lunedì 18 aprile 2016

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Inter - Napoli 2-0: una lettura controcorrente


Non spaventatevi, non sono impazzito.

Non sosterrò che l'Inter ha giocato male e neppure che non meritasse di vincere.

Al contrario, sono entusiasta della partita giocata e naturalmente del risultato.

Abbiamo tenuto alle spalle la Fiorentina e ridotto il distacco dalla Roma, nella partita sulla carta più difficile.

Soprattutto, abbiamo dimostrato di essere in un'ottima condizione psico-fisica, di avere energie intatte e un gruppo compatto, che crede di poter terminare la stagione al meglio.

Dunque qual è il problema?

A chi legge la questione importerà poco, ma il problema sta nella mia natura, costituzionalmente avversa alle esagerazioni, alle esasperazioni emotive.

Così, quando le cose non vanno come si vorrebbe io mi ribello alle sentenze lapidarie e spietate formulate sull'onda della delusione.

Quando le cose funzionano, non mi unisco al coro dei plaudenti, nel senso che partecipo chiaramente alla gioia generale, ma cerco di tenere i piedi per terra, evitando valutazioni emotive formulate sulla scorta di una sola gara (o due, o tre) che riguardino sia i singoli sia la qualità della squadra.

Mi spiego: Icardi non era una pippa quando non toccava palla e non è meglio di Higuain o di Cristiano Ronaldo oggi; Medel non era un giocatore da serie C quando sbagliava troppi appoggi elementari e non è il nuovo regista quando verticalizza per Maurito una splendida palla da spingere in rete; Nagatomo non era una palla al piede prima e non è una splendida realtà oggi.

E potrei proseguire all'infinito.

Allo stesso modo l'Inter non era un fallimento quando ha incontrato difficoltà anche serie e non è uno squadrone da vertice oggi, avendo vinto due partite di fila.

Singoli e squadre vanno giudicati nell'arco di un campionato.

Anche l'allenatore.

Mancini non è impazzito in gennaio-febbraio e poi rinsavito improvvisamente.

Nell'arco dell'intera stagione ciò che hanno prodotto allenatore singoli giocatori e squadra è quanto costituisce le loro possibilità reali.

È su quello che vanno giudicati.

Dentro di me trovavo assurdi i discorsi del tipo: se non avessimo sprecato punti in quei mesi... Contro quelle squadrette...

Saremmo stati un'altra squadra, con una potenzialità nella continuità che evidentemente non abbiamo.

E che non hanno neppure gli altri, perché tutti, persino la iperuranica juventus, con i suoi ricostituenti e i suoi arbitri, hanno sofferto periodi di crisi.

La squadra forte è quella che riesce a contenere i danni nei periodi negativi e a trarre il massimo da quelli positivi.
Cioè la squadra che ha dimostrato maggior continuità nella stagione.

Immaginando per un attimo di essere in un campionato in cui gli arbitri siano onesti, la classifica finale è lo specchio delle potenzialità di ogni squadra, punto più punto meno, naturalmente.

Non è dalle migliori partite che si giudica il valore di una squadra.

Altrimenti il Sassuolo, per esempio, che ha pareggiato a Roma, battuto juve, Inter e Milan, dopo quelle partite avrebbe dovuto essere da scudetto. E nelle altre avrebbe deluso.

Invece veleggia al settimo posto, 13 punti sotto di noi.

Che è la sua posizione, avendo disputato un buon campionato, con punte eccellenti che non poteva tenere per 38 partite.

Stessa cosa per un singolo: dopo un paio di splendide partite, Ljajić era imprescindibile, il futuro di una Inter grande. Oggi Ljajić si spera che non lo riscattino.

Naturalmente, senza eccedere, dal mio punto di vista è più vicina la seconda realtà, perché le partite in cui ha fatto bene sono poche in rapporto a quelle in cui ha dato un contributo almeno sufficiente.

La stessa cosa si può dire per Jovetić e per altri.

Un metro di giudizio fondato sul lungo periodo va tenuto a mio parere anche per la squadra.
Se L'Inter avesse fatto bene anche in gennaio febbraio, probabilmente adesso non sarebbe così brillante.

Se il Napoli avesse avuto una flessione prima, probabilmente non perderebbe certi punti adesso.

Nella stagione, il Napoli è inferiore alla juve e i rimpianti (arbitri a parte) sono fasulli, così come è superiore all'Inter e immaginare che senza sprecare tanti punti con le piccole si potesse precedere Napoli o Roma è un'illusione.

O meglio, era possibile (per la Roma lo è ancora) se loro, per motivi extra tecnici (per esempio la turbolenza dell'ambiente) fossero incorsi in una stagione negativa.

Dal mio punto di vista, quando penso al futuro, tengo conto naturalmente di Inter Napoli, ma anche di Inter Sassuolo, Inter Lazio, Inter Torino e persino di un episodio isolato (che però qualcosa insegna) come Inter Fiorentina.

Non nego che anche questo gruppo con un altro allenatore, o un altro preparatore atletico potesse far meglio.

Ma poteva pure far peggio, chi può dirlo?

Quindi ritengo sia meglio ragionare sui fatti, cioè sui pregi e sui limiti emersi nell'arco dell'intera stagione.

L'amico Carlo, uno dei protagonisti del blog di vecchia data, a cui sono più affezionato, sostiene che bastino 13-14 giocatori bravi e si completi la rosa con i giovani.

Capisco e condivido il suo affetto per i nostri giovani e il desiderio che non si sprechino soldi per giocatori di medio valore, puntando tutto su un paio di rinforzi davvero qualitativi.

Ma mi dico anche: quale sarebbe la nostra classifica oggi se avessimo avuto solo 13-14 giocatori “finiti”?

Mancini ha presentato un turn over intensissimo.
È uno che ha delle manie (di cambiamento, di protagonismo)?

O sapeva che in una stagione come quella del campionato italiano si devono alternare i giocatori per mantenere la brillantezza di tutti sempre vicina al top, soprattutto se il livello di titolari e alternative è abbastanza vicino?

In questa stagione, oltre ad Handanovič sei giocatori sono stati presenti per più di 2000 minuti e costituiscono ovviamente l'ossatura della squadra, anche per il futuro, si presume (Miranda, Murillo, Medel, Perišić, Brozović, Icardi).

Ma ben 12 altri hanno giocato tra i 1000 e i 1500 minuti: JJ, Telles, Santon, D'Ambrosio, Nagatomo, Kondo, Melo, Palacio, Jovetić Biabiany, Ljajić.

Poi c'è Éder con 9 presenze (da febbraio).
 Infine Manaj con 4, Gnokouri con 2, Carrizo con 1.

Questo significa che 20 giocatori hanno avuto un ruolo importante o forse determinante nella costruzione della nostra classifica. E l'anno prossimo, oltre al campionato alla Coppa Italia e alle varie nazionali, ci saranno (almeno) gli incontri di EL.

Tornando dunque al discorso originario, non possiamo immaginare che le vittorie di Frosinone e contro il Napoli abbiano risolto gran parte dei problemi evidenziati nel corso dell'anno.

Per chiarire questo concetto vediamo alcuni aspetti specifici connessi all'andamento del match con i campani


La partita


L'Inter ha tutti gli uomini a disposizione.

Rispetto a Frosinone sostituisce JJ, Telles, Melo e Biabiany inserendo 4 giocatori che hanno riposato, chi per squalifica, chi per scelta tecnica

Il Napoli è privo del suo bomber da un gol a partita. Naturalmente una squadra come quella partenopea deve far bene anche senza il suo uomo migliore, ma è indubbio che sia meglio affrontarla senza...

Dopo 4 minuti l'Inter va in gol: merito della squadra indubbiamente, un gol non viene mai per caso.

Resta il fatto però che la partita si indirizza precocemente sul binario più congeniale ai nostri uomini.
Altre volte tuttavia il vantaggio è stato dilapidato; questa volta no.

Comunque l'Inter può chiudere gli spazi a protezione della difesa e cercare di riproporsi con le verticalizzazioni.

Il punto debole, evidenziato in stagione sta certamente nella difficoltà di attaccare le difese fitte e schierate: in questi casi spesso si sono addirittura concesse ripartenze letali.

In Inter Napoli non ce n'è stato bisogno.
Lo dimostrano le statistiche del possesso palla: 60 % Napoli, 40% Inter.
A San Siro!

Che questo modo di giocare ci sia congeniale lo dimostrano altri dati statistici: tra il primo e il secondo gol, Handanovič è chiamato a due sole parate: entrambe su tiri da fuori ed entrambe ad opera di centrocampisti.

Alla fine del match i tiri in porta saranno 4 per l'Inter (con due gol) e solo i due citati per il Napoli.

Altri dati confermano che l'Inter quando può giocare corta e stretta fa meglio: solo 24 palle perse (contro le 46 del Napoli che deve attaccare una difesa chiusa senza il suo ariete centrale) e 15 palle recuperate, contro le 11 dei partenopei.

Grazie al movimento di tutti e alla buona giornata degli esterni, l'Inter riesce dunque a chiudere tutti gli spazi e a innescare qualche volta i suoi attaccanti.

Dopo un'occasione fallita da Jovetić (tiro debole su assist di Icardi) e dopo una palla gol sbagliata da Perišić, in tuffo, di testa, arriva il raddoppio, con una verticalizzazione stupenda sull'asse Kondo-Icardi-Brozo.

Nella ripresa, stessa musica, con l'Inter che lascia poco ai partenopei (due tiri da fuori di cui uno deviato) e invece sfiora il tris con un tocco di Jovetić, a portiere battuto, salvato sulla linea da Koulibaly.

Sembra la cronaca delle prime partite di campionato, con l'Inter cinica, che segna a e lascia poi pochissimo spazio agli attacchi avversari.

A rendere possibile questo exploit, forse in assoluto il migliore della stagione, non solo il fatto di poter condurre la partita nel modo più congeniale, ma soprattutto il grande movimento organizzato di tutti.

Solo Jovetić ha contribuito un po' meno degli altri a questa fase di gioco, poco visibile ma fondamentale, perché lo stesso Icardi ha giocato sacrificandosi, da vero uomo squadra.

Quanto a Jojo, quando è così ispirato e gli altri riescono a compensare le sue lacune difensive diventa un giocatore importante.

Una prestazione collettiva di questo livello si spiega solo con una ottima condizione fisica e psicologica.

Personalmente ritengo, come tutti, che sia il cervello a comandare i muscoli.
Però da incompetente resto convinto che il percorso non sia univoco.
Il fisico manda dei messaggi di disponibilità al cervello che li elabora.

Per questo mi sembrano troppo semplicistiche le critiche di scarso impegno, quando si perde, e il contrario quando si vince.
Preferisco parlare di condizione psicofisica.

Che, mi sembra, insieme alle situazioni tattiche è stata determinante per la prestazione innanzitutto dei due centrali (ripeto, al tiro solo i centrocampisti da fuori e Callejon rientrando dalla fascia), ma anche dei due terzini, quasi mai in difficoltà, soprattutto D'Ambrosio che ha annullato un insidioso (sulla carta) Insigne. E poi Mertens.

Quando poi anche Kondo ha accelerato i suoi ritmi, siamo stati più pericolosi anche nelle ripartenze.

Insomma, una partita davvero eccellente.

Ma il problema resta questo: possiamo giocare per tutto il campionato mettendo in campo almeno l'80-90 % della qualità (in senso tecnico, tattico, agonistico) vista sabato sera?

La mia risposta (il mio timore) è che non sia così.

Temo che quando abbiamo sbagliato non l'abbiamo fatto perché Mancini era un minchione o perché i ragazzi non si sono impegnati.

Penso che la valutazione vada fatta considerando l'insieme della stagione, se si vuole costruire una squadra da secondo posto (temo che la juve per il momento sarà comunque fuori gioco).

Tutto questo non toglie nulla alla gioia per la prova di ieri e persino alla speranza che possa accadere quello che non dico.

Ma poi, se mercoledì non dovessimo passare a Genoa (e non sarà facile) non sprofondiamo nella depressione, per carità. Cerchiamo di ragionare su limiti e pregi, con equilibrio.


Le prestazioni individuali


Handanovič: prontissimo sulle due staffilate da fuori, sicuro nelle uscite alte.
6.5

D'Ambrosio: forse la miglior partita da quando è all'Inter. Annulla prima Insigne poi Mertens, aiuta i compagni, spinge anche con buon costrutto. La domanda è: può fare 25 partite a questo livello?
7

Miranda: l'impressione è che il turno di riposo gli abbia giovato, anche se già nelle ultime partite era parso in gran spolvero. Sicurissimo in ogni intervento, a terra o su palle alte; perentorio e costruttivo nelle uscite con la palla.
7

Murillo: è tornato quello di inizio campionato, quello per cui si vociferava di offerte da 35 milioni. Ferma chiunque passi dalle sue parti e dà una mano anche sugli esterni. Potenza e scatto sono esplosivi. Secondo me ha fatto bene anche a spendere un giallo, nella situazione.
7

Nagatomo: tra i difensori è quello che fatica di più contro un Callejon scatenato, che però viene contenuto con efficacia. Come sempre, è pronto anche a proporsi in avanti, questa volta senza sguarnire la retroguardia. Una curiosità, per quel che vale, Naga possiede insieme a Brozović la miglior media di chilometri percorsi a partita: oltre 11.
6.5

Medel: grande prestazione del pitbull che si dimostra anche...un pregiato cane da tartufi, con lo splendido assist per il gol di Maurito che orienterà tutta la partita. Poi naturalmente conferma tutte le doti naturali che gli vengono universalmente riconosciute
7.

Kondogbia: sembra un diesel. Avvio abbastanza problematico, poi cresce alla distanza finendo per imporsi con autorevolezza sia in fase di contenimento, sia per qualche bella giocata che avvia importanti ripartenze.Il giallo, necessario, lo escluderà da Genoa Inter.
6.5

(Biabiany: venticinque minuti per lui, impiegati a difendere il risultato, alleggerendo i sacrifici dei difensori con qualche ripartenza delle sue. 6)

Brozović: in una posizione che forse non gli è congeniale, dà comunque un contributo straordinario in termini di sacrificio, abnegazione e anche di tecnica. Giocatore a tutto campo, sa chiudere e andare a concludere in gol con un pallonetto delizioso. Che non sia un'ala però lo dimostrano le statistiche: 11 attacchi dell'Inter da sinistra, contro solo 3 da destra.
7.5

Jovetić: finalmente una prestazione all'altezza delle attese estive. Quando è così ispirato e altruista diventa molto conveniente per i compagni sopperire alle sue lacune dinamiche, per altro meno evidenti che in passato. Anche per lui resta il dubbio, consistente, sul rendimento possibile nell'arco stagionale.
7.

Melo: quindici minuti sono pochi per una valutazione, ma dà l'impressione di essere entrato benissimo in partita

Perišić: una prestazione con pochi numeri e grande sostanza.
Con lui le ripartenze non sono più un optional, ma non per questo trascura la protezione difensiva.
Fondamentale.
6.5

Icardi: un gran gol, un assist e soprattutto una splendida prestazione da attaccante di movimento, o come si diceva una volta, da attaccante che fa reparto da solo, impegnando i difensori avversari e proponendosi sempre per le iniziative dei compagni. Maurito è in una condizione psicofisica strepitosa e se si manterrà su questi livelli nelle 5 partite che restano, ci darà altre soddisfazioni.
7.5

Palacio: sv

Mancini: contro il Napoli ha... Fatto bene. Se a Genova non vincessimo, tornerà a essere un incapace, come i vari Ranieri di infausta memoria.
7

Luciano Da Vite


Nella foto (Inter.it): alcuni giocatori festeggiano la vittoria col Napoli a fine partita.

9 commenti:

Marin ha detto...

lettura della partita inappuntabile, secondo me.

come domanda fondamentale si pone la seguente: cosa fare per migliorare ulteriormente?

molti converrebbero che la strada giusta e' trattenere i migliori e prendere solo uno o magari due giocatori, ma proprio forti forti. quelli purtroppo non possiamo permetterceli. mettiamoci una pietra sopra.

quindi l'unica strada percorribile resta quella piu' difficile, imboccata gia' da parecchio tempo: setacciare il mercato nazionale e internazionale e sperare di trovare piu' campioni che brocchi.

Marin ha detto...

Io con Zabaleta, Soriano, Banega e Belotti sarei diciamo contento, a patto che rimangano tutti i nostri big.

tra i nuovi lascerei partire melo e uno tra jovetic e ljajic. sarei comunque piu' propenso a sbarazzarmi di ljajic.

d'ambrosio credo sia il nostro miglior terzino, tutto sommato.

luciano ha detto...

sarei abbastanza contento anch'io, Però poi dipende da quello che fanno gli altri. Per dire: se uno prende Ibra o Cavani le cose cambiano...
poi al posto di Belotti preferirei un esterno. E siccome sono esigente, un paio di giovani promesse già di buon livello

Riccardo Anelli ha detto...

Ma Vecchi si scusa per aver detto la verità ?

luciano ha detto...

vecchi deve continuare a lavorare nel calcio.
Se non ritratta, via dall'Inter fa la fine di Zeman: niente squadre che lo vogliono, se ne trova una lo fanno perdere finché lo licenziano.
Così va il calcio al tempo di ovinopoli

Riccardo Anelli ha detto...

Vero ma molto triste quello che dici Luciano....

luciano ha detto...

Visto oggi nell'allenamento dei '99 un centrocampista di colore, piuttosto interessante. Dotato di buon fisico, potente, gioca davanti alla difesa, a due tocchi con semplicità e smista il gioco tenendo sempre la palla raso terra . Dovrebbe essere francese. Da rivedere in partita vera.

Michele ha detto...

Una piccolissima correzione. Il contropiede è stato sull'asse Jojo icardi brozovic. kondo non c'entrava niente, per una volta. Io sabato sera ho visto una meravigliosa prova della nostra difesa, dalla mezz'ora del primo tempo in poi ben protetta dal nostro centrocampo schierato a 4 (inizialmente a tre) e da due punte che hanno dialogato con tempi di gioco perfetti. La prima mezz'ora abbiamo ballato non poco, salvati da una grandissima difesa, davvero, e da uno Jovetic che ha fatto sudare sette camice chiunque gli contendendesse il pallone. Poi uno spettacolo. Le partite migliori le abbiamo giocate col Napoli? Forse è una squadra che ci si adatta bene. Forse stiamo trovando un'identità di gioco. Domani sera la controprova.

luciano ha detto...

Inviato il post sulle giovanili