Inter-Genoa 2-0: buona la prima!

Handanovic: erano secoli che non lo si vedeva così inoperoso... S.V.

Campagnaro: creatura tutta mazzarriana e in quanto tale incarna tutti i pregi (abbastanza rispetto a 4-5 mesi or sono) e difetti (pochi al momento) dell'idea calcistica del tecnico di San Vincenzo. Cresce nella ripresa e dei tre centrali è l'unico ad abbozzare un'impostazione di gioco da dietro, facilitato nel compito da un Bertolacci fuor d'acqua che non scivola in mediana così come fa Santana sul lato di Juan Jesus e Nagatomo. Rendimento continuo anche se ad un certo punto sembra guidato più dall'istinto che dalla ragione (tattica). 6.5

Ranocchia: si piazza fra Campagnaro e Juan Jesus e se Gilardino si vede solo in qualche sponda il merito è soprattutto suo. Da valutare nel ruolo di ultimo baluardo difensivo contro una punta alla quale verrà data maggiore assistenza. Per il resto ci si accorge della sua presenza sui calci da fermo che nel giro palla, che è lento e prevedibile. 6+

Juan Jesus: così come successo col Cittadella gli capita il cliente più scomodo sulla carta ma soffre meno Santana di Di Roberto perché ha una buona copertura dal centrocampo e fa valere al solito un fisico che ha ben pochi eguali in Italia. Ha bisogno di crescere di condizione e capire che la palla va anche gestita e non sparacchiata, soprattutto quando davanti manca Icardi. 6

Jonathan: sale con continuità e prova pure a pescare il jolly, dimostrando discreta personalità dopo un inizio d'avventura interista ricco di incognite. Probabilmente è l'unico a calare nella ripresa, in cui piazza il cross del vantaggio (deviazione determinante di Antonelli) e una mancata diagonale che poteva costarci cara. 6

Guarin: inizio sulla falsariga dello scorso campionato, con troppi indugi e inutili protagonisti. Poi come un Hulk de noantri si straccia il costume da incompiuto e metti in mostra muscoli, rabbia e colpi da fuoriclasse. 6.5

Cambiasso: se non fosse per la riconoscibile pelata non diresti nemmeno che è in campo. Questa volta nemmeno la sua diligenza tattica lo aiuta, finendo per schiacciarsi inutilmente sui nostri centrali e nascondersi sia in fase d'appoggio che in contrasto. Le quattrocento presenze con la maglia dell'Inter, ahinoi, si sentono tutte. 5

Kuzmanovic: la sua presenza stupisce gran parte dei tifosi ma sulla carta la mossa ha lo scopo di risparmiare Kovacic, di consentire ad Alvarez di togliere punti di riferimento ad un Genoa che avrebbe giocato con 10 uomini dietro la linea della palla e di dare equilibrio in mezzo. Un po' di braccino corto del mister si nota ma, alla prima giornata e ripensando alla psicologia di una squadra arrivata nona e sfibrata, ci può stare. Infatti, la mossa riesce a metà perché se da un lato non si soffre nulla, dall'altro il serbo mostra una preoccupante involuzione. Prova a dare il suo contributo ma non ha il cambio di passo e la visione di un gioco necessario per essere una mezzala utile alla causa. 5+

Nagatomo: è visibilmente fuori condizione. Sarà la Confederations Cup, lo stop per i guai al ginocchio, un lavoro da esterno del quale non riesce ancora a capirne le possibilità ma il giapponese non ingrana. Al momento il gol che apre le danze può bastare. In seguito c'è bisogno d'altro perché dalle fasce nascono gran parte delle trame offensive dei sistemi di gioco di Mazzarri. Ed è proprio in casa, contro squadre che si chiudono e che inevitabilmente soffriremo per natura, che deve ingranare la marcia. 5.5

Alvarez: meglio da interno che da seconda punta mobile. Accanto a Kovacic acquista maggiore sicurezza e anche se lascia qualche spazio in più ai genoani si batte, riconquista palla e ribalta l'azione aumentando di colpo la pericolosità della squadra. Se si conferma a questi livelli urge trovargli un posto senza mettere a rischio la compattezza di squadra. 6.5

Palacio: non può fare il terminale offensivo unico, ancor più contro una squadra che si dispone con due file di quattro in linea molto strette fra loro. È vero anche Alvarez nel primo tempo gli gira troppo intorno e dagli interno di centrocampo non riceve quasi mai una mano. Con Icardi che gli porta via un po' di pressione e potendosi rinculare con più libertà, aumenta il proprio raggio d'azione e la squadre sboccia a poco a poco come un fiore in primavera. Messo in condizione di segnare non si fa mai pregare e chiude il conto. 6+

Kovacic: sale sul palco, prende la bacchetta e dirige l'orchestra meglio di un Toscanini. C'è poco da fare: con lui è tutt'altra musica. 6.5

Icardi: non era al meglio ma per come incide sul match sembra quasi un insulto tenerlo in panca. Alto e grosso com'è mette in cantiere la grazia e si mette a far sportellate con tutti. Ha movimenti da bomber di razza ma deve crescere ancora, anche perché non ci sarà sempre una traversa a bloccarne lo sviluppo. 6+

Taider: pochi minuti ma in una delle due occasioni in cui viene chiamato in casa si avventa sull'avversario e se ne libera con la foga di un medianaccio e i piedi da raffinato centrocampista moderno. È solo una porticina ma tutti ci auguriamo che dietro di essa ci sia un paese delle meraviglie. S.V.

Mazzarri: un match che è una sorta di vademecum contenente i segreti del suo mestieri. Compattezza, grande collaborazione fra gli interpreti, ritmo e problemi quando gli spazi sono intasati. Detto questo, buona la prima, mister. 6.5

Nello Luciano

Nella foto (© inter.it) l'esultanza della squadra dopo il gol del raddoppio.