Inter Celtic 2-0: il cammino della speranza

L'Inter ha vinto la prima amichevole estiva di una certa importanza.

L'ha vinta con il nuovo allenatore e ne sono contento, ma non partecipo al giochino di addossare TUTTE le colpe di ciò che non andava al vecchio mister e meriti taumaturgici al nuovo.

Prendo atto con molto piacere del fatto che non sembra così disastrosa la squadra costruita con la collaborazione del Mancio: l'unica variante dovrebbe essere Joao al posto di Brozo, oltre eventualmente a un nuovo arrivo, ma tra i motivi del contenzioso tra Mancio e società c'era proprio la richiesta di ulteriori rinforzi.

In ogni caso nessuno dei giocatori citati era presente, quindi era in campo la squadra costruita con il Mancio.

Questa affermazione non è pro Mancio, è semplicemente un riconoscere i fatti.

Se Frank, come tutti speriamo, farà bene, sarà stato bravo a gestire al meglio una rosa costruita, nel suo insieme, grazie anche alle indicazioni e alle scelte del suo predecessore.

Non sono un difensore di nessun allenatore

Per esempio ero pienamente consapevole dei limiti di WM prima e del Mancio poi, solo che calavo il loro operato non nel contesto dell'Inter di HH o di Mou, ma più realisticamente, nell'ambito di una società in crisi finanziaria e organizzativa e di una squadra in crisi tecnica.

Non difendevo WM e il Mancio, li difendevo da attacchi che a me sembravano irrazionali.

Un tifoso a mio avviso non può sostenere che il Mancio non sappia di calcio o sia bollito.

Può dire che ha problemi relazionali, con il gruppo e con la società.

Può dire che non è riuscito nel difficilissimo compito di trovare la quadra, nella complicata situazione che si è trovato ad affrontare.

Questo se considera deludente, sempre nella situazione data, l'esser passato dall'ottavo al quarto posto dopo aver lottato sin quasi alla fine per l'EL, che era quanto gli si chiedeva.

Del resto anche con il Mancio l'Inter ha giocato qualche ottima partita (già dimenticato, ad esempio, il ritorno di Coppa con la juve?) e spezzoni di ottime partite.

Accanto a tante altre partite giocate male, vinte o perse.

Io non credo che il Mancio chiedesse ai suoi giocatori di stare dietro e di limitarsi a buttare via la palla senza provare a costruire.

Nemmeno il Trap lo faceva.

Ricordo ancora la sua affettuosa espressione in milanese verso Bergomi e Ferri (due che stimava totalmente): “saroo minga mi a di' a quei du pirla de restà sempre indré”.

Questo non per rinverdire una polemica destinata a riaffacciarsi periodicamente anche se dovrebbe essere ormai superata: la gestione Mancini è alle spalle, seguiamo con entusiasmo la scommessa olandese.

Ma per capire i problemi che deve risolvere Frank è necessario partire da una corretta analisi delle difficoltà incontrate dal Mancio.

Che secondo me erano queste: rosa di buon livello tecnico, astrattamente inteso, con qualche punto debole, ma soprattutto con giocatori che non potevano praticare per tutto il match e in tutti i match, il pressing alto.

Con la squadra alta si restringevano gli spazi in avanti e gli uomini deputati a saltar l'avversario in quelle situazioni (Ljajić, Jovetić, da febbraio Éder) lo facevano troppo raramente.

E d'altro canto i centrocampisti non avevano attitudine all'inserimento e al tiro, tranne Brozo.

C'erano solo due alternative: controllare la partita in attesa di giocarsela col trascorrere del tempo, quando la stanchezza allungava un po' le squadre; oppure partire col pressing alto, sapendo che, se non si raggiungeva il risultato, dopo un po' gli uomini mandati ad attaccare sarebbero rientrati più lentamente, mettendo nei guai una difesa scoperta.

La seconda soluzione veniva attuata (anche per necessità ambientali) soprattutto in casa, con risultati spesso disastrosi.

Basta uno che tarda nel rientro per regalare la superiorità numerica agli avversari

Dunque limiti dinamici (nel senso di capacità di sviluppare intensità per '90) limiti tecnici di alcuni (i terzini, lo stesso Murillo, Melo, Medel, Biabiany) e soprattutto “riserve” spesso inadeguate: questo spiega a mio avviso anche una certa riluttanza del tecnico ad effettuare i cambi.

Non c'è dubbio che FDB abbia già lasciato intravedere a prescindere dalle questioni citate una preferenza per i giocatori che hanno piedi più educati.

Forse lo stesso Mancini voleva andare in quella direzione, come mostrerebbero le indicazioni per gli arrivi di Ansaldi, Banega, Candreva, oltre che di Tourè certamente più tecnico di Medel.

Non lo sapremo mai e in fondo ci interessa poco, perché a noi interessa l'Inter di oggi.

Se però il discorso fino ad ora svolto avesse qualche fondamento (è pur sempre l'analisi di un semplice tifoso) le risposte che ora dobbiamo avere, tenendo presente che di sicuro FDB si affiderà soprattutto agli uomini di manovra, sarebbero queste:

La rosa è stata riqualificata in senso propizio ai cambiamenti previsti nel modo di tenere il campo?

Ci sono ancora punti deboli?

Le “riserve” sono più competitive?

Ma soprattutto: gli uomini prescelti saranno in grado di sviluppare una manovra offensiva più insistita, garantendo capacità di penetrazione e nel contempo tenuta e intensità per quasi tutta la partita?

Voler cercare nella partita di ieri risposta a quesiti che saranno risolti forse dopo venti giornate di campionato sarebbe assurdo.

Ma noi che amiamo l'Inter, spiamo ogni piccolo segnale, positivo o negativo che ci appaia, anche in una semplice amichevole.

Si deve considerare tutto: avversario più debole dei precedenti, ma avanti rispetto a noi con la preparazione; squadra più che mai in costruzione, soprattutto dopo il cambio di mister recentissimo, ma allo stesso tempo all'ultima verifica seria prima del campionato; qualche assenza importante (Ansaldi, per un'ora Candreva, Joao Mario...).

Il primo tempo è andato abbastanza bene: soprattutto la manovra offensiva appariva migliorata (sempre con la tara del livello avversario), grazie soprattutto alle invenzioni e al dinamismo di Banega, alla crescita confortante di Kondo, alla condizione già buona di Perišić e Medel.

In mezzo si correva ma soprattutto si giocava la palla con facilità.

Qualche elemento di preoccupazione si è visto anche in questa fase (e ci mancherebbe che i problemi fossero tutti risolti...): il reparto centrale ha sbandato più di una volta, soprattutto in Ranocchia: se Murillo lascia perplesso il mister, si deve assolutamente trovare uno più affidabile del Rano.

Ma lo si dovrebbe fare anche se il centrale umbro fosse considerato solo come la prima alternativa.

Gli esterni bassi mancano ancora di qualità nel palleggio (D'Ambrosio) e di attitudine difensiva (Naga).

Kondo, autore di una buona prova, una volta che si è ritrovato in ripiegamento ad affrontare l'uno contro uno in fascia è stato bruciato sullo scatto.

Attualmente è bravissimo nel contrasto centrale e nell'anticipo, nell'uscita con il pallone e si è è prodotto anche in lanci interessanti.

Éder mi sembra abbia confermato di non essere un esterno, ma in ogni caso è uno che lavora con la squadra.

Banega fondamentale ieri: il cambio di qualità è venuto soprattutto da lui.

Icardi in ritardo di condizione, come sempre in avvio di stagione, però ha fatto dei bei movimenti e nel secondo tempo ha dato l'assist del 2-0.

Il modulo era tutt'altro che scriteriato: un 4141 in fase difensiva e un attacco con 5 uomini variamente disposti.

La squadra non ha fatto un pressing altissimo e disperato, ma è riuscita a stare alta e abbastanza compatta, anche se un paio di infilate, da avversari modesti, le ha prese.

Le uscite in palleggio sono state abbastanza efficaci.

Tutta un'altra storia nel secondo tempo: e bisogna capire perché (cioè il mister deve capire).

Calo di ritmo dovuto alla preparazione incompleta? Sostituzioni con uomini meno efficaci (escluso ovviamente Candreva, parlo di Melo, di Biabiany, di Jovetić, di Erkin)?

Progetto troppo rischioso di giocare a due con Banega a fianco di Kondo (progetto a cui FDB ha posto subito rimedio immettendo purtroppo un Melo davvero poco efficace)?

C'è da dire che FDB, non si sa se per necessità dialettiche e psicologiche, ha ribadito che l'argentino può giocare centrale basso: ma forse pensava a un altro contesto, in prospettiva.

Fatto sta che nel secondo tempo abbiamo subito molto di più e costruito meno, soprattutto su azioni individuali.

C'è da dire che secondo me è calato Kondo e, prima della sostituzione, anche Perišić.

In panca avevamo solo giovani, oltre a Murillo.

Dire che tutti i problemi di organico siano risolti mi parrebbe dunque eccessivo.

Ansaldi e JM ok, ma nell'insieme le seconde linee lasciano ancora un po' a desiderare.

E la questione è importante perché un gioco più coraggioso e più dispersivo si può praticare, oltre che con un aumento della resistenza generale, con la presenza di piedi buoni nelle zone nevralgiche.

Gabigol o chi per lui (meglio lui...) servirebbe come il pane. Un centrale difensivo affidabile...pure e anche un altro centrocampista dai piedi buoni (e gamba) magari al posto di Melo.

Soprattutto se poi partisse Brozo, come sembra.

Per quel che conta, le prime impressioni che mi ha dato FDB sono molto positive, sia a livello di personaggio, sia per come si è calato nel ruolo.

Se avrà la personalità per imporre gli arrivi più indispensabili, bene.

Altrimenti dovrà lavorare con quello che passa il convento, un menù ancora con qualche lacuna ma certamente in grado sfamare a sazietà una tifoseria da troppo tempo a digiuno.

Anche se ormai l'obiettivo non può più essere “lottare” ma “raggiungere” la massima competizione.

Perché comunque Ansaldi Joao Banega Candreva sono inserimenti di altissimo profilo e alcuni giocatori, come Kondo e Perišić sono in grado di migliorare ulteriormente.

Insomma, nessun trionfalismo stupido, ma tanti motivi di fiducia e di speranza: questo è quanto provo alla vigilia del campionato.

Se poi arrivasse ancora qualcosa di importante... senza cedere Brozo alla juve che altrimenti, pensate, avrebbe saccheggiato le tre prime rivali ognuna di un suo uomo top!

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it): Frank de Boer e Éver Banega, due dei volti nuovi dell’Inter di quest’anno.