E come un Beethoven sordo (ai semplicismi
altrui) Stramaccioni suonò la nona.
Una sinfonia che per tensione drammatica, situazioni in divenire e ricchezza di dettagli è assimilabile al repertorio della grand opéra, intesa anche come spettacolo di pregevole fattura a prescindere, quale in fondo è stato lasciare attonito un teatro in cui molti altri compositori avevano steccato, per scarso talento, supponenza o perché schiacciati dall’ineluttabilità di un ‘’potere divino’’ a cui è difficile, se non impossibile, opporsi.
Per questo la pregnanza di Stramaccioni sta nel non essere un trombone ma semplicemente un artigiano del suono capace di creare una partitura semplice, e per questo ancor più stupefacente, attraverso un lavoro certosino di modifica della struttura classica dell’armonia nerazzurra che ha coinvolto base (la difesa a tre, ad esempio) e sommità (in primis la ricostruzione di un’integrità mentale del gruppo).
La dinamica con cui l’Inter ha espugnato Torino è foriera di un cambiamento insperato alla luce di quanto accaduto nell’ultimo anno sportivo, dentro e fuori dal campo.
Eppure ecco una squadra oggettiva che si guadagna il suo pane quotidiano col sudore e nobiltà d’animo.
Strepitosa la chiosa di Moratti ‘’l’inizio (di partita, nda) combacia con la storia dei due club’’.
Diciotto miseri secondi in cui gli zebrati hanno mostrato in un colpo solo il significato di appropriazione debita (va riconosciuta la bellezza della triangolazione Chiellini-Giovinco-Vucinic) ed indebita (il fuorigioco come esempio di lex ad personam) che tanto ha accompagnato i loro 115 anni di storia.
Pochi attimi ma non un’inezia.
Infatti l’Inter accusa il colpo in termini di equilibrio psicologico e di squadra e per poco non mette in mano a Marchisio il sigillo per archiviare la pratica.
L’insistenza e la facilità con cui la Juve trova l’uomo al tiro impongono un accorgimento tattico che alla lunga si rivelerà fondamentale: Ranocchia e Juan Jesus cedono a Samuel il compito di primo assalitore su Vucinic (figura 1).
(La bravura nel corpo a corpo di Samuel distruggerà le velleità da mvp di Vucinic)
Sembra una mossa come tante ma il muro argentino impedisce al montenegrino l’usuale e comoda sponda per Pirlo e conseguente lancio per l’incursore alle spalle di Ranocchia (figura 2-3), limitando di fatto la pericolosità offensiva degli uomini di Alessio/Conte.
(Un errore collettivo sul dai e vai Vucinic-Pirlo-Marchisio a cui solo un super intervento di Handanovic porrà rimedio)

(Situazione simile senza la sponda di Vucinic, il quale resta fin troppo libero fra le linee)
Eppure per prendere in mano davvero le redini dell’incontro serve altro.
In primis velocità nella circolazione di palla e gioco in verticale.
Invece l’Inter resta compassata e leggermente lunga sulla trequarti avversaria, nonostante Palacio e in parte Milito si prodighino in un lodevole lavoro di raccordo-pressione sul portatore di palla.
In questa fase il pregio maggiore dei nerazzurri è quello di restare in partita (lode ai polmoni di Gargano, 11 su 11 in campionato), prima alzando il baricentro di qualche metro (Cambiasso, unico a seguire certi movimenti di Milito, avrà due occasioni nel giro di un minuto a metà tempo), poi perfezionando il pressing ispirato dal Cuchu e finalizzato dai tre attaccanti.
I tre accattanti che giocano a uomo sui difensori avversari, in un ribaltamento di ruoli redditizio sul piano della rottura delle trame offensive altrui (figura 3).

(Da notare la posizione molto alta di Juan Jesus su Vidal, anche questa una grande intuizione del mister)
E’ un movimento su cui l’Inter insiste anche a costo di regalare qualche metro ai contropiedi della capolista, per altro tutti mal orchestrati.
Nell’uno contro uno in tutto il campo c’è lo stigma della vittoria e quello di un allenatore, le cui potenzialità aumentano a vista d’occhio.
Una mossa totale che impedisce ai bianconeri di portar su palla in tutta libertà e di azionare la potenza dei motorini laterali (Lichtsteiner, Caceres e Asamoah annullati da Zanetti e Nagatomo).
In questo modo Buffon è costretto ad iniziare l’azione scavalcando il centrocampo e permettendo ai centrali interisti di giocare nella modalità a loro più congeniale: vie aeree, duelli fisici, anticipo (figura 4).
Altro che spensieratezza tattica.

(Vidal e Vucinic prima, Bendtner poi, avranno poche possibilità di giocare la palla con lo sguardo rivolto verso la porta di Handanovic, soprattutto in zona centrale)
I sostantivi della serata sono coraggio e sicurezza.
Ergo, Forza. Con la F maiuscola. F come Fortuna, a voler essere sinceri e completi.
Ci si aspettava un undici attendista e infarcito di centrocampisti muscolari e Strama schiera il tridente ‘’pesante’’, sia per la qualità degli interpreti, sia per la poca disponibilità (e fiato) al sacrificio degli stessi.
I tre in questione, aiutati dal resto della squadra, lavorano ai fianchi dell’avversario e sgretolano pian piano il muro delle convinzioni di Pirlo, mai in partita se si escludono i dieci minuti iniziali, e compagni.
A piazzare il letale uno-due nella ripresa è sempre mister Stramaccioni.
Prima cambia la ‘’marcatura’’ su Pirlo (Palacio parte più centrale rispetto al primo tempo), poi inserisce la freschezza di Guarin per uno spento Cassano (figura 5-6).
(Non una vera marcatura ma nel secondo tempo Pirlo verrà infastidito prima da Palacio...)
(...e poi dal neo-entrato Guarin, la cui forza spezzerà le redini della banda degli Agnelli)
Proprio l’ex-Porto taglia a fette la trequarti dei padroni di casa nell’occasione del raddoppio, conquistando, anche grazie al calo fisico degli interni bianconeri, l’ultima parte del fortino dello Juventus Stadium, ovvero quella centrale nella quale, dopo i primi quarantacinque minuti di gioco, avevamo perso ai punti sia nella fase attiva (la mancanza di un centrocampista a rimorchio che potrebbe/dovrebbe essere Paulinho nei piani della società) che in quella passiva (fin quando ne hanno avuto, Marchisio e Vidal raddoppiavano, se non triplicavano, le marcature, in un impianto di gioco che già prevedeva 10 uomini dietro la linea della palla) (figura 7).
Un autentico colpo gobbo, se mi è concesso il gioco di parole.

(Guarin ruba palla fra Vidal e Pirlo e si autolancia per il gol del sorpasso firmato Milito)
A quel punto la presenza oscura di Conte incombe su Alessio che, dopo aver toppato le mosse Caceres e Bendtner, prova a porre rimedio al sopravvento dei nostri, inserendo Quagliarella e passando al 3-4-1-2 e infine ad un arzigogolato 3-3-4 (Vidal alto e largo a destra).
Stramaccioni risponde con Mudingayi in mezzo e Palacio unica punta: 3-5-1-1, che si schiacchierà un po' troppo in un 5-4-1, e buonanotte al secchio (figura 8).
(da un lato la disperazione, dall'altra un atteggiamento accorto/timoroso)
Ormai l’Inter è in una posizione di dominanza perché dietro è diventata una squadra solida, nonostante Ranocchia incappi in una serata poco brillante, e perché quando è costretta a dirigere il traffico negli spazi chiusi la banda di Agnelli si dimostra un vigile senza fischietto (il famoso top player ma non solo).
Un paio di tiri da fuori insidiosi per Handanovic e poi sul finire un indomabile giapponese che si fa l’ennesima galoppata sulla fascia sinistra e con un orgoglio tutto nerazzurro serve a La Trenza la palla del ko tecnico.
Sembra il tema di Sigfrido ne La Valchiria di Wagner.
Un’esplosione di fiati che raffigura l’avvento dell’eroe al quale affidare il futuro del mondo.
Se Moratti avrà trovato il suo condottiero ce lo dirà solo il tempo.
Ora non contano i numeri, ovvero settima vittoria consecutiva in campionato, secondo posto in classifica ad una sola lunghezza dalla Juve, con una media di 93 punti finali (se si considera tutta l’era Stama viaggiamo sugli 84 punti).
Conta il presente.
Conta la gioia e l’orgoglio.
Conta esserci.
Da Inter.
AL82
Nella foto (Inter.it) un remake di un film la cui pellicola molti dava già per persa: il Principe del Bernal - il ritorno.
Una sinfonia che per tensione drammatica, situazioni in divenire e ricchezza di dettagli è assimilabile al repertorio della grand opéra, intesa anche come spettacolo di pregevole fattura a prescindere, quale in fondo è stato lasciare attonito un teatro in cui molti altri compositori avevano steccato, per scarso talento, supponenza o perché schiacciati dall’ineluttabilità di un ‘’potere divino’’ a cui è difficile, se non impossibile, opporsi.
Per questo la pregnanza di Stramaccioni sta nel non essere un trombone ma semplicemente un artigiano del suono capace di creare una partitura semplice, e per questo ancor più stupefacente, attraverso un lavoro certosino di modifica della struttura classica dell’armonia nerazzurra che ha coinvolto base (la difesa a tre, ad esempio) e sommità (in primis la ricostruzione di un’integrità mentale del gruppo).
La dinamica con cui l’Inter ha espugnato Torino è foriera di un cambiamento insperato alla luce di quanto accaduto nell’ultimo anno sportivo, dentro e fuori dal campo.
Eppure ecco una squadra oggettiva che si guadagna il suo pane quotidiano col sudore e nobiltà d’animo.
Strepitosa la chiosa di Moratti ‘’l’inizio (di partita, nda) combacia con la storia dei due club’’.
Diciotto miseri secondi in cui gli zebrati hanno mostrato in un colpo solo il significato di appropriazione debita (va riconosciuta la bellezza della triangolazione Chiellini-Giovinco-Vucinic) ed indebita (il fuorigioco come esempio di lex ad personam) che tanto ha accompagnato i loro 115 anni di storia.
Pochi attimi ma non un’inezia.
Infatti l’Inter accusa il colpo in termini di equilibrio psicologico e di squadra e per poco non mette in mano a Marchisio il sigillo per archiviare la pratica.
L’insistenza e la facilità con cui la Juve trova l’uomo al tiro impongono un accorgimento tattico che alla lunga si rivelerà fondamentale: Ranocchia e Juan Jesus cedono a Samuel il compito di primo assalitore su Vucinic (figura 1).
(La bravura nel corpo a corpo di Samuel distruggerà le velleità da mvp di Vucinic)
Sembra una mossa come tante ma il muro argentino impedisce al montenegrino l’usuale e comoda sponda per Pirlo e conseguente lancio per l’incursore alle spalle di Ranocchia (figura 2-3), limitando di fatto la pericolosità offensiva degli uomini di Alessio/Conte.

(Un errore collettivo sul dai e vai Vucinic-Pirlo-Marchisio a cui solo un super intervento di Handanovic porrà rimedio)

(Situazione simile senza la sponda di Vucinic, il quale resta fin troppo libero fra le linee)
Eppure per prendere in mano davvero le redini dell’incontro serve altro.
In primis velocità nella circolazione di palla e gioco in verticale.
Invece l’Inter resta compassata e leggermente lunga sulla trequarti avversaria, nonostante Palacio e in parte Milito si prodighino in un lodevole lavoro di raccordo-pressione sul portatore di palla.
In questa fase il pregio maggiore dei nerazzurri è quello di restare in partita (lode ai polmoni di Gargano, 11 su 11 in campionato), prima alzando il baricentro di qualche metro (Cambiasso, unico a seguire certi movimenti di Milito, avrà due occasioni nel giro di un minuto a metà tempo), poi perfezionando il pressing ispirato dal Cuchu e finalizzato dai tre attaccanti.
I tre accattanti che giocano a uomo sui difensori avversari, in un ribaltamento di ruoli redditizio sul piano della rottura delle trame offensive altrui (figura 3).

(Da notare la posizione molto alta di Juan Jesus su Vidal, anche questa una grande intuizione del mister)
E’ un movimento su cui l’Inter insiste anche a costo di regalare qualche metro ai contropiedi della capolista, per altro tutti mal orchestrati.
Nell’uno contro uno in tutto il campo c’è lo stigma della vittoria e quello di un allenatore, le cui potenzialità aumentano a vista d’occhio.
Una mossa totale che impedisce ai bianconeri di portar su palla in tutta libertà e di azionare la potenza dei motorini laterali (Lichtsteiner, Caceres e Asamoah annullati da Zanetti e Nagatomo).
In questo modo Buffon è costretto ad iniziare l’azione scavalcando il centrocampo e permettendo ai centrali interisti di giocare nella modalità a loro più congeniale: vie aeree, duelli fisici, anticipo (figura 4).
Altro che spensieratezza tattica.

(Vidal e Vucinic prima, Bendtner poi, avranno poche possibilità di giocare la palla con lo sguardo rivolto verso la porta di Handanovic, soprattutto in zona centrale)
I sostantivi della serata sono coraggio e sicurezza.
Ergo, Forza. Con la F maiuscola. F come Fortuna, a voler essere sinceri e completi.
Ci si aspettava un undici attendista e infarcito di centrocampisti muscolari e Strama schiera il tridente ‘’pesante’’, sia per la qualità degli interpreti, sia per la poca disponibilità (e fiato) al sacrificio degli stessi.
I tre in questione, aiutati dal resto della squadra, lavorano ai fianchi dell’avversario e sgretolano pian piano il muro delle convinzioni di Pirlo, mai in partita se si escludono i dieci minuti iniziali, e compagni.
A piazzare il letale uno-due nella ripresa è sempre mister Stramaccioni.
Prima cambia la ‘’marcatura’’ su Pirlo (Palacio parte più centrale rispetto al primo tempo), poi inserisce la freschezza di Guarin per uno spento Cassano (figura 5-6).
(Non una vera marcatura ma nel secondo tempo Pirlo verrà infastidito prima da Palacio...)
(...e poi dal neo-entrato Guarin, la cui forza spezzerà le redini della banda degli Agnelli)
Proprio l’ex-Porto taglia a fette la trequarti dei padroni di casa nell’occasione del raddoppio, conquistando, anche grazie al calo fisico degli interni bianconeri, l’ultima parte del fortino dello Juventus Stadium, ovvero quella centrale nella quale, dopo i primi quarantacinque minuti di gioco, avevamo perso ai punti sia nella fase attiva (la mancanza di un centrocampista a rimorchio che potrebbe/dovrebbe essere Paulinho nei piani della società) che in quella passiva (fin quando ne hanno avuto, Marchisio e Vidal raddoppiavano, se non triplicavano, le marcature, in un impianto di gioco che già prevedeva 10 uomini dietro la linea della palla) (figura 7).
Un autentico colpo gobbo, se mi è concesso il gioco di parole.

(Guarin ruba palla fra Vidal e Pirlo e si autolancia per il gol del sorpasso firmato Milito)
A quel punto la presenza oscura di Conte incombe su Alessio che, dopo aver toppato le mosse Caceres e Bendtner, prova a porre rimedio al sopravvento dei nostri, inserendo Quagliarella e passando al 3-4-1-2 e infine ad un arzigogolato 3-3-4 (Vidal alto e largo a destra).
Stramaccioni risponde con Mudingayi in mezzo e Palacio unica punta: 3-5-1-1, che si schiacchierà un po' troppo in un 5-4-1, e buonanotte al secchio (figura 8).
(da un lato la disperazione, dall'altra un atteggiamento accorto/timoroso)
Ormai l’Inter è in una posizione di dominanza perché dietro è diventata una squadra solida, nonostante Ranocchia incappi in una serata poco brillante, e perché quando è costretta a dirigere il traffico negli spazi chiusi la banda di Agnelli si dimostra un vigile senza fischietto (il famoso top player ma non solo).
Un paio di tiri da fuori insidiosi per Handanovic e poi sul finire un indomabile giapponese che si fa l’ennesima galoppata sulla fascia sinistra e con un orgoglio tutto nerazzurro serve a La Trenza la palla del ko tecnico.
Sembra il tema di Sigfrido ne La Valchiria di Wagner.
Un’esplosione di fiati che raffigura l’avvento dell’eroe al quale affidare il futuro del mondo.
Se Moratti avrà trovato il suo condottiero ce lo dirà solo il tempo.
Ora non contano i numeri, ovvero settima vittoria consecutiva in campionato, secondo posto in classifica ad una sola lunghezza dalla Juve, con una media di 93 punti finali (se si considera tutta l’era Stama viaggiamo sugli 84 punti).
Conta il presente.
Conta la gioia e l’orgoglio.
Conta esserci.
Da Inter.
AL82
Nella foto (Inter.it) un remake di un film la cui pellicola molti dava già per persa: il Principe del Bernal - il ritorno.
32 commenti:
Post sontuoso, come al solito.
Entusiasmante la metafora musicale che in pratica chiude il racconto.
Più o meno la partita è come l'ho vista io, senza moviola e fermo immagini e perciò in modo più impressionistico.
Due sole piccole osservazioni: non mi sembra di aver visto Samuel uscire a destra per prendersi stabilmente Vucinic, quindi la "marcatura" è determinata più che altro dal fatto che Vucinic stava piuttosto centrale, cercando di fare entrare Vidal a destra, Marchiso o Giovinco a sinistra. Dopo aver appoggiato indietro per Pirlo
Tutta la nostra discussione, nel pre e nel post partita, ruota su due uomini: meglio cassano che ha il piede fatato ma non disturba gli avversari in ripartenza, o meglio Guaro, che può attaccare (e si è visto) con meno qualità ma più forza e allo stesso tempo può difendere?
La differenza c'è ma non mi sembra enorme, secondo me non è questo che cambia l'equilibrio della squadra.
In sostanza, Pirlo poteva sia essere attaccato da Palacio, con Cassano più avanti,sia da Guaro, con Palacio più avanti.
Per questo dicevo che ero tranquillo: qualunque soluzione Strama avesse adottato avrebbe comportato il mantenimento dell'equilibrio nelle diverse fasi di gioco.
Poi, certo, la differenza l'hanno fatta l'enorme mole di lavoro di Gargano e l'enorme mole di lavoro, insieme alla qualità dello stesso, di Palacio.
Se i due fossero stati un po' meno in condizione, la partita non l'avremmo vinta.
Ma questo vale per tutti, viste le singole prestazioni individuali e il contributo determinante di ognuno, Mudi compreso.
Piuttosto secondo me è stata importante la soluzione di far seguire quasi a uomo Vidal da JJ: lo juventino si è davvero visto poco
Grandissimo pezzo.
Grandissimo post AL.
Riguardo la nostra situazione infortuni,a Belgrado forse proverei un Benassi a centrocampo con Mudi,in questo caso mi dispiace un pò che siano rimasti fuori lista Duncan e Mbaye.Il primo poteva riempire un buco a centrocampo il secondo poteva essere schierato come terzino destro con il compito di limitare Markovic che è l'unico loro che mi preoccupa visto che da quelle parti giocherà Jonathan.Oppure può giocare Bianchetti lì.Vediamo il mister che fa.Comunque penso che verranno fati riposare Gargano,Zanetti,Cambiasso,Milito e Palacio.
Be' Matteo, penso anch'io che riposeranno quelli che citi.
Certo che a Belgrado senza Rano, Samuel, Gargano, Zanetti, Cambiasso, Milito e Palacio, Wes e Cou, la vedo molto molto dura.
Intanto la primavera è partita pèer la germania. I nostri avversari domenica hanno vinto in trasferta 5-0 con doppietta dello stesso giocatore che segnò contro di noi. ovviamente non è partito Benassi, che dovrà giocare o quanto meno andare in panca a Belgrado
Sì in effetti a Belgrado sarà dura.Ora mi sono ingolosito anch'io sul campionato e farei veramente tanto turn over in Europa League.So che è un ragionamento che fortunatamente Strama non farà mai,ma voi lascereste "perdere" l'Europa minore per puntare tutto su campionato?
@Luciano:
Ho visto Samuel uscire anche a destra e un paio di volte sul centro-sinistra ma è una sottigliezza la questione ''marcatura''. Nei primi minuti Vucinic ha svariato molto, arretrando molto per appoggiarsi su Pirlo o uno degli esterni che saliva. Lo hanno fatto nei primi minuti a destra e a sinistra e ci hanno messo in difficoltà. Penso che un po' l'avessero anche studiato, visto che questo movimento lo abbiamo sofferto con difesa a 4 (Vaslui, ad es.)e a 3 (in parte minore con la Fiorentina). Poi quando ci siamo alzati di un paio di metri ed è passato lo shock iniziale abbiamo coperto meglio il campo con Gargano si muoveva a fisarmonica e dava una mano. Sicuramente è stata affascinante la mossa JJ-Vidal negli 1 vs 1 ma se tutto è andato per il meglio è merito di ogni elemento.
AL82
Grande post. AL.
Sono anch'io un po' preoccupato, non tanto per Belgrado (dove ci basta un pari, ma se anche perdessimo per qualificarci basterebbe battere gli azeri in casa) quanto per i match vs Atalanta e Cagliari. Perdere due centrali in contemporanea è pesante perchè potrebbe andare ad incidere su equilibri sin qui consolidati. A Belgrado non farei mai e poi mai giocare Juan, ma piuttosto proverei un 451 con Handanovic,Jonathan (Mbaye inspiegabilmente non messo in lista),Silvestre,Bianchetti,Pereira; Yuto,Mudingayi,Benassi,Guarin,Obi; Livaja. Tanto l'obiettivo non è il bel gioco ma guadagnare un punto e...non farsi male.
Per l'EL qualcuno dovrà per forza fare gli straordinari e secondo me potrebbe esserci Yuto e una staffetta in avanti.
AL82
ottimo post Al!
Io comunque farei giocare sia juan che silvestre giovedì, per prepararli alle sfide più importanti che li aspettano in italia.
Si potrebbe giocare a 4 dietro ma anche a 3 con bianchetti titolare. Benassi a questo punto lo farei giocare senza dubbi, con mudi e guarin. Obi come sta?
Livaja e Pereira sicuri del posto, come anche jonathan.
se ho capito bene,anche pasa non è partito con la primavera,credo andrà a belgrado,sempre se ho capito bene...FRA
Intanto Vincenzo Sasso da oggi entra a fare parte dello staff tecnico della prima squadra come collaboratore tecnico andando ad integrare l'importante lavoro di analisi delle avversarie già attualmente svolto dal match analyst Michele Salzarulo.
AL82
Obi non credo possa giocare a Belgrado visto che anche oggi ha fatto differenziato. Il sito ufficiale parla di lesione muscolare al quadricipite.
AL82
Gli arruolabili per Belgrado dovrebbero essere:
Handa, Castellazzi, Belec, Zano, Yuto, Silvestre, Bianchetti, Jona, Pereira, JJ, Guaro, Mudi, Cuchu, Gargano, Benassi, Palacio, Livaja, Cassano, Milito. Nella lista A ci sarebbe anche Romanò ma non so se ha minuti a sufficienza nelle gambe e/o se giocherà in NGS.
Della lista B dovrebbe esserci soltanto Pasa.
AL82
allora direi che potremmo giocare così:
Handa, Jona Silvestre Juan Jesus Pereira, Benassi, Mudingayi, Zanetti
Guarin
Palacio, Livaja
L'alternativa sarebbe far giocare Pasa centrale dei 3 e togliere o zanetti o palacio.
certo, siamo un po' ristretti. Palacio dovrebbe fare staffetta, come anche zanetti, credo.
Peccato non ci sia Obi perchè servirebbe come il pane
Vorrei fare una domanda a Luciano, che segue le giovanili da tempo immemore: ma Bonucci è sempre stato così imbecille o è l'aria di Torino che gli ha fatto male? E' talmente invasato che è peggio addirittura degli *uventini di lungo corso...
torno alla prima occasione di marchisio (8° minuto)
ha ragione Al... l'errore è "di massa"... la sbagliano tutti...
son pure bravi loro cmq... pirlo ha 2 opzioni di passaggio sicuro (marchisio e giovinco che si fa tutto il mite alle spalle dei nostri e sempre in gioco) + 2 possibili inviti (vucinic e lichcoso)...
ma resto dell'idea che su marchisio ci debba andare zanetti in chiusura è l'unico che lo vede partire e non può NON vedere che è perfettamente in gioco...
un'altra cosa... guardate l'immagine delle squadre schierate per il calcio d'inizio
http://img100.imageshack.us/img100/2236/inizio.jpg
si capisce come la parte debita dell'appropriazione sia stata perfettamente studiata a tavolino dal tricoricostruito...
sembra la partenza di uno schema di football americano...con asamoah larghissimo in alto e ci troviamo praticamente scoperti già ancora prima del fischio iniziale...
Federico è l'ambiente dei ladrones c'è poco da fare ,anche oggi dichiarazioni vergognose di quei ladri che addirittura citano un fuorigioco millimetrico di Naga e poi si vantano pure di saper vincere e ne sono pure convinti.
Intanto un bellissimo approfondimento dell'ECA sul nostro settore giovanile:http://www.fcinter1908.it/?action=read&idnotizia=66180
Federico: come già ti ha scritto Earl è l'ambiente corrotto e disgustoso che coinvolge tutti: questi hanno avuto il coraggio di difendere Moggi, dai. tutto il resto non aggiunge nulla alla loro vergogna.
Bonucci però è veramente spregevole, un servo peggiore dei suoi capi: pensa che quando era qui sosteneva di essere interista, sin da piccolo.
Sull'annosa questione della responsabilità dell'occasione di Marchiso, resto della mia idea: le immagini non permettono di chiarire di chi è la responsabilità che probabilmente è collettiva.
Il fatto che lo juventino passi davanti a Zanetti è del tutto ininfluente: ci sono tre difensori centrali per prendere chi arriva centralmente e poi bisogna vedere a che velocità e a quale distanza passa davanti a Zanetti, che per altro ha un uomo completamente libero sulla fascia, proprio perché sta stringendo al centro.
L'unica cosa che appare chiara è che i meccanismi difensivi devono essere perfettamente sincronizzati, ci vuole abitudine a giocare insieme.
per questo a Belgrado schiererei i tre (o due) centrali che dovranno poi affrontare le partite di campionato.
Il turn over possiamo farlo in altri reparti.
Quindi se si vuole fare la difesa a tre, o si arretra subito il Cuchu tra Silvestre e JJ, oppure se si considera pronto Bianco, lo si schiera con JJ e Silvestre: ma in questo caso non so chi comanderà la difesa...
Altrimenti difesa a quattro con Mudi subito davanti.
Buona la notizia della promozione di Vincenzo Sasso., che è sicuramente valido. Mi chiedo però se questo significa una semi bocciatura di colui che viene affiancato
ottima anche la notizia della convocazione di Dunky nella nazionale A del Ghana.
L'articolo sul settore giovanile pubblicato su FCInternews è bello, ma, come dire, molto di maniera.
Diverse affermazioni contenute nel brano trovano riscontro solo nella fertile fantasia di chi l'ha scritto e naturalmente nella comprensibile autocelebrazione di chi gli ha fornito i dati
Ho avuto qualche informazione in più su Atalanta Inter Berretti e sul derby vinto dai '97
Con l'Atalanta sembra che non abbiamo giocato male, anzi, nel primo tempo abbiamo avuto davvero in pugno la partita, ma abbiamo sbagliato qualche gol facilerrimo.
Poi siamo un po' calati, per la solita storia del centrocampo a due che non riesce a governare la partita per tutta la durata.
Samaden oggi si è visto in campo a catechizzare il gruppo, ma credo che anche Sergio abbia necessità di convincere la società a "svoltare", in qualche modo. Anche se si capisce che alla società serve più un lavoro di osservazione delle potenzialità di alcuni (in funzione della rosa "Primavera" del prossimo anno)che non il fatto di ottenere risultati, soprattutto nel girone di qualificazione.
Sul derby, secondo le mie fonti non solo non ci sono stati per noi favoritismi arbitrali di sorta, ma semmai è vero il contrario.
Poi si dice che siamo stati nettamente superiori, senza possibilità di discussione. Primo tempo dominato con loro che sono poca cosa.
Nel secondo tempo loro hanno provato qualcosa in più, ma il gol è nato da una delle solite maldinate del mio pupillo Della Giovanna, che è uscito palla al piede con eleganza, servendo...l'avversario.
Della deve proprio decidersi a eliminare queste forme di eccessiva disinvoltura.
In più, pur essendo in vantaggio, la squadra aveva un atteggiamento piuttosto scriteriato, con alcuni elementi che si buttavano avanti, senza poi avere le forze per recuperare.
Comunque tutto è bene quel che finisce bene, anche se, per la verità, a loro mancavano un paio di giocatori importanti.
Chiaro,Luciano, penso anche che la *uve abbia una sorta di "codice" interno che non permetta di elogiare i "nemici" (vedasi le dichiarazioni che Quagliarella aveva fatto in favore di Zeman che il giorno successivo è stato costretto a rettificare, una situazione veramente grottesca). Ero perplesso però dalla foga di Bonucci, nemmeno Marchisio o Chiellini che provengono dal settore giovanile sono così esaltati..hai proprio usato la parola giusta: letteralmente spregevole.
marchisio non capisco proprio che c'azzecchi con i gobbi...
è un giocatore corretto...
le da e le prende senza fare una piega...
mai sentito alzare i toni o dire cose sconvenienti/illogiche...
bella la pacca a handanovic dopo la parata e la sdraiata sulla sua schiena..
molto bello il 5 con gargano dopo che si erano azzannati per 1 minuto per una palla sulla linea laterale...
non si capisce proprio come possa indossare quella sottospecie di maglia...
@Federico: Chiellini non proviene dal settore giovanile gobbo, ma da quello del Livorno. Per il resto...mi associo. Certi atteggiamenti fanno vomitare. Già il solo contestare ogni rimessa, ogni fallo, qualunque cosa...che pena.
Grazie a tutti per le risposte nel post precedente...mi pare che la formazione tipo dei 97 sia sostanzialmente rimasta quella dell'anno scorso, senza alcun inserimento tra i titolari dei nuovi.
Oggi, su ET, l'inserto cartaceo della Gazza sul calcio estero, articolo interessanti su 50 giovani calciatori: ovviamente il criterio di scelta dei giocatori é sempre molto soggettivo e, quindi discutibile, ma i profili erano interessanti, mentre, a mio parere, l'articolo di presentazione era un po' banale (e hanno comunque trovato,il modo di citare Mastour). Ho visto che ha collaborato anche Carlo Pizzigoni, immagino per i profili dei ragazzi...complimenti!
Oggi titolare Mel con la nazionale U.16
Quanto mi dispiace per il Man City....:)
Scusate, dimenticavo...anche Della Giovanna e Zonta titolari in nazionale
Solo qualche ultima considerazione sul match di Torino e di tipo generale.
Considerazioni poco condivise certamente, perché oggi è di moda vedere il calcio diversamente da come uno come me, "passatista" e superato.
D'altra parte a sostenere il pensiero unico sono talmente in tanti, che uno in più sarebbe inutile.
Lo dico in tutta modestia e senza polemica, sapendo che quasi sicuramente sarò io a sbagliare. Ma se non scrivo per dire quello in cui credo, che scrivo a fare?
Primo punto: in genere si considerano m.....cce giocatori come Gargano, Mudi, Jona, Pereira, qualcuno cominciava anche a emettere giudizi lapidari su Guaro, come prima si emettevano su Naga. Cassano al momento dell'acquisto venne considerato un buco nell'acqua (cosa diversa da avere dei dubbi, quelli nel mio piccolo li avevo anch'io). Cambiasso oggi viene a bocca storta accettato, ma si dice che è molto diverso dallo scorso anno.
Allora dal mio punto di vista e per quello che ne so:
Cambiasso, Guaro, Naga erano stati valutati indispensabili per questa rosa in relazione a come giocavano LO SCORSO ANNO.
Strama li conosceva perfettamente e li ha pure provati per una decina di partite.
Ha deciso che fossero pilastri su cui costruire.
Se oggi rendono di più, forse dipende dal fatto che li utilizza meglio, che l'organizzazione di squadra li aiuta ad esprimersi meglio.
Mudi, Gargano Pereira e Cassano li ha voluti lui, alcuni esplicitamente (Pereira e Cassano), gli altri due, dando il suo assenso convinto, dopo che aveva indicato in precedenza le caratteristiche dei giocatori che gli servivano in quei ruoli.
Strama non è né Guardiola, né l'ultimo italianista.
Non è un integralista, semplicemente.
Gli piacciono i giocatori di classe ma sa che per costruire una squadra vincente servono anche giocatori di corsa, di forza e di sostanza.
Una sua precisa scelta (tutte le scelte ovviamente sono state condivise con il settore tecnico societario) è stata anche quella di trattenere JJ e di provare almeno fino a dicembre Jonas, che non dava garanzie assolute, ma aveva mostrato a Parma buone cose.
A riprova del fatto che la classe gli piace aveva anche concordato la conferma di Chivu e Deki.
A fine stagione, come sempre accade, qualcuna di queste scelte si sarà rivelata sbagliata, qualche altra azzeccatissima.
Conterà non la singola valutazione, ma il giudizio su quanto fatto dal gruppo.
Resta il fatto che la sua visione del calcio è insieme ambiziosa e realistica: non a caso la parola che usa di più è equilibrio.
continua
Secondo punto: calcio champagne, iper offensivista, o calcio all'italiana?
Io sono per il calcio pratico, efficace.
Squadra corta, compatta.
Che poi sia compatta dieci metri dietro o più avanti dipende da tante cose, dalle caratteristiche degli uomini, da quelle degli avversari, dalle diverse fasi della partita.
Il pressing alto è un'arma importante, ma può accadere che lo voglia fare anche l'avversario e allora come la mettiamo? In ogni caso questo accorgimento richiede un ritmo che non si può sostenere per '90, a meno di avere risorse, più o meno naturali, fuori dal comune.
Per esempio, sono dell'idea che nella prima guerra mondiale se fosse stato possibile andare subito a Vienna, sarebbe stato meglio (cit), ma se i nemici ci bloccavano sul Piave bisognava resistere lì e poi provare a contrattaccare.
Insomma, si deve essere attrezzati per fare tutto, secondo le circostanze e le esigenze del momento.
Non c'è un calcio migliore di un altro, perché anche il calcio cosiddetto di rimessa non è praticabile contro chi ha deciso di aspettarti.
Secondo me è stato bellissimo il calcio giocato a Torino e a Chievo, come il calcio giocato con la Juve e il Milan.
Non ce n'è uno superiore all'altro.
Entrambi i modi di giocare sono stati migliori del calcio un po' scriteriato, praticato contro Roma e Siena.
E che i risultati siano stati diversi, non è affatto casuale.
Se fondamentale è l'equilibrio, non conta il numero di centrocampisti, difensori e attaccanti: conta l'equilibrata ed efficace copertura del campo attraverso la dislocazione e il movimento degli uomini, il sincronismo e gli automatismi degli stessi.
Si è discettato molto, ad esempio, sulla partita di Torino: ma io sto ai fatti e i fatti dicono:
1h con tre attaccanti e 4 centrocampisti: 1-1
20 minuti con due attaccanti e 5 centrocampisti: 1-0
10 minuti con 1 attaccante e sei centrocampisti: 1-0
Naturalmente parlo di ruoli "ufficiali" , perché poi non essendo calcio balilla i sei centrocampisti si possono inserire anche tutti e tu in quel momento hai sette giocatori offensivi.
Al contrario, puoi avere tre attaccanti, o anche quattro ma in molte fasi della partita avere 9 giocatori difensivi.
Tutto questo sproloquio, certamente poco chiaro, è per dire che puoi vincere in entrambi i modi.
Forse più che i numeri contano le qualità ( uso volutamente il plurale perché non mi riferisco solo alla qualità estetica, ma anche a quella agonistica) la duttilità dei giocatori e la loro volontà di giocare per la squadra.
Vi era un giocatore sui cui ero scettico in base al costo e all'età: Rodrigo Palacio.
Beh, ad oggi posso dire che è stato un colpo sensazionale..
Mi sono rivisto la partita di Torino più e più volte e Palacio ha fatto molto più che andare a bloccare le linee di passaggio a Pirlo, tre volte è sceso su cross avversari per fare il difensore aggiunto.. E in tutto questo ha mantenuto la lucidità di fare la punta. Una punta che tiene palla, che si fa fare fallo, che la smista, che salta Chiellini due volte di fila in 3 minuti, che fa il gol che chiude la partita.
Palacio risalta poco per il suo modo di giocare, è un essenziale. Tutto l'opposto di Cassano. Entrambi dotati di talento offensivo notevole(sicuramente più il barese) ma Palacio è un giocatore totale dotato di un cervello calcistico infinito e una resistenza che non avrei mai immaginato.
Il succo è: lode a Palacio e lode a chi lo ha comprato. Per una volta aveva ragione Preziosi a incensarlo così tanto..
Bianchetti non convocato per Belgrado. Ci sono, pero', Pasa e Benassi. Ecco l'elenco:
APPIANO GENTILE - Sono 20 i giocatori nerazzurri convocati da Andrea Stramaccioni per partire tra poco alla volta di Belgrado, alla vigilia di Partizan Belgrado-Inter, che si giocherà domani allo stadio "FK Partizan" (ore 21.05 CET).
Portieri: 1 Handanovic, 12 Castellazzi, 27 Belec;
Difensori: 4 Zanetti, 6 Silvestre, 28 Pasa, 31 Pereira, 40 Juan Jesus, 42 Jonathan, 55 Nagatomo;
Centrocampisti: 14 Guarin, 16 Mudingayi, 19 Cambiasso, 21 Gargano, 24 Benassi, 52 Romanò;
Attaccanti: 8 Palacio, 22 Milito, 88 Livaja, 99 Cassano.
In attesa di capire quale squadra schiererà Strama a Belgrado, è online un post che riassume le prestazioni di ottobre dei nostri giovani in giro per l'Italia e l'Europa.
AL82
Non voglio contestare le scelte di Strama ma...se Bianco non gioca neppure contro il Partizan in una situazione di piena emergenza, quando lo farà?
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