Pescara-Inter: il delfino.

Dal delfino tatuato sul braccio di un Antonio Cassano in forma smagliante in conferenza stampa, in attesa che lo sia anche in campo, al Delfino Pescara il passo è breve.
Questioni meramente temporali ma anche endogene, legate ad un campionato che riparte fra sicurezze (poche) ed interrogativi (tanti).
E quale calciatore è capace di esemplificare meglio l’alternanza fra paradiso ed inferno del Il Pibe di Bari Vecchia?
Molti degli riflettori dell’Adriatico saranno puntati proprio su di lui, vista anche le concomitante assenze dello squalificato Palacio e del partente Maicon.
Questo nonostante siano alte le possibilità di vederlo nella nuova panchina a dodici posti, novità assoluta per la Serie A (aggiungerei inutile se non dannosa quanto l’esperimento del giudice di linea, a partire dal ‘’brillante’’ esordio di juventus-parma).
A mantenere alta la curiosità ci pensano anche le statistiche, mai vincenti all’esordio dal 2006 (2-3 alla Fiorentina con doppietta di Cambiasso), e il neopromosso Pescara, anch’esso stravolto dal calciomercato.

Mancherà Zeman e mancherà il trio Insigne-Verratti-Immobile su cui i biancazzurri hanno costruito gran parte del percorso che li ha portati dalla cadetteria alla massima serie dopo un ventennio esatto.
Al loro posto Stroppa, alla sua seconda stagione da allenatore, e un mix di giovani promettenti (Perin, Crescenzi, Vukusic, Jonathas, Ragusa, Caprari), calciatori esperti (Blasi, Abbruscato, Colucci, Terlizzi, Weiss) e scommesse (Celik, Bjarnason, Ćosić, Quintero).
Per il resto ancora 4-3-3 rapido ed aggressivo,  almeno nelle intenzioni e nelle sensazioni raccolte dal precampionato, nel quale però sono stati spesso assenti i nazionali e avversari di un certo valore (0-0 in casa col Levante e 1-1 col Genoa due settimane fa).
La formazione dovrebbe essere la stessa che ha battuto il Carpi al terzo turno di Tim Cup, con un paio di dubbi in attacco. Pertanto:

- in porta Perin, fresco di convocazione da parte di Prandelli, preferito all’esperto Anania;
linea difensiva composta da destra verso sinistra Zanon, esterno che punta molto il fondo, Romagnoli, alto centrale di proprietà del Milan e autore di una pregevole annata in B che gli ha aperto le porte dell’Under21, Terlizzi e Balzano, compatto e scattante;
- centrocampo a tre con Colucci in cabina di regia con ai lati capitan Cascione e Nielsen, mezz’ala danese prelevata lo scorso gennaio dal Nordsjælland che è nel giro della propria nazionale;
- attacco col dubbio sul centrale (Abbruscato-Jonathas, con il primo che ama più il gioco d’area e col secondo che ama attaccare la profondità e che tanto bene ha fatto a Brescia in coppia con El Kaddouri) e sull’esterno di sinistra (o Weiss, ex-compagno di Coutinho all’Espanyol e con un passato poco glorioso al Manchester City, o lo svedese di origine turca Celik) mentre sul lato opposto dovrebbe essere confermato Caprari.
Altre soluzioni: Capuano o Brosco al centro della difesa, la corsa di Blasi in mezzo o la freschezza dell’islandese Bjarnason, uno dei migliori durante il ritiro di Rivisondoli insieme al brasiliano Chiaretti e l’uruguayano Brugman, fantasista mancino classe ’92 assistito da Mino Raiola.
Per l’Inter, invece, dovrebbero esserci meno dubbi, con Zanetti retrocesso in difesa, l’esordio di Gargano nel terzetto in mediana e con Coutinho e Wes alle spalle di Milito.
Infine Cassano pronto, qualora ce ne fosse il bisogno, a buttarsi nella mischia.
Deciso e sicuro quasi quanto un delfino che affronta il sopraggiungere di un’onda.


AL82

Nella foto (Inter.it) l'entusiasmo, speriamo contagioso, di Cassano.