Inter-Lille 2-1: gallina vecchia fa buon brodo (e soprattutto tre punti importanti).

Alla vigilia, l'avevano detto tutti, erano stati facili profeti.

Questa squadra ha bisogno di nuovi innesti, di gente fresca, che corra. Basta con gli ex campioni imbalsamati. Manca Maicon? Dentro Jona. 

A centrocampo, dentro Obi: uno che se non altro porta vivacità atletica. 

Qualcuno chiedeva Faraoni. Quasi nessuno si azzardava ancora a invocare Alvarez. Couti e Poli purtroppo erano fuori gioco. Altrimenti anche loro potevano venir buoni per panchinare qualche senatore. 

Invece il mister, spiazzando i rottamatori,  mette in campo contemporaneamente  tutti i senatori disponibili (ci fosse stato Forlan, sono convinto che avrebbe giocato anche lui...). 

Zanetti al posto dell'assente Maicon; Samuel preferito a Rano; Chivu terzino sinistro al posto di Naga; Deki al posto di... Zanetti; Motta o Cambiasso preferiti a Obi. 

Questa, dal punto di vista anagrafico, la formazione: 

Portiere ultratrentenne;

Linea difensiva idem; 

Centrocampo con Deki Motta e Cambiasso; 

Davanti Milito; con gli unici due sotto i trenta: Wes e Zarate.

La scelta può essere letta in due modi: 

a) Chi li vede allenarsi sa che i senatori non solo sono più forti delle nuove leve, ma sono capaci ancora di battere quasi tutti gli avversari. Per i sostenitori di questa tesi il cattivo andamento in campionato deriva dall'assenza, anche per lunghi periodi, di alcuni di loro, più che dalla loro presenza, come sostengono invece i loro denigratori. 

b) La maggior parte dei tifosi da blog sostiene invece contemporaneamente due tesi tra loro contrastanti. I senatori giocano perché "mafiosi" (fanno gruppo, si sostengono a vicenda e obbligano l'allenatore di turno a schierarli in campo). Peccato che questa tesi ne implichi un'altra: che ci sarebbero all'Inter alternative più forti, oggi, dei senatori. Solo che poi si dice anche: i senatori giocano perché sono stati sbagliati i ricambi (che è come dire: i ricambi non sono ancora alla loro altezza. Forse non lo saranno mai). Ma in questo caso significa che i senatori sono ancora i più forti. Dunque non giocano perché affiliati a Cosa Nostra. 

Insomma, vedete di armonizzare le vostre stesse idee. 

Resta un fatto: questa accolita di anziani allo sbaraglio ha distrutto una squadra come il Lille, che non sarà la numero uno in Europa, ma che ha un curriculum recente di tutto rispetto: da un anno non perdeva fuori casa, è campione di Francia e l'ultima volta che è scesa a Milano ha battuto la Lucchese. 

E dico distrutto non a caso. Tutti abbiamo visto che senza gli errori di Milito, la partita sarebbe finita quattro  o cinque a uno. 

Si è visto così per l'ennesima volta che il ricambio a centrocampo è urgente, anche se difficile da attuare, perché i nuovi devono essere più forti dei vecchi, e non è facile. 

Ma che il problema vero è davanti, dove in tre anni abbiamo perso Ibra, Mario e poi Eto'o. Inoltre Milito non è più quello dei 30 gol a stagione. Lì la nostra forza è crollata. 

Perché Pazzini e Zarate, per quanto buoni, non possono essere considerati sostituti all'altezza di quelli che per motivi finanziari abbiamo dovuto cedere. 

Insomma, detto chiaramente anche se in modo esemplificativo: io penso che sia più facile vincere con Cambiasso e Motta in mezzo, ma che so, un Ibra o un Neymar o un Tevez davanti, piuttosto che con un Fabregas in mezzo e uno Zarate davanti. 

Resta naturalmente il discorso sugli acquisti “sbagliati” per avviare il ricambio generazionale.  Ma secondo me si deve tener conto di due fatti: le risorse finanziarie limitate e il fatto che di conseguenza si siano presi giocatori da preparare, nel tempo, alla sostituzione. 

Uno alla volta, inseriti in un complesso che funziona e gioca a memoria, i nuovi possono già essere titolari. Puoi mettere Jona o inserire Rano; puoi schierare Naga, puoi inserire Obi, o Poli, o Couti o Alvarez. Per Casta forse ci vuole ancora un po' di tempo. Come per Caldi, per Lorenzo, per Fara. 

Certo, se ne devi inserire tre o quattro insieme diventa un problema.

In campionato è più difficile, perché lì ti aspettano e ti costringono sulle ripartenze a difendere in spazi larghi. Conoscono i tuoi punti deboli. Tatticamente l'allenatore di un Catania qualsiasi è 10 volte più avanti del Lille campione di Francia. 

Comunque io ieri ho visto un'Inter molto forte. E questo conta. Adesso bisogna ripetersi, raggiungere una certa continuità di risultati. Sperare che per un po' non si rompa più nessuno e che si recuperino gli assenti. Con l'organico al completo (e magari con il recupero di una condizione accettabile da parte di Deki) le alternative pronte, per un minimo di turnover, ci sono. 

Sapendo comunque che nelle partite che contano devono giocare tutti i senatori disponibili. 

I nostri grandi, meravigliosi, immarcescibili senatori. Le “statuine del presepe” che distruggono sulla corsa i giovani baldanzosi del Lille. Perché corrono come loro e giocano a calcio  molto meglio. 

Forza ragazzi. Forza mister. Vediamo di raddrizzare l'annata. 

Per gennaio, a parte un centrocampista di vera qualità, visto che non sarà possibile arrivare a una punta da 30 gol, mi piacerebbe un attaccante di sinistra, incisivo ma capace di contrastare il suo terzino sulle ripartenze. Per evitare che su quella fascia si ricrei il “triangolo della Bermude”. 

Le prestazioni individuali

Castellazzi: si è fatta dell'ironia sulla sua incapacità di muoversi dalla linea di porta. Fare dell'ironia sui giocatori dell'Inter, da parte di chi scrive sull'Inter, è lo sport preferito. A me è piaciuto (lui, non l'ironia). Mi ha trasmesso sicurezza. 

Zanetti: immenso: ha perso un paio di contrasti in tutta la partita e sbagliato forse un passaggio.  Cosa che in passato non sarebbe successa. Ma ha corso di più e più velocemente di qualunque altro dei 28 in campo. 

Lucio: non è sempre lucido, non fa sempre la scelta migliore. Ma io me lo tengo così. Ha peso, grinta, determinazione e trascina i compagni, provocando scariche di adrenalina. 

Samuel: nel primo tempo si è letteralmente immolato murando un tiro che poteva essere pericolosissimo. Lì ho capito ancora meglio perché lo chiamino “the wall”. Sul gol, posizione  e stacco eccezionali.

Chivu: checché lui ne pensi, meglio sulla fascia che in mezzo. Anche lui è ancora il migliore per quel ruolo. E non è un grande complimento per Naga. Adesso sembra che arriverà nientemeno che Jesus...

Deki: tra l'altro, mi è sembrato il responsabile unico dell'errore che poteva rischiare di riaprire la partita (anche se ero troppo lontano e coperto per un giudizio obiettivo).  Visto oggi, sembrerebbe sulla strada di un declino piuttosto rapido. Ma più volte è stato dato per finito e poi ha ritrovato la condizione.

Motta: il discorso è sempre quello. Con lui si rischia di più, ma la squadra ha più ordine, più razionalità Quando non c'è manca molto. Questo è il miglior complimento.

Cambiasso: ieri, a caldo ho coniato per lui questa definizione “il cervello al potere”. La confermo. Non sarà mobilissimo (nel senso che copre una vasta zona del campo, sempre collocandosi strategicamente, ma non è e non è mai stato un fulmine). Però sono sicuro che qualunque allenatore che ci deve affrontare, se potesse togliere un uomo all'Inter, dopo Maicon e Wes sceglierebbe il Pelasso. 

Wes: anche quando ha dei problemi, di salute e  quindi di forma, come ieri, non lo cambio con nessun regista offensivo al mondo. Ieri anche tanta tanta quantità.

Milito: nei movimenti e nella difesa della palla è il solito grande Principe. Nelle conclusioni gli manca quel pizzico di brillantezza, di spunto in più, che provoca  la differenza tra segnare 30 gol e farne sette o otto. Gli manca anche un po' di fortuna (vedi la traversa iniziale). Ma anche in quel caso sono convinto che due anni fa l'avrebbe messa dentro. Gli errori clamorosi davanti alla porta ormai sono domenicali. Grande la squadra e grande il pubblico, che l'hanno sostenuto.

Zarate: prezioso, utile, anche se non è Eto'o e neppure Balo. Ieri poi si è anche sbattutto. Spesso era più arretrato di Wes. Rientrava centralmente, per altro, e questo costringeva tutti a scalare per coprire la fascia sinistra. Comunque meglio presidiata che contro la juve. Per conto mio una prestazione più che positiva. Sta ripagando  ampiamente dei due milioni spesi per il prestito. 

Alvarez: 25 minuti incoraggianti. Diversi segni di risveglio, qualche buona giocata, anche se alla fine poco incisiva. Mi è piaciuta in particolare un'azione in cui di forza (?) è andato in profondità, costringendo l'avversario a un fallo in posizione pericolosa. Anche un suo tiro, deviato fortunosamente da un difensore, mi è sembrato forte e pericoloso. Dai che  sta crescendo. 

Obi: poco tempo per valutarne la prestazione. Ma l'impressione è che non sia pronto, nonostante una certa vivacità, per giocare con compagni che parlano un'altra lingua. Senza disconoscerne meriti e qualità, eh. 

Pazzo: ingiudicabile. 

Ranieri: da più parti si continua a sottolineare suoi presunti errori tattici, ritardi nelle sostituzioni, ecc. A me pare un allenatore di grande buon senso, capace di far gruppo e di gestire l'emergenza. Per quest'ultimo compito, non avrei visto in giro uno migliore. Ha ricostruito una Roma a pezzi. Con una juve sbagliata ha fatto meglio di altri. Ma soprattutto a Valencia e Londra ha fatto un lavoro sporco di ricostruzione, di cui poi hanno goduto i successori, vincendo.  Speriamo che accada così anche da noi... 

In conclusione: abbiamo vinto una partita importante, ma sarà stato quasi inutile se non riusciremo a trovare continuità. Quindi senza esaltarsi, che non è proprio il caso, guardiamo almeno al futuro con un po' meno di affanno.

Luciano

Nella foto (AP), festa nerazzurra dopo il primo gol di Walter Samuel. Abbiamo vinto una partita importante e l'abbiamo fatto giocando da squadra. Soffrendo, sbagliando anche, ma giocando da squadra. Bene così, avanti con la prossima partita.