Hajduk Split-Inter 0-3: un risveglio più sereno.

La giornata di ieri potrebbe anche rappresentare un punto di svolta, rispetto a un percorso che, da interisti,  negli ultimi tempi avevamo dovuto accettare e subire, con un po' di tristezza nel cuore.

Da questa mattina, chi ama davvero l'Inter può almeno sperare che la situazione si sblocchi, migliori...

Sono successe tante cose in un giorno solo.

Due eventi positivi, per ora, solo virtuali.

Il terzo, in fondo il più importante, la prova della squadra a Spalato, reale anche se solo incoraggiante.

Il possibile arrivo dei cinesi ha dato in mattinata entusiasmo e speranza a quasi tutti i tifosi.

Alzi la mano chi non ha sognato  di avere presto uno stadio nuovo, una guida societaria rafforzata, anche finanziariamente, di poter presto tornare a competere se non con gli sceicchi paperoni, almeno con tutti gli altri, in Europa.

Chi non si è sentito orgoglioso all’idea che un mondo in straordinaria espansione, come quello cinese,  con incredibili mezzi finanziari e tecnologici, potrebbe  scegliere l'Inter come punto di approdo qualificato nel continente europeo.

Sull’importanza dell’evento non dovrebbero esserci dubbi

Sui risultati che ne conseguirebbero  invece è anche lecito sospendere il giudizio.

L'impatto reale di questa operazione  (per ora solo probabile, ripeto, e dai contorni non ben delineati) sarà infatti da valutare nel tempo.

Ma intanto già l’esistenza di trattative in fase avanzata  apre prospettive di grande interesse.

Sarebbe la sconfitta di quanti in questi mesi hanno insultato e dileggiato proprietà e dirigenza (oltre che i giocatori, ma quello è scontato: non abbiamo mica i tifosi dell'Hajduk).

Mentre si rimproverava al “presidente incapace” di non far pagare gli ingressi agli allenamenti (operazione elementare, anche se invisa ai tifosi veri, che avrebbe fatto guadagnare almeno qualche centinaio di euro e perdere molte simpatie); di non aprire qualche negozietto societario in più (per far concorrenza al tarocco, che lo Stato Italiano di fatto legittima), di non saper fare marketing e di non incrementare gli investimenti, lui, il presidente,  trattava, da mesi e mesi, con i maggiori potentati finanziari del mondo con l’obiettivo di assicurare un futuro (ma anche un presente) degno alla sua Inter.

Loro parlavano di negozietti, lui stringeva relazioni straordinarie dalla Mongolia all'Indonesia, dal Giappone all'India, e alla Cina; dal mondo arabo al cuore dell'Africa e dell'America Latina, alla Russia.

I risultati li vedremo, ma che l'operazione sia stata concepita con una straordinaria lungimiranza e capacità, da Statista più che da manager, su questo non v'è dubbio.

Poi a sera inoltrata un’altra NON NOTIZIA, ma una speranza, apre di nuovo  il cuore degli interisti incrollabili.

Il più detestato dei direttori sportivi, l'uomo accusato (dagli interisti ambiziosi sconfitti e rancorosi, appoggiati dai media nemici e sostenuti dalla credulità dei tifosi da blog) di restare al suo posto per motivi inconfessabili, potrebbe riuscire in un colpo che ha del clamoroso: acquistare il secondo prospetto del Brasile e probabilmente del mondo, appetito da squadre molto più facoltose.

E questo non con un assegno in bianco del presidente, ma dopo un lavoro faticosissimo e di squadra durato mesi e mesi: con il giocatore, con i familiari, con l'entourage, con i plurimi proprietari del cartellino.

Non so se l'operazione andrà in porto. Resto scettico. Perché non so se il Presidente deciderà di chiudere. Non so neppure se, nel caso,  si rivelerà così straordinaria come tutti (hem) speriamo.

Ma anche questa iniziativa un segno l'ha già dato: siamo vivi, siamo ambiziosi, siamo capaci. Insomma, ci siamo. Alla faccia dei gufi e si, delle cugurre.

Proviamo solo a pensare al battage mediatico se questi due eventi possibili fossero in fase di realizzazione da parte di Milan o juve....

Ma veniamo al fatto concreto che alimenta le nostre speranze più immediate: la partita di ieri sera.

Non c'è dubbio che la prova della squadra sia stata superiore a tutte le più ottimistiche aspettative.

L'Inter ha dominato il match per tutto il tempo, giocando la palla sempre, pressando gli avversari in modo efficace, perché tutte le zone del campo erano presidiate con  intelligenza.

A prescindere dalla qualità dell'avversario (cosa importante su cui torneremo), ho rivisto la squadra di Strama: un gruppo orgoglioso, con personalità, con qualità, con una disposizione tattica ottimale. Con  tanti tanti particolari da migliorare ancora, ma già sulla buona strada.

Quando le cose le hai ottenute, ti sembrano sempre facili, ma in partenza non era così.

Loro certo hanno un livello tecnico e un’esperienza internazionale (ma allora contano, l’esperienza e l’età?) inferiori ai nostri, lo si sapeva.

Ma giocavano la partita della vita, davanti a un pubblico scatenato e sembrava dovessero avere più vigore e velocità, per compensare l’inferiorità tecnica. Anche perché erano più avanti nella preparazione.

E poi noi siamo un cantiere aperto, un edificio ancora da collaudare.

Dunque qualche rischio c’era, sulla carta.

E in effetti i problemi non sembrano risolti:  dalla fragilità di Chivu unita alle grane  giudiziarie del Rano, al recupero sempre lento di Samuel, per quanto riguarda il centro della difesa, dove anche l’affidabilità di Silvestre è da collaudare a certi livelli.

Gli esterni schierati ieri sanno attaccare molto bene, ma nelle chiusure, contro giocatori forti, probabilmente incontreranno molte difficoltà.

La sorpresa migliore è venuta dal centrocampo: pur schierandolo a tre,  il mister si è permesso di tenere in panca il nuovo acquisto Mudi, giocatore di assodata  affidabilità. Non male, calcolando anche tutti gli assenti.

Questo non significa che non serva un rinforzo di qualità, nel reparto, anzi.  Solo che la questione numerica non è così disastrosa come si vorrebbe dare ad intendere.

Davanti i problemi sono ancora parecchi. Il principale, per conto mio,  è che ci manca una punta dallo scatto e dal dribbling verticale devastanti.

Milito e Palacio sanno giocare a calcio come pochi, veramente. Ma più di una volta, lanciati verso la porta, si sono intelligentemente fermati a giocar palla, per evitare di venire recuperati da difensori più veloci.

Wes sembra determinato e ispirato, ma personalmente se non arretra troppo lo preferisco. Lui cerca la giocata di fino anche nei pressi della nostra area e a volte il rischio è eccessivo.

Cou risulta un po’ sacrificato dal nuovo modulo a 2 e comunque conferma ancora di essere tra i primi al mondo come proprietà di palleggio e intelligenza calcistica, ma di dover ancora lavorare molto sulla  fase di impatto fisico.

Insomma, i problemi restano e la bella prova contro i croati non li ha certo fatti scomparire di colpo.

Il lavoro da compiere è ancora molto (per fortuna) e l’organico resta da completare.

Ma la direzione  intrapresa sembra quella giusta.

A squadra completata sono certo che il duttile Strama non rinuncerà a nessuno dei moduli che gli sono cari, ritornerà anche al centrocampo a due o ad altre soluzioni.

Ma per il momento questo modulo, con questi uomini, ricompatta la squadra, la riequilibra, le consente di giocare più corta e più aggressiva in fase di recupero. E di avere in campo molti uomini che hanno i tempi di esecuzione giusti, i fondamentali necessari, l’esperienza  per gestire la partita.

Gli avversari, d’accordo,  erano poca cosa, ma si sono resi pericolosi solo con qualche traversone (e sapevamo della debolezza difensiva dei nostri esterni), su un errore di un centrale a partita decisa, mentre la nostra difesa nel suo complesso si è fatta sorprendere solo da un’azione sul filo del fuorigioco (che non c’era) in cui un attaccante avversario decente avrebbe segnato.

Il centro campo ha fatto filtro e ha spinto, con Guarin sugli scudi, lo Zanetti di sempre e un Cambiasso più in ombra del solito, almeno nel primo tempo (ma prezioso: almeno così sembra che la pensi Strama).

L’attacco è forse il reparto meno giudicabile, perché la loro linea difensiva era davvero poca cosa. Io continuo a pensare che l’investimento maggiore va fatto lì, in termini di penetrazione devastante.

L’idea comunque è che si possa progredire e fare davvero meglio dello scorso anno, anche se, nell’attesa di possibili nuovi arrivi, non saremo ancora da vertice.

I singoli, in breve.

Handa:  salva la porta sull’errore di Silvestre e sembra sicuro nelle uscite alte. 6,5

Jona: buono nella spinta, spesso ha lasciato andare il suo uomo al cross. 6+

Silvestre: tre quarti di partita davvero positivi: poi due errori gravi, spero di disattenzione per il risultato ormai al sicuro, ma comunque preoccupanti. 6

Chivu: avea fatto bene (anche se non aveva contro Messi o Cavani, ma questa non è una colpa). Poi si è infortunato… sv

Samuel: chiaramente fuori condizione, se l’è cavata senza problemi. 6

Naga: vale il discorso fatto per Jona: forse due esterni bassi con queste caratteristiche saranno difficili da “sopportare”, nelle partite più impegnative. 6+

Zano: solito giochino: il capitano si nasconde e dormicchia per tutta la partita. Poi all’ultimo secondo piazza una corsetta che resta impressa nella retina di chi guarda e gli fa ottenere una valutazione positiva. Per fortuna certi tifosi interisti hanno scoperto l’inghippo. Aspettiamo solo che se ne accorgano anche gli allenatori e per lui sarà la fine. 7

Cambiasso: primo tempo insufficiente. Nel secondo entra meglio in partita, compie un paio di salvataggi decisivi, sfiora un gol, ma sbaglia anche un paio di passaggi non da lui. A me sembra una prestazione da 5/5.5. Però noto che anche Strama non rinuncia mai a lui.

Guaro: ritmo, grinta, palleggio, fisicità. Ora deve mostrarci anche il suo celebre tiro. Tra i migliori. 7+

Wes: inizia alla grande, poi cala comprensibilmente. Nella nostra rosa è colui che potenzialmente può unire al massimo livello classe e rendimento. Speriamo che resti e faccia una grande stagione. 7

Cou: la Dea Eupalla l’ha scelto come suo rappresentante sulla terra. Ma qualche altra divinità, invidiosa, l’ha privato degli attributi atletici necessari per diventare il numero uno. Molto migliorato, in questo. Ma deve crescere ancora. Del resto, ha 20 anni… 6.5

Palacio: lasciamo che i critici dicano, ma questo al calcio sa giocare come pochi. Purtroppo anche a lui manca, come a Milito, lo spunto terrificante, che disintegra una difesa. Nella stagione sarà importantissimo, ma lo è già ora. 6.5

Milito: l’impressione è che non sia ancora al top. E’ comunque prezioso per il lavoro che svolge. E’ l’elemento più decisivo della squadra, attualmente. Dovesse infortunarsi o avere una stagione in flessione faremmo davvero pochi gol. 6+

Livaja: sv

Strama: ottimo, come sempre. 7.5

Luciano

Nella foto, il sandwich argentino del Cuchu e del Principe Milito per festeggiare Wesley Sneijder dopo il suo bellissimo gol. Niente asado, ieri sera... ;-)