Un nuovo medico al capezzale della squadra? Parma-Inter 2-0.

Anche se in ritardo, qualche considerazione sul momento attuale della prima squadra, dopo l'ennesima prestazione infelice,  mi sembra utile, se non necessaria. 

C'era stato qualche  qualche timido segnale di ripresa, anche se non va dimenticato che le due vittorie sono state entrambe striminzite e ottenute su rigore, ma a Parma, contro l'ultima in classifica,  si è verificato l'ennesimo, deludente passo indietro.

In sé la sconfitta contro l'ultima della classe direbbe poco: in questo inizio di stagione i risultati a sorpresa si susseguono e coinvolgono anche le squadre con un potenziale da cento punti, segno che le distanze tra presunte squadre di vertice e le cosiddette squadre materasso si stanno assottigliando.

 

Ci sono però due elementi specifici che ci condannano:

- la media punti assolutamente insufficiente (1,5  con una proiezione finale a 57) soprattutto se si considera che in queste dieci partite abbiamo affrontato due sole squadre  “di livello”, Fiorentina e Napoli, ottenendo per altro un solo punto.

- la negatività assoluta di tante prestazioni.

Abbiamo fatto abbastanza bene in Coppa, anche se in casa contro il St Etienne abbiamo clamorosamente steccato, perdendo l'occasione di una qualificazione precoce.

Inoltre  possiamo avanzare l'attenuante delle molte assenze che ci hanno un po' condizionato.

Non si tratta di trovare alibi, non è certo il caso.

Però è mia ferma convinzione che a determinare i risultati (e le prestazioni) sia quasi sempre la qualità dei quattro uomini offensivi che più o meno ogni squadra mette in campo.

Potrei fare degli esempi, con il Napoli, con la Juve, con la stessa Roma, ma sarebbe troppo lungo: mi limito a dire che ogni squadra può supplire benissimo all'assenza di parecchi titolari, ma non all'assenza o alla forma carente dei quattro uomini incaricati di portare l'attacco alla porta avversaria.

La nostra situazione è caratterizzata appunto da questo elemento: la forma pessima di Icardi e Palacio, l'assenza di Osvaldo, l'assenza contemporanea di tre dei quattro giocatori incaricati di attaccare la porta avversaria dalla fascia.

Col Cagliari, a Firenze, a Parma, clamorosi errori difensivi hanno aperto le porte alla sconfitta, ma teoricamente erano rimediabili, se avessimo disposto di un peso offensivo adeguato.

Invece sono stati l'inizio dello sprofondo.

Non mi interessa molto se altri hanno rimediato meglio di noi ad alcune assenze: si deve esaminare situazione per situazione, vedere lo scarto di valori reali (non sulla carta) tra l'assente e il sostituto, la delicatezza del ruolo (ricordo che abbiamo vinto un derby con tutta la difesa assente e schierando Bicchierai Della Giovanna terzini (!), nonché  Bachlecner centrale).

Noi non possiamo reggere se le due punte sono quasi nulle, la terza e i tre  esterni sono assenti.

Tanto più se poi per ovviare a questo devono giocare sempre, ogni tre giorni, i centrocampisti di qualità che inevitabilmente perdono brillantezza.

Queste considerazioni non vogliono essere un alibi, una giustificazione ma una piccola attenuante, se non si è prevenuti, la configurano.

Detto questo, molte nostre prestazioni son state inguardabili soprattutto se si considera che in campo non avevamo comunque dei giovani sprovveduti ma dei professionisti pagati molto più di tanti avversari.

Personalmente mi sono fatta un'opinione abbastanza precisa: che il nostro mister non regga più dal punto di vista nervoso e mentale alla valanga di critiche che si riversano su di lui e sul suo gioco, che sia andato come suol dirsi “nel pallone” e he di conseguenza tante sue scelte sbagliate abbiano aggravato e resa insuperabile una situazione di difficoltà che è oggettiva.

Parto dal presupposto che la carriera del nostro mister dimostra quanto meno che non può essere quello sprovveduto che in questa situazione appare.

Può piacere o non piacere il suo modo di giocare, si possono discutere alcune sue scelte, la politica nei confronti dei giovani l'attendismo eccessivo.

Ma non si può negare che ovunque i risultati siano stati almeno sufficienti, se non qualcosa di più.

Se qui e ora sbaracca in questo modo, aggiungendo clamorosi e decisivi errori nella  scelta e destinazione dei giocatori, significa che qualcosa è saltato nella sua capacità di analizzare freddamente la situazione e di conseguenza nella ricerca delle soluzioni.

Sono consapevole, come sempre, che il mio non è un'ordalia, ma il semplice parere di un tifoso, dall'esterno.

Però sia pure come opinione, non posso negare che ha lasciato quanto meno perplessi la gestione nel caso specifico, dei quattordici  di Parma.

Ritengo probabile che se WM non fosse stato disturbato dalle critiche di eccessivo difensivismo e attendismo avrebbe schierato a destra Mbayè (o Campagnaro) al posto di Obi.

Obi non è un terzino, palesemente e  per di più si trova meglio a sinistra.

Obi è stato nullo in fase di spinta (a parte un colpo di testa pericoloso) ed è stato surclassato in fase offensiva da De Ceglie, che è comunque un onesto professionista, di ruolo.

Nel corso della gara i rimedi portati alla sterilità offensiva sono stati anche peggiori, vedendoli sempre dal di fuori

L'uscita di Obi per Hernanes ha avuto due conseguenze negative: ha costretto Rano a proteggere la fascia destra (e si sa che il Rano non ha il passo per la fascia ) e ha determinato  lo spostamento di Icardi in fascia destra, davanti al Rano.

Il centrocampo con il Profeta è cresciuto di qualità ma la difesa era più esposta e in contemporanea davanti con Icardi a destra e Palacio che non può certo fare il pivot centrale, ma svariava per lo più a sinistra, non c'era forza d'urto offensiva.

Non è un caso che i pericoli siano venuti, in una fase in cui abbiamo prodotto il massimo, da un'incursione di Kuz e soprattutto da un tiro di Kovacic deviato sul palo.

In area, semplicemente non c'eravamo.

A quel punto sembrava naturale sostituire Palacio con Camara che agisse sulla destra e riportare Icardi in mezzo all'area, con Dodo a fungere da vera ala, creando una sorta di 433.

Invece è uscito Kuz per Bonazzoli e il ragazzino è stato mandato a fare l'ala destra.

Dunque Bona è stato messo in campo in un momento di difficoltà, in un ruolo non suo e in una squadra non registrata e funzionale.

Premesso che per il ruolo di terzino destro avevamo in panca Mbaye e lo stesso Andreolli che ha giocato spesso in fascia, in passato, dal di fuori sarebbe sembrato più logico schierare l'Inter a 4 con questa disposizione:

Mbaye  Rano   JJ  Dodò 

Hernaes Medel Kovacic

Camara Icardi Palacio

Naturalmente questa è un'opinione da dilettante, ma il fatto che siano stati messi Rano Icardi  e Bona fuori posizione e quindi in difficoltà è invece un fatto.

Così come è oggettivamente incomprensibile la decisione di mettere Camara a 1' dal termine, sul risultato di 2-0.

Ci sono stati dunque tanti errori, o almeno decisioni incomprensibili dall'esterno, che hanno aggravato la situazione.

La mia opinione è che questi elementi siano stati creati da uno stato confusionale in cui l'allenatore è precipitato in seguito alle difficoltà insormantabili che trova nel dare alla squadra un'organizzazione di gioco efficiente (anche per le situazioni ricordate) e dalle critiche che lo travolgono.

Dicono che è difensivista e lui preferisce Obi terzino a Mbaye.

Dicono che sa giocare solo a tre e lui prova a mettersi a quattro disarticolando tutta la squadra.

Dicono che lui non lancia i giovani e lui prima mette Bona (ma da esterno, perché i giovani considerati un azzardo si mettono sempre in fascia) e poi inserisce  Camara, a partita abbondantemente persa, il che gli serve come giustificazione: ho perso, ma avevo in campo tanti ragazzini.

Lo ripeto, considero WM un buon allenatore, nella media dei trainer attuali del nostro campionato, capace anche di ottenere senza pressioni ambientali e con gli uomini adatti al suo gioco, risultati più che discreti.

Non si è dimostrato però adatto alla piazza milanese, molto difficile ed esigente anche in periodo di vacche magre.

Checché se ne dica nel suo primo anno è riuscito a ottenere risultati più che accettabili (il quinto posto, a un punto dalla viola, con moltissimi torti arbitrali e dopo il nono precedente).

Ma non ha convinto la maggioranza dei tifosi e anche con un comportamento umanamente discutibile, se ne è inimicata una grossa fetta.

Quest'anno, alcuni risultati negativi, le assenze importanti concomitanti, la mancanza di ogni pericolosità offensiva e le critiche crescenti gli hanno fatto perdere il controllo della situazione, l'hanno fatto un po' sbroccare.

Magari con il recupero di uomini importanti saprà riprendersi e terminerà la stagione discretamente, questo nessuno può escluderlo.

Ma in ogni caso mi sembra che questo matrimonio non s'avesse da fare e che ora sia il momento di rimediare, di provare una nuova unione più empatica e efficace, più in sintonia con l'ambiente e le tradizioni.

Questo è il mio auspicio, ma mi ritengo pragmatico e adattabile. Se dovesse restare e smentire le mie previsioni, ne prenderei comunque atto.

Conta solo il cammino dell'Inter.

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it), l'esordiente Camara, ovvero come trovare una nota positiva nella trasferta di Parma.