Anteprima di Catania-Inter: c'è ancora da soffrire.

Pensavamo che la vittoria di Bologna e quella di Mosca ci avessero tolti dai guai. Un po' tutti abbiamo creduto che la ripresa fosse inevitabile e, se proprio non si preparavano per noi “magnifiche sorti e progressive”, almeno ci eravamo incamminati verso una rincorsa stile “Leo”, anche se guidata da un tecnico per certi aspetti antitetico al “gioioso” mister brasiliano.

Invece a rimettere tutto in discussione è bastata una decisione calcolata del designatore arbitrale; una prestazione all'altezza della mission consegnatagli, fornita da  un arbitro pluri-recidivo e perciò affidabile; una buona prestazione di un Napoli forte, soprattutto dopo che si è trovato in superiorità numerica.

E' bastato tutto questo per richiamarci ad un'amara realtà: siamo quartultimi in classifica, con lo stesso punteggio dell'Atalanta, che però ha avuto sei punti di penalizzazione. La vetta è già lontana sette punti, dopo solo cinque giornate!

E' vero, abbiamo solo un punto meno del Milan campione d'Italia, ma non sono sicuro che le prospettive di rilancio immediato siano le stesse, perché, senza guardare in casa d'altri, non passa giorno che non si registrano nelle nostre fila nuovi infortunati.

Qualche giocatore appare in calo fisiologico; qualche nuovo acquisto non ha reso per il momento in modo adeguato; il cambio di preparazione sembra abbia avuto pure il suo effetto sull'incremento dei fatti traumatici e la squadra, anche per le molte assenze ripetute, non ha ancora un assetto e un'organizzazione di gioco definitivi.

E' anche vero che quando un grande insieme di fattori negativi concorre a creare una situazione critica, è  probabile  che in seguito si possa  solo migliorare.

Ma quanto? E comunque, per il bene delle nostre coronarie, è indifferibile la necessità  di infilare da subito una serie di risultati positivi. 
Si legge sui siti dei tifosi che se temiamo il Catania...
Spero proprio che questa supponenza non appartenga ai protagonisti, perché diversamente non avremo speranze, al Cibali. Dove loro ci aggrediranno con prudenza (l'ossimoro è voluto) e grande ritmo, che ci metterà di sicuro in difficoltà, almeno per una parte dell'incontro.

Noi abbiamo un tasso tecnico maggiore, ma dovremo sfruttarlo in pieno per poter sperare che basti.

Ci mancheranno otto giocatori: JC, Ranocchia, Chivu, Obi, Poli, Wes, Couti, Forlan.

Cordoba, Motta e lo stesso Pazzini vengono da infortuni; tra i convocati ci sono alcuni giocatori non del tutto affidabili, per qualità, momento di forma o inesperienza. 
C'è poi l'incognita della direzione arbitrale (proseguirà sul registro tenuto sino ad ora?) e delle condizioni di chi è tornato dagli impegni internazionali. Il tutto alla vigilia di una trasferta a Lille per molti versi decisiva.

Ce la possiamo fare, comunque, sia chiaro. Con la serena determinazione che deve venirci dalla consapevolezza della nostra forza, che resta grande, pur in presenza delle  difficoltà citate.  


La conferenza di Ranieri 


Consueta esibizione di buon senso e poche affermazioni di rilievo. Dopo la soddisfazione per la revoca di una squalifica ingiusta (ma in quella partita col Napoli non era stato l'unico ad essere punito per errori non commessi...), il tecnico romano ha ribadito che la “sua “ Inter, in costruzione, non sarà molto diversa da quella tradizionale.

Del resto gli uomini sono quelli, per il momento.

Anche sui moduli, solita duttilità e ragionevolezza: non c'è grande differenza tra 4-4-2 o rombo; è possibile sia vedere insieme Pazzini e Milito punte; sia vedere Zarate come trequartista.

Chivu e Wes non convocati per provare a recuperarli a Lille, Motta senza i 90' nelle gambe e le scelte si riducono a poco.

Su Eto'o, giustamente, il mister dichiara di non considerare neppure la questione, perché intende lavorare con i suoi uomini, che sono forti.

Sugli infortuni ancora una stoccata alle nazionali e francamente appare evidente come questo sia un problema urgente da affrontare.

Due partite, spesso decisive per le qualificazioni e quindi in condizioni di grande stress e magari con l'aiuto di additivi leciti ma... “robusti” e con una preparazione diversa da quella programmata nelle rispettive società, da disputarsi in 4 giorni, anche dopo trasferimenti transcontinentali pesantissimi per il cambio di abitudini, orari, clima.

Quando queste situazioni si inseriscono in un calendario fittissimo di impegni e povero di allenamenti, le conseguenze sono quasi inevitabili.

Una stoccatina, moderata ma esplicita, Ranieri l'ha data anche a Benny, invitandolo a un comportamento più sereno nei confronti della sua ex squadra.

Benny in effetti ha dimostrato con le ultime reiterate dichiarazioni, di non essere il tipo pacioso che sembrava:  ha rivelato invece un'indole rancorosa e polemica.

Magari può avere una parte di ragione, ma quando un rapporto si è interrotto da tempo, non è bello continuare a rivangare presunti torti e presunte ragioni. Non giova a nessuno. Neppure all'interessato. 


Quale formazione e quale modulo? 


Andiamo per esclusione: dai 20 convocati si deve escludere Tornaghi. Il secondo escluso dovrebbe essere Crisetig (o in alternativa Castaignos).

Sicuro in porta Castellazzi, la difesa avrà verosimilmente Maicon, Lucio, Samuel, e Naga. Se protetta, dovrebbe dare abbastanza sicurezza, anche se gli attaccanti etnei sono rapidi e ficcanti.

Tre centrocampisti saranno Zanetti, Stankovic, Cambiasso. Per il quarto, personalmente, opterei per Muntari, che ha corsa e ritmo e sa contrastare (irruenza eccessiva a parte). Schiererei  quindi  una linea a quattro. Magari l'ultima mezz'ora la potrebbe fare Motta, al posto dell'ex-Udinese.

Ma c'è anche da considerare il rischio di far giocare ancora due partite in 4 giorni contemporaneamente a tutti i  tre “monumenti” del nostro centrocampo. L'azzardo, in vista di Lille, sarebbe notevole.

Con un centrocampo a tre, nuovi infortuni in corso di gara permettendo, si potrebbe invece dare un po' di respiro a due di loro, utilizzando per un  un tempo sia Muntari che Motta.

Ma in questo caso il rischio si trasferirebbe sugli attaccantii; il rifinitore dovrebbe essere scelto tra Alvarez (un grosso rischio, al momento) e Zarate.

Quest'ultima soluzione, però, oltre a rappresentare un'incognita per la  desuetudine dell'argentino al ruolo di trequartista, imporrebbe il ricorso a una coppia d'attacco inedita e senza alternative: il Pazzo e Milito. E il Milito attuale non sembra garantire una tenuta di 90' e due partite a breve termine; mentre il Pazzo è pure reduce da un infortunio.

Sulla carta, Orlandoni, Jonathan e Cordoba sembrano destinati a fare panchina, insieme a Castaignos o più difficilmente a Crisetig.

Poi, magari il mister deciderà di “lanciare” uno dei due giovani. Non è escluso.

Come si vede, neppure l'Inter può rinunciare a cuor leggero a 8 uomini di sicura qualità,  ma questo non può e non deve essere un alibi: i mezzi per fare risultato ci sono comunque. Bisognerà comunque non sbagliare proprio nulla. E sperare che non sbaglino, per una volta, anche i direttori di gara.

Forza ragazzi, prepariamo con la determinazione che ci contraddistingue storicamente l'arrivo di tempi migliori. 

Luciano 

Nella foto (Inter.it), il presidente Massimo Moratti osserva l'allenamento di rifinitura prima della partenza della squadra (o di ciò che ne rimane) per Catania. Facendo la conta e considerando il quinto portiere Tornaghi e il baby Crisetig, arriviamo a venti convocati...