Inter-Lazio 1-3: il tracollo e la contestazione (civile).

Finalmente una discreta Inter, pur dovendo rinunciare a una quindicina di giocatori e perdendo a partita in corso altri due titolari per infortunio.

In campo nella parte finale c'erano 4 giocatori del '94 e questo la dice lunga su tante situazioni che hanno caratterizzato questa stagione.

Dal punto di vista dei risultati, si è (forse) toccato il fondo proprio nella partita in cui la squadra ha dato segni di ripresa.

E' stato sufficiente disporre di 3 attaccanti, anche modesti come potenziale offensivo reale, nonché di un centrocampo formato finalmente da giocatori affidabili e in condizione, per rivedere un' Inter almeno accettabile, anche se lontana dalla squadra che tutti noi vorremmo ammirare.

Eppure, nonostante questi indubitabili progressi, portiamo a casa ancora un risultato che ci penalizza gravemente.

Avremo tempo di analizzare con calma le vicende di questa stagione maledetta e di ragionare su carenze e responsabilità, se non colpe.

In una situazione di questo tipo, lo si deve ammettere, le responsabilità sono generali, coinvolgono tutti, dalla Presidenza ai dirigenti, dall'allenatore ai giocatori.

Responsabilità non vuol dire "colpe", dicevamo; non è questo il blog in cui ci si compiace di imbastire processi sommari, anche se la nostra delusione non è inferiore a quella di chi invece urla e sbraita.

Qui, questo è certo, non si leggerà mai l'auspicio del lancio di seggiolini.

Civilmente il tifo organizzato ha posto al Presidente alcune domande.

Quasi tutte retoriche. Qualcuna l'ho condivisa, qualche altra l'ho trovata piuttosto ingenua.

Per esempio quando si chiede perché non è stata fornita una spiegazione per l'allontanamento di Oriali.

Qualcuno ha mai sentito dire pubblicamente da una società: abbiamo sostituito X con Y perché pensiamo che X sia scarso e Y più bravo?

Sia che si tratti di un dirigente, di un allenatore, di un giocatore.

Nemmeno con Gasp o con Benny si è presentato ai giornali il Presidente a spiegare il perchè della sostituzione.

Non sto dicendo che la decisione sia stata giusta o sbagliata: Oriali non andava d'accordo con Branca, Ausilio era in ascesa e ha sicuramente delle grandi qualità.

Ausilio sarebbe andato a fare il direttore in una grande società e l'Inter ha preferito puntare su di lui.

Sostengo semplicemente che nessuna società spiega i motivi di una sostituzione di uomini e che comunque Oriali ha compiuto, in un'epoca in cui c'erano maggiori disponibilità finanziarie, una serie di acquisti sballati almeno pari a quella del tandem Branca-Ausilio.

E a quella di qualunque operatore del calcio.

Perché si parla di Silvestre, di Rocchi.

Ma nessuno parla di Lucio, di Bendtner, di Anelka.

O di alcuni "campioni" presi dal Milan.

Tra l'altro, spendendo ben di più.

L'obiezione è sempre: non mi interessano gli errori altrui.

Male, perché ti insegnerebbero che il calcio non è scienza esatta e anche i più grandi sbagliano molto.

A patto che non siano semplici tifosi. Noi non sbagliamo mai.

E nonostante questo, non ci pagano a milionate di euro. Misteri.

Detto ciò, di fronte a una situazione così degradata, soprattutto sul piano dei risultati, una sorta di mini rivoluzione si impone.

A partire dalla Presidenza, che se non è in grado di assicurare uno sforzo finanziario maggiore, deve impegnarsi urgentemente nell'assicurare un rifinanziamento attraverso l'ingresso di nuovi soci.

Considero finita anche l'esperienza di “governo” di Branca, se non di Ausilio.

Ho già detto che valuto molto positivamente il suo operato complessivo, anche sapendo di prendermi insulti e derisioni.

Tuttavia, in una situazione simile una svolta radicale è inevitabile.

Magari, attraverso l'affiancamento del direttore con un personaggio subentrante e la destinazione ad altri compiti del Cigno di Grosseto (questo perché il mercato è già in atto e ripartire da zero provocherebbe altri danni).

Sono inevitabili anche cambiamenti nel settore medico.

Il numero degli infortunati è elevatissimo e di certo Combi è responsabile di fratture, rotture di legamenti e persino lesioni muscolari.

Del resto, il recente grave infortunio subito dal ventitreenne Botta, appena chiuso il trasferimento all'Inter, conferma le responsabilità del nostro settore medico.

A parte gli scherzi, ripartiamo da capo, anche qui, eliminando un altro obiettivo che ormai divide i tifosi (non la stampa, compatta quando si tratta di trovare interisti da colpire).

Non voglio dare tutta la responsabilità ai preparatori, non conoscendo gli aspetti determinanti del loro operare.

Ma risulta abbastanza evidente che un esame molto approfondito andrà fatto da chi gestisce la società su questi aspetti.

E probabilmente, anche in questo caso, per ripartire con serenità e aspettative rinnovate, un cambiamento si renderà indispensabile.

Sul Mister. 

Sono e resto un suo grande sostenitore.

Non perché tengo per Stramaccioni.

Perché tengo per l'Inter e penso che Strama oggi sia il meglio possibile per la nostra società.

Però, in tempi non sospetti, avevo scritto che la sua permanenza era legata ai risultati: una catena di risultati negativi nelle ultime 10-12 partite di campionato (quelle successive all'eliminazione dall 'EL), anche con molte attenuanti, avrebbe compromesso la sua credibilità agli occhi di una parte importante del tifo.

Strama anche ieri ha fatto tutto al meglio, come sempre.

Ad eccezione della designazione del rigorista.

Alvarez è scivolato e quindi c'è stato il concorso della sfortuna, ma si doveva designare uno più solido emotivamente. Uno temprato dall'aver partecipato a mille battaglie.

I miei vicini di posto potrebbero testimoniare che allo stadio avevo facilmente previsto l'errore di esecuzione.

Strama ha anche confermato di conoscere perfettamente i suoi uomini, perché penso che tutti avremmo messo Splendly dopo l'infortunio di Jona. Lui ha messo Benassi terzino e, considerato il ruolo anomalo, Bena ha fatto... bene.

Ripartirei con Strama dunque, ma capisco che oggi la sua situazione è più pericolosa per lui.

Penso a qualche eventuale sconfitta nella fase iniziale del prossimo campionato (che è possibile, perché ci sarà una squadra da rifondare): scatterebbero subito le polemiche, su lui come su gli altri responsabili societari eventualmente non avvicendati.

O la società (cioè la Proprietà) in tutti questi casi ha delle convinzioni forti e positive ed è disposta a mettere in campo tutta la sua autorevolezza per difendere a spada tratta i confermati, oppure è meglio che si parta da nuovi personaggi.

Anche la squadra è da rivoluzionare.

Non si può più partire con dubbi: tizio è un'ala un centrocampista, un trequartista ? Può fare la punta? Oppure tizio un giorno è sufficiente un altro disastroso, chissà come sarà oggi se lo mando in campo? O ancora, tizio sa attaccare ma non copre, sa coprire ma non spinge, ecc.

No, ci vuole una squadra la cui base minima sia solida, dia certezze.

Una squadra in cui tutti i giocatori hanno un ruolo e dei compiti definiti, in cui chi si vuole recuperare sia solo un'alternativa a un titolare del tutto affidabile.

Una squadra che su una base solida e “operaia” innesti qualche ingegnere o architetto al posto giusto e con qualità indiscusse.

Non ci saranno alibi di eccessivi impegni, il prossimo anno.

Si deve partire con una rosa di giocatori sani ed affidabili e allora eventuali infortuni in eccesso avranno chiaramente un padre e una madre.

Basta avventure e rischi.

Se qualche giocatore, per motivi diversi non dà certezze, lo si sostituisca o lo si consideri alternativa a un titolare magari più scarso o più immaturo, ma anche più affidabile.

Non pretendo, da tifoso spero ragionevole, tutto e subito.

Pretendo passi avanti sicuri verso un cammino di ricostruzione che so necessariamente difficile e non immediato.

LA PARTITA E LE PAGELLE

Sicuramente sbaglio io, sono troppo affezionato ai miei canoni interpretativi, ma secondo me il match ha confermato opinioni che considero ormai radicate.

L'Inter al completo ha tre attaccanti molto bravi a fare la fase offensiva, ma quasi nulli nella fase difensiva.

Per un certo numero di partite, gli altri stanno dietro, cercano di marcare tutti, resistono e lanciano la palla avnti per Cassano che la difende e serve Milito o Palacio.

Qualche gol in questo modo viene e stando bloccati dietro si riesce a rimediare all'inferiorità numerica.

Poi, difensori e centrocampisti cominciano ad andare in crisi di condizione o a logorarsi, a partire dai più vecchi, ma non solo.

Quando vengono a mancare tanti difensori, tanti centrocampisti e tanti “non attaccanti” di riserva, è il tracollo.

Ma basta recuperare due centrocampisti (Cambiasso e Kuz) che conoscono il calcio e sono in buona condizione, perché il nostro centrocampo sappia tornare a macinare gioco e a costruire occasioni

Davanti purtroppo abbiamo attaccanti con molti difetti, soprattutto la mancanza di penetrazione devastante: Rocchi è bravvissimo ormai solo quasi nelle intenzioni; Alvarez va a corrente alternata e comunque non è un vero attaccante;  Guaro è una punta che parte da cinquanta metri, sempre in dribbling e quasi sempre si incarta.

Bastano comunque perché, con il sostegno di un centrocampo produttivo e la corsa dei due esterni si metta in difficoltà una squadra solida come la Lazio.

Il fatto è che però in tal modo ci si espone alle loro ripartenze: è inevitabile.

Anche perché un difensore centrale non sta bene ma deve giocare e l'altro è in calo di condizione.

I tre gol loro sono tutti casuali. Ma come tre indizi fanno una prova; tre circostanze sfortunate non fanno tanta sfortuna, ma fanno problemi di quadratura.

Ora, che le impressioni qui riportate siano fondate o meno, importa poco.

Per me si dovrebbero avere o tre grandi attaccanti, che giochino anche per la squadra, oppure ventidue cursori, di cui almeno a centrocampo e davanti, qualcuno baciato anche da Eupalla.

Importa invece che l'analisi di chi è preposto a trovare soluzioni sia adeguata e che ci siano i mezzi per porre rimedio ai limiti evidenziati in questa stagione.

Handanovic: una volta tanto prestazione insufficiente. 6 di stima

Jonathan: aveva cominciato benino, sostenendo l'attacco e facendosi tagliar fuori in fase difensiva solo una volta. SV

Ranocchia: anche su di lui è difficile esprimere un giudizo. Gioca da tempo imbottito di farmaci e di infiltrazioni. Da giudicare quando la sfiga sarà un ricordo. Da tifoso fazioso, sostengo che il rigore che lui avrebbe causato è inesistente.

Juan Jesus: in chiaro calo di condizione. Non ha più la concentrazione feroce esibita in certe situazioni. Si difende con la fisicità, ma qualche volta l'ho visto battuto in velocità da avversari non eccelsi. 6

Pereira: le sue pagelle sono una strage. Io l'ho visto molto bene. Autore del cross del gol (tutt'altro che facile) e di qualche altro traversone pericoloso, non è Robben o Ribery, è un terzino dotato di forza e di grande dinamismo che mette in campo con grande vantaggio per tutti.

Sapesse anche scherzare l'avversario in dribbling e suggerire palle gol da trequartista, non l'avremmo pagato 11 milioni, ma quaranta. 6.5

Kuzmanovic: molto meglio del solito. Prende più iniziative, è più inserito nel vivo del gioco. Non sarà mai un velocista, ma, se in condizione, è un valido componente della rosa. 6+

Kovacic: grande realtà e grandissima promessa. Sbaglia qualcosa per eccesso individuale, ma nella situazione è comprensibile.

Speriamo che non si scocci di giocare con compagni che, a parte Cambiasso, possono sostenere poco le sue giocate. 7.5

Cambiasso: rientra lui e il gioco della squadra migliora. Avere intelligenza calcistica, senso della posizione e giocate tecnicamente pregevoli, serve ancora a qualcosa, pare. 7

Alvarez: parte bene e sembra in giornata. Quando cominci a sperare, ti delude ricadendo nella lentezza esecutiva esasperante che lo caratterizza. Poi segna il gol e lo aspetti a una grossa conferma. Invece, scompare quasi, fino a sbagliare il rigore decisivo. Certo, anche con un po' di sfortuna, ma... 6-

Guarin: leggermente in ripresa rispetto alle ultime volte in cui l'avevamo visto. Più combattivo, più vivace. Con gli errori di sempre, però. In un paio di occasioni va anche vicino al gol, sempre su azioni personali insistite. 6

Rocchi: fa tutto quello che un giocatore di classe al termine della sua carriera può permettersi, con impegno e intelligenza, ma senza più la capacità di incidere a fondo. In qualche occasione ben sfruttata ha anche un pizzico di malasorte (questa volta reale). 6-

Benassi: gioca da terzino destro e si disimpegna bene, anche se, preoccupato di presidiare la zona, non fornisce la spinta offensiva di Jona. Mette minuti di serie A e quindi esperienza nelle gambe e nel cervello, e questo è importante. Sarebbe 6... ma è 6+ per aver giocato fuori ruolo

Pasa: dimostra subito che sa giocare a calcio con alcune giocate in disimpegno e ripartenza molto efficaci. Da sempre mi è stata chiara la differenza fra lui e Benassi: Simone ha un po' più di tecnica, di mestiere; Bena, molta più mobilità. Speriamo che i due si integrino... nella nostra prima squadra. 6+

Garritano: ecco il Garri che conoscevo. Bisogna considerare che ha disputato neppure quindici minuti, con gli altri stanchi, per cui il gap atletico si è visto di meno. Tuttavia, è apparso incisivo, caparbio, dotato di ottime qualità sul breve. E di personalità.

Vai Garri, devi crescere con calma, ma con la certezza che sei uno di quelli baciati, come scrivevo prima, da Eupalla.

Stramaccioni: con gli uomini a disposizione non si poteva fare di più.

Poi, certo, è colpa sua se Alvarez scivola sul rigore, se Handa fa autogol dopo un'uscita assurda e io penso anche se Jona si fa male.

Comunque un merito piccolo diamoglelo: oggi la squadra aveva ritrovato... l'identità. 6.5

Luciano Da Vite

Nella foto, istantanea di un tracollo: Ricky Alvarez, dopo il rigore fallito con piroetta. Serve altro?