Qarabag-Inter 0-0: una gita costruttiva?

In teoria, questa trasferta, inutile dal punto di vista pratico, essendo la qualificazione già in cassaforte, poteva rappresentare solo un fastidio.

La squadra è in una fase di transizione, perché il cambio di allenatore implica nuove soluzioni tattiche e variazioni nella scelta degli uomini base.

Si aggiunga il fatto che, almeno sul piano pratico (che poi nel calcio è l'unico a contare), la transizione non si è avviata benissimo: un pari nel derby e poi due  sconfitte consecutive, mentre la posizione in classifica comincia ad essere più vicina alle zone basse che a quelle alte.

La scelta del Mancio, logica e prevedibile è stata quella di lasciare a casa i titolari ed approfittare del match di coppa per testare le seconde linee, magari un paio di giovani e per dare un premio di qualche minuto ad altri giovani emergenti.

L'unico rischio era che il test fosse poco significativo, perché in un undici raccogliticcio anche le prestazioni individuali potevano essere penalizzate.

Si poteva anche temere una sconfitta umiliante, che avrebbe inferto un altro duro colpo all'autostima dell'ambiente, oltre a ridimensionare ulteriormente l'appeal internazionale della squadra, già piuttosto carente.

Invece, tutto sommato, il test ha avuto un esito positivo, direi relativamente tranquillizzante.

Come prevedibile, le discussioni dei tifosi, nel dopo partita, si incentravano su due punti:

• Tra le seconde linee viste in campo, qualcuno ed eventualmente chi potrebbe ambire a un ruolo più importante, a entrare in competizione con i titolari?
• I giovani sono pronti per entrare a buon diritto almeno nel gruppo delle reali alternative ai titolari?

Per provare a dare delle risposte abbastanza credibili a queste domande è necessario tener conto di  altri due fattori: la consistenza tecnico-tattica degli avversari e il modulo utilizzato per l'occasione dal Mancio.

Gli avversari

Il Qarabag si è confermato una buona squadra.

Senza l'errore arbitrale (io sono maligno e penso che Dnipr e Saint Etienne abbiano entrambe più appeal in sede UEFA) si sarebbe qualificato, ai danni proprio delle due squadre citate che hanno una discreta quotazione: i francesi in fondo sono ben messi in un campionato che viene ritenuto dai più di buon livello.

E' anche vero che contro un'Inter rimaneggiata la qualificazione del Qarabag sarebbe stata fortunosa, perché arrivata al 94', su un tiro deviato dopo una mischia.

In precedenza gli azeri non è che avessero costruito molto: solo un paio di pericoli seri portati dal velocissimo George, sulla destra.

D'altra parte anche a noi hanno concesso solo un paio di opportunità: segno che la partita è stata molto tattica ed equilibrata.

Loro puntavano a non scoprirsi e a colpire in contropiede.

Noi  ci preoccupavamo soprattutto di gestire la palla e di coprire ordinatamente tutte le zone del campo.

Dietro gli azeri avevano un buon portiere e una difesa organizzata e solida; sulla sinistra spingeva bene Agolli; il centrocampo mancava di fantasia e creatività, praticava un gioco monocorde e ripetitivo e centralmente non avevano giocatori di qualità.

Nel complesso credo si possano paragonare a una nostra buona squadra di serie B.

Il modulo

Il Mancio sorprende tutti tornando al modulo a tre di mazzariana memoria.

Non è questo il modulo preferito dal nostro mister, che però dimostra anche in questa occasione che la duttilità costituisce uno dei vantaggi rispetto al suo predecessore.

Intendiamoci, non credo assolutamente che WM sappia applicare solo un modulo, come ritengono molti.

Ogni allenatore, anche di squadre composte da dilettanti, sa perfettamente attuare qualunque modulo.

Il fatto è che la difesa a tre è il modulo che convince maggiormente WM, gli dà maggior sicurezza e tranquillità.

Tutti i moduli hanno punti deboli e punti di forza. Diventa decisivo il modo in cui vengono applicati.

In sostanza il modulo prescelto deve garantire, in funzione degli uomini di cui si dispone, la più efficace realizzazione delle due fasi: attaccare con almeno in 4+2  giocatori e  difendere in 4+5 o 5+4.

Cambiano i movimenti, la loro distribuzione e quindi le caratteristiche (tecniche e atletiche, ma anche di “testa”) che devono avere gli interpreti.

In questa circostanza il Mancio ha ritenuto, secondo me ragionevolmente, di ricorrere a una difesa centrale rafforzata.

Aveva due difensori  (Campagnaro e Andreolli) con poche presenze, non considerati tra i più forti della rosa e non particolarmente veloci.

Ha affiancato loro Donkor che in qualche modo li completava, con le sue doti di velocità ed esplosività.

Nello stesso tempo non ha indebolito il centrocampo, che poteva contare (almeno teoricamente)  su un forte interditore e costruttore di gioco (M'Vila) su un elemento ordinato  (Krhin) e su un altro dinamico e aggressivo (Obi).

Affiancati da due esterni più bravi in copertura che a spingere (soprattutto Ibrahima).

Quindi un centrocampo solido, con uno o due esterni pronti a scalare per ricostituire una difesa a quattro (ma con tre centrali) o addirittura a cinque.

Uno dei due attaccanti, a turno, doveva poi arretrare per farsi dar palla e partecipare all'azione.

I punti deboli erano due: le fasce (e difatti gli unici pericoli sono venuti da lì: centralmente la copertura era ottima) e la scarsa assistenza per l'attacco, soprattutto quando anche D'Ambrosio ha esaurito le capacità di spinta.

Ma a questo proposito c'era anche un problema strutturale (l'assenza di un centrocampista di ottimo piede, come potrebbero essere Hernanes e Kovacic; o di un incursore, come Guarin).

Squadra coperta dunque, che voleva gestire la palla e il risultato, senza rinunciare alla possibilità di offendere, perché in campo ha sempre tenuto due punte, ancorché isolate.

Ripeto, l'avversario non era tale da fare tremare, ma a Milano era rimasta... l'Inter:

Handanovic;

Nagatomo, Ranocchia, Juan Jesus, Dodò;

Medel, Hernanes, Kovacic;

Icardi, Palacio.

Senza contare Vidic, Guarin, Kuzmanovic.

L'obiettivo, in termini di risultato era provare a vincere, senza rischiare troppo e soprattutto evitare una sconfitta netta e perciò umiliante.

In questo senso, obiettivo pienamente raggiunto.

Ma veniamo agli obiettivi o alle verifiche, che interessavano di più a noi tifosi (e non solo).

Le alternative ai titolari

Come sempre, quando si tratta di Inter, si leggono soprattutto tesi estreme: chi sostiene che molti dei giocatori visti in campo hanno fatto meglio dei titolari, chi al contrario ritiene di non aver visto nessuno che possa proporsi come alternativa seria.

A mio parere non ci sono state novità significative, in un senso o nell'altro.

Dei 13 giocatori visti in campo, solo Osvaldo può aspirare davvero a entrare nella formazione tipo.

D'Ambrosio, M'Vila, Obi, Campagnaro, Andreolli, hanno tuttavia dimostrato di essere affidabili, con i loro pregi e difetti.

D'Ambrosio può sicuramente giocarsela con gli altri esterni.

Obi può risultare molto utile quando c'è necessità di un centrocampista rapido e di movimento, ma non può aspirare, in linea generale, a prendere il posto da titolare a uno tra Hernanes, Kovacic, Medel e Kuz, purché ovviamente questi ultimi siano in buone condizioni di forma.

M'Vila ha fatto bene, ma servono per lui conferme in partite nelle quali il ritmo sia molto più intenso.

I due centrali (e soprattutto Andreolli, davvero autorevole) sono apparsi sicuri e disinvolti; ma la loro prestazione deve venir valutata anche alla luce della pochezza degli avversari di turno.

Ma questo era il test e secondo me i giocatori citati l'hanno superato in modo positivo.

I giovani

Anche qui, quasi sempre concetti spinti all'esasperazione: ho letto persino che Di Marco sarebbe il migliore dei nostri esterni  (dopo sette minuti di partita....).

Altri hanno invece sottolineato soprattutto i limiti di Ibrahima, Donkor e persino di Bona.

Da parte mia in primo luogo esprimo felicità per il fatto che ancora una volta l'Inter... non lancia i giovani, perché il nostro club è del tutto incapace di  farli crescere.

In campo, in un match comunque ufficiale e internazionale, ci sono stati per tutta la partita un '97, un '95, un '94 e un '91. Sono subentrati un '96 e un altro '97 (e a Milano sono rimasti un '91, un '92 e un '94 che sono titolari fissi).

La partita ha detto che su Obi (se non ostano infortuni e continuità) si può contare.

Che Ibrahima ha i numeri per una carriera di livello, soprattutto come difensore esterno a 4 o come primo di destra di una difesa a tre, ma deve ancora crescere tecnicamente e tatticamente (secondo me deve anche irrobustirsi).

Che Donkor farà sicuramente il professionista, ma deve andare a giocare con continuità in un campionato dove si lotta e dove non sono ammesse distrazioni

Che Bona è un talento: ai numeri tecnici e atletici aggiunge una personalità che lo porta già da ora a confrontarsi senza timore con qualsiasi avversario, anche con quelli che hanno il doppio dei suoi anni. Per il momento Bona non è un'alternativa ai tre titolari del ruolo, può essere un'integrazione valida,  in circostanze particolari.

Per me però Bona deve continuare a crescere qui.

Baldini ha giocato troppo poco, mentre Dima in una decina di minuti ha confermato tutto quello che chi lo segue da tempo sa benissimo: il suo sinistro è delizioso, l'accelerazione buona e l'intesa con Bona, sperimentata in 10 anni, incredibile.

Dimarco, però, deve continuare a lavorare seriamente e in umiltà. In fase difensiva fatica ancora in Primavera (e Vecchi lo riprende continuamente).

L'esordio è stato un bel premio e un'occasione per dimostrare che può avere un avvenire.

Le prestazioni individuali

Carrizo: sicuro in uscita, reattivo tra i pali: svolge bene il poco lavoro che ha. 6.5

Campagnaro:  Tiene la posizione con mestiere e chiude quasi sempre. 6

Andreolli: uno dei migliori in assoluto. Fortissimo di testa, organizza la difesa. 7

Donkor: conferma le sue doti (corsa, potenza, reattività) e i suoi limiti (qualche piazzamento errato, qualche errore in disimpegno). 6+

Mbaye: parte malino limitandosi a coprire la sua zona ma sbagliando parecchi appoggi. Si rinfranca e cresce alla distanza. 6+

Krhin: fa il compitino, con diligenza. Deve crescere i personalità e sveltire la sua azione 6

M'Vila: gioca una quantità di palloni, sbagliando pochissimo. Le qualità non gli mancano. Deve solo dimostrare di poterle  far valere anche in partite dal ritmo superiore. 6.5

Obi: in assoluto uno dei più positivi: corsa, dinamismo e buone iniziative. Gli serve continuità. 7

D'Ambrosio: qualche buono spunto iniziale in attacco, poi gradualmente si spegne e si limita a chiudere la sua fascia, con qualche difficoltà. 6 +

Osvaldo: una partita di sacrificio lottando in mezzo all'area avversaria e cercando giocate necessariamente difficili. 6

Bonazzoli: inizia con qualche titubanza, poi si rinfranca ed entra nel vivo del gioco. Cresce alla distanza e sfiora il gol che gli viene negato da un'ottima parata del portiere avversario. 7 di stima

Dimarco: esordio assoluto per un prodotto talentuosissimo del nostro vivaio fin dai pulcini (insieme a Bonazzoli e Della Giovanna... tutti e tre mancini, adesso manca solo Della all'esordio in prima squadra di questo terzetto, ndr). Pochi minuti per confermare di avere un gran sinistro e un'ottima intesa con Bona. Deve crescere con calma e mostrare... tutto il resto. SV

Baldini: anche per lui la gioia dell’esordio assoluto in prima squadra. SV

Mancini: ottiene il risultato verificando nel contempo la condizione di alcuni giocatori della rosa e valutando alcuni giovani. Meglio di così... 7

Luciano Da Vite

Nella foto, Federico Bonazzoli, classe 1997 e talento purissimo, ieri titolare dall'inizio in Prima Squadra per la prima volta nella sua giovanissima carriera professionistica. Non sarà l'ultima, questo è poco ma sicuro. Accetto scommesse e non certo da ieri o dall'altro ieri...

Guido Montana