Inter Palermo 1-1: le due verità

Mai come per la situazione e i problemi di questa Inter si scontrano, nell'opinione dei tifosi (le PI le trascuro volutamente) non tanto due verità, ma una lunga serie di verità contrapposte, tutte per altro con un loro fondamento.

Partiamo dall'inizio e da un fatto che almeno a me sembra indubitabile.

La struttura della squadra è stata costruita sulle idee calcistiche e sull'analisi della rosa formulate dal Mancio.

L'idea era quella di mettere in campo un 4231.

Quali i problemi tecnico tattici rilevati dal Mancio? 

L'impossibilità dell'Inter precedente di sfondare le difese chiuse senza rompere l'equilibrio tattico e finendo dunque per esporre la difesa alle ripartenze avversarie.

Come rimediare?

Rinforzando le fasce per cercare l'aggiramento, rinforzare la zona centrale con un uomo squadra di grande qualità e autorevolezza e davanti a lui schierare qualcuno che aumentasse il tasso tecnico della squadra.

Ed ecco che sono arrivati tre esterni (due terzini e un'ala, visto che già c'era Perisic): Ansaldi Erkin e Candreva

L'uomo squadra doveva essere Tourè e quello che alzava il tasso tecnico Banega.

L'Inter disegnata dal Mancio non si discostava molto dalla seguente

Handa (o chi per lui)

Ansaldi Miranda Murillo Erkin

Tourè Kondogbia

Candreva Banega Perisic

Icardi

Di sicuro, non avesse dovuto indicare parametri zero o giocatori poco costosi, avrebbe chiesto due terzini diversi, ma in quel contesto la soluzione era accettabile

Non essendo stato possibile arrivare a Touré, il ruolo destinato a lui spettava a Medel

L'assetto sembrava più equilibrato e completo, al netto delle prestazioni reali che sarebbero stata fornite dai nuovi e che ovviamente erano un po' un'incognita.

Quattro uomini capaci di attaccare le fasce, aggirando lo schieramento avversario. 

Due interditori davanti alla difesa a far filtro e a far ripartire la squadra (se ci fosse stato Touré anche un giocatore autorevole, capace di guidarla)

Il tasso tecnico aumentato centralmente per l'arrivo di Banega, il quale solo formalmente partiva dalla linea a tre. 

In realtà era libero di arretrare sulla linea dei mediani per far ripartire l'azione o di avventarsi quasi da seconda punta sulle seconde palle dietro Icardi, con nei piedi la capacità di suggerire anche sullo stretto

Probabilmente Maurito non era la sua punta ideale, ma se non puoi prendere un fenomeno, chi rinuncia a una punta capace di 50 gol in 100 partite, pur ricevendo solo 3-4 palle a partita e quindi tirando in porta in proporzione?

Naturalmente il mister chiedeva un organico con il quale poter anche cambiare modulo. 

In questa prospettiva, pensando al 433, Banega poteva fare il centrale con a fianco un interditore e uno capace di inserirsi sia centralmente sia in fascia.

Brozovic era il giocatore adatto. 

Il croato non per doti fisiche e tecniche, ma per i movimenti, ricorda un po' Guarin, nel senso che è capace di svariare in fascia come di entrare centralmente.

Da questo punto di vista, per il mancio si poteva evitare la cessione di Brozo per arrivare a JM (ricordate la sua frase sul fatto che avrebbero caratteristiche simili?) risparmiando almeno una ventina di milioni che potevano essere spesi per un altro ruolo (ad es. un centrale di difesa).

A questo impianto si lavorava, quando la situazione dei rapporti fra il Mancio e la società è precipitata.

E qui cominciano a manifestarsi le due verità contrapposte: la scelta societaria è stata giusta o sbagliata?

E se è stata giusta, i tempi sono stati corretti?

Ad alcune di queste e delle successive domande, non ho una verità mia che mi consenta di parteggiare per l'una o per l'altra tesi.

Rispetto alla prima domanda, la mia opinione è che la decisione fosse ormai inevitabile.

Rispetto alla seconda, penso che sarebbe stato più utile anticipare, ma che probabilmente era giusto inizialmente affidarsi al mancio che era arrivato quarto e non era possibile prevedere che i rapporti si sarebbero deteriorati e quando.

Poi contano dinamiche interne alla società che non posso conoscere (e non mi fido certo delle ricostruzioni delle PI).

Da fuori posso dire che non avrei licenziato prima il Mancio, ma arrivati a quel punto l'avrei fatto anch'io. 

Verificare inizialmente le condizioni per andare avanti, secondo me non era insensato.

Forse è stato un errore, ma a posteriori.

Il nuovo allenatore invece ha idee diverse, ma soprattutto ha il problema di conoscere a fondo le potenzialità dell'organico e dei singoli e di conoscere meglio il calcio italiano, dall'interno.

Mi sembra comunque che una differenza si noti subito: preferisce i giocatori che vogliono la palla nei piedi e sanno giocarla, rispetto a quelli che aggrediscono gli spazi.

In questo senso si spiega la preferenza accordata a JM rispetto a Brozo e soprattutto la scelta di escludere SEMPRE (fino ad ora) una delle due ali offensive che abbiamo, a vantaggio di Eder, che porta palla e va anche centralmente.

In questo quadro si iscrive anche il discorso relativo a Banega che per lui può fare il play basso e anche quello relativo a Medel, utilizzabile sulla linea difensiva (presumibilmente per far spazio in mediana a uno a cui la palla non scotti tra i piedi).

Ha ragione? Ha torto? 

Non resta che stare a vedere, non senza aver ribadito che a mio parere il problema resta l'equilibrio, tra i reparti, nella copertura degli spazi, ma anche tra interditori costruttori di gioco, assaltatori e finalizzatori.

Senza essere...Guardiola, probabilmente Frank crede più nel palleggio che prepara l'imbucata che nella verticalizzazione lunga, aggirante. 

Questo, unitamente ai dubbi su una difesa sino allora disastrosa, spiegherebbe la sua scelta (a Chievo) della difesa a tre, con un'ala in meno e più uomini schierati centralmente.

Ma tenendo Banega più alto, l'affollamento della zona centrale non consentiva all'azione di svilupparsi fluidamente e nei tempi giusti; nello stesso tempo la capacità di aggiramento (affidata a Naga e D'Ambro, oltre che a un Candreva non in condizione) era inesistente e la difesa, anche messa a tre, soffriva di sbandamenti e lacune.

Nei risultati inadeguati che si vedono in queste partite, occore anche tener conto dell'incidenza costituita dalla condizione di forma e da qualche assenza. 

Magari con Ansaldi, con JM e con Barbosa anche gli stessi moduli potrebbero risultare più efficaci.

Gli errori per i tifosi più critici sono: l'aver optato per la linea a tre e l'aver lasciato fuori l'uomo più in forma (Perisic). 

Molti avrebbero voluto Medel difensore e una diversa gestione dei cambi.

Difendere l'efficacia delle scelte di Chievo è impossibile; al massimo si può sostenere che siano errori comprensibili nel processo di conoscenza.

Fatto sta che col Palermo il mister si ravvede in parte: difesa a quattro, Banega perno basso per far partire l'azione (il che comportava però, stante l'assenza di JM e la volontà di non utilizzare Brozo e Assane, un Medel nell'insolita veste di assaltatore). 

Sempre una sola ala (questa volta Perisic) però assistita da due terzini che dovrebbero spingere e magari da un centrocampista che può allargarsi a far da sponda.

Fatto sta che contro un Palermo davvero mediocre, sicuro candidato alla B, se le cose non cambieranno, per mezz'ora non costruiamo un'azione e non tiriamo in porta.

C'è anche da segnalare che il Palermo, per me inaspettatamente, non difende con tutti dietro la palla, ma lascia sempre due uomini avanti.

In questo periodo assistiamo alla sagra degli errori, con molti passaggi semplicissimi sbagliati, ma se non altro il reparto offensivo del Palermo viene totalmente annullato (una sola “distrazione” nostra).

Nell'ultimo quarto d'ora le cose migliorano: diventiamo pericolosi soprattuto su calci piazzati e su un bellissimo lancio di Banega sfruttato in progressione da Perisic.

Però le palle gol capitano a difensori di testa (e le alzano troppo) o all'improvvisato... semibomber Medel e quindi, in un'occasione anche con sfortuna, non concretizziamo.

In apertura di ripresa errori e sfortuna si fondono e causano il gol di Rispoli su deviazione decisiva di Santon.

E' in pratica l'unica azione della partita per i rosanero e questo colpo fortunato unito a qualche sfortuna nelle conclusioni nostre, consente agli ottimisti di dire che c'è stato qualche miglioramento rispetto a Chievo.

Il partito dei pessimisti dice che ci mancherebbe altro: il Palermo non è il Chievo, giocavamo in casa e una squadra decente avrebbe vinto facilmente anche in presenza di qualche evento sfortunato.

Dopo un periodo di disorientamento post svantaggio, nella parte finale la squadra riesce a essere più incisiva e, oltre alla bella rete, sfiora la marcatura in qualche altra occasione importante.

Di sicuro troppo poco in una partita contro questo Palermo.

Il partito degli ottimisti dice che siamo in ripresa, bisogna dare tempo e fiducia al mister e miglioreremo.

I pessimisti sostengono che certi errori non sarebbero stati perdonati a un altro mister e che rischiamo, per esempio con un pareggio a Pescara e perdendo in casa con la juve, di trovarci dopo 4 giornate lontani anche dalla zona UEFA, non solo dalla CL

I più ottimisti ribattono che in fondo con allenatore nuovo e tanto da cambiare siamo a 3 punti da Roma e Napoli e a due da Lazio, Milan e Viola e dunque tutto è aperto.

I pessimisti ribattono che Milan, Viola, Lazio e Napoli hanno già affrontato difficili scontri al vertice e noi no. 

Paventano dunque un altro campionato di transizione e segnalano che per il momento siamo diciassettesimi in classifica.

Da parte mia fatico spesso a iscrivermi a un partito, nel senso che quasi sempre trovo ci sia del vero in entrambe le tesi contrapposte.

Sono contrario a drammatizzare, penso che il rischio di un altro campionato parzialmente deludente ci sia, ma che il nostro standard sia molto superiore a quello palesato fino ad oggi.

Quanto superiore, dipenderà da troppe variabili al momento imprevedibili.

Di una cosa mi sento certo: fosse stata affidata la squadra a un Prandelli (per dire) oggi avremmo dei punti in più. 

Però se fai un progetto con idee nuove e con una condizione di organico raffazzonato e di condizioni di forma scadenti, è assolutamente necessario sostenerlo tutti con convinzione, per qualche mese, a prescindere da quelli che per noi tifosi possono essere stati errori clamorosi di scelta uomini o di modulo.

Questa per il momento è la mia unica certezza.

Le pagelle

E' passato troppo tempo dalla partita perché abbia un senso distribuire dei voti in modo tradizionale. 

Mi limiterò quindi ad accennare alle prestazioni più discusse (dai due famosi partiti)

Detto che questa volta portiere e due centrali non hanno colpe particolari (la difesa si è fatta sorprendere solo una volta nel primo tempo e poi in occasione del gol), ribadito che D'Ambrosio ed Eder si sono espressi più o meno sui livelli che competono loro, mentre Perisic è stato abbastanza positivo pur potendo fornire si più, le discussioni vertono su Santon Medel Kondo Banega Icardi.

Per limitarci ai titolari iniziali.

La prova di Santon è stata negativa, non ci sono dubbi, credo. Non tanto per l'episodio del gol sul quale secondo me non ha grandi responsabilità, quanto per la mediocrità palesata, dopo un paio di inserimenti iniziali discreti. 

L'aspetto positivo è costituito dal fatto che, confermata l'integrità fisica, forse ora si potrebbe riuscire a cederlo.

Medel viene criticato da molti per la mancanza di qualità, ma nel caso specifico è stato schierato in un ruolo di assaltatore che sinceramente non gli compete. 

A mio avviso è stato uno dei più vivi e insidiosi. 

Anche se ho notato che il Palermo tendeva a lasciare più libertà proprio a lui, a D'Ambrosio a Santon. 

Cioè a quelli che considerava meno insidiosi

Banega per alcuni splendido, per me appena sufficiente. 

Un paio di aperture brillanti (ottima quella per Perisic) ma diversi errori nei passaggi e parecchi contrasti persi. 

Spero è penso che possa fare molto di più. 

Forse sono condizionato dal fatto che non lo vedo play basso davanti alla difesa. 

Il mister la pensa diversamente e....ubi maior minor cessat.

Questione di gusti personali, ma per me deve essere libero di muoversi, cercare palla e posizione sulla verticale di centrocampo

Kondo: chi non l'ha visto male e chi considera negativa la sua prova. Mi sento più vicino alla seconda valutazione. 

Lui se entra in un corpo a corpo con due anche tre avversari spesso ne esce vittorioso. 

Poi se ne va e...sbaglia il passaggio facile, o lo ritarda troppo. Nella ripresa due volte poteva lanciare Candreva in spazi enormi (e Antonio sarebbe andato in porta) e due volte ha servito l'avversario che si trova almeno a 15 metri dal nostro attaccante...

Bisogna insistere ancora, ma penso che fare gioco con Kondo a metà campo sia molto difficile, soprattutto se l'altra mezz'ala è Medel. 

Forse le cose andranno meglio con JM

Icardi: ormai è il giocatore più discusso. A parte l'avversione preconcetta (per le presunte manfrine estive) che lo penalizza, la sua prova non è stata positiva, nell'arco dei 90'. 

Secondo me in fatto di movimenti e giocate c'è stato un regresso rispetto a Chievo. 

Ma il calcio è un gioco spietato e i numeri contano e dicono che ha avuto tre palle buone: su una ha sbagliato il controllo, una l'ha messa di testa fuori di poco e una l'ha infilata.. 

I numeri complessivi poi parlano di oltre 50 gol in un centinaio di partite e con poche occasioni per partita.

Si può obiettare e con qualche ragione, che se ha poche palle giocabili per partita un po' la colpa sia anche sua.

Si deve uscire dall'equivoco: meglio un centravanti di manovra, che magari segni meno ma faccia segnare di più gli altri? Allora cediamolo.

Non si può rinunciare a un giocatore che fa un gol ogni due tiri e ogni due partite? 

Allora smettiamo di discuterlo.

Un ultima considerazione su Senna: è entrato se non sbaglio all'86', ha giocato dieci minuti scarsi. Bene, ma sempre in proiezione offensiva. 

Sono felice per lui, e gli auguro successi a catena, ma non mi entusiasmo. 

Vediamo cone se la caverà, quando ne avrà l'occasione, a difendere, contro avversari aggressivi e fantasiosi. 

Fiducia, ma anche prudenza.

I due partiti stanno già emergendo anche su De Boer (non considero i seguaci di Moggi, come Ravezzani, che auspicano e ritengono probabile, per amore del capostazione loro assistito, l'arrivo di Capello....). 

Devo dire però che rispetto ai risultati e a qualche errore abbastanza evidente, almeno da fuori, l'atteggiamento della maggior parte dei tifosi nei suoi confronti mi sembra ragionevolmente costruttivo.

E sarebbe davvero un notevole salto di qualità, se si considera l'esasperazione prodotta dal lungo digiuno.

Anche se va ricordato che si tratta sempre di sport. E la misura, in queste cose, dovrebbe costituire la norma.

Luciano Da Vite

Nella foto: l'abbraccio dei giocatori dopo il goal del pareggio. Inter.it