Ma ET porta sfiga?

In questo blog nessuno crede alla malasorte, al malocchio, alla sfiga e ad altre amenità di questo tipo, altrimenti ci sarebbe una serie di coincidenze negative da  far preoccupare veramente.

A grandi linee, da quando, settimana più settimana meno, l'Inter è passata effettivamente di proprietà c'è stato un tracollo inspiegabile di quasi tutte le nostre formazioni.

Si fosse trattato solo della prima squadra, la risposta dei tifosi (o della grande maggioranza) sarebbe stata chiara: colpa di Mazzarri, inadatto non a gestire una squadra di vertice (noi non lo siamo e in fondo al Napoli, che invece lo era,  WM aveva fatto benino) ma neppure una squadra da quinto settimo posto, come siamo attualmente.

Però è difficile immaginare che ci sia Mazzarri dietro le prove ultime poco soddisfacenti della Primavera, delle due squadre allievi, persino dei giovanissimi  che sembravano il nostro fiore all'occhiello.

Esaminiamo separatamente i percorsi delle varie squadre.

La Prima squadra, dopo il derby  natalizio era messa discretamente in classifica, con 31 punti in 17 partite (media di oltre 1,8 punti a partita contro la media attuale di poco più di 1,5).

Ma quel che più importa l'Inter era quinta, con due punti di distacco dalla Viola, ma solo cinque dal Napoli,  ben 11 punti di vantaggio su Parma Lazio Udinese e 12 sul Milan.

L'Europa League sembrava a portata di mano e si potevano nutrire pure sogni di arrivare in CL.

Il percorso successivo è stato accidentato, ma il vero crollo è arrivato nelle ultime 4 partite, di cui 3 in casa, tutte contro avversarie sulla carta abbordabili: abbiamo fatto tre punti su 12 disponibili.

Ritorneremo poi brevemente sulle ultime due partite,  delle quali non abbiamo trattato in un post apposito.

  

Nel campionato Primavera, da una buona posizione alle spalle dell'Atalanta, siamo precipitati al quarto posto, a 9 punti dal Chievo, 8 dall'Atalanta stessa, a un punto dal Milan , anche dopo il derby pareggiato  in trasferta. I rossoneri però hanno una partita in meno.

Escluso il derby, nelle tre  precedenti partite (di cui due casalinghe) abbiamo subito 7 gol. Due dal Lanciano, due dal Verona e tre dal Cagliari.

Subito prima avevamo  perso a Padova, battuto in casa l'Udinese 1-0,  vinto a Bergamo nell'unico exploit del periodo, ma dopo esserci fatti rimontare un vantaggio di due reti,  e avevamo pareggiato in casa col Pescara.

Nel frattempo abbiamo trovato modo di uscire dal Viareggio alla prima partita, sia pure contro i vincitori morali del torneo. Oggi  a Varese abbiamo la possibilità di mettere al sicuro almeno la partecipazione alla fase finale.

Samaden di recente ha parlato dei problemi della squadra, citando in particolare le assenze di uomini importanti (Tassi e Paramatti, ma per lungo tempo anche Donky, per esempio) e  la necessità di dare tempo ai nuovi arrivi, segnatamente Camara e Polo per esprimersi al meglio.

Ragionevole anche la considerazione sull’età media molto giovane della squadra: qui sostenevamo da tempo che questo fosse un fattore importante nella mancanza di continuità delle prestazioni.

Staremo a vedere, ma secondo me c’è davvero la possibilità  che la fase finale  ci consenta, se non di vincere, di realizzare un salto di qualità interessante.

  

Gli Allievi Nazionali all'ultima giornata di dicembre avevano collezionato 13 vittorie in 13 partite, avevano appena sconfitto il Milan con un secco 3-0 e disponevano di un vantaggio di sette punti.

Oggi sono secondi a un punto dal Milan (ma devono recuperare la trasferta di Brescia), hanno pareggiato l'ultimo derby e perso punti importanti in confronti non particolarmente impegnativi.

La loro marcia è sicuramente rallentata. Anche loro hanno l’alibi di qualche assenza (De Micheli su tutti) e di qualche inserimento importante ma difficoltoso a causa degli infortuni, come Miangue, Delgado e lo stesso Paolino.

Manca forse una prima punta in grado di aprire spazi per l’insidioso Appiah.

I recenti allenamenti sostenuti da…Tininho con i ’97 potrebbero preludere in futuro a una prova in campionato. Domani con l’Atalanta comunque ci sarà già un test significativo

Gli Allievi  Lega Pro nonostante le due sconfitte nel derby (0-1) e ad  Albinoleffe erano in testa alla classifica: oggi sono a sette punti dai rossoneri (pur con una partita da recuperare), ma soprattutto hanno perso un derby 5-0 e poi pareggiato in casa col Renate.

Qui c’è stato un vero tracollo, inutile negarlo.

Alcune scelte tattiche possono aver favorito l’involuzione (per esempio sembra difficile giocare con due soli centrocampisti, bravissimi ma piuttosto lenti, come  Antonini e Donna.  Probabilmente la scelta risponde alla filosofia di Cauet: mettere alla prova i giocatori in condizioni in cui devono dare qualcosa in più. Situazione comprensibile in un campionato in cui la classifica ha un valore relativo. Però perdere un derby 5-0 è una mazzata che incide).

I Giovanissimi Nazionali avevano fatto a Natale 31 punti in 12 partite, perdendo solo a Bergamo e pareggiando a Cagliari: erano in piena lotta per il primato e avevano un netto vantaggio sul Milan. Oggi hanno 18 punti di distacco dall'Atalanta (pur con una partita da recuperare) e il vantaggio sul Milan si è ridotto a un punto.

Domenica scorsa hanno addirittura perso (1-0) a Renate, contro l'allora penultima in classifica.

Poi, è vero, c’è il trionfo in finale Annovazzi ancora con i rossoneri. Ma le vittorie nello Scirea e nell’Annovazzi, i quattro derby vinti in stagione, il secondo posto nella Nike Cup, a mio parere non possono giustificare del tutto il distacco pesante accumulato in campionato.

Solo i Giovanissimi regionali  pur con una leggera flessione hanno confermato il cammino positivo dei  primi mesi e restano al vertice.

I  Giovanissimi Regionali B avevano iniziato malissimo e hanno proseguito sulla stessa falsariga, con qualche momentaneo piccolo exploit, come il pari con il Milan che nella prima giornata ci aveva sconfitti per 5-1.

Riflessioni da tifoso

Questo percorso segnato da un declino abbastanza chiaro per tutte le nostre squadre, non può essere attribuito alla sfortuna, come si è detto, ma forse una qualche spiegazione comune potrebbe esserci.

Il sospetto, non so quanto legittimo, è che sia stato proprio il senso di insicurezza e di precarietà connesso al cambiamento di proprietà  ad agire negativamente sulla capacità di concentrazione e sulla determinazione di allenatori e giocatori, per la prima squadra; del gruppo dirigente e degli allenatori per il settore giovanile.

In questo senso le voci ricorrenti su nuovi arrivi di dirigenti e su contatti presi con allenatori, per quanto smentiti, possono incidere.

Per la prima squadra anche sui giocatori, perché è chiaro che un cambio del mister, dei dirigenti che fanno mercato e persino del modulo base porterebbe inevitabilmente alla sostituzione di alcuni giocatori, magari tra quelli che sino ad ora hanno giocato di più.

Sul settore giovanile le voci non si contano.

Tutte fasulle, forse, ma tutte in grado di creare disagio: si è parlato di un addio di Samaden che andrebbe alla Cremonese come direttore; della sua sostituzione con Bernazzani o con il tandem Bergomi Baresi (entrambi però con problemi da risolvere), è arrivato un nuovo responsabile dello scouting (solo per la prima squadra?), si parla di difficili conferme per Cerrone e di possibili partenze per l'estero di Cauet e persino di mister Corti.

Forse tutte queste voci, dicevamo,  sono fasulle, ma intanto danno fastidio.

La loro stessa diffusione è un segnale di malessere.

Il nervosismo, l’incertezza  dovrebbero portare tutti a dare il massimo: la professionalità di dirigenti e allenatori è assolutamente fuori discussione, ma l’inquietudine per il  futuro potrebbe in qualche modo incidere, pur non essendo l'unico elemento.

Le prossime partite ci daranno risposte importanti, perché tutto è ancora da giocare: la conquista dell'EL, le battaglie per il campionato di Primavera, Allievi serie A e B e giovanissimi nazionali, alcuni importanti tornei internazionali ancora da disputare.

Le ultime due partite della prima squadra

Livorno Inter 2-2

Inter Bologna 2-2

Di questi due clamorosi insuccessi, perché tali vanno considerati,  non abbiamo parlato ancora, se non con gli interventi, importanti ma a mio parere qualche volta un po' viscerali degli amici (non tutti eh, solo alcuni).

Gli sfoghi da tifoso sono comprensibili, soprattutto se si pensa che questi due insuccessi vengono subito dopo il pareggio interno con l'Udinese e la sconfitta, sempre interna, con l'Atalanta.

D’altra parte c’è una costante nel nostro campionato che qualcosa vorrà pur significare e che si è accentuata nelle ultime giornate: abbiamo fatto bene soprattutto in trasferta (Firenze, Roma, Verona) abbiamo fatto male soprattutto in casa.

Da gennaio, in casa in otto partite abbiamo fatto solo 11 punti, ma soprattutto solo nell’ultima, contro il Bologna, abbiamo segnato due volte. Nelle altre un gol o nessuno.

Colpa del modulo troppo sparagnino, con tre centrali difensivi. Probabilmente si, ma si deve anche notare che in troppe occasioni, sia in casa che fuori, aver ottenuto un vantaggio, magari anche doppio, non è bastato perché ci siamo fatti rimontare. Difficile pensare che con un difensore in meno avremmo anche subito meno, ma nel calcio tutto è possibile.

C’è anche da considerare che pur se il gioco non ha soddisfatto gli esteti, in quasi tutte le partite abbiamo costruito diverse palle gol,sempre più degli avversari, in ogni caso.

Considerando anche l’andamento delle ultime stagioni, io preferisco pensare che la responsabilità principale sia dell’infelice aggregazione di calciatori, che presi singolarmente non sarebbero così modesti.

Certo, noi tifosi immaginiamo che basterebbe un cambio tattico o schierare un nostro beniamino al posto di uno che non “vediamo”, per risolvere i problemi.

Se fosse così sarebbe molto bello. Basterebbe sostituire WM con uno all’altezza e avremmo una squadra forte.

Sicuramente anche con questi uomini si poteva far meglio: non credo di molto. Sono giocatori che aldilà del valore individuale faticano a completarsi. Sembra che le carenze si sommino e gli aspetti positivi non si integrino.

Non amo parlare di questioni psicologiche, non perché le sottovaluto, ma perché non è mai quantificabile la loro incidenza.

Se uno è lento, si vede. Se non è molto tecnico, si vede; se non ha forza fisica pure; se non ha i tempi giusti  o il senso della posizione, la visione di gioco, anche. Se una squadra commette errori ricorrenti e ben suddivisi perché non è tranquilla, si vede meno. In questa stagione i punti persi per errori individuali, del portiere, dei difensori dei centrocampisti e degli attaccanti, a turno  sono stati molti più del fisiologico. Del resto non sempre, ma in diversi casi, giocatori liquidati come inguardabili nell’Inter stanno facendo bene altrove (Pereira, ad esempio, ma anche lo stesso Schelotto).

Secondo me manca una spina dorsale solida, capace di dare tranquillità a tutti gli altri. Ho scoperto di avere una visione del calcio molto simile a quella di Nicolino Berti, che in una recente intervista ha auspicato per l’Inter l’arrivo di Dzeko e Hamsik. Aldilà dei nomi, che possono cambiare, L’Inter secondo me deve costruire una dorsale composta da uomini di peso e qualità: con Handa o chi per lui con Vidic con un centrale tipo Fernando, con Hamsik e Dzeko, renderebbero molto di più anche i JJ, i Rano, i Jona, i Palacio, gli Hernanes  i Guarin, e soprattutto i Kovacic di turno.

Poi una compagine con questa struttura ambiziosa potrebbe venir affidata a un allenatore che, rispetto a WM e senza misconoscere esperienza e competenza del tecnico livornese,  potrebbe offrire un valore aggiunto maggiore.

Insomma, il gruppo deve cercare di concludere al meglio la stagione: non è assolutamente vero, a mio parere, che finire quinti o noni, magari superati anche dal Milan, sia indifferente.

Poi sarà la volta di ET, per dimostrare che non solo….non porta sfiga, ma che ha i mezzi e le idee per riportare in alto la nostra squadra.

Noi tifosi, per il momento abbiamo, oltre al diritto-dovere di discutere, solo l’obbligo morale di sostenere i nostri sul campo, anche quando sbagliano o non fanno come vorremmo.

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it): Erick Thohir, insieme a Ivan Cordoba, Christian Chivu e moglie.