Inter-Lazio 2-1: l'orgoglio e la classe.

Diciamo la verità: abbiamo ancora negli occhi gli ultimi minuti carichi di tensione di una partita che sembrava non finire mai.
Avevamo riacciuffato un risultato che sembrava giustamente sfuggirci e stavamo resistendo, con grinta e abnegazione, ma con tanta sofferenza, agli ultimi veementi assalti dei laziali.
L'impressione era che tutto lo stadio, finalmente sgelato (in ogni senso), lottasse al fianco dei nostri meravigliosi ragazzi. E il fischio finale è stata una liberazione che accomunava tutti.

I nostri avversari avevano già giocato e vinto (tranne il Napoli). La sensazione era che anche solo un pareggio avrebbe reso inutile lo straordinario filotto di 6 vittorie in campionato, consecutive.

L'atteggiamento tattico scelto per quel finale rovente era tale per cui non si riusciva ad alzare il baricentro della squadra: era rimasta una sola punta, lo splendido (sul piano dell'abnegazione) Pazzo, che isolato là davanti, non riusciva a tenere il pallone per il tempo necessario  a far salire la squadra.
Così ogni rinvio era una palla offerta a loro per ripartire e l'assedio sembrava non avesse mai fine.
Solo un gruppo con le straordinarie qualità morali dei nostri campioni poteva evitare la capitolazione.

Già la narrazione dell'ultima fase dimostra che non è stata una partita facile. In realtà tutta la partita non è stata né facile né bella.
Sul campo, almeno oggi, l'impressione è stata che la Lazio ci fosse leggermente superiore: più fresca, più dinamica, con un buon tasso tecnico e una disposizione in campo efficace, che sfruttava la nostra necessità di vincere prima, e di rimontare poi.
Oltre a giovarsi della giornata mediocre di un paio di elementi, Chivu e Alvarez, subito giustamente sostituiti. Concedere due giocatori sotto tono a questa Lazio, non era proprio possibile.

La svolta è stata la meravigliosa azione che ci ha consentito di raggiungere il pari proprio alla fine del primo tempo. Grande manovra di tutta la squadra e deliziosi il tocco liberatorio di Alvarez e la conclusione del Principe.
Quel gol ha girato la partita. Perché se avessimo dovuto ancora attaccare per raggiungere il pari, e difenderci in affanno, esaurita l'ultima riserva d'energie, ci saremmo certamente offerti alla loro “punizione”.

Non è stata una bella partita, né una vittoria facile (quasi mai quest'anno, del resto). Abbiamo giocato malino, sbagliando molti passaggi e senza coralità, tranne in rare occasioni, come ha osservato nel dopo partita un critico Ranieri.

La stanchezza fisica, certo, ma anche la pressione psicologica: non si vincono otto partite consecutive, con lo stesso ridotto gruppetto di protagonisti, nel calcio italiano, giocando spesso ogni tre giorni, senza essere sottoposti a una tensione e a un'usura psicologica enormi. I denigratori del nostro calcio non riescono a capire questa cosa. La difficoltà da noi  non è tanto atletica. E' la pressione psicologica enorme a cui ogni incontro ti sottopone.

La Lazio ha giocato un po' meglio di noi. Non sul piano estetico, ininfluente, ma su quello delle occasioni costruite. Non ricordo oltre ai gol altre nostre occasioni (forse un colpo di testa centrale del Pazzo, ma la palla gli è arrivata morbida, difficile far meglio), mentre loro hanno colpito un palo interno sullo zero a zero, hanno presentato un uomo solo a cinque metri da JC sul 2-1 e hanno avuto almeno un'altra occasione clamorosa “lisciata” da Cissè, sempre nel finale.
In una situazione di questo tipo solo l'orgoglio dei nostri vituperati campioni poteva consentirci di ottenere comunque il risultato pieno.

Ma il campo ha confermato, a mio parere, il giudizio emesso a inizio stagione. Con questo organico non possiamo competere nel tempo con Milan e juve. Le nostre avversarie sono Udinese, Lazio, Roma e Napoli. Abbiamo gli uomini per classificarci dal terzo al settimo posto. Per questo sostenevo che arrivare meno che quinti sarebbe insufficiente, quinti appena sufficiente, terzi sarebbe una stagione da otto. Più avanti ancora da dieci, perché non siamo attrezzati.
A meno che non si provveda con un paio di innesti di alta qualità.
Se questi innesti avverranno, ne saremo tutti felici. Ma da aziendalista convinto, vorrei esprimere questa volta una perplessità. In ogni caso, avremmo perso un mese prezioso. Perché se gli eventuali innesti fossero stati preparati in dicembre e resi operativi a inizio gennaio, avremmo potuto attuare una rotazione più soddisfacente e oggi avremmo qualche giocatore con maggior freschezza. Perché mercoledì si andrà a Napoli e domenica a Lecce. Bisognerebbe scegliere: ma questi campioni sono troppo orgogliosi per farlo.

Un'ultima notazione riguarda l'arbitraggio. Checché ne dicano le PI non ci ha favoriti. Sul rigore non si discute: Lucio allontana la palla con il braccio dopo essere stato spintonato e squilibrato. L'arbitro fischia immediatamente il fallo in attacco. Certo, avesse ricevuto altre disposizioni, avrebbe potuto “non vedere” il fallo dell'attaccante...

Sul gol del Pazzo sembra esserci un fuorigioco millimetrico. Più millimetrico del fuori gioco inesistente fischiato a Motta nel derby. Per contro però c'è da dire che sullo 0-0 lo stesso Pazzo è stato fermato mentre andava a rete per un fuorigioco inesistente.
Ma soprattutto c'è da dire che l'arbitro ha evidentemente graziato Dias da un'espulsione sacrosanta nei primissimi minuti di gioco. Complessivamente mi pare di poter dire che c'è stato qualche errore, equamente ripartito, non malafede. E per chi conosce il nostro sistema calcio, è già tanto.
Del resto le lamentele di Reja fanno il pari con quelle dei novaresi, furiosi per la “sudditanza psicologica” che hanno subito nel match contro il Milan.

I singoli, io li ho visti così.
(nella valutazione tengo presente il fatto che questo limitato gruppo di atleti proviene da un tour de force non indifferente, con prestazioni sempre vittoriose)

Julio Cesar: superato senza colpe nell'occasione del palo e del loro gol, per il resto ha avuto ordinaria amministrazione, tranne che sulla palla gol clamorosa capitata a  Klose, quando ha avuto il merito di restare in piedi sino all'ultimo. Voto: 6.5
Maicon: la mia impressione è opposta ad altre che ho letto. Inizio fortissimo, poi la spinta è calata molto, forse anche per l'atteggiamento della squadra e in fase difensiva ha svolto un buon lavoro con un paio di sbavature. Voto: 6+
Lucio: primo tempo, in spazi larghi, molto negativo. Secondo tempo da dominatore negli spazi stretti, quando le sue doti fisiche e gladiatorie possono emergere. Voto: 6
Samuel: lui invece domina sia in spazi stretti che in spazi larghi. I pericoli per l'Inter vengono sempre dal lato sinistro della difesa, dove i laziali attaccano spesso in superiorità numerica. Lui si spende un po' anche da quella parte. Voto: 7.5
Chivu: non ripete la prova autorevole dl finale di partita precedente, incerto in marcatura e troppo timido nella spinta.  Giustamente sostituito. Voto: 5.5

Nagatomo: parte a destra, poi torna a sinistra e finisce per fare il terzino. In marcatura qualche ingenuità ma quanto corre, che grinta, che lottatore. Voglio fare anch'io un po' di retorica: non so i piedi, ma il cuore è davvero da Inter. Voto: 6.5
Zanetti: meno brillante e propositivo del solito, senza dubbio. Ma sempre un pilastro a cui non si può rinunciare. Il voto sarebbe 6, ma questa valutazione non tiene conto del pregresso.

Cambiasso: stesso discorso fatto con Zanetti. Per entrambi i nostri senatori va considerata l'assenza di Motta. I due hanno assolutamente bisogno di venir affiancati da un giocatore integro che parli il loro stesso linguaggio tecnico. Chi di dovere, speriamo ci rifletta... Voto: 6+
Alvarez: mai veramente in partita, sembra tornato quello di inizio campionato. Lezioso, lento nel pensare e nell'agire. Un passo indietro preoccupante. A sua attenuate il meraviglioso assist del primo gol per il quale gli attribuisco un 5.5.

Milito: gol spettacoloso per freddezza e precisione chirurgica. Si sbatte molto ma anche lui con meno pericolosità che in altre situazioni recenti. Forse un po' di stanchezza e un po' di merito all'avversario. Ma finché mantiene la media di un'occasione un gol, va bene... Voto: 6+
Pazzini: a me oggi è molto piaciuto, per come si è battuto, soprattutto nel finale quando era rimasto come unica punta. Sul gol il suo colpo sotto è stato da grande attaccante. Certo, il discorso è sempre il solito: con questi attaccanti il massimo che possiamo ottenere è che non sbaglino le occasioni create dalla squadra. Che le creino loro con iniziative vincenti (come fanno Ibra ed Eto'o, per esempio) è difficile. Per questo serve un attaccante crack o due centrocampisti che ci consentano di tenere il dominio in mezzo al campo e creare più occasioni. Voto: 6+

Obi: per me ha fatto bene. Viene accusato di essere un po' anarchico, ma ha dato corsa e grinta alla squadra. Voto: 6+
Sneijder: qualche colpo eccezionale più che una vera continuità di azione. Il suo recupero è fondamentale, ma con questo organico creerà qualche problema di equilibrio. Schierato con due punte, torna troppo poco (per dire, Alvarez torna di più, copre di più, sia pure al suo passo). Con una punta sola, la squadra si schiaccia troppo indietro, perché Wes non è in grado di aiutare il centrale a domare i palloni lanciati dalla difesa. L'ideale sarebbe giocare con una punta centrale implacabile e una punta esterna che torni al posto suo e faccia i gol contemporaneamente. Come faceva un certo Eto'o, dici niente... Voto: 6 

Faraoni: conferma personalità e corsa, anche se qualche volta l'ho visto più lucido e preciso nei passaggi. Comunque è già uno su cui si può contare, in certe circostanze almeno. Voto: 6

Ranieri: la formazione iniziale ha una sua logica. Poi vista la giornata poco propizia di un paio di giocatori, azzecca i cambi. Schiera la squadra nel modo più adatto a interpretare le varie fasi della partita. Ruota i giocatori affidabili con ragionevolezza. Di più al momento non si può fare. Voto: 6.5

Luciano

Nella foto, Yuto Nagatomo corre incontro a Sneijder e Pazzini, in festa per il grande gol del Pazzo... l'orgoglio e la classe, appunto. Settima vittoria consecutiva in campionato, l'ottava considerando anche la coppa Italia. Soffrendo, magari anche molto, ma lottando sempre e vincendo... continua la rincorsa, difficilissima, verso il terzo posto. Grazie ragazzi e grazie mister!