Lazio-Inter 1-2: la verità del Profeta.

Ancora una volta il nostro mister ha smentito tutte le previsioni dei giornalai, in fatto di formazione.

Eppure dovrebbe essere ormai chiaro che il Mancio dopo diversi esperimenti ha trovato quella che ritiene la quadratura ideale con la rosa attualmente a disposizione.

E' ovvio che sulla squadra base possa esserci qualche variazione determinata da squalifiche, infortuni, stanchezza o calo di condizione di un singolo, ma soprattutto per scelte tattiche contingenti.

Però 10 uomini su undici sono sempre stati presenti, nelle ultime partite, se disponibili:

Handanovic;

D'Ambrosio, Ranocchia, Vidic, Juan Jesus;

Guarin, Medel;

Hernanes;

Palacio, Icardi.

Questi sembrano irrinunciabili, mentre Brozovic e Kovacic si contendono l'ultimo posto disponibile, secondo le caratteristiche dell'avversario e l'intenzione del Mancio di affrontarlo con un assetto che difenda più o meno alto.

Il  Mancio indirettamente conferma anche la mia convinzione secondo cui nessun allenatore di qualità si fa imporre la formazione da fattori diversi dalle sue convinzioni sull'affidabilità dei giocatori.

Un mister può certo sbagliare, ma sceglie sempre quelli che a suo avviso sono i migliori.

A gennaio gli hanno preso quattro giocatori (Santon, Brozovic Shaqiri Poldi): ieri inizialmente non ce n'era in campo neppure uno.

Ha sconfessato il mercato che lui stesso aveva ispirato? No. Forse ha voluto questi quattro giocatori ma poi sceglie quelli che gli danno sicurezza.

D'altra parte, come già faceva notare Pap, i numeri dicono pure qualcosa.

Non è tanto significativo confrontare la media punti di WM con quella del Mancio, perché sono cambiate tante situazioni, c'è stato un mercato di mezzo  e soprattutto il Mancio ha dovuto prender possesso in senso approfondito  della rosa.

Però le tendenze del percorso svolto dalla squadra con l'attuale mister sono evidenti.

Per i primi mesi abbiamo viaggiato alla media di 1,1 punti in classifica.

Ancora oggi la media  generale del nuovo tecnico è di 1,5.

Ma se consideriamo le ultime sei partite, la media sale a 2.33 (che rapportato a 38 gare darebbe addirittura 88 punti finali).

Eppure in queste sei partite abbiamo giocato contro Roma Milan Lazio e affrontato due trasferte insidiose a Verona e Udine.

Per contro con le piccole in casa, dopo aver perso con la Viola, abbiamo solo pareggiato con Cesena Parma e Chievo.

Le cifre starebbero dunque a dimostrare che l'assetto attuale è di gran lunga il più redditizio, anche se resta il limite (da superare in estate?) della difficoltà ad affrontare in casa le piccole che si chiudono e vivono di ripartenze.

Ma non si tratta solo di cifre (che pure nel calcio sono tutto).

Anche la qualità del gioco espresso sembra evidenziare che la squadra ha trovato equilibri, distanza tra i reparti, copertura e, almeno in campo aperto, capacità di fraseggio incisivo.

Resta naturalmente un altro discorso relativo alle cifre: quello della posizione in classifica: al momento siamo ottavi dopo la vittoria del  Genoa nel recupero col Toro.

Anche in questo caso però le cifre non sono così ostili, perché se è vero che la scalata di posizioni non è esaltante, si deve aggiungere che il divario in punti dalle squadre che inseguiamo si è molto ridotto.

Insomma, non siamo certo in una situazione ideale (del resto io non riesco a comprendere certi sfoghi umorali che non tengono conto della realtà: come se io me la prendessi con la mia ipotetica cinquecento, colpevole di non essere una Ferrari), tuttavia il processo di costruzione di una base di squadra credibile sembra ben avviato.

Personalmente, guardando anche il calendario, non credo molto alla conquista di un posto in EL, ma indipendentemente da questo sarà fondamentale nelle ultime partite confermare i progressi globali

La partita

Credo si possano individuare tre fasi scandite dai due episodi chiave: la prima espulsione (25°) e la seconda espulsione con calcio di rigore.

Nei primi 25' le squadre si affrontano a viso aperto.

D'altra parte la scelta di Kovacic al posto di Brozovic ha proprio questo significato: l'Inter vuole provare a fare la partita, con la difesa alta e in campo il maggior numero possibile di giocatori capaci di inventare la giocata.

La Lazio sfrutta benissimo la situazione favorevole e dopo aver creato una bella palla gol con Candreva, chiuso in due tempi da Handa che sulla ribattuta vede la palla di Basta uscire di un nulla, all'ottavo ottiene il gol del vantaggio con una bellissima combinazione Anderson Candreva.

Sembra già tutto scritto perché ora l'Inter deve attaccare una squadra che aspetta dietro e riparte con attaccanti imprendibili come il brasiliano e lo stesso Candreva e con stoccatori implacabili come Klose.

Invece l'Inter alza il ritmo accentua il pressing alto e sui tentativi di ripartenza dei laziali, subito stoppati, riesce a rendersi pericolosa.

Dopo varie belle manovre, una fantastica invenzione di Hernanes mette Icardi davanti al portiere. Maurito sciaguratamente calcia alto.

La Lazio costruisce ancora occasioni, come quando Ranocchia miracolosamente para in tuffo...di testa un pallone di Parolo a portiere battuto.

Ma l'Inter c'è.

Il dubbio semmai è su quanto riuscirà a tenere questi ritmi, ma proprio al 25 questa fase equilibrata ha termine, quando una bella manovra corale mette Palacio in posizione di andare a rete, centralmente.

Mauricio lo stende un metro fuori area.

Espulsione da ultimo uomo e chiara occasione da gol. Hernanes batte la punizione e con l'ausilio di un velo, non so quanto volontario, di Medel riagguanta il pareggio.

Diciamo che qui c'è stata un po' di fortuna perché l'annullamento del gol per la posizione di Medel non avrebbe certo fatto scandalo.

Da questo momento comincia la seconda fase del match, caratterizzata da un certo predominio interista con belle azioni e qualche occasione da rete non sfruttata.

Anche perché dopo l'infortunio di Guarin per provare a vincere il Mancio mette in campo un deludentissimo Podolski.

Come a Udine e come contro la Roma - non a caso tutte partite finite 2-1 per noi - però la dea bendata (insieme alla bravura di Handa) ci favorisce.

Perché l'occasione più grande, anche se isolata, capita ai biancoazzurri con Klose che solo davanti a Handa si vede respingere il tiro a colpo sicuro, con bravura e con un pizzico (abbondante...) di suerte.

Gol sbagliato e gol... quasi fatto. Maurito viene atterrato in area dal portiere e ottiene oltre all'espulsione dell'estremo laziale, anche il calcio di rigore.

Che però sbaglia calciando fiacco e poco angolato e confermando una cattiva serata in fase di realizzazione.

Con la Lazio in nove comincia la terza fase della partita: l'Inter deve provare a vincerla, ma nello stesso tempo il finale di Udine funge da monito.

Il Mancio si sgola a predicare calma, raziocinio, gestione della palla. Non si devono correre rischi, anche perché i loro avanti sono pericolosissimi negli spazi, ma nello stesso tempo si deve aspettare il momento giusto per la stoccata vincente.

La sostituzione di D'Ambrosio con Naga mi provoca brividi, perché il nuovo entrato, veloce ma scarso in copertura, deve fronteggiare Anderson (per fortuna affaticato dal doppio lavoro di tamponamento e tentata ripartenza).

Dopo diverse occasioni sprecate e una certa difficoltà ribadita nell'attaccare una Lazio logicamente chiusa dietro, il momento giusto arriva, incredibilmente se si pensa ai nove soli laziali, su una verticalizzazione rapidissima, a difesa di casa scoperta: Kovacic Palacio Hernanes. Il brasiliano si invola centralmente in una metà campo laziale deserta e trafigge l'incolpevole portiere avversario.

La Lazio ci prova ancora, generosamente, ma tutto sommato soffriamo meno di quanto accadde a Udine in circostanze analoghe.

Il risultato ci favorisce anche in prospettiva, perché ora i romani dovranno dare il tutto per tutto a Genova contro la Samp, per entrare in CL e la Samp è una delle nostre rivali qualificazione.

Noi avremo la juve che certo non ci regalerà nulla perciò un eventuale passo falso della Samp ci farebbe comodo.

In conclusione sembra che si possa concordare con il nostro mister: rispetto a Udine, in situazioni analoghe ma contro una squadra più forte, la nostra prestazione è ulteriormente salita di tono.

Adesso la parola passa al match fra guardie e ladri.

Le Pagelle

Handanovic: senza di lui e la sua parata su Klose (per altro non unico intervento risolutivo) ora faremmo discorsi completamente diversi. Il prossimo sarà un mercato delicatissimo: con le cessioni si potrebbe anche peggiorare. 7.5

D’Ambrosio: a mio avviso prestazione sufficiente. Spinge molto e difende discretamente, anche se forse ha qualche complicità in occasione del gol subito. Comunque conferma di essere un giocatore solido. 6

(nb: Il problema delle valutazioni discordanti secondo me dipende da ciò che si considera come riferimento. Se io penso a una grande Inter, per esempio,  la valutazione di D’Ambrosio è negativa. Se penso a un’Inter senza soldi che deve fare la squadra con giocatori modesti ma di rendimento accettabile, la valutazione è sicuramente sufficiente)

Nagatomo (dal 23’ st): da tifoso, dovendo cercare di vincere l’avrei messo al posto di JJ, invece ha avuto ragione il mister, perché Naga in quella posizione si è reso utile. 6

Ranocchia: una prova di buon livello del nostro “animale” che conferma il suo periodo positivo. Tradito da un rimpallo sfortunato nell’azione del loro gol, si riscatta subito con un intervento decisivo da…portiere che non può usare le mai, su Parolo e poi prosegue con autorevolezza 6.5

Vidic: parliamoci chiaro, i nostri due centrali sono buoni (Vidic ottimo) ma non sono mostri di rapidità.  Contro esterni velocissimi e dribblomani come Anderson e Candreva, che tagliano in velocità e contro un cobra come Klose, se non li proteggi qualche difficoltà è scontata. Il Mancio ha deciso di rischiare con un centrocampo più offensivo del solito e loro qualche difficoltà sulle palle basse l’hanno avuta. Ma nella condizione in cui sono stati messi secondo me hanno fatto entrambi benino. 6.5

Juan Jesus: sembra in progresso di condizione, dopo un periodo davvero preoccupante. Domenica  ha tenuto la posizione con autorevolezza e solidità. Il problema però sta nel fatto che con lui esterno, la fase offensiva sulla fascia sinistra è monca. 6+

Guarin: mi è piaciuta la definizione di un amico sul blog: “Il Guaro è una delle poche macchine che abbiamo con la cilindrata giusta”. Poi l’auto può avere guasti, imperfezioni, ma la cilindrata è quella che serve per correre. Le critiche nei suoi confronti sono feroci, ma quell’incompetente del Mancio l’ha schierato titolare in 23 partite su 24. E l’unica assenza è stata per squalifica. Anche domenica è stato il solito Guarin: potenza, corsa, determinazione e qualche errore di troppo. Ci mancherà in queste ultime tre gare decisive. 6+

Podolski dal 1’ st:  delude anche le mie aspettative, che pure erano modeste. Anche lui avrebbe la cilindrata giusta ed è per questo (oltre che per mancanza di alternative) che il Mancio spesso lo manda in campo per forzare situazioni in attacco. Lui lavora sulla destra, rientra sempre sul sinistro e lì…sbaglia occasioni piuttosto favorevoli. 5

Medel: fa, benino, quello che ci si può aspettare da lui. Del resto le sue caratteristiche si conoscevano, è stato preso per quelle e fa il suo dovere se le esprime. Lo avessimo preso credendolo Pirlo, sarebbe giusto lamentarsi della creatività modesta. In questa squadra, invece, è indispensabile. 6.5

Kovacic: preferito a Brozovic proprio per innalzare il tasso tecnico di un centrocampo che contava su due diesel di rendimento ma poco brillanti, conferma le sue caratteristiche di discontinuità  proprie di questa sua fase di crescita. Il rovescio della medaglia è costituito da alcune invenzioni che si rivelano decisive. Una squadra che punta a rientrare nel gruppo delle migliori non può cederlo, ma deve essere disposta ad aspettarne la completa maturazione. 7

Hernanes:  si accende e decide la sfida. Prestazione di grande personalità, che al brasiliano non è mai mancata. La palla con cui manda a rete  Icardi, nel primo tempo, è un’invenzione da cineteca. Ma lui quei colpi li ha, lo si sapeva e ha la personalità per tentarli. Se non riescono (e succede perché sono vere giocate) si prende gli insulti. A me ha impressionato di più la progressione irresistibile  prodotta sul secondo gol (questa davvero non la conoscevo ed è sintomo di ottima condizione). 8

Palacio: altro giocatore irrinunciabile, quando è nelle attuali condizioni di forma. Svolge una mole di lavoro enorme (in questa occasione più svariando sulle fasce che arretrando, perché la scelta del Mancio è quella di difendere alti), ma con la sua intelligenza trova sempre il modo di inserirsi nei tempi giusti creando occasioni e scompiglio. Suo il taglio che porta all’espulsione di Mauricio, suo il tocco che libera il profeta per il secondo gol. 7.5

Icardi: “ se poe no sbaglià quei gol lì, l’è minga da Inter” dicono alcuni miei amici allenatori in pectore.  L’allenatore reale dice ai microfoni della tv: “Buona prova di Icardi, che ha lavorato bene con e per la squadra ed è molto cresciuto. Ha sbagliato un gol e un rigore, ma questo capita a tutti gli attaccanti”.

Chi ha ragione?  Io sono per una via di mezzo, come spesso mi accade e capisco qualche forzatura strategica  nel discorso del Mancio. Meno le sentenze  apocalittiche di noi tifosi. 6

Mancini: per lui parlano i risultati e la crescita complessiva della squadra, unici elementi non opinabili. 7

L’arbitraggio:

Di sicuro, per una volta, non ci ha danneggiato.

Sull’espulsione di Mauricio non si può discutere. Sulla posizione di Medel si, obiettivamente .

Rigore ed espulsione del portiere mi sembrano corretti a termini di regolamento: il contatto mano piede c’è ed è destabilizzante. Diciamo che eravamo abituati al fatto che rigori di questo tipo ci venissero negati, mentre ad altri se ne concedevano di inesistenti.

Ma questo non è un favore, è solo ripristinare il regolamento.

Si può discutere un braccio in area di un difensore laziale, anche se io do per scontato che secondo i giornalai le braccia degli avversari sono sempre attaccate al corpo, mentre le nostre vanno sempre a cercare il pallone.

A questo proposito Mancini in tv è stato esilarante: no alla moviola in campo, perché anche davanti alla moviola ognuno dice ciò che gli fa comodo (tesi che sostengo da tempo: con la moviola in campo subiremmo le angherie della terna più quelle del moviolista).

Forse non si può discutere l’atterramento di Icardi in area, che alla moviola casualmente si è visto poco.

Nel complesso qualche errore arbitrale c’è stato, ma non si è trattato di una direzione scandalosa.

Luciano DaVite

Nella foto, la capriola del ritrovato Profeta Hernanes.