Tanta sofferenza, ma un altro passo avanti!

Credo che le mie valutazioni sulla prestazione in generale, sulle prove dei singoli e sulle prospettive del futuro immediato susciteranno un po’ di discussioni.

Lo dico perché ho letto in giro quello che si scrive,  nel blog e sui vari siti interisti, e in alcuni casi non condivido i giudizi che vengono espressi dalla maggior parte degli opinionisti e dei lettori.

La disposizione in campo e la tattica

In parziale dissenso con uno dei commentatori al quale mi legano particolare stima ed amicizia, ho sostenuto nei giorni precedenti la partita di Mosca (e di Bologna) la bontà della scelta di Ranieri, NELLA CONTINGENZA.

Di fronte al rischio di un tracollo verticale, conseguente anche al fallimento dell’esperimento Gasp, non imputabile certo solo all’ex genoano,  ho visto l’aspetto positivo di un ritorno al buon senso, al sistema di gioco e alla disposizione degli uomini in campo che, per esperienza consolidata, si deve ritenere più congeniale ai nostri campioni, alcuni dei quali obiettivamente un po’ logori.

E’ vero, Leo aveva fatto bene, nel complesso, con un gioco diverso, più offensivo, più rischioso. Ma Leo aveva Eto’o e aveva giocatori anziani sì, ma con un anno in meno.

Ciò nonostante si è esposto anche a qualche figuraccia davvero non da Inter.

Gasp ha provato senza successo a seguire una sua strada innovatrice. 

L’organico che gli è stato assegnato, per qualità dei giocatori e condizioni fisiche, non era a mio parere idoneo a proseguire in avventure di dubbia efficacia.

Ranieri, in queste due partite ha innanzitutto collocato ogni giocatore nel ruolo che gli è più congeniale e poi ha realizzato una disposizione tattica e un sistema di gioco più prudente (parzialmente, come vedremo):

difendere più bassi, stringendo gli spazi attorno a difensori non rapidi né agilissimi, mantenendo la linea mediana a ridosso della difesa; affidarsi per offendere alle giocate di un trequartista e al colpo vincente di una delle due punte;  assicurarsi così la formazione di un blocco difensivo costituito da almeno sette uomini relativamente bloccati, è stata la sua scelta.

Che ha prodotto risultati in queste prime due partite.

Eppure i problemi non sono risolti. In due partite abbiamo subito due rimonte, per fortuna parziali: un gol a Bologna, due gol a Mosca.  Se confrontiamo queste prestazioni con trascorse difese epiche (penso a Londra, Madrid e Barcellona, ma non solo) è evidente che quella impermeabilità difensiva non c’è più. E difficilmente la ritroveremo, finché gli interpreti resteranno quelli attuali.

Curiosamente l’attacco, giocando nella sostanza  in contropiede, ha però segnato sei gol in due trasferte, facendo tornare i conti.

Bisognerà ora vedere come la squadra si esprimerà in casa, quando sarà chiamata a un gioco necessariamente più offensivo.

Il problema da risolvere sarà sempre quello dell’equilibrio: non un equilibrio qualsiasi, ma l’equilibrio più idoneo a sfruttare al meglio le caratteristiche dei nostri giocatori attuali.

Il ritorno dei grandi assenti ci potrà aiutare, ma comporterà il ricercare nuovi equilibri.

Intanto è importante non perdere altri punti.

Secondo me, per esempio, tra le due scelte tattiche possibili, a Mosca Ranieri ha scelto quella più azzardata. Il 4-3-1-2, per di più con un Alvarez assolutamente impalpabile come centrocampista aggiunto, ci ha esposti a rischi tremendi, perché sugli esterni non avevamo le coperture necessarie e loro invece avevano un tridente offensivo con due giocatori larghi, velocissimi e dotati di dribbling implacabile nell’uno contro uno.

Dal 15° del primo tempo ho continuato a dire dentro di me: ma togli Alvarez e passa al 4-4-2, in modo da raddoppiare le fasce.

Ranieri non l’ha fatto e ha avuto ragione: non a caso lui è allenatore e io no.

Le cose potranno ulteriormente migliorare, con ogni probabilità, quando torneranno Maicon, Deki, Wes e Forlan. Ma resta il fatto che l’assetto definitivo è ancora da trovare.

Le prestazioni individuali

JC: una bella parata, una netta responsabilità sul primo gol e qualche intervento di pugno non irreprensibile. Quasi sufficiente.

Naga: grandissimo in occasione dell’assist al Pazzo, sempre bene in partita e protagonista di discese generose e dispendiose. In comprensibile calo nel finale. Buono.

Lucio: sul secondo gol forse sbaglia lui, forse sbaglia il capitano. Come al solito non sempre legge bene la giocata da farsi, sbaglia anche qualche appoggio. Ma in area, di testa e di piede, prende mille palloni messi in mezzo dagli esterni che vincevano praticamente tutti i duelli. Senza di lui, al netto degli errori, sarebbe finita in goleada. Per loro. Determinante, in partite come questa. Tra l’altro secondo me le sue sgroppate, a volte tutt’altro che opportune, trasmettono ai compagni adrenalina e spirito di emulazione (nella grinta). 

Samuel: ennesima conferma di una condizione inadeguata. Non fa “Muro” come eravamo abituati, prima dell’infortunio. Speriamo che si riprenda, ma il rischio che età e somma di infortuni lo limitino esiste.

Chivu: ho letto commenti entusiastici. A me è piaciuto per lo spirito indomito, per l’applicazione. E basta. Il suo avversario lo ha regolarmente superato sullo scatto e sul dribbling. E’ vero che era poco aiutato, perché Obi doveva difendere anche centralmente, ma insomma… sufficiente per l’impegno.

Zanetti: non è più quello di una volta, ma è sempre prezioso, indispensabile. Nel primo tempo prova anche qualche sortita in appoggio e addirittura un tiro da fuori. Poi limita giudiziosamente la sua zona, ma con lui che non ne ha più, il Cuchu costretto dietro a tamponare, Obi in calo, veniamo irrimediabilmente schiacciati. Corresponsabile sul secondo gol. Sufficienza piena.

Cambiasso: il Cuchu è il calcio, anche se il calcio a ritmo rallentato. Decisivo in copertura, pur con i consueti limiti dinamici, decisivo nell’assist che ha dato la vittoria. Che si vuole di più? Buono.

Obi: comincia molto bene incrementando la stima che ho di lui. Poi prosegue tra alti e bassi. Non riesce a dare la copertura necessaria sulla sua fascia e non si rende più pericoloso in avanti. E’ comunque ormai affidabile, anche in questi confronti. Ma affidabile per fornire un rendimento sufficiente, non di più. Per ora.

Alvarez: quando ho letto le dichiarazioni di Ranieri, sono allibito e ho avuto la definitiva conferma che il calcio non fa per me. A meno che quelle frasi non le abbia dette con un obiettivo di tipo psicologico, per non deprimere un giocatore che è un capitale della squadra. Ma se fosse così, lo avrebbe sostituito prima. Per me Alvarez è stato inconsistente. Indispensabile lavorare molto sul suo potenziamento atletico e muscolare, perché la tecnica certo non manca.

Pazzini: oltre a farsi trovare pronto al momento giusto, che quasi sempre sfrutta in modo implacabile, oggi ha anche dato una mano lottando e qualche volta rientrando. Fino all’infortunio, prestazione buona.

Milito: non mi è dispiaciuto come ad altri. Non ha creato pericoli veri, ma si è battuto, ha conquistato e domato palle difficilissime, facendo respirare la difesa e spesso partecipando al gioco con buone idee. Certo, da lui ci si aspetta che incida di più, soprattutto contro difese un po’ sprovvedute come quella di questa sera.

Zarate: velocità, dribbling, percussioni sempre pericolose. Una grande prova. Da ripetere però anche contro difese più chiuse ed esperte. Oggi, comunque, assolutamente decisivo.

Ranieri: molti meriti per il realismo con cui ha disposto e stimolato la squadra. Come ho detto, io avrei escluso Alvarez e impostato un 4-4-2 ancora più prudente. Non so se avremmo vinto. Forse no. Di certo non sarebbe finita 3-2.

Per fortuna le scelte le ha fatte lui. E speriamo che si rivelino azzeccate anche quelle che farà a partire dalla gara con il Napoli.

Luciano

Nella foto (Reuters), Maurito Zarate esulta dopo che il suo grandissimo gol ha zittito gli spettatori del Luzhniki di Mosca.