Apologia di una squadra che ha perso

Ho voluto aprire il post con la foto di colui che considero il vero artefice di una stagione stupenda e in parte sfortunata dei nostri allievi nazionali.

Gianmario Corti è un allenatore tanto schivo e modesto, quanto competente.

Sempre considerando che sto esprimendomi da semplice tifoso, devo riconoscere che apprezzo quasi tutti gli allenatori del nostro settore giovanile.

Tuttavia senza ombra di dubbio Corti è quello per il quale stravedo un po' di più.

Ho parlato più volte della “religione del lavoro” che lo caratterizza, ma sarebbe riduttivo limitarsi a questo aspetto.

Corti due anni fa ha portato gli allievi nazionali allo scudetto.

Poi è “retrocesso” a prendersi gli allievi regionali (gli stessi che non erano arrivati alla F8 nei giovanissimi), li ha guidati per un anno e quindi li ha accompagnati nella successiva cavalcata, di nuovo tra gli allievi nazionali.

Ha perso la finale allo scadere dei supplementari in modo, diciamo, rocambolesco.

Nelle sue due apparizioni in categoria dunque un titolo italiano e un secondo posto.

Mi piace complimentarmi con lui, per il suo lavoro, proprio nel giorno dell'amarezza.

Quando ha vinto era troppo facile.

Ma il mister, nell'arco della stagione non ha solo ottenuto risultati ha anche saputo far esprimere alla squadra un gioco pratico e insieme spettacolare.

Come dimenticare le grandi partite contro il Bologna (7-1) e i match in cui abbiamo dominato, all'andata come al ritorno in serie consecutiva, Atalanta Lazio, Milan Chievo?

Qualcuno ha scritto sul blog che la finale l'ha persa il mister, per il modulo adottato o perché si giocava solo con palla lunga.

Non ho visto l'incontro (non ho voluto vederlo neppure dopo, troppo presto...) e non posso pronunciarmi.

Dico solo che di solito la sua Inter non gioca con palle lunghe alla sperindio e quindi se in una certa fase della gara con l'Atalanta è successo davvero questo ci saranno stati motivi contingenti, magari di tenuta atletica.

Mi dicono che facesse molto caldo e che a metà ripresa almeno quattro nostri giocatori erano chiaramente sulle gambe, soprattutto a centrocampo.

Evidentemente, fuori Emmers e in precarie condizioni Schirò, il mister non aveva alternative, perché Tommy non gli dava garanzie agonistiche adeguate a una finale per il titolo che si giocava tutta negli ultimi minuti.

Forse Tommy avrebbe potuto giocare di più nella fase terminale del campionato, o forse si poteva convocare Gavioli (perché no Poletto, mister?), ma sono solo chiacchiere da bar, tanto più non conoscendo le situazioni dall'interno.

Restano i risultati e tutto il lavoro positivo che il mister ha fatto, utilizzando al meglio anche il lavoro straordinario della società che ha saputo con diversi innesti azzeccatissimi completare una squadra che aveva diverse lacune.

L'annata delle giovanili

Con la sconfitta degli U17 nella finale nazionale si è conclusa la stagione delle giovanili nerazzurre.

Il bilancio non può che essere ritenuto pienamente soddisfacente, anche se a un certo punto sembrava potesse risultare semplicemente esaltante.

E questo nonostante le ormai note difficoltà di tipo finanziario che la società nel suo complesso si è trovata a vivere e che si sono riverberate ovviamente sul settore giovanile.

Si è trattato di una grande stagione a tutti i livelli:

Per la quantità di giovani che continuando il loro processo di crescita avanzano legittime candidature ad affermarsi, col tempo, nel calcio che conta

Per i risultati ottenuti dalle varie squadre.

I risultati anche nel settore giovanile contano assolutamente, checché se ne dica.

Il giovane si forma solo nella lotta per vincere.

Se vinci significa che hai dei valori, se non vinci emergono quanto meno dei punti di debolezza.

Poi è chiaro che nelle finali contano anche gli episodi.

Ma in una partita decisiva gli episodi sanciscono l'insieme dei pregi e dei difetti, non appartengono mai, a mio parere, esclusivamente al fattore fortuna.

Dal punto di vista dei risultati, limitandoci alle categorie che hanno una dimensione nazionale, questo è ciò che si è conseguito:

Primavera: 

vittoria nel girone

vittoria in coppa Italia (eliminando Roma e juve)

campionato perso ai rigori in semifinale, contro la squadra che poi ha vinto il titolo nazionale

Juniores Berretti:

girone dominato

Titolo nazionale conquistato

Allievi U17:

girone dominato (con 6 punti sull'Atalanta, sconfitta in casa e fuori e ben 18 punti sul Milan)

Titolo Nazionale perso in finale con l'Atalanta, su calcio piazzato alla fine dei supplementari

Giovanissimi U15:

secondo posto nel girone, dietro l'Atalanta e davanti al Milan

vittoria nella Nike Cup

Eliminata dalle finali nazionali all'ultimo turno di qualificazione.

Naturalmente in questa rassegna non si è tenuto conto dei risultati ottenuti nei tornei meno significativi.

Solo i risultati conseguiti dai giovanissimi possono essere ritenuti nel complesso poco soddisfacenti.

Giovanissimi a parte, firmerei per ottenere ogni anno questi risultati, soprattutto se il budget disponibile per il settore non aumenterà

Per quanto concerne i giovani in ascesa il discorso è più complicato.

Prima di tutto perché non sono un tecnico, ma un semplice tifoso che non vive dall'interno le dinamiche proprie di questi processi (che sono anche atletici, mentali, psicologici persino tattici).

Poi perché il giudizio, da tifoso appunto, è determinato, più che da reale competenza, da fattori personali di chi osserva (il modo di “vedere” il calcio) ed emozionali.

Citerò dunque solo qualche nome, per ognuna delle squadre, di giovani che a mio avviso sono molto progrediti e potrebbero avviarsi verso un futuro davvero interessante.

Naturalmente i giocatori meritevoli di citazione sono molto più numerosi, esprimo solo un parere che non tiene conto di molte variabili

PRIMAVERA: Radu Gravillon Della Giovanna Senna Baldini

Kouamé Manaj

BERRETTI: Granziera Lombardoni Cagnano Carraro Piscopo Donna Antonini Vago

U17: Valietti, Nolan Zinho Sala Emmers Rover Pinamonti Russo (ma anche Putzolu mi dicono abbia fatto una buonissima F8)

U16: Praticamente tutti. Anche se Grassini Bettella Gavioli Schirò Patacchini Esposito Merola Gossò Adorante e Pelle sembrano aver anticipato i tempi della maturazione

2001: Pozzer Ntube Colombini Vergani Burgio (ho tralasciato volutamente i 2002 che giocano con loro).

Come si vede, materiale umano e tecnico importante ce n'è e non poco né irrilevante, senza contare tanti altri che sono sul punto di svoltare per forza fisica e maturità.

Le Final Eight

Dopo una stagione bellissima, la squadra ha disputato anche un'ottima F8.

Se escludiamo la partita con la juve (poco più che un'amichevole a detta di chi c'era, a qualificazione avvenuta e con in campo molte seconde linee), la squadra si è espressa bene, contro avversarie di livello, guadagnandosi con anticipo la semifinale e poi con autorità l'accesso alla finale.

Chi ha visto tutti i match mi ha descritto Roma Fiorentina juve come squadre di ottima caratura (la juve la conoscevo e sapevo che ci era inferiore).

In particolare è stato importante lo scontro con la Roma, perché in questo momento sono forse le scuole calcistiche al top (anche se l'Atalanta sta riguadagnando posizioni).

In tutto il settore giovanile abbiamo eliminato la Roma in Coppa Italia primavera, siamo stati eliminati ai rigori nel campionato Primavera, in semifinale, abbiamo eliminato la Roma sempre in semifinale, con gli Allievi Serie A e B.

Un discorso a parte merita la finale con l'Atalanta.

Prima di tutto va riconosciuto che i bergamaschi hanno una squadra molto forte, probabilmente la migliore, dopo di noi.

Complesso equilibrato, senza lacune evidenti, con giocatori di grande valore come Alari Mallamo, Capone Lattes e soprattutto Bastoni e Melegoni.

I frequentatori più affezionati del blog ricorderanno come mi sia capitato di parlare in termini entusiastici di questi due giocatori già un paio di anni fa.

Noi abbiamo affrontato la finale senza Emmers, ed è stata una perdita importante, per il contributo dinamico che il belga sa assicurare e soprattutto perché è venuta a mancare un'alternativa a centrocampo che si sarebbe rivelata preziosa con il passare dei minuti e la stanchezza di alcuni.

Per la verità ci mancava un altro uomo che sarebbe verosimilmente risultato decisivo: lo squalificato Gossò.

Non sto cercando alibi perché non c'è nulla da giustificare.

Tutti quelli che erano allo stadio con i quali ho parlato mi hanno detto di una partita nella quale la nostra superiorità è stata abbastanza netta: basti pensare che il primo vero tiro in porta dei bergamaschi è stato il gol del pareggio, all'ultimo secondo dei tempi regolamentari e sullo sviluppo di un calcio piazzato.

Il secondo e unico altro tiro la punizione (forse dubbia) che ha portato alla sconfitta. E su quel tiro, non irresistibile, il nostro portiere si è fatto sorprendere un po' ingenuamente.

Al nostro attivo invece diverse occasioni da gol mancate per imprecisione o anche un po' per sfortuna.

D'altra parte, questo è il calcio e quando perdi vuol dire che ti è mancato qualcosa.

O che gli avversari hanno avuto qualcosa più di te, magari a livello di cattiveria (agonistica), una condizione un po' più brillante, un portiere in buona giornata, più voglia di ribaltare un risultato contro una squadra che li aveva mortificati sempre, in campionato.

La fortuna, alla fine, quando c'è, bisogna aver saputo meritarsela.

La sconfitta è dolorosa, non so se capiterà presto a una giovanile dell'Inter di avere un'occasione simile: avendo la squadra migliore del lotto, essere praticamente campioni di Italia a 5 secondi dal termine.

La consolazione sta nel fatto che parecchi di questi ragazzi faranno una buona o ottima carriera e avranno quindi altre possibilità di cancellare questa delusione.

PS: in un prossimo post penso di provare a stilare sempre per gioco il profilo dei nostri ragazzi con le pagelle per l'annata disputata.

Luciano Da Vite

Nella foto (Inter.it): mister Gianmario Corti, allenatore degli Allievi Serie A e B di quest'anno, giunti fino alla finale del campionato.