Atalanta-Inter 1-1: i dubbi e le risposte.

In questo blog, all'inizio dell'estate, si era sviluppata una discussione interessante su un  tema particolare: considerando la situazione della squadra, priva di grandissimi talenti, con una rosa invecchiata nei suoi elementi migliori, impossibilitata a compiere investimenti onerosi, si doveva puntare a colmare le lacune più evidenti cercando comunque di essere più competitivi nel breve periodo, oppure era meglio programmare una crescita graduale, inserendo giovani interessanti e “futuribili”?

Vi era chi, come il sottoscritto, riteneva che non si potesse rinunciare alla ricerca di una maggior competitività immediata per inseguire un improbabile futuro, magari col rischio di un presente pericoloso.

D'altra parte alcuni ritenevano che arrivare noni o dodicesimi  non cambiasse (cambiasse, non Cambiasso...) nulla e quindi tanto valeva andare sui giovani, compresi quelli del nostro vivaio, e provare a ricostruire senza perdere altro tempo.

La scelta di Mazzarri come allenatore, secondo una vulgata assai diffusa, implicava l'addio al progetto di ringiovanimento: “Mazzarri - si diceva - i giovani non li vede proprio e fa giocare sempre gli stessi dodici o tredici”.

Ma in società il tentativo di restare competitivi con alcuni ritocchi sul vecchio telaio lo si considerava fallito con le esperienze dei due anni precedenti.

A gennaio si era già preso un giovane importante (Kovacic), in estate sono arrivati Icardi, Belfodil e Taider.

Il più vecchio di questi è un'92. Il più giovane un '94. E trascuriamo Juan Jesus, del giugno '91.

Si è scelto dunque di avviare il rinnovamento, ma senza avventure, come mostrano gli arrivi di Campagnaro, Rolando, Andreolli e le conferme di anziani per un motivo o per l'altro discussi, come Samuel, Chivu, Mudingay, oltre agli imprescindibili  Cambiasso e Milito.

E come mostra la contemporanea cessione provvisoria di giovani semi pronti come Bardi, Benassi, Mbaye, Duncan, Longo e Garritano, per non parlare di Livaja.

Dopo dieci giornate, possiamo dire che la scelta si è rivelata giusta, perché i giovani inseriti in rosa indiscutibilmente si sono rivelati più pronti di quelli mandati a fare esperienza e nello stesso tempo diversi degli "anziani" arrivati o confermati si sono rivelati preziosi.

Senza Kovacic, Taider, Icardi e Belfodil il futuro sarebbe più lontano, ma senza Campagnaro, Rolando, Samuel, Cambiasso e C. il presente darebbe più apprensione.

La scelta era  apparsa giusta anche a molti di noi tifosi, che abbiamo creduto, sin dall'inizio, alla possibilità che la squadra reggesse a poca distanza dal trio di testa, per sferrare un attacco alle posizioni utili per la CL dopo il mercato di gennaio, con i ritocchi necessari (ovvio che si sarebbe trattato di innesti subito fruibili, non di mera prospettiva).

Mazzarri ha smentito le voci che lo volevano ostile ai giovani, inserendo a turno e con giudizio le quattro “promesse”: tutte, giova ripeterlo, con un passato professionistico già rilevante.

Ha dovuto superare anche qualche problema, come l'infortunio di Kovacic, il Ramadan di Belfodil e i fastidi fisici ricorrenti di Icardi.

Juan Jesus, che pure ha un lungo cammino di adattamento al nostro campionato ancora da compiere, ha giocato sempre e gli altri sono stati inseriti a turno, su un blocco che dava sicurezza se non per le qualità elevatissime di tutti, almeno per l'esperienza.

I risultati sono stati obiettivamente abbastanza positivi, ma dopo la partita di Bergamo, con sette punti possibili di distacco dalla terza e in attesa di visitare Udine, le speranze di  inserirsi al vertice si sono molto assottigliate.

L'"infortunio" contro la Roma ci stava, ma a pesare negativamente sul nostro bilancio sono stati i tre pareggi in trasferta, contro squadre non irresistibili come Cagliari, Torino e Atalanta, sempre dopo essere stati in vantaggio.

C'è stata della sfortuna, ma quando una situazione si ripete tre volte consecutivamente, non ci si può limitare ad accusare la malasorte e forse neppure gli arbitraggi.

Allora, qual è la causa di un cammino che senza essere insoddisfacente, lascia comunque un po' di delusione?

A mio parere le cause sono tre.

Le prime due le ha indicate direttamente Mazzarri, la terza, con un po' di presunzione, l'aggiungo io.

"Se si vogliono far crescere dei giovani come Kovacic e Taider, serve pazienza. Crescono facendo esperienza”.

Il che significa che per farli crescere si perdono dei punti.

Se ne fai giocare tanti si perdono ancora più punti.

Se poi facessi giocare anche quelli obiettivamente “acerbi”, come qualcuno chiedeva...

L'Inter ha provato a costruire una squadra ringiovanita e qualcosa ha pagato in termini di inesperienza, soprattutto in un campionato ultra tattico come quello italiano.

L'altra spiegazione sta in questa frase, sempre pronunciata dal mister, in risposta a chi gli chiedeva come mai il suo Napoli, a differenza dell'Inter, prendeva pochi gol:

"Se lei mi fa il confronto con il Napoli, beh lo allenavo da 4 anni!”. 

Mazzarri voleva dire, e lo ha poi chiarito, che un buon allenatore nel tempo aiuta il completamento tecnico e tattico dei singoli.

Anche dei singoli non più giovanissimi.

Sono convinto che questi margini di progresso, frutto di un lavoro intelligente anche su professionisti collaudati, ci siano, soprattutto per quanto riguarda la fase difensiva, in termini di posizionamento, movimenti, capacità di lettura delle situazioni.

Non c'è dubbio che Maggio, Cannavaro, Britos, Zuniga, per fare qualche esempio, oggi siano giocatori migliori di quando hanno iniziato a lavorare con Mazzarri.

Sono anche convinto che se a Mazzarri si darà più tempo, alcuni nostri giocatori miglioreranno in modo notevole i loro standard di rendimento

E ancora:

La terza causa, che Mazzarri non poteva esplicitare, sta nei limiti abbastanza evidenti in termini assoluti,  di alcuni dei giocatori base.

Qualcuno col lavoro migliorerà, ma probabilmente certe difficoltà congenite sono irrimediabili: Rolando non acquisirà rapidità, difficilmente Rano diventerà più reattivo sul breve, Nagatomo difensivamente avrà sempre dei limiti, Cambiasso non migliorerà la sua mobilità, Guarin resterà sempre fondamentalmente un istintivo, Alvarez alternerà sempre a grandi giocate delle amnesie da autocompiacimento.

Inoltre, pur guardando con fiducia al decisivo salto di qualità atteso da  Icardi, Kovacic, Taider e Befodil, si deve considerare che per il momento non sono certo avvicinabili, sul piano del rendimento, a un Milito, a un Hamsik, a un Vidal e a un Tevez, tanto per fare degli esempi.

E comunque anche se loro raggiungessero rapidamente il top, mancherebbero sempre un esterno offensivo veloce e scattante, almeno un mediano incontrista, un regista.

Questo per dire che, a mio parere, la squadra ha ancora diversi problemi, oggettivamente e io non mi schiero con chi già sta voltando le spalle a Mazzarri.

Il mister secondo me ha ragione, il gruppo sta crescendo, deve essere integrato da qualche nuovo arrivo importante, si deve lavorare molto sui giocatori che ci sono, ma è solo il nostro amore smisurato per questi colori che ci ha portato a inseguire dei sogni irrealizzabili, per il momento.

La partita

Spesso, dopo un match dell'Inter, mi ritrovo a pensare di aver visto una partita diversa da quella raccontata dai media.

Personalmente ho visto un primo tempo con un'Inter in grande difficoltà, incapace di sfruttare il vantaggio ottenuto, attaccata da 11 giocatori che arrivavano sempre primi sulla palla e che facevano un pressing asfissiante (sempre 2 o 3 sul nostro portatore di palla), irruenti determinati, superiori fisicamente e atleticamente.

Il pareggio dell'Atalanta è si venuto da un nostro errore individuale clamoroso, ma era nell'aria da tempo.

Sulla destra dell'attacco, gli orobici sfondavano quando volevano, una palla era stata respinta sulla linea a portiere battuto, i corner e i calci piazzati si susseguivano e creavano grandi pericoli.

Nel secondo tempo il loro ritmo inevitabilmente si è placato, come è inevitabile quando non ci si trova di fronte a prestazioni... farmaceutiche e la nostra capacità tecnica ha riequilibrato la partita.

Il palo di Icardi e il tiro fuori di poco di Alvarez fanno il paio con qualche occasione fallita dai loro avanti, in particolare sulla botta a colpo sicuro da pochi metri e centralmente di Yepes,  respinta col piede da un reattivo Carrizo.

Le criticità mi sono sembrate queste:

1) Incapacità di reggere il ritmo degli avversari nel loro periodo migliore.

2) Buchi nell'organizzazione della zona sinistra della nostra difesa (io non giustificherei completamente neppure Juan Jesus: quando una difesa a tre contrasta una formazione con il 343, chi deve prendere la punta di destra e il centrocampista esterno che sopraggiunge? I giocatori coinvolgibili erano JJ - tanto più che Cambiasso arretrava spesso centralmente - Nagatomo e Alvarez).

I limiti difensivi di Nagatomo sono noti da tempo, ma forse con meccanismi di interazione più accurati, si potrebbero ridurre gli inconvenienti.

Questione di concentrazione, di automatismi, di applicazione assidua e lavoro, appunto.

3) Fragilità del centrocampo in fase di contenimento.

4) Carenza di “peso” in avanti, almeno sino all'ingresso di Icardi (ma la coperta è corta e sono convinto che Mazzarri faccia bene a cautelarsi all'inizio con un 3511).

Poi naturalmente questa tesi si può condividere o meno. Il bello della discussione sulle partite è questo.

Le valutazioni individuali

Handanovic: non so quando è avvenuto l'infortunio, ma non ha mai dato la solita impressione di strapotere. SV

Rolando: in crescita rispetto a partite precedenti: dalla sua parte pochi pericoli. 6+

Samuel: un ottimo rientro, macchiato dall'errore sul gol, che il Muro di un tempo non avrebbe commesso. 6

Juan Jesus: a me è sembrato il meno sicuro della difesa, considerando anche che i pericoli maggiori sono venuti dal centro destra del loro attacco. 6-

Jonathan: uno dei più positivi, senza dubbio. Migliorato moltissimo in copertura, nel primo tempo ha spinto parecchio, senza però trovare quasi mai la giocata importante. 6,5

Guarin: il solito giocatore di questa stagione: sembra ingaggiare una partita individuale con la porta avversaria. Ha potenza e colpi, ma il suo contributo al collettivo latita. 6-

Cambiasso: a me pare in un periodo d'oro. Sradica palloni su palloni dai piedi degli avversari, è sempre ben piazzato, dirige i compagni con acume. Se vogliamo fare un appunto, è meno presente del solito in fase offensiva. 7

Alvarez: Il solito generoso giocatore, che ci mette cuore, corsa (a tutto campo) e qualità tecniche. L'errore in occasione del gol subito è grave e lo penalizza. Ma realizza un bel gol e ne sfiora un altro che sarebbe stato clamoroso. 7

Kovacic: una buona prima frazione di gara, con diverse giocate che dimostrano come, col tempo, proprio questo potrebbe essere il suo ruolo. Poi, nella ripresa cala di rendimento e commette qualche ingenuità. 6+

Palacio: non è in una delle sue giornate migliori anche se risulta un po' troppo isolato davanti perché il giudizio sia probante. Comunque si batte sempre con generosità. 6 di stima.

Carrizo: grande reattività in una parata che ha salvato il risultato. Per il resto, abbastanza attento. 6+

Icardi: si sa che lui tocca poche palle: è un ariete d'area e basta. Gliene arrivano 3 o 4 e lui coglie un palo e subisce un fallo da rigore. Non male. Peccato che sembra si sia infortunato nuovamente. 6

Taider: nei pochi minuti disputati dà il suo solito contributo agonistico. SV

Mazzarri: secondo me anche a Bergamo fa il possibile per realizzare un equilibrio in campo che con questi uomini non è semplicissimo da raggiungere e richiede molto lavoro e continui esperimenti. 6.5

 

Luciano Da Vite

Nella foto, l'esultanza di German Denis, nostra autentica bestia nera, dopo il gol del pareggio atalantino. Nell'occasione El Tanque ha anticipato nettamente un colpevole Walter Samuel, ieri al rientro in campo. 
Non ha sbagliato solo The Wall, ma anche Jesus, Nagatomo e Alvarez ci hanno messo molto del loro nel consentire a Moralez di arrivare al cross... tuttavia l'errore di Samuel è quello che fa più male, perché da lui non te lo aspetti, in fondo, così come non si accetta un errore "mortale" da parte di un eroe "immortale". Invece, è successo.

Il tempo passa e logora anche i campionissimi come Samuel “The Wall”, purtroppo.

Guido Montana