Inter-Parma 3-3: un film già visto?

Il timore di assistere al remake di di un film di successo (anzi, in questo caso, di insuccesso) c'è, eccome.

Pensiamoci: elementi in comune sembrano esserci sia con la scorsa stagione, soprattutto, sia con gli esordi in panca del reprobo Ranieri.

Buona partenza, risultati superiori alle aspettative, speranze che crescono...

Poi, improvvisamente, il ritorno alla realtà, il declino inarrestabile della squadra.

Quattro partite sulla carta abbastanza agevoli nelle quali si dovevano fare dai 10 ai 12 punti.

E invece se ne sono fatti 5.

Soprattutto, rivelando deficienze di organico e di gioco che solo l'inizio straordinario di qualche nostro giocatore avevano nascosto.

Come negli altri anni, l'alibi (alibi sino a un certo punto) delle assenze.

Insomma, tutto già visto?

Tutti scarsissimi i nostri tecnici, da Gasp a Ranieri, da Strama a Mazzarri, per non parlare di quelli precedenti, Benitez e Leo.

Tutti incapaci di vedere quello che qualunque tifoso vede benissimo.

Tutti ostinati a schierare una squadra senza capo né coda, con giocatori fuori ruolo (a proposito, ma il ruolo di un giocatore è scritto sui documenti anagrafici, come la residenza? Zanetti è fuori ruolo, ma tutti gli allenatori succedutisi all'Inter lo hanno schierato spesso a sinistra; Alvarez è fuori ruolo perché qualunque tifoso vede che deve fare il trequartista, mentre Kovacic deve fare il mediano. Anche Guarin deve fare il mediano. E non parliamo di Belfodil...).

C'e' una sola spiegazione se Mazzarri non vede quello che qualunque tifoso gli potrebbe suggerire e insiste a schierare giocatori fuori ruolo: non sta cercando di dare equilibrio a una rosa perfetta, utilizzando i giocatori dove, se non far bene, possono fare meno danno: no, Mazzarri sta cercando di farsi licenziare.

Oppure è così incompetente da non vedere quello che qualunque tifoso vede.

Prima del match, il mio timore riguardava il calo atletico: contro la Samp non eravamo stati capaci di fare una ripartenza collettiva decente: trovato il gol, non avevamo più la forza di uscire.

La partita con il Parma mi sembra che abbia fugato questi timori: abbiamo costruito molte occasioni, davanti abbiamo rivisto l'Inter di inizio campionato.

Solo nel quarto d'ora finale la flessione è sembrata evidente, perché abbiamo sì sfiorato il vantaggio con il Cuchu, ma loro hanno sfiorato almeno tre o quattro volte il gol della vittoria.

Secondo me allora la spiegazione è di ordine tattico: fuori un centrocampista interditore (Taider) e dentro un centrocampista offensivo in più.

Abbiamo fatto più gioco, costruito più occasioni, ma gli avversari entravano nella nostra difesa come nel burro.

Ho visto più volte i nostri difensori, che saranno anche scarsi, non discuto, prendersela con il resto della squadra che non copriva abbastanza.

Ben due volte, appena preso il gol, il Parma si è buttato in avanti e ha immediatamente ristabilito la situazione.

E nel finale, come detto, la squadra ducale ha rischiato addirittura di vincere.

Solo qualche svarione nelle conclusioni e qualche rimpallo a noi favorevole glielo ha impedito.

Sbaglierò, ma secondo me le discussioni se deve giocare trequartista Guarin, Kovacic o Alvarez sono esercizi futili di tifosi supponenti.

Come la questione del terzino sinistro: avesse giocato Pereira, oggi saremmo qui a prendercela con Mazzarri, che ha schierato l'inguardabile Pereira.

Zanetti non ha fatto male, certo non può attaccare la fascia mille volte come Naga, ma garantisce maggiore copertura in una zona dove agisce Biabiany, che è un inguardabile (vox populi), ma se gli dai un metro può castigarti.

La verità, a mio parere, è che la coperta è corta e che troppi uomini, per un motivo o per l'altro, accanto a delle qualità, hanno dei limiti importanti, per cui chi compone la squadra deve cercare mille compensazioni.

Jona è ottimo in appoggio, ma lascia a desiderare in marcatura, pur essendo migliorato;

Rano è forte (quasi sempre) nella gestione della palla, ma non è rapidissimo e a volte si distrae;

JJ dispone di una potenza incredibile ma  ha piedi non da brasiliano (spesso il Parma si schierava in modo che fosse lui a iniziare l'azione), compie raid offensivi inutili e spesso sceglie la posizione sbagliata;

Pereira corre e lotta ma ha piedi ruvidi;

Zanetti ha mestiere e senso della posizione, ma non può più avere la continuità di spinta necessaria;

Taider ha ottime qualità da centrocampista ma è inesperto e, correndo molto, non regge i 90';

di Cambiasso sappiamo pregi (tanti) e difetti, che cominciano a pesare;

Kova ha avuto un brutto inizio e ora sembra in ripresa: in ogni caso, a centrocampo deve migliorare nell'interdizione, porta un po' troppo palla (anche se divinamente) e davanti non ricordo un suo tiro nello specchio della porta (ne ha fatti due, forse tra i primi della sua carriera in nerazzurro, uno alto, l'altro a lato);

Guarin è potente, molto mobile, ma anarchico, individualista e pericoloso se arretra troppo;  

Alvarez forse giocherebbe meglio da seconda punta o trequartista, ma è indispensabile per le sue qualità anche in mezzo, dove però alla lunga finisce per sfibrarsi;

Milito e Icardi non ci sono;

Belfodil sembra francamente acerbo per guidare l'attacco dell'Inter.

Quasi esenti da pecche sembrano essere solo Handa (qualche errore capita anche ai migliori), Campagnaro e Palacio.

Ma gli ultimi due cominciano a essere avanti negli anni.

Le carenze degli altri fanno si che un allenatore non possa scegliere quelli che sulla carta, o a suo parere sembrano essere gli undici migliori, ruolo per ruolo.

Lui deve preoccuparsi di trovare compensazioni ed equilibrio.

I tifosi questo problema non l'hanno

Naturalmente le altre squadre non è che abbiano tutti e solo campioni (infatti nonostante tutto siamo ancora quarti).

Solo che le ambizioni del Parma, o del Bologna o della Samp non sono le nostre: se fanno tre pareggi di fila, non succede nulla, anzi.

Come sempre quando arriva un filotto di risultati non soddisfacenti, qualcuno comincia a pensare a problemi di spogliatoio o a problemi tra lo spogliatoio e il mister.

Potrebbe anche essere, dall'esterno è quasi impossibile giudicare queste situazioni.

Tuttavia ormai si avvicinano delle prove che, se non si rema tutti nella stessa direzione e con il massimo impegno, ci possono far precipitare: due sconfitte, a Napoli e nel derby, sarebbero irreparabili; due buoni risultati (diciamo 4 punti) ci rilancerebbero in vista del mercato, magari anche accrescendo la credibilità del mister, in relazione alle sue richieste.

Certo, è preoccupante trovarsi già in pratica a giocarsi la stagione in due partite, a dicembre.

Ma qui nessuno ha sposato Mazzarri, né questo o quel giocatore e neppure Branca, checché se ne pensi.

Solo, lavorano per noi e conviene sperare che lo facciano al meglio, almeno sino a quando l'evidenza non dica chiaramente il contrario (“chiaramente” per l'allenatore vuol dire che i punti non vengono, non che non condivide le scelte variegate di ogni singolo tifoso; per il direttore, vuol dire che avendo i soldi li spreca per acquisti modesti come per altro hanno fatto tanti ricchi direttori che vanno per la maggiore).

Insomma: a mio parere (da dilettante) la squadra resta un gruppo da 4°-6° posto.

Di più mi sembra impossibile si possa fare, anche calcolando che lo scorso anno praticamente con lo stesso gruppo siamo finiti noni a oltre trenta punti dalla vetta.

Tuttavia, almeno sino alla sera del derby, pur senza una piena convinzione si può ancora sperare in qualcosa di meglio.

Io, pur con diversi rimpianti, me ne faccio una ragione.

Le prestazioni individuali.

Handanovic: senza il suo gravissimo errore, la partita avrebbe potuto mettersi su un altro binario. Si rientrava negli spogliatoi e ci si riorganizzava, noi con l'euforia di un risultato riacciuffato, loro con il timore del sorpasso.

Qualcuno dice che Handa ha sempre grande difficoltà a trattenere le palle basse e credo sia vero.

Forse influiscono anche le voci di richieste da squadre di prima fascia in Europa. 5- (è il voto più basso della mia scala)

Campagnaro: prova non eccezionale ma positiva. Migliora di partita in partita. Spero sia al top per le prossime dure gare. 6+

Ranocchia: sinceramente non sono in grado di valutare colpe specifiche nelle azioni dei gol: ma dico che se schieri 5 difensori in linea è per tenere stretti i tre centrali e impedire imbucate proprio in quella zona. Dunque almeno errori di piazzamento ci sono stati. 6-

Juan Jesus: è sempre la solita promessa di grande difensore che per lacune ricorrenti non si consolida mai. Ancora una prestazione non molto convincente 5.5

Jonathan: prova positiva, sia in copertura, sia in appoggio. Meriterebbe una valutazione di sufficienza, ma l'assist per il primo gol di Palacio gli regala mezzo punto in più. 6.5

Kovacic: in realtà a mio parere il centrocampo dell'Inter di ieri era molto intercambiabile e difficile da definire: Alvarez e Kovacic si alternavano nelle incursioni e nei ripiegamenti.

Solo Guarin era un po' più stabilmente in avanti.

Il croato è apparso in netta crescita, anche se il suo rendimento non mi è sembrato costante. 

Ricordo alcune belle iniziative e qualche palleggio sublime a centrocampo.

Mi piacerebbe vederlo in un'Inter con compagni tutti all'altezza. 6+

Cambiasso: un prova in cui ha esibito mestiere e la solita proprietà di palleggio. E' forse l'unico nostro centrocampista che sa giocare a due tocchi, ma sul piano del dinamismo, come è ovvio, paga: la sua condizione sembra meno brillante di qualche tempo fa. Nel finale sfiora il gol del successo. 6-

Alvarez: lui lotta, ricordo dei bei recuperi difensivi addirittura sulla parte destra del nostro schieramento. Però la sua presenza diventa rilevante se quando si spinge in avanti crea numerose situazioni di pericolo.

Ieri credo lo abbia fatto solo con il cross per il secondo gol di Palacio. 6

Zanetti: chiude abbastanza bene la sua zona, contro un avversario velocissimo, ma nel modulo a 5 gli esterni devono spingere molto più di quanto lui sia oggi in grado di fare. 5.5

Guarin: sbaglia un paio di palloni in avvio e viene subissato di fischi e insulti (bastardo! Gli grida ripetutamente un distinto signore accanto a me, salvo esaltarlo dopo il terzo gol...).

Ha limiti nella logicità delle giocate e di altro tipo, ma dà sempre tutto, lotta con potenza, corre, cerca il gol e spesso lo trova.

Non è lui il problema dell'Inter. 6.5

Palacio: commovente, grandioso.

Ha imparato anche a rendersi pericoloso di testa, sia per deviare in rete, sia per le spizzate (spesso purtroppo a favore di nessuno, non per colpa sua). Potesse risparmiarsi un po' di più segnerebbe valanghe di gol. Fuoriclasse. 8

Nagatomo; Taider; Belfodil: tutti ingiudicabili. SV

Mazzarri: il risultato non lo premia. 6

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it), Rodrigo Palacio segna il gol del momentaneo 2-2.