lunedì 6 febbraio 2012

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Roma-Inter 4-0: la resa.


Roma-Inter, diciamolo chiaramente, non è stata una partita di calcio. Questo sport infatti prevede che due squadre si affrontino e si contendano il possesso del pallone, per impedire che gli avversari facciano gol e invece per cercare di scagliarlo nella porta avversaria.

A Roma una squadra ha conquistato il pallone, l'ha gestito a suo piacere per oltre 2/3 della gara, ha affondato quando ha voluto; ha impedito qualunque tentativo di riorganizzazione dell'avversaria (non diciamo ripartenza, perché sarebbe eccessivo).
Una squadra ha “fatto” la partita, l'altra l'ha subita.
Secondo me, in presenza di un tracollo così totale ogni analisi tecnica, tattica, fondata sui moduli, sulla scelta dei singoli, sul giocare 20 metri più avanti o più indietro, non avrebbe senso.
Certo, nel calcio non ci sono mai controprove.
Eppure sono convinto che con Zanetti terzino per Maicon, con Rano al posto di uno dei due centrali, con Poli o Castaignos in campo (per far solo degli esempi), non sarebbe cambiato assolutamente nulla.
L'inferiorità è stata totale: di singoli, di reparti, di modulo, di aggressività, di corsa, di intensità, di tecnica individuale e di tecnica collettiva.

Avevamo vinto sette o  otto partite di fila, poi abbiamo fatto un punto in quattro partite.
In mezzo è successo qualcosa.
Che cosa, non è dato sapere. Non a noi, almeno.

Forse c'è stato un crollo fisico. Forse il crollo fisico è stato il collante che ha dato maggior peso a tutta una serie di altri fattori, concomitanti.
La realtà è che l'Inter ora è una squadra modesta. Non è quello di oggi il nostro standard come non lo era al tempo delle vittorie consecutive.
Qualcuno si era troppo esaltato, ma basta ripensare al modo in cui sono state ottenute, quasi tutte quelle vittorie, per renderci conto che lì avevamo dato veramente il massimo e come sempre quando si dà il massimo, o qualcosa in più, le situazioni favorevoli ti accompagnano, ti assecondano.
Quando non ci sei, ti va tutto male. Errori individuali a palate sottolineano ancora di più le deficienze collettive. E vengono i disastri.

Secondo me non è il tempo per i tifosi di imbastire processi ai singolo, all'allenatore, alla dirigenza, alla proprietà.
Tutti hanno la loro parte di responsabilità ed è difficile scinderle e definire quali siano più determinanti.

Tizio o Caio potevano dare di più, in campo e magari in allenamento. Sempronio poteva fare qualche scelta diversa e utilizzare un altro modulo, magari più “offensivo” (anche se non è che con i moduli più offensivi la squadra aveva fatto sfracelli...). Un giovane poteva dare più corsa, ma probabilmente meno qualità. Sostituire Motta con Palombo è stato un errore, come lo è stato puntare su Zarate.

Si è sbagliato molto anche nelle scelte di mercato, dunque, ma sbagliare quando devi acquistare e non hai soldi, è facilissimo.
Forse la colpa non è di nessuno: è solo del fatto che se hai compiuto un enorme sforzo e hai vinto tutto,  e non hai i mezzi per continuare a tenerti al vertice, non puoi che imboccare una strada in discesa.
Che magari poteva essere rallentata, ma non evitata.

Dobbiamo guardare in faccia la realtà.
Il giorno stesso di Madrid, emblematicamente, forse non del tutto compreso si è manifestato il primo “segno” di un destino ineluttabile.
Se ne andava il mister del Triplete, attratto dalle sirene Realiste, ma anche agevolato nelle scelte dal sapere che non c'erano mezzi finanziari per un rinnovamento che non abbattesse il livello delle ambizioni.
Quel giorno abbiamo intuito cosa ci aspettava, ma forse non l'abbiamo capito fino in fondo.
Da allora però i fatti, i segnali negativi,  si sono susseguiti in modo incalzante, interrotti solo raramente da qualche timido evento di indirizzo opposto.

La realtà di una società che doveva cedere i pezzi con più mercato, per motivi finanziari, ha agito come catalizzatore e acceleratore della crisi, molto più che le singole scelte sbagliate di un mister o di un giocatore, in qualche modo inevitabili.


Subito dopo Mou e dopo aver compreso qual era la situazione contingente, è cominciato l'esodo dei campioni, di quelli almeno che avevano mercato ad alto livello e avevano fiutato il cambiamento di vento.
I Maicon, i JC, i Wes, gli Eto'o, i Motta hanno cercato gloria e denari altrove. E se i primi per vari motivi non ci sono (ancora) riusciti, gli ultimi si. E l'impressione di una corsa ad abbandonare la nave che aveva falle preoccupanti agiva e agisce da avvitatore.
Gli altri, quelli che per l'età non avevano grandi prospettive, proprio a causa dell'età imboccavano progressivamente la via del tramonto, anche se la loro classe impediva il tracollo improvviso.
I giovani, non potevano essere primissime scelte, perché anche le primissime scelte tra i giovani sono costosissime: vanno dai 40 milioni in su.
Sì, si sarebbe potuto prendere un Lamela al posto di Alvarez, o un Pjanic al posto di tutti gli ultimi centrocampisti arrivati (Pjanic è costato infatti più o meno come Mariga, Poli, Palombo sommati). Ma non sarebbe cambiato nulla. Magari invece che ottavi finivamo settimi.
Abbiamo puntato su Rano, su Couti, su Casta, su Alvarez, su Poli, infine su Jesus (potenza del nome?). Nessuno di loro ancora è stato in grado di aiutarci a invertire la tendenza al declino.

In questa situazione, l'abbiamo detto da tempo, il tifoso ha due atteggiamenti possibili: rassegnarsi,  capire che la vita è fatta di alti e bassi e accettare una situazione che non è poi così rara, non solo se guardiamo in casa d'altri, ma persino se leggiamo la nostra storia.
Il problema è che una condizione negativa si accetta più facilmente se si vedono almeno barlumi di opportunità per uscirne. In fondo, le frasi di molti per cui ci si rassegnerebbe a un ruolo di secondo piano temporaneo, pur di ricostruire su giovani veramente forti e di prospettiva (perciò costosi) significa proprio questo.

L'altra via è auspicare e premere per un cambio di proprietà, nella speranza che arrivi una persona facoltosissima e capace contemporaneamente di non farci correre rischi sul piano etico, per noi irrinunciabile caratteristica (consentitemi un paragone scherzoso: non a caso  i tifosi di milan e juve  hanno come riferimento a livello aziendale gli Agnelli e i Berlusconi, che a livello politico rimandano agli stessi Agnelli e Berlusconi. Invece i tifosi dell'Inter hanno come riferimento a livello aziendale Moratti, e a livello politico... la questione morale berlingueriana).
Personalmente  non sono per questa seconda soluzione, come è noto agli amici del blog.
Preferirei continuare sotto la guida di Moratti, magari affiancato da soci facoltosi.  

Però, pur essendo un assoluto sostenitore della competenza e dell'abilità della nostra dirigenza attuale, penso che davanti a una crisi così netta, un taglio deciso si imponga.
Anche per i più bravi arriva il tempo del cambiamento. La ricostruzione, se ci sarà, forse dovrà davvero passare per altri nomi, a cominciare dal direttore e dall'allenatore. Ai quali comunque esprimerei la mia stima e la mia riconoscenza.
Io però ho abbastanza anni per ricordarmi cosa è successo dopo l'abbandono di A. Moratti, di Allodi e in quel caso anche di HH.
Il rinnovamento, anche a livello dirigenziale è forse indispensabile.

Ma dobbiamo sapere che sarebbe anche un passaggio dei più delicati, dei più pericolsi. E non è detto che sia il toccasana di tutti i mali.

Della partita in sé non è il caso di parlare, a mio parere.
Non si salva nulla. Può bastare questo.

Vediamo almeno se si salva qualche singolo:

Julio Cesar: neppure una parata importante. Quattro  gol presi dopo i 4 di mercoledì, su una decina di tiri in porta complessivi. Sarebbe ingeneroso dargli colpe quasi esclusive, ma certo, delle responsabilità in alcune reti subite ci sono.
Voto: 5 di stima.

Maicon: 4.5... se gli do questo voto io che stravedo per lui, significa che proprio la sua prova è stata deficitaria, nel contenimento e anche nella spinta. A meno che nelle prossime giornate scopriamo che Borini è davvero il nuovo Eto'o.
Lucio: questa volta non è riuscito neppure a dare la carica, a rianimare la squadra. In diverse occasioni si è fatto battere come un principiante. Voto:
5
Samuel: anche lui, finché è stato in campo non è riuscito a porre argine agli spunti che attaccanti e centrocampisti avversari portavano in continuità. Voto: 6 di pura stima.
Nagatomo: almeno lui ha corso, si è battuto con grinta e decisione, anche se ha sbagliato, come spesso gli accade, qualche piazzamento difensivo e qualche approccio in marcatura. Ha pure spinto meno del solito, ma non penso sia colpa solo sua. Voto: 5.5

Zanetti: prestazione anonima, quella del capitano. Un centrocampista, sia pure di fascia, dovrebbe fare due cose, contenere e ripartire. Lui oggi non è mai ripartito, e anche nel contenere ha mostrato qualche difficoltà. Voto:
5
Cambiasso: sbaglierò ma per me è stato l'uomo che con Milito non ha accettato passivamente la situazione di sbaraccamento. Senza compagni di qualità al fianco poteva fare ben poco. Ma almeno a livello di orgoglio, di utilizzo di tutte le energie e di rifiuto della rassegnazione, lui si è visto. Voto: 6
Palombo: è un nazionale, dopo tutto. Merita qualche attenuante. Certo, se il suo rendimento standard fosse come quello di oggi, preghiamo che rientrino in fretta Deki e Guarin, o almeno che si affermi davvero Poli. Voto:
5
Obi: lo dico da tempo e ne sono sempre più convinto. Non è un ala da 4-4-2. E' un mediano. Non da Inter purtroppo. O almeno non ancora. Il mezzo punto in più è proprio espressione della speranza… futurista. Voto:
5.5

Pazzini: non segna più, ma siccome non può aver disimparato a far gol, non deve essere colpa sua. Io non l'avrei sostituito, anche se capisco il ragionamento di Ranieri (qualche volta infoltire il centrocampo in modo da riprenderne il controllo, può essere una mossa offensiva, almeno sulla carta). Finché è stato in campo, si è almeno battuto con vigore. Voto:
5.5
Milito: finché c'è stata partita, lui è rimasto l'unico a dare importanti segni di vitalità e di classe. Suo l'unico tiro in porta (a parte un passaggio di testa di Obi al portiere), dopo un'azione travolgente. L'impressione è che sia davvero in un ottimo momento. Purtroppo solo lui. Voto:
6+
 
I tre giocatori (Cordoba, Poli e Faraoni) entrati nel secondo tempo sono ingiudicabili, perché inseriti in un meccanismo ormai allo sfinimento e completamente alla deriva.

Ranieri: se prima non prendevamo mai gol e ora ne prendiamo 4 a partita, non può essere colpa sua. Tra l'altro oggi non c'era neppure la spiegazione dell'abbandono dell'amato 442. Forse delle colpe le ha a livello di preparazione. O forse no. Forse a livello di rapporti con il gruppo, chi lo sa? Però fino a dieci giorni fa andava tutto bene... Forse ha ragione chi sostiene che la società l'abbia destabilizzato. Ma lui spiega la cessione di Motta con molta onestà, quando potrebbe farsene scudo. Sulla scelta degli uomini, non entro: sbaglierò, ma sono convinto che oggi chiunque fosse sceso in campo non avrebbe dato risultati migliori. Voto: 5 

Luciano

Nella foto, il romanista Juan esulta, mentre le espressioni attonite e disperate di Milito e Pazzini sono lo specchio dell'Inter vista ieri pomeriggio all'Olimpico di Roma. Senza parole.

103 commenti:

Narya ha detto...

Rinnovamento o palingenesi?

Ciò che conta è non restare a metà del guado perchè tempus fugit irreparabile.

Gli errori si fanno perchè si è esseri umani ma si può provare anche a risolverli quantomeno li si deve affrontare.

Ok lecce dove il loro portiere ha trovato la giornata della vita un po' meno ok palermo giocata su un campo allucinante ma ieri no ieri black out inaccettabile. E mi dispiace ieri anche l'allenatore ha fatto scelte che nonostante l'emergenza mi hanno lasciata basita.

Ora però ci si rialza e si combatte fino in fondo. Questa squadra in più di un secolo di storia ha dimostrato di avere un dnA (noi si l'abbiamo altri hanno il dnB) che niente e nessuno può mettere in ghiacciaia o peggio cancellare.

Sursum corda.

Saluti cari

Acrobat ha detto...

Luciano, che tipo di cambi faresti a livello di dirigenza e squadra? Perchè io, nonostante lo abbia criticato aspramente in questi due anni, a Branca un'ulteriore occasione la darei, ma solo in caso di rinnovamento deciso della squadra, senza tentennamenti e remore. Cosa che peraltro chiedevo già l'estate scorsa.

Alberto ha detto...

Luciano, non ti avevo mai sentito così sconfortato. Nel post ci sono alcune cose che non condivido:
- Pjanic non è costato come Mariga, Poli, Palombo assieme. è costato come Mariga. Anche meno, se consideriamo gli esborsi che verranno fatti, si prevede, per riprenderci i nostri giovani. Certo, i soldi non sono usciti tutti assieme, ma anche quelli di Pjanic credo non l'abbiano fatto.
- Non sono d'accordo sul fatto che i nostri giovani non ci abbiano salvato: Couti, Casta e Alvarez hanno segnato in partite decisive come Cagliari, Siena, Lecce. Non sono pronti a dare stabilmente il loro apporto, però si sono alternati in tre partite consecutive.
La prospettiva futura, dicevamo. Non mi convince chi dice che Branca è da buttare. O meglio, non credo sia Branca il problema. Abbiamo vinto tutto, abbiamo ancora stimoli? Abbiamo dato tutto quando una situazione di classifica ci proiettava verso la serie B. Ora che eravamo arrivati vicini al terzo posto ci ritroviamo ad annaspare. Colpa dello sforzo, ma anche di aver pensato di essere arrivati, un po'di presunzione insomma, tipicamente bauscia. Concludere la stagione con Ranieri senza altra prospettiva che battere la juve nel suo stadio. Ripartire a luglio con un'altra guida tecnica, e molte facce nuove credo sia inevitabile. Saremo inferiori, ma consapevoli di poter crescere, senza trascinarci lentamente. Un saluto a tutti.

Matteo ha detto...

Riposto qui quello che avevo scritto nell'altro post.

Trovo interessante questo argomento:ricambio generazionale.
Tenendo conto che prima o poi bisogna farlo e che non si può aspettare che i nostri grandiosi Uomini del Triplete giungano ad una fine ingloriosa che non si meritano,bisogna aver coraggio nel dare spazio alle nuove generazioni:siccome non possiamo permetterci economicamente di far giocare gente già pronta allora bisognerebbe far giocare quella meno pronta.
A parer mio un ragazzo deve giocare per migliorarsi,non può basarsi solo sull'allenamento anche se fatto con dei grandi campioni.Perchè con questo stesso ragionamento allora,ad esempio,il figlio di Olag sarebbe rimasto ad Interello ad allenarsi tutto il tempo con una rosa superiore a quella del Parma,invece,giustamente,è andato a fare esperienza sul campo.L'unico modo per vedere migliorare un ragazzo è giocare,ma questo è indubbio(cioè è indubbio per me che la penso così).
I nostri nuovi sono:Poli,Obi,Ranocchia,Castaignos ed Alvarez(Cou ora è in Spagna,inoltre non ho inserito Juan e Guarin perchè non li abbiamo visti), a me non sembrano così tanto più scarsi di quelli della Roma anzi,solo che giocano poco,e raramente nei loro ruoli naturali,ma cosa pretendete da questi se vedono poco il campo ed inoltre giocano fuoriruolo?Infine:Il cambio generazionale non porta affatto risultati nell'immediato e questo vedo che se ne accorgono in molti qui dentro,eppure alcuni dicono "questo non può circolare(o cose simili)",beh questi hanno capito proprio tutto...

giuseppeRC ha detto...

Post secondo me perfetto, Luciano. Mi trovo d'accordo con ogni considerazione.
In particolare, tralasciando di commentare l'incommentabile partita di ieri nella quale siamo stati inferiori in tutto, concordo con la tua affermazione della necessita' o dell'auspicio di un rinnovamento dirigenziale prima ancora (o meglio, oltre) che tecnico. A questo proposito, puntare su Corvino avrebbe un senso ben preciso trattandosi di un ds da sempre abile a fare mercato con poche risorse economiche.
La società adesso deve farsi sentire duramente, perché atteggiamenti come quelli di ieri sono inaccettabili per una squadra di livello come l'Inter: va bene stare fisicamente a terra, va bene non avere qualità, ma mollare così senza reagire e' da censura.

giuseppeRC ha detto...

Per concludere il mio intervento di prima: se la nostra società decide una volta per tutte di impostare un progetto che dia spazio ai giovani, e i recenti acquisti vanno in tal senso (a parte le eccezioni Forlan e Palombo), deve avere anche il coraggio di affidarsi ad un tecnico che sappia lavorare coi ragazzi. Guidolin,Prandelli (irraggiungibile pernio momento, ma e' solo un esempio), Blanc (la sua Nazionale ha un'eta media non superiore ai 24 anni), persino Zeman, solo per fare alcuni nomi.

carlo ha detto...

post potente, questo di Luciano.Dal mio punto di vista la prima lacuna da colmare è quella di una presenza che metta la faccia sui media per proteggere o strigliare, uno che simbolizzi con forza la società.
Vorrei una figura che sappia accendere emozioni, sia nei tifosi che nei giocatori: negli ultimi anni abbiamo avuto Mou e leo, e abbiamo visto quanto toccare le emozioni porti tutti a dare di più.
mou lo ha sempre detto: se sai solo di calcio, non sai nulla di calcio; parafrasando: se parli solo di calcio, non parli -veramente- di calcio.

Un esempio quest anno è stato Sabatini: ha tenuto unita una situazione che poteva esplodere; ha dato speranza ad un ambiente, parlando di temi alti.

Acrobat ha detto...

Apro una parentesi. Perchè PERSINO Zeman? Io che adoro il boemo non capisco perchè sia visto in maniera così "negativa" dagli italiani. Forse è il suo calcio offensivo e spregiudicato (e nel paese del "catenaccio", ci può stare, anche se non comprendo), forse è il suo parlare fuori dai denti... ma il grande Zdenek come preparazione fa mangiare la polvere a qualsiasi allenatore della Serie A attuale. Si può discutere sul fatto se la sua filosofia tattica sia vincente o meno, ma quello è un altro discorso.

Per rientrare nel tema, ovviamente ribadisco che un progetto giovani senza impellenza di vittorie lo darei proprio a lui.

MICHI ha detto...

e' chiaro che se riuscissimo a raggiungere il 3 posto la stagione sarebbe piu' che soddisfacente , io ora mi chiedo ma la vera inter e' quella vista nel derby secondo me partita strepitosa o quella vista a lecce o con il palermo, e' in quelle due partite che abbiamo peccato di presunzione tutte e due nettamente alla portata con quei 6 punti.., mentre nella partitita di ieri non siamo mai scesi in campo puo ' capitare e' successo alla roma con il cagliari o al milan primo tempo con il lecce nel calcio succede spesso la giornata nera anche alle prime della classe ora nelle prossime 3 giornate possiamo capire dove possiamo andare , sicuramente la batosta di ieri servira' a qualcosa staremo a vedere.

giuseppeRC ha detto...

Acrobat: io la penso come te, pero' prendere Zeman significherebbe radere al suolo quasi tutta la rosa. Non la vedo come opzione possibile per una questione economica, seppur non mi dispiacerebbe.

MarcoB ha detto...

Lo ripropongo qui:

Premetto che la partita di ieri non l'ho potuta vedere e non la vedrò. Mi bastano i commenti a farmi deprimere, non voglio aggiungere la visione della disfatta...

Credo però che fosse impensabile dopo 2 mesi consecutivi di grandi sforzi, concentrazione a 1000 e 7 vittorie consecutive non ci fosse un crollo, da parte mia più psicologico che fisico (anche se, mia moglie che ha fatto per molto tempo la psicologa in ambiente sportivo e calcistico mi insegna, che i due fattori sono strettamente collegati).

Il fatto che tutte le prime 5 abbiano più o meno lo stesso andamento, in fin dei conti seppur con 2 sconfitte e 1 pareggio il nostro campionato non ha mutato prospettive, dimostrerebbe che in questo periodo ci sono fattori negativi che impediscono una normale programmazione del lavoro e quindi risultati "normali".

Leggo sulla stampa, e vedo nei commenti, che si critica l'operato della società nell'ultimo calciomercato, mi sembra impossibile valutarne il valore dei giocatori arrivati alla luce delle ultime prestazioni, sarebbe come dire che tutte le prime 4 del campionato si siano indebolite rispetto a quelle dietro.
I risultati dimostrerebbero questo, ma torno a ripetere: la situazione ambientale, psicofisica, il calciomercato, gli infortuni mi sembrano indicatori più di un momento complicato che una situazione definitiva.
Fra qualche settimana la rincorsa al terzo posto potrà ricominciare con tutte le difficoltà del caso...

Acrobat ha detto...

Giuseppe, il punto è che con qualsiasi allenatore, anche Ranieri eh, e qualsiasi sia la nostra classifica finale, la rosa va praticamente rifondata. La differenza tra un tecnico e l'altro sta nel budget richiesto per il mercato. Con Mazzarri e Spalletti (allenatori che non mi piacciono) il budget deve essere consistente, per non parlare di gente come Blanc o addirittura Guardiola.

Zeman invece pretenderebbe certamente un rinnovamento radicale (ma ripeto, lo farebbe chiunque) ma non penso che chiederebbe un budget sanguinoso per le casse dell'Inter.

Vabbè, parliamo comunque di aria fritta, siamo ancora a febbraio.

olag ha detto...

Un Corvino che opera con poche risorse per conto della Fiorentina, raggiunge determinati risultati.
Se operasse per conto dell'Inter, a parita' di mezzi avrebbe poco da fare, pretenderebbero tutti il doppio.
Branca ha già dimostrato di saper coglier importanti opportunita' anche a costi ragionevoli.
Molti definisti big, sono divenuti tali da noi. Purtroppo i campioni,come i DS o le buone opportunita' non si presentano sempre e comunque.
Di pane duro, ne abbiamo ancora molto, a mio parere, e sara' bene una ragione.

PS
Grazie, Gimon, crepi il lupo. :-)
Abbiamo un girone duro, but never say never, la palla e' rotonda....

giuseppeRC ha detto...

Acrobat: e' vero che siamo a febbraio, ma paradossalmente Moratti si trova nelle condizioni di poter programmare adeguatamente il futuro. Tanto raggiungere la CL e' molto molto difficile, lo sappiamo bene..

carlo ha detto...

che bello, in questa edizione del Viareggio avrò ben due squadre per cui tifare!
vai olag

non mi sentirei per nulla rappresentato da Corvino

LOU ha detto...

...da qualche parte ho già lscritto che le sconfitte (come le vittorie) esagerate non fanno testo ... inutili trarre conclusioni affrettate, anche perchè la storia (anche calcistica) insegna altro. Consideriamo amche il lato positivo in una giornata molto nera e poco (x nulla)azzurra come quella di ieri : le concorrenti dirette per il terzo posto(a parte la roma e, in minima parte, il Napoli), pur avendo ostacoli più bassi, non hanno guadagnato punti sull'Inter. Ora ci aspettano due patite NON complicate a San Siro : rimboccarsi le maniche e ripartire. Da Wes Sneijder.

Gas ha detto...

Post molto lucido che apprezzo molto e condivido sia nei toni che nei contenuti, anche se le conclusioni di Luciano sono amare e rassegnate, ma insomma tutti abbiamo visto cosa è accaduto ieri e non solo ieri!!
Io però, non per trovare una giustificazione ma solo per cercare di capire almeno in parte cosa stia succedendo, voglio pensare che la prossima partita di Champions, mancano 15 giorni, stia condizionando molto la preparazione e il rendimento di giocatori che già sono stanchi e logori.
Urge un rinnovamento reale, è vero, sapendo però che poi non è che fioccheranno successi o si diventerà subito competitivi, anzi.. a meno che non si riescano a trovare i fondi necessari per l'acquisto di uno-due campioni, ma oggi questa è fantascienza!!
Quindi, rinnovamento della squadra sì, ma anche delle ambizioni e delle aspettative di noi tifosi che dovranno ridimensionarsi molto, facendo largo uso per almeno 3-4 anni di tanta pazienza.

Anonimo ha detto...

Questa la formazione dell'Inter primavera di Stramaccioni (4-3-2-1) contro l'Anderlecht:

1 Di Gennaro; 6 Pecorini, 14 Kysela, 18 Spendlhofer, 3 Mbaye; 8 Romanò, 4 Crisetig, 5 Duncan; 19 Livaja, 10 Bessa; 9 Longo.
A disposizione: 12 Sala, 2 Giannetti, 11 Alborno, 13 Pasa, 16 Falasca, 17 Forte, 20 Candido, 22 Vojtus, 24 Benassi.

Fuori Juan per questa prima partita del torneo,
In tribuna, anche il presidente Moratti!!!

Duccio

Matteo ha detto...

Sì Gas,il rinnovamento serve e non porterà a risultati immediati,un pò come sta succedendo quest'anno alla roma,si stanno rinnovando ma hanno notevole discontinuità di risultati,però entro tre anni quei giovani saranno diventati dei titolari,se non si hanno i soldi l'unica via di rinnovamento è questa.Bisogna avere coraggio nella scelta,all'inizio è pane molto amaro, ma poi i risultati ci saranno.

Sarei curioso anch'io di vedere Zeman da noi.

MarcoB ha detto...

Zeman lasciamolo lavorare a Pescara... Con questa rosa (e quella che necessariamente sarà molto simile nei prossimi 2 anni) non si è retto lo schema di Gasperini ci mancherebbe quello di Zeman. Con il fuorigioco fatto fin dall'altra metà campo e un'intensità di pressing impensabile per il nostro centrocampo.

Gimon24 ha detto...

Ciao a tutti!

Primo tempo dei ragazzi a reti inviolate contro l'Anderlecht.
Buon inizio dell'Inter, con occasioni per Bessa, Livaja e Longo, ma l'Anderlecht ha piano piano preso le misure alla nostra squadra ed è uscito fuori bene alla distanza, creando almeno tre grossi pericoli alla nostra difesa.

Buona squadra quella belga, soprattutto a centrocampo, e partita equilibrata e di buon livello tecnico.
Longo molto attivo, ma assai impreciso nelle conclusioni. Interessanti alcuni spunti sia di Bessa che di Livaja. Duncan solido, mentre Lorenzo e Romanò faticano un po' di più. La difesa ha spesso ballato, sia centralmente che sulle fasce.
Vedremo se Strama troverà delle contromosse adeguate per il secondo tempo.

Guido ha detto...

Pensieri confusi sparsi: non sono d'accordo con l'assolutezza delle considerazioni che si sentono in queste ore. Penso che dopo certi risultati ci sia una tendenza eccessiva ad abbandonare la realtà in preda al dispiacere e/o alla rabbia.

Trovo che sarebbe una sciocchezza incredibile buttare all'aria la stagione. A guardare i fatti, io vedo il terzo posto a 5 punti. Noi, la riomma "der Progetto" (che fino a prova contraria, deve vincere in 20 minuti col Catania per sorpassarci), la Lazio che ha perso 4-0 a Siena, l'Udinese e il Nabole, siamo tutti in corsa per il terzo posto. Nessuna squadra offre alcun tipo di garanzia, tranne forse l'Udinese, che si sta dimostrando molto continua, tutte ci ruberemo i punti a vicenda: non ha nessuna razionalità abbandonare la lotta ora. Almeno io la penso così.

Ricordo inoltre che siamo stati derubati in tutte le prime partite fino a quella con i ladri, esclusa. Tra queste, Napoli e Roma, che avrebbe perso con quel rigore all'ultimo secondo.

Infine mi fa sorridere che si pensi che Kjaer, Bojan, Gago e Osvaldo, (tutti giocatori fatti che per es nel Bilan non potrebbero circolare), possano essere elementi chiave di una squadra vincente; Couti, Casta, Ranocchia, Poli, invece no. Vabbe'. Fossero andati altrove, ovviamente, ci saremmo disperati.

Questa squadra va in difficoltà quando mancano certi elementi, lo sappiamo da due anni, non vedo perché disperarsi e stupirsi proprio ora. Abbiamo battuto la Lucchese, in un periodo buono, non si vede perché dobbiamo scendere in campo battuti mentalmente con qualsiasi altra.

Senza stigmatizzare nessuno, semmai c'è da svegliarsi fuori, che non si può andare nel panico come ha fatto Naga ieri regalando l'angolo al termine di un'azione surreale, in cui dal nulla cosmico abbiamo regalato un pericolo letale. E non si possono regalare i gol come a Miccoli. A meno che non si sia convinti che non abbiamo un terzino sinistro in grado di calciare la palla in tribuna all'occorrenza, nel qual caso alzo le mani.

Scusate la lunghezza.

Anonimo ha detto...

la difesa oggi è proprio ballerina,il più stabile mi è sembrato splend, stiamo giocando ma se longo non butta dentro le occasioni che gli capitano non segniamo mai,mi stanno piacendo daniel e livaja si stanno muovendo bene...FRA

Guido ha detto...

Gol splendido!

Acrobat ha detto...

Livaja è veramente interessante.

Gimon24 ha detto...

1-0 Inter: Romanò conclude benissimo con un diagonale preciso un'azione splendida di Bessa in percussione sulla fascia sinistra, con palla in mezzo per Livaja che di prima dà a Longo che da appena dentro l'area la smista sempre di prima per l'inserimento di Romanò che insacca!
Gol bellissimo!

carloblacksun ha detto...

d'accordissimo con MarcoB su Zeman: per carita', io un progetto Zeman, sapendo che sarebbe impossibile vincere, lo vorrei domani mattina, ma questo vorrebbe dire cambiare il 99% della squadra, cosa che non possiamo permetterci...stessa cosa con un Van Gaal.

Non so se potete confermarmelo voi che siete a Milano, ma ho sentito che per evitare infortuni, gli allenamenti dell'Inter sono relativamente di breve durata, questo potrebbe spiegare anche le 4 vittorie subito dopo Natale, visto che a differenza di altre squadre avevamo caricato poco lavoro atletico, e le ultime quattro prestazioni negative....

Gimon24 ha detto...

Partita difficile, pareggiata 1-1 e con notevole sofferenza, dopo il gol a inizio ripresa.
Ottima squadra l'Anderlecht, davvero, complimenti!
Occasionissima per i belgi nel recupero e palla fuori di niente, forse con una deviazione di Di Gennaro (ma forse no...); sull'angolo successivo, purtroppo, gol di De Wilde con un tocco in mischia da due passi.
Decisivo in almeno due occasioni Di Gennaro, molto bravo nelle uscite e attento e sicuro tra i pali.
Bessa è uscito a metà ripresa per una botta al ginocchio... speriamo che non sia nulla di grave!
Peccato per il gol subito in extremis!
Adesso, sotto con le altre gare del girone, sperando che gli avversari (Siena e Reggina) siano meno tosti dei belgi. ma soprattutto che l'Inter giochi meglio.

carloblacksun ha detto...

tornando al post di Luciano, io naturalmente sono a favore della seconda ipotesi, che pero' vorrei articolare un pochino.

Non e' che l'Inter deve per forza acquistarla Zio Paperone o Bill Gates perche' torni ad essere una squadra con un progetto che abbia un minimo di ambizioni di vittoria: l'Inter fattura 230 milioni di euro, e' un brand forte in tutto il mondo, e ha vinto la Champions solo 20 mesi fa. Serve una proprieta' che possa investire il giusto creando una struttura solida in cui vengono scelti i migliori professionisti possibili e in cui si mantenga la rotta remando tutti dalla stessa parte.

Io ho parlato di progetto Roma 3 mesi fa, l'ho detto quando la Roma faceva schifo, quando era stata eliminata dallo Slovan tra le polemiche e Luis Enrique era sotto attacco dalla stampa, e vi spiego cosa mi piace del progetto Roma senza voler scatenare risse da bar.

1) Luis Enrique e' un allenatore giovane cui e' stato data grande fiducia da parte della societa', fiducia ribadita in ogni situazione sia dalla proprieta' che dai dirigenti. Ranieri, e prima ancora Gasperini, non mi hanno mai dato la sensazione di essere delle prime scelte salde sulla panchina dell'Inter, ne' hanno scatenato nei tifosi gli entusiasmi che un allenatore giovane come Luis Enrique ha scatenato a Roma.

2) Inizialmente Totti ha litigato con Luis Enrique, ma la societa' gli ha fatto subito capire che tra i due sarebbe stato proprio il pupone a venire segato. Totti ha capito che Luis Enrique e' un bravo allenatore e che con una squadra di giovani che corressero per lui avrebbe potuto vivere una seconda giovinezza calcistica.

3) L'unico fuoriclasse under 30 della roma e' DDR, cui scadeva il contratto a giugno e che era reduce da una pessima stagione. Convinto dalla bonta' del progetto, che lo vede come punta di diamante, ha deciso di firmare. Ecco, io non ho visto nell'Inter la centralita' di Wesley Sneijder, che per eta' e status (e' un fuoriclasse) dovrebbe essere il giocatore attorno al quale costruire l'Inter di domani.

4) Nella Roma di Rossellina ogni due giorni c'era un casino, una polemica, una protesta contro tutto e tutti. Avete mai sentito questa Roma lamentarsi? Magari si, ma molto di meno rispetto a prima

5) Luis Enrique sa che la proprieta' ha fiducia in lui, quindi non lecca il sedere ai giornalisti, ma anzi li maltratta quando e' necessario, sapendo che a differenza di altre situazioni, anche se gli dovessero fare la guerra i giornalisti lui non rischierebbe nulla.

6) Sono stati comprati solamente giocatori under 25, e son stati venduti (bene) i giocatori che con la testa non c'erano piu', come Vucinic (ricordate il gol sbagliato in CI contro di noi?)

A prescindere da dove finira' la Roma quest'anno, loro hanno una struttura tecnica (allenatore piu' giocatori) nella quale inserire ogni anno 2 giocatori per migliorarsi. A me questo progetto piace, e come ho detto ieri, cambierei TUTTI (dirigenti, allenatore e giocatori, a parte Zanetti e Totti).

giuseppeRC ha detto...

Guido: la sola differenza tra i nostri giovani e i loro e' che i loro giocano da titolari, i minuti dei nostri Cou, Castaignos, Poli e Ranocchia sommati forse non arrivano ad un quarto di quelli di Cambiasso (giusto per fare un nome di uno che gioca sempre).

Anonimo ha detto...

Ho visto la vostra partita al viareggio,due buone azioni all'inizio poi è venuto fuori l'anderlecht con un gioco anche piuttosto interessante,splendida l'azione del vostro gol,siete stati abbastanza cinici nel corso della partita,loro hanno pareggiato in seguito ad un corner che non c'era ma nel complesso penso sia stato giusto il pareggio,come singoli interessanti l'esterno lukaku e praet(davvero un bel piede),buona squadra quella belga

Peppe

carloblacksun ha detto...

e' vero che nella squadra innominabile ha segnato Bouy?

carloblacksun ha detto...

Esatto Pacchetti: non e' certo il "progetto Barcellona all'amatriciana" che mi piace ma l'idea di dare fiducia ad un tecnico assecondandolo e proteggendolo nelle difficolta' e prendendo i profili di giocatori che chiede, compatibilmente con le risorse che non possono essere quelle del real madrid, ma nemmeno quelle del chievoverona.

Anonimo ha detto...

carlo mi sa proprio di si,cmq pensi davvero che un progetto alla roma sia possibilmente importabile all'inter,non parlo di fare supposizioni,parlo di realtà,la roma ha smontato una squadra per assemblarne un'altra...a mio parere l'inter sarebbe stata gia fuori dal girone di champions e forse ora dopo 6 mesi iniziavi a vedere i frutti,però mi rivolgo al tifoso tu(o tutti voi) come avresti reagito ai risultati negativi pur consapevole che il progetto è più futuribile rispetto a quello attuale,poi piano a giudicare una squadra dopo una partita giudichiamola dopo una stagione la roma non ha nessun assillo ne ambizioni di vittoria ne ambizioni di arrivare in champions,hanno programmato un progetto per essere competitivi entro i 5 anni,i viziati tifosi milanesi(metto anche il milan dentro) sarebbero stati così comprensivi?a milano luis enrique sarebbe durato un mese...i giovani possono anche darti la speranza che il futuro sia meglio dle presente ma sono totalmente imprevedibili nella crescita e incostanti nelle prestazioni,perchè se no basterebbe schierare la primavera per avere un "progetto futuribile"...complimenti a loro che stanno provando a fare una rivoluzione culturale dal punto di vista calcistico,ma a mio parere non è un esempio esportabile a tutte le piazze

Peppe

Capt.Cambiasso ha detto...

In linea di principio sono d'accordo con chi auspica un "progetto", sopratutto nelle limitazioni economiche che il fair play finanziario e la situazione generale ci impone.

Il problema è che siamo l'Inter.
Con i pro e i contro che ciò comporta.

Io accetterei di buon grado 2-3 anni fuori dalla CL pur di far crescere un nucleo di giovani che eventualmente ti possono aiutare a costruire un futuro più importante.

Il problema è che la stragrande maggioranza della tifoseria e probabilmente la presidenza stessa non accetterebbe una situazione del genere. Perchè siamo condannati a vincere, o perlomeno a tentare di vincere.

A San Siro si mormoreggia se Coutinho o Alvarez perdono 2 palloni di fila.. e al 5 partono i fischi. Non è un'ambiente facile per un giovane.

Questione sia culturale che di pazienza e comprensione che spesso manca a noi tifosi. Alla gente non interessa che vieni da un calcio completamente diverso, se sbagli uno stop e un passaggio e non hai un "nome" ti prendi i fischi.

Abbiamo dei giovani di qualità per costruire un futuro, ma sicuramente prestandoli(Coutinho), cedendoli(Destro) o non facendoli giocare(Castaignos) non costruiamo niente.

Poli ha fatto un partitone con il Palermo. Partita successiva in panchina, Palombo al suo posto.

Meritocrazia?

Castaignos marcisce in panchina da quando ha fatto il gol-vittoria a Siena nonostante Pazzini non stia entusiasmando.

Meritocrazia?

carloblacksun ha detto...

ho capito peppe ma qui non stiamo parlando di far giocare la primavera, pjanic e' uno che due anni fa ha buttato fuori il real madrid dalla champions al bernabeu, gago e' un nazionale argentino, bojan ha avuto qualche problema ma era la superstella della masia ed era il primo cambio del tridente messi pedro villa...

Io non ho mai criticato Ranocchia, Poli o Alvarez, critico i rinnovi a Cordoba e a Lucio (si, anche a Lucio, il cui contratto precendente scadeva nel 2013, non nel 2011), e l'acquisto di Forlan.

Io in questa squadra cosi' com'e' non ci credo, preferisco averne una da decimo posto ma con 5-6 giocatori che con gli innesti giusti possano tornare a vincere.

Preferisco perdere con Ranocchia e Faraoni in campo che pareggiare con Chivu, perche' Chivu andra' sempre piu' peggiorando, Ranocchia puo' imparare a diventare un fuoriclasse e Faraoni un buon giocatore.

Pero' il progetto devi centrarlo su Sneijder, non su Javier Zanetti, che con tutto il rispetto ha quasi 38 anni e deve essere meno indispensabile di quanto non sia ora...

carloblacksun ha detto...
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carloblacksun ha detto...

capt cambiasso su Poli ho qualche dubbio che FISICAMENTE non possa giocare piu' di 90 minuti a settimana, questo almeno dice Simone... non e' quindi un problema di fiducia ma un problema di fragilita'.

Su Castaignos hai perfettamente ragione.

Anonimo ha detto...

Ma come giustificate quindi Heinze alla Roma? fa cadere il ringiovanimento della rosa?
Perchè vedo si dice la stessa cosa di Forlan.
Comunque giusto per ravvivare un po' la discussione, Moratti disse che aveva cercato Leonardo gia in estate, quindi immaginate Leo da luglio, niente Ranieri Gasp e Benitez.
Tutti i vostri discorsi non valgono più?
E se Luis Enrique in estate viene chiamato dal Barca e se ne va, i dirigenti della Roma sono incapaci?
Non esiste un progetto?

Ciao

FUxz

Capt.Cambiasso ha detto...

Riguardo alla Roma ammiro la pazienza mostrata dalla società nei confronti dell'allenatore, ma a livello di rosa secondo me non si sono mossi alla grande come sento dire.

Bojan è esploso a 17 anni ma da allora è andato sempre peggiorando. Ad oggi Borini vale tre Bojan.. e non perchè Borini sia un fuoriclasse.

Osvaldo non vale la metà dei 18 milioni pagati, uno che ha fallito persino nel Bologna e ha giocato bene solamente nell'Espanyol.. Grandi colpi qua e là ma non è giocatore da big.. per me Borriello non gli è tanto inferiore..

Lamela è bravo ed ha potenziale fisico e tecnico, ma deve ancora confermarsi. Si prende troppe pause ed è un ragazzo con atteggiamenti alla Balotelli, sia con compagni che con gli avversari.
Non avrei mai investito 20 milioni su un giocatore si di talento ma con parecchie incognite.

Dunque complimenti alla conduzione di Sabatini nei momenti di crisi, ma se noi avessimo speso tutti quei soldi in quella maniera penso che avrebbero piazzato un'ordigno sotto la macchina di Branca.. (si scherza... forse)

carloblacksun ha detto...

Heinze e' l'unico acquisto di un giocatore di esperienza, in una difesa che comunque e' stata di molto ringiovanita, inoltre non credo prenda 4 milioni netti...

E' chiaro che esiste l'incognita che Luis Enrique se ne vada, ma anche Mourinho se n'e' andato dall'Inter all'improvviso, questo non vuol dire che non sia stata una grande scelta quella di assumerlo.

Poi non penso certamente che il progetto della Roma sia perfetto, dico solo che mi sembra molto meglio articolato del nostro, e questo per merito di una proprieta' con le idee chiare pur senza mezzi da sceicchi.

Acrobat ha detto...

Il fatto di accettare un progetto piuttosto che un altro è molto aleatorio, in realtà. La risposta viene proprio da Roma dove all'inizio c'era molto scetticismo ma col passare del tempo, nonostante i risultati altalenanti, il pubblico non ha mai fatto mancare appoggio. Eppure la piazza romanista storicamente non è molto paziente. Bisogna sempre trattare i tifosi come delle persone capaci di intendere e di volere, non come dei subumani. A Roma l'hanno detto da subito che questo sarebbe stato un programma a lungo termine, con diverse difficoltà, e quindi il tifoso sapeva a cosa andava incontro.

Tra l'altro è anche questione di momenti. Dopo Madrid, se ci fosse stato chiesto "Rifondiamo la squadra con dei giovani" il 90% dei tifosi avrebbe contestato preventivamente. Se lo chiedi adesso, magari il tifoso, anche quello medio, l'idea se la fa andare bene. Insomma, chi preferirebbe questo brodino scaduto ad un progetto complesso ma quantomeno affascinante?

Sul Viareggio, il pari è meritato. Fisicamente siamo calati molto nel secondo tempo e l'Anderlecht è davvero una buona squadra. Diverse individualità sottotono a mio avviso, a partire da Duncan.

Anonimo ha detto...

partendo da fatto che la roma ha messo bei soldini sul mercato,in un periodo in cui evidentemente il mecenate di turno si è stufato di ripianare 50-100mln l'anno(di sicuro non è da biasimare)l'unica speranza che hai per progettare guardando ad un futuro come lo vedi tu è quello che i russi o gli arabi acquistino la squadra...sei sicuro che evitando i rinnovi di lucio,milito ecc...a suo tempo avresti subito preso giocatori giovani e in prospettiva dello stesso livello?sono scelte da fare e ti dirò che sulla questione rinnovi ti capisco perchè ho vissuto la stessa cosa dopo atene e continuo a pagare i vari ambrosini inzaghi seedorf ecc...però poi se voglio andare a prendere lucas mi chiedono 30-40 mln,quindi ad oggi la realtà e fare investimenti non superiori ai 15-20 mln,con la speranza che un coutinho o un elsharawy diventi una stella al più presto,puoi prenderci ma puoi anche toppare ma non puoi dire al tifoso milanista o interista che quest'anno si gioca per essere competitivo tra due tre anni perchè il tifoso medio non lo acceterebbe...e intanto la juve nel futuro prossimo scappa perchè economicamente non è contrastabile sul mercato,e si sa che alla fine vince chi spende di più

Peppe

LOU ha detto...

...la Roma tre scudetti (di cui UNO davvero pulito) e qualche coppa Italia in 90 anni.... ed oggi in mano ad UNICREDIT (che l'ha avuta in pegno). Noi siamo l'Inter...forse la cosa non si è capita....

carloblacksun ha detto...

appunto, visto che noi siamo l'Inter non possiamo accontentarci di quello che si e' visto ieri in campo, perche' obiettivamente il centrocampo di ieri era micidiale.

carloblacksun ha detto...

perfetto Pacchetti.

Quello che mi piace della Roma non e' il budget o i giocatori presi (alcuni sfonderanno, alcuni no, dopotutto nessuno azzecca tutti gli acquisti) ma la coerenza con la quale si sta difendendo un'idea anche dopo le sconfitte piu' brucianti.

luciano ha detto...

Esatto, anche l'Inter doveva fare così: difendere il progetto e tenersi gasp.
Scherzo eh.
Un po'

carlo ha detto...

Il problema con gasp non è stata la mancanza del sostegno della società al progetto gasperini, ma la non accettazione da parte di gasp del progetto inter.

Anonimo ha detto...

La differenza tra "difendere un progetto" e "perseverare nell'errore" può essere tanta o labile...

carloblacksun ha detto...

ma dai ragazzi, Luis Enrique arriva da un calcio di altissimo livello, ha fatto Mondiali, e ha giocato in squadre come Real e Barcelona, faceva parte di uno staff come quello del Barcelona che e' uno dei migliori del mondo... io lo avrei voluto al posto di Gasp, anche se il mio sogno era AVB. Gasperini era una sega anche da calciatore, credo sia l'unico al mondo che si e' fatto parare un rigore da Zenga (ero a san siro, me lo ricordo come se fosse ieri)

Adesso si parla di Baggio...boh!

Comunque che Gasperini sarebbe durato 10 minuti lo sapevamo tutti... non possiamo fare paragoni, altrimenti la discussione finisce qui...

carloblacksun ha detto...

Luis Enrique quando riceve delle domande stupide risponde "ma che domanda stupida e'?" e zittisce il giornalista. Gasperini e' juventino dichiarato.

Acrobat ha detto...

Chi è che parla di Baggio?

carloblacksun ha detto...

piu' di una persona tra quelle che sono vicine al presidente mi ha detto che lo staff di Roberto Baggio e' stato messo in preallarme per la prossima stagione.

Sarebbe un'idea "istintiva" di massimo moratti, che pero' vede alcune resistenze all'interno della societa', non ultima quella di Roby che vorrebbe fare l'allenatore "alla Leonardo" per capire se gli piace o no...

Oh, ve la giro come l'ho sentita eh, non so se e' la verita'

luciano ha detto...

Sono rientrato da poco e ho preso atto di una notizia bruttina e di una piacevole.Quella bruttina è relativa al pari della Primavera al Viareggio.
Quella piacevole è il buon livello, a mio parere, della discussione manifestatasi sul blog, per merito di tutti, anche di coloro che hanno sostenuto idee che non condivido, naturalmente.

Rispondere a tutti non è possibile, estrapolerò due tre argomenti.
Il primo è una considerazione su quanto dice con arguzia Narya: il nostro dnA non si cancella. Siamo tutti d'accordo, ma diciamo che siamo in ansiosa attesa di ..lucidarlo un po' e tornare a farlo risplendere.

Su Branca: figuriamoci se penso che la squadra debba mollare. Finché c'è una possibilità di raddrizzare la stagione bisogna dare tutto per raggiungere l'obiettivo. per questo non sono d'accordo con chi dice arriviamo decimi, ma con i giovani.
No, io dico arriviamo terzi con gli uomini migliori che abbiamo. Migliori nel senso totale, cioè sommando tecnica, esperienza, condizione fisica, corsa, forza, determinazione, concentrazione.
Puntare sui giovani, oltre che un errore li danneggerebbe: un giovane o due ci possono stare, di più sarebbe come esporli a insuccesso sicuro.
Piuttosto recuperiamo gli infortunati e responsabilizziamo Wes, anche promettendogli che a giugno lo libereremo, se darà tutto.
Se però nonostante questo si dovesse fallire (che so, arrivare al quinto posto o oltre), la mia idea è che si debba prendere in esame l'idea di un altro gruppo dirigente con cui provare a ripartire.
Guardate che ritengo Branca il migliore, e anche Paolillo è davvero straordinario. Però finito un ciclo penso si debba cambiare protagonisti.
Anche Allodi era certamente il primo dirigente in Italia e probabilmente in Europa, ma finito il ciclo della grande Inter ha dovuto farsi da parte e cercare fortuna altrove.
La mia è un'idea, non una tesi incrollabile. Se resteranno i dirigenti attuali sarò contento ugualmente e li sosterrò come sempre, per quel poco che conta.
Sulle cifre di Inter e Roma si può discutere. Le cifre non si sanno e ognuno le tira dalla parte che conforta la propria tesi.
Io credo che la Roma abbia avuto un passivo di mercato consistente, l'Inter un altrettanto consistente attivo. Questo, unito alla fortuna che è sempre presente sulle singole operazioni, spiega il fatto che OGGI sembra che la Roma abbia qualche giovane più quotato dei nostri. Magari fra tre settimane cambia tutto. In fondo l'esonero di LE era certo e si è salvato proprio all'ultima domenica utile....
Comunque io oggi cambierei Alvarez con Lamela e forse Casta con Borini. Certamente Pjanic con uno dei nostri centrocampisti arrivati quest'anno.
Ma Pjanic e Lamela si dice siano costati più di 30 milioni. Alvarez, Casta e uno a caso dei centrocampisti, sempre si dice, meno di dieci.
Insomma, le cose non sono così semplici.
Quanto meno da una parte non ci sono fenomeni che fanno "progetti" meravigliosi e dall'altra incapaci che branc(ol)a(no) nel buio.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Non salite ora sul carro del "progetto" e del Gasp! :-) è vuotissimo, ci sono solo io!

Per non farla lunga, sono dell'avviso che un allenatore debba essere giudicato per la sua efficacia. Va da sé che l'efficacia non dipende né dalla concezione/filosofia di gioco né dalle metodologie di allenamento, e comunque, qualora vincesse per un paio di soluzioni tattiche o di sistemi innovativi all'avanguardia, nel calcio moderno dove in tanti copiano, l'efficacia morirebbe nel giro di una stagione.
Credo molto, stante un progetto chiaro e definito, nella capacità di gestione di un gruppo. Tale capacità, a meno di essere un genio come Mourinho, dipende, e molto, dall'"ambiente". Identifico con questo termine un po' tutto quello che ruota attorno e dentro la squadra. Io non sono convinto, ad esempio, che Conte, fosse andato alla Juve nell'anno di Ferrara o Delneri, non avrebbe fatto bene come quest'anno: eppure parliamo della stessa persona, giusto con un briciolo di esperienza in più. Non è solo questione di giocatori, di dirigenza o di volontà (tutti agiscono per cercar la vittoria, sempre): è quella empatia , quell'unità di intenti che si crea in alcuni momenti e in altri meno o per niente. Infatti, a parte José, tutti gli allenatori, anche i migliori, hanno avuto stagione incocludenti (anche Zeman ;-) ), ma non perché si sono rincoglioniti di colpo, solo perché non hanno funzionato l'empatia con l'ambiente tutto.

LOU ha detto...

"Roby che vorrebbe fare l'allenatore "alla Leonardo" per capire se gli piace o no..." se la sua idea (chiamiamola così...) è questa può cominciare dalla Lucchese, quella toscana che in prima (o seconda?) divisione ... Non siamo un paese (pardon : una squadra) da Roby...lasciamo perdere ...

carloblacksun ha detto...

infatti LOU la penso come te. Un allenatore "alla Baggio" mi piacerebbe, ma forse non lui perche' non mi sembra mentalmente deciso su questa strada.

Effettivamente un allenatore "alla Baggio" lo abbiamo avuto, ed e' stato quello a cui ho voluto piu' bene.

Acrobat ha detto...

Io non vedo proprio Baggio a fare l'allenatore, per quanto rivederlo all'Inter (in qualsiasi veste) mi emozionerebbe tantissimo visto che è stato un super idolo per me.

Tanto da qui a fine campionato ne sentiremo di tutti i colori. Oggi per esempio Repubblica spara che Moratti e Spalletti sarebbero già d'accordo. Io Spalletti non lo vorrei neanche dipinto e poi non credo a questa voce perchè Spalletti chiederebbe tanti soldi di ingaggio e tanti soldi sul mercato.

luciano ha detto...

Non credo alle voci su Baggio, come non ho creduto a quelle su Mazzarri, Guidolin o Zeman.
Semplicemente perché è troppo presto, ci sono troppe incognite più complessive e prioritarie che devono avere una risposta.
Detto questo, non credo neppure alle caricature spregiative che si è soliti rovesciare su Tizio e su Caio.
Tra tutti i nostri mister post Mou, quello che ha fatto di gran lunga meglio è colui che viene deriso in modo spietato e senza tener conto della realtà.
Detto questo, anche tra i nomi che si son fatti non ho una preferenza. perchè appunto prima si devono chiarire altre cose.
Il Pizzi, autorevolmente, spezza una lancia in favore dell'empatia che si crea nell'ambiente. Leo l'aveva creata, anche se non come Mou.
Se l'aspetto risolutivo è questo, nessuno può dire chi tra i quattro potrebbe far meglio.
Probabilmente farebbe peggio Zeman, che alla terza gara di salti in salita sui gradoni dello stadio sarebbe rispedito a Pescara.
Però invece, magari li convincerebbe...
Io credo con il Pizzi che l'empatia sia fondamentale. Dà qualcosa in più.
Però sono fondamentali anche i milioni spesi e spesi bene.
La juve ha fatto mercati mediocri e quest'anno ha speso molto e meglio. Certo, poi c'è la questione del ritmo, dell'intensità straordinaria nelle grandi sfide.
Abbastanza curioso che la juve perda i punti soprattutto nelle partite facili, quando magari si pensa di poter vincere anche tirando il fiato.
Invece nei confronti con le grandi si scatena.
Annienta la Roma che ben conosciamo e poi fa pari in casa con i suoi servitori senesi....
D'accordo, questa è la caratteristica del calcio italiano, l'unico in cui non hai mai vinto in partenza neppure la partita con la più derelitta.
Ma la juve non è così forte tecnicamente da non poter sbagliare neppure un confronto di vertice. eppure va sempre così.
Comunque io non sono critico verso il concetto di progetto. Non lo sono mai stato.
Non mi sembra corretto definire progetto un sistema e non un altro. Non c'è società che non faccia un progetto. Anche Ranieri ha un progetto, proprio come LE. Il progetto di Ranieri è vincere attraverso una solida quadratura difensiva. Uno può dire che quel progetto non gli piace, o non si è riusciti a realizzarlo. Ma che non ci sia, o non ci sia stato proprio non capisco come si possa sostenerlo.

E infatti il Pizzi, le cui opinioni calcistiche credo di conoscere abbastanza bene, ritengo che correttamente più che di progetto abbia parlato, anche in passato, di "progetto visionario". Cioè fortemente innovativo.

carloblacksun ha detto...

Pacchetti, dicendo allenatore "alla Leonardo" intendo un allenatore carismatico, con un grande passato da calciatore, se vogliamo affascinante ma che non ha fatto la gavetta dell'allenatore e che probabilmente non lo fara' per tutta la vita, ma che vede questo lavoro come uno dei tanti che potrebbe fare nella sua carriera post-calciatore.

Un altro allenatore con un profilo simile e' stato Maradona agli ultimi mondiali.

luciano ha detto...

Non vuol dire assolutamente nulla, pacchetti. Nessuno sa cosa farà in futuro. Sacchi ha vinto qualcosa poi ha fatto altri lavori. lippi ha sempre desiderato farli, poi non c'è riuscito. E va bé. Iniziare la carriera di allenatore e essere convinti di farlo per tutta la vita è un limite, non un pregio.

MarcoB ha detto...

E la solita situazione, si ripete ad ogni ciclo di risultati, siano essi positivi o negativi.
E' un vezzo non italiano. Sicuramente irrazionale. Che spessissimo, come questa volta, ha radici solo nelle paure e nelle fantasie dei tifosi e non nelle analisi reali delle situazioni.

L'Inter non era da scudetto (anche se molti che commentano su questo blog si erano sbilanciati su fantomatiche rincorse), non è da rifondare adesso dopo una sconfitta immeritata, un pareggio incredibile per la situazione in cui è maturato, una sconfitta totale troppo dura per classificare questa rosa.
E' la stessa che ha fatto 7 vittorie consecutive.
Non posso credere che le 7 vittorie fossero merito di Motta, e anche se lo fossero bene ha fatto l'Inter a vendere uno che aveva dimostrato a Napoli con quale impegno avrebbe giocato dal primo febbraio.
Va bene essere tifosi, la delusione ci sta, non accetto però i commenti delle P.I. e di quelli che ricalcano e inseguono le idee del meretricio.
Sono idee e commenti sconclusionati e smemorati.

Lo so da molte settimane che mi aspettano 2-3 anni di rifondazione, forse lo so inconsciamente dal pianto di Materazzi e José nel posteggio di Madrid.
Non trasformiamo, almeno noi, questi anni nel periodo di massimo godimento per quei sorbidi che sguazzano nelle sconfitte dell'Inter.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Però Pacchetti, facciamo i necessari distinguo.
Io non dico che c'era unità d'intenti, chiamiamola così, con Leonardo (che ha fatto un super lavoro) e invece con Rafa o con Gasp, che sono due ottimi allenatori, ancorché con idee e principi di gioco opposti, non esisteva perché Moratti o Branca non erano convinti. Non crederò mai a quella che io qualifico come idiozia che "il presidente non era convinto dall'inizio". Dico una cosa un po' più sottile. Esistono situazioni di lavoro in cui si marcia tutti dalla stessa parte, anche con idee differenti o agli antipodi, e qualcosa che va al di là della volontà di fare o non fare determinate cose. Sono degli "incastri" che si verificano per svariati, innumerevoli fattori. Io chiamo ambiente non solo la dirigenza e la squadra ma tutto quello che ruota attorno alla società, anche i tifosi, per esempio. E' un discorso più ampio: per quel che riguarda l'inter, dopo Leo mi auguravo un tecnico con idee innovative, di un calcio di un certo tipo, per rilanciare un progetto e un ambiente che aveva necessità di sentirsi importante in un certo modo, vista la parentesi di Rafa, che non aveva funzionato ( per mille motivi, e non perché Moratti gufava, lui sudava e non è arrivato Kuyt). Mi sono sbagliato io, ma siccome c'era gente, tra cui molti interisti, che derideva Mourinho quando arrivò ( e molti lo fanno anche ora), non tutto si riconosce dal principio

Matteo ha detto...

Io invece penso a questo:se non riusciamo a permetterci giocatori già pronti dobbiamo prendere progetti di giocatori,no?Però i giocatori più esperti rendono di più e quindi giocano loro.
Ma a questo punto c'è una contraddizione:come fanno a diventare esperti i giovani se non giocano?Penso che andando avanti così il cambio generazionale sarà tremendo,sia con i giocatori più anziani che faticano a tenere il passo(mica sono tutti Zanetti),sia con i giocatori più giovani che non sono ancora pronti.

Matteo ha detto...

Chiedo subito scusa se il mio post precedente può sembrare un pò "crudo",ma il succo del mio discorso è quello.

Acrobat ha detto...

Matteo, hai ragione, ma le stagioni di transizione sono così, per noi questa incertezza è accentuata dalle difficoltà finanziarie per cui dobbiamo provare ad arrivare terzi e di certo riempiendo l'11 titolare avresti grossi problemi. Ovviamente, data la situazione attuale, questa è la stagione del dentro o fuori: a mio avviso, non si riuscisse ad arrivare terzi, continuare a preferire l'esperienza alla prospettiva avrebbe ben poco senso.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Esatto Pacchetti, cioè io non credo che le teste che contano, all'Inter o altrove, pensino di assumere un allenatore così, senza lunga analisi. Si può sbagliare, ma non si sbaglia perché si tira a caso, non a quel livello.E anche sul mercato o non-mercato ci sono situazioni che dovrebbero essere maggiormente approfondite, quantomeno da una stampa di buon livello.
Prendo il caso-Zarate come paradigmatico. Maurito lo conosco dal Mondiale under 20 del 2007 che vidi dal vivo: era un fuoriclasse predestinato. In quella Argentina, come talento diffuso forse la più grande della storia lui era insieme ad Aguero il numero 1 ( Di Maria non lo cagava nessuno, tanto che feci una foto insieme a lui e rimase sorpreso da tanta attenzione). Però aveva un difetto, la tenuta mentale e la scarsa scolarizzazione al gioco. Cresciuto in una società tipo UDinese, dove nì si gioca senza eccessiva pressione, il Velez, è andato a giocate in Qatar, poi al Birmingham... cioè non ha imparato nulla. Il talento rimane immenso, bisogna guidarlo e un insegnante come Gasp poteva fare al caso suo. Ecco, è una roba buttata lì in 30 secondi, però già l'acquisto sembra già meno idiota di come viene presentato. E così si potrebbe prosguire per altri casi, anche sotto Benitez, con considerazione che giustificano l'operato della società.
Ilporblema vero è che qui, nella stampa specializzata in primis, nelle tv non ne parliamo, siamo alla totale mancanza di analisi approfondita, poi io non mi stupisco se dagli spalti sento il "dovete andare a lavorare"

luciano ha detto...

Secondo me l'unità di intenti, l'empatia che lega tutto l'ambiente non è un a priori. E' un a posteriori. Scatta quando si percepisce (tutti percepiscono) che una situazione può diventare vincente.
Luis Enrique è stato veramente sul punto di essere cacciato ed era inviso a tutti.
Poi ha cominciato a vincere o almeno a far bene, a ottenere credibilità.
Ma è stata necessaria una nuova presidenza, una nuova dirigenza, una disponibilità finanziaria. Diciamo la verità: prima tutti percepivano la Roma come perdente. Il cambio di proprietà e di dirigenza era condizione necessaria ma non sufficiente . Neppure le teorie calcistiche del nuovo allenatore erano sufficienti . Il salto è stato fatto quando tutte queste condizioni insieme hanno creato un'aspettativa positiva.
Alla juve è successa in fondo la stessa cosa: cambio di presidenza, cambio di dirigenza tecnica, cambio di allenatore, cambio di atteggiamento sul mercato, cambio del modo di intendere e praticare il calcio. Ma non sarebbe bastato se non si fosse creata la convinzione trascinante che la via imboccata poteva essere vincente.
All'Inter dall'abbandono di Mou in poi ha cominciato a formarsi il convincimento che la squadra non sarebbe stata più vincente. I soldi non c'erano più e lo si ammetteva pubblicamente. i giocatori migliori venivano attratti da altre sirene. Alcuni rimanevano controvoglia convinti di essere ormai in una realtà destinata a diventare secondaria. Le operazioni di mercato non hanno mai rovesciato (necessariamente) questa tendenza. Nessun allenatore poteva creare l'empatia necessaria. Leo ha fatto davvero un lavoro incredibile proprio in questo senso. E anche sul piano del lavoro di campo. Ma poi l'empatia è decisiva se ci sono i grandi giocatori, altrimenti alla lunga non basta. E non c'è sistema di gioco che consenta di sovvertire i valori tecnici nel lungo periodo.
per questo io credo che l'unica possibilità di ripresa a breve sia nella concomitanza (in cui non credo) di questi fattori:
rinnovata disponibilità finanziaria
rilancio di una presenza sul mercato di primo livello
ricostituzione di una rosa credibilmente competitiva
arrivo di un allenatore dotato di prestigio o meglio di carisma
manifestarsi di condizioni concrete che facciano ritenere possibile un'uscita prepotente dal "tunnel".
A quel punto si può creare l'empatia che fa compiere il salto decisivo.
Quando tutti credono che scommettere sul successo è conveniente e realistico.
E' sintomatico il discorso di Mou, davvero unico su questo piano: Mou ha detto a Eto'o: se tu fai il terzino possiamo vincere la CL. L'ha detto quando era credibile che questo fosse vero. E tutti hanno lavorato in quel modo.

luciano ha detto...

Non mi stupisco davvero che il Pizzi, di cui conosco lo spessore intellettuale, non si accodi nelle sue analisi alle opinioni più assurde ma più diffuse tra un certo tipo di frequentatori di blog, per cui le cose sono sempre facili, sempre evidenti a tutti meno che agli addetti ai lavori (che per altro hanno vinto molto, forse per caso) e anche le più ridicole leggende vengono accreditate con entusiasmo, perché in fondo se le cose non vanno bene l'unica cosa importante è trovare i capri espiatori, anche con accuse esilaranti (tipo che MM distrugge l'inter per punire Benny col quale non ha feeling).
Io non ho le capacità e le competenze del Pizzi, ma da sempre, su questo blog e anche prima, ho cercato con i miei mezzi di portare avanti una battaglia contro la faciloneria, le semplificazioni, la distruzione di ogni riferimento alla professionalità.
naturalmente ho sviluppato una quantità di ragionamenti sbagliati, ma non è questo il problema. la questione è sforzarsi di ragionare, anche con umiltà, invece che inveire pontificare sentenziare.
Be', dico ancora una volta che sono molto contento dei risultati ottenuti, per merito esclusivo di tutti quelli che partecipano

carloblacksun ha detto...

pero' vorrei chiedere una cosa a Carlo Pizzigoni. Mettiamo da parte tutte le critiche sul fatto che fosse uno juventino e ammettiamo che Gasperini sia un bravo "insegnante" e sia un allenatore tatticamente molto preparato, quello che io non capisco/accetto e' una cosa: se questo allenatore che ha sempre giocato in una certa maniera chiede due/tre PROFILI di giocatore, accettando anche di sacrificare un asso come Sneijder, perche' in sede di mercato, pur con tutti i vincoli e le difficolta' del caso, e' stato fatto praticamente tutto il contrario di quello che chiedeva? Anche Mourinho chiedeva Carvalho e Modric, ma gli han preso Lucio e Sneijder, non Gamberini e Brienza.
Secondo me cosi' facendo trasmetti immediatamente l'idea all'ambiente (tifosi e giocatori) che non ci sia totale fiducia in questo allenatore, e basta aprire una piccola falla per trovarsi a picco in pochi secondi.
Al contrario la Roma ha sacrificato pezzi importanti come Vucinic per dare a Luigi Enrico una serie di giocatori che rispondessero ai suoi identikit, e questo per me dara' frutti nel lungo periodo, a prescindere dal fatto che la Roma possa arrivare davanti o dietro all'Inter.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Beh certo Luciano, l'empatia si raggiunge col tempo, col lavoro d'insieme. Però è generata, come tu stesso hai giustamente sottolineato, da elementi di novità che sanno toccare le corde dell'ambiente tutto. Io non sono convinto che ciò avvenga solo con nuovi acquisti di altissimo livello, o comunque non è una condizione sufficiente.
Mi viene in mente come ad esempio un uomo che è sulla breccia da tantissimo tempo come Ferguson cambi ogni tot anni i suoi assistenti di campo (quelli che dirigono gli allenamenti), proprio per rinnovare, anche in giocatori che sono lì da anni e han vinto tutto, stimoli inconsci e desideri di ritornare o restare al top. Insomma, è anche un lavoro di campo, credo.

Diversamente da voi, poi, rimango convinto che l'Inter rimanga una squadra di buonissimo livello ( assolutamente tra le prime tre in Italia), e che finora ha pagato la rivoluzione mancata a inizio stagione ( con conseguente ripartenza da zero) e molto in termini di infortuni in ruoli chiave: Forlan è un super giocatore, uno che sa e vede calcio, se non ce l'hai mai, è ovvio che qualcosa cambi, stesso discorso per Sneijder

Anonimo ha detto...

Matteo, anche il discorso sui giovani secondo me è più complicato di quanto sembri. Noi siamo l'Inter, per quanto in una fase di declino, i giovani da noi possono giocare se raggiungono un determinato livello.
Se non l'hanno ancora raggiunto devono giocare altrove e poi tornare. Se sono vicini a raggiungerlo possono essere inseriti con cautela.
Balotelli diciassettenne poteva giocare titolare nell'Inter vincente di Mancini e di Mou. I giovani di cui disponiamo attualmente, per un motivo o per l'altro, non sono, al momento, in quella condizione.

luciano ha detto...

Da "la Gazzetta di Reggio" (Emilia)


L’Inter ha bloccato Mastour e Mattioli
Il responsabile del vivaio nerazzurro Robero Samaden: «Hachim è uno dei migliori giocatori a livello nazionale"
di Wainer Magnani

"Sembrerà strano ma la Reggiana è conosciuta, nel mondo calcistico nazionale, per il suo settore giovanile e in particolar modo per avere tra le proprie fila uno dei più cristallini talenti giovanili che ci sono in Italia. Stiamo parlando di Hachim Mastour, classe 1998, italo-marocchino che milita nei giovanissimi nazionali e che a giugno si trasferirà all’Inter. Un approdo a Milano ormai certo e assieme a Mastour approderà all’Inter anche il compagno di squadra Alessandro Mattioli, difensore, classe 1998.
«Hachim Mastour lo seguiamo da tempo – rimarca Roberto Samaden, responsabile del settore giovanile dell’Inter – e lo abbiamo appoggiato alla Reggiana, una società con cui abbiamo ottimi rapporti. A giugno entrerà a far parte della nostra famiglia. Abbiamo già l’accordo».
Samaden non vuole sbilanciarsi sul futuro di Hachim: «A 14 anni è difficile avere delle certezze» anche se conferma che siamo al cospetto di un talento naturale «possiamo dire che per la sua età è uno dei migliori che c’è in Italia. Un giocatore di primo livello». Ma c’è di più: alla corte dell’Inter approderà anche il difensore Alessandro Mattioli. «Dobbiamo ancora trovare un accordo con il presidente Barilli ma con la Reggiana, da sempre, ci sono eccellenti rapporti. La società granata vanta un eccellente settore giovanile. Ho seguito personalmente il vivaio granata e devo dire che chi ha lavorato in questi anni l’ha fatto con competenza e hanno costruito qualcosa di significativo».
«Prima di effettuare degli stage di due o tre giorni – sottolinea Samaden – o la partecipazione a dei tornei internazionali, valutiamo i ragazzi nelle loro società di appartenenza. Così abbiamo fatto con Mastour , Scappi , Mattioli

Matteo ha detto...

Eh lo so Luciano,però non dico di far giocare i primavera,ma i ragazzi invece che sono già pronti fisicamente al grande calcio,invece per saper stare in campo serve allenamento e giocare.Comunque ti do ragione:siamo l'Inter,ma tu non proveresti a far giocare questi ragazzi contro le piccole squadre?Le classiche partite da turn over?(tipo un Novara ed un Bologna,con tutto risetto parlando)

Inoltre di Balotelli ne nascono uno ogni 10 anni se tutto va bene,se avesse avuto la testa del Cuchu o del Capitano ora parleremmo di un pallone d'oro(pensa che tre anni fa dissi "entro tre anni vince il pallone d'oro",non avevo fatti i conti con la testa del ragazzo,non ti dico come mi bruciava il viso quando lo vidi sorridente con la maglia della lucchese.).

luciano ha detto...

Matteo, tirispondo così, sapendo che al solito sono valutazioni da tifoso da bar...
Tra i nostri giovani (diciamo entro i 23 anni) per me il più forte è Couti, che abbiamo ceduto in prestito perché giocasse. Gli altri (Alvarez, Poli, Obi Faraoni, casta) li metterei a....rate e non più di uno per volta.
Naturalmente se avessi disponibili i big, perché se me ne mancano 4 in un solo reparto, le cose cambiano, di necessità...

Carlo Pizzigoni ha detto...

Guarda CarloBS la delegittimazione di Gasp non credo si avvenuta perché è-sarebbe juventino o perché, secondo una vulgata che girava tra i giornalisti, raccontava barzellette anti-interiste e l'hanno riferito a Moratti, che l'ha prontamente cacciato. Siccome frequento da diversi anni le sale stampa, ti posso assicurare che le accuse personali contro Mourinho erano di molto superiori.
Restiamo seri.

Io credo gli elementi che hanno portato al naufragio finale di Novara siano diversi. Gasp conosceva benissimo le condizioni del mercato che imponevano una cessione eccellente, qualora si fossero verificate deerminate condizioni. Vero che non ha potuto, proprio per questo motivo, lavorare tanto e una rivoluzione di quel tipo necessitava di tempo.
Poi, forse si è siano andati oltre i limiti con le polemiche sulla difesa a tre, si è creato un grande equivoco sulla questione in cui ci si è persi un po' tutti (ho letto, non su samizdat ma su giornali a tiratura nazionale, anche che con la difesa a tre non si può vincere, praticamente cancellando di colpo le rivoluzioni di Cruijff e van Gaal). I risultati e una buona dose di sfortuna (qualche rigore non dato, qualche errore di troppo sottoporta e... in porta) hanno fatto il resto. Evidentemente non erano tempi maturi per quel tipo di cambiamento. Io penso sia stata una occasione sprecata, sia per l'Inter che per Gasp, ma non è colpa di nessuno o è colpa di tutti (anche dell'ambiente circostante), diciamo così.
Seguo con interesse il lavoro di Luis Enrique, non fosse altro perché lavora a tale progetto un caro collega con cui ci siamo scambiati diversi pareri sull'aspetto tattico, anni fa. Tuttavia mi pare venga ancora iper celebrato senza che si veda ancora molto, in realtà. Tuttavia c'è enorme partecipazione, e questo fa la differenza più del possesso palla o del centravanti arretrato. Per quel che so, Luis Enrique è una idea tutta di Baldini, mentre so per certo che Sabatini avrebbe preferito un altro tecnico (primo della lista, Pioli), però come vedi non è che ora non marcino tutti dalla stessa parte. Soprattutto, i tifosi sono stati molto più maturi rispetto a quanto è successo all'Inter, ovvio però che si partiva da punti di osservazione ben differenti. Lì, forse, c'era necessità di un cambio totale, e sono convinto che anche Gasp (le cui idee calcistiche continuo a ritenere rivoluzionarie) avrebbe in un "ambiente" come quello, fatto bene ( anche se in gioventù sbagliava i rigori)

carloblacksun ha detto...

grazie per la risposta. Quindi secondo te l'idea di base non era necessariamente malvagia ma e' stata solo una serie di circostanze sfortunate a portarci alla debacle di Novara? Certo e' che il giorno della presentazione avrebbe potuto dire qualcosa da Interista in modo da creare un po' piu' di entusiasmo nell'ambiente...ricordo di aver visto a Sky quella conferenza stampa e di esserci rimasto molto male, anche se ammetto che dopo l'illusione per AVB ero gia' prevenuto...

Comunque concordo con te che non e' solo un problema tattico di difesa a tre...

carloblacksun ha detto...

grazie per la risposta. Quindi secondo te l'idea di base non era necessariamente malvagia ma e' stata solo una serie di circostanze sfortunate a portarci alla debacle di Novara? Certo e' che il giorno della presentazione avrebbe potuto dire qualcosa da Interista in modo da creare un po' piu' di entusiasmo nell'ambiente...ricordo di aver visto a Sky quella conferenza stampa e di esserci rimasto molto male, anche se ammetto che dopo l'illusione per AVB ero gia' prevenuto...

Comunque concordo con te che non e' solo un problema tattico di difesa a tre...

Carlo Pizzigoni ha detto...

non è stata SOLO una serie di circostanze sfortunate, ma ANCHE. I fattori concomitanti sono stati diversi, come mi sembra ovvio, e ci sono stati degli errori, come avviene per tutti quelli che lavorano. Il tutto non mi sembra meriti la qualifica di "sconcertante" o affermazioni simili come ho letto da più parti. Negli anni precedenti ho sentito tanta gente elogiare Gasperini, quindi non era uno arrivato lì per caso.

Anonimo ha detto...

interessante il dibattito generato dalla sconfitta di domenica.
mi allineo con estrema facilita' all’autorevolezza di carlo pizzigoni e prendo spunto.

ho seguito la carriera di gasperini non con la stessa competenza di altre persone sul blog: partendo dall’esperienza di crotone e di genova. è un tecnico che apprezzo e non nascondo che al momento della nomina ero contento: non ottimista, ma curioso per l’impatto con l’ambiente inter.

Gasperini ha fallito. Quando c’è un esonero c’è un fallimento. Non mi importa conoscere i padri della disfatta, ma individuare gli elementi che l’hanno determinata e isolare, dove possibile, un momento più decisivo –o sintomatico- degli altri, utile per indagare quello che accadrà.
l’esonero viene ricondotto alla querelle sulla difesa a 3, all’equivoco (vero o presunto) sul ruolo di snejider, alla poca tutela societaria,al mercato indirizzato su giocatori di un profilo differente da quello richiesto.Al budget più esiguo. Sono queste le motivazioni più sostenute. Non entro nel merito per smentirle o confermarle –pochi dati e ancor meno capacità-.

Volutamente e quindi forzatamente, scelgo un altro aspetto, reputato piu’ proficuo perché destinato a riproporsi nei prossimi mesi (sia che sulla panchina sieda ranieri o stramaccioni). Ovvero la mancanza di un sentimento di coesione immediata e salda tra le varie componenti. Ancora una volta mi aiutano i commenti di chi mi ha preceduto: non riduco la sconfitta dell’esperienza gasperini a –ipotetiche- lotte intestine, nessuno remava contro –e se fosse lo troverei preoccupante ma poco interessante per il nostro discorso-.
Ogni “progetto” deve appellarsi a qualcosa di differente e differito nel tempo,a un senso di appartenenza comune. ogni squadra ha un progetto,deve creare empatia, generare un’immediata identificazione ideologica -nel senso althusseriano, se mi viene concesso- tra allenatore, squadra, società, tifosi.. senza questa progettualità, questa empatia, i bravi professionisti non bastano. E nemmeno gli investimenti.

enfatizzo eccessivamente un aspetto culturale o emotivo, allontanandomi dal nostro sport, che è pur sempre fatto di moduli, spogliatoi, preparazione atletica... sposto l’attenzione troppo lontano dal calcio giocato.O forse no.

luciano sottolinea -con perfetto tempismo e la giustezza incontrovertibile di una mente diabolica- come la roma abbia un andamento altalenante, come abbia speso cifre notevoli sul mercato. in classifica -nonostante tutto- siamo ancora davanti. LE è stato sul punto di essere cacciato,il licenziamento era sancito. eppure è rimasto lì.
penso sia questo l'aspetto su cui insistere.di qui passa, a mio avviso, la possibilità di iniziare un nuovo ciclo. Non voglio fare una apologia della roma, di LE e della squadra. vorrei solo porre delle domande.
E’ possibile costruire una simile empatia? E’ frutto di contingenze impreviste o di un lavoro accurato? Forse, quando si caldeggia l’arrivo di guardiola, wenger o anche zeman, non si invoca –semplicemente- un gioco offensivo(rapido, fatto di tecnica, gol e giovani), ma si fa appello –piu’ o meno consapevolmente- al coinvolgimento completo che hanno costruito.
Anticipo il pensiero di LUCIfero, controparte immaginaria gradevole come poche: chiedete a un tifoso dell’arsenal se è contento di non vincere mai.. beh, non pochi risponderebbero che sono contenti e basta.
Poco fa, ho nominato casualmente stramaccioni. Sarei contento se chi segue da vicino le giovanili, riuscisse a confrontare –con le dovute proporzioni- il fallimento di gasperini e l’entusiasmo per stramaccioni, entrambi successori di tecnici assai differenti da loro, come pea e mourinho (c’e’ poco da fare, gasperini non ha preso il posto di leonardo, ma di mourinho. Cosi’ come benitez e ranieri). Scetticismo dal primo giorno per gasperini. Entusiasmo prima moderato, poi incontenibile per il secondo.
L’obiettivo della prima squadra e della primavera è differente,ma lo troverei un dialogo intrigante.

-die-

Anonimo ha detto...

Nota a margine: in serata, scontro tra sconcerti e giornalista di tuttosport sulle motivazioni della sentenza. Sconcerti non è amato dai tifosi interisti.Spesso non condivido il suo punto di vista,quasi mai. Ne apprezzo comunque lo spirito critico e sono contento di sentirlo difendere con vigore un principio normalissimo “si sono conclusi dei processi, parliamo di CONDANNE. Il principio ‘tutti colpevoli, nessun colpevole’ è inaccettabile”

die

luciano ha detto...

Il modo molto stimolante con cui Die raccoglie la provocazione intellettuale del Pizzi sull'empatia merita una risposta meditata che tra poco proverò a formulare.
per il momento volevo fare una considerazione su quanto ormai tutto ciò che esce dai media sia assolutamente inaffidabile e spesso scientificamente prodotto per alterare o occultare la verità.
Confrontiamo due titoli:
Tuttosport: il campionato 2005 non fu alterato.
La sentenza non dice questo e dunque si tratta semplicemente di una menzogna. oggi in Italia si possono scrivere menzogne consapevolmente senza essere costretti a pagarne le conseguenze.
Anzi, chi mente di più ha più vantaggi
Corriere dello Sport: non è certa l'alterazione del campionato 2005.
Questi sembrano più furbi. Dicono una mezza verità, ma lo scopo è lo stesso: disinformare per preparare la strada a vantaggi illeciti.
Infatti per la giustizia sportiva non è assolutamente necessario dimostrare che un illecito sia andato a buon fine, completamente. E' sufficiente che siano state pianificate e attuate iniziative illecite per portare a risultati truffaldini.
Qui si è operato per condizionare un campionato intero, non una partita.
Sul metro dei normali provvedimenti, i protagonisti dovevano essere radiati e la società coinvolta direttamente attraverso i suoi massimi rappresentanti, cancellata dall'ambito delle società professionistiche.
Questo sarebbe successo in qualunque Paese civile.

E il bello è che delle truffe juventine (e non solo) di quegli anni, nel calcio tutti sapevano tutto. ma servire il potere violento e prevaricatore è da noi lo sport più fruttuoso e spesso unico praticato dai media

luciano ha detto...

Il modo molto stimolante con cui Die raccoglie la provocazione intellettuale del Pizzi sull'empatia merita una risposta meditata che tra poco proverò a formulare.
per il momento volevo fare una considerazione su quanto ormai tutto ciò che esce dai media sia assolutamente inaffidabile e spesso scientificamente prodotto per alterare o occultare la verità.
Confrontiamo due titoli:
Tuttosport: il campionato 2005 non fu alterato.
La sentenza non dice questo e dunque si tratta semplicemente di una menzogna. oggi in Italia si possono scrivere menzogne consapevolmente senza essere costretti a pagarne le conseguenze.
Anzi, chi mente di più ha più vantaggi
Corriere dello Sport: non è certa l'alterazione del campionato 2005.
Questi sembrano più furbi. Dicono una mezza verità, ma lo scopo è lo stesso: disinformare per preparare la strada a vantaggi illeciti.
Infatti per la giustizia sportiva non è assolutamente necessario dimostrare che un illecito sia andato a buon fine, completamente. E' sufficiente che siano state pianificate e attuate iniziative illecite per portare a risultati truffaldini.
Qui si è operato per condizionare un campionato intero, non una partita.
Sul metro dei normali provvedimenti, i protagonisti dovevano essere radiati e la società coinvolta direttamente attraverso i suoi massimi rappresentanti, cancellata dall'ambito delle società professionistiche.
Questo sarebbe successo in qualunque Paese civile.

E il bello è che delle truffe juventine (e non solo) di quegli anni, nel calcio tutti sapevano tutto. ma servire il potere violento e prevaricatore è da noi lo sport più fruttuoso e spesso unico praticato dai media

carlo ha detto...

ieri ho fortunosamente visti lo speciale di sky su beppe bergomi: lo ho rivalutato a casua dell'amore profondo che esprimeva per l'Inter.
le sue parole, il suo atteggiamento sono espressione del vero interismo.
nello speciale era presente anche la dichiarazione di GUARDIOLA al momento della premiazione per il pallone d'oro. Guardiola ha ringraziato tutte le persone che hanno lavorato nel Barcellona durante la sua centenaria vita.

ieri de Rossi ha sottolineato la singolarità di luis Enrique.
guardiola ed Enrique sono l'espressione della cultura di un club.

Ecco, io vorrei che l?inter esprimesse una cultura alta del Calcio: un gioco, in contropiede o di possesso -non ha importanza-, organizzato, chiaro, dove ognuno lavora PER l'altro.
Vorrei che ogni membro esprimesse sia con i giocatori che con i tifosi i valori propri dell?inter.

TUTTI NOI SAPPIAMO CHE L'INTER HA IL POTENZIALE PER ESSERE UN ENTE DI TRASMISSIONE DI CULTURA SPORTIVA: la sua storia, i suoi personaggi, le sue iniziative sono merce rara tra i top clubs.
voglio vedere i bergomi, i baggio, gli Oriali, i Cambiasso , i Cordoba in società.
Voglio più visibilità per i Casiraghi (veri insegnanti di vita).
Non voglio più vedere i lippi, i Benitez, i Gasperini. Leo è sempre stato un interista mancato.
Mou è arrivato sbagliato ed è uscito cambiato: anche questo è segno della sua grandezza; ha saputo apprendere dall'ambiente Inter ed ha vissuto emozioni uniche.

luciano ha detto...

carlo: non sono sicuro che la discriminante che poni tu, pur interessante, sia quella giusta.
Il Milan ha vinto con Galliani che veniva dal Monza, con Braida che di Milanista aveva poco, con Sacchi che di milanista aveva nulla. Poi con capello che se era milanista era anche juventino e romanista
E ha creato una sua identità.
Non perché avesse dei milanisti, ma perché aveva dei grandi professionisti, almeno uno dei quali anche disposto a ricorrere a pratiche illecite (questo è un fatto negativo, ma che ha dato i suoi frutti...).
Sinceramente i discorsi sull' interismo richiesto a giocatori e dirigenti o tecnici non mi hanno mai convinto.
Conta solo la bravura, la professionalità. Avere una cultura interista può essere solo un elemento aggiuntivo, che ti può agevolare nel comprendere l'ambiente e, se ottieni risultati positivi, nell' avere ancora più feeling con i tifosi.
Non è che l'Inter guidata da Suarez o dietro la scrivania da Mazzola, abbia fatto così bene.
invece ha fatto bene l'Inter del Trap, scuola (cultura?) milanista e juventina, dunque il peggio possibile.
Per me, se avessero una straordinaria professionalità (cosa che non è, naturalmente) potrebbero venire pure Ambrosini o Totti, per citare persone che considero agli estremi opposti dell'interismo.
Solo persone compromesse con il sistema Moggi non accetterei.
Capisco comunque il desiderio di costruire un'identità interista che duri nel tempo e come aspirazione non solo la condivido, ma la ritengo altissima.
Fondamentale è però che sia un'identità vincente.
Essere l'Arsenal può risultare appagante per un tifoso dell'Udinese. Per un tifoso dell'Inter, forse, lo sarebbe un po' meno. certo sarebbe meglio che perdere e non avere un'identità. Ma esiste un'identita nella mediocrità?

luciano ha detto...

carlo: non sono sicuro che la discriminante che poni tu, pur interessante, sia quella giusta.
Il Milan ha vinto con Galliani che veniva dal Monza, con Braida che di Milanista aveva poco, con Sacchi che di milanista aveva nulla. Poi con capello che se era milanista era anche juventino e romanista
E ha creato con questi "corpi estranei" una sua identità.
Non perché avesse dei milanisti, ma perché aveva dei grandi professionisti, almeno uno dei quali tra l'altro anche disposto a ricorrere a pratiche illecite (questo è un fatto negativo, ma che ha dato i suoi frutti...).
Sinceramente i discorsi sull' interismo richiesto a giocatori e dirigenti o tecnici non mi hanno mai convinto.
Conta solo la bravura, la professionalità. Avere una cultura interista può essere solo un elemento aggiuntivo, che ti può agevolare nel comprendere l'ambiente e, se ottieni risultati positivi, nell' avere ancora più feeling con i tifosi.
Non è che l'Inter guidata da Suarez o dietro la scrivania da Mazzola, abbia fatto così bene.
invece ha fatto bene l'Inter del Trap, scuola (cultura?) milanista e juventina, dunque il peggio possibile.
Per me, se avessero una straordinaria professionalità (cosa che non è, naturalmente) potrebbero venire pure Ambrosini o Totti, per citare persone che considero agli estremi opposti dell'interismo.
Solo persone compromesse con il sistema Moggi non accetterei.
Capisco comunque il desiderio di costruire un'identità interista che duri nel tempo e come aspirazione non solo la condivido, ma la ritengo altissima.
Fondamentale è però che sia un'identità vincente.
Essere l'Arsenal può risultare appagante per un tifoso dell'Udinese. Per un tifoso dell'Inter, forse, lo sarebbe un po' meno. certo sarebbe meglio che perdere e non avere un'identità. Ma esiste un'identita nella mediocrità?

luciano ha detto...

Boh, da un po' di tempo non mi prende i post dicendomi che i caratteri da insierire sono sbagliati. Allora inserisco caratteri nuovi e a quel punto mi duplica il post. Originale questa piattaforma...

luciano ha detto...

" un gioco, in contropiede o di possesso -non ha importanza-, organizzato, chiaro, dove ognuno lavora PER l'altro."

Guarda, Carlo, la tua frase mi dà lo spunto per cercare di far emergere la differenza fra la tua interpretazione di Inter Roma e la mia.

Secondo te non c'era un gioco organizzato, chiaro. Secondo me non c'è stata la capacità di attuare il gioco organizzato e chiaro che era stato preparato.

Il gioco dell'Inter di ranieri è organizzatissimo e chiarissmo: due linee difensive basse e ravvicinate; occupazione razionale di tutti gli spazi nella propria metà campo, partecipazione anche degli attaccanti alla fase difensiva, ripartenze costruite sulla base di schemi provati riprovati in allenamento, per cui ciascuno sa benissimo cosa deve fare e tutto il gruppo funziona come un'orchestra.
Il problema è se poi riesci a farlo.
Guarda che il gioco chiaro e organizzato del barcellona, se lo facessero giocatori tecnicamente o atleticamente inadeguati, oppure sofferenti di amnesie, non esisterebbe più.
Io assisto agli allenamento non della prima squadra, ma dei giovani: guarda che la preparazione degli schemi, dei movimenti, degli spostamenti sincroni è addirittura maniacale. In tutti. poi in campo, se hai giocatori più bravi o più in forma degli altri le cose riescono, altrimenti sembra che tu non abbia la minima idea di gioco.
La mia convinzione è che un'idea di gioco chiara e ordinata la trasmettono tutti gli allenatori, persino all'oratorio, dicevo. Poi in campo ci vanno i giocatori e fanno quello che possono per attuarla.

Mi piace comunque discutere con te perché so che la mia è un'idea, non la verità e la discussione (con il dubbio che implica) arricchisce sempre.

luciano ha detto...

Dunque, la discussione sembr ruotare intorno al concetto di empatia: qualcosa di difficile da definire, ma che costituisce un valore aggiunto capace di incrementare le risorse e le energie in vista del raggiungimento di un obiettivo di grande rilievo per tutti.

Il problema è come si determina questa empatia generale che pervade tutto l'ambiente di un club.

Secondo me non è un a priori, necessita di pre condizioni che vengono raccolte e catalizzate dall'autorevolezza, eventualmente dal carismoa di una persona.

Faccio l'esempio della Roma.

Ambiente depresso, abituato a perdere. Società oberata di debiti e quindi senza prospettiva. Tifosi abbacchiati. Giocatori che con l'eccezione di un paio di big (Totti e De Rossi, per motivi particolari) cercano di andare in squadre con migliori prospettive.
In questa situazione l'arrivo di un LE non avrebbe portato a nessun cambiamento. Sarebbe stato probabilmente uno dei tanti fallimenti, come quello di Spalletti, come quello di Ranieri ecc.

Poi comincia a cambiare qualcosa. La società viene ceduta. Già una nuova proprietà quando si proviene da una serie di sconfitte suscita speranza, aspettative positive

La nuova proprietà assume operatori di mercato nuovi (Sabatini) o che erano già stati alla Roma da vincenti. Anche questo predispone positivamente. Genera fiducia, se non entusiasmo.

La società inverte la tendenza degli ultimi anni e si presenta sul mercato con disponibilità finanziaria e aggressività. Porta a casa dei buoni giocatori, anche costosi, da Pjanic a Lamela, da Osvaldo a Bojan, a un terzino spagnolo sconosciuto ai più, ma bravino.

Viene assunto un nuovo allenatore proveniente da un'esperienza stra-vincente, che fa sperare nel calcio spettacolo, nel lancio di giovani e nella disponibilità di champagne per tutti, al posto della gazzosa bevuta fino a quel momento.

Un allenatore che ha inizialmente un po' di carisma (anche se non è Mou), di credibilità. Sufficiente per portare avanti il suo discorso con coerenza, con fermezza.

Le cose non vanno benissimo. Si arriva sull'orlo di un nuovo fallimento. Uno dei tanti.

Poi improvvisamente le cose cambiano. Arrivano i primi risultati, arriva un calcio che diverte, i giovani cominciano a mostrare le loro qualità. Tutto l'ambiente comincia a comprendere che vale la pena unirsi e dare il massimo perché si possono aprire prospettive intriganti.
(segue)

luciano ha detto...

Si è creata l'empatia: frutto di una serie di premesse oggettive e di un ottimo lavoro tecnico.

Merito di LE, certo. Ma se LE fosse arrivato due anni prima, con le stesse idee, ma con i vecchi personaggi in società, senza disponibiltà per investimenti, con la cessione dei migliori, probabilmente non sarebbe arrivato alla decima giornata.

Il caso di Mou all'Inter è diversissimo, ma ha qualcosa in comune.

L'Inter veniva dalle vittorie con Mancini, che però avevano comunque lasciato un senso di incompiutezza. Le sconfitte umilianti con Valencia e Villareal, il dubbio che probabilmente si sarebbe potuto far meglio. Non c'era l'entusiasmo e la convinzione di tutti. Nessuno giocava contro o non dava il massimo o addirttura sabotava, queste sono cose da tifosi creduloni, per me.

Ma certo non c'era questa empatia generale, questa tensione spasmodica che nasce dall'assoluta convinzione di essere sulla strada giusta. Sentirsi dalla parte vincente è fondamentale.

Qui il salto l'ha fatto la personalità straripante del mister. Una persona che lavora nelle segrete stanze societarie mi ha detto: sin dal primo giorno comandava lui. Non c'era questione, anche marginale, anche puramente organizzativa, su cui nessuno si azzardasse a discutere. Il suo carisma, la sua autorità erano totali.

Eppure la prima campagna acquisti non è stata particolarmente felice. Ma lui ha vinto ugualmente e il suo carisma ha retto. E l'anno dopo ha costruito la squadra del trionfo.

E' scattata l'empatia, la ferrea determinazione di tutti a mettere in secondo piano i personalismi anche leggittimi, nella prospettiva, credibile e creduta, di arrivare a successi mai visti.

Se questa ricosrtruzione è anche parzialmente giusta risulta che le condizioni per ricompattare tutto l'ambiente ed esaltarlo sono:

fiducia nella proprietà e nella dirigenza

disponibilità finanziaria

proporsi sul mercato come potenza competitiva (per attrarre giocatori di valore, anziche farli fuggire)

costruzione di una rosa altamente qualificata.

grande carisma del mister, capace di convincere tutti che la direzione intrapresa porterà grandi soddisfazioni

LE all'Inter di oggi avrebbe trovato le stesse difficoltà di Gasp, anche se magari avrebbe fatto un po' meglio, proprio perché aveva un po' più di carisma

Per questo credo che la proprietà debba trovare nuove risorse finanziarie (i russi?); che a questo punto, pur stimando enormemente i dirigenti, debba esserci un segnale di discontinuità; che si debba tornare a mercati aggressivi, migliorando considerevolmente la rosa e diffondendo un clima di ottimismo in prospettiva

A quel punto un allenatore con carisma, capace di coinvolgere e suscitare credibilità anche tecnica, potrebbe fare fare a tutto l'ambiente il salto decisivo. Perché lo stesso Real degli ultimi anni dimostra che si può perdere anche con molti soldi e dirigenti abili ad acquistare.

Il carisma può derivare dalla carriera precedente (che so, se arrivasse Guardiola) o dalle sue capacità che impattano con violenza positiva nell'ambiente (per dire, uno Stramaccioni, o comunque un emergente predestinato, ma dalle sue qualità, non da altro)

Acrobat ha detto...

Dipende da quali sono gli obiettivi però. Se l'obiettivo è vincere, allora le condizioni che hai posto tu devono essere realizzate, altrimenti no, basterebbe anche meno. Di sicuro l'ambiente ora come ora è depresso e privo di qualsivoglia entusiasmo: i risultati sono schizofrenici e le finestre di mercato sono viste come un incubo senza fine (io stesso sono terrorizzato dalla sessione estiva di quest'anno). Se davvero dovessero entrare in società degli investitori russi, si potrebbero riaprire degli spiragli di ottimismo, perchè di certo uno non viene dall'estero per fare beneficienza all'Inter, ma si aspetta un ritorno economico o quantomeno di immagine (ammesso e non concesso che nel calcio italiano ci possa mai essere un ritorno economico in queste condizioni). Io ho smesso di sperare in investimenti consistenti da un bel pezzo, per cui, come dico e penso da tanto tempo, mi accontenterei di idee chiare e una squadra giovane che mi diverta. Se poi questi investitori dovessero davvero acquisire delle quote, allora potrei iniziare a sperare in qualcosa di più.

Acrobat ha detto...

Ovviamente beneficenza, ormai non so neanche più l'italiano.

carlo ha detto...

carissimo Luciano, nemmeno io ritengo l'aver giocato nell'inter condizione sufficiente o necessaria per rappresentare l'interismo.
Vorrei persone con valori umani adeguati al nostro ambiente: il Trap e Mou avevano da dire e dare valori, ed hanno avuto l'umiltà di apprendere, di entrare in risonanza.
Lenardo ha valori che sono più vicini ai nostri che al milan.
Vieri ha giocato da noi per anni, ma non ha capito nulla di quello che lo circondava, così come Muntari. Loro non esprimono nulla del mondo inter.

Sono convinto che trasmettere valori sia anche una via per esportare l'immagine Inter, e quindi vendere il nostro marchio.
Il barça ha un immagine positiva nel mondo non solo per la qualità della squadra ma perchè vengono visti come esportatori di valori.

luciano ha detto...

Carlo: finalmente sono riuscito a comprendere a fondo il tuo discorso e posso dire di condividerlo.
Condivido anche l'idea che il barça nel mondo veicoli dei valori. Purtroppo secondo me ha anche dei disvalori piuttosto evidenti, ma fortunatamente per loro questi passano in secondo piano, per i più.

carloblacksun ha detto...

"Il mio amore per la Roma va al di là di dirigenza o allenatori,ma Luis Enrique è stato fondamentale. È l’allenatore migliore con cui sia mai stato e poi a livello tattico mi valorizza, mi dà tante responsabilità. Fare il compitino non è per me: mi piace stare al centro della manovra, essere la causa delle vittorie e a volte delle sconfitte"

Io l'avevo detto ieri, Simone l'ha scritto oggi...DDR ha detto queste parole su Luis Enrique...pensate che Sneijder potrebbe dire altrettanto degli ultimi 4 allenatori avuti?

giuseppeRC ha detto...

OT: a quanto pare l'Anzhi è pronto a presentare entro il 24/2 un'offerta all'Inter per Sneijder. Se quest'offerta fosse congrua e servisse a finanziare a giugno l'acquisto di un paio di giovani di grande valore (Lucas su tutti, ma non solo), vi privereste di Wes già da subito?
E a chi risponderà "ma stai ancora a sentire quello che dicono i quotidiani?" ricorderei che la stessa cosa si diceva a proposito di Eto'o e (inizialmente) Motta...

carloblacksun ha detto...

@ giuseppeRC

No perche' basta vedere come sono stati usati i soldi ottenuti dalla cessione di Balotelli, Eto'o e Motta... io mi tengo Sneijder.

Acrobat ha detto...

Carlo, tanto Sneijder va comunque via a giugno. Piuttosto, non credo che gli passi per la testa di andare all'Anzhi.

luciano ha detto...

Daniele De Rossi è SEMPRE stato al centro del gioco della Roma. Solo che prima prendeva meno soldi

carloblacksun ha detto...

Vero Luciano. Pero' non era obbligato a spendere parole cosi' importanti per Luis Enrique, sei d'accordo? Mi piacerebbe che Sneijder lo facesse con Ranieri per esempio...

luciano ha detto...

Ho letto ottime dichiarazioni di quasi tutti i giocatori su Ranieri e anche se leo, a suo tempo. Tutti definiti sprezzantemente lecchini. De Rossi invece è uno che (dopo aver preso i soldi) fa "dichiarazioni importanti"
Wes non può averle fatte perché prima è stato infortunato e poi ha ripreso con qualche mezza partita.
Comunque sono dell'idea che Wes non le farà mai, semplicemente perché vuole andar via (per il discorso che facevo prima, in altri interventi).
Poi, come sai, l'ultima cosa che a me interessa sono le chiacchiere. Se Wes fosse ipocrita e dicesse cose stupende, che cambierebbe?

olag ha detto...

CarloBs,infatti ha aspettato di aver rinnovato,alle sue condizioni, ovviamente, prima di votarsi anima e corpo a Luisa Enrique.
Indubbiamente gratificante, fare la bandiera a 6 mln l'anno.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Ringrazio tutti per la bella discussione di ieri sera, in particolare die (anhce se la comparazione che prevede Stramaccioni mi sembra un po' forzata, anche perché si parla di ambiti legati a una formazioen Primavera).
Consiglio a chi può recuperarla la bella intervista comparsa stamattina su Marca a Manuel Sergio, filosofo-pedagogo che ha avuto un ruolo importante nel percorso di formazione di Mourinho (ora lavora al Benfica con Jorge Jesus).
Ci sono tanti passi interessanti "JM è tra i primi che ha inteso il calcio come scienza umana, al di là di tattica, dei calciatori, JM lavora sull'uomo. (...) Giorni fa ho chiesto a Saviola quale allenatore del Barça che ha avuto sapesse più di calcio. MI ha risposto, sostanzilamente tutti avevano le stesse conoscenze, la differenza le facevano le qualità umano (...) le tre grandi virtù di un tecnico sono: essere un leader, saper leggere il gioco e sapere comunicare per poter motivare: esiste tanta gente che sa molto di futbol, ma se non sa comunicare ai giocatori, non sa allenare. (...) Guardiola pensa più di quello che vive, José vive più di quello che pensa (...) ogni club ha una sua anima: ciascun club tiene un "suo" calcio (Domanda: la filosofia di Mourinho è chiara: vuol vincere. Risposta: tutti vogliono vincere).

Aggiungo: guardate che in un'itnervista al Corsera Sneijder ha tessutol'elogio di Ranieri, poco dopo il suo arrivo: "finalmente uno che mi fa giocare dove voglio, dietro le due punte".
Cmq è vero che tutta questi continui riferimenti alla Roma rischiano di far apparire antipatico il "progetto", capisco Luciano. E poi, voglio dire, almeno se dobbiamo copiare un progetto facciamolo dall'originale, no? :-)