Anteprima di Inter-Genoa, Coppa Italia: non rischiare, ma non mollare.

Come era difficile immaginare a inizio d'anno si ripresenta un dilemma “da ricchi”. Naturalmente ne siamo lieti.

Solo chi è in corsa in tutte le tre competizioni, infatti, a gennaio inoltrato viene chiamato a decidere che cosa privilegiare, posto che, nel nostro caso, siamo concordi che, a differenza dell'anno del Triplete,  non abbiamo la rosa per lottare ai vertici in tutte le competizioni.

D'altra parte, sacrificarne una per poi magari accorgersi che era l'unica davvero raggiungibile, sinceramente dispiacerebbe.

L'ordine di precedenza è chiaro, almeno per me, anche se le mie opzioni hanno sempre suscitato molti dissensi.

Prima viene il titulo nazionale (anche perché lo scudo implicherebbe automaticamente l'obiettivo numero due). Obiettivo peraltro poco credibile.

Seconda, la qualificazione in CL. Difficile, ma possibile.

Terza, una semifinale di CL (oltre, non credo si possa andare e non considero l'opzione vittoria).

Quarta, la vittoria in Coppa Italia. Possibile, ma aleatoria (confronti secchi, proprio mentre siamo impegnati in altri tornei più prestigiosi).

Il problema è costituito dunque dal fatto che oggi dobbiamo orientarci essendo ancora lontani dal poter avere un'idea delle nostre reali possibilità. Mancano ancora troppe partite, in tutte le competizioni.

Col Genoa in casa, si potrebbe anche pensare che un buon turnover non ci precluderebbe ogni possibilità di passare il turno. Certo se anche vincessimo, nelle partite successive non sarebbe più possibile attuare un turnover radicale.

E comunque un ragionamento di questo tipo, fatto da Ranieri e dalla squadra, non da tifosi, sarebbe la premessa per una possibile eliminazione.
Non tanto e non solo per la forza relativa della squadra che schiereremmo, ma proprio per il messaggio “mentale” che passerebbe. Poiché giocare sempre con una concentrazione feroce  è quasi impossibile (se non ai nostri eroi allenati da Mou), mettere le seconde linee vuol dire comunicare anche ai pochi titolari che la partita è facile o comunque di scarsa importanza.
Tra l'altro il Genoa non credo sia nelle condizioni di chiedere molto al campionato: due punti in più o in meno non cambierebbero la loro stagione.
Eliminare l'Inter a Milano e magari fare un bel percorso, invece si.
Per questo penso che loro metteranno gli uomini migliori e se la giocheranno al massimo delle possibilità.
Noi dovremo trovare il giusto equilibrio fra tre fattori: fare riposare qualcuno, assicurare minuti a chi sta rientrando e tenere comunque un assetto forte ed equilibrato.

Proviamo a ragionare sulle ipotesi possibili di formazione, sapendo che naturalmente solo Ranieri ha davvero il polso della situazione: sulle condizioni di salute, sulla stanchezza dei singoli, sulle loro condizioni di forma.

In porta, se JC ha ancora mal di schiena, anche per non esporlo al rigore (inteso come temperatura glaciale, si spera) di San Siro, non lo schiererei (non convocato per domani sera, infatti. Nde).

La difesa, da un lato è il reparto che a parer mio crea meno problemi, perché una linea con Naga, Rano, Cordoba e Chivu a me darebbe pieno affidamento.
La controindicazione deriva dal fatto che la difesa è sicuramente il reparto che risente di più delle variazioni, perché sincronismo e automaticità dei movimenti sono le caratteristiche indispensabili per sopperire a sempre possibili errori o manchevolezze individuali. O a giocate di qualità di un avversario.
Comunque alla fine io schiererei proprio i quattro che ho detto.

A metà campo (immaginando un 4-4-2 o un 4-4-1-1) con molti dubbi schiererei ancora Motta. Domenica riposerà, ma giocare due partite in tre giorni, al gelo, per uno che ha la sua muscolatura fragile può comunque essere un rischio. L'altro centrale potrebbe essere Zanetti, magari alternandolo per un tempo con il Cuchu.
Poi ci sarebbero quattro nomi (Poli, Faraoni, Obi, Alvarez) per due ruoli: Poli in realtà potrebbe anche fare l'interno con Zano esterno. Dipende dalle condizioni di forma dell'ex-doriano.
Poli esterno, ovviamente, sarebbe fuori ruolo: impensabile chiedergli volate sulla fascia. Però potrebbe voler dire nei fatti centrocampo a tre, quindi più solido, con due esterni più offensivi e una sola punta. In questo caso l’altro esterno dovrebbe spingere, ma anche tornare (quindi Fara o Obi), in modo da formare in fase di non possesso un 4-4-1-1 e in fase di attacco avere almeno un giocatore che può cercare il fondo.

In questo modo però si perderebbe molto come qualità... e la qualità è la forza del nostro centrocampo!

La soluzione più ortodossa sarebbe invece quella con Fara (o Zano, se Poli giocasse interno) a destra e Alvarez a sinistra. Tatticamente ricalcheremmo un po' il derby con Poli al posto del Cuchu.

Il problema è che almeno un tempo dovrebbero farlo, per mettere minuti nelle gambe, anche Wes e, se sta bene, Forlan.
Potrebbero anche essere loro i due attaccanti, ma il rischio sarebbe notevole (entrambi al rientro). Inoltre certo i due potrebbero in teoria (secondo le condizioni di forma) scambiare molto bene tecnicamente, ma non avremmo peso davanti, perché anche Forlan ama svariare. Dunque, secondo me, un posto per il Pazzo ci vuole e semmai gli altri due potrebbero alternarsi (Pazzini, così come Coutinho, non convocato per la partita. Coutinho a causa di una lombalgia. Nde).

In questo modo però avremmo le sostituzioni già bloccate. Basterebbe quindi un qualsiasi inconveniente per costringere qualcuno a giocare più dei 45' magari preventivati.
E poi ci sarebbero i malumori dei Couti, dei Casta, soprattutto degli Zarate: non impiegati neppure in queste occasioni potrebbero davvero... inquietarsi.

Anche se è vero che Ranieri quando li vede pronti li butta (a turno) anche in partite abbastanza importanti e quando noi meno ce lo aspettiamo. O li toglie dopo che hanno disputato una prova esaltata da tutti (magari per un gol, come nel caso di Casta).

Insomma, in attesa che Branca, già rimosso a favore di questo o di quello, almeno secondo le PI (che prima o poi potranno anche azzeccarla, a furia di ripeterlo), torni dallo Skorpion di San Paolo con qualche bel regalo, la situazione dell'organico non può lasciarci tranquilli.

Gli elementi positivi a questo punto sono la buona condizione di forma evidenziata dai ragazzi, la sicurezza che comunque si batteranno al meglio, perché non sono uomini da lasciare indietro obiettivi raggiungibili, l’accortezza tattica di Ranieri (da confermare per altro anche in una partita secca da vincere).
Sono elementi sufficienti per indurmi ad affrontare il gelo e gli spalti deserti di San Siro. Se noi andassimo allo stadio solo per i grandi incontri, anche loro avrebbero il diritto di impegnarsi al massimo solo nei grandi incontri.
Ma non sarà così. Ancora una volta, a prescindere dal risultato, saranno i nostri meravigliosi campioni a trascinare un pubblico riluttante.
E sarebbe davvero bello, a fine settimana, affrontare la Lazio essendo ancora in corsa per tutti gli obiettivi.

In attesa di Lucas... o Guarin o Casimiro o Romulo, oltre a Jesus e Dybala e persino, ma sì, di Marin, Kucka e Schelotto.

Luciano

Nella foto, Samuel Eto'o salta come birilli due difensori genoani, Criscito e Moretti, e va in porta, durante Inter-Genoa 3-2, ottavi di finale di Coppa Italia della passata stagione. Vincemmo quella gara e poi vincemmo anche il trofeo, com'è noto. Oggi, Samuel Eto'o non è più con noi, ma sverna tra Mosca, dove abita, e il Daghestan, dove invece gioca le partite casalinghe con la sua nuova squadra. Tuttavia, l'Inter di Eto'o c'è ancora, almeno nello spirito. Diversa e sempre più fragile atleticamente, ma c'è ancora. Domenica sera, contro la Lucchese lombarda, la squadra più titolata della "garfagnana padana", i nostri splendidi campioni ce ne hanno dato l'ennesima dimostrazione, a dispetto di chi (PI, bloggers più o meno cinguettanti ma sicuramente molto cinici, tifosi che sanno solo vincere per sei-sette anni di fila, poverini, e odiare a morte poi chi ti ha portato a quelle vittorie trionfali) celebra messe funebri nerazzurre da mesi, se non anni...