Final Eight Primavera: sogni di doble.

Se fare il triplete è quasi impossibile (di solito riesce solo a una squadra con i colori del cielo e della notte), anche fare il doble è difficilissimo.

Ma i ragazzi di Bernazzani ci proveranno.
Dopo aver vinto, sia pure con un altro mister, la NGS (ed essere usciti solo  ai rigori sia al Viareggio che in Coppa Italia), adesso hanno l'occasione di provare a entrare nella storia.

Parliamoci chiaro: il gruppo è fortissimo.
Forse il più forte dei tre che stanno per affrontare le fasi finali, insieme agli allievi e ai giovanissimi.

Ci sono alcuni handicap da superare sicuramente.

Uno è costituito dall'assenza di un fondamentale componente dell'eroica difesa che ha magistralmente retto a Lisbona e a Londra.

Faceva molta tristezza, oggi, vedere Pecora allenarsi a parte, per una cosa che non ha commesso. Ma questa è la giustizia calcistica italiana.

 Un altro handicap è il cambio di allenatore.

Bernazzani ha molte qualità, non ci sono dubbi.
Ha vinto anche con le giovanili dell'Inter, in passato, e poi ha fatto una lunga esperienza in prima squadra che sarà stata sicuramente fruttuosa.

Ha ben poco da imparare quanto a capacità di valutare i giocatori e di metterli in campo nel modo più opportuno.

Io penso, tuttavia, che se hanno nominato Stramaccioni e non lui allenatore della prima squadra, un motivo ci sarà.

Secondo me esaminando la stagione con la Primavera di Strama saltano all'occhio, tra le altre cose, una certezza e un dubbio.

La certezza è che nelle partite secche, singole, o da vincere, Strama è una garanzia assoluta.

Per questo, svolgendosi le  finali nazionali con partite uniche, una quota di rischio connessa al cambio di allenatore c'è.

La cura dei dettagli, la capacità di ottenere in queste occasioni dai ragazzi il 101% è una caratteristica indiscutibile del mister romano.
E’ il fattore aggiuntivo che gli ha consentito di accelerare in modo incredibile  la carriera.

Se mai qualche dubbio poteva esserci sulla sua gestione della squadra nel lungo periodo.

In campionato gli uomini di Andrea hanno fatto solo benino, pur essendo arrivati primi nel girone.

Hanno perso diversi punti contro le squadre deboli, ad esclusione del Milan (eheheh...) sempre battuto.

Ma attenzione che già una volta, con gli allievi, avevamo ridicolizzato i rossoneri in campionato, poi nella partita secca, contando loro sui soliti aiutini, è andata diversamente.

Berna sembra meno guerriero di Strama.

La speranza è che i ragazzi ormai siano diventati capaci di tirar fuori autonomamente il meglio del loro repertorio, nelle grandi occasioni.

E poi l'ottimo Vincenzo Sasso non è mica rimasto con loro per nulla: il lavoro di Strama, senza nulla togliere alla visione di Berna, non dovrebbe andare perduto.

All' ultimo allenamento, ieri mattina, hanno partecipato tutti quelli che partiranno, ad eccezione di Livaja e Marek, appena tornati, credo, dalle nazionali dei rispettivi Paesi.

I portieri erano Di Gennaro (che resterebbe volentieri a fare il terzo di prima squadra, giocando in Primavera, anche perché prima della recente affermazione era stato fermo 15 mesi) e Cincilla.

I difensori: Bandini, Ibrahima, Bianchetti, Splendly, Alborno, Giannetti, Pasa.

I centrocampisti: Duncan, Crisetig, Romanò, Benassi, Falasca.

Gli attaccanti: Bessa, Longo, Vojtus, Forte, Candido, Belloni, Terrani, Garritano.

In più si devono considerare appunto Kysela e Livaja.

In molti casi, inoltre, la suddivisione dei ruoli è arbitraria.
Ad esempio, Pasa gioca ormai quasi sempre da difensore centrale, ma può essere considerato anche un centrocampista; Bessa e Candido possono essere considerati centrocampisti avanzati, e così via.

Per la partita contro il Palermo a mio parere i dubbi possono essere due: se si rischierà subito tutto su Bianco, apparso in confortante condizione ma pur sempre al rientro; e se nella prima partita giocheranno Livaja e Marek, che ultimamente non hanno sostenuto neppure un allenamento con la squadra.

In pratica, senza i due citati,  la formazione sarebbe:

DiGe

Ibrahima (Bando) Splendly Bianco (Ibrahima) Alborno

Romanò Lorenzo Duncan

Bessa Longo Vojtus

Comunque mi pare difficile che Berna rinunci a due elementi del valore e del peso atletico di Marek e Marco.
In questo caso certamente Marco per Vojtus, mentre Marek potrebbe giocare al posto di Bianco, il cui rientro verrebbe procrastinato.

Le cosiddette riserve (meglio chiamarle alternative) costituirebbero comunque una squadra che probabilmente si sarebbe comunque qualificata per le fasi finali.
E alcuni di loro (cito il solo Robertino) appaiono in grande condizione.

E adesso, la parola al campo.
Sperando che dia le risposte attese da tutti noi.

Mentre le parole pronunciate da Berna nella recente intervista tranquillizzano sulle condizioni di forma della squadra  (anche a me, per quel poco che conta è sembrata carica psicologicamente e in possesso di rinnovate energie), resta il problema della differenza di passo che potrebbe esistere tra chi, come il Palermo, ha lottato fino a ieri per obiettivi importanti e chi, come noi, da più di un mese disputa solo amichevoli dal blando impegno agonistico.

Forse anche per questo l’impiego di chi è appena tornato dalle competizioni internazionali potrebbe essere una scelta opportuna.

Nell’occasione di queste finali Marek dovrebbe chiudere definitivamente la sua esperienza con l'Inter.
Speriamo che possa contribuire a regalarci un altro grande successo.
In ogni caso  credo che ogni tifoso, soprattutto se interessato al settore giovanile, non possa che ringraziarlo per la qualità, la determinazione e soprattutto concentrazione assoluta che ha sempre messo in campo, a difesa dei nostri colori.
A lui quindi auguriamo  un ottimo proseguimento di  carriera, nella sua Praga e magari nella sua nazionale.

Un’ultima considerazione: l’elenco dei convocati ci permette di capire come sarà il nocciolo della Primavera del prossimo anno.

Sappiamo che i ’94  ''promossi'' dovrebbero essere 14.

Qui, se non sbaglio, ne sono già rappresentati 8:

Cincio,

Bando,

Ibra,

Pasa,

Benassi,

Bello,

Garri,

Gio.

Se aggiungiamo Monachello, siamo a nove .

Dovrebbero esserci quindi, in rosa, altri cinque ’94:  potrebbero essere un altro portiere, Marini, uno tra Ferrara e Amoruso, Del Piero e Djumo.

Poi i quattro ’93, due-tre acquisti (tra i quali speriamo Lazaro) e qualche ’95, inizialmente più che altro da aggregati.

Ma di questo avremo tempo di parlare in seguito, con maggior cognizione.

Per il momento dobbiamo avere in mente solo il Palermo, che è forte, come dimostrerà di seguito AL82.

L’avversario

Il Palermo è arrivato alla Final Eight attraverso il doppio play-off (Napoli e Chievo battute entrambe ai supplementari) dopo aver chiuso il girone C al terzo posto dietro le due squadre romane, uniche compagini ad espugnare il terreno di casa dei rosanero (la Lazio alla prima di campionato schierando 6 ’92 e un ’91).

Squadra giovane (la meno anziana del lotto delle finaliste) e rinnovata in estate sotto gli ordini di Mangia (poi sostituito dal duo Beggi-Capodicasa, con quest’ultimo dimessosi a fine febbraio in favore di Ruisi), a partire dal portiere titolare, Micai (classe ’93), l’anno scorso al Varese con l’allenatore di Cernusco sul Naviglio, e premiato un paio di settimane fa dall’associazione dei preparatori dei portieri come il migliore della categoria, davanti a Pigliacelli della Roma e Cragno del Brescia.
Molto reattivo fra i pali, i suoi punti deboli sono i cali di concentrazione e le uscite alte, ostacoli che però non gli hanno precluso la via della prima squadra con la quale si è aggregato a stagione in corso.
Alle sue spalle Patania (’94), messosi in mostra con gli Allievi, e Russo (’94).

Partiti con l’idea di un 4-4-2 di sacchiana memoria i siciliani hanno raggiunto la fase finale in Umbria mixando solidità (con qualche intemperanza, visto il buon numero di espulsioni ricevute), pressing e gioco offensivo.
Linea difensiva a quattro: due centrali di stazza, Prestia (uno dei pochi rimasti della precedente stagione e nazionale Under19) e il serbo Kosnic (in passato, pare, vicinissimo all’Inter), difficili da superare nel gioco aereo e bravi anche nell’iniziare l’azione ma un po’ a disagio con gli attaccanti dotati di spunto sul breve (vedi le difficoltà avute nell’ultimo turno con il clivense Kirilov) e le verticalizzazioni rapide degli avversari.
Sugli esterni si disimpegnano Silvestri, autentico jolly, schierato spesso e volentieri da centrale, strutturalmente interessante e pericoloso sulle palle inattive, Caputo (scuola Juve e esperienze in Serie D) a destra e Di Chiara sul lato opposto (anch’egli nel giro della nazionale U19), fluidità di corsa e sinistro pennellato.
In alcune occasioni come contro il Chievo è stato schierato in posizione più offensiva, quasi da ala pura, con Silvestri alle sue spalle, in uno schema che aveva tutte le sembianze di un 4-2-3-1 (il modulo di partenza resta il 4-3-3).
Piscopo (5 presenze) e Aquino Inchausti, uno dei paraguayani giunti quest’estate in Sicilia, si sono divisi il ruolo di comprimari equamente fra andata, il primo, e ritorno, l’altro.

A centrocampo spicca il trio titolare Vassallo-Barberis-Cristofari, tutti nati nel 1993.
Il primo è fra i fiori all’occhiello della cantera palermitana.
Interno destro (o centrale in una linea a due al fianco di Barberis) con il fiuto del goal, per caratteristiche fisiche e tecniche potrebbe essere paragonato a Nocerino: ritmo, inserimenti verticali e tecnica finanche migliore del rossonero, che gli permettono di farsi valere anche come assist-man.
Si è infortunato nel ritiro azzurro (si parla di pubalgia) in vista degli Europei U19 e lo staff medico di Evani ha preferito rimandarlo a casa.
La sua presenza dovrebbero, pertanto, essere in dubbio ma le possibilità che il ragazzo non stringa i denti sono davvero minime.
Barberis è il capitano della squadra.
Altro ‘’scippo’’ ai danni del Varese (in verità mezzo perché il giocatore è arrivato in comproprietà nell’ambito dell’affare Kurtic), è il classico centrocampista che fa girare la squadra ma senza accantonare la quantità.
Completa l’asse Cristofari, appetito dalle maggiori squadre inglesi e strappato da Sabatini agli allievi della Roma dove indossava la fascia di capitano: mostra il meglio di sé nel ruolo di interno ma non disdegna compiti da regista.
Primi rincalzi tre classe ’94: Vitale, adattabile anche in difesa, il napoletano De Vita (13 presenze) e Cerniglia (9 presenze).
Da non sottovalutare il volante Arzamendia (messosi in mostra in una recente Coppa Carnevale fra le fila del Club Nacional per le sue doti di palleggio tipicamente sudamericane) il cui solito lungo iter burocratico l’ha tenuto lontano dai campi fino a gennaio, al pari di Verdun e Malele.

Proprio quest’ultimo ha rappresentato il tassello mancante del mosaico offensivo palermitano nel girone d’andata.
Infatti il suo arrivo ha dato all’attacco rosanero, tecnico ma leggerino, la giusta dose di ‘’centimetri’’.
Passaporto svizzero e congolese di nascita, Malele è un attaccante centrale che si adatta anche gli esterni che sopperisce i limiti tecnici con l’agonismo: fa salire la squadra, fornisce un punto di riferimento valido, combatte e vede la porta. Imprescindibile, proprio come il nostro pericolo numero uno, Mauro Bollino.
Giovanissimo (è nato il 31 dicembre del 1994), brevilineo e mancino ha fin qui mostrato un invidiabile campionario tecnico anche se il suo pezzo forte sono i tagli partendo da sinistra, con e senza palla, e la rapidità d’esecuzione.
Basterebbe guardare le statistiche per capire il soggetto: 22 assist e 25 reti di cui 2 in coppa Italia Primavera.
E’ un prodotto di casa e ha fatto il salto di categoria insieme ai suoi ex-compagni di reparto Sanseverino e Zerbo.

Il primo non ha ancora trovato una collocazione tattica ben definita (esterno, rifinitore, mezzala) presentandosi come la più classica ibridazione del centrocampista offensivo un po' à la Ricky Alvarez, con il quale però non condivide né il fisico, ancora acerbo, né il passo (la velocità di gambe è uno dei suoi pregi). Comunque sia 18 presenze e quattro goal all’attivo con relativa convocazione in Under18 sono un biglietto da visita niente male.
Il secondo, una punta di movimento dal piede raffinato, è stato titolare nella prima parte di stagione (è ancora la seconda bocca di fuoco della squadra al pari di Vassallo, milita nell’Under 17 e ha esordito in Europa League contro il Losanna) per poi cedere gradualmente il posto all’estro del paraguayano Verdun, muscolare e capace di svariare su tutto il fronte d’attacco, fra numeri d’alta scuola e qualche pausa o giocate da solista.
Utilissimo Rojas, altro giovane made in Paraguay e altro fantasista che però si adatta anche sull’esterno destro, mentre ha deluso Jara Martinez.
Arrivato in Sicilia come il talento più puro della campagna acquisti giovanile, raramente ha mostrato la continuità e la freddezza (solo 7 presenze fra i titolari e 3 le marcature) che avevano colpito gli osservatori di Sabatini.

Chiudono la rosa ma non convocati Viscuso(terzino destro del ’94 ceduto a gennaio all’Ancona), Pirrera (centrocampista del ‘95 degli Allievi che ha inanellato ben 5 presenze) e soprattutto Lores Varela (’91 e 4 presenze in campionato), preso però per la prima squadra dalla quale è sceso una volta anche Labrin, cileno classe ‘90 (!), e sarebbero potuti scendere Acquah (’92) e Milanovic ‘(91), se solo gli isolani si fossero lasciati tentare come fecero i cuginastri l’anno scorso.

Stamane il tecnico Beggi si è detto molto fiducioso e ha spiegato che la scelta di lasciare a casa tutti giovani nel giro della prima squadra è stata ponderata e figlia del mantenimeno di certi meccanismi di gruppo ormai consolidati e, come lo stesso Beggi ci ha tenuto a sottolineare, messi a punto a partire proprio dal 7-0 subito contro la Lazio (vi ricorda qualcosa?).
Nel segno della continuità la formazione di partenza dovrebbe essere proprio quella dell'ultima uscita, ovvero:

Micai

Caputo Prestia Kosnic Silvestri

Vassallo Barberis

Bollino Sanseverino Di Chiara

Malele
 

Luciano & AL82

*In grassetto i convocati del Palermo.

Nella foto (Inter.it), Longo prova la solidità della porta avversaria, sperando che domani dentro non ci finisca lui ma il pallone...