mercoledì 8 giugno 2016

212

Dei cinesi, del mercato, di un nuovo titulo conquistato e dei nostri giovani

I cinesi


Sgombriamo subito il campo dall'obiezione di fondo, caratterizzata da uno sciovinismo angusto e soprattutto antistorico.

Il nazionalismo occidentale di stampo ottocentesco, caratterizzato dalla chiusura del proprio orticello privilegiato (e se possibile dall'occupazione di quello altrui), non esiste più.

La dimensione moderna della vita culturale, finanziaria, persino emozionale ha un palcoscenico leggermente più vasto del proprio Paesello: il mondo.

Questa legge irrefrenabile dell'evoluzione storica vale anche per il calcio.

Non a caso ho usato anche il termine “emozionale”: i tifosi dell'Inter sono più numerosi nel resto del mondo che in Italia o addirittura, come magari vorrebbero alcuni nostalgici, nella padania.
E perché no, restringendo, nella sola Milano?

Non parliamo poi delle tifoserie di Barcellona, Real, Chelsea e soprattutto MU.

Ma, per restare sempre al calcio, non si tratta solo di una questione emozionale, perché l'aspetto finanziario si intreccia con quello emozionale.

I soldi di arabi, russi, cinesi, americani cercano e alimentano le passioni sportive.

Senza scandalo, da nessuna parte, tranne nelle sacche nostalgiche del nostro Paese.

Manchester United, Chelsea, City, Psg cioè alcune delle più gloriose e grandi realtà calcistiche mondiali sono da anni di proprietà di facoltosi stranieri.

Tra le grandi resistono all'avanzare della finanza mondiale solo Barcellona, Real, Bayern e juve.

Il vero proprietario di queste ultime società è però il potere politico, che le foraggia e le protegge in ogni modo, diretto e soprattutto indiretto.

Ma anche queste società, per sopravvivere da vincenti, devono cercare consenso e supporto nel mondo intero.
In qualche modo aprirsi al mondo.

Il Barcellona in questo senso fa scuola: punito dalle leggi calcistiche per aver cercato e ingaggiato in ogni parte del mondo talenti troppo giovani per venir espiantati.

Naturalmente sappiamo che tutti i processi storici evolutivi intanto non si svolgono in modo lineare, poi presentano aspetti positivi e negativi e almeno inizialmente impongono costi enormi.

L'arrivo di capitali stranieri ha offerto vantaggi rilevanti alle società calcistiche citate, ma ha prodotto e produrrà sofferenze e delusioni in altre realtà.

Non esiste la soluzione salvifica.
Esistono soluzioni che si rivelano positive e altre che saranno negative.

Ma era così anche quando le società italiane appartenevano ai Tanzi o a Cragnotti. O a Giussy Farina, a Colombo o agli Ovini di Moggi.

C'è chi fa bene e chi fa male, italiano o straniero che sia.

E la stessa storia vale per il calcio giocato: ci sono calciatori stranieri che fanno bene e altri che fanno male.

Ricordo benissimo una miriade di calciatori italiani presi dall'Inter e falliti miseramente.

La differenza sta nel fatto che un mercato autarchico, per l'inesistenza della concorrenza, impone costi elevatissimi e si presta a giochi di potere esclusivi.

Quindi il probabile arrivo dei cinesi all'Inter andrà giudicato nei fatti, nei comportamenti sul lungo periodo, nei risultati.

Chi tifa Inter non può che aprirsi alla speranza di avere una società finalmente in grado di competere anche finanziariamente con le big del calcio mondiale.

Come è naturale, “Non si cedevoce, leggenda o destino.” (cit.) ma noi italiani questo lo sappiamo già da secoli, per fortuna e per le caratteristiche peculiari della nostra storia passata.

Oggi parliamo di cultura nazionale, ma a costruirla sono arrivati nei secoli gli etruschi, i greci, i celti, i barbari, gli arabi, i francesi, gli spagnoli. E tanti altri.
Da ultimi, con una colonizzazione sui generis, gli americani.

Quindi nessuna paura del nuovo, ma grande attenzione a come il nuovo si manifesta e si amalgama.

Che se poi la paura dei cinesi nascesse non dall'esterofobia, ma da una sorta di ridicolo snobismo rivolto proprio agli operatori economici di quella nazione, da parte di miserabili capitalisti italiani e dei loro servi della stampa e delle istituzioni, la... diagnosi sarebbe ancora più grave.
Per loro.

Tuttavia si deve sgomberare il campo dagli equivoci: al Suning non sono benefattori, né tanto meno tifosi spendaccioni, Moratti style.

Sono un colosso commerciale e finanziario e hanno un preciso progetto di espansione e crescita.

L'Inter da oggi fa parte di questo progetto e bisognerà vedere come si concilieranno le due specificità. Un'Inter che non si affermi su scala planetaria, tra le forze più attraenti, non servirà al progetto Suning.

Ma perché questo accada, almeno per il breve e medio periodo saranno probabilmente necessari finanziamenti consistenti che renderebbero negativo sul piano finanziario il rendimento immediato dell'asset calcistico (non solo italiano, anche cinese, come vedremo).

Il “ritorno” potrebbe anche non venir valutato solo sul piano squisitamente finanziario-aziendale, anche se una gestione illuminata potrebbe limitare molto, in cifra assoluta e nel tempo, l'esposizione finanziaria.

Se sul piano puramente imprenditoriale non c'è motivo di dubitare delle capacità di un colosso che ha raggiunto le attuali proporzioni e che si espone per moltiplicarle, la questione non è altrettanto certa quando si passi a considerare gli aspetti specifici, tecnici per così dire, dell'azienda calcio.

Voglio dire che servono competenze tecniche che gli uomini di Suning non possono e non potranno avere per molto tempo; che servono conoscenze approfondite degli aspetti giuridici e burocratici del mondo calcistico; dei rapporti di potere all'interno degli organismi calcistici istituzionali (FIFA, UEFA, FEDERAZIONE ITALIANA, LEGA, AIA) ma anche degli intrecci tra questi e i poteri politici.

Molto dipenderà quindi, almeno per questi aspetti, dalla scelta degli uomini allo scopo delegati, che non potranno essere esterni a queste realtà.

Neppure con gli attuali mezzi di comunicazione sarà possibile gestire da lontano situazioni tanto complesse.

Si parla sempre più insistentemente, ad esempio, di un ritorno di Fassone anche se per alcuni a questo punto sorgerebbe un problema di compatibilità con Zanetti.
Fassone davvero non entusiasma (tra i nomi che si fanno, io sono un nostalgico di Leonardo), ma a Milano non basteranno Zanetti, Gardini, Ausilio, Mancini. Secondo me.


Un dato è comunque certo: non ci sarà grande Inter senza finanziamenti iniziali cospicui e, FPF o non FPF, si dovrà trovare il modo, legale, di corrisponderli.

Una strada, transitoria, potrebbe essere quella della triangolazione.

La squadra Cinese, che non ha vincoli di FPF compera qualche giocatore che ci serve e lo cede “in prestito” all'Inter, magari anche con parte dello stipendio pagato.
Si dovrebbe però trattare, per lo più, di giocatori con passaporto comunitario
A sua volta l'Inter potrebbe cedere in via definitiva giocatori ritenuti non essenziali, realizzando anche una plusvalenza (oggi si fanno, non so con quanta consapevolezza, i nomi di Santon, Melo, Éder)

Queste o altre ipotesi dovranno essere valutate con estremo rigore, ma senza timidezze dagli uffici legali.

Sono tutti discorsi da tastiera, che muovono dal sogno di rivedere presto una grande Inter.

Ma i sogni, a volte, smuovono montagne.


Il mercato “reale”


Resto, nella situazione attuale, un manciniano convinto, nel senso che non credo si possa ripartire da capo, rivoluzionando, a metà giugno, il programma tecnico.

Ripartire da Mancini vuol dire anche tener conto delle sue indicazioni (si spera riviste in meglio alla luce di una maggior disponibilità finanziaria).

Per dire: Erkin non lo conosco, ma a naso non mi trascina all'entusiasmo. Tourè, che sembra al momento un arrivo possibile, ancora di meno. Non per la statura del giocatore, ma perché sembra aver imboccato a grandi passi la parabola discendente.

Il nostro centro campo ha problemi di dinamismo, intensità, ritmo. Certo, anche di carisma.
Ma se parte Brozo e arriva Tourè è probabile che i due centrocampisti (nel 4231) siano Yaya e Kondo: sulla solidità non si discute, sul resto, si.

Banega credo piacerebbe a tutti: ma dipende da chi gli girerà accanto. Uno dovrebbe essere Perišić, l'altro se si vuole guardare a obiettivi di competitività con le grandi europee (anche in prospettiva) non potrà, a mio modesto parere, essere un Candreva o simile.

Per il terzino destro ora è spuntato il nome di Lichtsteiner: buon giocatore, sicuramente. Ma ha 32 anni e verrebbe come scarto della juve. Non è con questi nomi che si scalano le vette del calcio.
Così probabilmente si migliora un po', ma non basta. In ogni caso un paio di pericoli sembrano sventati: Van der Wiel e la riserva di Dani Alves sembrano indirizzati altrove.

In una squadra ambiziosa non può restare Éder come prima alternativa dell'attacco, ci vuole un uomo di peso e di sostanza. Milik potrebbe fare al caso.

Poi si ritorna al centrocampo: dietro Yaya e Kondo ci saranno ancora Medel e Melo? Almeno il brasiliano andrebbe sostituito da un giocatore giovane ma già abbastanza affermato e di grande prospettiva.

E un paio di altri giovani che siano vere e solide promesse sono indispensabili. Ma questi costano.
Gabriel Jesus (ma si dovrebbe battere la juve) sarebbe sicuramente meglio di Bailey.
Betancour sarebbe un nome che gradirei molto.
Almiron non lo conosco abbastanza ma mi fido di Zanetti (che aveva indicato Dybala ancora diciottenne).
Mammana è un altro nome interessante.

Qualche extra comunitario potrebbe andare in prestito altrove (sempre in Italia). Poi c'è qualche giocatore interessante anche in Croazia e Serbia

Io la vedo così, senza volermi sostituire al Mancio che, come detto, nel momento in cui restasse dovrebbe essere ascoltato.

Ma questo, dopo che è appena arrivato qualcuno con i soldi, è il periodo più bello dell'anno, perché si può sbrigliare la fantasia.
E sognare in libertà.

Un nuovo titulo


Abbiamo detto più volte che si è trattato per le giovanili di una stagione positiva, sia sul piano dei risultati, sia in relazione ai progressi di giocatori che in prospettiva saranno professionisti e qualcuno potrebbe esserlo nell'Inter.

La Primavera, priva di grandi stelle, con alcuni dei più forti '97 ceduti precocemente (Bonazzoli, Di Marco e con Manaj che ha giocato solo le partite decisive) ha fatto benissimo.
Semifinale a Viareggio, vittoria in coppa Italia, fuori ai rigori in semifinale (contro la vincente) in campionato.

Si poteva ottenere di più ma non era lecito aspettarsi di più.

Anche a livello di giocatori ci sono stati processi di maturazione importanti: Radu, Gravillon, Senna, Baldini sono migliorati molto e sono tutti pronti per il professionismo.
Ma anche Bakayoko, Della Giovanna e in parte Gyamfi, Ze Turbo, Kouame hanno ancora importanti margini di crescita.

Non parliamo poi di Pinamonti, che tutti aspettiamo a un grande futuro.

La Berretti

Ci ha dato sino ad ora l'unico titulo nazionale, dopo la Coppa Italia della Primavera.

Ora le PI tendono a svalutare questo grande successo, per la scarsa presenza di società di Lega A e B.

In realtà è stato un campionato vero, combattuto, nel quale abbiamo dato otto punti di distacco al Torino e molti di più alle altre.
Le quali erano comunque squadre di Lega Pro che spesso schieravano giocatori più anziani e in diversi casi con esperienze già vissute nel calcio professionistico.

A smentire ogni sottovalutazione basta una considerazione: tra i giocatori di formazione italiana schierati in serie A una minoranza proviene dalle squadre primavera.

Gli altri arrivano da squadre di lega pro o addirittura dai dilettanti.

Tutto questo senza considerare il fatto che non abbiamo mai potuto schierare la formazione migliore o comunque un gruppo stabile, per i lunghissimi infortuni di giocatori essenziali e per le frequenti chiamate in Primavera (magari per fare panchina) di giocatori importanti.
Basta confrontare la teorica formazione iniziale con quella che ha concluso il campionato:

nella finale, per esempio mancavano Chiarion, Donnarumma, Mel, Justice, Braidch. Lizzola ha giocato pochi minuti per i postumi di un infortunio muscolare.

Ma durante tutta la stagione sono anche venuti a mancare per lunghissimi periodi, oltre ai citati Chiarion, Donna, Mel, Justice anche Piscopo, Antonini, Carraro e lo stesso Pissardo.

Del resto a smentire ogni possibilità di sottovalutazione dell'evento è sufficiente quanto riporta SeS:

“il Toro non pensa che a ribaltare l'1-0 dell'andata: nervi tesi e l'ambiente sugli spalti caldo e travolgente che aveva esplicitamente richiesto” (ma un esempio chiaro lo avevamo già avuto a Milano).

E poi il rosicamento finale di... Tinho e, a parte gli scherzi, la dichiarazione di mister Migliaccio: “ci è mancato un minuto alla gloria”.

Anche nei Berretti aldilà del risultato finale, si sono registrati netti progressi di alcuni giocatori: Pissardo, Mattioli, Granziera, Lombardoni e Cagnano su tutti, secondo me, ma anche Carraro, Antonini, Donna, Piscopo e Loris.

Ma tutti hanno fatto la loro parte contribuendo in maniera importante al risultato finale.

I voti di SeS per la finale:

Pisso 6: qualche incertezza su due gol, ma si supera su de Luca

Mattio 7: spinge per tutti i 90'. Insostituibile
Granzie 7: imperioso e pulito nei contrasti
Lomba 6.5: qualche sbavatura iniziale. Finale in crescendo
Cagna 6: Poco determinato nel raddoppio su De Luca. Nel complesso positivo

Antonini 6: macchinoso in costruzione, non la sua miglior gara
Carra 6.5: buon filtro ma un po' di imprecisione nel costruire
Reno: 7: imprevedibile palla al piede e piazzati pericolosi

Loris 7: fa sempre la cosa giusta, con e senza palla. Intelligenza calcistica
Baka 8: sprinta tra le maglie granata. Implacabile dal dischetto. Velenoso
Bollo 7: dappertutto. Inizia esterno, poi seconda punta, quindi regista
Ndiayè 7.5 i minuti finali gli bastano per lasciare il segno. Rovesciata tricolore

Cerro 8: decisivo l'ingresso di Ndiaye

In conclusione vorrei aggiungere che Antonini Cagnano e lo stesso Reno non erano certo al top della condizione e farei una menzione speciale per Poletto, non impiegato nella finale, ma spesso titolare, nella stagione, pur essendo un '99.

Infine mi è stato assicurato che la Berretti si farà anche il prossimo anno.

Under 17

Di questa squadra mi riservo di scrivere dopo la conclusione delle finali.

Under 16

Benissimo in campionato, dove ha dominato, come sappiamo, pur dovendo cedere a volte sino a 5-6 giocatori contemporaneamente all'U17.
La squadra, considerando gli smembramenti e i rattoppi (ha schierato persino un 2002 che ha fatto bene) non ha davvero deluso neppure nei tornei.

Dal punto di vista della crescita individuale proprio le numerosissime (e non marginali) presenze di molti giocatori con gli U17 dimostra che i miglioramenti sono stati importanti.
Molti di questi giocatori andranno anche alla final eight con i compagni più grandi.

Bettella Schirò Gossò Merola Visconti si possono considerare aggregati a tutti gli effetti (aldilà di ...squalifiche ed eventuali infortuni), ma altri hanno esordito nella categoria superiore e negli ultimi allenamenti (compresa la partitella in famiglia di domenica pomeriggio) agli AeB sono stati aggregati anche Lunghi, Gavioli Patacchini Esposito.

Migliorare questo gruppo non sarà facile. Possono servire solo innesti altamente qualitativi.

Ma è giusto avere la massima fiducia perché le squadre allestite a questi livelli sono sempre molto competitive.

In ogni caso in questa squadra i giocatori di prospettiva importante non mancano di certo.

Gli U15

Ho letto le considerazioni di Avvocheto che esprimeva stupore per il risultato negativo colto dai nostri U15, eliminati a sorpresa dal Pescara, dopo una vittoria in trasferta e quando, a 15' dal termine, erano in vantaggio per 1-0 anche in casa e avevano sbagliato con Vergani una fantastica palla gol.

Poi, tre reti subite in 15' e tutti a casa, perché il 3-2 realizzato ancora da Vergani allo scadere è ininfluente.

Nel doppio confronto c'è stata un po' di sfortuna e un po' di casualità, ma la vittoria degli abruzzesi è meritata.

Non si poteva pensare di uscire col Pescara e di non raggiungere neppure le finali, ma onestamente che la squadra non fosse costruita in modo ottimale a me pareva chiaro da tempo.

Ricordo, l'ho citato molte volte, un breve colloquio con Bernazzani. Era novembre credo e stavamo vedendo casualmente a breve distanza la Primavera, al Breda.

Gli ho detto che la squadra non mi convinceva, non aveva potenza in mezzo al campo: altra cosa rispetto ai 2000 che potevano contare su Schirò Gavioli Patacchini e Battilana.

Lui aveva convenuto dicendo che però si poteva far salire (come avvenne) Squizzato. Ma anche Squizzo poteva dare un contributo, non cambiare il volto del centrocampo.

A parte questo, secondo me (e non solo) la squadra raramente cercava di “giocare” il pallone. Per lo più si esprimeva con lanci lunghi per le punte (le quali, in forma, sono devastanti) e se la difesa avversaria respingeva c'era sempre chi si avventava sulle seconde palle.

Io sono per le verticalizzazioni senza fronzoli, ma per le verticalizzazioni cercate consapevolmente, frutto di manovra, non per i lanci in avanti alla sperindio.

Quando cala la condizione la squadra si allunga e non c'è più neppure il supporto del disimpegno in palleggio, è chiaro che le cose si complicano.
E ne va di mezzo soprattutto la difesa.

Ci sono state probabilmente molte altre cause, per la disfatta (perché di questo si è trattato), magari anche alcune scelte di schieramento, di sicuro qualche assenza importante (Buba e Opoku su tutti), poi un approccio troppo soft (anche se personalmente credo di più a una squadra arrivata un po' bollita fisicamente).

Resta il fatto però che per la seconda volta in due anni non arriviamo alle finali e in entrambe le occasioni siamo stati eliminati da una squadra complessivamente meno forte.

Chiaro che si manifestino voci su un possibile cambio di allenatore.
Già lo scorso anno si vociferava in questo senso, poi le cose sono andate diversamente.
Ho riportato per dovere di informazione, senza commentarne la veridicità nei giorni scorsi la voce sulla promozione di Mandelli.
Ma oltre a questa scelta, il prossimo anno non si potranno sbagliare i rinforzi.

Ecco ora in breve come ha visto la partita col Pescara SeS.
Il titolo è “storica vittoria per il Pescara a Milano”, poi in pratica nel breve brano solo cronaca.
Questi i voti:

Radaelli  6 Non ha colpe particolari

Guedegbe 6.5 reattivo
Baruffi      6.5  gioca d'anticipo
Ntube          5  un fallo inutile nel momento più delicato
Colombini   6  può dare di più

Burgio     6 parte male poi si riprende e si procura il rigore
Duse      6.5 bene in entrambe le fasi
Pojani      6 lotta con generosità
Rossi     6.5 fa vedere buone giocate

Vergani 6.5 micidiale dal dischetto
Sironi      6  dinamico ma non punge

Da notare che intorno alla metà del secondo tempo il mister del Pescara (si chiama...Mancini) ha cambiato tre uomini e il corso della partita.

Bellinzaghi ha inserito Ansani, il 2002 Barazzetta e il 2003 Chibozo negli ultimi 5', a partita compromessa.
In quei 5', Chibozo, dopo aver saltato 5 o 6 uomini è stato atterrato in area al momento del tiro, ottenendo così il rigore del 3-2

I 2002

La stagione dei 2002 è stata in assoluto tra le più positive.
Dominato il campionato, surclassando Atalanta e Milan, dopo aver entusiasmato nei grandi tornei internazionali di primavera, i ragazzi di Mandelli hanno fatto benissimo anche negli ultimi tornei.

Primi al Facchetti, regalando ai rossoneri in finale una vera lezione di calcio,
Terzi al torneo della solidarietà battuti dai rossoneri in una partita sfortunata, ma dopo aver dato spettacolo contro l'Atalanta
Terzi al Città di Cremona, sconfitti dall'Atalanta ai rigori. Ma anche qui nella finalina per il terzo posto, battuto nettamente il Milan ripristinando così una superiorità che durava ininterrotta da anni.

C'è da considerare che negli ultimi tornei mancavano ache alcuni dei migliori, aggregati ai 2001, dopo che già Squizzato aveva salutato i compagni a stagione in corso.

Nel Città di Cremona, ad esempio, mancavano i “promossi” Barazzetta, Chibozo, Tordini e Nuzzo, oltre all'infortunato Stankovic. E scusate se è poco.

Trattandosi di ragazzi così giovani è difficle fare previsione e prematuro dare giudizi.
A mio parere comunque i più indispensabili sono stati Stankovic Pirola Sangali e Tordini, i più qualitativi e già a buon livello di maturazione Barazzetta Esposito Chibozo e Nuzzo, quelli che hanno mostrato i miglioramenti più sorprendenti il magnifico Geme 1 e Leopold. Quelli da aspettare, per il talento e il ritardo atletico agonistico Goffi e Verzeni.

Le prospettive come si vede sono buone. Per il campionato nazionale, il prossimo anno, serviranno pochi innesti ma davvero molto qualitativo. Se li azzeccheremo, il divertimento sarà assicurato. 

I 2003

Anche loro hanno disputato una stagione positiva, pur con qualche alto e basso e hanno fatto molto bene nei tornei
Nell'ultimo, in Sardegna, hanno perso solo in finale con l'Atalanta, dopo una partita equilibrata.

Tuttavia questa squadra si è affidata troppo alla superiorità atletica del centravanti Poku, mentre aveva forse le qualità per cercare maggiormente la manovra.

In ogni caso qui i rinforzi sono urgenti e dovranno essere numerosi, oltre che qualitativi, anche se probabilmente per il salto di qualità bisognerà aspettare la stagione dei giovanissimi nazionali, quando si potrà pescare in tutta Italia.

Ma le reti vanno gettate da subito.
I giocatori interessanti sono diversi. Ora non resta che seguirne il processo di crescita

I 2004

Una delle squadre che “gioca meglio” ma forse quella che ha ottenuto i peggiori risultati. Poco male perché a questa età i risultati contano (chi dice il contrario non sa di che parla, a mio parere) ma certo molto meno che nelle categorie superiori.

I ragazzi sono tutti in ritardo nel processo di crescita fisico atletica (e questo può essere un bene, significa che hanno più margini di miglioramento rispetto agli avversari che sono più avanti).

Fatto sta che in campionato si sono trovati a disagio con avversari di un anno più grandi e nei tornei, con i pari età, hanno fatto benissimo. Tranne quando si sono trovati di fronte squadre con 4/5 colossi dalla struttura atletica precoce e fuori dal comune. È il caso del Milan, ma anche della Fiorentina, che ci ha battuti al Castelletti dove stavamo facendo bene.

Seguiremo con curiosità i ragazzi dopo la pausa estiva, a questa età foriera solitamente di grandi cambiamenti fisici, ma certo ci aspettiamo per la prossima stagione rinforzi importanti. Né a me né, spero, ai dirigenti piace essere sbaragliato dal Milan, anche a questi livelli.

Conclusione: c'è tanto da lavorare, a tutti i livelli, dalla Prima ai più piccoli.

Ma la base di partenza è buona.
Importante è che si torni a investire fortemente sulle giovanili.
Prendere precocemente un giovane forte, può voler dire risparmiare milioni più avanti o comunque rientrare abbondantemente dei soldi spesi.

Forza Inter sempre e un grande in bocca al lupo alla nuova proprietà alla vecchia (ed eventualmente nuova) dirigenza a tutti gli operatori del settore tecnico e a tutti i nostri ragazzi.

Luciano Da Vite



Nella foto (Inter.it): Zhang Jindong, presidente di Suning e nuovo uomo di riferimento per l’Inter, alla presentazione dell’accordo.

212 commenti:

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Chris ha detto...

però in realtà i dubbi su Ausilio sono legittimi, non ne possiamo fare una colpa dei media. Ha un contratto in scadenza tra un anno, fin quando non lo rinnoverà (e se lo rinnoverà), è ovvio che bisognerà parlare di un possibile addio.
Poi su Zanetti è un altro discorso. queste sono cazzate vere. si dice che possa essere lui il futuro DS, ed è palesemente falso. Zanetti non opera sul mercato, e credo che mai lo farà. Da solo una mano, con i suoi connazionali, quando Ausilio glielo chiede.
Però vanno divise le due cose: su Zanetti cazzate, ma su Ausilio è normale avere dubbi sul suo futuro qui da noi.

Riccardo Anelli ha detto...

Sarebbe molto grave perdere Ausilio.

luciano ha detto...

Ausilio ha sicuramente trattato con il Bologna e con altre società. La possibilità di una sua sostituzione, ora o fra un anno esiste.
Del resto quando cambia la proprietà magari dopo un po' è normale che i nuovi vogliano scegliere la dirigenza.
La provocazione sta nell'inventare un conflitto tra dirigenti, anche se differenze di valutazioni ci sono ovunque.

E' in preparazione un post sulla grande quasi vittoria degli U17

luciano ha detto...

Comunque aldilà dello sbavare o meno per Berardi, la questione è un'altra: il diritto di veto che la juve possiede sull'arrivo all'Inter di giocatori italiani

carlo ha detto...

Intanto Raiola sta facendo mercqto (i dg hanno poca importanza ): Pogba al reale con una valutazione esagerata, hamsic alla juve.
La Juventus sarà ancora più forte, purtroppo.

Spero l'Inter prenda Almiron e il brasiliano. Con i giovani talenti nostri scout sbagliano quasi mai.

Unknown ha detto...

La cosa che più mi infastidisce è sentire i "pistolotti" sulla crisi del sistema calcistico nazionale (premetto che mi limito a seguire i programmi di Sky....immagino gli altri....) e mai e poi mai sento un giornalista ,un opinionista fare almeno un accenno alla situazione davvero particolare per la quale una società italiana in pratica è la padrona del nostro calcio ,grazie anche a comportamenti che assomigliano molto a quelli dei m.....i.
Scrivo questo pur dando merito alla loro dirigenza di avere comunque anche grandi meriti professionali , ma senz'altro il loro compito è agevolato e non di poco.

bayle ha detto...

Candevra forse mi piace di più, però come si è visto con shaqiri e kova un giovane lo trovi sempre a chi venderlo (e non a poco), anche se poi non va benissimo. Perciò forse penderei più per Berardi. Ma tanto mica ce lo lasciano, il Sassuolo non è autolesionista. :))

luciano ha detto...

Se il problema fosse migliorare per un paio d'anni anch'io preferirei Candreva. Siccome a me piacerebbe migliorare subito ma prendendo giovani che in un paio d'anni possono diventare grandissimi, prenderei Berardi.
Ma come dice Diego, la juve (non il Sassuolo) mica è autolesionista da lasciarcelo. Quindi il dubbio non si pone.
Sospetto una manovra di questo tipo delle PI. Assodato che per quest'anno lui resta a Sassuolo, sempre in mano alla juve, diffondere la notizia di un forte impegno dell'Inter su di lui (che piace, d'accordo) per poi far registrare un nuovo "fallimento"

Riccardo Anelli ha detto...

Comunque Mastella eletto sindaco mi fa capire in che razza di paese vivo.
Scusate la parentesi politica.

Daniele ha detto...

Spero che Zhang capisca l'importanza di azzerare il peso politico degli ovini, magari che ne so....facendo leva sul governo cinese, e avvalendosi del peso economico di quel paese anche qua in Italia........voglio dire, come possono solo pensare di portarci nuovamente al top se prima non disinfestano il calcio italiano da questi indegni parassiti!? E comunque piaccia o no serve gente sgamata, basta fare i De Coubertiniani ormai pensò sia chiaro che le buone maniere non pagano, iniziamo a tirare calci pure noi a sti bastardi......sarà che Machiavelli è toscano come me, ma sicuramente quell'uomo aveva capito tutto.

luciano ha detto...

Intanto ho inviato il post

Guido ha detto...

Online il post di Luciano!

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