Destinazione: Champions League.

La rosa attuale, i probabili arrivi e la necessità di sfoltimento

In merito alla definizione della rosa (quella finale) ci sono tre ordini di problemi: di natura tecnica, di normativa e di opportunità finanziaria.

Partiamo però dalle dichiarazioni di Mancini in conferenza.

Secondo il nostro mister arriverà qualche altro giocatore (uno, Duda, sembra sia arrivato subito dopo la conferenza) e già ora siamo in troppi. D'altra parte tutti gli osservatori più accreditati danno in arrivo altri tre acquisti, indipendentemente dai nomi: diciamo un centrocampista e due attaccanti. Vediamo allora qual è la situazione e quali le necessità reali di sfoltimento, prima di tutto sulla base della normativa, che impone un massimo di 25 giocatori, esclusi i giovani.

Chiameremo X il centrocampista dato in arrivo, Y e Z i due attaccanti

Portieri (3):

1.  Handanovič
2.  Carrizo
3.  Berni

Difensori esterni (6, per due ruoli) :

4.      Montoya

5.      D'Ambrosio

6.      Nagatomo

7.      Zukanović (lo considero acquisito)

8.      Santon

9.      Dodô

Difensori centrali (6, per due ruoli) :

        10. Andreolli

        11. Vidic

        12. Miranda

        13. Murillo

        14. Ranocchia

        15. JJ

 Centrocampisti: (8, per un massimo di  4 ruoli)

16.  Hernanes

17.  Medel

18.  Brozović

19.  Kondogbia

20.  Guarín

21.  Kovačić

22.  Duda

23.  X

Attaccanti (6, per un massimo di 3 ruoli):

24.  Shaqiri

25.  Icardi

26.  Palacio

27.  Biabiany

28.  Y

29.  Z

Da notare che attualmente gli italiani in lista sono 4 (Berni, Ranocchia, D’Ambrosio e Icardi). Quindi nessuno dovrebbe poter essere ceduto. Per contro, i giocatori di scuola Inter sono 3: Andreolli, Santon e Biabiany. Anche in questo caso non ci dovrebbero essere cessioni e addirittura Di Marco, o Baldini o De Micheli dovrebbero sostituire uno dei 25. D’altra parte sappiamo che l’Inter si è mossa sicuramente per cedere Andreolli e Santon.

Premesso che potrei aver dimenticato qualcuno e che in alcuni casi l'attribuzione di un ruolo a un giocatore è un po' arbitraria, se si considera la duttilità di alcuni, dal punto di vista giuridico sarebbero da cedere 4 o 5 giocatori, per arrivare a 25.

Da un punto di vista strettamente numerico gli indiziati dovrebbero essere: due terzini, un difensore centrale e al massimo un centrocampista. O, in alternativa, due terzini, due centrali e nessun centrocampista.

Da un punto di vista meramente tecnico, una volta stabilite le scelte numeriche per reparto, gli indiziati sarebbero:

2 tra Dodô, Naga e Santon;

2 tra Andreolli,  Vidic e JJ:

1 tra Guarín e Medel.

Immaginiamo la nuova Inter dopo queste operazioni in uscita, dando tre nomi tra quelli indicati dai media come possibili, tra i giocatori in arrivo. Avremmo:

Handanovič

(Carrizo Berni)

Montoya Murillo Miranda Zukanović

(D'Ambrosio Ranocchia Vidic Santon)

Suarez Kovačić Kondogbia

(Guarín Brozović Hernanes Duda)

Perišić Icardi Jovetić

(Biabiany Palacio Shaqiri).

Non sarebbe una brutta Inter, sulla carta, aldilà del fatto che uno preferirebbe cedere Rano o Vidic per JJ, o Santon per Naga, o Guarín per Medel. Sarebbe tuttavia una squadra alla quale mancherebbero due giocatori di scuola Inter. E ci sarebbe da controllare la situazione extracomunitari (Murillo e Suarez hanno passaporto spagnolo, Kondo francese, Duda slovacco, Perišić croato, ma Jovetić montenegrino e serbo…)

Se, però, esaminiamo la prospettiva finanziaria, soprattutto alla luce di possibili nuovi arrivi costosi, i discorsi cambierebbero, perché si dovrebbero cedere non i giocatori ritenuti tecnicamente meno funzionali, ma quelli che garantiscano introiti di un certo livello o comunque plusvalenze. In questo caso i giocatori che possono assicurare un certo rientro finanziario (sempre che accettino la cessione) sono:

Ranocchia, JJ, Santon, Kovačić, Guarín, Hernanes e Shaqiri.

Chiaro che se andassero via quattro di questi e restassero, che so, i Dodô, Nagatomo, Andreolli, Medel, la rosa sarebbe sempre buona ma perderebbe qualcosa sul piano della combinazione tecnico-atletica. Un sacrificio qualitativo sarebbe più sopportabile dietro, dove comunque non si intaccherebbe la linea dei quattro titolari; sarebbe insopportabile nel caso della cessione di Kovačić; potrebbe anche essere accettato se ad andarsene fosse uno tra Hernanes o Shaqiri.

Secondo le ultime voci di mercato le cessioni più probabili sarebbero quelle di Santon e Shaqiri (già ceduti, se non fosse per la loro opposizione), Naga, per il quale si parla di diverse società interessate, e poi... speriamo che la quarta non sia quella che tutti temiamo (per esempio, poteva essere Medel, che aveva richieste dal Gala, ma il suo procuratore ha escluso al 100% una partenza del cileno).

La conferenza del Mancio

A questo punto vediamo se si riesce a capire qualcosa dalle parole pronunciate dal Mancio in conferenza. Ovviamente nelle conferenze e in quelle iniziali soprattutto, si dicono un sacco di ovvietà, che sono necessarie, ma qui trascureremo (tipo: cercheremo di fare il meglio con il lavoro, di diminuire il gap con la juve, siamo l'Inter e dobbiamo puntare al massimo, la società ha lavorato bene, ecc).

Il Mancio ha rifiutato paragoni tra l'Inter nascente e altre realtà da lui allenate, come la prima Inter e il City e fa bene: certo, da un lato questa Inter ha aumentato come la sua prima, la dotazione atletica e muscolare soprattutto se le scelte ancora “aperte” privilegeranno i miei “preferiti”. Quanto alla juve ha lasciato capire che l'obiettivo è un serio avvicinamento: non c'è più, ha detto, il divario nettissimo del passato. I ladri hanno perso qualità ed esperienza (notate il ripetersi di questa parola: per le squadre che aspirano al vertice è fondamentale) con la rinuncia a Pirlo e Tevez, ma li hanno sostituiti con più giocatori, tutti forti; noi ci siamo rafforzati ma loro hanno il vantaggio di venire da quattro anni di vittorie. Sarà importante lavorare molto e bene nei primi due mesi per assottigliare l'handicap, trovando presto la quadratura ottimale.

A proposito di quadratura, un'altra sua affermazione mi è sembrata molto importante: non esiste un modulo vincente. Sia perché devi adeguarti ai giocatori che sei riuscito ad avere in organico, sia perché una squadra forte deve saper variare modulo secondo le situazioni (interessante l'affermazione per cui contro una squadra che ha un play basso importante, da marcare, puoi giocare col rombo, mentre con una squadra forte sugli esterni è preferibile un altro sistema di gioco).

Queste considerazioni hanno portato a un'altra esternazione: l'importanza dei giocatori duttili. Importanza che ha ribadito più volte, a proposito degli attaccanti “sarebbe una fortuna avere giocatori che possano funzionare da esterni o da prima punta”, sia a proposito dei centrocampisti “Kondo è fondamentalmente un interno, ma ha giocato anche nel centrocampo a quattro, quindi da centrale. Del resto ormai i centrocampisti devono saper giocare in tutti i ruoli del loro settore.” A proposito di Kondo, la sua affermazione è stata netta: si tratta di un giocatore già importantissimo, ma giovane, quindi con enormi margini di miglioramento che possono portarlo fra qualche anno ad essere un top assoluto.

Allora, dico io, si ricava che un ventunenne, che ha già giocato titolare nel Lens nel Siviglia e nel Monaco che ha giocato diverse partite in CL e che è nazionale di Francia, ha grandi margini di miglioramento. E noi non vogliamo concederli ai giovinetti della nostra Primavera, vogliamo che se sono “forti” siano titolari subito: altrimenti significa che sono scarsi o che è sbagliata la politica societaria? Ma per favore...

Il discorso sull'esperienza torna fuori quando si parla di Puscas: probabilmente, dice il mister, diventerà uno dei primi centravanti d'Europa, ma ha bisogno di giocare. Al momento viene in ritiro per noi, poi valuteremo. E in qualche modo il discorso sull'esperienza torna fuori quando si parla di Ranocchia: ancora capitano o no? Abbiamo preso dei giocatori d'esperienza (Murillo, Miranda, lo stesso Zukanović, il centrocampista che verrà – sia esso Melo, Suarez o chi per lui – le punte che verranno (Perišić, Salah o Jojo), valuterò io chi sarà il capitano.

Ma resta il fatto che se vuoi competere devi mettere dentro giocatori pronti. La poesia si può lasciare agli altri. Poi può accadere che nel corso della stagione un giovane cresca talmente tanto da proporsi e in quel caso il Mancio ha dimostrato (ultimo con Gnoukoury titolare nel derby) di saper guardare il rendimento, oltre la carta di identità.

Di Biabiany ha fatto capire che se recupera il top della condizione potrà rendersi utile, mentre la stima riaffermata per Santon, Shaqiri e Naga mi è sembrata sincera ma anche un po' diplomatica.

Naga “in questo momento non va via”. Gli altri due sono fortissimi, come dimostra il fatto che abbiano richieste importanti, ma siamo in troppi...

Ribadito che è fondamentale la mentalità vincente e che su quella si è lavorato lo scorso anno, ma che i nuovi arrivi, tutti abituati a stare ai vertici dovrebbero accrescerla in modo significativo, il Mancio, e come poteva essere altrimenti, riconosce che i tre attaccanti di cui si parla “appartengono ad altre squadre e non è giusto parlarne” ma sono tutti giocatori molto bravi con qualità tecniche importanti.

Per concludere sulla conferenza, la sua valutazione su Sinisa al Milan: “sono contento per lui, non mi sembra strano, è la nostra professione, il nostro mestiere”. Un discorso onesto ed evidente, che troppi tifosi ancora stentano ad accettare. Eppure è così semplice: non pensare a chi è andato via, nel libero esercizio della sua professione, pensa a sostenere al meglio quelli che stanno giocando per te.

In conclusione dalla conferenza escono 5 parole chiave per la ricostruzione: esperienza, mentalità, forza atletica, qualità tecniche e duttilità di alcuni: l’Inter che sta nascendo, mi sembra le possieda tutte.

La questione Salah

Non sono sicurissimo che sia il fenomeno che è apparso nelle prime partite in Italia, ma sicuramente dei tre attaccanti chiacchierati è quello potenzialmente più forte, quindi quello che preferirei.

Per questo ho cercato di capire qualcosa sulla sua situazione, che però mi sembra molto complicata. Tutto ruota intorno a una clausola (un documento) privato, che non fa parte del contratto depositato a suo tempo dalla Viola.

Pare di capire che la clausola sia stata richiesta da Salah, visto che tutela solo lui, garantendogli il diritto di rifiutare, anche semplicemente non fornendo il consenso al prolungamento, di restare alla Fiorentina per la prossima stagione. Della clausola esisterebbero due copie, la prima in possesso della Fiorentina, l'altra di Salah stesso (o del suo procuratore). Questa clausola sarebbe perfettamente valida anche federalmente, se depositata da una delle due parti.

Ora, sembra di capire che se il procuratore di Salah non l'avesse depositata, sarebbe stato quello che a Milano (come ben sa Mou) si definisce “un pirla”. Se non l'ha depositata non c'è nulla da fare, a me sembra, e Salah, magari contro voglia, resta legato alla viola. Se, come il buon senso lascia credere, l'ha depositata, dal 30 giugno, non avendo aderito all'invito di restare in viola, il giocatore è… libero. Cioè, è libero di tornare al Chelsea, proprietaria del cartellino, che verosimilmente lo rimetterà sul mercato. Ma, a quel punto, anche un eventuale pre-accordo dell'Inter col giocatore potrebbe non bastare.

Si può discutere sul fatto se il giocatore fosse avvicinabile prima del 30 giugno, cosa che comunque sarebbe da provare, ma non sul fatto che lui non sia più un giocatore viola e che dal primo luglio sia ufficialmente sul mercato. E se l’Inter avesse siglato un accordo col Chelsea proprietario del cartellino, anche prima del 30 giugno, sarebbe nella piena legalità.

Io di norme astruse capisco poco, ma se la situazione sta nei termini che ho letto (e interpretato) non credo che la Viola abbia molto a cui attaccarsi per trattenere (contro voglia) il giocatore. Che poi non è detto venga davvero all'Inter.

Ah, un'ultima osservazione: molto è stato fatto, se arriveranno anche solo alcuni dei nuovi “promessi”, si dovrà chiedere scusa a ET.  Forse. 

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it): Roberto Mancini guida il gruppo nella corsa in una delle prime sessioni di allenamento stagionale. Dovrà provare a condurlo fino alla qualificazione alla Uefa Champions League.