Primavera, Inter-Brescia 2-1: finché c'è vita, c'è speranza.

Formazione Inter Primavera (4-2-3-1)*:

Maniero;

Sciacca, Yao, Pinton, Eguelfi;

Palazzi, Mariga;

Camara, Ventre, Mira;

Puscas.

*Secondo altri si sarebbe trattato di un 4-3-3, perché Mira avrebbe giocato sulla linea dei centrocampisti. Ma fa poca differenza, perché le attitudini di Andy sono comunque offensive.

Un'Inter che lascia in tribuna e in panchina molti giocatori, che non definirei titolari, ma almeno elementi importanti come Ivusic, Longo, Paramatti, Donkor (Di Stefano ha già raggiunto Varese, ndr), Della Giovanna, Acampora, Tassi, Knudsen, Baldini, Bonazzoli, Capello, riesce a battere un Brescia coriaceo, compatto e non privo di talento davanti (Morosini su tutti, ma anche lo sgusciante Valotti e l'interessante '96 Gargiulo).

Lo batte con molta fatica, solo nei minuti finali, e dopo aver rischiato più volte un'imbarcata.

Ma lo batte e il Brescia, a quanto mi dicono, fino ad ora aveva perso una sola volta.

L'Inter Primavera ha perso tre partite: col Milan in campionato, in modo netto; col Chievo, sempre in campionato, in modo ancora più netto come risultato, maturato però solo dopo che la squadra è rimasta in dieci (e anche il Chievo era stato battuto in campionato).

Poi ha perso nettamente in coppa con la Lazio: sappiamo come (gol sbagliati, pali – colpa nostra – e rigore inesistente contro... hemm...).

Ma questo non conta, conta solo che abbiamo perso e questo è giusto perché l'obiettivo per cui si scende in campo nel calcio è vincere.

Dunque, siamo probabilmente inferiori, oltre che all'Atalanta, a due squadre con le quali peraltro una volta abbiamo vinto (in partite da dentro o fuori) e una volta perso.

Una la seguiamo in classifica di poco, l'altra addrittura la precediamo.

Con la Lazio, è difficile, ma finchè c'è vita, c'è speranza.

Dopo le sconfitte con Milan e Chievo anch'io avevo scritto che il Milan ci è probabilmente superiore (lo era stato, comunque, in quel match) e il Chievo è squadra più compatta, ma forse alla nostra portata.

Ma avevo letto disamine davvero distruttive: solo noi non giochiamo, una cosa pietosa. 

Gli altri (tutti?) giocano palla a terra, con scambi velocissimi: uno spettacolo.

Io un po' mi sono rallegrato: se è così, se la squadra non manca di esperienza, potenza  e corsa, ma solo di gioco, il giorno che decideranno di giocare palla a terra (gli uomini tecnicamente superiori a molte avversarie – solo tecnicamente, dico – ci sono), daremo 5-6 gol a tutti.

A me sembra invece che i problemi di questa squadra siano non del tutto diversi da quelli della Prima: siamo inferiori a qualcuno sulla corsa e sulla potenza atletica e quindi non riusciamo a restare compatti.

Questo evidenzia ancor di più le lacune individuali, che ci sono, ma che con una squadra corta, sia in avanti sia in fase di non possesso, sarebbero meno determinati.

Rispetto alla squadra dei '94 e più ancora a quella dei '93 questa Primavera non ha meno abilità (i giocatori tecnicamente abili sono numerosi).

Ha meno giocatori veri, forti, potenti, “finiti”, pronti.

Se guardiamo quanti '91-'92-'93 e ora '94 sono finiti nei professionisti (i '94 al primo anno fuori dalle giovanili), ci stupiamo.

Vedremo quanti '95 ricalcheranno il prossimo anno le loro orme: secondo me non saranno i più tecnici, ma i più maturi atleticamente.

Tra i nostri '95 non ci sono, per esempio, i Cristante, i Petagna, i Benedicic.

Quindi non abbiamo una grande squadra, non giochiamo benissimo, ma non siamo neppure così disastrosi come qualche volta vorremmo autodefinirci (il  tipico “cupio dissolvi” degli interisti).

Baldini e Bona decisivi 

La storia del match si può riassumere in questo modo: Inter che inizia ad attccare, prende la supremazia del gioco, ma non riesce a concretizzare, per errori nell'ultimo passaggio, qualche bell'intervento del loro portiere, una cronica mancanza di concretezza in area.

Per la verità, già al terzo minuto il Brescia aveva segnato. Ma il destro di Valotti che supera nettamente la linea di porta, viene giudicato fuori da arbitro e assistente.

Per questi due, prevedo la radiazione.

Poi Maniero fa correre i... secondi  brividi, rinviando con i piedi proprio addosso a un loro attaccante. Per fortuna la difesa recupera miracolosamente.

Dopo il gol di Pinton, di testa, prepotente, in mischia, loro costruiscono qualcosa di pericoloso e Maniero si riscatta prontamente con una grande parata, ma deve capitolare dopo una bell'azione di Morosini che smarca l'ex Isaac Ntow in area, per la conclusione irresistibile.

Ancora una strepitosa parata di Maniero su Morosini e, sul ribaltamento, traversa scheggiata da Camara.

L'impressione del primo tempo è quella di una squadra che, nonostante i cambi dietro, non riesce a trovare tranquillità, che in mezzo al campo viene spesso presa d'infilata da un maggior numero di avversari, che chiede a Puscas una gran  mole di lavoro “sporco”, ma poi non ha chi lo sfrutti a dovere.

Le previsioni per il secondo tempo sono abbastanza fosche.

A questo punto, come occasioni vere, l'Inter potrebbe trovarsi sotto di brutto.

Entra Acampora per Mariga e le cose, in mezzo al campo, vanno subito meglio, anche se la prima occasione è ancora di Morosini, sul quale Maniero si esibisce in uno splendido intervento risolutore.

La partita ha una svolta con l'ingresso di Bona prima e Baldini poi.

Con Bona abbiamo una punta in più in mezzo all'area di rigore (non è un caso che gol e palle gol portino la sua firma), con Baldini abbiamo sulla fascia sinistra un giocatore dallo spunto imprendibile, che salta regolarmente il suo avversario in velocità e mette belle palle in mezzo.

Baldo si sacrifica anche in fase di non possesso e mi stupisce perché in mezzo al campo va a prendere un paio di palloni di testa, battendo sul tempo un avversario meglio strutturato.

L'avere un punto di riferimento in più davanti, un'ala di scatto che salta l'avversario (ah, quanto ci manca in prima squadra) e, aggiungendosi a Camara sull'altra fascia, tiene aperta la difesa avversaria, fa crescere Acampora e Palazzi, mentre anche Egue si esibisce in alcune discese inarrestabili.

Nel finale dopo diverse occasioni sfumate di un nulla (ma con i bresciani ancora pericolosi in contropiede) finalmente Bona trova la stoccata risolutiva.

Non è stata certo una grande Inter, dunque. Ma una squadra che è riuscita a restare in partita quando ha sofferto e che poi ha trovato nel suo organico le risorse per vincere il match.

Le prestazioni individuali

Maniero: partita di grandissima qualità. Unico errore, veniale per come è andata a finire, quel rinvio errato con i piedi.

Sciacca: al rientro dopo tanto tempo (almeno, io l'ho visto per la prima volta), ha giocato da esterno. Crescerà migliorando la condizione.

Yao: non ho visto suoi errori clamorosi, ma certo è coinvolto nel funzionamento non perfetto della difesa, che ha lasciato troppe palle golagli avversari.

Pinton: ha il merito di sbloccare il risultato. Inizia bene, poi ha anche lui qualche incertezza. L'impressione è che debba irrobustirsi, poi troverà anche maggiore sicurezza.

Eguelfi: come passo e spinta non si discute, è sempre più autorevole; in fase difensiva, deve ancora crescere.

Mariga: lento e compassato, non è certo un valore aggiunto per la squadra.

Palazzi: prestazione di grande sostanza, come sempre. Va anche qualche volta al tiro pericolosamente. Forse qualche imprecisione nei passaggi rispetto al suo solito. Cresce nel secondo tempo.

Camara: io non l'ho visto così devastante come altri amici. Rispetto alle prime prove, direi che oggi è conosciuto e gli avversari si attrezzano per limitare gli effetti della sua velocità

Mira: prova positiva soprattutto in relazione al sostegno fornito agli attaccanti. Del resto, che sappia giocare la palla non lo si scopre ora. Esce per un infortunio, speriamo leggero

Ventre: ha qualità, ma è ancora troppo leggerino e non riesce a incidere come dall'altra parte fa Valotti, suo “concorrente”.

Puscas: si sbatte, lavora molto, impegna la difesa, sfiora anche il gol. Non demerita.

Acampora: assicura al centrocampo molta più velocità e iniziativa rispetto a Mariga. Con lui migliora tutto il reparto. Ha forza e personalità.

Baldini: è il vero uomo partita. Imprendibile sulla fascia, spacca la difesa avversaria, in tandem con Egue, e mette in mezzo palle invitanti.

Bonazzoli: in campo per una mezz'ora, segna il gol della vittoria e ne sfiora di pochissimo un altro paio. Penso che basti, per uno che... deve migliorare (Antognoni dixit).

Cerrone: con tre cambi “giusti” (uno per infortunio), mette la squadra nella condizione di vincere, con un po' di fortuna, una partita difficile.

La vera prova del nove sarà nella partita di ritorno in Coppa Italia contro la Lazio. Senza illudersi, perché il superamento del turno è impresa quasi proibitiva.

Ma va provata, con determinazione e accortezza.

Luciano Da Vite

Nella foto, Federico Bonazzoli. 

Come sempre bravo, come sempre decisivo.