venerdì 16 novembre 2012

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Piccola radiografia nerazzurra: l'Inter vista attraverso (pochi) numeri e (tante) parole


Nello sport provare a mettere d’accordo numeri e parole può far perdere la testa, figuriamoci dare logica all’aspetto mentale.
È come mettere un carico da undici su una materia già spinosa.
Eppure, senza avere competenze in psicologia sportiva, è intuibile una certa correlazione fra l’escalation di fastidi muscolari che ha colpito l’Inter negli ultimi dieci giorni e la vittoria sul campo dell’imbattuta capolista.
Un rilassamento fisico dopo il picco di benessere emozionale?
Improvvisa fragilità derivante dal raggiungimento di un legittimo ma sudato status ‘’sociale’’?
Servirebbero approfondimenti e ricerche che non trovano nel web un tavolo adeguato.
Si può, invece, indirizzare l’attenzione verso riflessioni semplici ma che possono offrire la possibilità di una chiave di lettura non univoca.
Fare un paio di considerazioni a ruota libera, insomma.
La prima, estemporanea e leggermente facilona, riguarda l’aleatorietà del giudizio a caldo e/o soggettivo.
Cosa diremmo di Samuel se a Spalato fosse stato lui a patire l’infortunio di natura traumatica di Chivu?
Un campione al tramonto? Solo un (altro) ingaggio oneroso sul groppone?
Molto si è discusso, nel fervore dell’ultima estate di calciomercato, sul prolungamento di contratto offerto a Chivu.
Senza ritornare sulla valenza sportiva di tale accordo, ecco un paio di dati nudi e crudi.



29 Agosto 2010 – 15 Novembre 2012

Presenze in campionato
Samuel 44
Chivu 38

Periodo di inattività
Samuel 203 giorni
Chivu 236 giorni

Media voto in serie A (esclusi i voti della stagione in corso, in cui Chivu non è ancora sceso in campo)
Samuel 6,04
Chivu 5,6

In quanto a valore intrinseco non c’è dubbio: Samuel batte Chivu 10 a 1.
Ma recentemente il divario è tale da giustificare il vituperio con cui viene coperto il rumeno e l’indulgenza di cui gode l’argentino?
Si diceva ad inizio articolo della difficoltà nel discernere la parte passionale da quella razionale.
L’assistito dei fratelli Becali non sarà nelle grazie di molti tifosi ma nel periodo nerazzurro che ha condiviso con il mitico The Wall ha giocato tanto se non di più di quest’ultimo.
Sotto la guida di ben sette tecnici.
Questa non vuol essere una strenua difesa del ragazzo di Reşiţa ma può spiegare alcune dinamiche dell’Inter attuale.
Prendiamo due fra i casi più controversi di quest’annata: Silvestre e Pereira.
Il primo si già guadagnato l’etichetta di bidone della campagna acquisti.
Il difensore dei primi 700’ con la casacca è un lontano parente di quello ammirato nel periodo siciliano della sua carriera.
Timoroso, svagato tatticamente, rigido nei movimenti, alla ricerca del senso dell’anticipo perduto.
Troppo brutto per essere vero, anche per uno che grande non lo è stato e non lo sarà mai.
Matias era (ed è!) un centrale maturo e di buon rendimento, abituato a giocare in una linea a quattro e con un ingaggio in linea con la linea societaria e il ruolo di comprimario.
Di certo il passaggio alla linea a 3, l’impossibilità di avere un ritmo gara accettabile e di conseguenza una forma fisica in grado di aggiungere esplosività ai suoi muscoli, non propriamente adatti a difendere a maglie larghe, lo hanno penalizzato ulteriormente.
E probabilmente il raggiungimento di una quadratura di squadra e le peculiarità tecniche sono alla base anche delle difficoltà incontrate da Alvaro “El Palito” Pereira.
Partiamo dai numeri.
Delle otto partite in cui è partito nell’undici base l’ex-Porto ha giocato solo due volte nel ruolo di terzino sinistro (Siena e Sampdoria) e in ben cinque occasioni ha diviso il terreno di gioco con Nagatomo (ultima a Belgrado contro il Partizan), quasi sempre anche la fascia.
Insomma, non c’è stata staffetta tantomeno il sorpasso ai danni del giapponese come molti auspicavano ad agosto.
Tanto è bastato a tramutare l’uruguaiano nel nuovo brutto anatroccolo (leggasi ‘’ennesimo terzino costato quanto il centrocampista che ci manca’’).
È innegabile che l’apprendistato di Pereira finora sia stato più lento del previsto ma le qualità affiorate qua e là lasciano ben sperare.
Finora l’estremo tatticismo italiano e l’atipicità dell’attacco interista sono stato sufficiente a soffocargli gran parte del suo repertorio (corsa poderosa, amore per la giocata dal fondo).
Non è un caso che anche dopo il passaggio al 3-5-2, con annesse varianti, abbia trovato più spazio in Europa League che in campionato.
Deve capire il nostro calcio, migliorare in copertura e nel dialogo per vie orizzontali, soprattutto in un sistema di gioco in cui Milito è il terminale offensivo primario (su questo punto torneremo dopo).
La squadra ha trovato un certo equilibrio e le occasioni sono per forza diminuite.
Tornerà utile ma ci vuole pazienza.
Discorsi simili potrebbero essere fatti con Jonathan o Alvarez.
Tutte facce nascoste di una medaglia che negli ultimi tre mesi scarsi ha brillato più di quanto pensassimo.
O meglio il giusto in relazione al deperimento della materia prima e all’arte numismatica di Stramaccioni.
Per migliorare, ovviamente, c’è sempre modo e tempo e, analizzando le statistiche di questo primo scorcio di serie A, due dati su tutti balzano agli occhi.
Il primo, francamente prevedibile, è legato alla nostra scarsa attitudine al cross.
Per dire, dopo Cassano il nerazzurro con più traversoni all'attivo è Wes.
Qui torna in ballo il presunto dualismo fra Nagatomo e Pereira.
Stando ai dati raccolti in queste dodici giornate di campionato, Pereira crossa in percentuale il triplo delle volte del nipponico, entrambi però senza costrutto (un solo assist in due, quello di Nagatomo a Verona proprio per l’uruguagio).
Entrambi hanno resistenza e spirito di sacrificio ma Yuto è più manovriero, duttile e repentino nelle diagonali del suo compagno di reparto. Attacca anch’egli la profondità con insistenza ma sa sfruttare meglio le caratteristiche di gioco di Milito (e Cassano).
Su azione solo una volta abbiamo fatto centro di testa (Cassano contro il Catania), segno che preferiamo la manovra palla a terra e per vie centrali al gioco d’area e ai cross nei pressi della bandierina.
Potendo contare sul terzo attacco del campionato, il dato potrebbe passare inosservato se non cozzasse prepotentemente con un altro: lo scarso numero di tiri in porta.
La gran parte dei punti collezionati è arrivato attuando un calcio attento, fatto di spazi chiusi, fraseggi alla ricerca dello spiraglio buono o con rapide ripartenze.
Soffriamo tremendamente quando dobbiamo “sfondare”, far breccia nelle difese organizzate e che fanno densità in mezzo.
È successo, ad esempio, all’Azzurri d’Italia contro l’Atalanta.
Se non siamo rapidi, freschi per accompagnare gli avanti, che siano due, due e mezzo o tre, con i centrocampisti vediamo poco la porta.
Come rosa ci manca la fisicità delle truppe di Mancini e del Mou (penso a gente come Viera o Thiago Motta), l’elemento capace di creare superiorità, in primis sugli esterni.
E se, come i numeri raccontano, proviamo poco da fuori, i dolori di conseguenza aumentano.
Non possiamo ritrovarci al punto che sommando i tiri di Cassano, Palacio e Cambiasso non superiamo quelli effettuati da Sneijder, primatista di questa particolare classifica a tinte nerazzurre. Neppure se Milito tramuta in gol il 50% dei suoi shots.
I dubbi legati ad un tridente così mal assortito, con annessa esigenza di preservare Il Principe e conservare un equilibrio anche in presenza di Cassano, potrebbero essere superati attraverso la consacrazione di quattro elementi: Obi, Guarin, Coutinho e Alvarez.
I primi due aumenterebbero la ‘’muscolatura’’ del nostro centrocampo ma spesso combattono con una personale e antitetica fragilità di fondo.
Non sono giocatori ordinati ma specialmente il colombiano può essere letale da metà campo in avanti, ora che ha ritrova un certo feeling con il gol.
Gol che non sono tanto affezionati ai tabellini di Coutinho e Alvarez, due trequartisti atipici, accumunati da una tecnica base ben oltre la media e da una nociva propensione alla giocate personale.
Eppure sono due profili che all’Inter servono come il pane.
Philippe perché è l’unico, con Nagatomo, capace di saltare l’uomo in velocità. Parla una lingua unica, che è quella dei fenomeni. Vede calcio come Michelangelo vedeva il David da un informe blocco di marmo.
Alvarez perché a suo modo crea la superiorità numerica, l’imprevisto (palma di assist-man nerrazzurro nella passata stagione, in coabitazione con Maicon). Fisico e tiro da fuori sono dalla sua parte. È il blocco di marmo che aspetta il suo Michelangelo.
Che dire, belli ed incompleti proprio come l’Inter di oggi.

P.s.

Ci sarebbero altri numeri su cui aprire altre parentesi ma tempo e spazio sono quello che sono.
Ne cito solo alcuni, riguardanti il campionato, a titolo puramente informativo.

- Fondamentale l’aiuto di Cambiasso in fase offensiva, per il numero di assist (3 come Cassano e Milito, quasi il top nella categoria), passaggi utili a ridosso dell’area avversaria (meglio di lui solo Cassano) e abilità negli inserimenti senza palla, caratterista quasi unica nel lotto dei nostri centrocampisti.
- Gli ultimi 20 metri del nostro fronte destro (quelli del nostro attacco, per intenderci) sono in assoluto la zona di campo con minor densità di gioco. Qualcosa lì manca.
- La distribuzione temporale delle nostre marcature è abbastanza omogenea, con un picco nell’ultimo quarto d’ora del match.
- Sono solo tre i giocatori che hanno superato i mille minuti giocati: Milito (1060’), Ranocchia (1038’), Zanetti (1031’) (fonte legaseriea.it)
- Primeggiamo in quanto a contrasti vinti e Ranocchia prima dell’infortunio era il migliore in quanto a palloni recuperati.
- Se ci fosse un premio fair-play sarebbe il nostro (ultimi per ammonizioni, penultimi per espulsioni).


AL82

Nella foto (spaziointer.it) Alvarez, una faccia da eterno (?) incompiuto.

26 commenti:

luciano ha detto...

Spero più tardi di poter commentare l'intrigante post di Al che richiede considerazioni piuttosto approfondite.
per il momento mi limito a qualche considerazione sul fine settimana delle nostre giovanili.
Non c'è dubbio che le partite clou siano i due derby:del resto nei campionati a gironi locali le partite di autentico rilievo tecnico e agonistico sono poche.
partiamo dalla primavera. Il confronto col milan avviene in un momento che di certo non ci è favorevole. La nostra squadra oltre che stanca, ultimamente ha alquanto stentato, anche in fatto di risultati e deve scontare le esigenze della Prima, che per i numerosi infortuni, non concede giocatori.
Dovrebbero quindi giocare
Dalle vedove
Bando Donkor Pasa Ferrara
Olsen Tassi
Belloni Gio Garri
Forte.
Non ci sono molte alternative, perché Acampora è squalificato. Dunque le prima "riserve" dovrebbero essere Zaro, Del Piero e Djumo.
Inutile dire che è una squadra molto squilibrata in avanti e dà abbastanza preoccupazione il centrocampo affidato ai soli Olsen e Tassi.
Ho avuto occasione di discutere con qualcuno dell'ambiente e ho constatato che non ero l'unico a esternare, sin dall'estate, le preoccupazioni sulla solidità atletica di un gruppo composta da giocatori in prevalenza agili e tecnici, ma di modesto impatto atletico. servirebbero almeno un centrocampista e una punta di peso e di claase, per essere davvero competitivi.
ma dobbiamo sperare che facciano bene anche così.

Ferma la Berretti (che giocherà un'amichevole con il forte Torino, in preparazione al match col Carpi, primo in classifica con grande vantaggio), gli allievi nazionali sono chiamati a una conferma della loro buona condizione affrontando il Padova a Interello.
I veneti sono quarti, a sei punti da noi e la prova si annuncia impegnativa. La squadra dovrebbe essere al completo, in sostanza e quindi il mister avrà solo problemi di scelta.
I regionali affronteranno in trasferta l'Albinoleffe. dopo un inizio con qualche incertezza, hanno iniziato una marcia abbastanza sostenuta che li ha portati in vetta, mentre i bergamaschi sono a metà classifica. Dovrebbe scendere in campo la solita formazione, con l'esclusione di Bona, tornato definitivamente tra i nazionali.
Mi aspetto grandi prestazioni dai centrali bassi (con Della Giovanna che deve farsi perdonare l'errore del derby), da Di ma, da De Micheli e davanti da Zonta, annunciato in ottima forma, e Appiah.

I giovanissimi nazionali affronteranno il Como in trasferta e deve essere l'occasione del riscatto, dopo l'inopinata sconfitta nel derby. speriamo che giochino finalmente da squadra, mettendo le indiscusse individualità al servizio del collettivo. E auguriamoci che le condizioni del campo consentano ai nostri, molto tecnici, di esprimersi al meglio.
L'altro incontro clou è il derby dei giovanissimi regionali.
Qui "si parrà la loro nobilitate". Teoricamente, se vincessimo il recupero, avremmo un punto di vantaggio su Milan e Atalanta. ma c'è molto equilibrio e il primato è in discussione.
Ancora una volta decideranno i giocatori più talentuosi: se riusciranno a non giocare individualmente, ma in funzione della squadra, potremo farcela. recuperato Rivetti (che non credo sarà in campo dall'inizio) e ripresosi Russo da un infortunio, la formazione dovrebbe essere quella tipo, con Franzini o Piras ad affiancare Valietti, e davanti il tridente Spaviero Traorè Eboui. sarà decisiva la prova dei centrocampisti che dovranno fare filtro e far giocare le insidiose punte, con i tempi giusti.
Infine i giovanissimi reg, B, impegnati in uan lunga rincorsa al vertice, affronteranno in trasferta il Como, avversario sicuramente ostico, ma alla portata di Gouem, Mastromonaco, Merola e C, se si esprimeranno al meglio delle loro possibilità

Karlito ha detto...

Che bella analisi!
Vorrei dire la mia su Chivu. Lui ha sempre sostenuto di essere un centrale e non un terzino sinistro, ma quando ha giocato da centrale ha sempre fatto male, forse anche per smarrita continuità nel ruolo. Ma come terzino sinistro, pur non essendo un campione, ha sempre fatto il suo in fase difensiva, in modo molto professionale. Sempre concentrato. La sua fase difensiva era migliore di quella di Nagatomo e di Pereira, pur senza esaltare, dava un copertura superiore. Nella fase offensiva era però inesistente.
In una partita come quella di Bergamo sarebbe stato preziosissimo sulla mancina, con Cambiasso in mezzo alla difesa e Zanetti a sinistra. E qua devo dare ragione a Collovati che ha bacchettato Strama invitandolo all'umiltà. Con queste parole Collovati a sostenuto la bontà del lavoro svolto (da qualcuno definito "provinciale") dal nostro coach, che però non avrebbe letto bene la situazione in vista dell'Atalanta. E qui concordo. E' vero che col senno di poi siamo bravissimo tutti a correggere le sconfitte e non ci sognamo nemmeno di correggere le vittorie, però i dubbi sull'impostazione di quella partita erano stati manifestati da molti proprio in realzione a questo.

Ok sono andato fuori tema un pochino, ma volevo sottolineare che questa Inter dipende molto dai gol non presi, e non c'è niente di male. Là davanti prima o poi qualcuno la butta nel sacco, ma dietro non possiamo lasciare creare situazioni pericolose agli avversari, e l'Atalanta ne creava una per ogni volta che varcava la metà campo. Per questo difendo Chivu ed il suo ruolo difensivo sulla mancina.

Karlito ha detto...

L'articolo di Luciano sulle giovanili, in particolare al tasso tecnico contrapposto alla fisicità, mi spinge ad una riflessione. E' meglio allevare tanti tecnici in modo poi di tenerci i migliori, oppure allevare in modo equilibrato tecnici e fisici?
Forse avere tanti giocatori tecnici in squadra, anche se magari compromette qualche risultato, permette, alla fine dello sviluppo, di avere più possibilità di avere un tecnico davvero forte (alcuni si perdono per strada, altri si montano la testa, altri non rispondono alle attese, qualcuno arriva). Mentre un giocatore fisico, magari è più facile che arrivi ad un livello che gli è richiesto, e forse costa anche meno sul mercato.

Valutando i pro e i contro, mi piacerebbe conoscere i vostri pareri. Io sono per i giocatori tecnici in abbondanza, per poi avere un calderone dal quale scegliere il più forte di tutti. Ma ricordate che io ragiono da tifoso puro, anche so non vado mai al bar, sarei il classico manager calcistico da bar...

Guido ha detto...

Credo che nelle giovanili dell'Inter, in questo momento, ci sia un perfetto bilanciamento tra abilità tecniche e qualità fisiche. Abbiamo quasi sempre un tasso tecnico più elevato dell'avversario di turno, in tutte le categorie, ma, soprattutto tra i più giovani, abbiamo anche atleti straripanti da sgrezzare come Traoré ed Ebuì, o Roberto quando arrivò. Io continuerei su questa via, prendendo le eccezionalità in entrambi i sensi per provare a completarli e i giocatori che abbinano i due aspetti a buoni livelli, come può essere un Deme, per esempio. Se poi trovi i Benassi, completi da subito, tanto meglio.

La stessa primavera, potesse schierare con continuità anche solo i '94 perfettamente eleggibili Bena e Ibra, non la vedrei carente quanto a fisicità. Luciano penso sia di diverso avviso, ma tant'è.

Everybody Hertz ha detto...

@Karlito 2:
Inoltre Chivu ha piede per potere iniziare l'azione da dietro, caratteristica quasi unica nel lotto dei nostri difensori, a parte forse Ranocchia e Cambiasso (quando schierato dietro).
Cosa non da poco, soprattutto se dovessi continuare con la difesa a tre. Per me, problemi fisici permettendo, può dare ancora un dignitoso aiuto alla squadra. Lo stesso dicasi per Dejan. Con il rumeno resterebbe capire il valore reale di Silvestre: se ritorna almeno ai livelli di Catania e Palermo può starci, altrimenti un centrale di (discreto) piede destro è necessario. Secondo me Andreolli sarebbe più un libero che un marcatore ma giocando a zona (ecco un punto che magari un giorno mi piacerebbe affrontare) come facciamo noi potrebbe comunque funzionare. Partito Nastasic che godeva del mio assoluto gradimento non vedo in Italia altri difensori che potrebbero fare al caso nostro se non Ogbonna, che è mancino, e Benatia, ovvero due che costano abbastanza. In B molte squadre hanno optato per la difesa a 3 ma se non ho fatto male i calcoli pochi la utilizzano con continuità. Sulle individualità non mi sembra che ci siano grandi individualità. Ad oggi credo che l'esperimento più interessante sia quello dello spostamento in difesa del classe '91 Salomon, a noi più volte accostato, in una difesa a 3. Se dovessi fare un nome per un'operazione low cost, premesso che spero nel recupero di Silvestre, direi Zaccardo, anche se so che farò ridere i polli.


AL82

Everybody Hertz ha detto...

A proposito di classifiche di rendimento ne ho imperdonabilmente dimenticata una.
Come media voto, calcolando solo i giocatori che hanno disputato almeno la metà delle partite, fra i difensori Samuel è il 1°, Ranocchia è il 2° e Juan Jesus il 5°.

AL82

Marin ha detto...

Ho alcune domande da fare a chi se la sente di rispondere:

- Sulla base di quello che avete visto (che sia poco o tanto) Perin non vi sembra piu' forte e convincente di Bardi? A me Perin infonde piu' fiducia, mi sembra piu' completo, piu' sicuro fuori dai pali, mi sembra abbia anche piu' personalita' e piu' disinvoltura. La media voti di Perin dell'anno scorso (TS-GDS-CDS) risulta essere piu' alta di quella di Bardi, ma quello che mi preoccupa e' che rispetto all'anno scorso Perin mi sembra ulteriormente migliorato e d'altronde gioca in Serie A, mentre Bardi mi pare che stia accusando una piccola flessione e non mi da piu' quella sicurezza di prima. Tuttavia Bardi rimane titolare nell'Under 21.

- Nella Primavera dell'Inter perche' non dare una chance a Pedrabissi, Guidiala o Bocar? Probabilmente non sono pronti ne' mentalmente (Adama) ne' soprattutto fisicamente (Pedra) ma non vedo cosa avremmo da perdere sinceramente. Mal che vada, c'e' sempre Forte che tanto non va da nessuna parte.

Everybody Hertz ha detto...

@Marin 7:
L'anno scorso ho seguito parecchio la serie B, soprattutto per osservare i nostri giovani, e al di là delle medie voti favorevoli a Perin (un conto è giocare nel Padova che a lungo ha accarezzato il sogno dei play-off, un altro lottare col Livorno per non finire nei play-out), io continuo a preferire Bardi.
Concordo sui progressi di Perin, meno sul passo indietro di Bardi. Ha avuto un periodo meno brillante poco prima della sfida con la Svezia ma è sempre fra i migliori, se non il migliore del Novara, squadra che paga le premesse non mantenute di lottare per le zone alte della classifica. Anch'io avrei preferito vederlo già all'opera in A ma se è stato scelto questo percorso per lui ci sarà un perché. Quello del portiere è un ruolo delicato e ci vuole ancora più pazienza. Di nuovi Buffon ne ho sentiti tanti (ad es. Fiorillo, ora in ripresa al Livorno) e visti pochi. La scuola italiana è florida (ultimi Micai, che mi piace e sta ben figurando a Como, Pigliacelli, Leali, Cragno ecc.) e l'Inter mi sembra ben coperta (Bardi, DiGe, Melgrati), anche se è difficile chi di questi spiccherà il volo.

AL82

luciano ha detto...

Una buona notizia: Strama ha concesso a Bernazzani Ibra e Benassi, per il derby. Sarà sempre dura, ma ora qualche possibilità l'abbiamo.
Su Bardi e Perin; Perin al momento è in leggero vantaggio, proprio perché gioca in A. Ma io il cambio non lo farei.
A me piace anche Leali.
Personalmente non lancerei in primavera per il momento nessuno dei tre giocatori proposti da Marin.
Credo sia noto che con i gioveni sono molto prudente. in più in un attacco già composto da buoni giocatori di scarso peso atletico Forte, per quanto forse senza un grande futuro (ma attenzione, perché non u n tifoso da bar ma Favini qualche tempo fa mi ha detto che della nostra Primavera gli piace Forte), oggi è indispensabile per fare rendere gli altri. nessuno dei tre ha questa caratteristica. certo un Longo o un Destro erano altra cosa. ma lui al momento è il meglio che c'è.
Personalmente, infine, non prediligo né i giocatori tecnici né quelli fisici. Preferisco i giocatori forti.
E un giocatore è forte se unisce fisicità e corsa alle qualità tecniche.
Constato solo che lo scorso anno con la Primavera abbiamo vinto tutto con DiGe Pecora Splendly Marek Ibrahima Duncan Longo e Livaja: otto giocatori super, come atleti, in categoria. Alcuni anche con buona tecnica. Poi c'era Romanò che ha buon piede e ottima corsa, lorenzo, che aveva fisico piede e grande progressione il sopraffino Bessa, che finalmente aveva imparato a lottare pur non essendo un super atleta.
Quest'anno abbiamo tanti giocatori buoni ma poca potenza e resto delle mia idea per cui faremo più fatica. Se ibra e Benassi restassero stabili in primavera, se con Knudsen arrivasse anche una fortissima prima punta, il discorso potrebbe cambiare.
Chi privilegiare nelle giovanili è un bel problema. Ho visto tanti giocatori di tecnica sopraffina fallire miseramente e ho visto arrivare in A giocatori che sembravano tecnicamente improponibili (Bonucci, per fare solo un esempio).
Io prenderei quelli che hanno qualcosa di super: o un passo travolgente, o una potenza dirompente, o una tecnica fuori dall'ordinario.
certo uno con tutte queste caratteristiche non me lo farei mai scappare (finanze permettendo)

Earl ha detto...

luciano, Dolcetti ha già messo le mani avanti per domani che furbacchione.

Des ha detto...

Premetto che l'Inter Primavera quest'anno l'ho vista solo una volta (contro il Dortmund) quindi non posso conoscerla al meglio, nei suoi pregi e nei suoi difetti...ma la nostra, soprattutto dietro, è messa veramente male...da mani nei capelli..

Difatti abbiamo vinto tutte le partite contro le squadre minori con le quali è bastato fare la differenza con i buoni attaccanti che abbiamo, senza pagare dazio per i consueti e macroscopici errori difensivi che invece contro Bologna, Chievo ed Atalanta abbiamo pagato subendo vere e proprie goleade...

Ora spero che domani ci mettano cuore e diciamo personalità perchè il Derby è sempre il Derby ma sulla carta non ci dovrebbero essere partita...

luciano ha detto...

Eh, eh eh, Des. Sul versante omologo ho trovato uno che mi eguaglia in scaramanzia.

Comunque, e questo è vero, se mi dicessero: tra i due derby ne vinci uno, scegli, sceglierei quello dei giovanissimi regionali.

luciano ha detto...

Volevo tornare un attimo sulla questione delle caratteristiche da privilegiare nei giovani talenti, facendo un esempio.
Classe 1991: esterni d'attacco, campionato giovanissimi nazionali.
Ci sono due grandi promesse: Santon (allora esterno offensivo) e Tremolada.
Santon ha una corsa distruttiva, una progressione incontenibile. E una tecnica sufficiente.
Tremolada ha una tecnica, una rapidità di pensiero una morbidezza di piede senza eguali in Italia e in categoria. Ma non ha ritmo, intensità, personalità dominante.
Se si deve sceglierne uno, chi scegliere? Io non scelgo, punto su entrambi e spero che almeno uno arrivi alla grande.
nell'Inter ci deve essere spazio per entrambe le opzioni, da portare fino in fondo (cioè alla piena maturità agonistica). certo, se poi hai Balotelli, ancora meglio. Ma di Balotelli, in tutta Italia, ne nasce uno ogni 15 anni, forse.

Giuseppe ha detto...

Perdonami Luciano, ma Santon a parte un paio di mesi all'inizio quand'è che ha avuto una corsa distruttiva e una progressione incontenibile? Sono caratteristiche che non ha evidenziato né nell'Inter post-Mou, né al Cesena, né al Newcastle (dove è più attento dietro ma non molto propositivo).

Giuseppe ha detto...

Ops mi sono accorto solo ora rileggendo bene che il riferimento di Luciano era ai giovanissimi: chiedo venia per quanto scritto sopra.

luciano ha detto...

Straordinaria l'Intervista ad Ausilio, a mio parere. sarebbe da far commentare, parola per parola a tutti i diversamente interisti

Avvocheto ha detto...

Vero Luciano, molto interessante l'intervista ad Ausilio.
A differenza tua, non sono invece contentissimo che Ibra e Benassi giochino con la primavera...uno dei due (Ibra probabilmente) l'avrei lasciato con i grandi...viste assenze e partita non tra le piú proibitive, spero che ci sia un po' di spazio per Duncan

Giuseppe ha detto...

Sono d'accordo: grande Piero!

luciano ha detto...

Avvocheto, spero che tu non te la prenda ma non capisco perché Bena e Ibra non dovrebbero scendere.
Non conosco ancora l'elenco dei convocati di Strama, ma sono certo che i due, per vari motivi, andrebbero entrambi in tribuna.
Poi sono dei '94, cioè giocano con i loro compagni naturali, non sono atleti più vecchi fatti scendere strumentalmente per una partita importante.
Infine direi che sono indispensabili, non per voncere, perché si può benissimo perdere anche con loro, ma per schierare una squadra con l'equilibrio che tanto piace a Strama.
In caso contrario avremmo un'Inter con 4 attaccanti, due soli centrocampisti non certo di quantità, come Olsen e Tassi, due esterni difensivi che tutto sono tranne rocciosi incontristi e persino un difensore centrale che in realtà è un ex centrocampista, dunque ha doti diverse dal contrasto .
Aggiungere almeno un centrocampista di corsa e un difensore incontrista mi sembra proprio indispensabile. Altrimenti tanto varrebbe non giocarla.
Poi magari i due non giocano e noi vinciamo, perché nel calcio ci sta tutto, ma a priori a me sembra che le cose stiano come ho cercato di dire.

Infine anch'io vorrei che Dunky giocasse almeno un po' a San Siro. Per lui e perché significherebbe che siamo in vantaggio....

luciano ha detto...

Su Inter Cagliari non avrei molto da dire, se non che è una partita difficilissima, come tutte nel nostro campionato, con in più il fatto che i sardi si trovano in un ottimo momento e a Milano potranno sfruttare il vantaggio di non dover fare la partita. vedremo se dagli avvenimenti delle prossime ore Conferenza Stram, convocazioni) ci saranno elementi sufficienti per un post in tarda serata o nella prima mattinata di domani. Per il momento ho pensato di scrivere e inviare un post con alcune considerazioni sull'Intervista di Ausilio.
Spero che possa interessare e magari suscitare un po' di discussione. Buon derby a tutti. Gli interisti. Soprattutto ai giovanissimi regionali.

Avvocheto ha detto...

@Luciano: figurati se me la prendo...é solo un'opinione diversa sul punto. Il tuo ragionamento é sicuramente corretto...la mia considerazione era solo dovuta al fatto che, essendo i parecchie defezioni in prima squadra (ma lí bisognerá vedere giustamente i convocati), ed essendoci le panchine lunghe (quindi non credo che sarebbero andati in tribuna), uno dei due sarebbe potuto andare con la prima. Poi ovvio che se recuperano sia Ranocchia sia Samuel, ad esempio, il mio discorso viene meno.
Comunque cambia poco, l'importante é che i bimbi vincano i due derby e che la prima squadra batta il Cagliari, con magari una mezz'oretta per il nostro Duncan! :)

Avvocheto ha detto...

Intanto secondo la Gazza il PSG avrebbe praticamente chiuso per Paulinho...mah...per il momento non mi fido, attendiamo sviluppi...

luciano ha detto...

Avvocheto: non mi fido neppure io. Purtroppo però la storia insegna come finisce una trattativa quando viene troppo prolungata

Kenneth ha detto...

Mbaye convocato con la prima squadra. Non ce Livaja. Probailmente giochera con la primavera

luciano ha detto...

kennteh. ho letto. In effetti la cosa è un po' strana. ieri mi aveva telefonato qualcuno dalla prima squadra per darmi la notizia della "discesa" di Bena e Ibrahima.
deve essere successo qualcosa, forse qualcuno dei difensori non è recuperato come si dice... e forse Marko è stato considerato meno indispensabile che in un primo momento

Everybody Hertz ha detto...

Online un nuovo post dedicato alla recente intervista al d.s. Ausilio.

AL82