Anteprima di Trabzonspor-Inter: mamma, li turchi!

Dopo Inter-Trabzonspor, prima partita del girone di CL, abbiamo forse toccato il punto più basso (insieme al dopo Novara) di questo deprimente avvio di stagione.

La sconfitta interna, per quanto immeritata, ha messo a nudo tutte le nostre debolezze del momento, perché un gol si può sempre prendere, ma se in oltre '90 minuti non  riesci  a concretizzare la tua superiorità,  significa che a livello di  squadra hai delle lacune molto serie.

Da allora le cose sono leggermente cambiate, in meglio. Non sono uno statistico, ma credo che con Ranieri la media punti sia cambiata radicalmente in CL (e questo è ovvio), ma abbastanza chiaramente anche in campionato.

C'è da dire per altro che far peggio, o anche solo ripetersi, sarebbe stata obiettivamente un'impresa.

Comunque oggi andiamo sul Mar Nero a cercare di conquistare non solo la qualificazione anticipata, ma addirittura il primo posto nel girone. 

E sarebbe un viatico sicuramente importante, sia a livello psicologico, di autostima, sia per quanto concerne la possibilità di distribuire meglio le energie  per il tour de force di fine anno.

Chiaro che non sarà per nulla facile. Meglio dirlo prima, anche se ci saranno in giro i soliti faciloni per i quali il solo chiamarsi Inter dovrebbe rendere inutile lo svolgimento di una partita con squadre sprezzantemente definite inferiori. 

Invece i turchi con l'appoggio di un pubblico molto passionale, con l'orgoglio di provare a ripetersi in una grande  impresa già riuscita, con l'ambizione di afferrare una qualificazione a priori impensabile, faranno una grande partita, tutta slancio, vigoria, feroce determinazione.

Vedremo che, secondo le  principali scuole di interpretazione calcistica, ci sono due possibili modi per affrontare una situazione di questo tipo, con una squadra che non ha grande vigore atletico, ma appare superiore tecnicamente. Ne parleremo più avanti, cercando di ragionare sulla possibile formazione. Per il momento cerchiamo di analizzare anzitutto... 

La conferenza stampa di Ranieri.

I punti fondamentali della sua conferenza a mio parere, sono i seguenti:

1. Il mister sottolinea, inizialmente, come in Cl rispetto alla situazione esistente al momento in cui lui è  subentrato sia stata percorsa una buona strada; ma occorre fare molta attenzione, perché un  risultato   negativo rimetterebbe in discussione quanto di buono fatto da Mosca in poi. Ribadisce anche che potrebbe bastare un pari, ma l'inter non può fare calcoli e deve andare in campo per vincere. 
2. Alvarez e Couti domenica hanno fatto bene, ma sono giovani. Lui deve pensarci bene e mettere in campo LA SQUADRA MIGLIORE.
3. Milito è un giocatore su cui si può ormai puntare pienamente, un giocatore bravo e in buone condizioni.
4. L'assenza di Wes è importante. Ma il mister molto opportunamente evita ogni polemica – cara invece a certi tifosi - sia con il giocatore, sia con la sua nazionale. 

Le nazionali, finché questa è la normativa, hanno il diritto di schierare i giocatori, anche con qualche rischio.

Ai giocatori non si può chiedere di “saltare” un incontro della loro nazionale per prudenza. E questo anche se si trattasse di Lussemburgo-Cipro, che non abilita al pallone d'oro, come invece non esitano a suggerire molti nostri tifosi smagati. 

Curiosi questi tifosi interisti: se in ben 5 partite subiamo torti arbitrali decisivi, accusano i gomblottisti di fare dietrologia. Se invece la dietrologia, questa sì reale, si esercita contro i loro giocatori, allora sono all'avanguardia, pronti a mostrarsi smaliziati, a conoscere le cose del mondo... (e non tirate fuori adesso la storia del gol di Motta in fuorigioco: non è che si potesse danneggiare una squadra in 38 partite su 38. Si aiuta, eventualmente, a dare una svolta negativa alla stagione e poi tutto torna più o meno nella normalità. In questo le designazioni chiariscono molte cose).

Tornando a noi, Ranieri dimostra un buon senso inusuale.

Finché le norme sono queste, le cose continueranno così. Se si prevedesse una penale elevatissima per gli infortuni, magari almeno in certe partite i dirigenti delle nazionali sarebbero più accorti. Dire queste cose significa dare sostanza a una conferenza, avanzare proposte: perché sostenere che gli avversari sono forti e la partita difficile, è un po' troppo scontato.

Sollecitato, come è assolutamente doveroso, dai giornalisti italiani presenti a tornare sulle questioni del campionato (devono porre domande che interessino i loro utenti), Ranieri dice due altre cose fondamentali: chiede più equilibrio nella risonanza che si dà agli errori arbitrali. 

Non è possibile – dice – che se un errore è a favore dell'Inter, falsi il campionato, mentre le conseguenze di molti e gravi errori contro l'Inter passino sotto silenzio.

E' pacato il mister, ma dice cose, se non da interista, almeno da aziendalista, e lo aveva già fatto a proposito di calciopoli.

L'altro punto è  il riconoscimento della positiva partenza della juve, certamente agevolata da molti fattori (lui prudentemente cita solo la mancanza di impegni internazionali), ma noi, ammette, conoscevamo questa situazione, quindi dobbiamo fare il nostro cammino senza guardare ad altri e cercare di recuperare punti.

Una conferenza che personalmente ho apprezzato: Ranieri non poteva certo raccontarci la formazione e neppure disquisire dottamente sulle soluzioni tattiche che intende attuare. I giornalisti hanno chiesto ciò che interessa ai tifosi e lui ha risposto da persona seria e di buon senso qual è. Mou certo era molto più divertente e accattivante, più diretto, più esplosivo. Più creativo.

Ma ognuno ha il suo temperamento e di Mou ce n'è uno solo. Meglio dunque che ognuno sia se stesso.

L'atteggiamento tattico e la formazione

Partiamo come al solito dall'elenco dei convocati, per cercare di eliminarne 4, in questo caso.

Gli attaccanti sono 3 e quindi tutti saranno nei 18.

I portieri sono tre e, a meno di infortuni (sgrattt), Orlandoni resterà fuori.

 

Gli altri 3 sono da scegliere tra difensori e centrocampisti. Sbaglierò, ma avendo 4 possibili centrali (Lucio Rano, Samuel e Chivu), un escluso sarà Caldi. Anche se mi dispiace.

Da esterni possono giocare 4 atleti: Jona, Zanetti, Chivu e Naga. Oltre a Fara. La logica vorrebbe che l'escluso sia Fara.

In mezzo abbiamo 6 centrocampisti “totali”: Zanetti, Deki, Cambiasso, Motta, Obi e Crisetig. Anche in questo caso, secondo me l'escluso dovrebbe essere Crisetig (forse si vede che non sono troppo  giovanilista... eheheh. Ma io credo di essere solo prudente, anche nel loro interesse).

Poi abbiamo due trequartisti, o due esterni come volete. Diciamo che abbiamo due giocatori di qualità ma di scarse doti atletiche. 

Arrivati a 18 giocatori, bisogna decidere come si vuole giocare. L'atteggiamento di gioco prima dello schema.

Dicevo in precedenza che ci sono a grandi linee due possibilità. Sempre prevedendo che loro ci attaccheranno con ritmo e aggresività, almeno inizialmente.

La prima è una soluzione prudente. Mettiamo tutti i giocatori di esperienza internazionale, schieriamoli in modo che tutte le zone del campo siano ben protette difensivamente, cerchiamo di utilizzare la sapienza tecnica e tattica dei nostri senatori per spezzare il ritmo ed eventualmente organizzare le ripartenze. Poi, alla distanza, potrebbe essere più facile “uscire” e cercare di vincere anche attraverso la manovra (sempre che prima si sia riusciti a tenere). 

La seconda è una soluzione più coraggiosa, più spavalda quasi (alcuni direbbero più moderna). Se loro ci attaccano, ci aggrediscono, la mettono sul piano fisico, noi ci contrapponiamo accentuando le nostre caratteristiche tecniche che ci garantiscono superiorità. Dentro i fantasisti, i creatori di gioco. Proviamo a colpire la loro difesa non impeccabile (si dice sempre così quando un'italiana affronta una straniera...) e a garantire sicurezza alzando la difesa e tenendo le linee vicine, con baricentro avanzato.

Per natura, sono portato a privilegiare la prima soluzione, che personalmente non considero difensivista né antica. La considero pratica. Se si riesce a chiudere bene i varchi, a ripartire con manovre incisive e ben congegnate, per me si gioca per vincere. In più, in questa occasione, c'è anche il fatto che i nostri due fantasisti pagherebbero  sicuramente molto sul piano atletico e dell'esperienza internazionale.

Naturalmente c'è anche una soluzione intermedia, schierare uno solo tra Couti e Alvarez. In questo caso però sarebbe forse  pericoloso lo schieramento a rombo, che non garantirebbe la copertura delle fasce.

Dunque lo schema che preferirei, da profano sarebbe un 4-4-2,  schieramento che probabilmente Ranieri non vorrà proporre. Ma a me un po' intriga:

JC;

Jona (o Naga),  Rano (o Lucio), Samuel, Chivu (o Naga);

Zanetti,  Motta, Cambiasso, Couti (o Alvarez);

Pazzini, Milito (con il Principe che scala sull'uomo di Couti o Alvarez in fase di non possesso).

Troverei affascinante (ma non si farà neppure questo) la soluzione di un 4-4-2, con Zanetti terzino e Faraoni o Couti o Alvarez esterno alto e Obi sull'altra fascia. Sempre chiedendo sacrifici a Milito, ma questo in ogni caso.

Secondo me invece il saggio Ranieri andrà su un collaudato centrocampo a tre con Motta centrale, Zanetti e Cambiasso mediani. Poi le due punte (credo che partiranno Pazzo e Milito) e per l'undicesimo... si vedrà. Sia per il nome, sia per la collocazione.

Luciano

Nella foto, Claudio Ranieri sembra chiedere un altro sforzo alla squadra per mettere in cassaforte la qualificazione agli ottavi di Champions e poi potere pensare con più serenità al campionato. Forza Inter, sempre!