Cercare i risultati oggi per capire come migliorare domani: la lezione di Cagliari-Inter.

L'antefatto

Ci avevamo creduto tutti dopo Inter - Genoa.

Non una grande partita, intendiamoci, ma un buon primo tempo, contro una squadra per altro che lasciava giocare.
Noi abbiamo avuto la possibilità di stare più alti, gli esterni non erano chiamati a un impegno di recupero stroncante (per le loro possibilità).
Quindi potevano sostenere meglio la punta centrale, essere più lucidi nei 20 metri, fare qualche taglio interessante con (Zarate) o senza palla (Forlan).
Costringendo quattro difensori avversari a restare inchiodati dietro quasi sempre, il centrocampo non veniva preso d'infilata da un reparto avverso in superiorità numerica e dotato di grande aggressività.
E anche la difesa non essendo sotto pressione, aveva retto meglio.

Il secondo tempo, con i quattro gol subiti aveva riaperto le perplessità.
Ma il fatto che tre fossero su rigore, di cui due assolutamente inesistenti, era un discreto alibi.
Si pensava che con più tempo per lavorare, le cose sarebbero cambiate.
I soliti avveduti critici del nostro spogliatoio si erano sfogati: i panda avevano imposto a Ranieri allenamenti inconsistenti e per nulla intensi al fine di sopravvivere.
Adesso con allenamenti più seri anche la tenuta atletica sarebbe migliorata.
Il fatto che spesso l'Inter avesse fatto meglio nel finale era solo un inconveniente da trascurare.
Stessa cosa per il calendario.
Fino all'eliminazione col Marsiglia si giocava tre volte a settimana.
Ora, sarebbe bastato un semplice calcolo.
Anche considerando il giorno prima e il giorno dopo delle due partite ''esterne'', cioè calcolando una settimana di 9 giorni, dal sabato al lunedì successivo, se giochi 3 partite hai questa situazione: su 9 giorni, tre sono di gara; 3 di pre-gara e 3 di post gara.
Nel pre e nel post gara, gli allenamenti sono per forza leggerissimi: rifinitura e scarico, rispettivamente.
Quindi gli allenamenti erano quelli possibili: tutti gli allenatori ripetono che se giochi 3 partite a settimana non puoi allenarti, in pratica.
Altro che clan dell'asado e mister acquiescente.
La verità è che i limiti della squadra erano strutturali, perché le squadre che hanno molte competizioni non possono allenarsi di più.
Solo che altre compagini hanno atleti più veloci, più resistenti, anche se complessivamente meno tecnici dei nostri, soprattutto in alcuni ruoli chiave.
Ecco perché, se si guarda al rendimento concreto e non al tasso tecnico teorico, quasi tutte le squadre del nostro campionato con noi, usando un po' di accortezza se la giocano almeno alla pari.
Allora i soliti avveduti critici invocavano i giovani ''che almeno corrono''.
Il problema, certificato da ben tre allenatori, è che tra i senatori meno atletici e i giovani ancora immaturi per il momento non c'è partita.
A vantaggio naturalmente dei senatori.

Non facciamoci illusioni: Lucio è il miglior difensore di centro destra; Chivu è meglio di Naga, Zanetti è l'esterno di centro campo più forte che abbiamo (se giochi a quattro); Pazzini e Milito sono meglio di Casta e tra i Primavera nessuno è in grado di giocare in prima squadra, al momento (resterebbe il sogno Duncan, ma se non convince in questo frangente Strama...).
C'è poi il problema dei centrocampisti: se si gioca a tre Poli si è guadagnato un posto (complice la partenza di Motta) e anche Obi è una buona alternativa ai senatori.
In prospettiva Guarin è un'altra valida possibilità.
Come esterni offensivi dopo aver provato invano Casta e in attesa che rientri Alvarez, non abbiamo nessuno, se non i fallimentari Zarate e Forlan.
Che non sono fallimentari perché scarsi: semplicemente perché non sono esterni.
Forse in futuro si potrà provare un rombo, con Milito prima punta e Alvarez libero di svariare, con Wes vertice alto, Poli e Guarin (una volta che questi avrà trovato la miglior condizione) mediani, con Obi in alternativa; e uno tra Cambiasso e Deki vertice basso.
Forse. Perché probabilmente se Wes in fase di non possesso non va su una fascia tempestivamente e Alvarez sull'altra, in mezzo saremo sempre presi d'infilata, a centrocampo.
Anche da reparti inferiori tecnicamente.
E in ogni caso, scordiamoci che un cambio di modulo rappresenti il toccasana.
Modestamente, io ero convinto che il problema fosse strutturale.
Per questo, non per risibili questioni di eccessiva giovinezza, avrei preferito chiudere la stagione con Baresi e lasciare Strama dov'era.
Quest'estate si che si poteva cambiare.
La mia posizione era dettata dalla stima per Strama, non dal ritenerlo troppo giovane.
E consideravo anche che quando hai allenato la prima squadra dell'Inter è difficile, nel caso, rientrare ad allenare la Primavera.
Più in piccolo il caso di Mangia qualcosa significa.
Naturalmente, con il pareggio di Trieste non è fallito l'esperimento Strama: ci mancherebbe altro.
Sono tramontati solo i sogni di uno Strama con la bacchetta magica.
Intanto lui 4 punti in 2 partite li ha fatti: è presto per questi conti, ma la media farebbe 76 a campionato.
E' vero che erano partite non impossibili, ma è anche vero che le condizioni erano di particolare difficoltà.
Continuando a lavorare e recuperando qualche giocatore importante, si potrà fare di meglio.

La partita

Ho letto, nei primi commenti che qualcuno ha visto comunque un’Inter più propositiva e forse anche un po’ più alta.
Non saprei.
Se miglioramenti ci sono stati, non mi sembrano così significativi.
Ma è anche naturale.
Ci vuole tempo e soprattutto per cambiamenti importanti, ci vorrà…un mercato importante.
Il problema principale resta quello di sempre: non abbiamo esterni capaci di fare il doppio lavoro, cioè tornare e aggredire.
Così a centrocampo siamo sempre in inferiorità numerica.
Se gli altri hanno l’avvertenza di muoversi compatti ci infilano da tutte le parti.
E giocatori buoni ma non irresistibili fanno sempre un figurone e spesso ci fanno pure gol.
Secondo me poi è inutile sottolineare continuamente la lentezza, lo scarso movimento senza palla, la poca reattività di Tizio o di Caio: tizio e Caio sono i migliori giocatori di cui disponiamo.
O comunque le alternative non cambiano granché.

Strama era visibilmente scontento sin dall’inizio per la piega che la partita stava prendendo.
E gli apprezzamenti positivi espressi negli spogliatoi dimostrano solo che sa fare il suo mestiere.

C’è poco da fare: l’intensità non era quella dal mister desiderata perché la squadra non è riuscita ad attaccare con continuità l’area avversaria.
E quando l’ha fatto, non aveva ritmo e capacità di penetrazione.
Così si esponeva alle ripartenze di giocatori in qualche caso più veloci dei nostri.
Pinilla Cossu e Naingolan per esempio spesso hanno dimostrato di poterci fare davvero male.
E inseguirli, anziché bloccarne i rifornimenti, diventava molto più difficile.

Strama ha tenuto la squadra iniziale per molto tempo, segno che, conoscendo le possibilità attuali dei suoi calciatori non riteneva di avere alternative capaci di trasformare il gioco.
Poli al posto di un Guarin in comprensibile calo rispetto all’esordio è stata una scelta giusta e attuata al momento giusto, a mio parere.
Obi e il Pazzo hanno consentito un cambio di modulo che poteva permetterci di vincere, una volta raggiunta la superiorità numerica.
Diciamo anche che la partita è stata affrontata con un minimo di buona stella, che non è un fatto negativo. Quando provi faticosamente a ricostruire, hai bisogno anche di questo, anche questo può essere un segnale. Di certo ti aiuta.

Mi riferisco all’espulsione, corretta ma fortunosa (per noi), di Pinilla.
Mi riferisco anche al fatto di aver per due volte riagguantato immediatamente un risultato che avevamo compromesso.
C’è voglia, spirito di reazione, orgoglio, in tutto questo, come ha sottolineato giustamente Strama, ma anche un pizzico di casualità.
Il pareggio è un mezzo passo falso, ma è stato comunque importante, psicologicamente.
Una sconfitta avrebbe azzerato del tutto quel clima di entusiasmo nuovo che si era creato.
Con quattro punti in due partite si potrà continuare a lavorare con fiducia. Tatticamente, atleticamente, come qualità dei singoli qualcosa migliorerà ancora, se ci si continua a credere.
Per questo, mi scusino gli amici che sono di parere contrario, io continuo a sperare che il mister non ceda alla tentazione (credo ben poco fondata in lui) di fare esperimenti con qualche giovane.
Il messaggio sarebbe chiaro e pernicioso.
Non abbiamo più niente in cui credere, nulla per cui lottare.
E’ il tempo degli esperimenti disperati.
Perché se non fossero tali sarebbero stati fatti prima.
Non è più tempo di dare tutto per vincere: è arrivato il momento di guardare al domani. Per chi ci sarà.

I singoli, io li ho visti così

CASTELLAZZI: sul secondo gol per me ha un po’ di responsabilità. Nell’insieme non mi ha trasmesso sicurezza. 6-

ZANETTI: non una delle sue migliori prestazioni, anche se ha l’alibi di essere spesso stato preso in mezzo da due o tre avversari. Comunque il suo l’ha fatto, anche con un paio di buone percussioni. 6+

RANOCCHIA: inizio impressionante, da quattro. Forse anche comprensibile. Poi si riprende mostrando in ciò carattere e tenacia. Nel finale sfiora anche il gol. Ha bisogno di giocare con continuità, anche se Lucio per il momento a me dà ancora più affidamento. Ecco, questo della sua conferma è l’unico esperimento che forse farei. 5.5

SAMUEL: il migliore, con molte chiusure provvidenziali, anche se pure lui non ha più la velocità di un tempo. 7

CHIVU: sufficiente la fase difensiva (tranne quando si sono spostati dalla sua parte Pinilla o Cossu. Ma bisogna considerare che l’apporto di Zarate su quella fascia è stato, diciamo saltuario.) Inesistente la fase offensiva, con un paio di buoni passaggi in verticale e per il resto una miriade di cross lenti e prevedibili, da centrocampo. 6-

GUARIN: pesante e poco reattivo. Si vede che il giocatore c’è, la condizione atletica no. Da lui mi aspetto molta più mobilità che non sia in ritardo sulle chiusure. 5.5

DEKI: è il Deki di quest’anno non quello di tre anni fa. A questo ci si deve rassegnare. Poiché Cambiasso è importante come incursore, lui è l’unico che può giocare lì. E per un’ora lo fa decentemente. 6

CAMBIASSO: con Samuel e in parte Milito a mio parere il migliore. Davanti “pesa” più degli attaccanti. Nei rientri sembra più reattivo di qualche tempo fa. 6.5

FORLAN: il Cagliari attacca sempre dalla sua parte e lui dovrebbe fare il terzino, cosa che non è nelle sue corde. Oltretutto così non riesce neppure a proporsi in avanti. Un passo indietro netto rispetto alla prima ora della partita col Genoa. Speriamo che rientri presto Alvarez e che faccia bene. Non ci sono molte alternative nel ruolo, a meno di cambiare modulo o di schierare un terzino (Fara?), che certamente lotterebbe di più, ma schiaccerebbe ulteriormente la squadra dall’indietro. 4.5

MILITO: il gol e qualche altro bel movimento. Sembra una bestemmia, un giudizio solo parzialmente positivo per uno che ha segnato già diciotto gol in campionato. Ma per me una grande squadra avrebbe bisogno di una punta più dirompente, più travolgente. Magari lui potrebbe fare da seconda punta, intelligente com’è. 6.5

ZARATE: abbastanza vivace, miglioratissimo rispetto a qualche tempo fa. Ma i difetti sono sempre quelli: personalismi, tendenza a farsi anticipare, giocate spesso velleitarie, mancanza di continuità nella partecipazione al gioco. E da esterno, grave carenza nei tempi di recupero (rispetto al passato, poverino, ci prova). 6- (di incoraggiamento)

Ingiudicabili Obi e Pazzini, resta Poli che ha fatto il suo diligentemente, ma in altre occasioni aveva acceso qualche scintilla in più. 6

STRAMACCIONI: ha fatto il possibile, in settimana e sul campo. Mi aspetto che di poco, ma la sua Inter faccia registrare progressi continui. Secondo me ha letto bene la partita. 6.5

Luciano

Nella foto (inter.it), Cambiasso e Deki si danno la carica nel tentativo, invano, di fare il colpaccio.