mercoledì 12 ottobre 2011

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Saranno Famosi? Oggi, Luciano racconta... Gaetano Monachello.


Gaetano Monachello
(Agrigento, 03/03/1994 - centravanti, Squadra Juniores Berretti)
  
La squadra del 2015 esiste già e si trova nella splendida Catalunya. Il bomber del 2015 invece forse è in via di formazione. E potremmo avercelo noi, perché Gaetano Monachello possiede davvero doti importanti da sfruttare in questa direzione.
Con grande cortesia e disponibilità, il diciassettenne centravanti della nostra Juniores Berretti ha accettato di farsi conoscere un po’ meglio dagli amici del nostro blog "Interista Sempre".


Com’è iniziata la tua carriera calcistica?

Ho iniziato a quattro anni e mezzo, nella squadra del mio paese, la Gattopardo di Palma di Montechiaro, nell’agrigentino. Giocavo contro ragazzi di sette anni e facevo già molti gol.

Poi?

Avevo undici-dodici anni quando sono cominciati gli interessamenti di grandi squadre professionistiche: tra gli altri, il Milan, la Reggina, il Palermo. Ma l’Inter è stata la più tempestiva e determinata. Così nell’agosto del 2006, con la mia famiglia, sono partito per Milano.

Ricordi che è stato l’osservatore dell’Inter che ti ha segnalato?

Venne a vedermi Tomasoni e il suo giudizio fu molto positivo. Poi a Milano mi videro tra gli altri Baresi e Ausilio.

Per poter venire a Milano così giovane la tua famiglia ha dovuto sobbarcarsi sacrifici non indifferenti, cambiando residenza e luogo di lavoro

Certo, sarò sempre loro grato per i sacrifici che hanno fatto, credendo in me e sostenendomi sempre con affetto e intelligenza.

Il trasferimento a Milano e all’Inter ti ha creato problemi di adattamento?

Con l’Inter non ci sono stati problemi: ci tenevo troppo a giocare a calcio in questo grande club. Invece aver lasciato il mio paese, le abitudini e gli amici e trovarmi proiettato improvvisamente nella grande città del Nord, ha comportato qualche difficoltà iniziale.

I primi due anni li hai passati con Cerrone, nei Giovanissimi Regionali e poi Nazionali…

Venivo da una scuola calcistica non paragonabile a quella dell’Inter e dovevo abituarmi a quello che si pretendeva qui. Ho fatto molta panchina e, soprattutto nei Nazionali, non sempre ero convinto di quelle scelte.

Poi hai avuto Tomasoni negli Allievi Regionali, Gatti nei Nazionali e ora Sergio Zanetti. Tra tutti questi Mister, tralasciando quello attuale di cui si parla sempre bene, qual è stato più importante per la tua formazione?

Premesso che tutti mi hanno insegnato cose importanti, considero senza dubbio Tomasoni il vero maestro che mi ha fatto crescere sul piano umano e tecnico: del resto hai potuto renderti conto tu stesso dei progressi soprattutto nel modo di muovermi in campo, cosa in cui prima ero un po’ deficitario. Gatti era bravo, ma forse non mi vedeva molto. Alcune esclusioni in partite importanti mi hanno davvero rattristato. Di Zanetti, anche se è escluso dalla domanda, non posso che parlare in termini estremamente positivi.

Nell’ambiente circola questa voce: “Mona” se mette a posto la testa può diventare un grande. In che senso, secondo te, dovresti “mettere a posto la testa”?

Sono voci infondate. Parlerà il campo e dirà chi ha ragione.

Potrebbero essere giuste anche entrambe le tesi: tu avrai successo migliorando qualche aspetto comportamentale…

Io cerco sempre di migliorarmi, sotto tutti gli aspetti. Però non so, se ci si riferisce al mio impegno negli allenamenti o al mio stile di vita, credo proprio che non ci sia nulla da ridire.

Te ne do atto volentieri, visto che assisto agli allenamenti e conosco un po’ la tua personalità. Ma veniamo a un altro punto: in occasione delle esclusioni o delle sostituzioni che atteggiamento tieni?

In che senso?

Hai mai avuto degli scontri “a muso duro” con il mister?

Mai, assolutamente. Anzi forse ho accettato qualche volta con troppo  spirito di sottomissione decisioni che non mi convincevano e sulle quali potevo almeno chiedere spiegazioni.

E su un certo egoismo che ti caratterizzerebbe in zona gol?

Be', credo che una punta centrale debba cercare il gol con insistenza, ma penso di essere molto migliorato anche nel partecipare alla manovra.

Ti faccio una domanda molto personale, ma forse serve anche questa per conoscerti meglio. Ho visto che, giustamente, ti stai dando abbastanza da fare con le ragazzine. Ma tu intimamente ti senti uno fedele o uno “sciupafemmine”?

(ride) Guarda, se anche fosse come nella seconda ipotesi, non potrei mai dirlo, perché poi la mia ragazza legge e sono guai. Devo dire che con lei ora sto molto bene e non cerco altro. Anzi, mi aiuta a fare una vita regolata, “da atleta”, come suol dirsi.

Insomma, per ora fai quasi vita da… monachello.

(ride)

Qual è il tuo rapporto con la scuola?

Punto sul calcio, ovviamente, ma considero la scuola importante. Frequento l’Istituto convenzionato con l’Inter e voglio arrivare almeno a un diploma. Certo, in questo Istituto non ci danno tanto lavoro da fare a casa, ma in classe ci impegniamo molto. Questa settimana ho avuto una serie di verifiche toste. Bisogna rimediare al poco tempo per studiare con l’applicazione durante le lezioni.

Torniamo al calcio in senso stretto: secondo te potrebbe essere utile allo sviluppo calcistico dei giovani se uno stesso allenatore li accompagnasse almeno dai giovanissimi alla primavera?

Ci sarebbero dei vantaggi, ma credo che gli inconvenienti sarebbero maggiori. Ogni allenatore ti dà un contributo specifico, personale, che con il trainer unico si verrebbe a perdere.

E poi se per esempio ti capitasse sempre mister Cerrone, giocheresti poco… (pausa) qual è il tuo rapporto con le Nazionali?

Beh, ci sono arrivato abbastanza tardi, ma mi sono subito trovato a mio agio. Tra l’altro ho esordito con un gol importante… i compagni sono tutti amici e di ottimo livello tecnico. Spero di fare tanto cammino con loro.

C’è qualcuno che ti sembra spiccare particolarmente?

Non mi sembra di aver visto nessun fenomeno. Però, ciascuno nel proprio ruolo, i miei compagni di nazionale sono tutti giocatori molto forti.

Tra i tuoi compagni di squadra invece chi pensi che possa avere maggior successo professionale?

E’ molto difficile. Oggi ti direi forse Garritano per le doti tecniche. Però bisognerà vedere come progredirà sul piano fisico-atletico. Per ognuno di noi c’è un’incognita.

A proposito tu in che cosa pensi di dover migliorare sul piano tecnico?

Senza dubbio nella rapidità, nei primi passi. Devo velocizzarmi. Poi anche nel colpo di testa.

Tra i calciatori in attività qual è il tuo modello?

Tutti dicono Vieri, ma io penso ci siano troppe differenze. Alcuni sostengono il paragone, fatte le debite proporzioni, con Milito. Cerco di studiare qualche suo movimento. Altri mi paragonano a Pazzini: nel difendere la palla in qualcosa gli assomiglio. Ma lui è molto più forte di testa…

E tu sei più tecnico…

(ride)

E qual è il giocatore in attività che ti piace di più?

Sarebbe troppo facile dire Messi o Cristiano Ronaldo. Vado un po’ controcorrente e dico Torres, anche se ora non è in un buon momento.

E non ti assomiglia proprio, visto che la sua principale dote è la velocità negli spazi…

Certo, ma a me quando è al meglio piace molto.

Concludiamo con le tue speranze: qual è l’obiettivo minimo e quale il massimo che ti proponi di conseguire?

Il minimo non c’è, c’è solo il massimo!

Be’, facendo oggi una previsione di che cosa ti “accontenteresti”?

Non so... oggi di un’ottima C o di una buona B, però è chiaro che il mio sogno è quello di giocare in serie A, in una squadra di vertice. E poi, non poniamo limiti ai sogni, ci sarebbe anche la Nazionale... 

In bocca al lupo, Gaetano. 
Le qualità’ calcistiche e atletiche non ti mancano, la voglia di arrivare, la determinazione, l’impegno per migliorarti, neppure. Tutti i tifosi dell’Inter ti aspettano, tra qualche anno, là dove i sogni sfumano nella realtà. 

Luciano

Nella foto (Inter.it), Gaetano Monachello. Piccoli (nemmeno tanto...) bomber crescono in casa Inter. Non sarà la cantera, ma insomma non c'è male...

62 commenti:

Giorgio ha detto...

Ma tu Luciano cosa ne pensi, fatte le debite proporzioni, come caratteristiche Monachello è più simile a Vieri, Milito oppure Pazzini? Così per gioco, lo so che forse lui è "solo" Monachello. Che carattere, che grinta però questo ragazzo, accidenti!!!
Complimenti ancora una volta, un'intervista bella e piena di curiosità per noi tifosi. Sei veramente unico!!!

Gio ha detto...

Grazie Luciano per la simpatica intervista.

Piccola curiosita': Monachello era stato prelevato dalla squadra di Palma assieme ad un compagno, il centrocampista Salvatore Caci ('94), lo scorso anno al Catania.

Giorgio ha detto...

Ho visto che hai anche cominciato a chiedere ai ragazzi cosa ne pensano dell'ipotesi di potere fare un percorso di crescita calcistica con lo stesso allenatore per 4-5 anni in tutte le categorie. Grazie!!! Ne avevamo parlato l'altra volta e forse l'idea di un biennio almeno non era così male, dagli allievi alla primavera oppure dai giovanissimi agli allievi. Monachello però sembra avere preferito cambiare ogni anno guida tecnica, sarà poi molto interessante conoscere il parere anche di altri ragazzi.

MarcoB ha detto...

Monachello è da sempre (nella mia personalissima storia col mondo giovanile interista) una speranza per il futuro. Spero che la fortuna lo accompagni nella sua crescita, credo che il suo talento e la sua voglia lo possano far diventare una "presenza" nella storia dell'Inter (e qui mi fermo...).

Intanto si infortuna anche Forlan. Il mio Odio per le inutili e antistoriche squadre nazionali, ad ogni convocazione, aumenta.

Anonimo ha detto...

Forza Monachello, anzi Mona!!!!!
Questo ragazzo segna valanghe di gol da anni, sono proprio curioso di vedere dove potrà arrivare...
Grazie Luciano per questo regalo che ci fai, viene sempre voglia di leggerne una nuova di interviste cosi!!!
MarcoB ha ragione, anche per me le nazionali e il numero di partite che fanno in un anno sono una cosa assurda e anacronistica!!!
Troppi infortuni in quest'ultimo periodo e non solo in nazionale, però... che succede? Solo maledetta sfortuna, l'età o anche qualcosa d'altro? Forse tante cose insieme, come sempre!!!
Ho letto che già ci sono dei dubbi sul nuovo preparatore portato da Ranieri... non voglio nemmeno pensare a un ritorno dei fantasmi (e degli infortuni) dell'era Benitez e di quel coso che faceva il preparatore!!! Sto toccando qualsiasi cosa mentre scrivo... ma ho una paura che non vi dico!!!

Duccio

_nero ha detto...

Ma ha recuperato dal lieve infortunio per cui lo avevamo visto sugli spalti con il Basilea? :)

luciano ha detto...

Nero: da quello si. Ora ne ha un altro, credo all'altra gamba

luciano ha detto...

Intanto mentre le voci di mercato più disparate impazzano, De Santis conferma in una vergognosa intervista la sua vocazione di servo prezzolato e privo di ogni vergogna. Io al suo posto mi sarei rifugiato all'estero vergognandomi come un cane (possibile che Moggi e l'ovino non abbiano qualche lussuosa tenuta residenziale fuori dall'Italia, da mettergli a disposizione, per i servigi resi?),

luciano ha detto...

Giorgio: fra i tre citati penso che assomigli un po' più al pazzo: è un uomo d'area, non un cpntropiedista. Velenoso negli ultimi 20 metri, secondo me in prospettiva ha davvero qualcosa in più del Pazzo tecnicamente, ma gli è molto inferiore nel colpo di testa. Inoltre deve imparare a fare sempre la giocata giusta, non quella ad effetto. Ma queste sono doti che si acquisiscono con l'esperienza

MICHI ha detto...

Intanto vi informo che partita italia danimarca under 17 i nostri tre para canna e pedra partono titolari.

Gimon24 ha detto...

Ciao a tutti!

Eccezionale, come sempre del resto, l'intervista realizzata da Luciano ed oggi dedicata a uno dei nostri migliori prospetti di tutto il settore giovanile, Gaetano Monachello.
Leggendo l'intervista, credo che traspaia il grande carattere di questo ragazzo.
Unito alle sue doti tecniche e realizzative potrebbe dare luogo ad un mix esplosivo e vincente... a tinte nerazzurre.
Incrociamo tutti le dita per Mona e per il suo futuro, perché questo è uno di quei 4-5 nomi su cui davvero puntare molto!

Per il resto, notizie sgradevoli o infauste.
Della vomitevole intervista fatta da quel fogliaccio indegno di tuttosport a De Santis ha già parlato Luciano. Credo che basti.

Infine, Forlan... non diciamo nulla, a parte imprecare e tanto, perché non è possibile, non si può...
Speriamo bene e facciamo ogni scongiuro.
Situazione potenzialmente molto grave (sgraaaaaattttt!) per noi in caso di una sua assenza prolungata.

Gimon24 ha detto...

Grazie Michi, se hai altri aggiornamenti, dacceli per favore... sarebbe fantastico!!!

BollitoMisto ha detto...

Complimenti per l'intervista, un bel cambio di marcia rispetto alle precedenti, che questi ragazzi sono prima ragazzi che calciatori in provetta e perciò è piacevoli conoscerli per quello che sono al di là di quello che fanno sul campo. Fa piacere che il ragazzo stimolato da domande intelligenti abbia dato risposte altrettanto intelligenti, almeno per me.
E complimenti anche per la foto al ragazzo, vivace, simpatica, quelle riportate nelle interviste precedenti erano un po' tristarelle, sembravano quelle dell'almanacco Panini anni 60

Gimon24 ha detto...

BollitoMisto, mi fa piacere che tu abbia apprezzato particolarmente questa intervista di Luciano a Monachello.

Sinceramente, io ho apprezzato molto anche le altre, in egual misura, sebbene ognuna fosse diversa ed originale.
Così come diverse ed uniche sono le personalità di ogni ragazzo finora intervistato dal nostro grande Luciano.
C'è chi è più timido e composto, chi più sfrontato e sicuro, ma il bello è proprio fare risaltare queste caratteristiche peculiari di ognuno di loro.
Ciò che è sempre uguale per tutti loro è invece la nostra simpatia e il nostro tifo perché possano realizzare il loro sogno di giovani calciatori: diventare dei professionisti.
Magari all'Inter, chissà...

Le foto sono quelle che si riescono a trovare in rete, non è molto facile con i ragazzi giovani e non sempre è possibile averne di originali o simpatiche... ma si cercherà di reperirne di migliori così da soddisfare "sguardi" attenti ed esigenti come mi pare che siano i tuoi.

Cisco ha detto...

Consiglio per le foto: buttate un occhio sui facebook dei ragazzi, ce l'hanno tutti e se gli chiedeste il permesso credo accetterebbero senza problemi

Gimon24 ha detto...

Grazie per il consiglio Cisco, ma non credo che, permesso o meno dei ragazzi, sia questa la strada che intendiamo percorrere per le foto da inserire a corredo delle interviste.
Ci sono alternative sicuramente migliori, poiché Luciano conosce direttamente, anche da diversi anni, tutti i ragazzi che intervista, così come molto spesso anche i loro familiari.

Come ho già scritto, nei limiti del possibile, si cercherà di inserire foto simpatiche oppure di gioco, anziché quelle in effetti un po' tristanzuole del sito ufficiale presenti nelle rose delle varie squadre.

Fa piacere comunque notare che la soglia di attenzione "estetica" su quanto pubblicato sul blog si stia innalzando. E' segno di interesse, indubbiamente, e quindi ogni rilievo è ben accetto e si cercherà di migliorare, senz'altro.
Farebbe ancora più piacere se si parlasse di più anche dei contenuti, però... ;-)

GrindPaolino93 ha detto...

però..micale il ragazzo! si vede che ha fame e dè pronto fare sfracelli.
novità sul presunto Frankito?
Cordiali Saluti

Gimon24 ha detto...

Ciao Grind, bentornato!
Su Frankito saprà poi risponderti Luciano.
E tu, invece, hai novità dall'estremo oriente?
E' un po' di tempo che non ci proponi qualche nome... su, non essere pigro! ;-)

Gimon24 ha detto...

Intanto alla mezzora del primo tempo, 1-0 per l'Italia sulla Danimarca per le qualificazioni all'Europeo Under 17, autogol del danese Christensen al 19'. Bene così!

Formazioni confermate, con Paramatti, Cannataro e Pedrabissi in campo nell'Italia.
Tra i danesi, da segnalare la presenza del centrocampista Knudsen, nel recente passato vicinissimo all'Inter.

Gimon24 ha detto...

Ripresa iniziata da circa dieci minuti.
Purtroppo, subito pari danese al 49' proprio con Christensen che si rifà così del precedente autogol... non ci voleva!

Per gli "esteti" del blog e per tutti gli altri interessati, comunico di essere riuscito a trovare una foto sicuramente più bella rispetto alla precedente di Gianmarco Gabbianelli, in azione di gioco, anche se della passata stagione.
Anzitutto, la foto rende giustizia al ragazzo, onestamente. Poi, spero proprio di essere riuscito ad accontentare chi non era per nulla soddisfatto della foto ufficiale (e in effetti...):-)

Gimon24 ha detto...

Italia-Danimarca, 1-2.
Raddoppio della Danimarca con Andersen su azione da calcio d'angolo al 58'... si mette male, purtroppo.

Gimon24 ha detto...

Terzo gol danese al 61' su rigore per fallo di Capezzi su Nielsen. Realizza Højbjerg.
Fuori Cannataro, sostituito da Tutino.
E' notte fonda sull'Italia...

Gimon24 ha detto...

Quarto gol danese con Nielsen al 77', Italia-Danimarca 1-4 e partita finita adesso.
Una discreta legnata, niente da dire! Peccato solo che eravamo avanti 1-0 dopo il primo tempo, poi c'è stato il crollo.
Sostituito anche Pedrabissi al 72' con Cerri.

MICHI ha detto...

Salve luciano ho seguito praticamente in diretta la partita erano i nostri migliori italiani e non ho dubbi in quanto per lo meno conosco i nostri 3 e so quanto valgono ,perche' all' estero secondo te siamo messi cosi' male ? Secondo te e' la selezione che non e' fatta bene,non e' possibile che non ne vinciamo mai una anche questa sera hanno fatto tutto loro 5 gol.

luciano ha detto...

non so che dire, sono molto abbattuto per questo risultato.. In particolare penso che il nostro centrocampo (anche con Cristante, che mi pare non abbia giocato) sia in assoluto molto competitivo. Davanti forse manca un prima punta di peso, che segni e apra la strada a Pedra. La difesa non la conosco abbastanza, a parte Rondanini e Paramatti, che sono buoni.
Mi aspettavo di più anche perché i '95 dell'Inter nei tornei internazionali dello scorso anno avevano figurato molto bene.
Un'idea l'avrei: bisogna smettere, per le nazionali minori, di affidarsi alle raccomandazioni di personaggi che potrebbero avere interesse a proporre un nome anziché un altro.
Formare un team di osservatori affiatato e ben pagato (per evitare tentazioni), che muova il sedere a vada ad osservare davvero il lavoro dei ragazzi, sui campi.
poi si potrebbe snellire i campionati, riservandoli alle squadre più competitive e incrementare la partecipazione delle migliori squadre alle competizioni internazionali. Ma entrambe le cose non si faranno.
Io non posso credere che tecnicamente siamo inferiori alla Danimarca. Quindi il gap deve essere di altro tipo. Poi vorrei dire una sciocchezza, probabilmente. Fino al 58 siamo rimasti in partita. Poi il crollo.
Allora mi chiedo: perché non ci si allena più sul campo intero? Perché è scomparsa la partitella del mercoledì, nella preparazione? Va bene imparare a scambiare sullo stretto, va bene preparare schemi offensivi e separatamente schemi difensivi. Ma il calcio si gioca su tutto il campo e per '90 . Magari la mia è una sciocchezza. Anzi, certamente.
Circa le ie interviste, io faccio del mio meglio. Se a qualcuno non piacciono, la soluzione è semplice: eviti di leggerle. cerco di far conoscere i ragazzi a chi è interessato. Tutto qui

MarcoB ha detto...

Ci mancava la notizia del ritorno di Eto'o per le vacanze invernali...
Credo nei progetti (giusti o sbagliati) non nell'estemporaneità delle decisioni.
Sempre che Eto'o non serva solo per riempire una casella "extracomunitario" che la stupida "burocratia pallonara" vuole riempita entro la fine di gennaio pena perdita dei due posti in rosa.

L'ho scritto per le nazionali, ma credo fermamente che vada esteso alla totalità del mondo calcistico: viaviamo in un mondo che non è più lo stesso del 1950, fissare paletti e palettini, barriere e barrierine, codicilli e articolilli che impediscano la libera circolazione delle idee, dei talenti e dei piedi buoni non è solo antistorico ma anche stupido e immorale.

Abete, Carraro e i loro sodali dovrebbero preoccuparsi meno di difendere ovini e suini e occuparsi di più del futuro del mondo pallonaro.
Se fossero sufficientemente furbi per capire che il mondo è cambiato gli basterebbe osservare il pallone da calcio: una volta bianco con qualche esagono nero, adesso bianco con strisce blu, ma anche gialle o grige, oppure color oro con strisce rosse.
Insomma, il mondo va avanti, loro si preoccupano di salvaguardare i loro orticelli mentre tutt'intorno gli altri coltivano eccellenze.

olag ha detto...

Riguardo le Naz. Under : ci vorrebbe anche che i vari Mr. si accontentassero di allenare, senza pensare di essere necessariamente dei maghi.
Non c'e selezionatore che non si inventi di trasformare centrocampisti in difensori e viceversa.Tutti a scoprire improvvise doti nascoste, a inventarsi nuove posizionino campo.Magari basterebbe far giocare i ragazzi nei ruoli che ricoprono nei propri club, ma pare che sia difficile.

Anonimo ha detto...

credo che alcuni problemi siano evidenti: ultimamente i ct delle nazionali giovanili o sono dei raccomandati ed inoltre alle prime armi (Ferrara, Di Biagio, Evani, Casiraghi) oppure sono degli illustri sconosciuti senza un curriculum degno di nota (cosa abbia mai fatto Zoratto per meritare di essere il citti della under 19? quali risultati ha ottenuto nella carriera?).

comunque, le seguenti ragioni mi sembrano piu' importanti e riguardano la scuola calcistica italiana in generale (all'inter comunque siamo messi meglio):

- il dare troppa importanza alla tattica e al fisico
- poco lavoro con la palla, la tecnica sembra ancora di una minor importanza (lo disse anche Favini, quindi non mi sembra solamente un luogo comune)
- preparazione atletica evidentemente troppo datata: all'estero si lavora soprattutto sull'intensita', dinamismo, velocita' (leggere l'intervista con Andrea Mei, adesso gioca in Olanda)
- le generazioni odierne sono meno pronte al sacrificio rispetto a quelle di 25 anni fa (lo disse Casiraghi, mi fido)
- il torneo primavera a tre gironi, la C1 a 2, la C2 a tre: troppe squadre professionistiche, poca qualita'
- mancanza di squadre B

Marin

luciano ha detto...

Guarda, Marin, io non so come si allenino gli altri, ma sui primi due tuoi punti, per quanto ci riguarda, avrei delle perplessità. Non mi sembra che noi si dia troppa importanza al fisico, se si intende come una volta a scegliere giocatori grandi e grossi: Bessa, Robertinho, lo stesso Bando, in Primavera non sono colossi. Stessa cosa, per i Berretti a proposito di Garri e Gabbia. E così via. Certo ci sono ruoli e ruoli. Radaelli è ottimo con i piedi, ma essendo un centrale difensivo probabilmente non farà una gran carriera. Di solito i "piccoli" possono giocare sugli esterni (bassi o meglio ancora alti) e da rifinitori. Se hanno un grande dinamismo, anche da mediani.
Io non sono convinto che gli altri ci siano superiori in tecnica: nemmeno se li vedo penso che i danesi siano più tecnici degli italiani (se poi i danesi come succede spesso hanno 5-6 atleti di colore, il discorso cambia. Ma qui sposo in pieno la tesi di Marco B sull'assurdità di ogni discriminazione nel 2011). Sono invece portato a credere che oggi la differenza a vantaggio degli altri sia soprattutto di natura atletica. Non nel senso che gli altri sono più alti, ma che hanno una maggiore potenza muscolare, il che significa velocità intensità, aggressività. Sanchez e Messi, a mio parere, se avessero il 15% in meno di spunto, sarebbero giocatori normali. La loro grandezza sta nel fare le cose che fanno a velocità supersonica.
In italia ci sono tanti giocatori, anche nelle serie minori, che hanno una tecnica eccellente, ma non riescono a emergere. E per esempio Giovinco, rispetto agli esordi non ha migliorato la tecnica, ma la potenza muscolare. Per questo prima non era competitivo a certi livelli e oggi si
continua

luciano ha detto...

Dunque secondo me non siamo inferiori tecnicamente e di certo non siamo inferiori tatticamente.. Gli altri, almeno a livello giovanile, ci distruggono sulla corsa, sul dinamismo, sull'intensità, sulla continuità.
Prendi l'Inter: i bambini vincono quasi tutti i tornei internazionali. Poi quando crescono spesso assistono alle vittorie degli altri. Disimparano la tecnica? Io non credo. Se io e te abbiamo la stessa qualità tecnica, ma io ti anticipo sempre e quando scatto ti lascio a due metri, tu farai fatica a evidenziare la tua tecnica. Io sembrerò un fenomeno assoluto.
Secondo me i nostri hanno una maturazione atletica più lenta, più tardiva. Forse bisognerebbe accettare di far giocare i migliori uno o due anni avanti: perderesti le partite, i campionati e i tornei, non c'è dubbio. Ma abitueresti prima i talenti a reggere il passo e la corsa delle categorie superiori. Ammesso che si cresca in una squadra che perde.

Anni fa l'Inter fece un esperimento interessante, con gli '82. Schierò i giovanissimi regionali al completo nel campionato giovanissimi nazionali.
Arrivò nella parte bassa della classifica: un disastro. Giocavi in casa contro, che so, la Cremonese e perdevi 4-1.
L'anno dopo la stessa squadra, confermata nei giovanissimi nazionali, vinse tutto, distruggendo gli avversari (6-1 in finale al Bari di Cassano).
Ma non c'è controprova, perché erano stati inseriti almeno 4 titolari fissi di grande qualità. E comunque non si sa cosa avrebbero fatto gli stessi ragazzi seguendo l'iter normale.
Dopo una certa età la tecnica individuale non si insegna più, a vantaggio della "tecnica collettiva" e degli schemi: non metti un mancino a fare centinaia di tiri di destro. Provi schemi d'attacco nei quali lui si trova anche a tirare di destro. Stessa cosa per lo stop o per altri fondamentali.
Conta la tecnica collettiva che è vincente se comprende, nei singoli, tecnica individuale velocità e intensità. E resistenza a certi ritmi.
Da profano esprimo l'opinione che gli allenamenti dell'Inter siano ben fatti: con una parte atletica "pura" minoritaria. Con una parte con la palla nettamente più significativa. Con tanta tecnica collettiva e applicazione di schemi. Io ho un solo dubbio: la scomparsa dell'utilizzo del campo intero e della partita a tutto campo, cioè dell'allenamento nelle condizioni della gara

luciano ha detto...

invece su quello che sarà il tormentone di oggi (il possibile ritorno temporaneo di Eto'o) non mi pronuncio, perché non so come sarebbe accolto dallo spogliatoio. In linea di massima sarei contrario se questo volesse dire rinunciare a un extra comunitario forte che faccia parte di un progetto a lungo termine

Guido ha detto...

Sbaglierò, ma Eto'o secondo me ha il passaporto spagnolo. Detto questo sono contrario a affollare un reparto teoricamente ben assortito; si investa lo stipendio nell'acquisto di Casemiro o Lucas :D
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Bravo Luciano per questa ennesima intervista.

luciano ha detto...

Eh guido, lo stipendio di due mesi può arrivare a 3 milioni comprese le tasse: un po' poco per prendere Casemiro o Lucas. Certo, se fosse possibile sarei assolutamente d'accordo con te. Sul fatto che abbia passaporto spagnolo, non saprei. La cosa che occuperebbe un posto da extra l'ho letta da qualche parte. Nulla di più facile che sia sbagliata

Cisco ha detto...

Non fidatevi dei passaporti spagnoli acquisiti dai giocatori quando giocavano nella Liga... Anche Robinho teoricamente era spagnolo e lo abbiamo dovuto tesserare come extracom. La Spagna, oltre al doping vero e proprio ha una serie di doping finanziari/burocratici, dalla fiscalità vergognosa alla possibilità di rendere pseudospagnoli dopo pochissimo i giocatori.

Mi chiedo perchè l'Unione Europea, che è sempre in prima linea quando c'è da rompere le palle all'Italia per gli aiuti di stato come forma di concorrenza sleale (giustamente), non fiati mai quando c'è di mezzo il calcio che fino a prova contraria è la quarta o quinta industria d'Europa.

luciano ha detto...

Su Eto'o, Cisco, non credo ci siano questi problemi. E' già stato tesserato da noi: se era comunitario allora, lo è anche adesso. Se non lo era, non lo è neppure ora. In Spagna danno la cittadinanza (e il doppio passaporto, credo) molto più facilmente che da noi. Ma in questo secondo me sono più civili. Quando uno lavora, vive e paga le tasse in un Paese, diciamo da almeno un triennio, dovrebbe avere gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini.
Piuttosto, se l'Europa fosse davvero unita anche politicamente e non solo come sistema finanziario, dovrebbe imporre una legge sulla concessione della cittadinanza, uguale per tutti i Paesi

Anonimo ha detto...

Guarda Luciano che sono d'accordissimo con te, ma non mi riferivo all'Inter dove, come dissi tu stesso, una volta i giocatori venivano comprati a chili, ma oggi ci giocano i Candido, i Garritano, i Bessa ecc. (e io applaudo sempre questa scelta). Io parlavo dell'Italia in generale...

riporto qui parzialmente le due interviste da cui ho preso spunto:

Sono 40 anni che insegno sempre le stesse cose: stop, conduzione della palla, tiro di collo o esterno, controllo di piatto o suola, e così via. Purtroppo da qualche tempo in Italia ci siamo dimenticati di questi fondamentali. Anche per questo motivo ci troviamo di fronte a un clamoroso buco generazionale che ci lascia senza campionissimi dopo le ondate degli anni Sessanta con Vialli, Maldini, Mancini, Baggio e Zola, e Settanta con Pirlo, Totti, Del Piero e Nesta. Adesso qualcosa sta cambiando. (Favini)

Gli allenamenti sono diversi, viene curato molto di più l'aspetto tecnico che quello tattico. Si lavora sull'intensità e si fa tutto con la palla, anche la parte atletica. Il campionato è molto competitivo, ci sono squadre interessanti, oltre a Psv, Ajax e Twente. (Mei)

Marin

Lou ha detto...

...l'Inter ha DUE posti da extracomunitari liberi...quindi lo status di Eto'o non sarebbe un problema. Almeno quello! Non sono cnvinto del senso dell'operazione, ma mi piacerebbe che si realizzasse, solo per vedere schiattare di rabbia le solite vedove che starnazzano nelle tv locali e in certi blog 8da ignorare).

luciano ha detto...

Marin, su quello che dice Mei io stenderei un velo pietoso. Se ci fossero squadre interessanti, lui che con tutto il rispetto e l'augurio di una grande carriera non giocava in B e in C, non avrebbe mai trovato un contratto.
Sull'intensità sono d'accordo con lui: è quanto sostenevo prima.
Sulla tecnica, se parla di quella che io chiamo tecnica individuale, mi sembra ridicolo che qualcuno abbia insegnato la tecnica individuale a Mancini Baggio Zola Pirlo Totti e C. da grandicelli. Poi Favini è un grande, ma lui insegnava la tecnica a campioni di questo tipo? Anche all'asilo ne avevano più di lui....
Se invece si intende "tecnica collettiva", ripeto, non so gli altri, ma all'Inter si fa (non sono in contraddizione con te, quindi),.Ma si fa facendo tattica, cioè schemi. Quando si provano ripetutamente degli schemi offensivi o difensivi, l'istruttore corregge persino la posizione del corpo che uno deve tenere prima di ricevere la palla, in vista della giocata più efficace. Solo che così l'allenamento è sempre fermo e questo va a discapito dell'Intensità. Gatti è un maestro in questo. Un pomeriggio voglio prendermi la briga di cronometrare quanti minuti di allenamento effettivo si fanno su un'ora e 30 teorici. Credo che siano meno della metà.
Io non credo che uno si debba mettere lì con Crisetig, alla sua età, a fargli imparare l'uso del destro: ormai lo impari da solo.
E non credo che Baggio sia diventato Baggio perché qualcuno gli ha insegnato qualcosa di tecnico. Insegnare la tecnica individuale (max fino ai giovanissimi regionali, secondo me) può far migliorare un modesto giocatore, non può far nascere un campione.
Altra cosa , ripeto è la tecnica collettiva.
Comunque sono solo opinioni che mi piace confrontare proprio con chi ne avesse di diverse.

Anonimo ha detto...

Michi non sono molto d'accordo con tè dico solo che nella stessa inter esistono almeno 2 o 3 elementi che possono giocare titolari in nazionale di categoria, ma se si privilegiano società minori (non faccio nomi) non so per cosa poi, senza poi avere da parte dei ragazzi esperienza internazionale (cosa che le grose squadre hanno).Poi ci sarebbe anche il fatto che questo allenatore chi è cosa ha mai fatto per meritarsi di allenare la nazionale under17,forse qualche conoscenza?.Questi pseudo allenatori poi cambiano i ruoli ai ragazzi a loro piacimento mettendoli poi in ruoli non adatti alle caratteristiche dei ragazzi.Non è meglio a questo punto ricercare 2 ragazzi per ogni ruolo per poi farli giocare nei ruoli in cui giocano nelle rispettive squadre?
piero

luciano ha detto...

guarda Piero, penso che Michi dicesse più o meno le stesse cose: allenatori inadeguati, selezionati solo sulla base della "vicinanza" con il potere federale; criteri di convocazione assurdi, spesso legati alla geopolitica se non peggio; giocatori impiegati fuori ruolo, senza cognizione di causa.
Hai ragione, bisognerebbe selezionare un gruppo di 20-25 giocatori e lavorare per anni su quelli, con qualche inserimento, se è il caso.
però poi non basterebbe: credo che ci siano molti altri fattori. Non ultimo la minor "fame" dei nostri, la minor disponibilità al sacrifico per arrivare, il ritenersi divetti intoccabili a 14-15 anni (il caso Cristante e Petagna è significativo. Ma non lo dico perchè son due milanisti. Il fenomeno è diffusissimo tra i giovani delle grandi squadre...). E bisogna essere sinceri, qualche volta anche procuratori e persino genitori hanno delle responsabilità nel non far loro tenere i piedi per terra.

Anonimo ha detto...

A conferma del sistema che non funziona, nella U17 c'è un solo giocatore che proviene da squadre sotto Firenze!!
Non conosco la situazione dei calciatori, ma è quantomeno anomalo che da Firenze in giu ci sia un solo ragazzo che può far parte della nazionale. Misteri..

Fuxz

Anonimo ha detto...

Devo dire che il meglio Luciano lo da nei commenti.
Mi spiego: le interviste, le rassegne sul settore giovanile sono di un interesse estremo, direri che sono uniche, non se ne trovano di una tale completezza e competenza.
Ma quello che ammiro veramente in lui è la capacità di analizzare e spiegare il calcio giovanile.
E a volte mi sento gratificato quando scopro, come è appena avvenuto, che dice la stessa cosa che vado pensando da un po' di tempo: ma perchè diavolo sono sparite (quasi ovunque) le partite nell'allenamento di mezza settimana?
Fripp

luciano ha detto...

A proposito dei talenti che non nascono più perchè non si insegnano più i fondamentali, una domanda provocatoria: secondo voi, Rivera (venuto al Milan sedicenne e subito in prima squadra) è fiorito perché ad Alessandria in quegli anni si insegnavano meglio di oggi nei grandi club i fondamentali?
E Gigi Riva al legano?
E Facchetti venuto all'Inter a 18 anni dalla Trevigliese?
All'Audax di San Michele Extra dovevano essere bravissimi a insegnare i fondamentali, perché hanno sfornato Corso.
A Jesi il Mancio.
E così via elencando.
Tutte piccole realtà fenomenali un tempo nell'insegnare calcio. Molto meglio di quanto si faccia oggi nelle grandi squadre....

Cisco ha detto...

Secondo me in parte è legato al fatto che i bambini non hanno più luoghi e tempo per giocare a calcio per ore e ore e ore.
Credo che il fatto che così tanti talenti ancora spuntino dal Sudamerica sia legato al fatto che molti di loro provengano da realtà disagiate, dove la scolarizzazione c'è ma è scarse e possono passare gran parte del loro tempo in strada o in spiaggia (o in un luogo a vostra scelta) a tirare calci ad un pallone. Il che li aiuta a sviluppare fin da piccoli un feeling assoluto con la palla, rendendo molti dei loro movimenti naturalissimi.
Lang Lang, il pianista cinese diventato famosissimo negli ultimi anni, come ha fatto a raggiungere quei livelli? Ha iniziato, da quando aveva 3 anni, a suonare per ore e ore il piano.

Tutto questo in Italia è impensabile.

Cisco ha detto...

Certo poi uno guarda la Spagna e si dice: e allora com'è che lì, dove la realtà è simile alla nostra, spuntano fenomeni come funghi?

Al netto del doping, che come ho già detto sono sicuro esista, è probabile che siano più bravi nell'insegnare i fondamentali. O a favorire la crescita dei ragazzi più talentuosi.

E la Germania, che negli ultimi anni ha prodotto talenti in quantità?
Escludendo nel loro caso il doping, cosa ha favorito questo proliferare di campioni (o potenziali campioni)?
Grossa importanza ha senz'altro il fatto che loro possano contare su giocatori di sangue "misto" (ad esempio i vari mezzi turchi), ma quella è solo una componente. Evidentemente, allora, anche lì sanno insegnare meglio il calcio.

Allora forse è un insieme di cose: il minor tempo che i ragazzi possono dedicare al calcio e il peggior sostegno tecnico ricevuto nel corso della loro crescita.

Anonimo ha detto...

Gli esempi estratti da Luciano sono tutti casi straordinari, perche' ovviamente stiamo parlando di giocatori fuoriclasse: Rivera, Riva, Facchetti, Corso, Mancini. Fuoriclasse, quindi eccezionali, quindi eccezioni alla regola. Partendo dalle eccezioni e' impossibile ricavare una regola generale o trarre una legge universale. E come ben sappiamo, fuoriclasse si nasce, non si diventa. Ma...un potenziale fuoriclasse puo' essere anche migliorato, allevato, educato, disciplinato oppure rovinato. E qui che sta la bravura di un settore giovanile secondo me, far diventare ottimi i buoni giocatori e non rovinare quelli potenzialmente straordinari.

Marin

Anonimo ha detto...

Non credo sia decisivo il fatto che ci siano meno ragazzini nelle strade a giocare a pallone, non so quanti ragazzini giochino per strada in Svizzera eppure li' sono campioni del mondo under 17 e vicecampioni d'europa under 21 (se non mi sbaglio).

Poi mi sembra questo il punto, come dice Cisco:

favorire la crescita dei ragazzi più talentuosi.

Ma sono comunque d'accordo con Luciano nel senso che il problema piu' grosso riguarda probabilmente l'intensita', il ritmo e il dinamismo che solitamente viene meno nelle giovanili italiane.

Marin

LOTHAR10 ha detto...

ciao a tutti

in merito ai nostri infortuni della prima squadra avevo un dubbio non so se mi sapete rispondere:

ma x infortuni che avvengono in nazionale e' previsto il rimborso dell' ingaggio per il periodo della degenza o comunque un indennizzo?
se la risposta fosse NO e' prevista un assicurazione che copra le spese dell'ingaggio?


comunque e' incredibile che si spacchino al ritmo di uno al giorno......

Anonimo ha detto...

Leggo che solo Zanetti, Cambiasso, Zarate, Alvarez, Castellazzi e Castaignos non hanno subito infortuni o hanno dovuto recuperare da precedenti guai fisici in questi primi due mesi circa di stagione.
Sono solo sei giocatori... in due mesi!!!!!

Duccio

Gimon24 ha detto...

Ciao a tutti!

Molto interessante lo scambio di opinioni sorto sul blog circa le spiegazioni possibili da dare a queste continue batoste che le nostre selezioni giovanili azzurre rimediano a livello internazionale.
Proporrò a Luciano di fare un post sull'argomento, magari, per rendere ancora più interessante ed approfondita la discussione, perché mi sembra che il tema sia appassionante e meriti un'ulteriore analisi.
Regolamenti federali anacronistici, tecnici meno preparati, selezionatori e osservatori poco "attenti", metodologie d'allenamento inadeguate, carenza di talenti o poca voglia di lottare e sudare per migliorare i fondamentali... cosa ci allontana dal resto d'Europa e del mondo, nell'ultimo decennio e oltre, a livello giovanile?

Poi, si passa alle notizie terribili che sono arrivate oggi da Pavia con gli esami clinici a Forlán e Coutinho: grave lesione di terzo grado per l'uruguagio al bicipite femorale della gamba sinistra (si parla di due mesi di stop, ma i tempi di recupero per un trentaduenne potrebbero essere anche più lunghi...) e lesione di secondo grado, sempre nella stessa zona, per il diciannovenne Coutinho (di nuovo, dopo l'anno scorso, maledizione!). Per lui è previsto circa un mese di stop.

Inutile dire nulla, se non che siamo davvero nei guai e che raddrizzare la stagione, già in salita e molto tormentata, per varie ragioni, diventa ora una "mission impossible" o quasi... visto che siamo attesi da un tour de force di sette partite in un mese, tra campionato e Champions!
Inutile dire nulla, ho scritto prima, ma forse qualcosa da dire ci sarebbe...

luciano ha detto...

Sono basito. Lo scorso anno davamo (io per primo) la colpa a benny, anche perché poi con Leo gli infortuni sono diminuiti. E quest'anno? Non credo che si possa dare la colpa a Ranieri, che allena da anni e non ha mai avuto una serie di infortuni (molti di tipo muscolare) così gravi.
Qui urge davvero un bel consulto generale, tra medici, preparatori e allenatori. Perché una causa ci deve essere e va trovata

olag ha detto...

Mah, piu' che tra medici e preparatori,il consulto ci vorrebbe tre sciamani e esorcisti.

luciano ha detto...

Marin, ma guarda che io sono d'accordo con te. la bontà di un settore giovanile non si misura sul campione che eventualmente esce (altrimenti il Lumezzane sarebbe il miglior settore giovanile degli ultimi anni), ma dalla quantità di buoni giocatori che si sfornano. E qui sono legittimamente orgoglioso della mia squadra.
In realtà mi limitavo a rispondere a un concetto di Favini da te riportato
"Purtroppo da qualche tempo in Italia ci siamo dimenticati di questi fondamentali. Anche per questo motivo ci troviamo di fronte a un clamoroso buco generazionale che ci lascia senza campionissimi dopo le ondate degli anni Sessanta con Vialli, Maldini, Mancini, Baggio e Zola, e Settanta con Pirlo, Totti, Del Piero e Nesta".
Non mi permetterei mai di criticare, io che non sono nessuno, il grande Mino, col quale ho avuto spesso scambi di opinioni.
Favini è il guru del nostro calcio giovanile. Ciò non toglie che in tutta modestia non condivida questa sua idea.
Ma tra l'altro non sono neppure convinto del fatto che come Paese produciamo meno degli altri. Produciamo PIU' TARDI, forse, come mostra il fatto che abbiamo vinto i penultimi mondiali, siamo stati eliminati dalla Spagna campione d'Europa solo ai rigori nell'ultima edizione degli Europei, abbiamo una squadra che ha fatto benissimo nelle attuali eliminatorie mondiali. A parte la Spagna, non vedo nazionali europee che abbiano fatto meglio di noi nel complesso delle ultime tre grandi competizioni.
Comunque io non credo, nel modo più assoluto, agli allenatori che rovinano possibili campioni. Non c'è controprova, ma allora si può dire anche che un giocatore di terza categoria con altri allenatori sarebbe diventato un campione....
In realtà per me gli allenatori delle giovanili nelle principali squadre sono bravissimi, preparatissimi e sbagliano poco
dagli otto ai 20 anni cambi almeno dieci dodici allenatori: tutti scarsi?
Tutti che se non ti rovinano, non ti fanno progredire? O sono tutti gli allenatori italiani, in blocco che non sono capaci?
Sbaglierò, ma no credo a queste cose.
Invece trovo scottante davvero una questione, che E' LA STESSA CHE SI PRESENTA IN PRIMA SQUADRA E ANCHE AD ALTRI
continua

olag ha detto...

Intanto oggi la rosea comincia a considerare non scontata la radiazione del gatto,la volpe e di Pinocchio,cioe' quel Mazzini che Innocenzo fa solo di nome.
L'alta corte di giustizia dovrebbe pronunciarsi ad inizio settimana prossima,vedremo nel frattempo che risalto di vorrà dare alla cosa.

luciano ha detto...

Il vero problema su cui si dovrebbe riflettere (anche se temo non abbia soluzioni) per me è questo: oggi la tecnica non basta più, assolutamente.
Oggi serve la tecnica espressa a ritmi folli e intensissimi.
Questo comporta che si debba necessariamente forzare la preparazione atletica;: molto spesso oltre i limiti che la struttura naturale del calciatore consentirebbe. Non parlo di doping, ovviamente. Ma di palestra, di irrobustimento muscolare con esercizi specifici. Se non forzi la muscolatura, non riesci ad esprimere una velocità fuori dalla norma e una costanza di intensità altrettanto anomala, per molte partite all'anno, non sei e non diventi nessuno. Però se vai oltre i limiti naturali ti rompi.
Coutinho e Pato, per citare due esempi di squadre rivali, ne sono la testimonianza. I Couti e i Pato, in possesso di una tecnica assolutamente da fuoriclasse, appena arrivati non avrebbero potuto mai giocare nell'Inter e nel Milan. Per farlo si è dovuto forzarne la natura atletica. Oggi possono giocare, ma si rompono spesso. Altro che prendersela con l'infortunio di Forlan.
Ti dirò di più. Secondo me Alvarez se vorrà giocare nel nostro campionato dovrà molto irrobustirsi muscolarmente. E a quel punto si farò male spesso.
Io non so perché ma ho l'impressione che il processo di crescita fisico-atletica dei nostri sia più lento che in altri Paesi. Per questo perdiamo con le giovanili. Non perché siamo meno tecnici.
Un nostro giocatore buono matura atleticamente non prima dei 23 - 25 anni. Altri sono estremamente più precoci. Poi certo, ci sono le cose che tutti sappiamo: il metodo di selezione dei tecnici federali; i meccanismi assurdi delle convocazioni, e tante altre cose ancora.
Sono convinto che la nostra nazionale maggiore farà molto bene ai mondiali, perché ha tanti buoni giocatori. Non abbiamo i fuoriclasse di ultima generazione. Ma i fuoriclasse nascono quando e dove decide Eupalla

luciano ha detto...

Olag: mi spiace. Io non ho nessuna speranza. I prepotenti qui violentano la giustizia ordinaria. Figurati la giustizia sportiva. E sono accompagnati da un corteo di servi plaudenti

Giorgio ha detto...

Bell'argomento questo della crisi di risultati delle nazionali giovanili!!! Bello e drammatico per noi italiani che facciamo sempre o quasi magre figure negli ultimi anni, perfino da un decennio con l'Under 21 che fino all'inizio degli anni duemila era una squadra formidabile e vincente! Forse qualcosa sta cambiando quest'anno nell'Under 21, ma per le altre categorie mi sembrano ancora moltissimi i problemi!
Io credo che le difficoltà che abbiamo a livello internazionale con le nazionali giovanili dipendano certamente da tanti fattori, ma in modo principale dalla scelta degli allenatori e di chi va a visionare questi ragazzi in giro per l'Italia. Poi sicuramente ci sono anche i motivi importantissimi del gap atletico e anche tecnico-tattico, di mancanza di intensità e di confidenza con partite importanti per tanti ragazzi che giocano in nazionale.
Io però sono convinto che il problema sia a monte. Mettere Sacchi alla guida del settore giovanile può essere una mossa ottima... ma siamo sicuri che Sacchi guidi davvero il settore giovanile delle nazionali, che lo coordini, che si interessi concretamente a ciò che stanno facendo gli uomini che lavorano sul campo e che vanno a selezionare i giocatori, oppure è solo una carica così per arrotondare le entrate mensili (come se ne avesse bisogno, poi...)???
scrivo così, perché a me sembra che a nessuno in federazione freghi niente di quanto accade a livello giovanile...

luciano ha detto...

No, Giorgio, ti posso assicurare che Sacchi è assolutamente molto presenzialista. Purtroppo, aggiungo io, che a differenza tua non ho molta fiducia nelle sue capacità di organizzatore e supervisore

Giorgio ha detto...

Di male in peggio, allora, Luciano!!!
Ma cosa si può fare per non farsi prendere a sberle da tutti o quasi, a livello giovanile, anche da danesi, estoni o azeri???
A qualcuno, secondo te, la cosa interessa ancora a livello federale oppure l'importante è dare qualche stipendio a qualcuno, questo sì scelto con cura, e la possibilità di fare favori ad amici e parenti???

luciano ha detto...

Guarda, Giorgio, io penso che i problemi in federazione ci siano e abbiano una loro importanza. ma il problema è più generale. Investe tutto il sistema calcio italiano, a partire dalla base, dalle società. E poi ci sono anche problemi più generali ancora. Nel senso che aldilà del FPF ci vorrebbe un coordinamento delle normative a livello Uefa.
Ma sarebbe un discorso lungo. E probabilmente molto discutibile

Unknown ha detto...

I Danesi fanno affidamento ai "neo-danesi" ma molto poco rispetto ad altri "cugini" scandinavi. Nella fattispecie nella selezione U17 attuale non ce ne sono. In quella passata c'era il solo Zohore. Ritengo piuttosto che l'intuizione di Luciano sia veritiere: arriviamo molto più tardi alla maturazione fisica. Forse non a 23/25 anni, abbiamo avuto dei cicli U21 vincenti come pochi quindi io abbasserei un po' l'età espressa. Magari gli stessi ragazzi che con l'U21 stravincevano i propri Europei di categoria in precedenza prendevano bastonate a livello U17 e U19 selezioni con le quali abbiamo vinto davvero poco a livello internazionale.
Non capisco il metodo di selezione dei ragazzi che partecipano alle nazionali più piccole francamente. Non so di chi sia la colpa ma credo che i procuratori abbiano molto da guadagnarci per le presenze dei propri assistiti con la nazionale. Ma non è un problema solo italiano: magari anche Marin ha seguito la questione dell'U19 croata che ha disputato gli Europei dell'anno scorso con esclusioni pazzesche e voci di dirigenti infuriati che caldeggiavano/minacciavano l'inserimento dei loro ragazzi, tanto da fare dell'allenatore un Ponzio Pilato.

Ho assistito ad una recente amichevole della nostra U19 contro la Francia: c'erano procuratori al telefonino come avvoltoi sul trespolo, pronti a magnificare ogni passaggio... con chi dall'altra parte non lo so. Ma Luciano questo mondo lo conosce molto bene vedendo partite a ripetizione... se sbaglio mi correggerà (cit.)

In ultimo: quando parlai con Monachello io per l'intervista sul blog Generazione di Talenti l'U17 era da poco stata eliminata nel torneo Elite... e mancavano tanti protagonisti del campionato allievi Nazionali, sia di ilan che di Inter (per dirne 2)... gli chiesi il motivo della sua esclusione, ma ho preferito non pubblicarla.

Ho poi visto la spinta mediatica verso Maggio che allora giocava (poco) allo Stoccarda, che veniva accostato prima ad una big poi ad un altra... e ho fatto 2+2. Con tutto il rispetto per a formazione piemontese, ma ora gioca al Novara... poi magari è un fenomeno, ma Mona non si tocca

BollitoMisto ha detto...

Tradizionalmente mi sembra che i giovani italiani abbiano sempre preso scoppole nella storia del calcio nostrano tanto è vero che nelle varie categorie, U21 a parte, credo non si sia vinto quasi mai niente. Perciò condannare 16enni o 17enni per partite perse è ingiusto e poco indicativo.
Il vero problema è che prima primeggiavamo a livello U21 e adesso non più ed è qui che sta la grande differenza. Che non si giustifica con una più lenta maturazione e nemmeno con una questione fisica. La scuola di calcio italiana non si è mai imposta nella sua storia per il profilo fisico eppure si è imposta. L'enfasi sul lato fisico che sconfina nella fobia è fuorviante perchè è vero che la componenente atletica conta ma non è primaria. 15 delle 19 edizioni della Coppa del Mondo, tra cui, en passant, le ultime 5 di fila, sono state vinte dal calcio latino, e solo una edizione (Inghilterra 1966) è andata ad appannaggio ad una esponente del calcio fisicato, la stessa Germania, terra di mezzo tra il calcio latino e quello nordico, si è sempre contraddistinta nei suoi successi per un mix di componenti in cui quella atletica non era preponderante ma si mischiava alle altre.
Perciò tornando all'U21, vera grande differenza rispetto al passato, si paga la proliferazione dell'uso dello straniero (al 90% superscarso) nelle squadre italiane ma soprattutto, dal mio punto di vista, un pessimo lavoro delle scuole calcio che sono state travolte dall'onda lunga del sacchismo. Il risultato sono allenatori che allenano per sè stessi e non per crescere i giovani e i giocatori che ne escono sembrano polli di allevamento, soldatini silenziosi senza personalità, mediocri in tutto ed eccellenti in niente. Indicativo poi che i sue migliori giocatori giovani del calcio italiano, Rossi e Balotelli, siano dovuti scappare dalla Serie A.
Perciò ridimensioniamo il fattore fisico che la differenza tra Chiellini e Materazzi, o tra Nocerino e Gattuso o tra Montolivo e Pirlo non credo proprio sia il fisico.