Anteprima di Inter-Lille: ennesima ultima chiamata. Per una stagione decente.

La partita di domani sarà davvero fondamentale per il nostro futuro. Forse è davvero l'ultima occasione per raddrizzare una stagione nata in modo molto negativo. 

L'ultima occasione per due motivi: una vittoria ci darebbe in pratica la qualificazione per il prosieguo della CL; e di conseguenza ci permetterebbe di concentrarci sul campionato, in questi due mesi scarsi che ci separano dalla pausa invernale, quando – si spera – qualche rinforzo idoneo contribuirà ulteriormente al rilancio. 

Da qui a gennaio è necessario infatti, oltre a  qualificarsi in CL,  uscire almeno dai bassifondi della classifica, per poi provare la risalita. 

Essere costretti fino a gennaio a far giocare sempre i pochi giocatori disponibili, domenica e mercoledì, sani o in via di guarigione o mezzo acciaccati. Essere costretti a farli giocare senza adeguati allenamenti e prove di gioco collettivo, sarebbe  davvero un rischio enorme. 

E infatti, se dovessimo giocare ancora due partite di CL alla morte, credo che la situazione generale non potrebbe certo migliorare. 

Una vittoria renderebbe invece vicina la qualificazione: perché la stessa tornasse in discussione bisognerebbe infatti che noi perdessimo le ultime due partite e che il Lille non facesse più punti (anche solo un pari sarebbero due punti sottratti a un nostro avversario). 

Due eventi difficili, anche se purtroppo non impossibili. 

Se domani le nostre avversarie pareggiassero, con 5 punti contro 9 dovrebbero poi vincere tutte le 4 partite che restano loro, per eliminarci. Se una delle due vincesse, l’altra resterebbe a 4 punti e sarebbe pure obbligata a vincerle entrambe. A quel punto però un pareggio tra le due prime in classifica potrebbe qualificarle entrambe. 

Insomma, la vittoria costituirebbe un bel passo avanti, anche perché col trascorrere del tempo è sperabile che la nostra rosa sia più completa (col recupero di alcuni giocatori) e la condizione fisica migliori, come anche l’adattamento agli schemi voluti dal Mister. 

Detto questo, prima di parlare della conferenza del Mister e di discutere sulla possibile formazione, consentitemi una digressione sull’intervista a Milito. Dileggiato perché assicura di sentirsi bene fisicamente e quindi si dichiara convinto di ritrovare la brillantezza che prelude ai gol, il Principe risponde anche agli attacchi rivoltigli non solo dai nemici  ma, come purtroppo è consuetudine dei tifosi interisti, anche dai propri sostenitori. Che arrivano a chiedergli, un po’ ingenuamente, di rinunciare a parte dello stipendio visto che non lo merita. 

Qui davvero mi stupisco e chiedo scusa. 

Poiché in generale penso che uno consigli a un altro quello che lui sarebbe pronto a fare, scopro che viviamo in un paese meraviglioso, dove il medico che non è bravo è pronto a restituire parte della retribuzione, dove l’insegnante che non insegna bene, nonostante la sua volontà, è pronto ad auto-decurtarsi lo stipendio, dove tutti i dirigenti d’azienda con bilanci negativi restituiscono i soldi avuti per contratto. 

Io non me ne ero accorto, ma vivo in un Paese fantastico. 

In realtà, Milito ha dato una lezione di comportamento professionale, ricordandoci quello che tendiamo a dimenticare: il calcio è passione e sentimento per noi. Professione per i protagonisti, che si collocano sul mercato cercando di ottenere le condizioni migliori.  Non mi piace parlare di cifre che non conosco, ma se fosse vero che Wes prende 8.5 milioni, trovo giusto che Milito, dopo aver avuto un ruolo ancora più decisivo nei trionfi, ne abbia chiesti 5. 

Dice di aver sbagliato i tempi, ma sa benissimo che non è così. Quello era il momento più adatto per esternare e in qualche modo forzare il datore di lavoro ad accettare di trattare l’aumento. Come faremmo tutti noi, per esempio all’indomani di una serie di successi personali ottenuti per l’azienda. 

So che questi ragionamenti, come il non unirsi al gruppo dei massacratori di dirigenza e proprietà, sono molto impopolari. Accodarsi al coro vociante di chi pretende soddisfazione e anzi, magari stimolarlo, sarebbe molto più redditizio, per quanto riguarda l’espansione del blog. 

Ma a me la verità pare diversa e provo comunque a dirla. Sapendo sempre che è la mia verità. 

La conferenza di Ranieri 

Sulla conferenza di Ranieri, partirei da un dato per cui sostanzialmente concordo con altri interventi espressi sui vari blog: molte delle domande poste, appaiono sinceramente almeno retoriche. 

Come si fa a chiedergli che ne pensa di Hazard?  E’ mai possibile che risponda: “Non mi piace molto”? 

E sul Lille, che deve dire, se non che lo aspetta con fiducia, ma anche con molto rispetto? 

Più interessante la domanda sulle critiche a Casta, Alvarez e Jona. Chiaro che anche qui non poteva dirne male. Ma la difesa è apparsa vibrante e anche convincente. Non ci si spinge a parlare di futuri campioni se non ci si crede. 

Io stesso, che credo nei mezzi di Casta, ma in prospettiva di almeno due anni, credo a un discreto Jona (una buona riserva. A proposito, dove sono tutti quelli che lamentavano la cattiva composizione della rosa, per i troppi terzini?  Domani dovremo giocare con una riserva e/o con uno che si ritiene un centrale o un altro che ha sempre giocato, quest’anno, da mediano) e ho forti dubbi sull’adattabilità di Alvarez, io stesso, dicevo, dopo aver sentito le sue dichiarazioni, ho più fiducia nel trio. 

Una frasetta pronunciata dal mister, per altro non chiarissima, ha scatenato anche la soddisfazione di chi ha visto errori tattici macroscopici nel confronto con la juve. Personalmente credo che un piccolo errore ci sia stato (schierando Casta invece di Zarate dall’inizio avremmo fatto un atto di umiltà, ma avremmo tenuto la difesa più coperta e forse un gol lo avremmo fatto comunque, finché la squadra era al suo top. Poi ci sarebbe stato il secondo tempo per difenderlo).

Forse. Perché non c’è controprova, non dimentichiamolo mai quando argomentiamo su cosa si sarebbe dovuto fare. 

Il mister è poi stato bravissimo, a mio parere, quando a proposito di Mou e di Benny ha fatto muro, cercando di isolare se stesso e la squadra dalle polemiche: “Io mi occupo della realtà attuale, di quelli che ci sono”. 

Sul mercato penso che abbia opportunamente eluso la risposta: sono convinto che abbia ben chiare le deficienze più gravi e che abbia dato alla società le indicazioni relative... 

Mi ha confortato, anche se non poteva dire altro, la sua valutazione del gruppo: mentalmente forte, sereno, lavora con spirito di sacrificio ed entusiasmo. Certo, non poteva dire che Zanetti e Cambiasso sono mafiosi e lo condizionano; che c'è una guerra tremenda di giovani contro vecchi e viceversa, e altre amenità che si leggono sempre più spesso. 

Infine sulla formazione di domani non ha dato nessuna indicazione (come è comprensibile), al punto da tenere in sospeso anche la presenza di Wes. 

 Possibile formazione e atteggiamento tattico

Partiamo dalle scelte più probabili per ridurre da 20 a 18 i giocatori utilizzabili. Dovrebbero restare fuori (a meno di ulteriori defezioni) Ricky, a cui porgo i miei complimenti, e Lorenzo (immagino che con la moria di difensori Faraoni resti nel gruppo).

Ormai si è capito che io sono per la prudenza, intesa come ricerca prima di tutto del necessario equilibrio. 

Non esporsi avventatamente a incursioni devastanti degli avversari può essere la condizione per riuscire alla fine portare a casa il risultato. 

Tanto più quando non stai benissimo, hai alcuni giocatori semi infortunati e altri al rientro da infortuni importanti e sei in una condizione fisica per cui diversi giocatori non tengono i 90 minuti.

Situazione per cui trovarsi a dover recuperare un risultato nel finale potrebbe essere davvero pericoloso, come si è visto con la juve. 

Partiamo dai giocatori sicuri, che poi sono sicuri relativamente perché alcuni di loro risultano pieni di acciacchi: 

Castellazzi in porta;

Lucio centrale e Chivu terzino sinistro;

Motta centrale con Cambiasso a sinistra, a centrocampo;

Wes Trequartista e, se sta bene, il Pazzo punta.

Sono sette giocatori. Mancano un terzino destro e un centrale difensivo, un mediano, e una punta. 

Soluzioni disponibili: 

Terzino destro: Jona o Zanetti;

Centrale difensivo: Rano o Samuel;

Laterale: Zanetti o Obi o Deki;

Punta: Zarate o Milito.

Partirei proprio dall’attacco. E già l’intervento di Gimon funziona da stimolo. Io, infatti, senza certezze, opterei per la soluzione Milito-Pazzini. Per due motivi. Il primo è che i due meglio che Zarate possono assumersi il compito, a turno, di allargarsi a contrastare il terzino avversario della propria fascia, al momento della sua ripartenza.

Tra l’altro se il Pazzo è ovviamente negato a cercare il fondo per servire il compagno, un Milito in condizione decente lo sa fare benissimo: sa rientrare e non dà all’avversario sicurezza; può mettere la palla indietro o può andare al tiro. 

Il secondo motivo è quello per cui, a mio parere Zarate può essere una buona carta da giocare a partita in corso, perché entrando fresco può spendersi al massimo in un periodo ridotto. 

Sono ipotesi fatte dal di fuori e tra l’altro essendo all’oscuro delle condizioni di salute reali non solo del Pazzo, ma anche di Wes. 

Per il laterale di centrocampo, scarterei almeno inizialmente Deki, le cui condizioni di forma, sempre dal di fuori, mi sembrano scadenti. 

A questo punto come mediano sceglierei Obi, almeno per un’ora, perché garantisce corsa, anche se relativi  senso tattico e capacità d’incontrista, e permetterebbe altresì di portare Zanetti terzino.

Se Jona  al momento desse affidamento, infatti, qualche minuto l’avrebbe già giocato, io penso. Magari preservando un po’ Maicon che così non si sarebbe rotto.

E’ anche vero però che Zanetti mediano garantirebbe maggiore copertura, anche in considerazione che il vertice basso del centrocampo sarà costituito da Motta, non solo poco incontrista e alquanto lento, ma anche reduce dall’ennesimo infortunio. 

Perciò, sia pure malvolentieri, alla fine sceglierei Zanetti mediano e Jona terzino. 

L’ipotesi Faraoni invece personalmente non la scarterei solo per un’eventuale ma non augurabile sostituzione di Wes, a un certo punto della partita, passando dal rombo al 442, con Fara esterno di centrocampo. Fara terzino, infatti, mi sembrerebbe un rischio eccessivo. 

Per il centrale di difesa leggera preferenza a Ranocchia, ma come dice Gimon, tutto dipende dalle condizioni di forma, che noi non conosciamo. 

In ogni caso comunque l’undici che scenderà in campo sarà ben lontano dal nostro top e una squadra non fortissima dietro, ma vivace e aggressiva in attacco, come quella francese,  potrà davvero metterci in difficoltà.

Ancora una volta ragionevolmente Ranieri ci mette sull’avviso: il Lille non perde in trasferta da molto tempo. 

Sono convinto che le armi decisive per provare a spuntarla, aldilà della qualità dei singoli, saranno proprio due: l’orgoglio smisurato dei nostri senatori e l’equilibrio, la serenità, il buon senso che sa esprimere il nostro Mister. 

Ranieri non è il leader che può condurre a traguardi meravigliosi. Non è Mou e non è neppure Villas Boas o altri simili. Ma è un uomo che può tentare di gestire l’emergenza, con tanta professionalità.

Luciano

Nella foto, Claudio Ranieri durante la conferenza stampa di presentazione di Inter-Lille. Siamo tutti nella stessa barca, Mister... noi non abbandoniamo perchè tira aria di tempesta. Noi vogliamo uscirne fuori, certo, ma siamo con la squadra, sempre.