Due mesi di settore giovanile. Il punto di Luciano (Prima parte)

Diverse novità programmatiche hanno caratterizzato l’approccio alla nuova stagione del nostro settore giovanile.

Dopo due mesi di lavoro sul campo, forse si possono tentare i primi provvisori bilanci.

Spero di non sbagliare ritenendo che le novità fondamentali siano state due: 

• Completare un certo tipo di formazione tecnica dei nostri ragazzi, estendendo alla Primavera criteri di scelta e tipologie di gioco già adottati nelle altre squadre.
• Puntare su una più precoce acquisizione di talenti, in modo da avere meno necessità di inserimenti costosi nelle formazioni maggiori.

Sul primo punto, la cosa mi sembra sotto gli occhi di tutti. Sino allo scorso anno le squadre giovanili schieravano tutte giocatori tecnici e adottavano moduli molto offensivi (4-2-3-1 oppure 4-3-3, di solito). Curavano molto la proprietà di palleggio, gli scambi sul breve, la manovra corale, il pressing alto. Poi improvvisamente in Primavera i parametri cambiavano.

Veniva privilegiata la solidità; almeno due centrocampisti (di solito Lorenzo Crisetig e Carlsen) restavano ancorati a protezione della difesa. Davanti c’era una punta incaricata di domare i lanci lunghi e favorire l’inserimento degli esterni o di un centrocampista. Un gioco pragmatico, all’interno del quale venivano privilegiati gli atleti, gli uomini di lotta, anche caratterialmente.

Ci sono state molte discussioni anche sul blog a questo proposito. Io non ero pregiudizialmente contrario a questa soluzione, che aveva difetti e vantaggi. Resto dell’idea che l’insegnamento di mister Pea abbia contribuito alla parte finale del processo formativo di molti. E non a caso negli ultimi anni è cresciuto il numero di giovani che abbiamo immesso nel settore professionistico.

E’ certo però che lo spettacolo lasciava a desiderare e in qualche caso anche i risultati (due qualificazioni alle finali nazionali fallite).

Si è deciso di cambiare, di completare il processo con coerenza, chiedendo anche alla Primavera più attenzione al gioco, alla manovra corale.

Vedremo poi, esaminando la squadra nello specifico, quali risultati si siano fino ad ora ottenuti.

Qui voglio solo sottolineare un fatto. Deciso il cambiamento, i nostri dirigenti, quegli incompetenti (sic!) sono andati su due tecnici ritenuti in grado di attuare le nuove indicazioni: Mangia e Strama.

Oggi il primo è il tecnico affermato della prima squadra del Palermo. Il secondo è apprezzata guida dei nostri, tanto che alcuni tifosi, con l’entusiasmo e l’irrazionalità generosa che è propria di tutti noi che tifiamo, si preoccupano già se sarà possibile a breve o medio termine, portare Strama in prima squadra.

Sulla seconda questione, riporto dei dati, forse imprecisi o inesatti, perché ottenuti consultando gli organici ufficiali, che non tengono conto per esempio dei giocatori tesserati, ma ancora senza transfer. E poi in qualcosa può ingannarmi anche la memoria. Ma la tendenza che emerge dovrebbe essere attendibile.

In Primavera sono arrivati cinque nuovi su ventitré. Due sono palesemente riserve (Sala e Forte). Due sono arrivati a parametro zero o in prestito (Giannetti e Falasca: comunque direi che si tratti di buoni “complementi”). Uno solo, Alborno, è un vero investimento, anche finanziariamente. Almeno 8-9 giocatori della rosa sono con noi sin da piccoli (novità assoluta).

Nella Juniores Berretti è arrivato un solo nuovo giocatore su venti (Borriello) anche se probabilmente si dovranno aggiungere Goncar Djuno (pagato credo sessantamila euro) e l’altro giocatore di colore, l’esterno del Rimini, di cui ora non ricordo il nome. Anche qui sono numerosi quelli con lunga militanza nelle nostre fila.

Negli Allievi Nazionali, su ventitré giocatori, i nuovi, senza contare Ivusic, che è qui da anni, sono Rigamonti, Tassi, Isella. Arriveranno anche i transfer di Adama Guidiala e del terzino sinistro francese, di colore, sempre che giochi con i ’94.

Qui qualche investimento costoso si è fatto. Ma si è trattato di pochi inserimenti, mirati. Negli anni scorsi la squadra allievi veniva fortemente rafforzata. Oggi sono ben dieci i giocatori della rosa con lunga militanza interista.

Negli Allievi Regionali i nuovi sono due su ventidue (tre se vogliamo anche contare Bando jr, che però arriva dall’Accademia): il portiere Salvatori e l’attaccante spezzino Baldini.

Nei Giovanissimi Nazionali, squadra in cui tradizionalmente s’inserivano fino a dieci giocatori nuovi, anche in virtù della normativa sui tesseramenti più volte ricordata (in realtà si tratta di giocatori già presi da tempo che però prima dei quattordici anni non possono arrivare), si segnalano due soli nuovi arrivi (Appiah e Zonta) su ventidue; anche se qualche altro verrà inserito, al compimento del quattordicesimo anno o all’arrivo del transfer (ad esempio Mitti e Jimmy).

Nei Giovanissimi Regionali (sempre che io non faccia errori, perché i più piccoli li vedo meno spesso), i nuovi sono quattro su ventidue: Il difensore El Badaoui, i centrocampisti Carbone e Chiarion, la punta Braidich. Verosimilmente ci saranno altri inserimenti a gennaio, a giudicare da qualche caso di “provino” già aggregato.

Nei Giovanissimi Regionali B gli inserimenti diventano ben sette su 24 (due portieri, due difensori e tre attaccanti).

Negli Esordienti si sale a quattordici su ventisei e nei Pulcini Regionali a dieci su ventisei.

Insomma, aldilà del singolo errore (mio o degli organici ufficiali), la tendenza cui accennavo, mi sembra confermata. E credo che sulla bontà di questa linea si possa concordare tutti: ampliare molto il campo di selezione dei più piccoli e più avanti procedere solo a inserimenti onerosi mirati, le cosiddette “ciliegine sulla torta”.

Luciano

(continua)

Nella foto (Inter.it), Andrea Stramaccioni e alcuni giocatori dell'Inter Primavera (Romanò, Duncan, Pasa, Longo) durante un allenamento.