Torino-Inter 3-3: dei diritti e dei... Doveri.

Sgombriamo subito il campo da una questione che, come spesso accade dopo una partita dell'Inter, fa discutere: la direzione arbitrale.

Sia chiaro: è stata meno scandalosa di altre volte e come ormai succede spesso la responsabilità di danneggiarci viene affidata al più oscuro, rispetto all'arbitro, “giudice addizionale”.

Il rigore c'era, l'espulsione no, a detta di tutti i commentatori esterni (compreso Bettega).

Non è una cosa da poco e a questo “errore” si aggiungono il corner non assegnato a Cambiasso proprio prima del loro pareggio, qualche punizione concessa ai granata con troppa leggerezza.

Nei pressi della nostra area.

La semplice ammonizione per Handa, avrebbe potuto cambiare le sorti del match, ma sarebbe assurdo attaccarsi agli errori arbitrali di questa partita, se non fossero il coronamento di una serie di errori ben più netti, scientificamente perpetrati a nostro danno in precedenza.

Ancora una volta il reietto Branca, in due parole, senza bisogno di grandi discorsi fumosi, ha sintetizzato la realtà: serve uniformità nelle decisioni.

Quello che Branca non può dire è che per avere uniformità bisognerebbe avere dirigenti e interpreti non asserviti al potere.

Anzi che non siano essi stessi espressione del (pre)potere.

Una questione di cuore?

Liquidato questo discorso preliminare, veniamo alla partita, così come si è svolta, indipendentemente (per quanto possibile) dalle decisioni che l'hanno indirizzata.

Si legge che l'Inter ha disputato una partita di grande cuore, resistendo in 10 a un ottimo  Toro per quasi '90, rimontando uno svantaggio, rimontandolo una seconda volta, portandosi addirittura in vantaggio e venendo raggiunta solo nel finale per un doppio errore di suoi uomini (Wallace e Carrizo).

La partita però sarebbe stata bellissima (così dicevano i commentatori TV e così immagino sostengano gli amanti dei 3-3 o simili).

Peccato che tutti i sei gol nascano da errori clamorosi delle difese.

In una realizzazione si deve almeno sottolineare la prodezza di Cerci.

In un'altra quella di Belfodil.

Ecco, con due squadre solide e affidabili in fase difensiva, forse il match sarebbe finito 1-1.

Certo, quando una squadra, giocando in trasferta, resta in 10 dall'inizio, subendo per di più un rigore e al '90 è in vantaggio per 3-2, parlare di cuore viene immediato.

Ma qualche riflessione più approfondita si impone.

Nei primi 10 minuti l'Inter ha subito un palo, un rigore con espulsione, un gol del Toro fallito e un gol realizzato.

Il cuore doveva essere ancora in palestra a fare riscaldamento.

Poi quando è entrato in campo, non ce n'è stato più per nessuno.

A me pare che le cose siano andate diversamente: l'impegno massimo c'è sempre stato e ci mancherebbe.

E' cambiato l'atteggiamento tattico e la nuova disposizione, tenendo gli uomini più stretti, per cercare di contenere e affidarsi alle ripartenze letali del Trenza, è riuscita a mascherare i limiti dinamici di alcuni giocatori e segnatamente dei difensori di centro destra, sempre battuti sullo scatto in campo aperto.

Quando a destra ci si è persi ancora Immobile, è venuto il gol.

Quando ancora a destra Wallace ha commesso un fallo inutile, l'altro gol.

A sinistra della nostra difesa, stante l'inconsistenza di Nagatomo, Cerci riusciva quasi sempre a bruciare Juan nell'uno contro uno.

Ma poi il fitto schieramento di “difensori” gli ha impedito di concretizzare.

Parlerei di generosità oltre la soglia professionale per Palacio, che ha risolto parecchie situazioni nella nostra area, si è proposto più volte davanti, ha segnato due gol (approfittando di macroscopici errori avversari), ma dal punto di vista del “cuore”, questo organo - in combutta col cervello - lo aveva... spinto a trovarsi nel posto giusto

Naturalmente con la fitta barriera di uomini tra difesa e mediana, le occasioni offensive erano ridotte la minimo e venivano affidate a improbabili percussioni individuali, soprattutto di un Guarin ancora troppo frenetico, ma indispensabile per questa squadra.

Anche Jonathan e Taider qualche volta hanno provato ad appoggiare l'attacco.

Ma un'azione offensiva manovrata, da parte dell'Inter, si è vista solo (comprensibilmente, non è un'accusa) nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo.

Poi solo ripartenze individuali, massimo a due.

Così doveva giocare l'Inter, in inferiorità numerica, per non subire una pesante punzione e cercare di restare in partita.

La squadra ha fatto il suo, al meglio delle possibilità attuali, come in tutte le altre partite.

E come lo scorso anno, quando in otto partite aveva realizzato tre punti in più.

Perché altrimenti, se avesse fatto tre punti in più di questa, senza metterci il cuore, sarebbe stata una squadra di fenomeni.

La prestazione dell'Inter, dunque, a mio parere, è da consderarsi positiva non tanto per valori difficilmente misurabili come il coraggio, il cuore o altri, ma perché la squadra, dopo lo sbandamento iniziale, con le maglie difensive troppo larghe in relazione alla differenza di passo con gli attaccanti granata, ha assunto una disposizione tattica funzionale agli uomini in campo.

La riprova, sempre a mio parere sta nel fatto che lo score dell'intera partita recita: tiri in porta Toro 1. Tiri in porta Inter 3. Oltre ai gol.

E al contrario il numero di calci d'angolo e di punizioni pericolose è nettamente a favore dei granata.

Abbiamo difeso con ordine e, quando è stato possibile, abbiamo contrattaccato con le forze disponibili.

Resta la questione dello sbandamento iniziale, probabilmente (ma è un'opinione da tifoso) dovuto a una sopravalutazione delle proprie forze: con Campagnaro al posto di Rolando e magari con un centrale mediocampista più vicino a Ranocchia sarebbe andata meglio.

Se hai Rolando e Ranocchia (con la copertura di Jona, non di un Lichsteiner, per dire, e con un centrocampista di dinamismo limitato come il Cuchu), difendere alto è un rischio.

Può anche esserci dell’altro, perché andando a mente, mi pare che nelle ultime due stagioni sia capitato spesso un approccio alla partita sbagliato, da correggere in corsa.

Sono problemi di Mazzarri, al quale personalmente, per quel poco che conta, rinnovo la mia fiducia.

Tra le persone che erano con me, nessuno avrebbe inserito Belfodil.

Invece aldilà del gol suggerito, il giocatore ha dato un apporto determinante, nel ruolo che il mister gli ha assegnato.

Ancora un volta, Mazzarri ha dimostrato di saper leggere la partita.

Magari se per 3-4 incontri potesse contare sulla rosa al completo e non subire errori arbitrali, tra qualche domenica staremmo qui a parlare di prospettive migliori.

Le prestazioni individuali

Ho letto voti molto bassi, insufficienti, per quasi tutti i giocatori, il che a mio parere contrasta con il risultato, ottenuto in 10 contro 11 per tutto il match e dopo esser stati raggiunti all'ultimo minuto: se avessero giocato tutti da 6.5-7, quanto avremmo vinto?

Le mie valutazioni, soggettivissime come sempre, tengono conto della situazione di inferiorità numerica che tutti i giocatori in campo hanno in qualche modo subito.

Handanovic: Sarebbe ingiudicabile. Ho letto da certe parti di un 4. Perché? Forse poteva essere un po' più rapido nell'uscire. Se proprio vogliamo farci del male, diamogli 5.5

Rolando: inizia malissimo, forse non per colpa sua. Le caratteristiche del giocatore si conoscono. Se fosse rapido sarebbe... T. Silva. Meglio protetto, viene fuori abbastanza autorevolmente. Ha personalità. 5.5

Ranocchia: stesso discorso fatto per Rolando. Gli attaccanti avversari sono veloci. Noi disponevamo di centrali più lenti. Andavano protetti da subito. Questo forse l'errore di Mazzarri. Ma bisogna sapere come sono andate le cose davvero. Rano comunque poi si riprende bene. 6-

Juan Jesus: anche lui in difficoltà quando dalla sua parte c'è Cerci. Anche lui, quando protetto, limita i danni. 6-

Jonathan:  è uno dei pochi che prova ad appoggiare l'azione, a dare fastidio. In fase difensiva però si sente la mancanza di un giocatore con maggior peso e statura. 6

Guarin: il cervello (calcistico) è sempre carente, ma finalmente azzecca qualcuno dei suoi numeri. E si dà anche da fare a contenere. 6.5

Cambiasso: l'opposto del Guaro. Tanto fosforo calcistico, enorme personalità, ma limiti piuttosto evidenti in fatto di rapidità, ai quali supplisce parzialmente con senso della posizione. Prestazione sufficiente. 6+

Taider: non è positivo come in qualche altra occasione, ma corre e si batte con vigore. Non avrà mai l'acume di un  Cambiasso,  ma può diventare un giocatore importante. 5.5

Nagatomo: secondo me uno dei meno convincenti. Non spinge, non controlla, non raddoppia. Presenza impalpabile. 5

Kovacic: SV

Palacio: non ci sarebbero più aggettivi per lodarlo, ma questa volta ne scelgo uno: stoico, onnipresente. 8

Carrizo: para il rigore. Poi, quattro tiri in porta e tre gol. Il terzo gol non lo prendono neppure i portieri all'oratorio. 5

Belfodil: dimostra che può già rendersi molto utile e che ha margini di miglioramento. L'azione del gol di Palacio, da lui costruita è la cosa migliore della partita. 6/7

Wallace: il suo intervento, segno chiaro di scarsa abitudine alla tensione, ci fa perdere due punti (con la collaborazione  determinante di Carrizo). Forse poteva entrare qualcuno con maggiore esperienza, non saprei. SV

Mazzarri: fa tutto bene e legge bene la partita quando è in corso.

Forse la squadra inizialmente non era messa al meglio, ma non sappiamo le sue disposizioni.

Azzecca la sostituzione di Kovacic: in questi casi esce il trequartista (o seconda punta).

Azzecca, anche contro il parere generale, l'ingresso di Belfodil.

Sfortunata la scelta di Wallace, ma con un portiere normale ora saremmo qui a fare altri discorsi. 6.5

Luciano Da Vite

Nella foto, la spettacolare rovesciata con cui Fredy Guarin realizza il gol del momentaneo 1-1. 

Di gol ce ne saranno poi altri quattro. Uno di troppo per i granata... l'ingenuità di Wallace e l'errore (molto grave) di Carrizo negano una (sofferta) vittoria all'Inter che sarebbe stata molto importante.

Ma la nostra classifica rispecchia comunque i nostri attuali valori e le nostre realistiche possibilità: arrivare quinti o sesti. 

A meno di miracoli, di due-tre nuovi acquisti di valore a gennaio (dubito molto, Thohir o non Thohir...), di crolli impronosticabili al momento da parte di una tra Roma, Napoli e Fiorentina. 

La juve tra le prime tre ci arriva di sicuro, il Milan proverà ad arrivarci utilizzando ogni mezzo... e quindi non resta che un posto Champions per quattro squadre. l'Inter è sicuramente la meno attrezzata a raggiungerlo, nonostante il "beneficio" di non avere le coppe.

La squadra lotta, ha carattere. Ma ha tanti limiti, tecnici e di personalità, in troppi elementi.
Altri ragazzi sono ancora relativamente pronti a una squadra come l'Inter, anche se (Belfodil docet e prima di lui Icardi) qualcosa di buono sanno già fare.

Anche il peso atletico mi sembra poco adeguato in diversi giocatori, troppo leggeri, diciamo così.

Peccato allora per i punti persi a Cagliari e ieri sera, sicuramente.

Tuttavia, l'Inter di Mazzarri sta facendo benino per quelle che io ritengo essere le sue potenzialità.

Della squadra e dell'allenatore.

Certo, se invece c'è chi si aspetta di arrivare sicuramente tra le prime tre (con questa rosa...) o magari di potere vincere il campionato, in questo caso abbiamo un problema, grande temo.

Guido Montana