L'estate sta finendo... che Inter ci darà?

Scrivo volutamente queste poche riflessioni prima che si chiuda il carrozzone del mercato estivo e prima che due test importanti, il ritorno contro i rumeni (quindi l'ammissione o meno all'EL) e la partita con la Roma di Zeman ci diano indicazioni non decisive, ma certo importanti sulla squadra che vedremo nel prossimo anno.

Arriverà un vice Milito? Arriverà una punta o un terzino?

Ribadisco, a scanso di equivoci: Maicon non lo avrei venduto, come Julio, potendo.
Maicon vuole giocare i mondiali in Brasile e quindi farà al massimo questa stagione e la prima metà della prossima: e lui è uno che fa la differenza anche al 50%.

Per il resto le cose sembrano abbastanza chiare.

Non so se è stato o meno l'anno zero. Se si parte dai risultati certamente sì: per la prima volta da 10 anni, niente CL, per la prima volta da 10 anni, siamo stati esclusi dal vertice del campionato già a ottobre.

Se si parla di assetto societario e di squadra, la proprietà resta la stessa, la dirigenza nel suo complesso anche, e una squadra che a maggio aveva in organico fra gli altri Julio, Maicon, Rano, Samuel, Guarin, Wes, Milito e in rientro Cou (per trascurare i discussi Zanettassi), proprio da zero non ripartiva.

L'allenatore, sia pure brevemente, era già stato testato.

Invece l'estate ci ha portato, se non una rivoluzione, notevoli cambiamenti in quasi tutti i campi.

Esaminiamo separatamente le questioni

                                                                  La presidenza

Viene contestata duramente da una parte del tifo, perché accusata di non spendere (nonostante ripiani di persona circa 80 milioni all'anno, pendenze sgradevoli di vittorie strepitose), nonostante abbia condotto squadra e società tenendole fuori dalle vicende che in questi anni hanno inquinato il calcio italiano, nonostante con Inter Campus svolga un'azione di straordinaria umanità che la fa conoscere e amare nel mondo, soprattutto nel mondo dei diseredati.

Un'altra accusa è quella di scegliere i dipendenti con criteri clientelari e familistici, anche se è difficile che un'azienda riesca a prevalere su tutte, o anche solo a restare a galla,  con dirigenti sprovveduti.

Infine la presidenza viene accusata di atteggiamenti umorali, sia nei rapporti con i media, sia in quelli con i giocatori.

Se anche fosse (cosa che non credo), resta assodato che queste componenti non impediscono di vincere. Anzi, di trionfare.

In realtà, la mia è solo un'opinione, certo,  la presidenza nel dopo triplete ha dimostrato di possedere grande realismo nel valutare  la situazione nuova e nel provare a percorrere strade alternative.

Trascorso invano il primo anno, in cui doverosamente si doveva dare fiducia a quel che restava del gruppo vincente, occorreva una revisione profonda.

Il prepotente inserimento nel calcio di magnati Arabi, Russi e quant'altro, che si aggiungeva ai consolidati poteri, politici e finanziari di realtà quasi statuali come Real, Barça e perfino la  Juve dell'Ovile  regale, (regale, non legale, mi raccomando) rendeva evidente che un imprenditore italiano, per quanto ricco, non potesse competere a quei livelli. Anche in considerazione della crisi che investe il nostro Paese.

Bisognava dunque percorrere due strade: cercare altri apporti di capitale e procurarsi nuove fonti di reddito. Nel frattempo occorreva non perdere troppo in competitività, pur tenendo d'occhio il bilancio.

Le direttive possibili erano quindi obbligate: l'ingresso di nuovi soci e la costruzione di uno stadio di proprietà. La vendita di accessori, con le leggi che ci sono in Italia, può aumentare, ma non di molto.

Moratti con tempestività si è mosso a 180 gradi in entrambe le direzioni. Contatti sono stati avviati con il mondo arabo, con quello russo (su questo ho testimonianze dirette), con quello del sud-est asiatico.

Poi si è chiuso  o quasi con i Cinesi. Le condizioni non sono chiarissime: dovrebbero entrare con il 15% che in breve tempo può diventare il 40, mentre società collegate al nuovo gruppo costruiranno lo stadio.

Questa volta la grande maggioranza dei tifosi guarda con fiducia alla nuova situazione, materializzatasi proprio nell'estate. Qualcuno è critico, manifesta riserve.

Solo i prossimi anni daranno una risposta sulla bontà del lavoro impostato.

Intanto però occorreva anche, con le risorse date, lavorare per aumentare la competitività della squadra.

Interventi importanti sono stati decisi in tutti i settori e gli  effetti si valuteranno in tempi ben più brevi.

La dirigenza

I punti di forza sono rimasti.
Branca e Ausilio saranno antipatici a qualcuno, non saranno ben visti da una parte di tifosi, ma sono professionisti che tutti ci invidiano. Garantiscono la continuità. Hanno commesso diversi errori.

Anche Braida ne ha commessi, nei periodi di ristrettezze finanziarie. Eppure è sempre lì. Perché è quello con cui il Milan, quando poteva permetterselo, ha vinto tutto. Né Branca né Braida possono aver disimparato il mestiere.

Il gruppo però è stato integrato da arrivi importanti, come Fassone.
Se n'è andato Paolillo, come al momento giusto andranno anche Branca e co.
E' la vita, a suo tempo se ne sono andati anche Allodi e Mazzola, quest'ultimo legatissimo allora alla famiglia Moratti.

Il cambio Paolillo Fassone ha motivazioni evidenti anche se Paolillo aveva fatto benissimo e resta un grande interista. Sono cambiate le esigenze.

Ora serve qualcuno esperto nel gestire problematiche come la costruzione dello stadio nuovo e i rapporti commerciali con Paesi lontani. 

Vedremo se la scelta si rivelerà giusta. Certo Fassone era il meglio come curriculum.

Fassone ha scavalcato anche Filucchi, accusato di potere nepotista dai soliti ben informati.  Sic transit gloria mundi. O meglio, così si sciolgono al sole le maldicenze.

L'altra novità è l'arrivo di Angeloni.
Anche questo in funzione delle nuove prospettive.
L'Inter punterà sempre più (o questa è l'intenzione) su giovani già abbastanza pronti e Angeloni in questo lavoro si era distinto.

Vedremo se il merito era suo o dell'ambiente in cui operava.

Anche per quanto riguarda i dirigenti, dire che siamo all'anno zero mi sembra eccessivo: si sono fatti gli innesti che sulla carta servivano.
Poi deciderà il campo, come sempre.

L'allenatore

L'allenatore invece era già stato testato, ma costituisce comunque l'innovazione più interessante.

Dico subito che a mio avviso chi, tra i tifosi, pensa a una persona con scarso curriculum, dunque manovrabile (magari da Zanettasso, o da chi fa il mercato) si sbaglia nel modo più clamoroso.

Faccio solo un esempio.
Persone anche serie hanno ironizzato sul fatto che lui abbia voluto Mudi.
Lui aveva bisogno di un mediano incontrista esperto, anche non titolare, che completasse il reparto. L'arrivo a basso costo di Mudi, compensato magari da una maggiore disponibilità per un altro ruolo, è stato certamente avvallato da lui.

Un allenatore non chiede solo Messi, eh, può chiedere anche una riserva affidabile.

Come sul blog si sa, ho avuto un incontro più un breve colloquio con Strama.

Inoltre ne ho studiato con attenzione comportamenti e strategie.

Ne ho tratto convinzioni tecniche discutibilissime, perché non sono un professionista; e convinzioni umane sulle quali invece sono pronto a scommettere, perché il giudizio sugli uomini attiene alla mia professionalità.

Strama è uno che vuole arrivare, a qualunque costo. E' consapevole delle sue qualità enormi, ha cultura (il che non guasta anche se nel calcio sembra superflua), ha una volontà ferrea e inscalfibile, ha grande carisma; è di una pignoleria disarmante. Conosce tutti nel suo mondo, studia tutto nei minimi dettagli, dà tantissimo ed esige tantissimo.

Tecnicamente (ma qui siamo nella materia più opinabile) ha due-tre convinzioni ferree: equilibrio, possesso palla, palla a terra, difesa possibilmente alta.

Per ottenere l'equilibrio ci sono tanti modi, dal punto di vista tattico. Lui li sa utilizzare al meglio tutti, dipende dagli uomini di cui dispone e in piccola parte dagli avversari.

Ama dire di aver avuto come maestro Spalletti.
Personalmente, scusate la presunzione, penso che sia un vezzo il suo.

In realtà ha studiato molto Mou.

Spalletti ha perso 4-3 una partita in cui vinceva 3-0. Con Strama non penso che succederà. E con Mou non sarebbe successo.

L'importanza che dà sempre al non aver subito gol è significativa.

Come Mou considera in realtà la fase difensiva fondamentale.
Certo che l'Inter la maggior parte delle partite deve passarle ad attaccare avversarie che l'aspettano.
Quindi lo studio del gioco offensivo è fondamentale, ma sempre cercando di garantire l'equilibrio.
Con i giocatori che ha, possesso palla e scambi stretti sembrano le opzioni ideali. Insieme all'improvviso cambio di campo.

Ma Strama per me ha studiato Mou anche nella psicologia dei rapporti individuali e di gruppo, nonché nell'approccio mediatico.

Strama vuole arrivare e perciò cerca di prendere il meglio.

Non so se Strama avrà successo con l'Inter: capita in un momento non facilissimo. Ma so che farà il meglio possibile e sono certo che farà una carriera splendida. Mi auguro qui con noi.

Il mercato

Anche qui, ci sono tanti punti di vista da cui valutare il nostro mercato.
C'è chi dice: ''volevamo ringiovanire e non l'abbiamo fatto''.
Chi dice: ''ci servivano una punta e un regista grandissimi e non li abbiamo presi''.

A me una cosa sembra chiara: per una politica giovanilistica, per un ''proggetto'' nel tempo, dovevamo prendere un Luis Enrique qualunque, non uno Strama.

Strama vuole ringiovanire facendo bene subito. E in questo si è trovato d'accordo con la società. Da qui la sintonia che lui sempre ribadisce.

Strama come tutti preferisce i grandi campioni e avrebbe accolto a braccia aperte Lucas e Paulinho. Ma vuole anche un gruppo forte in tutti i reparti, omogeneo anche nei non titolari, vuole giocatori di sostanza (che significa qualità + peso atletico).

Uno dei due obiettivi è stato fallito per ragioni non dipendenti dalla nostra volontà.
L'altro forse arriverà. Disperarsi non serviva.
Bisognava completare il gruppo, sostituendo diversi partenti (chi per età, chi per motivi tecnici, chi per questioni finanziarie).

Ogni giudizio sul mercato dell'Inter che non consideri l'aspetto complessivo, a mio parere è fuorviante.

E con questo non  dico che sia un mercato ideale. Cerco di capirne le direttrici e le motivazioni.

Faccio un solo esempio: non era meglio riscattare Poli che prendere Mudi? Forse.

Ma se consideri che con i 6 milioni di differenza è stato possibile prendere Pereira (il cui costo altrimenti sarebbe stato fuori portata), che Strama considera forte e indispensabile, soprattutto dopo la cessione di Maicon e che comunque al momento sul piano della sostanza Mudi dà più garanzie di Poli, forse la scelta non è stata così sbagliata.

Gargano non è il top, forse. Ma il suo rendimento (la famosa sostanza) è elevatissimo, è costato 1,25 milioni e può coprire il ruolo lasciando inalterate le possibilità di arrivare a Paulinho o a un altro di quella dimensione.

Molti tifosi avrebbero preferito un Sahin subito? Chissà, forse hanno ragione loro. Sarà il campo a dare il responso, sempre ammesso che un Sahin fosse acquistabile.

Ma Strama, con Branca e Ausilio è anche riuscito a ringiovanire la squadra. Si può fare dell'ironia, ma l'età media è calata e nell'ultima partita (di campionato!) sono scesi in campo un '92 e due '93.

E Handa è più giovane di Julio; Pereira di Maicon o Zanetti, Silvestre di Samuel, Gargano di Deki o di Motta, Palacio di Forlan.

Per conto mio sarebbe sbagliato fare una squadra di giovani, se non hai a disposizione tanti Messi e Mario diciassettenni.

Si deve fare una squadra forte nella quale a turno qualche giovane può essere inserito in condizioni ideali e senza creare scompensi.
Si deve lavorare sui giovani, non lanciarli allo sbaraglio.

Ma anche questo parere è opinabile.

La nuova Inter

Come dicevo scrivo prima della chiusura del mercato.
Qualcosa può cambiare, ma non credo che l’arrivo  di una punta mediocre, o di un terzino di complemento possano  incidere sui valori complessivi.

Globalmente mi sento più tranquillo dello scorso anno.
Non siamo da vertice assoluto, ma la ricostruzione è sempre più difficile, con risorse  limitate poi…
Naturalmente ogni giudizio è vincolato alle aspettative che uno ha, come cercherò di chiarire in seguito.

Vediamo allora la rosa.

Handa, Castellazzi e Di Gennaro costituiscono un trio di assoluto affidamento. Belec penso che a Gennaio, con DiGe recuperato, andrà a giocare. A 22 anni non si può fare il terzo portiere. E in giro abbiamo sempre Bardi, a fare esperienza.

Abbiamo quattro centrali che in Italia se la giocano con tutti e abbiamo ringiovanito il reparto. Silvestre, Rano, Samuel e Chivu non sono…malissimo.

Sui laterali la partenza di Maicon si sentirà. Però a sinistra abbiamo Pereira, fortemente voluto da tutto lo staffa e da Strama in particolare. A destra c’è il capitano. Sempre a destra ci sono a disposizione Naga, Jona (che ha Parma, non in C, ha fatto un’ottima figura in un grande finale di campionato) e soprattutto Ibra, che per me col tempo si guadagnerà il ruolo di titolare. Senza contare che se serve un terzino più difensore c’è sempre Silvestre o Bianchetti.

Naga Ibra e Chivu poi possono giocare anche a sinistra.

Zano Rano Samuel Pereira sono probabilmente inferiori a Maicon Lucio Samuel Chivu del triplete. Ma secondo me dobbiamo smettere di rimpiangere il passato. Altrimenti qualunque terzino è inferiore a Facchetti, qualunque centrocampista a Suarez, qualunque attaccante a Jair e Mazzola.

In mezzo abbiamo tre giocatori che farebbero i titolari in qualunque squadra, almeno in Italia di sicuro: Guarin, Gargano e Cambiasso.  Poi abbiamo Zanetti, ci può stare Pereira, quando avranno recuperato potremo avvicendare Obi e Deki. Duncan è una grande promessa e una buona realtà. Mariga per il momento non lo calcolo.

Si poteva prendere un centrocampista più forte? Di sicuro. Ma io mi fido di Strama che ha concordato questo mercato tenendo conto della situazione finanziaria. Poteva arrivare un mediano meglio  di uno della rosa, ma la spesa necessaria  ci avrebbe indotto a non riscattare Guarin, o a non prendere Pereira, o a non prendere Palacio.

Ripeto, secondo me non si deve guardare alle singole scelte (tra l’altro da tifosi: preferisco Afellay…ma se Strama non lo preferisse?). Qualche scelta alla fine si rivelerà sbagliata. E’ inevitabile. Ma la speranza è che nel complesso  gli acquisti ci abbiano rinforzato.

Davanti la situazione credo sia senza eguali: abbiamo una miriade di giocatori talentuosi: da Wes a Cou, da Alvarez a Palacio, da Cassano a Milito. Sei talenti per tre ruoli. E come in tutti gli altri reparti un giovane pronto a farsi avanti, Livaja.

Il problema sarà assortirli al meglio e gestire le panche di qualcuno, ma per questo paghiamo (pagano) Strama.

Restano secondo me dei punti da migliorare nei prossimi mercati: un laterale offensivo forte (Paulinho?) una punta in grado di spaccare le difese in velocità (Lucas e Lavezzi erano l’ideale, purtroppo assai caro) Un sostituto (in prospettiva) di Milito e di Zanetti terzino. E anche un centrale, perché Chivu e Samuel mandano scricchiolii.

Un’ultima considerazione sui giovani: a Pescare sono scesi in campo un ’92 e due ’93. Conoscete altre squadre di vertice che ci battano?

A parte questo, abbiamo due portieri in rampa di lancio: Bardi e DiGe

Un terzino già pronto come il diciasettennne Ibra.  Un centrale o terzino del ’91 nazionale dell’olimpica brasiliana che può essere stopper o esterno sinistro. Due difensori a fare esperienza in B, interessanti e nazionali di età, come Benedetti e Caldirola. E uno come Bianchetti.

Un centrocampista come Duncan che ha avuto richieste da diverse società di A e un altro ventunenne, da tempo nazionale del suo Paese. Poi ci sono Bessa e Lorenzo: vedremo come completano la crescita. Davanti abbiamo due giovani che tutti ci invidiano: Longo e Livaja.  Quindi, per come la vedo io, l’operazione ringiovanimento è partita.

Insomma, giudicando ora, siamo più forti e più completi dello scorso anno.

Basterà? Dipende dalle

Aspettative

Se uno pensa che una società caratterizzata da una gestione molto onerosa, in un momento di crisi economica generale,  in una fase di ristrutturazione, con la cessione dolorosa di campioni dai costi non più sostenibili, dopo una stagione molto negativa si debba ritornare di colpo al vertice assoluto, certamente questa rosa non basterà.

Se ci si aspetta una marcia di avvicinamento alle posizioni di vertice, il trovare una inquadratura di squadra solida, da potenziare in modo decisivo con qualche innesto di primissimo piano, per tornare ad essere competitivi in Italia il prossimo anno e in Europa entro un paio di stagioni, forse siamo sulla buona strada. Senza porre limiti alla Provvidenza, perché io non credo che dentro di sé Strama parta per fare un buon campionato.

Provo a fare le mie valutazioni, sapendo e avvertendo che si tratta solo di un gioco, anche se lo scorso anno ci ho azzeccato.

Se la squadra arriva quarta e fa un po’ di strada in Europa, la stagione è da sei

Se arriva quarta e giunge alle semifinali la stagione è da 6.5

Se arriva quarta e giunge in finale la stagione è da sette.

Se arriva terza la stagione è da 8

Se arriva terza e almeno in semifinale da 9.

Di più non voglio dire.

Luciano

Nella foto (Inter.it) Maicon e l'ultimo salto nel ricordo del Triplete, sperando di costruirne uno altrettanto bello.