Lazio Inter 2-0 - Alla ricerca dell'impegno perduto

Sono possibili, a mio parere due letture antitetiche della partita e del campionato.

Perché la partita in qualche modo è lo specchio, in sintesi, del campionato che l'Inter ha condotto.

La tesi di gran lunga maggioritaria, quasi un pensiero unico tra i tifosi, consiste nel ritenere che il limite della squadra stia nell'impegno incostante che i giocatori a volte mettono in campo.

Quindi indirettamente nel ritenere che la responsabilità principale sia di Mancini che non sa motivarli, non sa mettere fuori quelli che non si impegnano o lo fanno a corrente alternata.

(al mister si rivolgono anche, eventualmente, critiche di altro tipo, condivisibili o meno, ma a mio parere comunque più ragionevoli)

Poi c'è chi pensa che l'Inter, per il gruppo che ha, per le caratteristiche tecniche, atletiche, di personalità, di intelligenza calcistica, di esperienza, di tenuta mentale dei singoli, abbia disputato nell'insieme un buon campionato.

Forse solo io, almeno tra i tifosi.

La squadra per me ha costruito un percorso positivo, ma è venuta meno, sempre, nei momenti decisivi, quando se ci fossero state le qualità, avrebbe potuto fare il salto definitivo, che sembrava a portata di mano.

Ultimamente è accaduto con le partite contro Torino, Genoa e Lazio; all'andata ancora con Lazio, Sassuolo, Atalanta, Carpi e Milan 

Perché questo? 

E’ possibile che i giocatori corrano, lottino, si sacrifichino per arrivare a una posizione importante e poi improvvisamente vengano presi dall’ignavia e buttino tutto il buono fatto, a prezzo di grandi sacrifici, per giocare sotto impegno le partite fondamentali?

Sarò sincero, per una volta. 

Me lo posso permettere perché la mia esperienza di blogger sta volgendo al termine.

Questa lettura della nostra realtà, se non mi irritasse, la troverei esilarante.

Sarò completamente bollito, ma per conto mio in ogni partita i ragazzi hanno dato tutto quello che in quel momento e in quel contesto avevano dentro.

Sono convinto che un giocatore, ma anche una squadra, non possano essere giudicati partita per partita.

Il rischio di questo metro di giudizio sta nel sognare il terzo posto dopo due vittorie, insultare tutti la domenica successiva, dopo una sconfitta.

Nel considerare Ljajic uno dei pochi irrinunciabili dopo una bella prestazione, per poi sostituirlo con un altro irrinunciabile, Jovetic. A sua volta destinato ben presto alle reprimende più feroci.

Sta nel considerare Icardi un giorno inamovibile e un giorno quasi una palla al piede.

E via umoreggiando.

Un giocatore e una squadra si valutano sull’arco dell’intera stagione e direi che in questo senso le prove negative sono ancora più importanti e decisive rispetto a qualche prestazione di livello.

La juve domina perché, non mi importa come, possiede giocatori che non scendono mai sotto l’ottanta per cento delle loro possibilità, che sono elevatissime.

Una juve con giocatori sempre tra l’ottanta e il 100% delle loro importanti qualità è in grado di battere tutti.

Roma e Napoli hanno più qualità delle altre perché hanno più campioni, e quindi vincono con maggior continuità, ma anche loro hanno giocatori soggetti ad alti e bassi, rispetto alla stupefacente continuità dei bianconeri.

Noi abbiamo qualità come altre 2-3 squadre dopo quelle citate e se finiamo davanti a loro è perché complessivamente, partendo da livelli simili, abbiamo fatto leggermente meglio.

So anch’io che l’aspetto psicologico in determinate situazioni può indurre a dare un 10-15% in più.

Ma si tratta appunto di circostanze particolari, non ripetibili in continuità o a comando.

Quello che conta è il rendimento di un singolo o di una squadra a livello di normalità: è quello che sanno esprimere con continuità.

Sapendo che la partita di ritorno dell’Inter in coppa Italia contro la juve ha visto i nostri dare qualcosa più del solito, non posso pensare che quello deve essere il loro livello, altrimenti significa che non si impegnano.

In caso contrario dovrei anche dire che il Frosinone capace di pareggiare a Torino con i ladri, nelle altre partite non si è impegnato.

Quindi, come sono pronto ad esaltarmi per la straordinaria prova di quell’ Inter juve, non riesco ad aspettarmi che tale rendimento debba essere la norma. 

Sono convinto di conoscere i miei giocatori con i loro pregi, le loro carenze, il livello di rendimento standard che possono garantire.

So che alcuni di loro, che per le qualità tecniche astratte dovrebbero essere uomini decisivi, nell’arco di un campionato lo possono essere al massimo quattro o cinque volte. E nelle altre partite non ci daranno nulla di importante.

Per un problema di costituzione complessiva, cioè fisica, mentale, agonistica.

So che Medel renderà sempre tra il 5 e il 6.5 e che Jovetic e Ljajic per esempio, possono rendere spesso da 5, più spesso da 4, qualche rara volta da sette.

So che Jovetic e ljajic pur avendo eccelse qualità tecniche, non costituiranno mai il nucleo decisivo di una squadra come la juve, per esempio.

Semplicemente perché giocatori con i loro limiti agonistici, caratteriali, di intelligenza calcistica, alla juve non li prenderebbero mai.

Hanno preso Hernanes che ha limiti fisici, vero, ma tecnica personalità e intelligenza da vendere. 

Eppure fa la riserva in un contesto in cui tutti gli altri sono al top sul piano della completezza e concretezza e potrebbero anche supportarlo.

Ritengo che in un giocatore si debbano valutare una serie di elementi: la tecnica, la personalità, l’intelligenza calcistica, la capacità di concentrazione continuata, la duttilità, l’agonismo, lo scatto e la corsa lunga, la resistenza, la potenza, lo spirito di sacrificio. 

Una grave e fisiologica carenza di alcune di queste doti in diversi tra gli interpreti principali, mette una squadra in condizione di far dipendere il suo rendimento da situazioni contingenti.

Quando il dislivello fra noi e gli avversari è forte (ed esempio quando incontriamo una medio bassa che non sia in giornata di grazia) il nostro rendimento è sullo standard di Roma e Napoli

 Quando il dislivello è meno forte o quasi non esiste e noi vogliamo provare a vincere i risultati sono negativi (6 punti persi contro la Lazio, 4 contro la Fiorentina, 3 persino contro il Milan, 3 su 3 contro il Sassuolo).

Al contrario quando giochiamo contro chi riteniamo anche di poco più forte il rendimento migliora: 4 punti su 6 presi alla Roma, 3 su sei (e una sconfitta epica) contro il Napoli.

La questione è che noi non abbiamo le qualità (nel senso complessivo che ho ricordato) per “fare” la partita contro squadre poco “inferiori” a noi e se ci aspettano e ripartono, perdiamo.

Contro le grandi che devono attaccarci, facciamo miglior figura.

La controprova sta nel fatto che quasi sempre le nostre peggiori prestazioni sono avvenute quando abbiamo subito gol inizialmente: ci è riuscita una sola rimonta, proprio domenica scorsa.

Ed è vero che abbiamo subito molti gol nel finale, ma anche questa a mio parere è una conferma: quando dobbiamo attaccare siamo poco produttivi e rischiamo una punizione ulteriore, soprattutto con la stanchezza e la mancanza di lucidità.

Tutto questo a parer mio ha ben poco a che vedere con la buona o la cattiva volontà, con l’impegno o l’ignavia.

Riferisce invece una difficoltà “costituzionale” ad agire in condizioni tattiche e atletiche sfavorevoli (la Lazio aveva attaccanti di buona tecnica e molto più rapidi nelle ripartenze, che noi abbiamo dovuto conceder loro per il gol subito inizialmente. A Milano con una diversa situazione tattica, per gran parte del match abbiamo giocato meglio di loro).

Non è tutto da buttare perché, se si accetta la mia opinione per cui il rendimento di un giocatore o di una squadra si misura in un intero campionato anche sulla base della continuità di prestazione (elemento che nella mia lettura non è riconducibile, se non in misura generalmente irrilevante, alla cattiva volontà del singolo o del gruppo) noi siamo lontanissimi dalla juve, ma abbastanza vicini a Roma e Napoli e, sembra, davanti a tutti gli altri.

Potrebbe essere sufficiente quindi completare il quadro tecnico con qualche giocatore che sappia esprimere con continuità atletica e agonistica le qualità tecniche in cui siamo carenti (organizzazione rapida delle ripartenze, fantasia e precisione nell’ultimo passaggio, penetrazione e dribbling) per diventare possibili primi inseguitori della juve.

Se invece avessimo giocatori che a volte decidono di impegnarsi e più spesso no, sarebbe proprio tutto da rifare, a meno di trovare un grande motivatore.

Ma io dubito che persino Mou saprebbe motivare diversi tra i nostri giocatori più incostanti. Perché l’alternanza di prestazioni non dipende a mio avviso da carenza di volontà.

Le non pagelle

Per gioco, sempre considerando che si tratta di uno degli ultimi post e quindi mi prendo qualche licenza, anziché dare le pagelle al match proverò a dire la mia (più che contestabile, perché espressa da un dilettante) sulle qualità positive e negative espresse da ciascun giocatore nell’arco della stagione:

Handanovic: le doti atletiche sono indiscutibili. Per quanto concerne la tecnica, mi è difficile pronunciarmi. Mi limito a dire che mi sembra molto forte, con qualche limite nella scarsa propensione ad uscire sulle palle alte. L’abitudine di parare rigori dimostra la sua capacità di concentrazione e la freddezza. In questa stagione mi sembra che la concentrazione sia stata tenuta a livelli continuativamente elevati.

Nel campionato non vedo molti portieri che lo superino, complessivamente 

D’Ambrosio: è giocatore che assicura un rendimento costante intorno al 5.5, che non è poco. 

Rare punte sul 6.5-7 rarissime al 5 o meno.

Grinta determinazione, forza fisica, buona corsa sono il suo punto di forza. Il piede non educatissimo il punto debole. Ma se avesse anche questo sarebbe un big.

Sta imparando a difendere anche da centrale a tre e questo lo aiuta per le diagonali difensive. Soffre un po’ le ali con scatto e dribbling. Qualcosa di meglio in giro c’è, non so se abbordabile come costi.

Miranda: giocatore di grande personalità. Intelligente calcisticamente, ha senso della posizione e sa guidare la difesa. Trova qualche difficoltà contro attaccanti che abbinano movimento e potenza. Come rendimento è quasi sempre da 6.5 o anche meglio, rare e fisiologiche direi le cadute al di sotto di queste medie. Per i difensori (tutti eh) per altro conta anche la protezione che viene loro assicurata.

Difficile migliorare in questo ruolo. La juve ha preso il giovane più promettente (Rugani), ma lo sta preparando senza fretta, sapendo che i giovani sbagliano molto.

Murillo: uno dei nostri giocatori più soggetti a sbalzi di rendimento. A volte da 4 a volte da 7. E’ relativamente giovane e spesso si fa tradire dall’esuberanza. Da verificare se si tratta di situazioni congenite, legate al carattere e al temperamento o se tali comportamenti si possono correggere con l’esperienza e l’abitudine a giocare ad alti livelli. 

La sua forza sta nell’esplosività e nell’anticipo.

Per una cifra davvero elevata si potrebbe anche cedere, ma bisogna essere certi che il sostituto faccia meglio…

Nagatomo: velocità, resistenza e capacità di proporsi in fase offensiva (soprattutto a sinistra) sono i suoi punti di forza. 

La velocità gli consente anche qualche bel recupero nelle diagonali difensive, ma anche per questioni di struttura fisica la sua fase difensiva lascia spesso a desiderare. 

Se non lasciato solo sulla fascia comunque garantisce un rendimento decente anche in questa situazione di gioco. 

In rosa ci può stare, ma sarebbe meglio trovare un titolare più completo. Arriverà Erkin, ma Naga ha già panchinato i vari Dodò, Telles, ecc. Staremo a vedere

Medel: è uno dei giocatori più discussi. Inviso agli esteti, titolare inamovibile per tutti gli allenatori. Per me in questa Inter è fondamentale, ma la considerazione implica anche un giudizio non lusinghiero sui limiti della squadra. 

Perché lui non è Pirlo e non è neppure Verratti. 

Neppure Biglia, a dir la verità. 

Nel senso però che è un giocatore diverso. Mastino del centrocampo e non uomo d’ordine, che crea o razionalizza l’azione. Se ti serve un giocatore come lui, lo metti. 

In caso contrario non si può incolparlo di essere altro da quello che è.

Rendimento costante sempre tra il 6 e il 7 per la sua natura da forte agonista.

Brozovic: giocatore di qualità, con i difetti dei giovani, cioè soprattutto l’incostanza e l’inesperienza. Mancini dixit. Avendo lui quasi 24 anni, questo dato costituisce anche una risposta ai giovanilisti.

Nel senso che Brozo pur essendo molto forte e titolare da anni nella massima serie e in nazionale, ha ancora grandi margini di miglioramento. 

Figuriamoci quelli un pochino meno forti.

Brozo alterna giocate sensazionali ad altre da dilettante. 

Ma c’è da dire che per tentare iniziative azzardate e rischiose si deve avere personalità. 

E’ tra i giocatori le cui prestazioni sono più altalenanti. Si passa dal 7.5 al 5, con una media comunque discreta. Se non arriverà un regista, dovrebbe fare il mediano, insieme a Kondo, alle spalle di Banega.

Ha mercato e potrebbe anche essere ceduto, ma una squadra che punta in alto un giocatore già forte e di prospettiva lo tiene in rosa, perché prendere uno migliore e guadagnarci finanziariamente non è facile

Kondogbia: è il più elevato investimento della scorsa stagione e inizialmente aveva lasciato molte perplessità. 

Ha incontrato difficoltà di ambientamento e forse anche di tipo tattico, oltre che legate ai diversi sistemi di allenamento. Nelle ultime partite sta mostrando progressi davvero importanti: con la Lazio è stato sicuramente il migliore. 

La struttura fisica imponente è il suo pregio e insieme un suo limite. 

Vince una quantità di contrasti, difficilmente perde palla anche se attaccato in pressing da più avversari, ma spesso tende a inanellare dribbling su dribbling. Ultimamente però l’ho visto anche giocare a due tocchi e servire qualche buon pallone in profondità.

Per me è da tenere: tra l’altro di solito gioca meglio nelle partite difficili, quando gli avversari ambiziosi gli lasciano più spazio e lui ha più occasioni per farsi valere. 

Deve molto migliorare in fase conclusiva.

Jovetic: sei gol e tre assist non sono pochissimi per un attaccante che ha giocato meno di 1400 minuti, pari a una quindicina di partite intere. Tuttavia a mio parere in molte occasioni la sua prestazione è stata largamente insufficiente. Se non riesce a essere decisivo costituisce un peso per tutta la squadra, perché il suo contributo in fase di non possesso è irrilevante. 

Possiede ottima tecnica e tanta fantasia, ma purtroppo queste doti non bastano per essere un top, se non sono accompagnate da altre caratteristiche agonistiche che nel calcio moderno, piaccia o non piaccia, sono fondamentali. 

Lui ha il compito di creare superiorità numerica e per questo deve anche rischiare giocate individualistiche, ma l’insistenza nel cercare il numero personale spesso finisce per essere deleteria. 

Personalmente credo che per fare un vero salto di qualità servirebbe una seconda punta più forte e con caratteristiche molto diverse

Perisic: ritengo che sia l’unico giocatore dell’Inter che al momento potrebbe aspirare a fare il titolare anche nella juve e questo la dice lunga. Non piace, invece a un mio amico giornalista per il quale ho una stima e una considerazione assoluta. In effetti il suo gioco è molto lineare e anche prevedibile, di conseguenza. Prevedere però non è la stessa cosa che annullare: la differenza sta nella difficoltà di riuscire a prenderlo. Corsa, progressione devastante, disponibilità al sacrificio, capacità di puntare a rete, di piede e di testa sono doti specifiche, con le ultime che possono ancora migliorare. Se parliamo di sostanza non mi sembra si possa discutere. Semmai il reparto dovrebbe essere completato con una seconda punta e un esterno destro che abbiano caratteristiche complementari alle sue, sempre in un contesto di affidabilità e continuità agonistica.

Icardi: è il bomber della squadra e sebbene abbia giocato parecchie partite insufficienti, lo si potrebbe sostituire, a mio avviso, solo con uno dei primi 3-4 centravanti al mondo. Rapidità, potenza e precisione nel calciare, cioè istinto del gol e doti realizzative sono le sue caratteristiche migliori e davvero questo non è poco. 

Tecnicamente può ancora migliorare: a volte gli riescono belle giocate, in altre occasioni sbaglia controlli elementari. Ultimamente si sta completando, nel senso che si muove di più e con accortezza sul fronte offensivo, va con caparbietà a cercare di ostacolare le ripartenze avversarie nella fase iniziale e ha atteggiamenti da vero leader e capitano.

Eder: non mi sento di dare giudizi, né tecnici, né agonistici e atletici. Qualche dubbio ce l’ho sulla personalità. 

Vorrei un giocatore sicuramente più forte, ma mi sembra che nella nostra situazione anche finanziaria, sia giusto dargli un’altra chance. 

Naturalmente in partenza come seconda linea.

Palacio: è un campione e un genio del calcio. 

Purtroppo avviato a un tramonto abbastanza malinconico per quelli che sono attualmente i suoi limiti nella tenuta e nello spunto bruciante. 

Lavora molto ma non trova più la rete. 

Come titolare serve altro, ma nella rosa ci può stare.

Biabiany: dovrebbe restare. Se non altro perché “italiano” (mi pare gli manchino sei mesi per i 3 anni di Inter). Le doti le conosciamo tutti, la velocità supersonica, lo spirito di sacrificio, l’umiltà. 

Le lacune anche, una tecnica abbastanza approssimativa e un’efficacia realizzativa ridotta. 

Se però parliamo di rendimento, nella rosa di un’Inter ancora incompleta a livello di qualità, ci può stare

JJ: forza fisica enorme, lentezza sul breve ma buon recupero una volta lanciato, piede discreto, natura esuberante ed impulsiva, difficoltà nello scegliere il piazzamento migliore. Queste per me le sue caratteristiche. 

Sarebbe titolare nelle squadre che sono attualmente al nostro livello. 

Se vogliamo migliorarci ovviamente non può essere titolare ma in rosa ci può stare. 

A meno che non si trovi a prezzo conveniente un giovane che sia una sicura promessa

Telles, Ljajic, Melo e Santon sulla base del rendimento non li confermerei, con qualche riserva per Telles, più che altro come prospettiva.

Luciano Da Vite

Nella foto, da Inter.it: Miranda, in un momento di stanchezza.