Del giustificazionismo

C'è una divisione radicale  tra gli stessi sostenitori dell'Inter che è abbastanza lacerante e dolorosa (almeno per conto mio) e credo nasca dalla differente valutazione che viene fatta in relazione alle possibilità attuali in termini finanziari della società.

Se si parte dal principio che per storia, tradizione e introiti l'Inter è  e deve essere tra le top ten d'Europa (quindi del mondo), non si può che esprimere anche in toni molto risentiti e polemici  la disillusione per quanto è accaduto sul piano sportivo nelle ultime stagioni.

Se invece si prende atto del fatto che sul piano finanziario non siamo più competitivi con le squadre di vertice, in Europa e persino in Italia, allora il giudizio non può che essere meno drastico.

Errori ne sono stati fatti a tutti i livelli, questo è indiscutibile. Si può discutere se con un po' più di accortezza sarebbe stato possibile avere una situazione migliore DENTRO LA FASCIA CHE ATTUALMENTE CI COMPETE.

Qualche acquisto sbagliato, qualche conferma improvvida, qualche scelta di allenatore rivelatasi poco felice,  forse persino qualche giovane che si poteva lanciare con più “coraggio”

Ma non sono queste le cose che ci avrebbero fatto svoltare, che ci avrebbero permesso di entrare nel gruppo di élite.

E forse si potrebbe riconoscere che quando le cose si mettono male, sei nella condizione di dover  rinnovare quasi totalmente la squadra e i soldi non consentono operazioni importanti, tutte le società compiono errori in percentuale maggiore del solito.

E' la legge del calcio, che, non basandosi su formule matematiche ma su realtà tecniche, atletiche psicologiche, ambientali, umane, di gruppo, molto complesse, sfugge a qualsiasi certezza e semplificazione.

Come si sa, sono uno che tutto sommato apprezza il lavoro svolto dagli uomini che attualmente sono determinanti, a livello decisionale,  per le  sorti della nostra squadra: Branca-Ausilio e Stramaccioni.

Si poteva far meglio; si può sempre far meglio.

Ma per le nostre possibilità finanziarie attuali è stato allestito un gruppo, profondamente rinnovato in poco tempo,  abbastanza competitivo.

Ripeto, per le nostre disponibilità finanziarie attuali.

Perché al mattino leggo le notizie dei media e anche considerando che ci sarà molta esagerazione vedo quanto segue:

Juve: Jovetic e Ibrahimovic

Napoli: Nainggolan e Dzeko

Bayern: Hummels, Lewandoski e Goetze (oltre ai due ventenni più interessanti di quel campionato)

Barcellona: Neymar e 30 milioni offerti per Handa

Real: Falcao e Verratti

Di PSG, MU, M. City e Chelsea e dei loro movimenti non parlo neppure, perché mi verrebbe ancora più malinconia.

Perché poi leggo anche Inter: Menez e  Papu Gomez.

E allora mi chiedo: ma davvero qualcuno è convinto che se potessimo andare sui nomi sopra citati i nostri stolti dirigenti sceglierebbero Menez e Papu Gomez?

Non è che c'è un gap finanziario enorme tra le squadre sopra citate (e qualche altra) e noi?

Tenendo Livaja e non prendendo Rocchi, errore clamoroso, avremmo cambiato il nostro campionato?

Riscattando Poli e non prendendo Gargano (a parte il fatto che per Gargano fino ad ora abbiamo speso 700.00 mila euro mentre per Poli  avremmo speso 6,5  milioni. Ma lasciamo stare), saremmo in lizza per obiettivi ambiziosi?

L'elenco degli errori che abbiamo commesso sarebbe lungo: lo si deve ammettere.

Qualche conferma (Chivu Deki) è stata sbagliata, a posteriori.

Ma se in estate hai costruito una squadra per provare a lottare per il terzo posto, dotandola, in avanti di Milito, Palacio, Cassano, Cou,  Alvarez, in mezzo di Guarin e Cambiasso, dietro di Juan Rano e Handa, Naga e Pereira;  piuttosto che sostituire i due con altri mediocri giocatori  ai quali dovevi pagare cartellino e ingaggio (sostituti indispensabili, perché dovevi giocare 70 partite), non aveva proprio  nessuna logica la conferma dei vecchi, sperando di avere giocatori di qualità a disposizione sia pure per un numero limitato di partite?

Silvestre era un giocatore di buona quotazione, ricercato da molte società.

Ebbene, ancora oggi mi fiderei di più a schierare Chivu che Silvestre.

Per dire che un giocatore da sei milioni difficilmente risolve i problemi di un reparto.

E un giocatore davvero forte costa tanto, ha un ingaggio fuori budget  e spinge al rialzo gli ingaggi degli altri.

Anche risparmiando su 2-3 acquisti rivelatisi mediocri, evitando un paio di conferme,  non potevi prendere uno forte forte perché in questo momento non te lo puoi permettere.

Ci poteva essere un aggiustamento in meglio, si poteva sicuramente fare qualcosa di più.  Magari indovinare altri prospetti, sulla scorta di quanto fatto con Kova.

Ma non uscire dalla nostra fascia di competenza attuale.

Leggo che siccome abbiamo comunque introiti importanti, senza errori dovremmo essere nelle condizioni di fare acquisti da top team.

Ma, sbaglierò, la mia convinzione è che tranne in casi rarissimi (due tre squadre estere), le società che stanno al vertice, in Europa e in Italia considerano gli introiti “ufficiali” una bazzecola rispetto alla loro capacità di spesa.

O forse pensiamo che il PSG spende quanto ricava? E il Chelsea? E il City?  Poi ci sono i casi Bayern Barça e Real che hanno delle specificità assolutamente non comparabili

E anche in Italia sono certo che Milan e juve spendono ben più di quanto i loro bilanci consentirebbero.

Ma anche gli stessi Napoli Fiorentina e Roma non vivono certo solo dei proventi “ufficiali”.

In questo momento storico i soldi in più che la Presidenza immette nella società, servono per riportare il bilancio in equilibrio, purtroppo.

Non possono servire per grandi investimenti.

E allora, errore più errore meno, la nostra fascia di destinazione per il momento è quella che va dal terzo al sesto-settimo posto.

Anche con gli errori fatti, ma con qualche infortunio CONCOMITANTE in meno e qualche arbitraggio più onesto, ci avvicineremmo maggiormente al terzo posto, sia pure senza raggiungerlo, probabilmente.

Sono convinto che entro un paio d'anni le cose cambieranno: nuovi soci, stadio di proprietà, rilancio del gruppo industriale che esprime il nostro presidente-proprietario. 

Qualche tempo fa sembrava con le pezze al sedere la juve, per esempio e noi la sbeffeggiavamo.

Mentre si lavora per questi cambiamenti “finanziari” la scelta è: gestire questa posizione di seconda fascia con l'attuale gruppo dirigente o con un cambio radicale? 

Messa così, cioè senza pensare che con Oriali o Corvino, con Blanc o Zenga  faremmo sfracelli,  perché la situazione in cui siamo è imputabile in prevalenza alle carenze dirigenziali e tecniche, la disputa sarebbe più ragionevole, meno accanita.

Io sono un convinto assertore della conferma (anche se mi piacerebbe un'integrazione con Leo).

Ma guarderei con curiosità anche al cambiamento, con un certo scetticismo, ma senza per questo sperare che falliscano anche i nuovi “perché così si dimostrerebbe che avevo ragione”.

No, il mio modo di essere interista consiste nel desiderare successi per la mia squadra, non nel voler dimostrare che avevo ragione.

E in conclusione vorrei sostenere un principio:

non è giusto, a mio parere liquidare come giustificazionismo più o meno servile, un atteggiamento che vuole evitare le semplificazioni, cercare di capire la complessità del momento che si vive.

Sbraitare, esprimere giudizi perentori e liquidatori,  è la cosa più facile del mondo quando le cose non vanno bene.

A me piace di più cercare di capire e di analizzare. Con tutti i miei limiti, che riconosco apertamente,  di conoscenza e di capacità.

Ma con onestà.

Fino a quando trovo persone che ritengono utile confrontarsi a partire da questo atteggiamento, mi appassiono alle discussioni e mi diverto.

Luciano Da Vite