Sinistri voli di avvoltoi

La partita di domani a Verona, sembra assurdo (e lo sarebbe in qualunque Paese civile, forse anche in qualunque  altra città italiana), ma per certi aspetti può già risultare decisiva.

Gli avvoltoi che sempre volano  alti nel cielo interista  stanno abbassandosi in larghi giri.  Sentono il profumo di un bel pranzetto che potrebbe apparecchiarsi.

Sono avvoltoi di diversi colori.
Qualcuno anche di colore azzurro e nero.
Puntano una “carne” pregiata: quella di Stramaccioni, il giovane allenatore più preparato e valido del nostro panorama calcistico. Forse con Montella.

Sognano un'Inter affidata a una mezza figura (perché sul mercato non ci sarebbe altro), che guidi la squadra a  un naufragio definitivo.

Sognano la debacle che metterebbe finalmente in crisi l'odiato Moratti e i suoi dirigenti.

Odiano Zeman come odiano Moratti, perché entrambi vengono visti come i moralizzatori, come gli uomini che si ribellano al potere corrotto.

Zeman con le parole, perché non ha altri strumenti, Moratti con i fatti, perché sotto la sua presidenza la juve degli Agnelli (che non sanno solo sciare e giocare a golf, sanno anche asservire il calcio) ha conosciuto l’onta della serie B e la certificazione giuridica delle sue pratiche fraudolente.

Chiaro che il crollo verticale che molti auspicano non dovrebbe comunque esserci nel brevissimo tempo: ci sono troppe scadenze ravvicinate sino al derby, per pensare a un provvedimento immediato e suicida.

Ma un risultato negativo, prima della Viola che sembra in grande forma aumenterebbe la pressione.

Strama ha il vantaggio di sapere il fatto suo, di avere in pugno la squadra, di aver già fatto diversi esperimenti, per cui arriva il momento di tirare le somme di questo lavoro.
Il recupero di alcuni giocatori (Mudi, Obi e Chivu) e il prossimo recupero di Palacio in questo senso potrebbero aiutarlo.

Ovvio  che a Verona bisognerà sbagliare il meno possibile, ci sarà da lottare  e servirà un’Inter quadrata e determinata.

Vediamo quali sono le premesse, partendo dalla consueta intervista della vigilia.

 Il pre-partita, visto da Strama

Il mister parte dalla solita considerazione, un po’ scontata ma doverosa: gli avversari saranno anche in un momento non felicissimo, ma anche contro la juve il Chievo è apparso ''organizzato, in grado di tenere testa alla Juve fino a 20 minuti dalla fine. Hanno dimostrato la loro solidità''.

Sarà una partita difficile anche tatticamente, ha aggiunto, anche perché il campo è tradizionalmente ostico e Di Carlo è un tecnico di qualità.

Fino ad ora l’Inter ha mostrato notevole discontinuità, ora bisogna trovare un assetto che garantisca una compattezza di fondo. Non esistono altre soluzioni, per questo, se non il lavoro. Ma sarà necessario dare da subito riposte tranquillizzanti ai problemi di equilibrio tattico evidenziati.

''Non vogliamo più perdere gare così'' (come quella col Siena, ndr) ''e ancora…''

''Dobbiamo progredire in solidità ed equilibrio. Serve un cambio pesante. Magari vinciamo qualche partita 1-0 ma lavoriamo sotto questo punto di vista''.

Affermazione che sintetizzo così (magari sbagliando): più sostanza, d’ora in poi e meno poesia.

A questo proposito occorre citare le sue affermazioni sui tre attaccanti, sui difensori esterni ''migliori corridori'' della squadra e sulla capacità del centrocampo di reggere determinati ritmi.

Partiamo da questo: dei centrocampisti visti sino ad ora, solo Guarin (per altro non in splendide condizioni di forma) possiede un passo rilevante.
Lo avrebbe anche Pereira, ma il suo contributo alla costruzione del gioco, da interno, non sembra possa essere significativo.

Del Cambiasso attuale sappiamo pregi e difetti e lo stesso Gargano, per la sua struttura fisica, non è uomo che possa districarsi in spazi ampi.

A me sembra che se vogliamo praticare una forma di pragmatismo sul piano atletico, Cambiasso e Gargano difficilmente possano giocare insieme

Quindi le soluzioni sembrano essere Obi, Mudi (questi due non subito) e Chivu.

In ogni caso nessuna soluzione sarà convincente e definitiva se continueremo a schierare tre attaccanti puri, che non rientrano.

Ma qui la coperta si rivela corta, perché davanti fatichiamo ad andare a rete anche con tre uomini, per la mancanza di un centravanti di sfondamento e/o di un attaccante che punta la porta sullo scatto.

Schierare due soli attaccanti vuol dire lasciare il pallino del gioco agli avversari (poco male) e avere, fuori casa, pochissime occasioni (in casa i due soli giocatori offensivi sono improponibili: finirebbe sempre zero a zero, nella migliore delle ipotesi).
Perché il gioco valga la candela sarà necessario dunque che la fase difensiva garantisca impermeabilità e l’attacco sia cinico.

Un’altra affermazione del mister appare di interpretazione non semplice:

''Io tendo a non esaltarmi in generale nei momenti positivi e a non buttarmi giù se le cose vanno male, soprattutto se i giudizi cambiano così tanto, così in fretta. È giusto che veniamo criticati, che io venga criticato, ma non è che l'Inter non abbia creato palle gol contro il Siena. Ma se io alla seconda onda cambio la rotta della nave è meglio che scenda. Chi fa questo lavoro in un grande club è esposto…''

Il significato complessivo mi sembra chiaro.
Resta invece da capire in che senso non intenda cambiare la rotta della nave alla seconda ondata: non rinunciare ai tre giocatori offensivi?

Perché torniamo al punto di partenza: con un centrocampo che non brilla per dinamismo, tre giocatori davanti che tornano poco rischiano seriamente di mettere in crisi il concetto di equilibrio.

La prestazione migliore, dal punto di vista della solidità è stata quella di Torino e lo stesso Strama nell’intervista di ieri ha affermato che Cassano e Wes sono sì compatibili, ma poi il mister decide volta per volta se è il caso di utilizzarli insieme.

Le soluzioni possibili sono diverse: dalla difesa a tre (ma con 5 centrocampisti e due punte, o con 4 centrocampisti e tre punte?) al 4-4-1-1, a un 4-3-3 con qualche uomo cambiato.

Purtroppo la nostra rosa è a trazione mancina.
Nel senso che Cassano, Cou e Wes preferiscono gravitare a sinistra, e tra i terzini o mediani  con corsa i due che meglio si adattano a giocare più avanti (Obi e Pereira) prediligono entrambi la zona sinistra.

Quale che sia la soluzione che escogiterà, Strama ha ben chiaro il problema di fondo da risolvere: così com’è, in campo aperto, nei grandi spazi, la squadra soffre troppo.
''Ci esponiamo a fragilità quando l'avversario ha metri di campo. Questo è il problema emerso da queste quattro partite''.

Infine qualche sua considerazione sui convocati, che potrebbe essere utile per capire lo schieramento iniziale.
Rano ha preso due colpi nello stesso punto, ma sta bene (ergo: sembra di capire che sarà presente). Obi e Mudi sono pronti  ma non hanno la condizione migliore (dunque almeno Obi non dovrebbe venire schierato dall’inizio).

Modulo e formazione

I convocati:

Portieri: 1 Samir Handanovic, 12 Luca Castellazzi, 27 Vid Belec;



Difensori: 4 Javier Zanetti, 6 Matias Silvestre, 23 Andrea Ranocchia, 25 Walter Samuel, 26 Cristian Chivu, 40 Juan Jesus, 42 Jonathan, 55 Yuto Nagatomo;



Centrocampisti: 10 Wesley Sneijder, 11 Ricky Alvarez, 14 Fredy Guarin, 16 Gabi Mudingayi, 19 Esteban Cambiasso, 20 Joel Obi, 21 Walter Gargano, 31 Alvaro Pereira;



Attaccanti: 7 Philippe Coutinho, 22 Diego Milito, 88 Marko Livaja, 99 Antonio Cassano.

Quasi tutta la critica è convinta che ci sarà l’esordio ufficiale del modulo a tre.

Io non sono sicuro che in partenza sia questa la soluzione scelta da Strama per garantire maggior equilibrio.

Si potrebbe anche tornare al 4-4-1-1 o schierare un 4-3-3 con un esterno che sia un mediano.

Però siccome tutti danno per probabile il modulo nuovo, partiamo da lì.

Allora avremmo di sicuro:

Handa

Rano Chivu Jesus

Poi, soluzione più offensiva:

Zanetti Guarin Mudi (o Gargano, o Cambiasso) Naga (o Pereira)

Cassano (Cou) Milito Wes.

Oppure:

Zanetti Guarin  X (vedi sopra) Naga

Wes Milito Pereira.

In questo caso il modulo sarebbe in prevalenza un 3-5-1-1

Stessa cosa se si giocasse con la difesa a quattro: ci potrebbero essere tre attaccanti oppure quattro centrocampisti e due attaccanti.

Con il centrocampo a tre gli esterni alti dovrebbero tornare molto, per garantire equilibrio.
Ma poi dovrebbero anche ripartire. E andare a minacciare l’area avversaria.

In ogni caso ci potrebbe essere il sacrificio di parecchi uomini di qualità: Cassano, Cou e Alvarez, per dare più corsa.

Non so, sono perplesso e aspetto con molta curiosità le decisioni di Strama.


Luciano

Nella foto (Inter.it) il ritorno di Chivu offre a Stramaccioni nuovi soluzioni per sbrogliare la matassa nerazzurra.