Inter-Chievo 1-0: stiamo tornando?

Ho sentito e letto giudizi contrastanti sulla prova dell'Inter contro il Chievo. 

Chi è abbastanza soddisfatto (personalmente sono tra questi) e chi invece vede una squadra ancora in difficoltà. Sul piano dei risultati ci sono alcune cifre che sembrano indiscutibili. 

In sei giornate di campionato avevamo fatto 4 punti;  media 0,66 sei punti a partita. 

Oggi, solo in una, ne abbiamo conquistati tre. 

In sei giornate avevamo subito 13 gol; media 2,1 gol a partita. Con il Chievo, zero gol subiti (che si aggiungono agli zero gol subiti a Lille). 

A Lille e con il Chievo due vittorie consecutive, per 1-0, schierando la stessa formazione. Segno che comincia a esserci una certa logica di squadra. 

Naturalmente il confronto delle fredde cifre è poco significativo, perché si tratta di una sola partita (o anche due aggiungendoci la trasferta in Francia): le cifre sono indicative solo le se le grandezze sono ben più consistenti. E infatti il giudizio è provvisorio. Ma la sensazione, o forse qualcosa di più, è che effettivamente si stia imboccando una strada ancora in salita, ma libera da alcuni ostacoli che la rendevano ancor più difficile da percorrere. 

Dico subito la mia opinione: per la seconda volta quest'anno ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte a una squadra vera, a un gruppo compatto, con tutti gli uomini al loro giusto posto, con individualità almeno sufficienti in tutti i ruoli. 

Mi è parso che non si sia subita la velocità e l'aggressività degli avversari e che si siano giocati due tempi entrambi di buon livello. Ho visto una squadra capace di manovrare con buona qualità, quasi come un complesso di vertice. Si potranno  velocizzare certe azioni, migliorare certe soluzioni, ma le capacità di chiudere le iniziative avversarie, di ripartire con azioni ben congegnate, almeno fino alla tre quarti, mi sono sembrate già piuttosto soddisfacenti.

A parer mio mancano, per diventare una squadra da primato,  alcuni particolari di organizzazione che si potranno costruire con il lavoro, e soprattutto la punta che fa davvero la differenza, con continuità. Il giocatore da 30 gol, quello che avevamo e che sfruttando al meglio la saggia disposizione tattica, l'equilibrio, la buona manovra collettiva ci ha permesso di vincere campionati e altre cosette. Ci manca in sostanza un Ibra. O un Eto'o. O anche solo il Milito del triplete. Perché se avessimo avuto quel tipo di giocatore, oggi avremmo chiuso la pratica con un certo anticipo. E potremmo andare a giocare le partite con le rivali più accreditate con assoluta fiducia. Il Pazzo e Zarate hanno fatto abbastanza bene, per carità. Ma restano attaccanti di livello decisamente diverso da quelli citati. Attaccanti splendidi per una sqaudra da metà classifica. Ottimi anche come complemento in una squadra di vertice. Ma non punte di diamante, arme letali, cecchini infallibili capaci di ripetersi con implacabile continuità nell'arco di 50 partite. La mia impressione è proprio che per tornare all'eccellenza manchi soprattutto qualcosa davanti. La difesa secondo me, ben protetta ha retto ottimamente, lasciando molto poco agli avversari. E potremo recuperare giocatori importanti che si aggiungeranno a questo pacchetto finalmente affidabile. Il centrocampo mi ha fatto pensare ai tifosi “sapienti”: ricordate gli insulti a Leo, “non allenatore”, per aver schierato Motta perno basso e Cambiasso mediano? Bene, ora Ranieri fa la stessa cosa: che l'insipienza tecnico tattica sia contagiosa sulla panca nerazzurra? Motta dietro è un rischio, poche storie. Nei primi minuti ha perso una palla che poteva costringerci ad 'andar sotto. Ma, a parte che nello specifico l'ha recuperata lui stesso, ha giocato tutta la partita con 60 metri di campo davanti, per far ripartire l'azione rapidamente, con la tecnica e l'intelligenza che gli si deve riconoscere. 

E' un rischio che se il resto della squadra gira a dovere può essere calcolato, si può anche correre. Il problema di Motta è quante partite potrà fare a questi livelli qualitativi e quanto durerà senza infortunarsi nuovamente. Ecco perché un grande (ma deve essere un grande davvero) a centrocampo è pure indispensabile. Attorno al nuovo auspicabile arrivo e a Motta potranno ruotare i Cambiasso e gli Zanetti, i Poli  i Deki e  gli Obi.  Ma uno con la sua qualità, lì, ci deve sempre essere. Ho qualche dubbio sul fatto che spostare Cambiasso in mezzo e inserire che so, un Kucka, possa essere la stessa cosa. 

Come trequartista abbiamo per me il migliore al mondo: sbaglierò, ma non condivido l'idea di chi ha visto Wes giocare male, oggi. Per me è stato il leader indiscusso della squadra, punto di riferimento avanzato della manovra, origine di molte azioni pericolose. Certo che può fare ancora di più. Ce lo ricordiamo bene. Ma averne, di giocatori con questa qualità. 

Riassumendo la spina dorsale della squadra sembra essere ormai individuata (salvo fornisca le necessarie conferme): JC-Lucio-Chivu-Motta-Wes. E il “contorno” sulla carta  non è davvero scarso, visto che si chiama Maicon e Naga, Rano e Samuel, Zanetti e Cambiasso, Deki e Poli o Obi, Zarate,  il Pazzo o Milito. E poi ci sono i giovani che a turno e inseriti in una squadra che funziona potranno dimostrare il loro valore. Couti anzitutto. Ma anche Alvarez e Casta. Insomma, immaginiamo di avere un terminale offensivo di classe eccelsa e realizzatore spietato accanto a uno dei tre nostri buoni attaccanti e la squadra potrebbe essere pronta per fare davvero bene. 

La mia impressione è che con la guida saggia (anche se non splendida ed esaltante) di Ranieri, con un'alternativa a Motta , o meglio ancora  di cui Motta possa essere l'alternativa, e una grande punta, potremmo ancora persino vincere il titulo. Senza questi ritocchi, di qualità e quindi costosi, purtoppo, temo che si possa  solo risalire posizioni e avvicinarsi a una classifica medio alta. 

Giudizi individuali
 

JC: sicuro e poco impegnato; ho letto di una parata decisiva, ma non la ricordo. Forse, anche se a me non è sembrato, ha deviato impercettibilmente un gran tiro che sarebbe comunque finito fuori (infatti, l'arbitro ha concesso il corner).

Maicon: poteva essere più preciso in qualche appoggio, ma non sarebbe stato umano. Sarà una mia fissa, ma con Maicon si gioca sempre in dodici. 

Lucio: tenendo la posizione è stato un baluardo insormontabile. Questo è il Lucio che vogliamo. 

Chivu: è in forma strepitosa. In mezzo ha calma e dà sicurezza a tutto il reparto. Se continua così, anche contro i vari Ibra, Cavani, Di Natale, ecc.,  sarà difficile per chiunque prendergli il posto. 

Naga: in grande ripresa: quando può spingere, finisce per far meglio anche la fase difensiva. 

Zanetti: ormai ci ha annoiato. Propongo di non valutarlo più. Se avesse giocato nel Chievo e ci avessero detto che era un giovane esordiente, ci saremmo stupiti della forza e della vitalità. 

Motta: ne ho già parlato in precedenza. Ha una quantità di difetti. Ma fa giocare la squadra, almeno in giornate così. 

Cambiasso: è il miglior Cuchu possibile in questa fase della sua carriera: tanto fosforo, nelle chiusure e negli inserimenti, grande proprietà di palleggio, e anche qualche difficoltà nella fase di rientro. 

Wes: a me è piaciuto moltissimo. Autentico uomo squadra, sempre più leader e trascinatore. Qualità e quantità. Mi spiace di non condividere l'opinione di qualche amico del blog. 

Pazzini: ha cominciato bene, per un quarto d'ora mi è sembrato in grande giornata. Poi si è un po' perso, pur continuando a battersi. Ripeto, secondo me è molto forte e può essere prezioso. Ma non può essere l'uomo da cui dipende una squadra che sia molto ambiziosa. 

Zarate: oggi meglio del Pazzo, a mio parere. Ma anche lui può essere solo un'ottima spalla. 

Infine un accenno a Casta: mi è spiaciuto moltissimo per l'errore clamoroso nel finale. Si stava muovendo bene e un gol gli avrebbe dato carica e fiducia. Provaci ancora Casta! Noi ci crediamo.

Luciano

Nella foto, la squadra dell'Inter schierata a centrocampo durante il minuto di silenzio per la scomparsa di Marco Simoncelli. Un piccolo ricordo, attraverso questa immagine, anche da parte mia e di Luciano: addio, giovane campione.