felice per Andrea. Il tempo e solo lui dirà chi ha avuto ragione. Tuttavia, l'avventura di Bertin nel calcio continua, attraverso le sfide e le difficoltà della Lega Pro, a differenza della maggior parte dei suoi coetanei ancora nel calcio giovanile. Direzione: il calcio professionistico di alto livello. In bocca al lupo e non mollare mai, Berto!

77 commenti:

luciano ha detto...

E tra l'altro so per certo che il "milanista" Berto ancora adesso gita per casa indossando di preferenza la maglia o la tuta dell'Inter....

luciano ha detto...

ovviamente "gira" non "gita"

giuseppeRC ha detto...

Vicenda molto interessante ed esemplificativa, Luciano. Che dire...è un peccato che le società, spesso e volentieri, prediligano il nome esotico al "prodotto" fatto in casa (rapidissimo excursus, ma utile per approfondire il concetto: c'era davvero la necessità di prendere Juan senza neppure aver testato una volta Caldirola?).
In bocca al lupo, Bertin!

Seu Jorge ha detto...

post magnifico, Luciano. Veramente istruttivo, per noi profani.
Certo, lascia molto amaro in bocca. Ma io da sognatore e incurabile ottimista, vedo nel passaggio del ragazzo alla società amica clivense, ancora una piccola apertura verso il giocatore. Sempre se lui, oltre ad indossare la tutta e la nostra maglia, abbia ancora voglia e desiderio di fare il percorso inverso.
Di sicuro però c'è che gli auguro di riuscire a coronare il suo sogno, qualunque esso sia. Sembra meritarselo, dalla tua crono-storia..

Capt.Cambiasso ha detto...

Bellissima storia, complimenti Luciano.
E un in bocca al lupo ad Andrea Bertin!

Matteo ha detto...

Grazie Luciano,questi articoli mi fanno sentire veramente fortunato nel frequentare questo blog,veramente grazie.

MICHI ha detto...

bellissimo luciano... grazie per questo post

Anonimo ha detto...

Luciano sei unico.
Grazie per questi spaccati di vita nelle giovanili che fanno capire di più di qualsiasi disquisizione teorica
Fripp

AL82 ha detto...

Post davvero epidittico. Mi ha messo un po' di tristezza ma anche un voglia di augurare a Bertin tanta fortuna.
Un appunto secondario.
Come dimostrano Cannavaro e Cordoba l'altezza per un centrale difensivo non è tutto, a patto che si abbiano altre ed importanti caratteristiche.
Mentre su Caldirola non sono molto d'accordo con giuseppeRC. Credo che la situazione odierna non ne abbia facilitato l'impiego. In primis ha davanti una grandissima concorrenza e, come dice bene Luciano, si sa quanto sia importante il contributo dei senatori per toglierci dalle cattive acque. In secondo luogo la piazza è esigente, basti vedere quanto sia stato criticato Jonathan che ha alle spalle qualcosa come 200 presenze fra i professionisti. Luca, non dimentichiamolo, sarebbe all'esordio con l'Inter. Ranocchia, giusto per fare un esempio, è visibilmente più pronto (tanta gavetta e tanta bravura sono dalla sua parte) eppure fatica a fare il salto decisivo. Fra l'altro Ranieri non mi sembra uno poco abile nel far crescere i giovani, centellinandoli a dovere. Infine bisognerebbe vedere la faccenda Juan, che non abbiamo ancora comprato e chissà se mai compreremo, e quella legata all'affare Nagatomo.

AL82

Anonimo ha detto...

Grande post, Luciano, una storia questa di Bertin che racconta tante altre storie, pur nella sua unicità!!! Fa davvero capire tante cose su come funziona il calcio giovanile quando si gioca in squadre importanti e come la ruota possa girare in una direzione o in un'altra per tanti motivi, non sempre perché sei più o meno bravo.
Bello, bello, bello... complimenti!!!
Un grande in bocca al lupo anche a Bertin per la prosecuzione della sua carriera e chissà che prima o poi le strade sua e dell'Inter non si incontrino di nuovo.

Duccio

Alberto ha detto...

Una storia veramente magnifica, mi ricorda, in piccola parte eh, quella di mio padre... Centrocampista, molto dotato fisicamente, cresciuto nella primavera del Piacenza (anche 2 gol all'Inter da parte sua) ha sempre sofferto un carattere, diciamo così, particolare... Fortemente voluto dal S. Angelo (che a quei tempi giocava in serie C) è uno dei fautori della promozione della squadra, prima di infortunarsi al menisco. Il rifiuto da parte sua ad effettuare più di una partita alla settimana con pratiche per aaccelerare i tempi del recupero lo portano verso l'accantonamento. Inizia così a giocare in serie dilettantistiche, dividendo il proprio tempo con il lavoro, risultando spesso da centrocampista capocannoniere delle squadre in cui militava, che puntualmente arrivavano alla promozione (a volte doveva andarsene perché, in base ai bonus goal, le punte erano un po'invidiose nello spogliatoio). Ora, a 56 anni suonati, non ha alcun rimpianto. Ha fatto quello che più gli piaceva, giocare a calcio, oltre ad aver messo su famiglia. Se le cose non fossero andate così e avesse "sfondato", chissà, forse non sarei qui con voi a condividere questo ricordo.
Un saluto a tutti e un grosso bocca in lupo a Berto.

Anonimo ha detto...

bella storia,speriamo di rivederlo nel calcio che conta....luciano che ci dici della partita della beretti di ieri??FRA

giuseppeRC ha detto...

A proposito di giovani, se non l'avete già fatto in altri post (ma non mi sembra) credo sia doveroso rivolgere un grosso in bocca al lupo anche a Simone Dell'Agnello, che durante un allenamento ha riportato la rottura completa del crociato anteriorie del ginocchio destro. Per lui purtroppo stagione già finita.

_nero ha detto...

un post fantastico e commovente. andrebbe fatto leggere in tutte le scuole calcio. sentiti complimenti di cuore luciano

Gimon24 ha detto...

Bruttissima notizia questa di Simone Dell'Agnello, infortunatosi mercoledì scorso in allenamento con il Livorno. Stagione finita per lui, infortunio serio, purtroppo.

Questa la notizia tratta da seriebnews.com:
"Il giovane attaccante del Livorno Simone Dell’Angello, classe ’92, in settimana si è infortunato durante l’allenamento del mercoledì. In apparenza sembrava subito un infortunio grave e infatti la diagnosi pubblicata sul sito ufficiale della squadra è terribile. La punta di proprietà dell’Inter ha riportato la rottura completa del crociato anteriorie del ginocchio destro e, in accordo con i medici del club neroazzurro, verrà sottoposto a nuovi esami medici per valutare appieno l’entità dell’infortunio."

Un enorme in bocca al lupo a Simone perché possa quanto prima tornare a giocare e a fare tanti gol. Dai Della, coraggio... ti aspettiamo più forte di prima!

luciano ha detto...

Giuseppe, non sapevo dell'infortunio di Simone. Sono davvero desolato. Forza Simone, ti aspettiamo presto ai tuoi livelli consueti!

luciano ha detto...

Ringrazio tutti, mi fa piacere che il post sia giudicato interessante. Anch'io penso che per il suo carattere esemplare, appunto, la vicenda di Andrea andrebbe conosciuta da tutti i nostri giovani e da tutti i genitori, che spesso comprensibilmente e inavvertitamente contrbuiscono a mettere sul ragazzo più pressione di quanta già ce ne sia.

AL82 ha detto...

Nemmeno io.
Sapevo dell'infortunio ma non pensavo fosse così grave.
Gimon, mi sa che le mie considerazioni che ti ho inviato via mail sulle difficoltà di Dell'Agnello (aveva avuto già un problema, seppur lieve, nel corso della stagione)andrebbero per forza di cosa riviste.
Un vero peccato per Simone.

AL82

Gimon24 ha detto...

Al, infatti, ho pubblicato il tuo report su Torino-Livorno e i nostri due ragazzi impegnati, dopo avere aggiornato le statistiche, nella pagina "Dove sono e cosa fanno?", ma ho aggiunto una precisazione, doverosa purtroppo vista la gravità dell'infortunio, circa la situazione di Simone.

Cisco ha detto...

Complimenti di cuore a Luciano per il post, davvero bello e istruttivo.

In parte mi ha ricordato la storia di un mio amico, anche lui passato dalle vostre giovanili e che senz'altro Luciano e qualcun altro conoscerà: Delledonne.
Milanista, diventato interista giocando per voi, titolare non so da quale età fino agli Allievi, convocato svariate volte in nazionale, contratto di sponsorizzazione con la Nike.
Poi ha iniziato ad avere molti infortuni muscolari, il suo procuratore Branchini ha iniziato a fregarsene, il primo anno di Primavera non ha giocato, è stato mandato al Chievo a non giocare per 6 mesi, dopodichè non gli è stato rinnovato il contratto. Oggi è in D, dopo molta panchina in C2 con i Crociati Noceto.
Onestamente non l'ho mai visto giocare, ma se è stato in nazionale ed era titolare nell'Inter, scarso non sarà stato. La testa ce l'ha, perchè lo conosco personalmente ed è lo stesso ragazzo gentile ed educato da 6-7 anni a questa parte, la famiglia è splendida (ce ne fossero di più così!) e ha continuato a studiare. Al momento non è bastato, spero che un giorno, se lo meriterà, il calcio italiano si riaccorga di lui.

luciano ha detto...

Volentieri rispondo a Fra, che desidera avere qualche notizia in più su Inter Cuneo Berretti.
La partita è stata tutt'altro che facile e il nostro vantaggio è maturato solo dopo più di mezz'ora. Del resto il Cuneo è in ottima posizione di classifica e si è confermata squadra solida, ben messa in campo, senza individualità di spicco particolare, ma con giocatori tutti di buon livello. naturalmente, i piemontesi si sono schierati in modo molto accorto e noi, complice anche l'assenza di Mona, non trovavamo facilmente la via del gol. Fortunatamente abbiamo potuto utilizzare Bandini, Pasa e Garri, perché le assenze di Guglio, Ferrara, e del trio offensivo Bello-Mona-Isaach rischiavano di pesare molto
Nel complesso si è trattato di una buona prestazione, nella quale non abbiamo rischiato molto e abbiamo invece costruito diverse palle gol
Delle Vedove
Bando Borriello Marini Scappi
Pasa sarina
Djumo Garri Bangoura
Colombi


Dalle vedove: sicuro, senza aver avuto bisogno di strafare.
Bando: splendido, delizioso in alcune giocate offensive (tanto che io e il mio amico Pino ci chiedevamo perché non venga mai provato esterno di centrocampo, anche se per far ciò si dovrebbe utilizzare un 442), il capitano ha avuto qualche disattenzione in difesa. Nulla di irreparabile, ma resta l'impressione che sia più portato ad attaccare
Borriello: a me è parso in netto miglioramento. Servono conferme, magari anche legate alla qualità dell'avversario.
Marini: sembra tornato sui livelli di qualche tempo fa. oggi una sicurezza
Scappi: questo ha un tiro come pochi: indifferentemente di destro e di sinistro, spara bordate incredibili. Anche lui meglio in fase offensiva, dietro qualche volta l'avversario gli sfugge, complici forse le sue leve molto lunghe.

Pasa: inizia la partita e lo vedi sapiente ,ma un po' lento, per non dire grassoccio. Poi quando comincia a carburare fa girare la squadra. tecnicamente e come senso della posizione è padrone del centrocampo.
Saro: leggermente sotto tono. Non riesce ad esprimere appieno il suo contributo solito di dinamismo e vivacità. Viene sostituito nel secondo tempo da Martinelli, che a mio parere fa meglio

Djumo: in verità gioca da centravanti, con Colo più spostato in fascia. Conferma di essere in fase di miglioramento, anche se ancora appare più elegante che pratico. Ha il merito di suggerire con uno smarcamento verticale il lancio che lo libera davanti al portiere, da cui il rigore del primo vantaggio
Garri: che dire, a questi livelli Garri è il calcio. Segna due gol, procura il terzo con un'azione irresistibile. Giocate da fuoriclasse e accelerazioni vincenti. Grande Garri
Bangoura: meglio del solito. Comincia a vedersi una velocità fuori dal comune e una maggior incisività e partecipazione al gioco di squadra, anche se mi sembra ancora un po' individualista. Da seguire con interesse.
Colombi: si batte, dà peso all'attacco, anche in un ruolo che gli è poco congeniale. Ha potenzialità ma l'impressione è che ancora non riesca ad esprimerle compiutamente.

Del Piero: gioca una frazione di tempo ma non pare particolarmente motivato e ispirato. da rivedere in altre situazioni, anche se i suoi piedi restano da poesia.
Gabbia: io ho un debole per lui che è tecnico come garri, ma rispetto al guerriero calabrese ha un po' meno spunto. E' un po' mingherlino, ma ha numeri che vale la pena di coltivare.

luciano ha detto...

Ricordo DelleDonne: se non sbaglio era un'89. Giocava con Bolzoni Mei e soprattutto Ocoro', un nero, piccolo di statura, ma con una rapidità di gambe da Messi. Di quella squadra solo Bolzoni e Mei mi pare abbiano fatto una buona carriera. Oggi le nostre giovanili sono sicuramente più dotate di giocatori anche di prospettiva, oltre che forti nell'immediato.
Mi sembra di ricordare che fosse forte, ma non fortissimo, anche se io lo consideravo più affidabile di Mei, certamente più dotato. Comunque un grande in bocca al lupo anche per lui

Cisco ha detto...

Esatto è un '89 e con Mei condivideva il centro della difesa tanto con voi quanto in nazionale. Ora Mei mi pare sia andato in Olanda, mentre Andrea è in una squadra piacentina (comoda per lui, che è di Lodi) dopo che i Crociati han deciso di non reiscriversi alla vecchia C2, lasciandolo dunque senza contratto (retrocedendo, anche volontariamente, i giocatori perdono il vincolo contrattuale passando dallo status di professionisti a quello di dilettanti).

Lui ha la fortuna, come detto, di avere un'ottima famiglia alle spalle, anche dal punto di vista economico, però pensare che tutti gli sforzi fatti e le speranze avute siano al momento congelate per una serie di fattori più o meno esterni a lui (infortuni in serie, procuratore menefreghista, società che smette di credere in te).
Per la cronaca, il fratellino gioca nei '97 del Piacenza.

olag ha detto...

Mi associo, naturalmente, ai migliori auguri ad Andrea, che conosco dai tempi dell'Aurora Desio, dove giocava mio figlio.
Si sono poi ritrovati all'Inter, dove per una stagione sono stati compagni di reparto,con Zavettieri tecnico.

In grosso abbraccio a Simone, e alla sua splendida famiglia.Forza Simo, non mollare!!!

Cisco ha detto...

Ho dimenticato un pezzo: però pensare che tutti gli sforzi fatti e le speranze avute siano al momento congelate per una serie di fattori più o meno esterni a lui (infortuni in serie, procuratore menefreghista, società che smette di credere in te) lascia un po' di amarezza. In me che sono un suo conoscente, figuriamoci in lui, che si è saltato un numero imprecisato di vacanze (un anno era stato anche aggregato alla Primavera nel ritiro, giocando anche qualche partita) e nei suoi parenti, che lo hanno sempre seguito in qui e in lì.

Gabriele Porri ha detto...

un bel post, interessante ed emozionante la storia di andrea. forse non c'entra nulla con la sua storia perché l'inter lo ha lasciato andare a livello giovanile, ma l'esigenza di creare squadre B o squadre satellite che partano dalla lega pro non può più essere rinviata.

_nero ha detto...

@luciano: mi sono permesso di diffondere su alcuni social network il link al tuo post che lo meritava ampiamente. e se riesco a beccare un paio di ragazzi che so in orbita calcio (anche se al momento sono tutti esordienti uno al Maca e l'altro alla Garibaldina) farò loro leggere questo pezzo.

@gimon24: mi spiace moltissimo per Della; cazzo txxxxxxxr aveva appena scritto altrove che secondo lui doveva tornare a fare la riserva del pazzo al posto di castaignos a fine anno. portasse rogna? :( Simone, tieni duro!

LOTHAR10 ha detto...

complimenti a big Luciano..

davvero interessante questa intervista..

un grande in bocca al lupo x Simone Dell'agnello..

coraggio e torna presto...

FORZA INTER

luciano ha detto...

Nero: hai fatto benissimo. Anzi ti ringrazio per questo. Il mio obiettivo raccontando la storia di Berto è proprio quello di invitare tutti, giovani calciatori e famiglie, a stare con i piedi per terra.
Nel calcio (un po' come nella vita, del resto), le "variabili indipendenti" possono contribuire a sviluppi impensabili.
Però vorrei aggiungere una cosa, in controtendenza rispetto all'opinione generale e soprattutto a quelle dei genitori.

Io credo che quasi sempre alla fine parla il campo. Gli avvenimenti negativi, sempre in agguato, possono favorire o rallentare il percorso, ma alla fine, se uno ha carattere, arriva dove le sue qualità tecnico atletiche gli consentono.
Per intenderci, io non credo, ad esempio, ai procuratori menefreghisti. credo ai procuratori che fanno i loro interessi, come tutti nell'esercizio della propria professore e quindi dedicano più energie a chi può essere più redditizio: ma già questa è una scelta suggerita dal campo.
Invece credo e questo penso sia fondamentale da trasmettere, che pochi tra i giovani di un'inter, una lucchese, una squadra di san vittore , ma anche un'Atalanta o un Empoli, finiranno in A o B direttamente. Per gli altri le cose da tenere in considerazione sono due: la solidità finanziaria della squadra di destinazione e l'esistenza di un progetto tecnico convincente all'interno del quale si è considerati importanti. Anche così non c'è garanzia (in questo il caso pro Patria è esemplare davvero), ma insomma, questi elementi vanno curati in modo particolare.

luciano ha detto...

Gabriele: la formazione di squadre B è un provvedimento certo complesso, ma ormai non rimandabile, anche a mio parere. Questa battaglia abbiamo l'orgoglio di averla cominciata tra i primi (mentre io personalmente non credo al campionato riserve, in un Paese in cui la Coppa Italia viene derisa fino alla finale e la coppa Uefa idem...). manchiamo della cultura sportiva necessaria per fare del campionato riserve poco più di una serie di allenamenti minori. Come era già, quando questo istituto esisteva.

Gio ha detto...

Ri-posto qui quello che ho, per errore, postato in un vecchio topic.
********

Conoscevo i trasferimenti di Bertin, ma non (tutte) le motivazioni. E forse avrei preferito continuare a non saperle... :(

Visto che se ne è parlato e che mi pare sia in tema, due parole sulla parabola discendente di Ocorò. La carriera è incompleta, ma credo renda comunque l'idea.

John Livinton Ocorò Garcés (a89):
- Inter (fino agli All.Naz. 2005-06; in totale 7 anni all'Inter);
- Pro Sesto (2006-07, Juniores);
- Tritium (2007-08, nella Juniores e in serie D, con Devis Mangia come allenatore; forse a Trezzo anche l'anno dopo);
- 2009-10 ???
- Madone (2010-11, II categoria bergamasca);
- Scanzorosciate (non è uno scherzo! - sempre nel 2010-11);
- Palosco (2011-12, I categoria).

PS. Temo che il suo vero nome sia Jhon (sic).

Cisco ha detto...

John (o Jhon?) Livinton fa molto gabbiano!

Luciano, non sono d'accordo sul discorso dei procuratori. Capisco che facciano i loro interessi, ma dal punto di vista umano non puoi smettere di interessarti al destino di un tuo assistito, lasciandolo praticamente senza squadra perchè perchè genera pochi profitti. Sarebbe come se un insegnante decidesse di non preparare i suoi studenti nei 2 mesi pre-maturità perchè tanto l'anno dopo se ne va in pensione.

luciano ha detto...

Si, Cisco, se fosse così avresti ragione. Invece non credo che le cose stiano in questo modo. E comunque il rapporto insegnanti studenti non è francamente confrontabile con quello tra giocatori e procuratori e in particolare i procuratori seri, fra i quali anche quello che tu hai nominato, non fanno queste cose.
Diciamo che per lo meno prima bisognerebbe sentire le due campane.

carloblacksun ha detto...

grazie Luciano per questo post eccezionale, auguro davvero una carriera di successo a questo ragazzo che si merita tutto quello che riuscira' ad ottenere.

Avvocheto ha detto...

Bellissimo post, complimenti Luciano! Quante incognite ci sono...mai mollare gli studi. Ricordo Delledonne e gli altri 89...oltre a Ocoro facevano faville Angouaa, Kouassi, Tiedet etc..
C'entra relativamente con gli argomenti del post, pero' mi è tornata in mente la storia tragica di Bengtsson: Luciano, tu all'epoca aveva saputo o era rimasto tutto coperto dalla riservatezza?
Grazie a Luciano per la risposta su Guidala...adesso però deve iniziare a segnare!
Una cosa su Ranocchia:grandi qualità e qualche disattenzione che lascia perplessi...però faccio notare come il costassimo (e secondo me potenzialmente fortissimo) David Luiz commette spesso degli errori allucinanti...insomma, mi pare un problema comune.
Su Tuttosport di oggi c'era scritto che Aramu e Parigini stanno per firmare il loro primo contratto col Toro. Nel Vicenza continua a far faville Yeboah che gioca e segna sotto età con i 98, mentre Maiorana gioca a volte coi 95 e a volte coi 96...mi dicono che la società voglia tenerlo un po' nascosto, anche se questo non so cosa voglia dire in relAzione al nostro interesse.
Qualcuno di voi sta seguendo la Copa America sub 15? Ho visto pochissimi minuti...mi aveva colpito il numero 2 del Paraguay, dalla cattiveria e dal furore agonistico impressionanti. Sul web parlano benissimo del brasiliano Indio

Avvocheto ha detto...

Che pirla, i giocatori che ho citato sono 88...li ho confusi perché. All'epoca dei giovanissimi Ocorò giocava sotto età

AL82 ha detto...

Gimon, come volevasi dimostrare, Fortunato ha giocato il posticipo di Lega Pro Pro Vercelli-Spal.
Solo 3 minuti per lui ma comunque vanno conteggiati :-)
Il match è stato anticipato dalla cerimonia di premiazione del "Silvio Piola", decennale trofeo che incorona il miglior attaccante italiano under 21.
Indovinate a chi è andato? A Mattia Destro. Facile, no?

AL82

luciano ha detto...

Gio, certo che la storia di Ocorò è ancora più istruttiva di quella di Berto. Ocorò era un talento inimmaginabile per chi non l'ha visto giocare. Crescendo si vedeva già all'Inter che non faceva più la differenza e poi anche alla Pro Sesto, per quello che ho saputo, non si è mai imposto. Comunque che uno con quelle doti sia finito in prima o seconda categoria, fa impressione. Tuttavia bisognerebbe conoscere il ragazzo, sapere perché sono successe queste cose. Conoscere il ragazzo dicevo, ma anche la famiglia, la voglia reale di arrivare e sacrificarsi, il carattere, ecc.
Il mio messaggio voleva essere questo: investire tutto sul calcio, per una ragazzino e poi un ragazzo, anche promettente, è un rischio da non correre.
Pensare che perché giochi in una grande squadra o anche nelle nazionali giovanili, tu sia arrivato, che troverai tutto facile, ecc. è un grave errore.
Chi emerge a 12 -14 anni non è assolutamente detto che sarà al top anche a 20.
Però vorrei anche lanciare un messaggio positivo: il campo è un giudice leale.
Nel calcio come nella vita ci sono le porcherie, i favoritismi, gli intrallazzi e le sfortune (società che falliscono, ecc).
Però, se una volta diventato adulto tu hai le qualità tecnico atletiche, ma soprattutto di testa e di carattere, farai più fatica, affronterai molte difficoltà, ma alla fine ti collocherai nella dimensione che appunto è consona alle tue doti calcistiche e umane.
So che a questa tesi, nell'ambiente, tra i genitori in particolare, non crede nessuno. tutti sono convinti che nella malaugurata ipotesi che il loro figlio non sfondasse la causa sarebbe dei maneggioni, dei procuratori, delle società: di tutto tranne che dei limiti del figlio. limiti che possono essere tecnici, atletici, agonistici, di testa o anche di carattere.
Per me il calcio è come la vita: alcuni hanno un percorso enormemente agevolato, questo si. Però poi se non hai le qualità non resti dove gli aiuti ti hanno elevato. E se invece hai qualità e tenacia alla fine ottieni quello che ti meriti.
Naturalmente ci sono eccezioni, ma alla fine la regola generale è questa. Per me.

luciano ha detto...

Avvocheto: di Bengtsson non ho saputo nulla, o forse ho cancellato il tutto dalla mia mente, se era una vicenda particolarmente sgradevole.

luciano ha detto...

Mi dilungo ancora un attimo sulle implicazioni (questa volta positive) della storia di Berto che ho raccontato.
In fondo una cosa ce la insegna: anche attraverso vicende sfortunate, se hai carattere alla fine quasi sempre ottieni di giocarti le tue chances effettive.
Berto, dicevo nel post, a 19 avrà al suo attivo una cinquantina di presenze in C2. A quel punto il passato non conterà nulla. Conteranno le sue doti calcistiche. Nel senso che il futuro sarà nelle sue mani (anzi, nei suoi piedi). Arriverà, grosso modo, dove le sue qualità calcistiche gli consentiranno di arrivare. Perché la valutazione la può sbagliare un allenatore, un osservatore. Ma il mercato calcistico vaglia tutto attraverso tantissimi occhi. Che possano sbagliare tutti, io non ci credo.

luciano ha detto...

Altrove si discute del "tavolo della pace". Un argomento che non può non interessarci. Io non ho elementi per esprimere pareri se non la fiducia nell'operato della nostra Presidenza. Mai sopra le righe, mai accettato il terreno della rissa, al più qualche commento ironico molto pungente. E mai un passo indietro. E fino ad ora strategia vincente.
Aggiungo solo che un tavolo così o è destinato al fallimento (nel senso che i partecipanti alla seconda parola si insultano e se ne vanno) o è stato preparato. Opto per questa seconda ipotesi. Credo che attraverso il CONI la Federazione avrà fatto pressione su entrambe le parti e, se il tavolo si farà, un'ipotesi di accordo preventiva sarà stata sottoposta alle parti. A noi devono stare a cuore due soli elementi: la conferma indiscussa e indiscutibile del titolo legittimamente acquisito e la riaffermazione ufficiale della limpidezza dell'operato di Facchetti. Questi sono gli unici due elementi sui quali non si può transigere. Il resto non è di competenza nostra. Se la sbrighino tra di loro.
Se si cedesse su uno di questi due punti (ma non accadrà), quali che siano le pressioni e le minacce, che non mancheranno, per la prima volta sarei deluso dalla nostra Presidenza

luciano ha detto...

Ottima intervista del nostro Presidente sul cosiddetto tavolo. Fermo, pacato, equilibrato. Bravo Presidente. Sempre più fiero di essere interista

powerage ha detto...

Bella storia e bellissimo racconto.

Grande Luciano.

E un grosso in bocca al lupo ad Andrea (non possiamo riportarlo da noi? E' anche un portafortuna nei derby...).

Anonimo ha detto...

Complimenti anche da parte mia, Luciano!!! Un post bello e istruttivo come pochi su cosa significhi essere delle giovani promesse all'Inter o comunque in squadre importanti. Avvocheto ha citato prima la storia di Bengtsson... io penso che c'entri poco. Ragazzo che si è smarrito, lo svedese, e che aveva evidentemente problemi di natura personale molto gravi che lo hanno poi condotto a quel terribile gesto. Il calcio e l'Inter c'entravano relativamente. Per sua fortuna è stato salvato in tempo!!! Bertin ha tutta un'altra storia e anche una struttura di personalità molto diversa e solida, mi sembra da quello che ho letto... le sue disavventure, solo calcistiche, sono di ben altro genere. In bocca la lupo, Berto, spero che tu ce la faccia ad arrivare in alto con il calcio, ma la mia impressione è che comunque vada con il pallone farai qualcosa di buono nella vita!!!
Giacomo "Interista" vero

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Luciano nel ritenere perfetta la linea che sta tenendo il presidente Moratti verso il "cosiddetto", non certo da lui come ha ribadito oggi, tavolo della pace. L'intervista che ha rilasciato oggi è stata ferma e pacata, appunto!!! Non capisco cosa altro dovrebbe dire o fare Moratti che è un presidente di una società di calcio e non un tifoso e basta. Non capisco nemmeno perché ci siano così tanti dubbi in molti tifosi interisti che si farà fregare da questo o da quest'altro. Finora non mi sembra che sia andata così, ma probabilmente ciò che accade nella realtà interessa poco ad alcuni tifosi.

Duccio

Matteo ha detto...

Oggi sono stato nel negozio ufficiale dell'Inter di fianco alla Galleria.Su due piani con quello interrato più grande,a me è sembrato molto bello,ben fornito ed anche con un buon personale,avrei messo un pò di più di nerazzurrro sulle pareti del piano terra,tipo sulla parete dell'entrata a sinistra(magari una gigantografia del momento dell'alzata della Coppa a Madrid),però rimane un buonissimo negozio a parer mio.

Gimon24 ha detto...

Ciao a tutti!

Volevo condividere con tutti gli amici del blog questa bella mail che il papà di Tommy Spaviero ha gentilmente inviato a Luciano, il quale l'ha poi girata al sottoscritto perché la pubblicassi sul blog, ritenendola, a ragione, meritevole di attenzione da parte di tutti noi.

Scrive Luciano:

"Il papà di Spaviero mi ha scritto per dirmi che se mai Tommy arriverà a giocare nell'Inter, non sarà il primo membro della famiglia.
Infatti nel 1948, un prozio di Tommy ha giocato in quell'epica Inter che comprendeva tra l'altro Franzosi, Fattori, Achilli e niente meno che “Veleno” Lorenzi!
A testimonianza di ciò mi ha mandato una foto d'epoca, che considero una vera chicca."

Questa invece la mail di Spaviero Sr. al nostro grande Luciano:

“Luciano, buongiorno.

Giuseppe Arezzi

Questo signore (Giuseppe Arezzi, nde) era lo zio di mia moglie (il fratello del nonno), e abitava qui a Pontecurone, provincia di Alessandria.
Purtroppo si è conservata solo una foto e un paio di ritagli di giornale di allora.
Aveva giocato anche nell'Alessandria, portandola in A e fu protagonista della storica vittoria dei grigi sul Grande Torino allo stadio Moccagatta di Alessandria.
All' Inter giocò solo una stagione (1947-48, nde), tra l'altro poco fortunata, segnando un gol a Bari.
A fine carriera aprì il bar sport a Pavia, dove viveva con la famiglia.
Saluti, Spaviero.”

Inter 1947-48

Bene, grazie davvero al papà di Tommy per questa curiosità che ci riporta ad un'Inter d'altri tempi, allenata dal leggendario Meazza e con l'immenso "Veleno" Lorenzi in campo... aspettiamo con grande fiducia il secondo della famiglia Spaviero, allora!

carloblacksun ha detto...

Spaviero e' un idolo, io non l'ho mai visto giocare, ma ogni volta che leggo i tabellini fa sempre 5 gol...

carloblacksun ha detto...

Gimon, hai sentito della nuova "Amnesty Rule" nella NBA?

Per tutti i non-Lakers fan, sembra che si sia sbloccata la durissima trattativa tra giocatori e dirigenti della NBA, e tra le novita' introdotte ci sarebbe questa nuova regola che, per quanto ho capito io, permette alle societa' di liberarsi ogni anno di un contratto ritenuto troppo oneroso o fuori mercato, per esempio giocatori come Rashard Lewis (22 milioni all'anno) o Gilbert Arenas (19 milioni) che all'epoca del rinnovo erano veramente forti ma che un minuto dopo sono diventati dei debosciati pazzeschi per vari motivi...

Vi immaginate una clausola del genere nel calcio? Sarebbe una manna per Paolillo che si sarebbe potuto liberare di Suazo e Mansini con rapidita'...certo, li liberi a parametro zero, ma almeno non gli devi pagare un mega stipendio...

olag ha detto...

@ Carlobs
ma la stessa possibilita', puo' essere esercitata dai giocatori?

Anonimo ha detto...

Mi associo ai complimenti a Luciano per il post. A tal proposito sull'argomento vorrei segnalare a chi fosse interessato e non lo conosce il bellissimo racconto dello scrittore americano B.Malamud " the natural", da cui fu tratto anche un bel film con protagonista R.Redford.
Mario

luciano ha detto...

bella regola, Gimon, ma mi sembra un po' come dire...faziosa. nel senso che se una parte ha il diritto di rescindere unilateralmente il contratto per insoddisfazione, deve averla anche l'altra.

A parte questo, oggi ho visto l'allenamento degli allievi nazionali e c'era una novità. un rosso che ha un bel fisico (è un torello, non altissimo ma poderoso) che tratta bene la palla e calcia sia di destro che di sinistro, indifferentemente. il giocatore è un centrocampista, nazionale U17 di un paese nordico. E di lui abbiamo più volte parlato come di un probabile acquisto. Credo che la sua presenza significhi qualcosa, anche se gira la voce che la famiglia avrebbe ancora delle incertezze, per la lontananza, mentre ci sarebbero grandi squadre di paesi più vicini al suo, che sono pronte a prenderselo ) già attualmente milita in una squadra leader di un paese confinante col suo.
Certo, ho visto poco, ma mi sembra che magari le prospettive saranno diverse, ma al momento è più "pronto" per esempio di Adamà

Alberto ha detto...

Volevo riprendere la provocazione di qualche tempo fa sulla punta che ci piacerebbe per la nostra Inter... Non so, io se non fosse del Porto, bottega carissima, mi prenderei Hulk, fisico impressionante e ottima tecnica secondo me ha ancora maargini di miglioramento (se la testa tiene...) qualcuno è d'accordo?

Gimon24 ha detto...

Luciano, la regola non è mica mia, eh... ma della NBA americana e poi ne ha parlato CarloBS, immagino ingolosito dall'opportunità di potere cacciare via "senatori" a tutto spiano... ;-)
Scherzi a parte, non ho ancora avuto modo di leggere bene la natura dell'accordo tra la NBA e i giocatori, tuttavia troverei strano che fosse passata una regola così palesemente "faziosa" e unilaterale.
In ogni caso, si sa, nel bene e nel male gli americani sono gente strana... e quindi tutto può essere!
Vedremo poi in maniera più approfondita di che si tratta realmente.

Capt.Cambiasso ha detto...

@Alberto

Penso che Hulk piacerebbe a tutti in europa, Barca e Real compresi.
Il problema è proprio, come hai detto tu, nelle abilità in sede di compravendita del Porto.

Penso che se hanno venduto Falcao tra i 41 e 47 mln di Euro... Ottimo giocatore ma non ai livelli di Hulk.. non so, ma temo che per meno di 50 non inizino neanche a trattare.

Il che vuol dire che in europa se lo possono permettere solo City, Real, Barca e forse Anzhi..

Un giocatore che fin dall'anno scorso mi ha sempre rubato l'occhio è Gabbiadini, che tra l'altro sta giocando pochissimo chiuso da Denis all'Atalanta.
Secondo me ha mezzi importanti, deve coltivarli ma questo è uno che con la giusta fortuna può ambire a scenari importanti.

Certo, io pensavo anche che Ventola facesse una gran carriera quando era al Bari.. quindi meglio andarci cauti..

carloblacksun ha detto...

x Olag e Luciano

Premetto che non mi sono informato in dettaglio perche' non ho ancora avuto il tempo (magari Gimon ne sa di piu'), da quanto ho capito ogni societa' puo' esercitare questa clausola una sola volta all'anno con un giocatore, ma al contrario un giocatore non puo' rescindere unilateralmente.

In realta' pero' anche se questa clausola in favore del giocatore non esiste, la pratica ha visto molte di queste situazioni negli anni passati...vi posso citare l'esempio di un giocatore molto famoso, Vince Carter, che giocava tempo fa a Toronto, una piazza mediocre nella quale era la stella indiscussa e ben retribuita. Siccome Toronto e' un mercato piccolo per contratti pubblicitari, a un certo punto Carter ha chiesto pubblicamente ai suoi dirigenti di comprare dei campioni con i quali la squadra sarebbe diventata competitiva per il titolo, oppure di cederlo al miglior offerente, possibilmente una squadra di una grande citta' (es. New York) dove avrebbe ottenuto oltre ad un buono stipendio, che comunque gia' aveva, anche dei grassissimi contratti pubblicitari.

Inutile dire che per quanto Toronto avesse puntato tutte le sue fiches su Vince Carter per essere competitiva ed attirare spettatori, il giocatore divento' praticamente inutilizzabile tra infortuni veri o presunti, atteggiamenti infantili e cosi' via, e nonostante le multe della NBA per dichiarazioni irrispettose nei confronti della squadra, Toronto si trovo' in una posizione di debolezza negoziale e fu costretta a cedere il proprio giocatore a New Jersey in cambio di 3 giocatori mediocri e un paio di prime scelte future...ovviamente senza il suo fuoriclasse Toronto si classifico' ultima nella stagione e l'anno dopo ebbe la prima scelta nel draft, ovvero il nostro mozzarellone Bargnani.

Magari Gimon ha qualcosa da aggiungere su questa storia, perche' non sono un esperto di basket come lui, ma serve a capire che benche' il giocatore non abbia la possibilita' di rescindere il contratto unilateralmente, anche al di la' dell'oceano esistono metodi stile "Moggi 2004" (vi ricordate Ibra, Emerson e Cannavaro giusto?)

Per questo motivo le societa' NBA, che rispetto alle societa' europee di calcio si fanno molto meno la guerra tra di loro, si sono impuntate per avere la possibilita' di "cacciare il fannullone superpagato" e sistemare cosi' i bilanci per poi passare i ricavi ai giocatori che effettivamente meritano di guadagnare di piu'.

Lascio a voi eventuali considerazioni o parallelismi col calcio italiano/europeo e magari pure con la societa' italiana, visto che su questo blog come ben sapete sono un paria e quindi non voglio scatenare alcuna polemica.

Matteo ha detto...

Luciano quando parli del rosso intendi il centrocampista danese che doveva arrivare quest'estate?In una settimana di solito ad Interello quanti provini vengono fatti?Anche riguardo una sola squadra come gli Allievi Nazionali?Penso che aumentino la frequenza di questi provini con l'abbassarsi dell'età della categoria(penso che nei Giovanissimi Nazionali vengano fatti più provini rispetto agli Allievi)...

carloblacksun ha detto...

riporto da un sito americano, per coloro a cui interessa (mi scusino gli altri)

The amnesty scenarios being discussed as part of the current CBA negotiations are a bit different. One option: if owners succeed in pushing through a "hard" salary cap - or a soft cap at a much lower number, teams would be given a one-time opportunity to remove a contract from the salary cap as a way to help reduce payroll. Or, teams might be given the opportunity to waive a contract periodically - say, once every other year - as a means of getting out from under the most onerous contracts without shifting to NFL-style non-guaranteed deals.

Examples:
Orlando management is hoping an amnesty clause in the new CBA will allow the team to terminate Gilbert Arenas' enormous contract.

luciano ha detto...

Si, il rosso è proprio quello, Matteo. I provini sono abbastanza numerosi. Ma c'è provino e provino. Non sono tutti uguali e lo si capisce subito. Quelli seri, più che provini sono test di acclimatamento.

Hulk secondo me è fortissimo: grande tecnica e potenza super. Non so bene che ruolo abbia, è un po' fuori dagli schemi.

Portiamolo qui, che poi decidiamo....

luciano ha detto...

CarloBS: non sei un paria qui. Per nulla. Purché rispetti (e di solito lo fai, almeno qui) gli uomini (cioè la squadra e la società) per cui noi tifiamo. In questo senso è pensiero unico. nel senso che noi non pensiamo si debbano seguire gli imput di Tuttosport, delle PI; dei vari franco Rossi o altri e le chiacchiere di tutti quelli che hanno in odio l'Inter. Noi critichiamo anche, ma con misura. Starei per dire con affetto.
Comunque la questione che hai sollevato non c'entra con il tifo e quindi è "asettica".
Tutte le posizioni almeno in questo senso sono lecite.
Io per esempio non credo che si possa mettere sullo stesso piano un diritto riconosciuto dalla legge e un risultato che si può ottenere aggirando o violando la legge.
Sarebbe come dire che è la stessa cosa ottenere i tre punti segnando un gol più dell'avversario (tre punti che ti vengono dati in base alle norme) oppure dirigendo l'arbitro dandogli disposizioni via sim estere. In entrambi i casi alla fine si ottiene lo stesso risultato (3 punti). Ma il modo fa la differenza.
Comunque se queste sono le norme che piacciono agli americani, capisco perché Marchionne prenda i soldi (nostri) e vada in America! Chiamalo stupido...

AL82 ha detto...

E intanto Pandev ha segnato a quelli là...
2-0 per il Napoli fin qui nettamente superiore.

AL82

carloblacksun ha detto...

Luciano, secondo me la metafora che proponi non e' azzeccata.

Dal mio punto di vista i contratti per prestazioni sportive sono molto particolari, e non sono minimamente equiparabili a quelli del settore metalmeccanico.

Nel metalmeccanico, l'operaio viene pagato a fronte di una prestazione che prevede di montare tot componenti al giorno; finche' l'operaio fa il suo dovere come da contratto, ha il sacrosanto diritto di percepire lo stipendio, e se per cause a lui non imputabili gli ordini calano e ci sono meno componenti da montare, ha il diritto di percepire lo stesso stipendio, magari senza i premi produzione o lo straordinario.

Al contrario chi gioca nella NBA quando firma il contratto non puo' garantire di vincere le partite, ma deve garantire per lo meno il massimo impegno per la squadra per cui gioca e la massima professionalita'. Se un giocatore come Gilbert Arenas gioca molto bene una stagione al termine della quale riceve un prolungamento di tot anni a 19 milioni di dollari (hai letto bene) all'anno, e poi all'inizio della nuova stagione si presenta sovrappeso, svogliato, prende a schiaffi i compagni o li minaccia con una pistola (e' successo davvero, altro che Osvaldo e Lamela), e' chiaro che a mio parere viene meno al vincolo contrattuale di impegno e professionalita'. Tuttavia, rimanendo di fatto a disposizione del coach, benche' chiaramente fuori forma per i motivi suddetti, la squadra e' obbligata a pagargli ottantamila dollari di stipendio AL GIORNO.

A un certo punto i proprietari si son resi conto che cosi com'e' il sistema non puo' andare avanti, perche' le spese sono eccessive.

L'idea, secondo me giusta, e' quella di continuare a pagare secondo il merito i giocatori che si comportano da professionisti, e di dare una possibilita' alle societa' di disfarsi dei lavativi.

Secondo me questa si chiama meritocrazia, perche' riduce il diritto non di chi si comporta da professionista, ma di chi viene pagato ben al di la' dei propri meriti.

In ogni caso il Napoli in due partite e mezza ha fatto 8 gol a noi, alla Juve e al Milan...

luciano ha detto...

No, Carlo, non ci possono essere decisioni unilaterali, se non c'è reciprocità. Il diritto di rescissione per colpa (decisa unilateralmente) deve essere reciproco.

Bene per il Napoli. Spero che tenga fino alla fine

AL82 ha detto...

3-1 ancora Pandev con un gol di pregevole fattura.

AL82

Matteo ha detto...

Dalla partita di sta sera traggo queste conclusioni:i giocatori del Barcellona corrono quasi come i ladri,ogni riferimento al loro passato dopato è puramente casuale,poi magari mi sbaglio io e sarà il loro momento di forma(ma non ci credo tanto).

Gianluca ha detto...

Il mio professore di educazione fisica diceva che un asino non potrà mai diventare un cavallo di razza. Un esame del sangue a questo Pepe in versione Garrincha lo faranno?
Cmq secondo me difese abb scarse, se fossi nel Milan non mi preoccuperei più di tanto..

luciano ha detto...

Risultato deprimente. Volevo vincesse il Napoli, perché non credo al nostro terzo posto finale e spero solo, da questa stagione, che i ladri non vincano il titulo. Ma senza antidoping fatto da ente terzo, potranno vincerlo.

carloblacksun ha detto...

@ Luciano 63

Oggi, se non sbaglio, i giocatori hanno la possibilita' di svincolarsi unilateralmente nel caso in cui la societa' di appartenenza non paghi gli stipendi.

giuseppeRC ha detto...

Personalmente non credo che i gobbi si dopino o comunque facciano ricorso a pratiche illegali. Dopo tutte le bastonate che hanno subito dal 2006 ad oggi non potrebbero permettersi il rischio di un altro scandalo: per loro sarebbe la fine (magari!!).
Piuttosto ritengo che la loro eccellente condizione fisico/atletica sia determinata da due fattori:
- nessun impegno infrasettimanale;
- Conte aveva la necessità di restituire entusiasmo al loro (squallido) ambiente; di qui, a mio avviso, la scelta di partire "a razzo", con una preparazione mirata a fare quanti più punti possibile di qui a fine gennaio-febbraio.
Non credo che a marzo i gobbi correranno con la stessa intensità di oggi.

Contento per Pandev.

giuseppeRC ha detto...

Mi scuso per aver ripetuto due volte "di qui" nella stessa frase.
Col pareggio di stasera il Napoli si porta avanti di tre lunghezze rispetto a noi: vincendo a Genova il gap verrebbe colmato.

carloblacksun ha detto...

Nonostante tutto, se il nostro obiettivo e' arrivare al terzo posto, la juve ci ha dato una mano negli ultimi due turni portando via 5 punti a Lazio e Napoli.

E' chiaro che oggi non siamo da terzo posto, ma se a gennaio il gap dovesse essere di 6/8 punti, con due rinforzi di un certo tipo (non Kucka e Juan Jesus) potremmo anche centrare il terzo posto e di fatto gli investimenti si ripagherebbero coi soldi della Champions.

carloblacksun ha detto...

nel frattempo pare che Natalino abbia giocato molto bene in Coppa Italia nella vittoria del Verona a Parma.

luciano ha detto...

carlobs 78: si tratta di un dato oggettivo, comprovato da un ente terzo. Non del giudizio unilaterale di una delle parti.

carloblacksun ha detto...

@ Luciano 73

Quindi, per fare un paragone con casa nostra, l'Inter non avrebbe il diritto di licenziare Amantino Mansini perche' e' palesemente fuori forma, ma lo avrebbe potuto fare per via della condanna per stupro, ho capito bene?

giuseppeRC ha detto...

Intanto dal Cile parlano di un'offerta di 9mln per Eduardo Vargas, 22enne seconda punta di grande talento. La tipologia di giocatore è propria quella che ci manca: con 4 punte centrali (Pazzini, Milito, Castaignos, Forlàn), 2 trequartisti (Wes e Cou) e una sola seconda punta inadatta a giocare sull'esterno (Zarate), un giocatore del genere - peraltro giovane, talentuoso, con buona esperienza internazionale - servirebbe non poco. Sarei molto contento se arrivasse. Speriamo.

Gimon24 ha detto...

Ciao a tutti!

Vi aspetto qui per leggere e commentare il meraviglioso post con l'intervista di Luciano a Sergio Zanetti, online dalle 8 di mattina!

So di avere creato grandi aspettative per questa ennesima esclusiva che Luciano ci ha regalato... ebbene, credetemi, è davvero un qualcosa di unico nel suo genere, non ne rimarrete delusi.
Buona notte.

luciano ha detto...

Sto dicendo che il concetto di scarso rendimento è troppo soggettivo? Scarso in relazione a quali parametri? Scarso perché? Scarso a causa di chi? Dell'allenatore che non mi capisce? della società che non mi dà continuità? Del preparatore che mi allena male? E io non posso dire che è scarso invece il rendimento della società?
Vedi che Olag subito e correttamente ti ha risposto: si se il diritto di rescissione per presunti torti individuati unilateralmente è concesso a entrambe le parti.
Del resto l'istituto c'è anche in Europa. Ma la decisione è affidata a terzi e deve essere sostenuta da fatti acclarati, non da valutazioni soggettive. per quelle ti puoi tutelare facendo contratti annuali.