Ciao, Philippe. Quando queste righe vedranno la
luce, tu non sarai più un giocatore dell'Inter. Ho lottato duramente contro
questa idea negli ultimi giorni: sapessi quanti collegamenti, quanti tweet
cercati per allontanare l'evidenza di un tuo addio e riavvicinarti a noi.
Non so se te ne sarai accorto, ma la gran parte
di noi interisti è molto dispiaciuta.
Io sono fra loro, senza dubbio: per noi sei
stato un giocatore speciale, nonostante i pochi minuti in cui ti sia potuto
esprimere in campo. All'inizio della tua avventura nerazzurra, quando ancora
militavi tra le fila del tuo amato Vasco da Gama, l'annuncio del tuo acquisto
fu una specie di folgorazione, il primo bagliore di una stella che sarebbe
dovuta sorgere, un indizio di continuità nello sterminato cielo notturno. Se
non fosse appannaggio di altre realtà ugualmente rispettabili, ma certo meno
nobili di quella nerazzurra, si sarebbe potuto dire che eri il segno di un
progetto. Naturalmente, eri molto più di quello.
La squadra in cui saresti approdato dominava in
quei due anni l'Italia e finalmente conquistava l'Europa, dopo tanti sforzi.
Una storia di sacrificio, attesa e riscatto che ci ha inebriato, danneggiando
chi come te vi stava entrando in punta di piedi. L'ingordigia di trofei e
successi che molti di noi tifosi avevano sviluppato ha cominciato a pungere il
tuo carattere timido e sensibile, così diverso da quello di tanti tuoi colleghi
che praticano l'arte pedatoria.
Nonostante le ironie sulla tua gracilità e sul
tuo cespuglio di capelli ricci eri riuscito a ritagliarti un certo spazio nella
squadra, che però, come le donne sulla spiaggia di un famoso quadro di Picasso,
continuava a correre con la testa rivolta all'indietro. Velocemente chi ci
aveva issato nel punto più alto della nostra storia si eclissava, lasciando
dietro di sé un senso di vuoto, di perdita, e quel che è peggio, di paura di
perdere ancora. Questo sentimento è stato il tuo più grande nemico. La fretta,
il terrore di non arrivare ad un appuntamento a cui eravamo abituati, anche tanti
tuoi compagni di squadra. Sono certo che alla concretezza dell'appuntamento
avresti preferito un tacco, una rabona,
un gesto bellissimo e volatile, da brasiliano vero, che un pochino se ne frega
degli orari e degli schemi.
Adesso che di nuovo questo appuntamento domina i
nostri pensieri capisco che il tuo posto non può più essere qui. Che vuoi
correre libero, da subito, verso il mare che si infrange sulla spiaggia, fosse
anche quella grigia e sporca di una città inglese. Guardo le tue orme e il
segno del pallone che sfiora solo leggermente la battigia. Se mi voltassi,
troverei tanti tuoi compagni trafelati lottare duramente per arrivare in tempo
all'appuntamento. So che auguri loro di farcela, sei un ragazzo buono. Per ora
però non posso contemplare i loro sforzi; forse perché è anche la mia
ossessione, e le ossessioni, come qualcuno mi ha insegnato tanto tempo fa,
portano solo all'insuccesso.
E allora se addio deve essere, se ogni cosa deve
incontrare la propria naturale fine, che almeno sia addolcita dal ricordo. E se
non c'è stato tempo neppure per il ricordo, si culli il rimpianto. Buona
fortuna Couti. Gioca con joia.
Alberto Maffini
Nella foto, Philippe Coutinho. Doveroso un
ricordo da parte del blog Interista
Sempre, affidato eccezionalmente ad Alberto Maffini, verso un ragazzo
brasiliano pieno di talento, che avrebbe dovuto rappresentare il fuoriclasse
nerazzurro del futuro e che invece, per diverse ragioni, non lo è stato. E non lo sarà mai.
Vai Couti,
in bocca al lupo per la tua carriera futura, a Liverpool o altrove, non importa.
Metti su qualche chilo di peso e tanta determinazione agonistica, allora vedrai che
poco o nulla nel calcio ti sarà precluso.
Guido Montana (aka Gimon24)
Guido Montana (aka Gimon24)
16 commenti:
Proprio un bel ritratto
Perché "non lo sarà mai"?
Qualcosa mi dice che Cou, prima o poi, campione affermato, tornerà per togliersi qui quelle soddisfazioni che la nostra impazienza gli hanno per ora negate.
O forse il mio è solo un sogno, un desiderio allucinato....
Perché penso che sarà così, Luciano. Purtroppo, aggiungo.
Però, se invece parliamo di sogni, sono con te... ;-)
Coutinho, se riuscirà come gli auguro ad affermarsi compiutamente per quelle che sono le sue fantastiche doti di calciatore (tecnica, velocità di pensiero ed esecuzione), diventerà un campione, un fuoriclasse.
E le vie che portano (o riportano) i fuoriclasse affermati ad Appiano sembrano molto difficili, ultimamente, per non dire inesistenti.
Il triste congedo di Cou merita, oltre all'intensa rievocazione emotiva propostaci dall'amico Alberto, anche qualche considerazione di tipo diverso.
L'addio del brasiliano a Milano e la conseguente destinazione liverpool rappresentano infatti, nello stesso tempo, una sconfitta (temporanea) per il giovane campione, ma anche e soprattutto una sconfitta dolorosa e dagli effetti ben più duraturi per la nostra società.
Coutinho ha Milano non è riuscito a imporsi, questo è un fatto.
Ma ha attenuanti a non finire: non gli è stato dato il tempo, non gli è stata concessa la fiducia necessaria, non è stato inserito in un complesso funzionale, nel quale lui potesse dare quel poco in più che trasforma una buona squadra in una grande squadra.
L'Inter è una nobile decaduta, questa è la verità, ma ragiona ancora come una nobile. Società e tifosi, sia pure da prospettive diverse.
Dopo il triplete la squadra era da ricostruire e sarebbe stato necessario un programma triennale. Il famoso "proggetto".
fare un programma triennale significa programmare le dismissioni, diluendole nel tempo; tenere i punti fissi su cui ricostruire; inserire giovani di valore che nell'arco di un triennio potessero rimpiazzare a livello di rendimento, i giocatori sostituiti.
Invece da un lato i problemi finanziari hanno costretto a cedere non i più logori, ma i più forti.
Dall'altro lato la società non poteva ammettere di aver azzerato tutto, di dover ricostruire su base triennale.
Anche perché ricostruire su basi triennali significa investire su giovani di valore, costosi, senza nessuna garanzia che dopo tre anni il progetto si sarebbe affermato. E quando fallisce un progetto triennale formato su giovani, non resta che farne un altro, anche lui triennale e anche lui dal futuro incerto.
continua
Si è preferito puntare sulla certezza oggi che sull'ipotesi domani (che sarebbe anche stata più costosa).
Non c'è allenatore che, nell'Inter di oggi non si preoccupi di mettere in campo gli undici migliori (o ritenuti tali) OGGI. Nell'Inter nessuno può lavorare per il futuro, perché non ci arriverebbe.
Per questo i giovani soffrono e sono destinati a soffrire.
Rano subito, in cambio di Destro, risponde a questa logica. La cessione di Casta per una forte plusvalenza, anche. Casta non sarebbe stato pronto prima di 2-3 anni. serviva qualcuno utile subito.
Non voglio parlare di Arnautovich, pazzo ma talentuosissimo, di cui guarda caso oggi si parla in chiave Milan. Ma anche Livaja per Schelo e i prestiti di Duncan e Longo (per poi "riparare" su Rocchi) rispondono a questa logica. Come vi risponde l'impiego a spizzichi per Benassi.
Non sono scelte: questa logica per l'Inter è una necessità. Un anno siamo arrivati secondi, un anno sesti e quest'anno siamo quarti.
Con un rinnovamento profondo e fatto da giovani saremmo finiti molto più indietro.
I tifosi costituiscono l'altro aspetto.
A parole sono tutti per la transizione, il lancio dei giovani e il "proggetto".
Sono disponibili a anni di mezza classifica pur di ricostruire. Poi, la realtà è diversa. dopo una due prestazioni non soddisfacenti i giovani vengono stroncati. Su di loro si ironizza. Abbiamo letto stroncature di Benassi alla seconda partita, dopo gli elogi della prima. Perfino Cou è stato dileggiato e stroncato in ogni modo.
La verità è che per motivi diversi né la società, né l'allenatore, né il pubblico, possono aver pazienza. e con i giovani la pazienza è fondamentale, perché la discontinuità è la loro cifra.
L'arrivo di Kova ha sollevato entusiasmi inconsueti: ma se deludesse in un paio di partite verrebbe stroncato.
Alle difficoltà finanziarie si aggiungono così le difficoltà di immagine: per quale motivo un giovane talentuoso, con molte offerte, dovrebbe scegliere noi?
ecco perché la sconfitta non è tanto di Cou, ma dell'Inter.
Ci sono due modi per uscire da questa situazione: un cambio di proprietà con l'arrivo di uno disposto a investire subito moltissimo per prendere numeri uno nei ruoli chiave (o in subordine che MM in qualche modo trovi i soldi necessari) oppure un patto pubblico, alla luce del sole, della società con la tifoseria: rinnovamento graduale, senza ambizioni immediate, da farsi con un nuovo management appositamente scelto. E con l'allenatore (Strama o un altro) pubblicamente e contrattualmente investito di questo compito.
A parole accetterebbero tutti, in pratica diventerebbe una tragedia, temo.
Allora meglio mettere le toppe, di volta in volta, sperando che qualcuna si dimostri adeguata.
Come infondo è successo in numerosi casi (Handa, Rano, Juan, Naga, Guaro, in fondo anche Cassano e Palacio). Ma in questo modo rischiamo di non avere mai i fuoriclasse capaci di assicurarci continuità di risultati: un centrale, un regista, un trequartista e una prima punta.
Una squadra forte ha dei fuoriclasse, non dei buoni giocatori o delle promesse, in questi ruoli.
Be' Gimon, magari fra qualche anno... Se è l'uomo che penso, vorrà la sua rivincita, prima o poi
Magari, Luciano, magari... sono il primo a condividere questo tuo sogno, lo sai bene.
Anche perché vorrebbe dire che l'Inter è tornata a competere per l'ingaggio di campioni affermati.
Attualmente, mi sembra solo un sogno. Sia per quanto riguarda Coutinho, dovesse diventare un fuoriclasse, sia per qualsiasi altro grande giocatore che non sia adolescente o poco più.
Mi sembra evidente la scelta, obbligata dalle condizioni finanziarie in cui versa la società, di puntare su profili molto giovani, quindi pieni di incognite, almeno nell'immediato, piuttosto che su giocatori di medio livello, sperando in una loro crescita ulteriore. E anche qui le incognite non mancano, come le difficoltà, sempre ragionando nel breve periodo.
E siccome all'Inter, così come in Italia più in generale, il breve periodo, anche brevissimo al limite, sembra essere tutto...
Grande rammarico anche per la partenza di Cou,perchè potenzialmente è uno di quei giocatori che da' sempre l'impressione di poterti stupire con una giocata.
Però....però l'impressione è che per essere un numero uno gli manchi la cattiveria,la spavalderia,la personalità in poche parole.
A sensazione mi sembra che questa caratteristica nn faccia difetto invece a Kovacic.
@luciano: anche io sogno in un ritorno di cou.
Cosi come spero in un rientro di santon, destro e fossati.
Bellissimo, dolce ed amaro congedo ad un giocatore amatissimo dal popolo nerazzurro. Hai riassunto in un toccante e poetico affresco le emozioni di una tifoseria per tradizione innamorata dei giocatori dotati da madre natura di classe purissima.
Credo che Cou resterà uno dei più grandi rimpianti di questi anni difficili.
Vai Cou conquista i trofei che ti meriti e trascina la tua squadra al successo. Se ti lasciano giocare in pace l'immediato futuro è tuo.
Non mi va nemmeno di cominciare a leggere (benche' io non abbia dubbi sulla bonta' del testo), perche' francamente in questi giorni ho finito le lacrime. Adesso e' ora di lottare.
Ho tanta paura per la partita contro il Chievo, ma ne ho ben poca per la sfida contro il BBilan. I nostri ragazzi saranno carichissimi e col coltello fra i denti com'e' giusto che sia, tra l'altro la partita la prepara Strama che per me rappresenta una garanzia nelle partite di cartello, ma soprattutto, punto soprattutto su questo fattore come la probabile chiave della vittoria:
Handanovic-Zanetti,Ranocchia,Samuel,Juan Jesus.
Se Samuel sara' disponibile e in forma accettabile con JJ sulla sinistra che si mangera' Balotelli a colazione e Cambiasso davanti alla difesa la vittoria sara' nostra. Accetto scommesse.
Ah Cou...avete giá detto tutto...che rammarico e che tristezza...
Intanto oggi la Berretti ha perso ai rigori col Boca (2-2 ai tempi regolamentari, gol di Moreo su rigore e Bigotto), per cui il risultato finale é un quarto posto. Dalla cronaca su Twitter pare abbia fatto delle ottime parate Ivusic. Direi bella esperienza e buon risultato finale...sicuramente torneo molto formativo contro avversari di diverse scuole e di ottimo livello. Magari Luciano, al ritorno dei ragazzi, potrá tentare di raccogliere le loro impressioni.
Sul sito del torneo hanno dedicato un articolo a Roberto...mi pare ci siano diverse imprecisioni, peró é comunque bello vedere che sia stato ritenuto uno dei migliori centravanti della competizione
http://alkassinternationalcup.com/news/inter-striker-catches-the-eye/
Mi piacerebbe avere l'ottimismo di Marin: purtroppo, per come siamo messi attualmente, pensare di poter fare risultati positivi a Firenze e col Milan sembra davvero un'utopia enorme.
Sarà già un'impresa se superassimo il turno di EL e vincessimo col Chievo.
L'unica speranza, direi, sta nella totale imprevedibilità del calcio
Beh però ragazzi adesso mi sembra che si stia esagerando..
Il momento difficile sembra ancora peggiore per l'arrivo di Mario sull'altra sponda..ok un'incastro nefasto ..però ...nn si può nemmeno dipingere tutto nero.
Prima di beatificare Cou aspettiamo di vederlo all'opera nella Premier..nn penso che sia il suo campionato ideale per lui ,anche se gli auguro di fare bene .
Per il resto se nn sbaglio ,pur dopo un filotto negativo di nn so quante partite ,siamo pari al Milan,potremmo andare in finale di C.Italia e siamo in corsa in EL.
Dopo Torino ci siamo involuti per tanti motivi anche inspiegabili ,ma senza dubbio ci mancano i gol di Milito.
Così per provocazione vogliamo immaginare Milito di là ed il Faraone di qua ?..anzi forse potrebbe bastare anche il Pazzo...
Riconosco di essere soggetto a sbalzi d'umore. però di solito abbastanza motivati dai fatti. I fatti dicono che sulla base delle ultime 10-12 partite, abbiamo fondati motivi per dubitare di riuscire a battere Milan e Fiorentina.
Poi sul fatto delle punte, dire che noi non abbiamo Milito e loro hanno Balo-faraone è esattamente quello che sostengo da anni: le punte sono assolutamente decisive. Purtroppo al momento le punte forti le hanno loro.
Ciao a tutti!
@Nabucco: nessuna beatificazione di Coutinho, mi pare. Solo un ricordo doveroso per un ragazzo che avrebbe potuto essere qualcosa di molto speciale per l'Inter e che per tante ragioni non lo è stato. Vedremo cosa sarà di lui e della sua carriera. Io comunque faccio a Couti i migliori auguri di diventare un campione, perché ha una tecnica meravigliosa ed è anche un ragazzo che meriterebbe per la sua serietà di raggiungere grandi traguardi calcistici.
@Luciano: sono d'accordo con te su questo punto, da sempre! Datemi un attaccante forte, da 20-25 gol a stagione, e vi solleverò il mondo, o almeno l'Italia... ;-)
Datelo a Strama, soprattutto!
Online il nuovo post di Luciano: una bella intervista ad Abdou Traoré, giovanissimo goleador classe '00.
Conosciamolo meglio e speriamo bene per lui è per l'Inter!
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