Verso Siena: il realismo e l'utopia.

Tifosi e critici una volta tanto sono concordi su un fatto: il mercato invernale di riparazione potrebbe segnare una svolta, se non nei risultati, almeno nel modo di giocare, nell'atteggiamento tattico dell'Inter.

Anche se Stramaccioni fin qui ha fatto benissimo, a mio parere.

Il nostro mister ha una caratteristica comune al primo Capello, quello dei quattro scudi consecutivi vinti col Milan: sa che in Italia vige il pensiero unico, che si deve parlare di gioco offensivo e spumeggiante.

E ne parla.

Poi sa anche che si vince con il realismo, con l'avvedutezza e pratica queste virtù.

Intendiamoci, non è che Strama menta per accondiscendere ai desideri dei critici fantasiosi.

Davvero a lui piacerebbe praticare un gioco tipo Barcellona. Se avesse Xavi, Iniesta, Fabregas, Mascherano, Busquet, Puyol, Pique e soprattutto Messi.

Ma sa anche che il realismo e la concretezza sono le doti basilari che contraddistinguono un grande allenatore.

Avere un'idea di gioco, ma non essere schiavi di un'idea di gioco.

In Italia, col pensiero unico, ci vuole molto più coraggio a fare le scelte pratiche che si ritengono necessarie, piuttosto che ad assecondare le spinte puerilmente giovanilistiche e le pulsioni offensivistiche della critica e di conseguenza di parte dei tifosi.

Sono passati decenni da quando Giuan Brera, un vero maestro, sosteneva ironicamente che abbiamo avuto morti e rovine, nella prima guerra mondiale, perché non si è osato assediare subito Vienna.

E’ passato tanto tempo, ma l’Italia del tifo (cioè dei media) è sempre quella, o forse è peggiorata.

Tifosi e critici, che non hanno responsabilità, sostengono che sarebbe bastato mettere più giovani al posto di Cambiasso e Zanetti e più attaccanti, non per vincere di più (un po' di pudore resta), ma per affermare l'identità della propria idea di gioco.

Io preferisco fare più punti che praticare un gioco più offensivo.

A questo proposito vorrei proporre un confronto fra Strama e Zeman, per dimostrare, in modo per me inconfutabile, che in poche giornate Strama ha dimostrato di essere un allenatore di gran lunga superiore, rispetto al boemo.

Ci sono molte differenze tra Roma e Inter, delle quali tener conto. Ma una è determinante: loro avevano un  allenatore fondamentalista, noi abbiamo un  allenatore intelligente e duttile.

La Roma non aveva una squadra in disarmo, da rifondare quasi interamente in poco tempo e noi sì.

La Roma dopo il passaggio di proprietà non aveva il passivo di bilancio che avevamo noi.

La Roma ha speso più di noi sul mercato estivo: per esempio ha potuto permettersi un attaccante da 18 milioni e noi no.

La Roma ha un progetto e noi no.

La Roma sa lanciare i giovani e noi no.

La Roma ha affidato il suo progetto a un allenatore coraggioso, non a uno pavido.

La Roma ha dato a Zeman i giocatori che lui voleva per il suo modulo. Il nostro mister ha avallato responsabilmente tutti gli acquisti fatti, sapendo che alcuni erano il ripiego possibile per le casse della società.

La Roma ha un grande direttore, noi un incapace come Branca.

Ebbene, in questa situazione, Zeman è volato coerente incontro all'esonero, Strama tiene l'Inter a lottare in tutte le competizioni, pur con lacune nella rosa evidenti, con molte partite in cui gli assenti erano più di dieci, con diversi torti arbitrali piuttosto clamorosi.

Ha adattato la sua idea di gioco, per ottenere questo? Complimenti!

L'accusa di aver spesso schierato troppi difensori, diciamolo, è piuttosto superficiale. Prendiamo la partita col Toro: se per vari motivi hai fuori Wes, Cou e Milito, se Rocchi non è pronto, se Livaja è in partenza, come attaccanti hai solo Palacio e Cassano convalescente (o doveva lanciare Garritano?).

Per avere tre uomini offensivi (questo sì è un suo credo) non restava che spostare a trequartista Guarin.

Poi gli altri erano tutti difensori? Be' si, con un po' di fantasia si può sostenerlo.

L'Inter ha giocato con tre difensori (tra i quali uno preferito a un altro più marcatore perché sa far ripartire l'azione).

Avendo tre attaccanti, doveva schierare due centrocampisti centrali e due uomini di fascia.

Gli uomini di fascia erano terzini? Non saprei: erano uomini di fascia. Qualcuno sa dire chi potevamo mettere di più offensivo? Forse Belloni, o Terrani, in omaggio al giovanilismo e al “proggetto?”

E, per esempio, contro il Toro, avendo deciso di fa riposare inizialmente Cambiasso, quali alternative esistevano ai centrali schierati?

Le uniche alternative reali erano Benassi in mezzo e Alvarez sulla fascia.

Non ci sono controprove, ma io dubito che una squadra che schierasse contemporaneamente  Palacio prima punta (quindi che non torna) Cassano immobile, Guarin, Alvarez e Benassi avesse l'equilibrio agonistico sufficiente per affrontare un Toro in condizioni atletiche spettacolari.

Dal mio punto di vista, una scelta intelligente e meditata.

Adesso però le condizioni potrebbero cambiare. Ci saranno più opzioni per le fasce, più scelte in mezzo al campo, più qualità sulla trequarti, un attacco si spera rafforzato dal miglior Milito e magari anche da una crescita della condizione di Rocchi.

Strama non verrà meno al suo vero dogma, che è quello dell'equilibrio, ma l'equilibrio si può ottenere in modi diversi.

Siena sarà un primo test, anche se relativo, perché troppi giocatori fondamentali (Milito fra tutti) non saranno ancora disponibili e non sappiamo neppure quanti dei nuovi saranno in campo.

Le prossime partite saranno tutte decisive, tutte da dentro o fuori e per continuare a competere, le soluzioni migliori dovranno essere trovate in tempi ristrettissimi.

Strama potrebbe anche rinunciare alla difesa a tre, nel prossimo futuro. Ma non credo che lo farà già a Siena, perché ci saranno dei nuovi da inserire ed è bene farlo su una struttura collaudata.

Quindi quattro giocatori dovrebbero essere certi (Handa Rano Chivu Juan)

Davanti abbiamo solo due attaccanti Cassano e Palacio. Resterebbero da individuare gli altri cinque, che dovrebbero essere due esterni (non due terzini, due specialisti della fascia: tutti i nostri esterni hanno questa curiosa caratteristica: non sanno marcare ma sanno spingere) e tre centrocampisti, dei quali almeno uno con più spiccate propensioni offensive.

Oppure uno di qualità, più basso, a organizzare il gioco e a dare i tempi per due mediani incontristi - incursori, per gli esterni e per il movimento delle punte (della punta, diciamo perché il movimento di Cassano non sarà eccezionale.

Mentre per gli esterni la mia opinione è che la scelta possa cadere su Schelotto e Naga (con la possibilità che poi entri Alvarez), per i tre di centro campo, nonostante le assenze perduranti, oggi ci sono diverse variabili tra cui scegliere

Gli uomini di qualità sono due, con caratteristiche molto diverse: Kovacic e Guarin.

Gli uomini di quantità sono tre: Kuzmanovic, Zanetti e Gargano.

Poi ci sarebbe Benassi che, mi dicono, sarebbe stato provato in settimana sulla linea difensiva.

Impossibile pensare oggi  a Marco difensore, ma il giovane modenese potrebbe essere la soluzione per giocare con un centrocampista in più: fuori Chivu, difesa a quattro  e lui centrale di centrocampo basso, che arretra a impostare sulla linea dei difensori.

Sembra fantascienza, perché Bena non ha ancora la potenza atletica per giocare in quel ruolo e neppure l’esperienza tattica. Ma Strama più di una volta ci ha sorpreso.

Comunque questa soluzione la cito solo per curiosità, penso che semmai verrà provata per  ora in allenamento, come prospettiva avveniristica.

E’ difficile esprimere ora anche una semplice opinione sul centro campo, perché nel reparto sarebbero coinvolti almeno tre giocatori nuovi, sulla cui condizione  (e per Kovacic sull’adattabilità immediata a un ruolo chiave nel campionato italiano) sappiamo poco.

Ho letto per esempio che ultimamente si stava trasformando in un play basso, ma viste le sue caratteristiche, mi sembra improbabile.

Lui si definisce un mediano (o una mezz’ala che con il centrocampo a tre sono sinonimi).

A me, per quel poco che ho visto, sembra più un trequartista.

Una scelta intrigante, che probabilmente non vedremo subito, perché azzardata, potrebbe essere  quella di confermare il Guaro dietro le punte e mettere come mediani Kuzmanovic e Kovacic.

Così sarebbero contenti nello stesso tempo gli “offensivisti” e i sostenitori dei “giocatori di corsa” (anche se poi sono gli stessi che non volevano Schelo, che di corsa ne ha tanta,e non vogliono Pereira, altro esemplare di cursore).

Un’altra soluzione potrebbe consistere nello schierare un esterno più offensivo (in questo caso Alvarez, coperto, insieme al trequartista, da due mediano incontristi.

In  questo caso entrambi i medio campisti dovrebbero avere corsa e capacità di contrasto, perché la qualità si sposterebbe su un’ala, sul trequartista e su Cassano

Staremo a vedere. Nessuna previsione è attendibile perché le scelte di Strama attengono esclusivamente a quello che lui ha visto, lavorando sul campo.

Anche se le ultime notizie parlano di un probabile stop per il Guaro. In questo caso la scelta del centrocampista cadrebbe, penso, su Kovacic e per il ruolo di mediano se la giocherebbero in tre: Gargano, Zanetti e Kuz.

Non potendo considerare questi aspetti, che ci sono sconosciuti, molti di noi preferiscono parlare di realtà immaginarie, frutto della loro fantasia, come  scelte dettate da un presunto servilismo del mister rispetto ai senatori.

Poi, quando per pareggiare col Toro ci si deve affidare a una discesa di Zanetti e conclusione di Cambiasso, non vengono neppure sfiorati dal dubbio che magari le scelte (giuste o sbagliate che siano) abbiano un carattere puramente tecnico.

Ma siamo interisti, perbacco, a noi non la si racconta giusta!

PS per confermare che Strama sceglie sulla base di quanto il campo offre e difficilmente sbaglia, possiamo considerare la situazione, ad oggi, dei suoi ’93: c’era un piccolo gruppo di giocatori che ha ritenuto più avanti  (non migliori) degli altri, che ha voluto trattenere, per testarne la possibilità di inserimento immediato (Duncan, Livaja, Di Gennaro e i ’94 Ibrahima e Benassi).

Un altro gruppo che ha voluto trattenere perché avevano problemi fisici, ma a gennaio si sapeva che sarebbero andati in prestito (Bianco, Bessa, Romanò).

Gli altri (Pecorini, Crisetig, Candido, Alborno,ecc.) sono stati mandati subito a fare esperienza, oppure sono stati lasciati partire (Marek a una piccola squadra ceka, Splendly, di fatto a una squadra della B tedesca). Chiaro che se questi ultimi gli fossero interessati davvero, la società avrebbe presentato loro proposte economiche irrinunciabili.

Se andiamo a guardare ora la situazione nel gruppo dei più pronti tre sono all’Inter,  Livaja è all’Atalanta, Duncan gioca da protagonista in una squadra che lotta per il primato in B.

Tutti gli altri sgomitano per farsi spazio in compagini di minori ambizioni.

Direi che anche in quel caso Strama abbia saputo “leggere” correttamente quali erano gli uomini più pronti (che non sono necessariamente i migliori)

I convocati per Siena

Portieri: 1 Samir Handanovic, 27 Vid Belec, 77 Raffaele Di Gennaro;



Difensori: 6 Matias Silvestre, 7 Ezequiel Schelotto, 23 Andrea Ranocchia, 26 Cristian Chivu, 31 Alvaro Pereira, 40 Juan Jesus, 42 Jonathan, 55 Yuto Nagatomo;



Centrocampisti: 4 Javier Zanetti, 10 Mateo Kovacic, 11 Ricky Alvarez, 14 Fredy Guarin, 17 Zdravko Kuzmanovic, 21 Walter Gargano, 24 Marco Benassi. 



Attaccanti: 8 Rodrigo Palacio, 18 Tommaso Rocchi, 99 Antonio Cassano.


Luciano


Nella foto (Inter.it) il sorriso del neo acquisto Kovacic. Speriamo sia contagioso...