La leva calcistica del '98.

La conquista dello scudetto di categoria, come si è detto più volte, è il frutto del lavoro di tutti: società, allenatore, preparatore e giocatori.

Sul piano dell’organico infatti, soprattutto dopo gli infortuni di Braidich e Opoku, non eravamo i più forti, come d’abitudine; diciamo che potevamo giocarcela, questo sì.

Diversi ragazzi nel corso della stagione hanno realizzato importanti progressi e soprattutto si è formato il gruppo, coeso e ben motivato.

Nei prossimi due anni, questa squadra dovrà venir adeguatamente rafforzata, se vorremo presentarci come protagonisti nella lotta per lo scudetto allievi, anticamera per il lancio nel calcio che conta.

Proviamo ad esaminare, senza pretese di verità, ma in modo impressionistico come si addice a dei semplici tifosi,  il cammino percorso nell’annata dai singoli appartenenti alla rosa.

I portieri

Pissardo: “Pisso” si è confermato un portiere di grande affidamento e di sicuro livello. Straordinariamente reattivo tra i pali, determinato e potente nelle uscite.

Il ragazzo ha una personalità esuberante, qualche volta sembra persino eccessivamente guascone.

Si dice che per un portiere questo sia un pregio. In fondo non era così anche il grande Walter? 

E allora auguriamogli di ripeterne anche solo in parte le gesta.

Radaelli: lo sviluppo fisico e atletico di “Rada” è probabilmente meno precoce rispetto a quello di Pissardo, ma i margini di miglioramento possibili sembrano importanti.

Ogni volta che  è stato chiamato in causa ha infatti fornito prestazioni apprezzabili e i suoi progressi sono costanti.

Al momento ha forse meno potenza del suo compagno, ma sta lavorando con impegno e serietà che lasciano bene sperare.

Corona: un po' oscurato dai due titolari, Corona, che il sito ufficiale dell'Inter continua a considerare... un attaccante, ha bisogno di andare a giocare, per mettere alla prova le sue doti e progredire come merita.

I difensori

Facchinetti: per il posto di terzino destro era una gara a quattro; oltre a “Facco” vi hanno concorso anche Giovannelli, Granziera e Chiarion.

Alla fine l'ha spuntata lui. Un giocatore tutto sostanza.

A me ricorda un po' Donati, per la compattezza del fisico, l'applicazione feroce, la grinta e anche per la buona capacità di spinta.

Il prossimo anno arriverà un concorrente in più, nel suo ruolo.

Ma Facco sarà lì a lottare.

E spodestarlo sarà difficile per tutti.

Mattioli: giocatore dalla struttura fisica armonica, possiede tecnica raffinata, con piede non da difensore.

“Mattio” durante la stagione qualche volta ha abusato di questa proprietà tecnica, prendendosi dei rischi che non si addicono a quella posizione di gioco.

Nelle finali invece è sempre stato concentratissimo, non ha sbagliato nulla e ha il merito del gol che ha eliminato la rivale più pericolosa.

Sicuramente potrebbe giocare anche da mediano ma, se dovesse rafforzarsi muscolarmente, nel ruolo attuale può veramente percorrere tanta strada.

Granziera: stagione strepitosa per il Beckembauer de noantri.

Ricordo le prime prestazioni: si vedeva che c'erano potenzialità importanti, ma anche un po' di insicurezza, qualche difficoltà a coordinare e rendere reattivo un fisico importante.

Ha girato un po' tutti i ruoli: centrocampista, difensore centrale, anche esterno difensivo.

Poi si è affermato da centrale ed è andato sempre migliorando.

Probabilmente è stato uno di quelli cresciuti in modo più significativo.

Forse ha qualche responsabilità sul gol della Roma, in finale, ma si tratta di dettagli nel contesto di una serie di prove positivissime.

Accetto scommesse sul suo futuro.

Merlini: ottima stagione, ricca di conferme per il rosso centrale bresciano, almeno fino all'infortunio che lo ha un po' tagliato fuori dal finale di stagione. “Merlo” ha un fisico possente sul quale a mio parere deve molto lavorare, per acquisire maggior rapidità e agilità.

E' uno dei non numerosi nazionali di questa squadra e questo dice tutto sulle sue doti.

Serietà e impegno costante, oltre alle buone doti tecniche gli permetteranno di perfezionarsi e raggiungere livelli importanti

Cagnano: stagione altalenante per “Cagna”, fino al boom finale.

All'inizio ha un po' sofferto per una condizione non ottimale, accompagnata da qualche infortunio e per la concorrenza di Picozzi la quale  in qualche modo è sembrata condizionarlo.

Ritrovata la condizione, si è prodotto in un finale all'altezza delle sue possibilità dopo aver guadagnato definitivamente il posto di titolare.

Ha un ottimo sinistro, percorre la fascia con facilità ed è abile nelle diagonali difensive.

Contro la Roma ha un po' sofferto lo spunto di un avversario dalla grande progressione, ma intelligentemente ha saputo costringerlo verso l'esterno, o anticiparlo, limitando i danni.

Chiarion: non ha giocato tantissimo, ma facciamo così… anche per lui  accetto sin da ora scommesse sul suo futuro.

Impostato da centrocampista, persino da trequartista per il suo buon piede, “Chiario” secondo me (e non solo) ha grandi prospettive come giocatore di fascia: fisico armonioso, che può solo migliorare, facilità di corsa e buona tecnica.

Ne riparleremo fra un paio d'anni.

Giovannelli: giocatore prezioso. Un po' chiuso dalla concorrenza, ma non per questo meno meritevole degli altri.

Quando è stato chiamato in causa si è disimpegnato in modo positivo e non è facile, giocando poco.

Con l’arrivo di un altro esterno destro basso, è probabile che sia mandato in prestito per  giocare.

Ma credo che l'Inter vorrà tenerlo in qualche modo legato per verificarne i progressi nel tempo.

El Badaoui: fisico importante, piedi ancora da educare e al momento una certa lentezza, per il ruolo.

Ma anche, secondo me, tante potenzialità ancora da sviluppare. 

Alla sua età Bianchetti, per dire uno che ha una struttura atletica in qualche modo avvicinabile, non era più forte di lui.

Non ha giocato molto, ma sarebbe titolare in quasi tutte le formazioni di giovanissimi.

Anche in questo caso giudizio da rivedere tra un paio di anni.

Archita: altro centrale difensivo un po' sacrificato sull'altare della grande qualità dei tre titolari. 

Può giocare anche da esterno, ma forse ha un fisico troppo massiccio per quei ruoli.

Possiede infatti una grande forza fisica ma ha necessità di progredire sul piano tecnico e dell'agilità.

Anche lui, da rivedere più avanti.

Picozzi:  si è ripreso bene dopo una precedente  stagione sfortunata e ha mostrato buone doti arrivando a contendere il posto di titolare a Cagna. Fisico possente, tende ad attaccare la fascia più del difensore di Mariano, ma probabilmente dà meno sicurezza nei rientri e nella copertura.

Si è dimostrato comunque un giocatore affidabile e di rendimento.

I centrocampisti

Donnarumma: “Donna” è stato senza dubbio l’elemento equilibratore del gioco.

Agendo da play basso ha garantito copertura alla difesa e nel contempo ha assicurato rapidità allo sviluppo delle ripartenze.

Ha l’intelligenza calcistica tipica del regista, possiede i tempi giusti, ha visione di gioco e abilità nello scambio breve.

Non è un mostro nella progressione e questo è forse l’unico suo limite, al parziale superamento del quale sono legati i pochi  dubbi sugli sbocchi finali della sua carriera.

Al momento occorre restringergli gli spazi attorno: non è un caso che la squadra sia salita di tono quando al suo fianco il tecnico Buglio è stato sostituito da quel potente incontrista che è Nouman.

Con loro due davanti alla difesa e  con gli esterni che tornavano, da un lato Mel ha potuto attaccare di più, dall’altro la difesa è risultata impermeabile (un solo gol subito nelle ultime 4 partite di finale + supplementari)

Taufer:  giocatore di straordinaria qualità e personalità.

Autentico leader, trascina i compagni con il suo impegno generosissimo, che esercita in ogni parte del campo.

Si può considerare infatti un tuttocampista: ha piede straordinariamente educato per cui può giocare da trequartista, persino da esterno, da mediano e da play basso.

Vede il gioco come pochi e la sua intelligenza calcistica unita a una mobilità e a una resistenza senza uguali gli consentono di essere sempre nel posto necessario.

E’ emerso con prepotenza nelle finali e ha fatto benissimo anche in nazionale, giocando sotto età.

Grande personalità e serietà anche fuori dal campo.

Ho solo un piccolo dubbio che esprimo quasi per scaramanzia: in prospettiva deve potenziarsi senza perdere agilità: tra i professionisti l’agilità da sola potrebbe non bastare per emergere ai livelli sperati.

Nouman: atleticamente è il contrario di Mel: fisico massiccio, grande potenza e poca agilità.

Al momento è un centrocampista di quantità e non di qualità, anche se, per esempio, nelle finali ha realizzato un gol-gioiello e suo è stato il bellissimo assist per la rete  di Mel, contro la Roma.

Deve lavorare molto, sia sul fisico sia sul palleggio, ma a me sembra che abbia margini di miglioramento piuttosto interessanti.

Il suo apporto nella fase cruciale è stato prezioso.

Buglio:  centrocampista di buona tecnica, più portato ad attaccare che a difendere: preferisce partire da sinistra e accentrasi per tentare la conclusione (in campionato ha realizzato quattro gol, senza essere titolare fisso).

Non è velocissimo e credo debba migliorare come incontrista, invece è abile in fase di possesso palla e sa esprimere giocate fantasiose.

Con lui terzo centrocampista la squadra mi è sembrata un po’ troppo esposta ai contrattacchi avversari, per mancanza di peso, ma si tratta di una questione di assortimento e non di un limite individuale

Moleri: mediano o ancora meglio esterno di centrocampo, il giovane lecchese ha nella corsa e nelle buone capacità tecniche le sue doti migliori.

Non ha avuto un positivo inizio di campionato, forse per le conseguenze psicologiche di un arretramento a “seconda linea”, che non corrispondeva alle sue prestazioni passate.

Poi si è rinfrancato, nel finale è stato impiegato con più continuità ed è ritornato al rendimento che gli è consueto.

Non a caso le sue due reti sono state realizzate entrambe nelle ultime partite.

Come diversi giocatori di questa squadra, potrà essere meglio valutato a maturazione fisica e atletica più avanzata.

Gli attaccanti

Goury: una buona stagione per il tornante destro della squadra di Cauet, testimoniata  anche dalle dieci segnature al suo attivo in campionato.

Velocissimo (Alain è campione nazionale di categoria nella velocità), è difficilmente contenibile quando accelera e nello stesso tempo riesce a garantire continuità e puntualità nella copertura.

Tecnicamente è più che discreto, con molti margini di miglioramento.

Sa andare sul fondo per il cross o anche tagliare al centro per provare la soluzione personale.

Il suo contributo al successo finale si deve ritenere importante, anche considerando che aveva appena ritrovato la condizione dopo un fastidioso infortunio

Traoré: Abdou è un giocatore ben conosciuto dai frequentatori del blog, al quale ha rilasciato a suo tempo una lunga intervista di presentazione, per così dire.

E’ un 2000 e ha iniziato la stagione con i ’99, realizzando 16 reti e risultando, ancora a campionato concluso, il capocannoniere.

Negli ultimi mesi della stagione è stato promosso tra i nazionali, anche per ovviare alle contemporanee assenze di Jus e Braidich.

Dopo qualche partita di assestamento, si è imposto anche in questa categoria, dove sconta due anni di differenza. Ha segnato tra l’altro un gol importante nella fase finale a Chianciano.

In effetti proprio con i ’98 Abdou ha secondo me mostrato il meglio delle sue doti. Velocissimo, fantasioso in alcune giocate, in possesso di un gran tiro, ha imparato a giocare con e per la squadra, agendo da punta unica, capace di dettare il passaggio in profondità per tentare la soluzione personale oppure di fare da pivot, spalle alla porta per servire i compagni. Si è distinto anche sulle palle alte, con spizzate interessanti o con l’inserimento per la conclusione in porta.

Sbaglia ancora tantissimo sotto porta: quasi per lui è più facile segnare nelle occasioni di estrema difficoltà piuttosto che quando si trova davanti alla porta.

Deve lavorare molto e migliorare soprattutto in freddezza, ma è un giocatore da seguire con interesse.

Piscopo: quando ho letto la formazione che avrebbe giocato la prima partita della Final Eight, contro il Padova e ho visto che non c’era Reno, ho pensato che il mister avesse preso… un colpo di calore. 

Piscopo è l’unico attaccante “cattivo” che abbiamo, l’unico che cerca di offendere con feroce determinazione.

Poi ho saputo che era assente perché in quel giorno aveva gli esami. E infatti, dopo il rientro, non è più uscito.

Non ha un gran fisico, l’australiano di Napoli, ma svolge una mole di lavoro enorme, coprendo la fascia e puntando la porta avversaria verticalmente.

Possiede un ottimo tiro, come provano i 14 gol realizzati nel girone, sebbene, ripeto, si spenda molto anche in fase di recupero.

Anche per lui, l’unico problema  è l’evoluzione atletica che si produrrà nei prossimi anni

Vago: il talento di Loris è inarrivabile. Con il suo piede fatato mette la palla dove vuole, calciandola anche con forza. Pochissimi giocatori del nostro settore giovanile hanno la sua tecnica e la sua fantasia.

Se è in giornata è in grado di distruggere qualunque difesa.

Troppo spesso però sembra indolente, svogliato e in ogni caso non ha continuità.

Anche in allenamento mi è capitato di vedere un’applicazione di certo non strenua.

Forse sono impressioni sbagliate, colte dall’esterno.

In ogni caso, Loris sa che la sua carriera è a una svolta.

Ora dipende tutto da lui.

Eupalla l’ha riempito di doni prodigiosi. Se decide di sacrificarsi con determinazione  e costanza ne potrà cogliere i frutti.

Altrimenti vedrà progredire gli altri.

Il suo futuro è nelle sue mani.

Anzi, nella sua testa e nel suo cuore.

Noi possiamo solo fare un tifo sfrenato.

Braidich: una stagione molto sfortunata per il giocatore che in partenza costituiva l’unica nostra punta centrale: un grave infortunio l’ha messo quasi subito fuori gioco e anche dopo il rientro, nella tarda primavera, ha logicamente faticato a trovare la condizione ottimale.

Un anno perso, dunque per il giovane attaccante che nella prossima stagione dovrà lavorare al massimo con entusiasmo e spirito di sacrificio, per recuperare il terreno perduto

Russo: prove molto incoraggianti nella Final Eight per il giovanissimo esterno napoletano (’99). Conoscevamo tutti la sua tecnica superiore, il dribbling, la velocità, anche un certo eccesso di individualismo.

Come Traoré, giocando con i più grandi è apparso molto responsabilizzato.

E soprattutto ha mostrato una personalità davvero incoraggiante, battendosi senza paura e fornendo un contributo importante alla nostra manovra offensiva.

Sarebbe bello se il prossimo anno fosse il secondo interista (dopo Mel) a vincere per due anni consecutivi il titolo dei Giovanissimi.

Opoku: Jus  ha giocato poco a causa del grave infortunio, ma come sappiamo con 21 reti è stato comunque il capocannoniere. E’ un istintivo, ha difetti caratteriali, ma resta il giocatore più decisivo di tutto il torneo.

Se Cutrone è il Pontefice,  Jus è il suo… diretto superiore.

Diciamo Eupalla in persona, per non essere blasfemi.

Torna presto,  Jus. Abbiamo vinto anche senza di te, ma ci sei mancato…

L’allenatore

Cauet: diciamo la verità, le prime prestazioni della squadra avevano alimentato un certo scetticismo sull’operato del mister, almeno tra i tifosi.

Il gruppo era quello che lo scorso anno dominava in Europa e aveva ricevuto qualche rinforzo non da poco, come Mattioli, Granziera, Donnarumma Piscopo, Buglio, ecc.

Invece è stato eliminato dal Novara allo Scirea, non si è qualificato per la Nike Cup, ha perso con il Chievo all’Annovazzi, ha perso i due derby di campionato ed è finito solo secondo nel girone.

C’è stata sicuramente della sfortuna in alcune di queste prove insoddisfacenti, ma soprattutto c’erano, come si è visto poi, dei lavori in corso.

Benoit  ama il possesso palla e il gioco offensivo, ma la squadra, soprattutto dopo aver perso Jus sembrava stentare a seguirlo.

In particolare il centrocampo appariva talentuoso ma troppo leggero e se a questo si aggiunge che non sempre la scelta degli esterni ricadeva su giocatori in grado di garantire la necessaria copertura, era inevitabile che si soffrisse.

Poi la condizione della squadra è cresciuta, alcuni concetti tattici sono stati meglio assimilati, la difesa ha trovato il suo assetto ideale; il centrocampo con l’utilizzo di Nouman ha aumentato il suo peso.

Davanti Traoré si è rivelato la miglior soluzione e sulle fasce sono stati schierati giocatori che assicuravano recupero e continuità.

Probabilmente non era più la squadra che il mister aveva in mente, ma risultava tremendamente più efficace, giocando anche più di rimessa, il che non è reato, checché ne pensino i milanisti delusi e sconfitti.

Il mister ha insomma dimostrato di saper cambiare in corsa, adattando gli schemi agli uomini e non viceversa.

E ha saputo gestire il gruppo portandolo compatto e convinto alle esibizioni decisive.

Se saprà ripetersi anche il prossimo anno, in una categoria ancora più complicata, potremo dire che la rinomata scuola di allenatori giovanili dell’Inter ha trovato un nuovo grande interprete.

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it), la formazione nerazzurra scesa in campo nella finale del campionato Giovanissimi Nazionali 2013.