La nuova geografia politica del calcio italiano.

Il mercato sta per chiudersi, alcune cose possono ancora cambiare (all'Inter manca un attaccante, la juve ne ha due di troppo, ecc.), ma le linee di tendenza sono ormai chiare e disegnano un nuovo assetto del calcio italiano, a livello societario (inteso come finanze, organizzazione e potere) e di squadra.

Comanda la juve, non si discute.

Insidiata, per il momento a una certa distanza, dalla Roma, che potrà recuperare in breve tempo solo se due almeno dei quattro investimenti su giovani, in teoria formidabili, si riveleranno azzeccati.

Poi vengono Napoli, Milan e Fiorentina.

Quindi il gruppetto delle ”vorrei ma non posso” che comprende Lazio, Inter, Udinese, Parma e Torino.

Questa è la geografia attuale del calcio italiano.

Riconoscerlo, evita amarezze e delusioni per débacle inattese.

Juve e Roma hanno due filosofie opposte.

Questo uno dei possibili 11 titolari dei torinesi:

Buffon

Lichtsteiner Bonucci Barzagli Chiellini Asamoah

Pogba Pirlo Vidal

Osvaldo Tevez

Con riserve del calibro di Marchiso, Llorente, forse Guarin ecc.

Una squadra dalla potenza inarrivabile, che ricorda un po' la prima Inter del Mancio.

Nessuno dei nostri giocherebbe titolare in questa squadra: noi abbiamo giocatori bellini ma di poca sostanza, o di scarso ritmo, o privi di continuità.

Poi abbiamo qualche giocatore di talento, ma lento e posizionale

Qualche giocatore che ha rapidità ma non forza.

Qualche altro con piedi inadeguati.

Mescolandoli bene e in condizioni di forma ottimali fanno un gruppo più che discreto.

La Roma ha fatto la scelta filosofica opposta rispetto alla juve: non giocatori di potenza straordinaria, ma di straordinaria rapidità e qualità.

Poi, avendo un ottimo gruppo, ha investito soprattutto sui giovani più futuribili.

Naturalmente, entrambe le squadre hanno uno o due giocatori di qualità diversa dai compagni, ma complementari, che sono cioè necessari per dare equilibrio: Pirlo nella juve e De Rossi nella Roma (Totti non è più rapidissimo, ma si adegua con la fulmineità delle giocate).

Il Napoli a mio parere è un filo indietro, perché ha investito i soldi di Cavani (e prima Lavezzi) non su uno o due giocatori fuori classe, ma su 5-6 buoni. E secondo me in una squadra già solida 2 fuoriclasse servono più di 5 buoni.

In ogni caso gli ultimi arrivi (Jorginho, Henrique e Ghoulam) dovrebbero essere validi e gli consentiranno di tenere una posizione di primo livello.

La Fiorentina stava andando bene, in relazione ai suoi obiettivi, e si è fino ad ora limitata a sostituire due attaccanti infortunati con due giocatori dai quali è lecito aspettarsi molto: Anderson e Matri.

Il Milan ha immesso nella rosa potenza (Rami, Essien, Petagna) e velocità (Honda, Taarabt, addirittura definito dal corriere il CR7 del Marocco... forza del controllare le PI, e probabilmente Biabiany). Proprio le cose che gli mancavano: ora risalirà certamente.

Noi abbiamo una squadra in palese difficoltà e una società anche più disastrata, pur se questo giudizio va inteso come interlocutorio, perché tutto è in fase di riorganizzazione.

Forse, dopo la ristruttrazione attesa, ci sara maggior efficienza, ma è dubbio che almeno nel breve periodo ci siano i soldi necessari per ripartire seriamente.

Appena cambiata la proprietà, è prematuro emettere giudizi sulla stessa, ma, per non farci mancare nulla, molti tifosi già si lamentano.

Poi, quando le cose non vanno bene, è scontato che siano sotto accusa dirigenti e allenatore (da noi, veramente, anche quando vanno bene....).

Stessa cosa per i giocatori, poiché non si accetta la nuova situazione di classifica che corrisponde al loro valore non eccelso.

Per prendere un buon centrocampista dobbiamo cedere (quasi certamente a una squadra innominabile) uno dei pochissimi nostri giocatori con una buona quotazione.

Qualunque altra delle squadre citate, avendone necessità, avrebbe acquistato il centrocampista cedendo invece il più scarso dei restanti (nel nostro caso forse Kuz, anche se vanno considerate non tanto le qualità individuali ma la capacità di essere complementari agli altri del reparto).

Poi, abbiamo preso una discreta riserva come esterno e forse, per l'attaccante, ci prenderemo uno scarto altrui, buon giocatore, ma in età, pieno di acciacchi e alquanto indolente.

Realisticamente dobbiamo essere contenti per l'arrivo probabile di D'ambrosio, Hernanes e Vucinic.

Ma soprattutto per le mancate cessioni di Benassi, Ibrahima, Duncan e altri giovani talenti, in prospettiva futura, e per il mancato scambio indiretto tra Rano e Cannavaro (a questa famiglia abbiamo già dato, grazie).

Anche l'eventuale prestito di Belfodil al Catania non sarebbe una brutta notizia.

Un mercato che per il momento ci consente di competere con le nostre rivali realistiche (Lazio, Parma, Toro e, considerato il vantaggio di punti - che però si può già considerare annullato dai soli futuri arbitraggi - forse anche Milan).

L'abisso che ci separa dalle più forti si fa tuttavia ancora più profondo.

Se non cambierà in fretta la disponibilità di risorse finanziarie, possiamo solo sperare, per risollevarci nel tempo, nel progetto giovani.

In effetti di giovani interessanti ne abbiamo in rosa e ne controlliamo parecchi.

Ma un conto è avere una squadra fortissima, come ha la Roma, e puntare sui giovani per un progressivo rinnovamento, acquistando tra l'altro i più costosi, e un altro discorso è avere una squadra smandruppata  e sperare che i giovani in futuro si affermino.

Ad ogni modo per conto mio quella che ho descritto  è realisticamente oggi la situazione.

Accettarla è solo prendere atto della realtà.

Poi magari con X in panchina anziché Mazzarri faremmo tre punti in più (chissà, forse anche in meno).

Ma la sostanza non cambia.

Anch'io sogno un'altra Inter, ma temo, non essendo più... giovanissimo, che non farò in tempo a vederla, considerati anche i tempi che nel passato sono stati necessari per ritornare protagonisti in Europa, ma anche le pause di non protagonismo nel nostro campionato.

Non mi resta che sperare che gli uomini che la governano e i giocatori che ne difendono sul campo i colori, chiunque siano, facciano del loro meglio e procedano nella ricostruzione più rapidamente del previsto.

E intanto tifo con tutto il trasporto che mi riesce ancora per chi difende i nostri colori.

A Torino, per esempio, sarei già contento di una prova dignitosa.

Luciano Da Vite

Nella foto, gli armadietti dello spogliatoio della juve al conad stadium.
Quale sarà quello (svuotato) di Mirko Vucinic?