Il lungo autunno caldo dell'Inter di Mazzarri.

Mi aspettavo una vittoria, ieri.

È arrivata, 2-0.

Classico risultato all’inglese, si sentiva dire diversi anni fa. Mai capito con precisione perché, tra l’altro.

Non mi aspettavo di più da Inter-Qarabag, anzi.

Certo, come molti altri tifosi, auspicavo che potessimo anche assistere a una prova solida, magari riscontrare una decisa risposta a livello mentale della squadra dopo il blackout totale di domenica scorsa.

Ma ci credevo poco, in fondo.

L’approccio alla gara dei ragazzi, subito timido, farraginoso; le espressioni dei loro volti, i movimenti contratti e i troppi errori di misura e di posizione, hanno immediatamente spazzato via ogni residua speranza. 

Sarebbe stata una partita di sofferenza Inter-Qarabag, altro che. 

Una partita di quelle da vincere e basta. E non sarebbe stato facile.

Gli avversari dell’Inter in campo non erano soltanto i generosi e ben organizzati giocatori azeri. C'erano altri due avversari, infatti, temibili, subdoli, difficili da mettere sotto con il pressing alto o altre tattiche di gioco.

Uno di questi avversari indossava anche lui la maglia dell’Inter, azzurra fluo per l’occasione, ed aveva due nomi precisi e inquietanti: ansia e paura.

Anche il nostro allenatore, Walter Mazzarri sembrava in preda a questo stato emotivo, almeno a giudicare dalle frequenti inquadrature che la TV ha proposto.

Non era grinta quella, no.

In campo come in panchina.

Erano ansia e paura.

Tutti troppo tesi i nostri giocatori, quindi, quasi schiacciati da un'ansia paralizzante che ha condizionato le loro giocate, favorendo così un buon primo tempo degli avversari.

Gli azeri del Qarabag, infatti, si sono confermati essere una squadra magari modesta come individualità, ma assai ben organizzata e grintosa: a parte il bel gol subito dal bomber di coppa Danilo D'Ambrosio con un gran tiro da appena fuori area, non hanno avuto particolari problemi a controllare il gioco, non rischiando più nulla e creando in contropiede sul finire del tempo una palla gol limpidissima con Reynaldo, rapido e vivace attaccante brasiliano, sicuramente il loro giocatore più insidioso ieri sera.

Vantaggio estemporaneo quello nerazzurro, all'interno di una partita surreale con errori grossolani, quasi inverosimili, anche su rimesse laterali e calci d'angolo.

Errori da scuola calcio che dei giocatori professionisti di alto livello possono compiere solo se la testa è andata in tilt. 

A completare il tutto, dicevo prima, un Mazzarri davvero elettrico in panchina, trasfigurato dalla tensione. 

Ma veniamo al terzo avversario dell’Inter, ieri sera: il pubblico di San Siro o meglio parte di esso. 

I cosiddetti “loggionisti” della Scala del calcio, croce senza delizia da sempre del tifo interista con il loro atteggiamento sado-masochistico, spesso rivolto proprio contro la squadra oggetto primario del loro amore, almeno in teoria, e in particolare verso i giocatori più deboli, quelli in difficoltà, nel nome di una presunta grandeur bauscia che davvero è anacronistica, ammesso che sia mai esistita.

Conoscendo la solfa e avendo annusato l’aria troppo frizzante anche sui social media (si era giocato fin troppo con l’ashtag #mazzarrivattene), temevo atteggiamenti ostili e fischi da parte del poco pubblico presente allo stadio.

I fischi all’annuncio delle formazioni hanno acuito questo mio timore.

Infatti, puntuali, dopo pochissimi minuti, ecco i primi mugugni per ogni appoggio sbagliato o piccolo errore dei nostri giocatori, fino alle bordate di fischi dopo gli errori più gravi che hanno accompagnato la gara fino al termine del primo tempo.

Il secondo tempo ha mostrato un'Inter sempre in difficoltà, anche atletica con alcuni giocatori vittima di crampi già dal 70', ma leggermente più disinvolta dopo l'ingresso di Osvaldo, ottimo il suo spezzone di gara, Medel e Obi, bravo anche lui a rianimare il centrocampo con il suo dinamismo.

Dani Osvaldo ha così dato una bella palla in profondità a Icardi che pur avendo i crampi da qualche minuto, ha compiuto un ultimo sforzo, è scattato, ha controllato la sfera, per poi scagliare un diagonale micidiale che ha fissato il punteggio sul 2-0.

Messo in sicurezza il risultato, la partita è infine scivolata via verso la sua conclusione.

Da segnalare nella ripresa, le reazioni nervose e stizzite di alcuni nostri giocatori verso quei settori del pubblico che continuavano a fischiare e insultare la squadra.  

In particolare,  da parte di di Guarin, Juan Jesus e anche Carrizo.

La curva invece è stata compatta nell’incitare squadra e tecnico, com'è giusto che sia.

 

La mediocrità di chi lavora e si impegna con indosso la maglia dell’Inter, cercando di migliorare e dando tutto quello che ha, va comunque sostenuta e non abbattuta davanti alle primissime difficoltà con i fischi e gli insulti.

Non sono stati loro, giocatori e tecnici mediocri, ad autoimporsi per avere un posto all'Inter.

Qualcuno li ha selezionati, messi sotto contratto e poi li ha messi lì, in campo come in panchina.

Massacrare Kuzmanovic non serve a nulla, tanto per fare un nome.

Lo stesso vale per Nagatomo, Andreolli e tanti altri.

Senza dimenticare che in rosa non abbiamo solo giocatori mediocri, anzi… e che pure loro finiscono per risultare penalizzati da un clima così avvelenato.

Mazzarri è un pavido, tecnico mediocre, cocciuto, monotematico, un pessimo comunicatore, un provinciale inadatto a guidare l’Inter?

Può essere, non discuto. 

Sono d'accordo su quasi tutto, se devo essere sincero.

A me Mazzarri non piace, non è mai piaciuto. E' cosa arcinota.

Ma non è questo il punto.

Il punto è che i tifosi permettano, senza contribuire in modo decisivo a fare precipitare tutto quanto già ai primi di ottobre, a questo gruppo di giocatori, per lo più mediocri, guidati da un tecnico mediocre, di fare ugualmente il loro lavoro per provare a migliorare questa Inter in ricostruzione e permetterle un giorno, si spera prima possibile, di uscire da questo limbo di mediocrità.

In parte, proprio grazie al loro lavoro, comunque essenziale, perché per ricostruire dalle macerie occorre prima ripulire e sgombrare tutto, poi porre le fondamenta e infine sviluppare il resto del progetto. 

Insomma, mi sembra ci fosse troppa rabbia,  troppa tensione, in campo e fuori, per una normale partita casalinga del girone di EL da giocarsi il 2 di ottobre contro una squadra organizzata, veloce, determinata ma che proviene pur sempre dal movimento calcistico dell’Azerbaijan, con tutto il rispetto, alla prima esperienza assoluta in Europa.

D’accordo, l’Inter arrivava da una bruttissima sconfitta interna in campionato, ma non basta questo a spiegare tutta questa tensione e le difficoltà che ha poi generato in campo.

Abbiamo perso 4-1 contro il Cagliari a San Siro? E allora?

Al di là delle normali polemiche dopo una sconfitta pesante a fine settembre, problema che deve essere tale solo per media e tifosi e non per giocatori, tecnico e società, c’è ancora tutto il campionato da giocare, 33 partite, così come ci sono tutte le possibilità per portare a compimento l’obiettivo che la società si è posto in questa stagione.

Questo clima esasperato di tensione e nervosismo nella squadra, è fuori luogo, prima ancora che deleterio.

La società, Mazzarri e i giocatori devono immediatamente ricomporre la situazione e non perdere di vista i reali obiettivi di questo gruppo di lavoro per questa stagione. 

Nessuno chiede loro di vincere tutte le partite, campionato e coppe inclusi, ma solo di migliorare in termini di punti e posizione in classifica rispetto all'anno scorso, riuscendo possibilmente a competere con Napoli e Fiorentina per il terzo posto.

Se possibile, anche fare una figura dignitosa in EL, onorando sempre l’impegno e il nome dell’Inter in campo europeo, e cercare di fare meglio anche in Coppa Italia. 

Nessun tifoso oggi può chiedere di più. Nessuno che abbia un contatto sia pur minimo con la realtà, si intende.

Il mio obiettivo per questa stagione, da semplice tifoso, è unicamente quello di vedere una squadra più solida in campo, che abbia una certa continuità di risultati, senza troppi alti e bassi, e che permetta la crescita di un paio di giocatori che potrebbero garantirle un futuro più luminoso (Kovacic e Icardi).

Fiorentina e Napoli, tra l'altro, saranno proprio le due prossime avversarie in campionato, una dietro l'altra.

Sarà un autunno caldo quello nerazzurro, quindi, visti gli impegni immediati e date le condizioni psicofisiche del gruppo.

Le truppe cammellate dell’esercito mediatico, intanto, si sono già messe in moto: è di nuovo “crisi Inter”, leit-motiv tanto caro alla Prostituzione Intellettuale che non sarà il mestiere più antico del mondo, ma in Italia è esercizio molto diffuso e persistente.

E’ il momento di restare uniti. Tutti quanti.. 

Società, tecnico, giocatori e tifosi, almeno non quelli sado-masochisticamente sempre contro, che sono la maggioranza, ritengo. Allo stadio e fuori.

Banale forse, ma maledettamente semplice e realistico.

Non è più tempo di sterili polemiche su Mazzarri, su Tizio, Caio e Sempronio.

Walter Mazzarri non sarà certamente più l'allenatore dell'Inter nella prossima stagione, a prescindere dal contratto rinnovato. 

La sua sorte è già segnata in questo senso.

Mazzarri invece sarà altrettanto sicuramente l'allenatore per questa stagione in corso, a meno di catastrofi.

Ecco, cerchiamo se possibile di non accelerare questo momento, almeno noi tifosi.

Keep Calm and Forza Inter.

Guido Montana

Nella foto, Mauro Icardi scocca il tiro imparabile per il 2-0 nerazzurro, dopo avere controllato il bell'assist di Dani Osvaldo.

Per superare indenni i pericoli di questo lungo autunno caldo che attende l'Inter, serviranno molto i suoi gol, come quelli di Osvaldo e, speriamo, di Palacio.

Servirà anche tanto altro, certo, ma sarebbe già un'ottima base di partenza.