La strada obbligata.

Scrivo queste poche righe di mercato dopo aver letto della (quasi) certa firma di Lazaro per l'Inter e dopo aver saputo di un nostro interesse reale per giocatori come M'Baye del Caen e Caballero.

Ma anche dopo aver saputo che alcuni nostri obiettivi in Italia, sono svaniti, per le manovre della juve (Isla, Verratti, Giovinco) e addirittura delle loro manovre in perfetto stile moggiano per un nostro giocatore sotto contratto, come Ranocchia.

E ho pure ormai chiaro che è svanito pure il sogno di Lucas, come svanirà quello di Oscar e magari persino quelli di un Debuchy o di un Kolarov.

Adesso la situazione è chiara per tutti, credo.

Dopo il ritorno di Moggi e del suo sistema, in Italia non possiamo più fare acquisti di un certo peso.

Chi ci cedesse giocatori importanti verrebbe poi penalizzato dal sistema in campionato e nessuna squadra vuole correre questo rischio.

I giocatori “italiani” che valgono davvero devono essere riservati alla juve.

Con noi possono trattare giocatori discreti, a patto di farci svenare.
Uno Jovetic, per esempio, che è un campione, da noi non può venire.

Se si avvicina la juve, magari lo cedono per una quindicina di milioni e due scartine.

A noi ne chiederebbero subito 40-50.

Può venire un Palacio (fatto), un Mudingay, anche un Silvestre, purché a prezzo elevatissimo per il suo valore, soprattutto se alla fine questo aprisse la strada alle manovre dei ladri su Rano.

Forse alla fine potremo spuntarla su Destro, anche se Moggi cercherà in ogni modo di farlo dirottare altrove, magari su Roma. Ma solo perché c'è un impegno esplicito e c'è di mezzo un giocatore del valore di Longo.

Quindi la via dell'acquisto di buoni o ottimi giocatori in Italia, rendendo il costo ragionevole attraverso scambi, ormai c’è preclusa.

Purtroppo c’è preclusa anche la via di acquisti di qualità all'estero.

Perché quelli buoni sono pochi, su di loro c'è la concorrenza di società con disponibilità finanziarie molto superiori alla nostra, e perché all'estero non sono possibili comproprietà, scambi, ecc.

Lì devi pagare tutto e subito. Per contanti.

Ecco che allora si profila una strada in qualche modo obbligata, l'unica percorribile.

Perseguire, se non il pareggio, almeno un miglior equilibrio di bilancio, dismettendo qualche campione che ha ancora un po' di mercato, che ha ingaggio elevatissimo e non molto futuro davanti (per logorio, per una vita poco da atleta o per età) e sostituirli con buoni giocatori di esperienza, capaci di assicurarti una transizione senza drammi (i Silvestre, i Palacio, eventualmente i Mudingayi, appunto) affiancati da giovani che, forse, fra qualche anno potranno sostituire una base importante per riemergere.

Sia chiaro: non ho cambiato idea.

Non credo ai progetti pluriennali.

Nessuno, se può scegliere tra fare una squadra forte subito e una che forse potrebbe esserlo in futuro, sceglierebbe la seconda ipotesi, così aleatoria e improbabile.

Se però è l'unica strada possibile, allora conviene percorrerla con decisione e con i mezzi di trasporto migliori.

Ci sono giocatori, all'Inter, che ci consentono di affrontare la transizione in modo non troppo doloroso.

Parlo dei JC (che dovrebbe restare, perché le richieste dell'Udinese, come volevasi dimostrare, sono assurde), degli Zanetti, dei Chivu, dei Samuel, anche dei Naga, dei Cambiasso, dei Deki, dei Palacio, dei Milito, forse dei Pazzini.
A questi si sono aggiunti giocatori già sostanziosi come i Rano, i Guarin, i Poli, gli Alvarez, lo stesso Jonathan e forse se ne aggiungeranno altri come appunto i Silvestre e i Mudingayi. O simili.

Ma gli sforzi sono stati e saranno concentrati sui giocatori che fra un paio d'anni o più ci potranno garantire il salto di qualità.

Abbiamo già i Couti, gli Juan, i Bardi, gli Obi, i Longo, i Casta (che spero non cederemo), i Livaja, i Duncan, gli Ibrahima, i Bessa, i Crisetig, i due nuovi portoghesi, i Lazaro e qualche altro.

E dietro, premono talenti ancora più giovani.

Inoltre stiamo trattando alcuni giocatori importanti e futuribili sui 17-18 anni e già abbastanza costosi;

Potremmo poi riavere i Destro.

Insomma, ci stiamo muovendo con decisione in questa direzione, senza però perdere di vista la necessità di costruire una squadra, se non competitiva ai vertici, almeno affidabile e dignitosa anche nell'immediato.

Naturalmente non tutti i giovani su cui puntiamo si affermeranno, non tutti manterranno le promesse.

Ma il nucleo di giovani forti è importante e verrà ulteriormente rinforzato.

Non so, oggi questo percorso intrapreso mi sembra chiaro.

E se non mi consente grandi illusioni per l'immediato (ma mi promette di...non farmi troppo spaventare), mi consente di nutrire speranze per un futuro abbastanza ravvicinato.

Forse sarò un tifoso troppo umile, uno poco ambizioso, uno sfigato insomma.

Pazienza.
Ci vogliono anche quelli, accanto ai brillantissimi che pretendono Charlize Theron, la Ferrari (automobile), la villa con il possesso di un'intera isola tropicale.

E poi passano la vita a lamentarsi perché non hanno nulla di tutto ciò.


Luciano

Nella foto Lazaro, una delle prossime briciole che detteranno il nostro cammino.