Udinese-Inter 1-2: due passi avanti e uno indietro.

La formazione, il modulo, l'atteggiamento in campo

Il Mancio affronta questa nuova amichevole (hem...) con il piglio necessario se si vuole fare bene, che nel suo caso, come sappiamo, significa ottenere il massimo subito e con ciò stesso porre le basi per un futuro migliore.

C'è da trovare o confermare la quadra (senza s), da cercare e possibilmente trovare risposte sui singoli. Ci sono alternative da verificare e limiti da far emergere.

Il tutto riesce meglio se lo si fa vincendo.

Al Friuli l'Inter doveva vincere perché una prestazione negativa avrebbe rimesso in dubbio tutte le acquisizioni che le ultime valide prestazioni avevano fornito.

Nel dopo partita il nostro mister è stato molto assennato nelle risposte a proposito dell'obiettivo EL.

A questo punto non può essere un imperativo categorico, né un'ossessione: se arriverà sarà perché davanti qualcuno (più di uno) si sarà fermato, ma soprattutto perché il nostro processo di crescita e consolidamento avrà fatto altri passi avanti.

Come è successo al Friuli nel primo tempo e come non è successo nel secondo, che invece ha evidenziato il permanere di limiti di personalità, dunque di classe.

Trovato l'assetto difensivo (un gol subito nelle ultime tre partite: Verona, Milan e Roma), il mister ha dovuto ancora cambiare gli uomini. Fuori il Rano e JJ, dentro l'unico centrale disponibile e l'esterno più simile a JJ tra Santon e Naga.

In mezzo al campo conferma del modulo 3-1 con Medel che riprende il suo posto, Guarín confermato e Kovačić chiamato a fare il Brozović dopo l'incoraggiante finale di partita con la Roma. Se Kovačić dà ragionevole sicurezza di poter fare il Brozović subito, gli si deve dare l'occasione di poter fare anche meglio.

I tre davanti in questo momento non si discutono, perché possiedono un mix di qualità perfettamente integrate: il palleggio e le idee di Hernanes, il movimento e l'intelligenza tattica del Trenza, la bulimia del gol di Maurito. Questo comporta il sacrificio di Shaqiri, ma sappiamo ormai per esperienza che con il Mancio ogni giocatore ha l'opportunità di farsi valere, al momento giusto.

Il modulo resta sempre lo stesso, inizialmente. In realtà partendo dal modulo base la duttilità del mister consente in ogni partita di verificare gli adattamenti necessari.

Resta il discorso sulla mentalità, che però almeno per come vedo il calcio io, sempre da dilettante, è altra cosa rispetto a difendere alti o bassi.

Non credo che chi difende alto ha mentalità e chi difende basso non ce l'ha.

Si tratta di scelte in fuzione delle caratteristiche dei propri uomini e in parte di quelle degli avversari.

Faccio sempre i soliti esempi: non è che l'Inter di Chelsea o quella di Barcellona e persino quella di Madrid non avesse mentalità. Mi pare.

Del resto anche l'Inter del Mancio, pur cambiata rispetto a quella di WM, è più efficace nelle ripartenze che nell'attacco in massa con la difesa avversaria schierata e il mister è attentissimo alle coperture (nel corso delle partite i suoi “inviti” tattici sono quasi sempre rivolti a chiedere più copertura alle mezze ali).

Quindi la mentalità per me è un'altra cosa: è il sacrificio, è la ferocia agonistica per tutti i '90, è l'intensità, è l'evitare ogni forma di superficialità, di presunzione, di leggerezza, di estetismo fine a se stesso.

E' la durezza nel gestire la partita e nel chiuderla quando c'è la possibilità.

Unita ad altre caratteristiche, prende il nome di classe.

Trovato il telaio più idoneo a farli esprimere, ora i singoli devono mostrare le qualità, i limiti ed evidenziare i margini di crescita.

La partita

Si possono distinguere chiaramente due fasi: quella con le squadre al completo e quella successiva alla prima espulsione.

Una lettura attenta non può trascurare il fatto che l'Udinese è squadra in questo momento molto insidiosa: quadrata e con qualche uomo di qualità importante, come per altro aveva mostrato sovrastando il Milan, ben oltre la vittoria di stretta misura ottenuta.

Il primo tempo della nostra squadra è stato positivo, la prosecuzione di quanto di buono si era visto già contro la Roma e persino in alcuni frangenti del derby.

Zero rischi corsi, ripartenze sempre efficaci, più spesso sulla fascia destra, manovra orchestrata sulla tre quarti da un Hernanes ispirato, sebbene in qualche frangente troppo lento nel liberarsi della palla.

Le occasioni sono poche (qualche tiro dal limite che impegna severamente Karnezis, una deviazione di testa da buona posizione ma centrale di Hernanes, qualche palla insidiosa mezza in mezzo da D'Ambrosio).

Ma la differenza, come al solito, la fa una ripartenza in spazi ampi.

E' Hernanes che con un'accelerazione improvvisa si invola e costringe Domizzi a un tackle violento e nettamente sulle gambe del brasiliano.

Come persino i commentatori tv sono costretti ad ammettere, sarebbe già di per sé un fallo almeno da ...arancione. Ma un'ammonizione rimediata in precedenza dal difensore friulano lo costringe a uscire per doppio giallo.

Nei 5 minuti che restano da giocare, due grandi occasioni per Icardi e Palacio, sventate da un grande Karnezis.

Primo tempo dunque giocato con concentrazione assoluta, con intensità, senza correre rischi e con qualche buona iniziativa.

Per 40' l'Inter fa la partita ma ottiene poco.

Poi su un ribaltamento di fronte l'espulsione e subito dopo due occasioni create attaccando con un uomo in più.

Nel secondo tempo il vantaggio numerico dovrebbe fare la differenza, soprattutto dopo che Kovačić, più libero di offendere proprio per la situazione di superiorità, si invola (ancora in spazi amplissimi...) e viene affrontato in area da Danilo con un intervento sicuramente scomposto e pericoloso.

Calcio di rigore e perfetta realizzazione di Maurito.

Ma qui la partita cambia.

Una squadra con personalità, con la mentalità giusta (la classe superiore) gestirebbe il vantaggio e chiuderebbe rapidamente il match. In modo spietato. Invece l'Inter si straccia in avanti in modo dissennato, prende un contropiede innescato dalla ripartenza di Allan e da due errori rispettivamente di Medel e Vidic, lasciati soli in spazi ampi e subisce il pareggio, con l'Udinese che trova nuove energie e convinzioni, mentre Medel accusa qualche battuta a vuoto e Guarín con Hernanes cominciano a perdere colpi.

Dopo una prima reazione furente (destro di Kovačić dalla distanza fuori di poco, tiro del Guaro, sempre dalla distanza ben parato) c'è l'espulsione di Badu.

A quel punto vincere diventa un obbligo, ma i nostri non riescono a essere ancora pericolosi. Così il Mancio decide la sostituzione di Guarín con Podolski il quale appena entrato, in seguito a un corner battutto con schema, prima calcia male, ma poi riprende la respinta della difesa e infila con un gran tiro, sempre da fuori (per altro l'ottimo portiere greco nella situazione non mi sembra irreprensibile).

Avviene però l'incredibile. La squadra che dispone di ampli spazi, fa girar palla abbastanza bene, salvo cercare, giunta sulla trequarti avversaria, improbabili finezze o, peggio, avventurosi uno contro uno che vengono regolarmente persi e innescano le ripartenze di un avversario davvero splendido per resistenza orgoglio e abnegazione (ma anche per le belle giocate di qualche elemento).

Anche qualche fallo inutile dei nostri sulla tre quarti dimostra che ormai si è persa qualunque  lucidità. Su calci piazzati persino Handa esce a vuoto due volte innescando pericoli seri e dando ai friulani la consapevolezza che la rimonta prodigiosa non è impossibile. Strama, molto bene in partita, tenta il tutto per tutto e inserisce il gigante Perica in avanti. Proprio una palla spizzata dal nuovo entrato libera sulla sinistra Piris a pochi passi dalla porta. Sembra gol fatto, ma un recupero prodigioso di D'Ambrosio salva incredibilmente la nostra porta. Un altro corner, un'altra sofferenza, ma la partita in pratica termina qui.

Domenica una nuova verifica, molto importante. Il Chievo verrà a Milano per fare la sua partita, basata su chiusure e ripartenze e noi dovremo dimostrare di aver migliorato l'approccio a questo tipo di situazioni (basti ricordare che abbiamo lasciato ben 13 punti sui 15 disponibili negli incontri casalinghi con Cagliari, Verona, Udinese, Torino e Parma per non parlare di quelli lasciati a squadre del livello della Viola).

Sarà anche importante valutare la freschezza soprattutto degli uomini chiave, alla terza partita in una settimana, dopo che già Hernanes ha mostrato appannamento nel finale e lo stesso Palacio non è stato brillante come in altre occasioni.

Le decisioni arbitrali

  

Prima di tutto voglio ribadire un mio convincimento assoluto, che prescinde dal vantaggio o svantaggio che certe situazioni possono portare alla squadra per la quale io tifo. Credo che gli arbitri dovrebbero soprattutto valutare le vicende di gioco, reprimere il gioco duro o pericoloso ed essere meno preoccupati di tutelare il loro super ego. L'ammonizione per protesta, dal mio punto di vista, dovrebbe riguardare solo casi clamorosi e davvero eccessivi. Per esempio, non capisco l'ammonizione per un applauso ironico. Che esprime semplicemente in modo non offensivo o violento, il disappunto per una decisione che non si condivide. Naturalmente quando valutiamo un'ammonizione per proteste esprimiamo un parere da lontano, perché non sappiamo quali siano le parole pronunciate nel corso della protesta. Se si trattasse di insulti ovviamente il discorso sarebbe diverso. 

Io non so cosa abbia detto Domizzi nella prima protesta ma se non ha insultato posso dire tranquillamente che una situazione simile capitata a un mio giocatore mi avrebbe fatto infuriare. Per altro il successivo fallo che ha originato l'espulsione del centrale friulano era, a detta di osservatori non certo benevoli, da... arancione. E' stato un fallo violento e pericoloso su un giocatore lanciato a rete. Sul rigore devo essere sincero, nutro qualche perplessità: l'intervento è stato sicuramente scomposto e pericoloso. L'impatto secondo me c'è stato ma una frazione di secondo dopo che il nostro giocatore aveva perso il controllo della palla. In altre situazioni ci sono stati negati rigori ben più evidenti e in altre ancora siamo stati puniti per “falli” ben più discutibili. Diciamo che, se il metro è quello dell'atteggiamento abituale degli arbitri nei nostri confronti, non era rigore.

Rocchi poi poteva gestire meglio il... contraddittorio con Badu e in quel caso avrebbe evitato la seconda espulsione, inevitabile nel momento in cui il giocatore si sbracciava minacciosamente davanti all'arbitro, ma con maggior tranquilla autorevolezza del direttore di gara non si sarebbe giunti a quello.

Per il resto c'è da notare che il loro gol nasce da un fallo vistosissimo subito da Icardi, che c'è stata una spinta in area di Vidic a un loro attccante che poteva anche essere sanzionata e che il gol annullato a Maurito mi è sembrato regolare perchè il tocco che lo smarca non è di un compagno (sul quale tocco sarebbe stato in fuorigioco) ma di un difensore friulano.

Per concludere a me sembra che l'arbitro non sia stato all'altezza non tanto per le decisioni prese (ci sta non aver visto i falli su Icardi e quello di Vidic) ma per la gestione altezzosa della normale conflittualità di campo.

Le prestazioni individuali

Handanovič: poco lavoro ma due uscite a vuoto davvero spaventose, che avrebbero potuto portare all'irreparabile. Per fortuna è andata bene altrimenti un nostro amico avrebbe accusato Mancini per non aver schierato il portiere titolare (scherzo eh...) 5.5

D'Ambrosio: non è che possiamo sempre ripeterci. Il piede è quello che è, ma il calcio è anche sostanza, forza corsa e sacrificio. Lui queste doti le dimostra quasi sempre. Il salvataggio nel finale ha evitato processi distruttivi a tutta la squadra. Solo per questo merita un punto in più. 7

Vidic: non avesse fatto quell'errore gravissimo sul gol, sarebbe stata un'altra prestazione confortante, dimostrazione di un giocatore ritrovato. Così, almeno a me restano dei dubbi sulla sua totale affidabilità 6

Felipe: prova senza squilli ma anche senza particolari sbavature. Tranquillo nel tenere la posizione, nella marcatura e nel far ripartire l'azione. Un solo appunto, ma bisognerebbe rivedere tutta l'azione in campo lungo (o largo) dov'era quando Vidic si è fatto uccellare da Di Natale? 6+

Santon: la sosta sembra averlo un po' arruginito. Nel primo tempo spinge poco, nella ripresa si fa vedere dabvanti, ma spreca alcune palle,per insistenza nel dribbling che potevano avere conseguenze sanguinose. 6

Guarín: uno dei più presenti da quando c'è il Mancio. Forse comincia ad essere un po' appannato, ma in mezzo al campo il suo peso si sente. E' anche uno dei pochi ad andare al tiro da fuori e un paio di volte impegan beseveramente il portiere avversario. 6

Medel: non ha fornito una delle sue prestazioni più efficaci. Non sempre preciso nelle chiusure e confusionario nell'oragnizzare le ripartenze. Nelle fila dell'Udinese c'è chi sicuramente potrebbe far meglio di lui. Tra laltro è all'origine del gol subito perché sbaglia un anticipo in uscita. E non è il primo gol che subiamo per questi errori. 5.5

Kovačić: in fase di contenimento è più concreto del solito e questo è importante, anche se la sua presenza si impreziosisce se gli riescono giocate decisive. Ieri ha provocato il rigore con una bella percussione e ha sfiorato il gol in un paio di occasioni. 6.5

Hernanes: grande primo tempo, con assist, tiri da fuori pericolosi un colpo di testa sfortunato in area e la percussione che provoca l'espulsione di Domizzi. Nel secondo tempo perde lucidità tenta qualche dribbling di troppo, con molta lentezza, esponendo la squadra alle ripartenze friulane. Mancini si inquieta e a quel punto giustamente lo toglie, anche per dargli un po' di respiro

Palacio: corre e si dà da fare ma non è lucido e insidioso come in altre occasioni, sembra chiaro che ormai per rendere al massimo non possa sobbarcarsi due partite in tre giorni.  In questo finale di campionato, ma anche nella prossima stagione andrà gestito con le stesse cautele e attenzioni  di un panda. 6+

Icardi: arriva al diciottesimo gol in campionato, pur svolgendo ora un tipo di gioco che lo preserva meno per la stoccata finale. E' quasi sempre l'uomo determinate. 6.5

Podolski: da oggetto misterioso a uomo decisivo. Entra contro la Roma e confeziona l'assist per il gol vittoria; in pochi minuti di presenza decide la partita di Udine con un bel diagonale incrociato che sorprende Karnezis. Tornerà all''Arsenal, ma se continua così potrebbe lasciare un segno importante nella stagione della società. 6.5

Gnoukouri: pochissimi minuti ma conferma l'impressione di disnvoltura fornita nel match precedente.L'ho incontrato oggi e gli ho fatto i complimenti, ricordangdogli la promessa fattami, di un gol. Vedremo se la manterrà nelle prossime gare. sv

Mancini: mah, sinceramente faccio fatica a valutare le... prestazioni di un tecnico in una partita. Che dire? Gli do un bel voto perché ha scelto Poldi e non Shaqiri? Mi sembra più serio dire che sta lavorando bene, che la difesa sembra più organizzata di qualche tempo fa, anche quando ci sono assenze, che ha recuperato qualche giocatore a una condizione più soddisfacente e certo non ha colpe per l'eclissi di razionalità (calcistica) che ha colpito la squadra nel finale. 7

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it): Lukas Podolski esulta dopo il bellissimo gesto tecnico con cui ha firmato il definitivo vantaggio nerazzurro. Primo gol con la maglia dell'Inter per lui.