Sassuolo-Inter 3-1: una lenta convalescenza o una malattia degenerativa?

Ancora una sconfitta, netta nel punteggio, forse un po' meno sul piano del gioco: ma contro c'era il Sassuolo, squadra che ha fatto bene anche contro avversari qualificati, è vero, ma certo non catalogabile nella categoria degli irresistibili.

Sono passati due mesi e mezzo dall'arrivo del Mancio e si sono giocate 10 partite, per complessivi 10 punti, frutto di due vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte.

A  prima vista il bilancio è sconfortante, anche perché, per quel che conta nel calcio italiano, non possiamo neppure più dire di aver incontrato solo avversarie sulla carta impossibili.

Non abbiamo bisogno di cercare alibi, ma di individuare e possibilmente correggere qualche elemento di debolezza.

Tuttavia, non si può negare che al Mapei Stadium qualche elemento imponderabile ci è girato contro.

Non considero tanto i due gol subiti nel primo tempo, che qualcuno ha definito “tiri della domenica”, perché sia Sansone che Zaza hanno nelle corde quelle soluzioni e semmai c'è stato l'errore veramente puerile dei difensori di lasciarli battere nelle condizioni che prediligono.

Certo, non sempre nella stessa situazione i due attaccanti del Sassuolo otterrebbero lo stesso risultato (e sul secondo gol forse potevano incontrare un portiere più attento...).

La “malasorte”, piuttosto, sta nella contemporanea indisponibilità di troppi difensori: Da Juan Jesus a Campagnaro, fino ad Andreolli, Johnny e Naga; con Ranocchia costretto a giocare con un ginocchio “infiltrato” e anche  Dodò in condizioni non ottimali.

Tanto che abbiamo dovuto schierare in difesa un ragazzo del ‘95, per di più fuori ruolo.

In queste condizioni che la difesa avrebbe sofferto i contropiede (non è una parolaccia, eh, è una strategia calcistica fondamentale) velocissimi dei loro attaccanti, era quasi scontato.

Tanto più che loro hanno trovato prestissimo il vantaggio.

Si sa da... qualche anno che noi abbiamo difficoltà ad attaccare le difese schierate e che se ci scopriamo rischiamo di venir invece infilati.

Il Mancio ha cercato sul mercato di ovviare parzialmente a questa situazione: ma il centrocampista capace di avviare con rapidità la transizione non è arrivato, tra i nuovi Poldi è chiaramente fuori condizione, Brozovic non poteva essere schierato subito, solo Shaqiri ha potuto dare un contributo importante.

A questo si è aggiunta la scelta di lasciare inizialmente in panca Icardi (scelta che personalmente non discuto, non conoscendo il percorso e le motivazioni che hanno portato ad essa) e la condizione davvero carente, dopo mesi e mesi di lavoro, di Palacio.

Senza contare la prova scadentissima di Kovacic: non la conto perché per alcuni è stata determinata dalla posizione sbagliata che ha dovuto assumere, troppo a ridosso delle punte.

Personalmente, penso che Mateo, se davvero ama partire da più lontano era libero di farlo, nessuno gli avrà impedito di tornare a prendere palla e ripartire.

Ma supponiamo che io mi sbagli e non consideriamo la prova di Mateo un'attenuante, in quanto sarebbe frutto di un errore e non della mala suerte.

Dunque complessivamente, mentre sul mercato si cercavano ancora un difensore, un esterno e un centrocampista (segno che la rosa aveva quei punti deboli), hanno dovuto giocare: un difensore esordiente (Donky);  un centrale in cui il mister non ripone grande fiducia (Vidic); due difensori non in perfetta salute (Rano e Dodò); due centrocampisti di cui almeno uno adattato per mancanza di un regista (diciamo Guarín); due attaccanti fuori condizione (Poldi e Palacio) e uno o fuori ruolo o in cattiva giornata (Kovacic).

Sono situazioni che vanno considerate, non per trovare alibi impossibili (avremmo dovuto comunque essere almeno competitivi), ma perché in effetti si tratta di situazioni particolari, molte delle quali legate alla contingenza.

Dunque, secondo me, nella situazione data, abbiamo perso per due fattori: la straripante superiorità dei loro attaccanti sui nostri difensori (e nel confronto indiretto con i  nostri attaccanti) e la nettissima superiorità degli emiliani in fatto di corsa e prestanza atletica (comprendendovi la grinta feroce e famelica).

Lo so, la mia visione del calcio è troppo pragmatica e cinica, per quasi tutti, ma resto sempre convinto che se hai un buon portiere, sette grandissimi corridori, uno che corre e ha i piedi buoni e due grandi attaccanti, vinci contro una squadra con classe  più diffusa ma attaccanti inoffensivi e poca, pochissima corsa (con o senza palla).

Proprio questo insieme di elementi da un lato mi fa pensare che con qualunque modulo ci fossimo schierati non sarebbe andata meglio (del resto sono anni che i vari allenatori succedutisi cambiano modulo, ma non ottengono risultati); d'altra parte, però, penso che con il lavoro, senza illusioni e pretese immediate, ci siano amplissimi margini di miglioramento.

Si tratta di costruire nel tempo una squadra con più corsa, più agonismo, e anche più classe.

Mentre scrivo il mercato non è chiuso, ma difficilmente arriverà un elemento che ci faccia davvero migliorare: un centrale che sia in grado di panchinare contemporaneamente Ranocchia, Vidic, Campagnaro e Andreolli, oltre a  un regista.

Il terzino è arrivato, anzi tornato: Santon. Gli faccio i migliori auguri ma dubito che possa essere ciò che ci serviva.

Per dire: verrò insultato a sangue, ma io a Davide avrei preferito Pereira.

Poi, spero di sbagliare.

Però, però... alcuni giocatori rientreranno in squadra, la condizione di altri (di tutti?) può migliorare; con più scelte si potrà anche eventualmente lavorare sul modulo, tenendo presente la necessità di comporre la classe con la corsa, la potenza, la ferocia agonistica.

Insomma: c'è tanto, tantissimo da lavorare e lo sapevamo.

Il problema ora è la necessità di portare a casa qualcosa subito, per evitare una depressione dell'ambiente e un avvitamento di umor nero e rassegnazione.

È difficilissimo, ma basterebbe passare il turno in Coppa Italia a Napoli per tornare a sorridere e guardare al futuro con più fiducia.

In fondo, un grande portiere lo abbiamo, un grande bomber lo abbiamo (e si può sperare che dia qualcosa in più per la squadra); un esterno offensivo forte l'abbiamo (Shaqiri), giocatori di classe che se ritrovano una condizione accettabile posso essere decisivi anche (Kovacic, Hernanes, Brozovic, forse anche Vidic); qualche giocatore che lotta e ha corsa, pure (Juan Jesus, Medel, Guarín,) qualche altro può progredire e rendersi utile. E poi abbiamo un buon pacchetto di giocatori che, senza essere fenomeni, possono risultare buoni complementi.

So che non sarà una stagione in discesa, per i mesi che mancano, ma conservo intatta la fiducia di un percorso di crescita, da subito.

Anche perché in fondo contro un Sassuolo in gran forma, con la squadra nelle condizioni che abbiamo descritto, con una situazione tattica venutasi a creare immediatamente che ci ha sfavorito, siamo rimasti in partita fino alla fine e abbiamo avuto forse più occasioni di loro (il palo, il colpo di testa di Dodò, quello di Vidic, ecc.).

Ma lì ritorniamo al punto di partenza: loro avevano chi l'ha buttata dentro, noi, fino a 30' dal termine, nemmeno uno.

Nella foto (Inter.it), Mauro Icardi, bene in campo contro il Sassuolo, una volta subentrato nella ripresa. Meno bene, fuori, a partita conclusa.

Le Prestazioni Individuali

Handanovic: ho letto che sui primi due gol non poteva farci nulla. Non sono del tutto d'accordo: il secondo gol era sul suo palo e Sansone non poteva che tirare lì, anche se fortissimo e con grande precisione.

In ogni caso il problema non è certo lui. A proposito: non ricordo sia stato costretto ad altre parate. 6

Donkor: inizia bene , soprattutto in fase di spinta. Poi fallisce proprio in quella che dovrebbe essere la sua specialità: la velocità e il recupero. Si perde 3-4 volte l'uomo e commette falli  da impulsivo qual è.  Poiché è all'esordio, gli si può dare un generoso 5.5

Ranocchia: ha giocato con un'infiltrazione e questa è un'attenuante. Se non altro ha dimostrato attaccamento alla maglia. Certo, Berardi, Zaza e Sansone non sono giocatori da affrontare in condizioni imperfette. 5.5

Vidic: lento e insicuro, compie un'ingenuità incredibile per un giocatore della sua esperienza sul primo gol, lasciando Zaza libero di fare ciò che vuole. Poi si segnala per un ottimo salvataggio in area. Troppo poco. 5

Dodò: si muove molto, per me è uno dei più positivi. Attacca con giudizio e con qualche buona iniziativa, ha fatto anche un recupero importante con una diagonale.

Progredisse ancora tatticamente e si irrobustisse non sarebbe un cattivo acquisto, in prospettiva. 6

Medel: mah, lui e il Guaro vengono presi in mezzo dal centrocampo a tre del Sassuolo: ma non è colpa loro.

Se giochi con il 4-2-3-1 è ovvio che almeno uno degli esterni deve trovarsi in mediana tempestivamente: purtroppo ben due giocatori della linea a tre si sono rivelati del tutto inconsistenti. 6

Guarín: vale il discorso fatto per Medel, solo che lui, disponendo di qualcosa in più sul piano dei colpi, avrebbe dovuto creare maggiormente.

Non è la sua posizione e non ha colpa, ma in quel ruolo c'è stata una delle lacune fondamentali.  5.5

Shaqiri: a me, tutto considerato, è piaciuto. Ha la velocità e la grinta che cercavamo.

In occasione del palo che poteva modificare le sorti della gara ha mostrato anche di avere tiro e la personalità per provarlo. Forse un po' confusionario, ma è normale che debba ancora inserirsi negli schemi. Incoraggiante. 6

Kovacic: una delle prove meno positive da quando è all'Inter.  Se fosse, come sostengono alcuni, una questione di ruolo, bisognerebbe provvedere perché non possiamo non sfruttare il contributo di un simile talento.

Certo deve crescere come personalità e forza di carattere proprio in situazioni difficili per la squadra.

È giovane e non può essere un leader, ma deve “studiare” da leader e mostrare di apprendere. 5

Podolski: certamente la condizione insufficiente ha pesato nella prova negativa.

Temo però che ancora maggior rilievo abbiano le sue caratteristiche di attaccante  senza spunto bruciante e senza fantasia, inadatto agli spazi intasati del nostro calcio. 4.5

Palacio: senza la brillantezza di qualche mese addietro perde il 90% della sua utilità.

È generoso, si sbatte anche nei recuperi, ma poi quando c'è da colpire arriva sempre con un attimo di ritardo.

Con questo giocatore, rispetto a ciò che era nel  passato, ci vengono a mancare una trentina di gol o assist a campionato. Problema serio. 4.5

Icardi (dal 56'): la scelta del suo iniziale accantonamento appare poco comprensibile, a un normale tifoso, che non guarda a certi particolari. La sostituzione però sembra avergli giovato perché quando entra mostra lucidità e soprattutto molto animus pugnandi. 6.5

Brozovic (dal 70'): in venti minuti riesce a mettere un ottimo assist per Dodò sul quale il loro portiere è bravo e fortunato. Troppo poco per valutarlo, ma qualche segnale incoraggiante si è visto. 6

Puscas (dal 78'): una grande percussione in fascia conclusa con un tiro che impegna seriamente il portiere: poteva essere forse più altruista, ma ha mostrato l'egoismo e la personalità di un grande attaccante potenziale. 6

Mancini: qualcuno comincia a criticare la scelta del 4-2-3-1; del resto, aveva provato il 4-3-3 e il rombo con risultati poco brillanti.

Per me il problema di fondo resta la condizione atletica e la carenza di uomini decisivi in alcuni ruoli.

Resta il dubbio sull'esclusione iniziale di Icardi.

Nel post partita un'intervista curiosa. Dopo aver lasciato intendere che la squadra era stata costruita per il contropiede, ha sostenuto che mancano attaccanti veloci.

A me è venuto un dubbio: come si può costruire una squadra da contropiede senza attaccanti veloci? Allora prima tecnico e dirigenti avevano sbagliato tutto... (e sono d'accordo che 

WM preferisse, potendolo,  difendere basso e ripartire, eh...). 6

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it), Mateo Kovacic.

O meglio, il fantasma di Mateo Kovacic apparso a Sassuolo.

È ora di assumere un altro passo, Mateo.

Per l'Inter e per le tue ambizioni personali future.

Guido Montana