Tre attaccanti? Si. Può. Fare!

Il contropiedista HH ne schierava cinque:

Jair, Mazzola, Peirò, Corso e Facchetti.

 

A distanza di alcune ora dal match di Torino, mi piace ritornare su qualche concetto che mi sta a cuore e che la partita stessa mi sembra abbia confermato.

Naturalmente non ho la pretesa di asserire il vero: semplicemente esprimo un'opinione da tifoso.

L'unico problema che un allenatore nella preparazione del match si deve porre, a mio parere, è questo: considerata la rosa a disposizione, cioè le qualità dei miei giocatori, come faccio a mettere in campo una squadra che abbia equilibrio?

Prima naturalmente ci si deve chiarire che cosa significhi equilibrio.

Sono convinto che equilibrio significhi questo: quando attacco devo avere un numero di giocatori con capacità offensive sufficiente per poter far male.

Quando difendo devo evitare una situazione di superiorità numerica degli avversari.

Se ho tre uomini in attacco e quattro a centrocampo, mentre gli avversari ne hanno cinque e sono in situazione di possesso palla, i miei tre attaccanti sono inutili e i miei quattro centrocampisti vengono travolti. E di conseguenza pure i difensori.

Da questo punto di vista il numero degli attaccanti “ufficiali”, così come il numero dei centrocampisti e persino il numero dei difensori è del tutto ininfluente.

L'Inter per esempio prende meno gol (parlo di quelli regolari...) da quando ha solo tre difensori.

Oppure cinque, dipende dai punti di vista, cioè dai “momenti”, dalle situazioni.

Prima che cominciasse a vincere, all'inizio dell'esperimento “difesa a tre” sentivamo solo critiche per una scelta di schierare “cinque terzini” e sì, perché Zanetti e Naga terzini sono.

Solo che non giocano da terzini.

Perché hanno caratteristiche tecnico-atletiche che consentono loro di essere in campo, secondo necessità, in posizione di terzini, di mediani e persino di ali. Naga ultimamente arriva addirittura spesso al tiro.

Se hai Zanetti, Naga, Pereira, puoi permetterti questa cosa. Se come terzini hai Bergomi o Ferrara, no.

In mezzo al campo e davanti è esattamente la stessa situazione: se hai Brehme, terzino-ala e due mediani-attaccanti come Berti e Lothar, puoi tranquillamente schierare due punte sole, mettendo sulla destra un mediano equilibratore (Bianchi), davanti a un terzino incontrista puro (Bergomi, appunto).

Tanto, quando attacchi, gli attaccanti sono 5 (Breheme, Berti, Lothar, Serena e Diaz) e quando difendi i difensori sono 4 e i centrocampisti 4 (con in più il fatto che vinci il derby contro il miglior Milan di sempre perché Serena si allarga a disturbare il terzino milanista, in fase di non possesso: quasi un 451.)

Non voglio andare ai tempi di HH, che molti amici non hanno vissuto. Ma con Mou accadeva l'opposto, anche se solo in teoria, perché gli effetti erano identici.

Infatti il numero di attaccanti era elevatissimo: di solito avevamo in campo Pandev, Wes, Milito e Eto'o.

Ma quando attaccavamo si aggiungevano Maicon e uno tra Cambiasso e Motta.

Solo che quando perdevamo palla Eto'o era sulla linea dei terzini, Pandev faceva lo stesso dall'altra parte e spesso Milito si trovava più arretrato di Wes, a dare una mano.

Si formava una specie di 4411.

In entrambe le situazioni mi sembra che siamo stati abbastanza... letali.

Il fatto è che A PARTIRE DALLE CARATTERISTICHE DEGLI UOMINI A DISPOSIZIONE, I DUE ALLENATORI ERANO RIUSCITI A DARE EQUILIBRIO ALLA SQUADRA, NELLE FASI DI POSSESSO E NON POSSESSO.

Chi aveva centrocampisti incursori schierava meno attaccanti (che tra l'altro erano meno inclini ai rientri); chi aveva attaccanti capaci e determinati a ripiegare e ad aiutare, schierava più attaccanti.

Risultato: entrambi vincevano.

Nel pre-partita con la juve, scrivevo che personalmente, avessi dovuto scegliere, sarei stato incerto sulla soluzione con due attaccanti e Guaro in una mediana a 5 o sui tre attaccanti, con fuori Guaro.

Ma in ogni caso ero tranquillo, l'ho scritto, perché sapevo Strama avrebbe fatto la scelta migliore, partendo dall'esigenza imprescindibile di assicurare equilibrio e dalla conoscenza approfondita delle potenzialità dei suoi uomini.

I miei dubbi nascevano dal fatto che non frequento gli allenamenti: sapevo pertanto che Cassano non garantiva ritorni.

Che Milito è più generoso, ma è anche l'unico che potesse dare profondità alle contro offensive, dunque il suo aiuto doveva essere limitato a situazioni eccezionali.

Sapevo che a Palacio si poteva chiedere il doppio lavoro, ma non sapevo con quale intnsità continuità e profondità (di rientro; Palacio in un paio di occasioni, su azioni manovrate – non su calcio piazzato -, si è trovato a sbrogliare situazioni difficili nei pressi di Handa).

Strama, che ne conosce meglio le possibilità atletiche e mentali, sapeva di potergli affidare questo compito.

In ogni caso, viste le doti espresse da Palacio, entrambe le situazioni avrebbero garantito equilibrio, come dimostrano i fatti accaduti:

con tre punte e senza Guaro abbiamo fatto uno a uno, in un'ora di gioco; con due punte e Guaro 1-0 per noi, in un quarto d'ora circa. Addirittura con una punta, Guaro e un centrocampista in più, ancora 1-0 per noi, nel finale

Insomma, secondo me se hai attaccanti poco disposti o poco idonei al sacrificio, devi metterne pochi e avere più centrocampisti incursori (magari anche terzini); se hai attaccanti con diverse caratteristiche, puoi metterne quanti ne vuoi, ma naturalmente dovrai schierare più centrocampisti “posissionali” e incontristi.

Per quesi motivi non sono tranquillissimo circa il ritorno di Wes.

Intendiamoci, Wes è ancora oggi uno dei pochissimi fuoriclasse di cui almeno potenzialmente disponiamo, dunque è una grande risorsa, non un problema.

Io però ho un timore, non una certezza: che l'Olandese non abbia le caratteristiche fisiche e mentali (non che non voglia, è un discorso diverso) per fare il doppio lavoro.

E nella zona del campo che lui copre, questo è indispensabile.

O quasi.

Nel senso che Wes potrebbe anche sostituire Cassano, garantendo a quel punto persino un po' più di mobilità e recupero. Però sarebbe necessario che Palacio si sacrificasse stabilmente, cosa che l'argentino ha si dimostrato di poter fare, ma ha anche dimostrato che quando si presenta in area può farti due gol alla juve, a Torino (poi, vabbe' uno era in fuorigioco per il codino pendulo..)

E in ogni caso questa soluzione potrebbe aprire dei contenziosi con Cassano. Tutti da gestire.

C'è anche l'ipotesi che abbiano ragione i sostenitori della capacità di Wes di fare il centrocampista, perché così farebbe con gli Oranje.

Sono convinto del contrario, ma se fosse così ne sarei lieto, perché avremmo un problema in meno.

Essendo convinto del contrario, ritengo fondamentale l'arrivo di un altro centrocampista incursore, come potrebbe essere Paulinho, che si aggiungerebbe a Guaro e a Cambiasso (con più corsa e meno fosforo rispetto a quest'ultimo) assicurando una forte alternativa in un ruolo di grande usura.

Anche perché le nostre punte vere non sono tante: anzi sono solo due; tre se consideriamo punta anche Cassano.

Non sempre saranno tutti e tre a disposizione e tutti tre al massimo della forma.

Quando ne giocheranno due, o anche una sola, avere dei centrocampisti offensivi in più potrebbe essere determinante: in tutte le altre occasioni ti permetterebbe di scegliere il meglio e avere più opzioni è meglio che essere costretti a scelte obbligate.

Naturalmente c'è sempre l'ipotesi di schierare Livaja, al posto, per esempio, di un Milito, mantenendo inalterato l'attacco a tre.

A parte gli scherzi, bisognerebbe pensare sin da ora, magari senza prenderla subito, a una punta centrale che possa progressivamente sostituire Milito.

Sarà molto difficile, ma proprio per questo sarebbe indispensabile pensarci e muoversi per tempo, secondo me.

Senza precorrere i tempi sui Longo e sui Livaja, che potranno essere valutati con maggior cognizione fra un paio d'anni almeno.

Ma qui siamo nel campo del futuro e invece dobbiamo tornare con i piedi per terra, perché in settimana ci aspettano altre due partite impegnative e i giudizi, nel calcio, sono spesso scritti sull'acqua.

Tocco ferro e tutto quanto è possibile, in funzione scaramantica, ma conoscendo il tifoso interista e in generale l'ambiente piuttosto umorale che circonda la squadra, basterebbe una battuta d'arresto per scatenare nuove polemiche.

Anche se il timone, questa volta, è decisamente in mano a un mister di feroce determinazione e saldezza.

Luciano 

Nella foto: Gene Wilder, noto interista, reagisce così al gol di Palacio di sabato sera: ha appena realizzato che la convivenza tra Antonio Cassano, Diego Milito e Rodrigo Palacio è possibile, attenendosi ad alcune condizioni. Per fortuna Strama c'è arrivato prima...