Inter-Livorno 2-0: conta la sostanza

Forse per la prima volta nella mia vita, mentre tornavo dallo stadio, parlando con mio figlio esprimevo alcune valutazioni che, non senza un minimo di piacevole stupore, dopo il ritorno a casa ho ritrovato quasi integralmente nelle dichiarazioni del nostro mister.

La prima di questa valutazioni è la seguente: la peggiore Inter vista quest'anno.

Per dire, contro la Roma, 0-3 in casa, abbiamo giocato molto meglio.

Molti si scandalizzeranno, ma proprio questa constatazione mi appare di ottimo auspicio per il futuro.

Perché di questo fatto ci sono tante spiegazioni, tecniche e tattiche, che a mio parere rendono prezioso il risultato conseguito.

Premetto che ero anche certo di leggere, da parte di tifosi interisti, la corsa al ribasso: il Livorno era poca cosa, dovevamo asfaltarli e invece...che vergogna....

Dal mio punto di vista, sono considerazioni emotive di tifosi, di amanti esigenti, che però hanno poca dimestichezza con il calcio visto nella sua essenza: la razionalità e la praticità.

Il Livorno aveva gli stessi punti della temuta Udinese, in undici gare aveva perso solo 3 volte (Roma Verona e Napoli) e una sola volta aveva subito uno scarto maggiore rispetto a ieri sera. Con la Roma aveva perso 2-0, subendo nel secondo tempo.

Cito questi dati, non per sostenere, ovviamente, che i labronici siano uno squadrone e noi abbiamo compiuto un'impresa.

Solo per dire che non abbiamo battuto a fatica la cenerentola del calcio italiano, ma un complesso che fino ad ora, ad eccezione della trasferta di Napoli, è stata capace di restare in partita sino alla fine e ha conseguito in termini di punti un bottino non trascurabile.

Il Livorno aveva diversi assenti: era lecito pensare che potesse risentirne.

Ma quando hai 20 giocatori medi, la differenza fra titolare e riserva è spesso ridotta.

Anche a noi mancavano alcuni giocatori e se hai 4-5 campioni e 15 giocatori medi, la mancanza di uno o più campioni la senti maggiormente.

Dovevamo attaccare e ci mancavano le due punte titolari (Milito e Icardi); dovevamo evitare di esporci al contropiede e ci mancavano due titolari difensivi indiscussi: Campagnaro e Juan.

Sbaglierò, ma dal mio punto di vista le assenze mi sembrava non modificassero in modo significativo la situazione delle due squadre.

E credo che il campo abbia confermato questa tesi.

Abbiamo visto il solito Livorno, compatto, dotato di corsa e grinta, tatticamente ben disposto, poco propositivo nelle ripartenze (eppure aveva disponibili, davanti, gli uomini migliori del suo organico: Paulinho, Siligardi, Emeghara).

Prima del match, avevo scritto che sarebbe stata per noi una partita più difficile rispetto a quella di Udine e sono stato facile profeta.

L'Udinese doveva provare a far gioco e a concederci più spazi.

Era più temibile davanti, ma Di Natale è uscito anzi tempo e Muriel non appariva in grande giornata.

Così spuntati, i friulani non erano in grado di offendere e per cercare di costruire qualcosa dovevano necessariamente squilibrarsi ed esporsi.

Contro il Livorno la partita si presentava completamente diversa.

Il primo problema era costituito da Guarin trequartista: a Udine ha trovato spazio, a Milano ha incontrato grandi difficoltà e non per sua colpa.

D'altra parte le soluzioni tra cui scegliere erano poche. Spesso i tifosi valutano le qualità individuali dei singoli, ma i tecnici devono valutare anche la compatibilità rispetto al gruppo, considerando di un singolo pregi e difetti.

Non so se mi spiego, ma una squadra è un puzzle in cui i pezzi devono incastrarsi alla perfezione: se un pezzo è migliore di un altro ma non si incastra, meglio restare al minore dei mali.

Voglio dire che le alternative erano quattro, per il ruolo di trequartista: Guarin, Alvarez, Belfodil o Kovacic. Di Guarin si sapevano i limiti, in partite come queste.

Per quanto riguarda Alvarez, mi soccorre la seconda dichiarazione di Mazzarri che coincide con il mio pensiero: oggi Alvarez garantisce più continuità e intensità degli altri nella fase di non possesso. Nel primo tempo ho molto apprezzato una serie di falli commessi da Alvarez a centro campo: segno di personalità, di voglia di lottare: è un giocatore completamente trasformato rispetto a quello che conoscevamo. Poi Alvarez sa essere pericolosissimo anche partendo da lontano. Di mio aggiungo questa considerazione: comprensibilmente non dura su livelli di eccellenza più di 60-70 minuti. Perciò si deve aver pronta un'alternativa.

Avendo a centrocampo Cambiasso che ha limiti di mobilità e un altro giovane (Taider) da inserire con tempi giusti, la soluzione migliore resta quella di Alvarez, come terzo, rispetto a Guarin, troppo anarchico e inaffidabile in copertura e all'attuale Kovacic che, come dice il mister, non esprime la stessa intensità di Alvarez.

Sono tesi discutibili, eh. Opinioni.

Ma a me non dispiace condividere l'opinione del tecnico che lavora quotidianamente con loro, piuttosto che quella, eventualmente, della maggioranza dei tifosi.

Quindi scelto Alvarez come terzo centrocampista, restava il problema di individuare il trequartista tra Guarin, Belfodil e Kovacic. Belfodil è un prospetto interessante, ma anche ieri ha confermato che deve crescere molto, per avere l'incisività e il “peso” sulla partita dei suoi compagni. A occhio, mi pare che ben raramente il mister abbia rinunciato al Guaro: forse mai. Perché il Guaro ha pregi e difetti, ma è un giocatore fatto, potente, un guerriero con esperienza internazionale, uno che magari non fa bene palla al piede, ma che in campo si sente.

Kovacic nei pochi minuti giocati ha mostrato che l'intuizione di Mazzarri (impiegarlo non in mediana, ma più avanti) era giusta, per le potenzialità attuali del giocatore. Mateo sta ritrovando la condizione migliore e giocando più avanti può essere un'ottima carta da subito. Certamente è più in grado di sparigliare una difesa chiusa rispetto al Guaro.

Il Kovacic che abbiamo visto ieri è indispensabile in questa squadra, ma è necessario che vengano messi a punto i meccanismi compensativi per metterlo nelle condizioni migliori.

Cito solo un esempio: Taider secondo me ha giocato un primo tempo mostruoso, era onnipresente, aiutava tutti. Nel secondo la fatica gli ha annebbiato idee e muscoli. Non ne aveva più. Errori di gioventù. Con l'esperienza si acquisisce la capacità di gestirsi al meglio, di evitare rincorse disperate e magari inutili, ecc.

La scelta di Mazzarri è stata dettata da prudenza e senso pratico. Personalmente la condivido.

Capisco benissimo che altri, con una visione diversa del calcio, forse anche più moderna, chissà, la avversino. Resta il fatto che con questa soluzione abbiamo sofferto pochissimo, creato poco ma portato a casa un risultato importante.

Non ci sono controprove: forse con una soluzione più offensiva avremmo dato più spettacolo e vinto più facilmente, ma non è detto.

La stessa ottima prova di Kovacic non è un argomento decisivo in proposito: perché partire dall'inizio e giocare tutta una partita è cosa completamente diversa. Non parlo del rendimento del croato, ma dell'equilibrio complessivo della squadra. D'altra parte con uno schieramento meno umile, più spavaldo (siamo l'Inter...) in passato abbiamo pagato con squadre come Novara, Bologna, Siena, certamente meno forti del Livorno di oggi. So benissimo che anche questo non è un argomento risolutivo. Vale per chi lo condivide.

Piuttosto di una cosa sono convinto e Mazzarri l'ha ribadita più volte.

Il mister sta mettendo la fondamenta, ma si rende conto che l'edificio deve svilupparsi in altezza (cioè fuor di metafora deve accrescere la potenzialità offensiva, realizzando quello che, con linguaggio copiato dalla politica, si può definire “equilibrio più avanzato”).

Sono certo che sta lavorando per questo: quale sarà la soluzione (due punte + un trequartista; una punta un trequartista e un esterno offensivo, ecc.) è presto per dirlo.

Per ora, a mio parere vuole fare più punti possibili, in attesa di avere le soluzioni pronte per cambiare.

E personalmente, anche questo so che non è un pensiero molto condiviso, sono contentissimo della sua gestione dei giovani.

Senza pressione (la pressione dei tifosi giustamente ansiosi di vedere sempre in campo tutti i giovani dotati di qualità potenziali) li accompagnerà verso la completa e definitiva affermazione.

Come ha fatto con Jona, con Alvarez, con il reietto Rolando.

Non che questi siano giovani, ma erano giocatori da completare sotto qualche aspetto.

La partita

Si deve subito riconoscere che non è stata una partita divertente.

Lo spettatore neutrale, se non è uno studioso del calcio, si sarà annoiato sicuramente.

Alcuni dati sono significativi: il primo nostro tiro in porta si è verificato al 46' (conclusione di Alvarez deviata).

Lo stesso nostro gol non è venuto da un tiro in porta, ma da un cross intercettato male.

Nel secondo tempo c'è stata qualche occasione in più, ma troppo poco per riscattare un primo tempo anonimo.

D'altra parte la situazione era prevedibile, come avevo scritto nel pre-match, perché con Palacio marcatissimo avevamo solo la possibilità di sfondare sulle fasce, con Jona o con il tandem Alvarez-Naga.

Però poi in mezzo non avevamo chi potesse finalizzare.

Non a caso il primo gol è venuto da un'iniziativa di Jona e il secondo da un inserimento con conclusione di Naga.

Centralmente era quasi impossibile passare, con questi uomini e questo modulo.

Nel finale ci sono state più possibilità in questo senso, con le percussioni di Zanetti e Kovačić.

Ma poi ha dovuto segnare un esterno.

C'è però il rovescio della medaglia: nessun tiro in porta dei livornesi. Certo, si può dire che gli attaccanti labronici non sono granché. Ma sino ad ora avevano segnato 13 gol, più di altre 9 squadre di serie A, tra cui Atalanta e Udinese, per esempio.

E noi sino a Udine, senza Campagnaro avevamo subito valanghe di gol. Ieri oltre a Campa ci mancava Juan. Eppure non abbiamo quasi mai rischiato. E soprattutto: la prova dei tre difensori è stata molto positiva. Gli stessi giocatori che in partite precedenti hanno lasciato molto a desiderare e sembravano brocchi inguaribili. Che dipendesse non da loro, ma dalle mancate coperture tempestive? 

Non dimentico mai che stiamo ricostruendo, faticosamente. So che il processo sarà lungo.

Anche a me piacerebbe avere una difesa impermeabile, che non necessita di particolari protezioni, e dunque un attacco devastante e spumeggiante. Sarò troppo pavido, come... Mazzarri. Ma per me va bene così. Un passo per volta, un mattone dopo l'altro, su fondamenta solide.

Perché c'è un altro elemento da considerare.

Fino ad oggi il valore aggiunto della squadra è stato costituito da Jona, Alvarez, Cambiasso e Palacio. Ma questi quattro giocatori non potranno esprimersi sempre ai livelli di queste 12 giornate. Un calo è naturale. Già ieri Alvarez ha disputato una prestazione normale e non mostruosa. E la squadra ne ha risentito. Stesso discorso per Palacio: ma per lui forse si è trattato solo di un eccessivo isolamento. Per restare competitivi si deve lavorare alla crescita di altri (Kovacic, Icardi, forse Milito, se ancora recuperabile) e magari inserire qualche nuovo tassello importante.

Ripeto: sarò uno che si accontenta, un tifosotto, un jap, uno incapace di pensare in grande. O forse un realista, uno che adatta al calcio il motto “natura non facit saltus”, che sa apprezzare i passi in avanti, anche parziali.

Intanto questa sera potremo essere a 4 punti dalle terze, o addirittura e tre dalla terza in caso di vittoria di una delle due contendenti. E abbiamo una squadra con un volto ancora insoddisfacente, ma di sicuro meglio definito e solido rispetto a qualche tempo fa.

Avanti senza illusioni, dunque, ma con fiducia, nell'allenatore e nella società

Le prestazioni individuali

Handanovic: neppure una vera parata. Sicuro nel disbrigo dell'ordinaria amministrazione. Sv

Ranocchia: sempre concentrato, preciso nell'anticipo, non ha concesso nulla agli avversari e ha anche provato a spingere. 7

Rolando: sta convincendo anche i più scettici. Non sarà un fenomeno di rapidità, ma ha senso della posizione, buona padronanza della palla esperienza e ottima elevazione 6.5

Samuel: con un po' più di fatica rispetto al passato, ma nelle chiusure che servono c'è sempre. Esperienza e mestiere suppliscono a un leggero calo nella rapidità. 6.5

Jonathan: non era in perfette condizioni, ma ha giocato un gran primo tempo, proponendosi con iniziative efficaci. Poi è stato più sulle sue. Valido anche in fase di contenimento. 7

Taider: primo tempo importante per generosità, corsa e agonismo. Nel secondo tempo la fatica gli annebbia cervello e muscoli. Deve imparare a gestirsi meglio. 6+

Cambiasso: altra prestazione esemplare, da leader indiscusso della squadra. Ottimo in fase di interdizione, abile nel far ripartire la manovra e persino negli inserimenti. 7

Alvarez: non più mostro incredibile, ma giocatore normale, che si batte corre e crea qualcosa di positivo. Non si può essere al top in ogni partita. Comunque gli riesce qualche giocata e suo è il primo vero tiro pericoloso (al 46'). 6+

Nagatomo: solita prestazione del giapponese: pericolosissimo in fase offensiva, in qualche difficoltà nella marcatura. Sbaglia tanto prima del gol, che comunque gli vale mezzo voto in più. 6.5

Guarin: in difficoltà nel ruolo di trequartista, contro una difesa fitta, che chiudeva tutti gli spazi. Garantisce comunque un contributo importante di peso atletico e di “mestiere”. 6

Palacio: lui c'è, come sempre, ma il compito di battersi quasi da solo contro una difesa assai chiusa è improbo. Si vede meno del solito, ma lavora molto per la squadra. 6+

Kovacic: pochi minuti, sufficienti a dimostrare che sulla via del completo recupero ai suoi livelli: due iniziative splendide e (finalmente) l'assist per il secondo gol. 7

Belfodil: è un prospetto interessante, ma al momento gli manca lo spunto che si richiede ad un attaccante e la malizia nella gestione della palla, in certe situazioni. Migliorerà. 6

Zanetti: il suo ingresso dà la scossa a una squadra che sembrava un po' sulle ginocchia. Corre e spinge come ai bei tempi, anche se per un periodo ridotto.

Importante contributo nell'azione del gol. 7.5 di stima e per salutarne il ritorno.

Mazzarri: ho spiegato in precedenza perché giudico positivo il cammino percorso sino ad ora e anche l'atteggiamento tattico scelto per la gara di ieri: prima la solidità, il non correre rischi, poi lo sforzo per costruire, magari con un uomo in meno, in attacco, ma con la supremazia dietro e in mezzo.

Non è un mago, siamo d'accordo. E' uno che sbaglierà, come tutti, ma conosce il calcio e ha una mentalità concreta. 7

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it): la magia, lo splendido tocco di Mateo Kovačić a servire Nagatomo per la rete della sicurezza.